Cultura
‘Dieci anni e ottantasette giorni, in mostra a...
‘Dieci anni e ottantasette giorni, in mostra a Firenze il progetto fotografico di Luisa Menazzi Moretti
Condannati ad aspettare la morte per dieci anni e ottantasette giorni, in solitudine, in celle che misurano due metri per tre, avendo a disposizione solo una radio. Questo è il tempo medio e la condizione che attende un prigioniero nel braccio della morte di Livingstone, in Texas, prima dell’esecuzione. Diciassette immagini interpretano la condizione dei condannati in quel limbo, che poi è un inferno. Il progetto fotografico di Luisa Menazzi Moretti torna in Toscana, questa volta a Firenze, dopo essere stato a Berlino, Siena, Treviso e Brescia. La mostra intitolata Ten Years and Eighty-Seven Days, menzione speciale all’International Photography Awards di New York, sarà esposta presso la RFK International House of Human Rights del capoluogo toscano.
Le fotografie di Menazzi Moretti danno forma ai pensieri degli uomini e delle donne che li hanno scritti e pronunciati in quella condizione di drammatica sospensione: una sorta di antologia visiva dei travagli interiori dei condannati a morte. L’opera di Luisa Menazzi Moretti immortala la solitudine, i silenzi, la sofferenza del lunghissimo tempo sospeso, crea uno stato d’animo e innesca una comunicazione non verbale. Non ci sono i volti dei condannati, né la loro vita ritratta dentro le celle. Ci sono però immagini ispirate dalle parole nell’attesa che l’artista estrapola da lettere, diari, ultime dichiarazioni prima dell’iniezione letale, per ricavarne un’installazione attraverso fotografie che nascono e si ispirano a quelle parole.
La fotografa, con i suoi scatti, si allontana da ogni intenzione di realismo e di reportage e, per accentuare l’effetto di una profonda riflessione sulla crudeltà e disumanità della pena capitale, sceglie di trasporre le storie e i testi con cui i condannati, nel limbo del braccio della morte, hanno voluto raccontare la loro condizione, descrivere le emozioni, gli stati d’animo, i tormenti delle loro giornate nel carcere texano. Dal braccio della morte del carcere di Livingston, i detenuti vengono trasportati per essere giustiziati nella vicina cittadina di Huntsville, che registra ancor oggi il più alto numero di esecuzioni capitali nel mondo democratico occidentale. Ad Huntsville, a partire dal 1982, quando è stata introdotta l’iniezione letale, sono stati giustiziati 583 detenuti.
“Sono grata alla RFK Human Rights Italia che mi permette di presentare il mio lavoro a Firenze, - dichiara Luisa Menazzi Moretti- anche perché il Granducato di Toscana fu il primo Stato al mondo che abolì la pena capitale. Nel 1786 adottò un nuovo Codice Penale in cui, per la prima volta, se ne decretava l’abolizione. Fu una riforma rivoluzionaria per l’epoca, voluta dal Granduca Pietro Leopoldo che condivideva le istanze di Cesare Beccaria nel suo “Dei delitti e delle Pene” (1764). Sono passati quasi 250 anni da allora, ma nel 2024, in 27 dei 50 Stati americani, la pena di morte è ancora praticata. E il Texas, che è la mia seconda patria, è lo Stato più attivo in questa crudele punizione. Questa mostra vuole invitare a riflettere su questa contraddizione, a riconsiderare la necessità di diversi modi per considerare questa pena irrevocabile e disumana”.
“E’ per noi un piacere ed un onore ospitare questa mostra. – sottolinea Federico Moro, Segretario Generale RFK Human Rights Italia. Probabilmente non c’è luogo migliore della nostra Casa dei Diritti Umani, qui presso il complesso delle Murate, un ex carcere che ora invece è diventato simbolo di inclusione, di scambio sociale e culturale. In questo mese in cui ospiteremo la mostra, vogliamo invitare la cittadinanza a riflettere su un tema forte quale quello della pena capitale. Ci auguriamo che saranno in molti i visitatori, a partire dai più giovani, perché da loro parte il cambiamento. Firenze è storicamente culla della difesa dei diritti e della libertà, lo ha dimostrato e continuerà a farlo. La RFK International House of Human Rights opera sul territorio da più di dieci anni, abbiamo ottenuto importanti risultati e vogliamo proseguire con questo spirito per dare un contributo attivo e concreto”.
Cultura
Italia-Argentina, Sangiuliano: “forte sintonia per...
"Ho trovato in Argentina una forte sintonia con le autorità di governo per un rilancio delle relazioni culturali. Vogliamo valorizzare meglio il ricchissimo patrimonio creato da due secoli di emigrazione italiana e alimentare questa amicizia con nuovi progetti di collaborazione culturale". Lo ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al termine della sua missione a Buenos Aires, svoltasi dal 25 al 27 marzo. Il ministro ha incontrato la ministra per il Capitale Umano, Sandra Pettovello, con la quale ha definito un programma di lavoro per intensificare gli scambi nel settore museale, lirico-sinfonico, editoriale e del cinema-audiovisivo.
Sangiuliano ha sottolineato l’importanza di tutelare e rafforzare i legami creati dalla comunità di emigrati italiani in Argentina, auspicando che il governo sostenga il progetto del museo dell’emigrazione italiana a Buenos Aires e continui a promuovere l’insegnamento della lingua e della cultura italiane nel sistema educativo nazionale. I due ministri hanno concordato di tenere riunioni annuali per monitorare lo sviluppo delle relazioni culturali. Il ministro Sangiuliano ha inoltre partecipato, su invito della ministra per le Relazioni Estere, il Commercio Internazionale e il Culto, Diana Mondino alla presentazione del padiglione argentino alla Biennale d’Arte di Venezia, che si aprirà il prossimo 20 aprile. Nell’occasione, ha evidenziato come la Biennale sia una straordinaria piattaforma di diplomazia culturale, che costruisce ponti e favorisce il dialogo. E la prossima edizione renderà un omaggio speciale agli artisti dell’America Latina, tra cui molti argentini.
Accompagnato dall’Ambasciatore d’Italia a Buenos Aires, Fabrizio Lucentini, il ministro ha visitato il teatro Coliseo, l’unico teatro di proprietà dello Stato italiano fuori dai confini nazionali. Dopo aver incontrato le maestranze, si è riunito con la dirigenza della Fundacion Cultural Coliseum, che ha in concessione lo spazio culturale, per discutere della programmazione delle attività affinché il teatro sia sempre più un faro della cultura italiana in Argentina. Con l’Ambasciatore e il Console Generale a Buenos Aires, Carmelo Barbera ha visitato il monumento dedicato a Cristoforo Colombo, per sottolineare la sua vicinanza alla comunità italo-argentina che ne difende la memoria contro i tentativi di mistificazione e rimozione ispirati dalla 'cancel culture'.
Nell’occasione ha incontrato il Presidente del Com.It.Es di Buenos Aires, Dario Signorini che gli ha illustrato il progetto del “Museo dell’Emigrazione italiana in Argentina” per rendere omaggio al contributo degli emigrati italiani alla vita della nazione argentina. Accolto dal presidente Ing. Franco Livini, Sangiuliano ha visitato la scuola italiana paritaria 'Cristoforo Colombo' e ha discusso con gli studenti del valore della lingua, della cultura e dell’identità italiane nel mondo di oggi.Infine, ha partecipato alla inaugurazione della mostra “L’influenza italiana nel patrimonio architettonico di Buenos Aires” organizzata dall’Istituto italiano di Cultura diretto da Livia Raponi.
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Musa tv n.13 del 27 marzo 2024
Fino al 28 luglio ai Musei Reali di Torino Oltre 100 opere di Guercino e di artisti coevi Grande successo per la 32ma edizione delle Giornate Fai di Primavera Sabato 23 e domenica 24 marzo 550.000 visitatori
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I ‘giganti’ di Igor Mitoraj nella Neapolis di...
Il percorso espositivo, una sorta di viaggio tra conoscenza e partecipazione emotiva, comprenderà anche un'opera di dimensioni colossali posizionata di fronte al mare, accanto al Castello Maniace di Ortigia
Trenta opere monumentali di Igor Mitoraj nella più grande mostra a cielo aperto mai realizzata. E' intitolata 'Lo Sguardo, Humanitas, Physis', l'esposizione delle sculture giganti dell'artista di origine polacca che ha reinterpretato l’estetica classica rappresentando la fragilità dell’uomo contemporaneo, realizzata all’interno del Parco archeologico della Neapolis a Siracusa, dal 26 marzo fino al 31 ottobre 2025. Il percorso espositivo, una sorta di viaggio tra conoscenza e partecipazione emotiva, comprenderà anche un'opera di dimensioni colossali posizionata di fronte al mare, accanto al Castello Maniace di Ortigia, sempre a Siracusa.
La monumentale scultura "Teseo screpolato", infine, sarà collocata sul versante sud-est dell'Etna, a 2000 metri di quota, incastonata in un’ampia visuale che spazia dalla sommità del vulcano al mare Jonio, nelle vicinanze dell’ingresso alla pista altomontana (cancello Filiciusa) in contrada Serra La Nave, nel territorio di Ragalna (Ct). "La possente capacità espressiva delle sculture di Mitoraj - dice l’assessore regionale ai Beni culturali, Francesco Paolo Scarpinato - si arricchisce dei luoghi che le ospiteranno e, al contempo, consente di valorizzare siti che sono testimonianza del passato e di una straordinaria bellezza naturale. Il visitatore potrà così compiere una sorta di viaggio culturale sulle orme della storia, allo stesso tempo immergendosi nella contemporaneità"
La mostra, promossa dal Parco archeologico della Neapolis di Siracusa e curata dall’Atelier Mitoraj, sarà visitabile negli orari di apertura del parco, con un costo aggiuntivo di 3 euro al biglietto di ingresso al sito.