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Superbonus, Pecci (Uniko): “A fine 2023 raggiungeremo 100 mln lavori fatti con 110”
“Con Uniko, negli ultimi due anni, abbiamo consegnato lavori nell’ambito del Superbonus 110% per circa 50 milioni di euro, senza che le criticità emerse nell’ultimo anno scalfissero il nostro operato. Inoltre, abbiamo ancora diversi cantieri aperti che da qui alla fine del 2023 ci consentiranno di raggiungere il ragguardevole traguardo di 100 milioni di euro di lavori effettuati solo nell’ambito del Superbonus 110%”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Francesco Pecci, 45 anni, ceo di Uniko, azienda d’eccellenza in campo edilizio con sede ad Orte, in provincia di Viterbo, e con propensione all’innovazione ed una costante attenzione alla sostenibilità
“Abbiamo sempre lavorato -spiega Pecci- senza mai perdere di vista due principi fondamentali: trasparenza ed equilibrio finanziario, che siamo riusciti sempre a garantire in tutte le fasi dei vari progetti, ai fornitori, alle maestranze e ai professionisti, il che ci ha consentito di far funzionare il sistema, senza mai dover chiudere, fosse anche per un giorno, uno dei nostri cantieri. La nostra ‘condotta lineare’ è riuscita a conquistare anche la fiducia di Banca Intesa SanPaolo e di Deloitte, che hanno riconosciuto in noi un partner capace e performante, in grado di produrre crediti con un elevato standard qualitativo”, spiega ancora.
Lo scorso mese di febbraio, l’azienda ha inaugurato a Genova, un ambizioso e suggestivo piano di riqualificazione edilizia e di rigenerazione urbana nel quartiere Begato, che da qui a qualche mese conoscerà una vera e propria rivoluzione green, grazie al progetto “Linneo 130” che, con un investimento di circa 20 milioni di euro, prevede la riqualificazione di un’area di oltre 8.000 mq e la realizzazione di 150 appartamenti, tutti di classe energetica A4, impegnando manodopera per 115 unità (100 in cantiere e 15 tra progettazione e assistenza), interamente finanziato con il Superbonus 110%.
“Per quanto può sembrare paradossale, nei panni di amministratore della Uniko, rispondo -spiega Pecci- che non sono per niente preoccupato e posso affermare con grande serenità che i provvedimenti del Governo non avranno ripercussioni negative sui nostri cantieri ‘110’ ancora aperti. La misura dei bonus edilizi si è rivelata più gravosa del previsto per via delle nuove regole di Istat ed Eurostat, che impongono allo stato di contabilizzare i crediti emessi nell’anno in cui sono stati riscossi. E non poterli quindi ‘spalmare’ su più anni, come era stato previsto. Il blocco dei bonus, oltre alle ripercussioni sul settore edilizio, impone però una riflessione attenta su quella che doveva essere la finalità per la quale erano stati concepiti, ovvero: aumentare l’efficienza energetica degli edifici, contenere gli sprechi, diminuire le emissioni e l’impatto ambientale”.
Pecci ricorda che “ci sono migliaia di casi di lavori iniziati e non ancora ultimati, ma questo è un problema che non interessa la nostra azienda, perché sin dall’inizio abbiamo maturato la consapevolezza che bisognava agire con metodo e giudizio, metabolizzando le regole e le procedure di questo incentivo”.
L’imprenditore spiega che i numeri realizzati dall’azienda con il superbonus 110 sono stati possibili “perché abbiamo creato un team di esperti dedicato ai progetti in ambito Superbonus 110%. Un gruppo di lavoro composto da donne e uomini di assoluta professionalità che, a monte di ogni progetto, si prodiga quotidianamente per il regolare svolgimento dei lavori su tutti i nostri cantieri. Con una punta di orgoglio, mi sento di affermare che con il proprio operato, la Uniko ha contribuito a riqualificare una buona fetta del patrimonio edilizio nazionale, in base a quanto previsto dal Green Deal”.
E sugli effetti della nuova direttiva europea sugli edifici Pecci aggiunge che “come è noto, il patrimonio edilizio italiano è composto da una maggioranza di immobili realizzati tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso, edifici che all’epoca furono costruiti con scarsa, se non assente, attenzione all’efficienza energetica, così come oggi è concepita. Si tratta di immobili che, necessitando di importanti interventi di manutenzione, non sono più in grado di rispondere alle attuali esigenze delle famiglie italiane. A mio avviso, se si isolassero solo i tetti e le pareti degli edifici meno efficienti, ovvero quegli gli edifici che rientrano nelle due peggiori classi energetiche e che costituiscono il 60% del totale, l’Italia abbatterebbe il consumo di gas di oltre il 50%”, ribadisce ancora.
“Ma, visti i costi elevati che, dopo il blocco degli incentivi da parte del nostro Governo, graverebbero sulle tasche dei cittadini, sembra improbabile che l’efficientamento energetico venga reso obbligatorio senza un pacchetto di nuovi aiuti economici. La soluzione potrebbe venire direttamente dalla Unione Europea, attraverso un ‘Green Building Plan’, che, mediante nuovi incentivi comunitari, permetterebbe di riqualificare quella parte energeticamente meno efficiente di immobili a uso residenziale di ogni paese, perché è bene ricordarlo, l’Italia è sì indietro da un punto di vista di efficienza energetica, ma anche altre nazioni europee non sono da meno”, conclude Pecci.
Lavoro
Giflor celebra 50 anni di storia

Capovilla 'in prossimi 5 anni puntiamo a 25 mln fatturato'

Giflor di Grumolo delle Abbadesse (Vicenza) celebra quest’anno mezzo secolo di storia. L’azienda, che porta il nome del fondatore Giuseppe Fracasso unito a quello della moglie Flora, ora guidata dai figli Fabio e Mattia, è oggi una delle realtà di riferimento nella produzione di componenti di materiale plastico per il settore packaging per l’industria cosmetica, personal care e pet care, alimentare, parafarmaceutica e Otc. Con un’area produttiva di 10.000 m2, 60 dipendenti, 31 macchine ad iniezione e bi-iniezione elettriche, ibride ed idrauliche, un fatturato di 16,2milioni di euro, solo nell’ultimo anno per la divisione closure, l’azienda ha prodotto 240milioni di tappi in plastica. Attualmente il 70% del fatturato di questa divisione deriva dal mercato estero: Spagna, Regno Unito, Francia e Germania. Giflor è un’azienda che ha saputo farsi strada nel mercato globale portando con orgoglio il design e il know how italiani in più di 50 paesi tra Europa, America, Africa e Asia.
L’azienda vicentina punta ora a brevettare nuovi prodotti e allargarne la gamma, e a rafforzare i settori parapharma e beverage. Tra i clienti più affermati, può vantare la collaborazione con le maggiori aziende della cosmetica e para-farmacia in Italia e con International companies negli USA e in altri mercati esteri.
“Festeggeremo questo anniversario insieme ai nostri dipendenti – commenta l’Ad di Giflor Nadia Capovilla – ripercorrendo le tappe di un viaggio che ho vissuto personalmente dai suoi albori. Tutti insieme siamo riusciti a far diventare l’intuizione del fondatore, il signor Fracasso, una realtà imprenditoriale solida e riconosciuta internazionalmente. Abbiamo puntato su quelli che oggi sono diventati i nostri plus soprattutto per il mercato internazionale, ovvero l’estetica ricercata combinata alla praticità d’uso, un servizio rapido e una continua ricerca per l’innovazione. Abbiamo ideato quattro linee di prodotti che includono 42 soluzioni di tappi in 350 diverse colorazioni, utilizzabili per packaging cosmetici, per la cura personale e animale, parafarmaceutici, alimentari. Una di queste quattro collezioni (E-Closure Line) è stata interamente pensata per l’e-commerce e ci ha permesso di rispondere a una domanda particolarmente elevata: rispetta infatti alcuni rigidi standard di resistenza e compattezza, mantenendo comunque l’estetica essenziale e senza tempo di Giflor. La E-Closure Line è il frutto di un attento studio condotto del dipartimento R&D sulle nuove modalità di vendita dei prodotti, che prediligono l’opzione on-line”.
“Negli anni – conclude Capovilla – abbiamo costantemente implementato la nostra gamma di sistemi di chiusura, cercando di andare incontro alle nuove tendenze del mercato e soprattutto alle nuove esigenze dei clienti e dei consumatori. Per noi l’obiettivo è anticipare i tempi e rispondere nel modo più efficace e rapido possibile ai cambiamenti per offrire sempre la soluzione migliore, sia in termini qualitativi, sia estetici”.
Oltre alle patenti di design, Giflor può contare su brevetti industriali e certificazioni di rilievo, come la Brcgs Standard per materiali per il packaging (British Retail Consortium), detenuta solo dal 5% delle aziende nel mondo, l’Iso9001 per il riconoscimento internazionale del sistema organizzativo per la gestione della qualità e, entro la fine di quest’anno, l’Iso14001, il più importante riconoscimento internazionale del sistema di gestione ambientale.
Fabio e Mattia Fracasso, rispettivamente Responsabile Vendite Italia e Responsabile Sviluppo Industriale & Acquisti, raccontano: “Giflor nasce dal sogno imprenditoriale di nostro padre Giuseppe. Un sogno nato da questo territorio e da esigenze contingenti che è diventato impresa grazie alle sue brillanti intuizioni, alla costante attenzione verso i clienti e il mercato e una coraggiosa capacità di guardare sempre oltre che vorremmo onorare. Da anni stiamo lavorando per diventare dei trendsetter in uno dei temi strategici del mercato del packaging, cioè l’eco-responsabilità sia dal punto di vista del sistema produttivo che dei materiali usati. Oltre all’esclusivo utilizzo di materiali riciclati, riciclabili e di derivazione vegetale, investiamo nella ricerca di materiali alternativi e cerchiamo di ottimizzare la quantità degli stessi da impiegare. A tal proposito, abbiamo ideato la linea Eco Low Profile per flaconi, brevettata nei primi anni 2000, composta da sistemi di chiusura caratterizzati da uno spessore limitato, che permette di dimezzare l’utilizzo della materia prima necessaria. Questa linea è stata integrata da sistemi di chiusura per tubi, brevettati nel 2014, e che dopo quasi 10 anni, sono ancora i tappi più sottili sul mercato”. Nel nostro prossimo futuro, spiegano i Fracasso, “punteremo a rafforzare la nostra presenza nel mercato nazionale ed internazionale attraverso la creazione di relazioni imprenditoriali con importanti partner, continuando ad investire in tecnologie innovative e formazione del personale, la nostra risorsa fondamentale”.
Lavoro
Sostenibilità, Marchi (Prometeon Tyre): “Importante comunicare con Bilancio e social”

Così il Chief Internal Audit&Sustainability Officer Prometeon Tyre Group, intervenendo al Forum Comunicazione Italiana presso il Palazzo dell'Informazione a Roma
“La nostra brand awareness va trasmessa anche grazie alla sostenibilità e questa nostra sostenibilità, suddivisa nella dimensione sociale, ambientale, economica e di governance, viene raccontata in modo strutturato nel nostro Bilancio di Sostenibilità. Ma è importante comunicare quello che si fa anche attraverso i social in un modo meno strutturato o formale come lo è un Bilancio”. Così Nicolas Marchi, Chief Internal Audit&Sustainability Officer Prometeon Tyre Group, intervenendo al Forum Comunicazione Italiana presso il Palazzo dell’Informazione a Roma.
“E’ importante poter raccontare il prodotto, nel nostro caso la gomma, dal punto di vista della performance ma anche della sostenibilità”, dice ricordando che “Prometeon Tyre Group nasce nel 2017 come spin off del gruppo Pirelli; sostanzialmente Pirelli si dedica al mondo consumer e noi ci dedichiamo al mondo industriale”.
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Sostenibilità, Cavallo (Altroconsumo): “Cittadini pronti a fare la loro parte”

Così lo Head of Public Affairs&Media Relations di Altroconsumo, introducendo il panel 'Verso un mondo sostenibile? Il ruolo cruciale della comunicazione d'impresa per il conseguimento degli obiettivi Esg' al Forum Comunicazione Italiana presso il Palazzo dell'Informazione a Roma
Da parte dei cittadini “c’è un’assunzione di responsabilità: le persone sono disposte a fare la propria parte, chiedono di avere strumenti e soluzioni per inserire nei comportamenti di vita, compreso il consumo di beni e servizi, elementi di sostenibilità e sono disposti a premiare chi ha la capacità di mettere a disposizione questi strumenti e di comunicarlo con trasparenza e veridicità. Disponibili, quindi, anche a corrispondere un valore economico, reputazionale e a dare fiducia a chi va in questa direzione”. Così Federico Cavallo, Head of Public Affairs&Media Relations di Altroconsumo, introducendo il panel ‘Verso un mondo sostenibile? Il ruolo cruciale della comunicazione d’impresa per il conseguimento degli obiettivi Esg’ al Forum Comunicazione Italiana presso il Palazzo dell’Informazione a Roma.
“Perché andare verso un mondo sostenibile? Potrebbe apparire scontato ma perché dobbiamo: ci stiamo approssimando, ci dicono gli scienziati, al punto di non ritorno, quello oltre il quale le trasformazioni già in corso saranno irreversibili”, dice Cavallo citando i segnali della crisi climatica. “Di fronte a questa situazione c’è bisogno di una presa di consapevolezza. E i cittadini la stanno cominciando ad avere”, spiega.
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Sostenibilità, Frigerio (Sorgenia): “Ambiente e società devono andare insieme”

Così la Head of Brand&Communication Sorgenia, intervenendo al Forum Comunicazione Italiana presso il Palazzo dell'Informazione a Roma
“Non possiamo pensare di occuparci delle persone senza occuparci dell’ambiente quindi ambiente e società devono andare insieme”. Così Miriam Frigerio, Head of Brand&Communication Sorgenia, intervenendo al Forum Comunicazione Italiana presso il Palazzo dell’Informazione a Roma nel panel ‘Verso un mondo sostenibile? Il ruolo cruciale della comunicazione d’impresa per il conseguimento degli obiettivi Esg’.
“In Sorgenia siamo chiamati a responsabilità di tipo ambientale, industriale e anche sociale in quanto azienda che si muove nell’ambito della società – dice – Per anni abbiamo condotto una campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere ma abbiamo anche una testimonial che è Bebe Vio che di suo è un emblema di sostenibilità sociale e stiamo cercando di portarla ad essere anche emblema di sostenibilità ambientale”, coinvolgendola in attività di piantumazione e pulizia delle spiagge.
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Sostenibilità, Colle (Cap): “Condividere approccio di responsabilità collettiva”

Così lo Head of External Relations and Csr di Cap Holding, intervenendo al Forum Comunicazione Italiana presso il Palazzo dell'Informazione a Roma
“Come può la comunicazione ambientale cambiare o promuovere atteggiamenti e comportamenti sostenibili? La comunicazione di un impegno condiviso, di un piano possibile, di una solidarietà tra pari è la chiave, secondo me, per una comunicazione efficace. Se condividiamo buone pratiche e ingaggiamo i cittadini in un approccio collaborativo, dando loro una roadmap, si possono ottenere risultati. Io credo che le aziende abbiano in questo una grande responsabilità: quella di condividere questo approccio di responsabilità collettiva”. Così Matteo Colle, Head of External Relations and Csr di Cap Holding, intervenendo al Forum Comunicazione Italiana presso il Palazzo dell’Informazione a Roma
“Il servizio idrico integrato è uno dei maggiori consumatori di energia tra i servizi industriali, produce una quantità di rifiuti notevole e impatta anche sulla biodiversità per la realizzazione infrastrutturale che implica consumo di suolo – dice – Quindi siamo un’attività che ha impatti specifici sull’ambiente e allo stesso tempo amministriamo un bene che è fortemente impattato dalla crisi climatica. Ci troviamo stretti tra la capacità di ridurre gli impatti e allo stesso promuovere comportamenti virtuosi che portino ad un rispetto di questa risorsa finita”.
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Fiere, Santanchè: “in post-pandemia numeri boom, centrali per turismo ma serve fare squadra”


“Oggi festeggiamo il vostro 40esimo che è importante, più di altri compleanni. Durante la pandemia dicevano che le fiere erano finite… c’hanno preso male perchè dopo la pandemia i numeri delle fiere sono esplosi. E quindi oggi è chiaro che la tecnologia è in complemento non può essere una sostituzione. La fiera ha nel suo core il rapporto fisico che c’è tra le persone, nello stringere le mani, nel vedere e toccare i prodotti che si espongono”. Lo ha detto il ministro per il Turismo, Daniela Santanchè, intervenendo al Tempo di Adriano a Roma all’evento per i 40 anni di Aefi, l’associazione delle fiere italiane.
“Da ministro del turismo -ha sottolineato Santanchè- posso dire che le fiere sono un segmento importante per il turismo non solo per la promozione del territorio ma anche perchè vengono fatte in periodi dell’anno non centrali per il turismo e quindi aiutano a destagionalizzare. E poi la nostra sfida è aumentare la qualità del nostro turismo e chi viene a visitare le fiere è il turista che ha la spesa più alta. E noi dobbiamo cercare di aumentare proprio la quota di spese che il turista lascia sui territori”, ha sottolineato.
E secondo Santanchè sulle fiere “va fatto uno sforzo in più per internazionalizzare, e allora dobbiamo anche sapere fare meglio e di più squadra. L’auspicio che vi faccio è quindi lavorare e di più e meglio di squadra. Fare qualche rinuncia e avere la capacità di guardare il grande obiettivo per il vostro settore e per il Paese. E se lo farete non avrete competitor perché siete i più bravi”, ha concluso.
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Fiere, Danese (Aefi): “Sistema impiega 190 imprese e 3700 addetti, valore di 1,4 mld l’anno”

È uno straordinario vettore di crescita per le imprese del made in Italy ancora però poco presente all’estero

“Il settore fieristico italiano impiega 190 imprese e 3700 addetti ed esprime un valore di 1,4 miliardi di euro l’anno. È uno straordinario vettore di crescita per le imprese del made in Italy ancora però poco presente all’estero, dove gli attori italiani sviluppano, in media, meno del 10% dei loro ricavi complessivi; per questo la sfida, già nel medio termine, consisterà nella creazione di uno strumento in grado di assecondare la crescita delle manifestazioni leader fuori dai confini nazionali”. È la chiamata all’internazionalizzazione del settore da parte del presidente Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane), Maurizio Danese, oggi al Tempio di Adriano di Roma in occasione della Giornata mondiale delle fiere e dei 40 anni dell’Associazione.
Lo spunto è lo studio realizzato da Roland Berger per Aefi e presentato oggi al comparto in presenza dei ministri del Turismo, Daniela Santanchè, e delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso. Nel documento, condiviso nella sua strategia dall’Associazione e ora al vaglio dei player di settore e istituzionali, la ricetta per favorire il salto di qualità internazionale passa dalla ‘Call to action’, avviata oggi.
Gli step successivi previsti riguarderanno l’adesione degli operatori fieristici e delle principali rassegne a una piattaforma (‘Club deal’), l’elaborazione di un programma condiviso con la definizione degli incroci strategici e il matching manifestazioni/Paesi-obiettivo, la quantificazione degli impatti economici e degli investimenti, anche in ottica di acquisizioni, il coinvolgimento delle istituzioni (ministeri competenti, Ice, Simest).
Il ‘Club deal’, secondo il documento Aefi/Roland Berger, sarà una piattaforma aperta a tutte le manifestazioni internazionali leader del prodotto-Italia con un duplice obiettivo: assecondare ancora di più la crescita delle esportazioni e consolidare una presenza della quarta industry fieristica mondiale anche grazie a finanziamenti a supporto dello sviluppo globale del brand tricolore. Una regia unica, coordinata e condivisa da tutti i player che saranno liberi di partecipare o meno a iniziative – anche comuni e suddivise per filiere – in funzione delle loro scelte di portafoglio.
“L’obiettivo -ha concluso Danese- è accompagnare le nostre imprese nel mondo sotto un’unica bandiera e colmare il gap internazionale del nostro sistema per condurlo sui valori di Francia e Germania, le cui manifestazioni all’estero incidono quasi per il 30% del fatturato complessivo”.
Secondo Francesco Calvi Parisetti, partner Roland Berger Italia: “Quello fieristico è un sistema che garantisce alle aziende italiane uno strumento a basso costo in grado di fornire un’elevata esposizione verso l’estero grazie agli eventi internazionali leader organizzati in Italia. Se da un lato resta dunque indispensabile continuare a sostenere le manifestazioni nel nostro Paese, dall’altro, invece, diviene sempre più cruciale supportare il rafforzamento internazionale degli attori anche al di fuori dei confini nazionali. Le fiere devono divenire sempre più una leva di politica industriale per il Paese, a supporto delle filiere d’eccellenza del Made in Italy. Per questo è fondamentale non perdere ulteriore terreno rispetto ai Paesi competitor e provare a colmare il gap sull’estero con un’azione coordinata di sistema”, ha concluso
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Prima giornata dell’edizione 2023 del Forum della Comunicazione, oltre 50 speaker e 200 ospiti

Tema della giornata: “Communicating Purpose”
Si è conclusa quest’oggi, 7 giugno, la prima giornata del Forum della Comunicazione 2023, svoltasi presso la sede del Gruppo Adnkronos in Roma, Palazzo dell’Informazione. L’evento, uno dei principali del paese dedicati alla comunicazione d’impresa, giunge quest’anno alla sedicesima edizione, segnando un ritorno alla presenza e realizzando nella giornata di oggi numeri importanti: oltre 50 Speaker e 200 ospiti. Tema della giornata: “Communicating Purpose”. Ovvero, le strategie comunicative per veicolare quello che è il senso stesso di un’azienda, il suo ruolo di fronte a consumatori e clienti, la sua percezione all’interno del contesto sociale. Gli ospiti intervenuti nel corso della giornata hanno dunque potuto ascoltare Talk Show e Innovation Speech su alcuni aspetti chiave della Corporate Communication, dalle conseguenze della digital transformation al contributo della comunicazione al raggiungimento degli obiettivi Esg, passando per l’impatto dei social media sulla reputazione di un brand.
L’evento è stato al contempo occasione per comunicatori, consulenti, direttori di funzione e opinion leader del mondo della comunicazione per incontri informali e discussioni riservate attraverso il format dei tavoli tematici, in ossequio a quello che è il Purpose di Comunicazione Italiana: realizzare occasioni di incontro e confronto per far circolare le idee e le best practice, al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile, nelle aziende e nelle istituzioni. Hanno contribuito alla buona riuscita di questa prima giornata Speaker di spicco – Chief Communication Officer, Marketing Director, Head of Public Affairs e altre figure di primo piano delle aziende – da realtà leader come Eni, Lavazza, Amplifon, Janssen Italia, Sorgenia, Cap Holding, Europ Assistance Italia, Prometeon Tyre Group, 3Bee, Haier Europe, Avio Aero, Paolo Pigna, Linde, Gruppo Consoli, Antony Morato, Hemargroup, Sogin. Alla giornata hanno inoltre contribuito, in termini sia organizzativi sia di contenuto, Adnkronos in qualità di Main Media Partner, ma anche l’Official Partner Eni, i Content Partner B2You Altroconsumo, Onclusive e Weber Shandwick, i Parter Advice Group, Amarena Company, Fma Hub, Sorgenia, Spencer & Lewis e Yellow. L’evento prosegue nella giornata di domani con il tema “Involving with Purpose”, con altri Speaker e Partner, numerosi ospiti attesi e un maggior accento sul lato interno della comunicazione, tra digital transformation e nuove modalità di lavoro. Appuntamento dunque a domani, ancora a Palazzo dell’Informazione.
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Deloitte Legal, al via il Forum Legal Next 2023 su tecnologie e avvocati

L’evento, dal titolo 'Come le tecnologie trasformeranno la professione dell’avvocato', si terrà a Milano presso la GreenHouse di Deloitte

Ai nastri di partenza il primo appuntamento dell’evento annuale Forum Legal Next promosso da Deloitte Legal, che in questa occasione ha come titolo: ‘Come le tecnologie trasformeranno la professione dell’avvocato’. La pervasività delle nuove tecnologie sta cambiando le fondamenta della nostra società moderna in molteplici declinazioni, compresa la professione dell’avvocato. Un cambiamento che presuppone una riflessione costante e aggiornata sugli effetti contingenti, e di prospettiva, di una rivoluzione nella quale siamo immersi e che solo parzialmente riusciamo a cogliere nelle sue potenzialità e criticità. Sullo sfondo si intravede e percepisce una svolta epocale. Dobbiamo necessariamente tenere il passo del cambiamento che avanza, saperlo interpretare e laddove possibile indirizzarlo.
A tal scopo Deloitte Legal ha deciso di lanciare un importante appuntamento periodico annuale di confronto corale sul futuro che ci attende dietro l’angolo, e sulle ricadute che tutto questo avrà sulla professione dell’Avvocato. Forum Legal Next, infatti, è un format di una giornata che sarà animato da molteplici talk tematici, oltre un talk di apertura, che prevede il coinvolgimento di numerosi professionisti, general counsel , vertici delle associazioni e istituzionali che si confronteranno sui principali trend del futuro legal.
“Le nuove tecnologie – spiega Carlo Gagliardi, managing partner Deloitte Legal – stanno cambiando profondamente il ruolo tradizionale dell’avvocato e la sua storica funzione di intermediazione della conoscenza legale rispetto alle esigenze del cliente. Con l’avvento dell’intelligenza artificiale l’attività di intermediazione verrà progressivamente meno, anche perché sempre di più le macchine saranno in grado di rispondere da sole anche quesiti complessi. Di fronte gli evidenti impatti di questa rivoluzione sembra prevalere tra gli addetti ai lavori una sorta di istinto di conservazione piuttosto che la consapevolezza della necessità dell’adattamento e dell’interpretazione del nuovo con l’obiettivo di guidare il cambiamento ed evitare il rischio di pregiudicare la professione stessa, . Da queste considerazioni nasce l’idea di promuovere uno spazio di confronto autorevole, ampio e periodico sui trend in atto e sul futuro professionale che ci attende. Questo lo scopo del Fourm Legal Next che quest’anno parte con la presenza di Richard Susskind, uno dei massimi esperti a livello internazione della tarsformazioni in atto nelle professioni”.
L’evento, che si terrà a Milano presso la GreenHouse di Deloitte, sarà aperto da Carlo Gagliardi, Managing Partner di Deloitte Legal. Subito dopo è previsto il video intervento di Alessio
Butti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Seguiranno, successivamente, i sette talk tematici della durata di un’ora ciascuno che prevedono la parteciapazione di numerose personalità e coordinati da importanti avvocati di Deloitte Legal.
Si inizia con il talk dedicato alla presentazione del libro ‘Il futuro delle professioni: come la tecnologia trasformerà il lavoro dei professionisti’ con l’autore del testo, Richard Susskind e Carlo Gagliardi, autore della prefazione nella versione in italiano del libro edito da Rubettino.
In sequenza e della durata di un’ora seguiranno gli altri talk in calendario dai titoli: ‘La giustizia 4.0 tra Giudice robot e cyberAvvocato’,’Infrastrutture:I porti italiani e la svolta digital e ecosostenibile’, ‘La sostenibilità nella creazione del valore aziendale’, ‘Appalti pubblici, azione amministrativa e nuove tecnologie’; ‘Intelligenza artificiale: rapporto di lavoro tra opportunità e criticità’; ‘La nuova era del General Counsel: Time to build 2023’.
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Allianz Trade, cauti sull’andamento dell’economia mondiale e delle persistenti sfide da affrontare

L’Italia nel primo trimestre ha registrato una crescita al di sopra delle aspettative; il Pil italiano è cresciuto di fatti di più degli altri principali paesi dell’Eurozona (+0.6% contro lo 0.0-0.1% dell’Eurozona)

In occasione del lancio dell’evento ‘L’Italia delle Imprese 2023’, Allianz Trade, il leader mondiale dell’assicurazione crediti, ha presentato il suo studio sullo stato di salute delle imprese italiane. Gli effetti negativi sulla fiducia derivanti dalle recenti turbolenze del settore bancario e dalla situazione energetica ancora irrisolta in Europa, condizioneranno il resto dell’anno con una crescita del Pil mondiale pari al +2,2%. Inoltre, il rialzo dei tassi inizia a pesare sull’economia reale. Sebbene siamo maggiormente positivi per le nostre previsioni per il 2023 rispetto ad alcuni mesi fa, grazie soprattutto ad un primo trimestre in generale più resiliente delle attese, rimaniamo cauti sull’andamento generale dell’economia mondiale e delle persistenti sfide che si trova ad affrontare. All’interno di un contesto globale estremamente complesso, l’Italia nel primo trimestre ha registrato una crescita al di sopra delle aspettative; il Pil italiano è cresciuto di fatti di più degli altri principali paesi dell’Eurozona (+0.6% contro lo 0.0-0.1% dell’Eurozona).
A sorpresa i consumi privati sono ritornati a crescere ed hanno contribuito per lo 0.3%, mentre gli investimenti, ancora resilienti, hanno contribuito per lo 0.2%. D’altra parte, l’inflazione ha da poco intrapreso un percorso di decelerazione: ad aprile infatti ha invertito il trend e a maggio è tornata a calare (a 7.6% a/a da 8.2% in aprile), principalmente trainata dal calo dei prezzi dei beni energetici. In considerazione di uno scenario ancora molto incerto, il PIL italiano nel 2023 è atteso ad atterrare vicino al +1%.
Le condizioni finanziarie più restrittive stanno avendo un impatto significativo in Italia sui consumi e sugli investimenti, dopo anni di risultati positivi. Sul fronte delle imprese, la liquidità in eccesso si è attestata nel 2022 a circa 120 miliardi di euro, ossia 10 miliardi in meno rispetto alla fine del 2021. I margini delle imprese sono migliorati notevolmente nel 2022 (+1,5%), raggiungendo il 43,1% del valore aggiunto lordo, il livello più alto dal 2018. Ciò fornisce un cuscinetto importante contro l’impatto dell’aumento dei tassi sui prestiti bancari.
Al contempo, anche la liquidità delle famiglie è in diminuzione, con un tasso di risparmio sceso al minimo storico del 7,3% del reddito disponibile a fine 2022 (e molto al di sotto della media storica del 12,7%) per compensare la perdita di potere d’acquisto. Un’altra forma di sostegno della domanda proviene dai crediti d’imposta per l’efficienza energetica degli alloggi (superbonus e bonus facciate), dalle misure di sostegno governativo introdotte per mitigare l’impatto dei prezzi elevati dell’energia e dai progetti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che sosterranno le prospettive di investimento.
“L’inasprimento della politica monetaria aumenterà i rischi di rivedere al ribasso le prospettive economiche poiché normalmente un ciclo di rialzi ha un effetto ritardato anche di 18 mesi sulla produzione. Ci attendiamo quindi che il pieno impatto dell’inasprimento dei tassi di interesse raggiunga il picco nel quarto trimestre dell’anno e si protragga nel 2024. I primi segnali sono già evidenti con la contrazione del credito privato alle imprese”, dichiara Ludovic Subran, chief economist Allianz Trade.
Allianz Trade prevede che il commercio globale crescerà lentamente in termini di volumi (+0,7% contro il +3,8% del 2022) e avrà una contrazione in termini di valore (-0,1% contro il +9,7% del 2022).
In un contesto in chiaroscuro gli esportatori italiani vedono un quadro più fosco, ma le vendite continueranno a crescere. Nel nostro sondaggio sul commercio globale 2023 abbiamo analizzato il sentiment di 3.000 imprese in 7 paesi tra cui l’Italia. Circa il 70% delle aziende si aspetta un aumento del fatturato generato dalle esportazioni nel 2023, rispetto al quasi 80% nel sondaggio dell’anno scorso e al 94% prima dell’inizio della guerra in Ucraina. Un’impresa su due prevede un moderato aumento del fatturato, compreso tra il 2% e il 5%, rispetto alla crescita a doppia cifra registrata nel 2022. Le aziende dei paesi più colpiti dalla crisi energetica, tra cui l’Italia, sono le meno ottimiste per l’onda lunga dei costi dell’energia.
“Nonostante il contesto economico, prevediamo che il Made in Italy nel 2023 porterà una crescita di export addizionale in valore pari a circa 50 miliardi di euro, con il 43% proveniente principalmente da Germania, Francia, Usa, Svizzera e UK. Quest’anno sarà ancor più necessario lavorare con i giusti partner, visto il rimbalzo delle insolvenze che cresceranno del 21% a livello globale”, afferma Luca Burrafato, responsabile Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa per Allianz Trade.
In Europa, nel 2023 ci attendiamo un numero di insolvenze pari a 59.000 in Francia (+41% a/a), 28.500 nel Regno Unito (+16%), 17.800 in Germania (+22%) e 8.900 in Italia (+24%). Negli Stati Uniti, nel corso dello stesso anno prevediamo un aumento del 49% a causa delle condizioni di credito più restrittive e del previsto forte rallentamento economico, che implicherebbe un ritorno a oltre 20.000 insolvenze all’anno.
L’Italia è il primo beneficiario, in termini assoluti, degli strumenti del Next Generation EU: 191,5 miliardi di euro (il 26,5% del totale e il 10,7% del Pil italiano) da utilizzare nel periodo 2021-2026, di cui 68,9 miliardi di euro a fondo perduto. Altri 30,6 miliardi di euro di risorse nazionali sono stati stanziati per sostenere la ripresa del Paese. Nei primi due anni del programma, l’attivazione degli investimenti pubblici è andata a rilento. Alla fine del 2023, nonostante un’accelerazione sui progetti avviati, il livello di spesa cumulativa dovrebbe rimanere inferiore di quasi 15 miliardi di euro rispetto al piano. Il picco di spesa è previsto nel periodo 2024-2025, con valori annui superiori ai 45 miliardi di euro. La ripianificazione recentemente annunciata potrebbe però influire anche sui profili temporali della spesa pubblica. Sarà importante riuscire a implementare il Pnrr per consentire al Paese il percorso di ammodernamento e di transizione green.
Ma le sfide del Paese sono numerose e toccano anche tutti gli aspetti del mondo del lavoro e demografici. Citandone solo alcuni, ad esempio la mancanza di un reddito stabile e la bassa crescita dei salari reali ha contribuito al rinvio della maternità e ai bassi tassi di natalità in Italia in particolare. Il Belpaese registra anche bassi tassi di occupazione dei giovani dopo il completamento degli studi all’interno dell’Ue con meno del 60% dei giovani tra i 20 e i 34 anni stabilmente occupati nei primi tre anni dopo il completamento degli studi, rispetto all’87% della Svezia e al 79% della media Ue. Inoltre, gli sforzi fatti per raggiungere un livello di istruzione superiore non sembrano pagare significativamente sul mercato del lavoro: solo il 68% dei laureati ha un’occupazione stabile a tre anni dalla laurea, rispetto all’85% della media dell’Ue e al 94% della Germania.
“Anche se le sfide che ci attendono sono immense e saranno necessari grandi sforzi, sarà sempre più essenziale che tutti i Governi, così come anche in Italia, lavorino con efficacia alla promozione di politiche attive per la famiglia e che siano di supporto tra le generazioni, senza prescindere da un ragionamento più ampio intorno al mercato del lavoro”, commenta Ludovic Subran.
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