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Sostenibilità

Smart working e Dad, ecco quanto ‘costa’ all’ambiente

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Dallo smart working alla Dad, dalla tv in streaming ai social: la rete è sovraccarica di utenti. Tra coprifuochi e lockdown, la pandemia in questo ultimo anno ha spinto massicciamente l’utilizzo della rete per seguire lezioni a scuola o università, organizzare lunghe riunioni, vedere film, ascoltare musica. Senza contare l’uso eccessivo dei social dove si comunica, si inviano foto, si caricano video. Ma tutto questo ha un costo anche per l’ambiente. Ebbene, se internet fosse una nazione, sarebbe il quarto Paese più inquinante dopo Cina, India e Stati Uniti, sostengono indagini recenti. A fare un bilancio dell’impronta ambientale del nostro essere sempre più digitali è Seeweb, Cloud Computing Provider italiano.

La produzione di energia elettrica, spiega all’Adnkronos, Chiara Grande, marketing Seeweb, “emette Co2, per avere un’idea nel 2008 il digitale ha consumato il 2% emissioni globali di gas serra e per il 2025 si stima che consumi energia per l’8,5, nel 2040 si stima al 14%”. Se i dati possono non rendere bene l’idea, l’esempio pratico fa la differenza.

“Guardare soli 10 minuti di video in streaming consuma almeno 100 volte di più di quanto consuma ricaricare lo smartphone in un anno: pensiamo quindi a quanto possa inquinare la Dad. Le app con geolocalizzazione sono energivore al massimo perché tracciano gli spostamenti. Le infrastrutture cloud consumano tantissimo Co2 per funzionare anche se non lo vediamo o non lo sentiamo”.

Sul tema era intervenuto anche il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani che in occasione di una conferenza ha dichiarato: “La digitalizzazione è una tecnologia fantastica ma non è gratis energeticamente: le sue emissioni di Co2 sono il doppio del trasporto aereo”.

La digitalizzazione, dunque, è una grande opportunità ma va usata con intelligenza. Il tema, spiega Chiara Grande, “è vastissimo e le cose che si possono fare moltissime. Lato utente finale, cercare di ottimizzare al massimo per esempio la conservazione di file inutili. Spesso sui nostri dispositivi, nei nostri computer giacciono inutilizzati miriadi di file che non riutilizzeremo mai più ma che per semplice pigrizia non cancelliamo. Fare pulizia e liberare Gb è essenziale. Così come, per esempio, pure evitare di inviare un’email non proprio necessaria può alleggerire il pianeta”.

Anche gli sviluppatori e i web designer “possono fare moltissimo per costruire servizi web, app e piattaforme e-commerce più sostenibili attraverso specifiche strategie di sviluppo, design e user experience ma anche addirittura di Search Engine Optimization. Nel range temporale che va dal 2013 al 2019 è stato stimato un aumento del tempo medio di caricamento delle pagine web da mobile è salito da 4 secondi a 27 secondi. Oggi si può calcolare usando appositi strumenti l’impatto di un sito web sul pianeta in termini di Co2”.

Le agenzie web, dunque, spiega Chiara Grande, “oggi sono chiamate a ridurre questi valori. E possono farlo scegliendo prima di tutto una base sostenibile. L’hosting stesso deve essere sostenibile, erogato da data center che utilizzano solo fonti di energia rinnovabili attivando tutta una serie di pratiche virtuose come il riuso delle componenti hardware o il controllo costante e la manutenzione degli impianti, la scelta di sistemi antincendio efficienti, un riutilizzo virtuoso dell’acqua. I server consumano moltissima energia partendo dal consumo dei sistemi di raffrescamento in particolare ma anche di tutti gli elementi che permettono l’elaborazione e la conservazione dei dati”.

“In Seeweb questa attenzione c’è dal 1998, tanto che la Regione Lombardia l’ha premiata come azienda innovativa ai suoi esordi ed è stata tra le prime realtà It a dotarsi della certificazione Iso14001. Seeweb utilizza energia verde derivante da fonti rinnovabili e per questo è un Cloud Provider sostenibile, puntante a un impatto sempre minore sull’ambiente delle sue server farm, allocate in Italia” conclude Grande.

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Renard (Engie), ‘in Italia tempi burocrazia incompatibili con transizione’

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A dirlo è stato il direttore Renewables ENGIE Italia

“Siamo in Italia da tanti anni e abbiamo constatato che per autorizzare un impianto fotovoltaico o eolico i tempi restano troppo lunghi. Per i impianto di queste dimensioni servono due-tre anni, troppo per poter accelerare sulla transizione energetica”. A dirlo è stato Samuel Renard, Direttore Renewables ENGIE Italia, a Mazara del Vallo per l’inaugurazione del più grande parco agrivoltaico in Italia. “C’è un livello di burocrazia che ci impedisce di essere veloci e, secondo me, di rispettare il passo al quale dobbiamo essere per raggiungere gli obiettivi italiani in termini di rinnovabili”.

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Busnelli (Amazon), ‘nostro obiettivo zero emissioni Co2 al 2040’

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Il direttore delle categorie del largo consumo per Amazon in Europa, a margine dell’inaugurazione del parco agrivoltaico realizzato da Engie

“Per noi decarbonizzare le nostre attività è uno dei pilastri strategici, vogliamo arrivare al 2040 con zero emissioni nette di CO2 e quindi questo progetto ci aiuta a realizzare questo obiettivo, ma anche a contribuire alla transizione energetica dell’Italia e a supportare le comunità locali dove operiamo. Lo fa con un approccio sistemico che ci piace molto in cui le l’aziende, noi ed Engie, e Istituzioni si mettono e riescono ad avere un impatto positivo per noi è per il pianeta”. A dirlo è stato Giorgio Busnelli, direttore delle categorie del largo consumo per Amazon in Europa, a margine dell’inaugurazione a Mazara del Vallo (Trapani) del parco agrivoltaico realizzato da Engie.

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Gava, ‘transizione è opportunità, Governo accanto a imprese per semplificazione’

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‘Pniec entro 30 giugno, al lavoro per semplificazioni’

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“Come come rappresentante del governo sono veramente molto onorata di essere qui oggi a poter inaugurare il frutto di questa collaborazione tra due grandi aziende che hanno voluto investire in questa parte di territorio. La transizione ecologica è un’opportunità, le aziende lo hanno capito e tocca noi, come governo, stare al fianco delle imprese per poter semplificare tutta la parte autorizzativa in un percorso di accompagnamento verso transizione ecologica”. A dirlo è stata Vania Gava, viceministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, parlando a margine dell’inaugurazione del più grande parco agrivoltaico in Italia nato dalla collaborazione fra Engie e Amazon.

La transizione energetica per il viceministro è anche un’opportunità per i territori. “Ci sarà anche un cambiamento e una nuova formazione per nuove competenze. Vengono tralasciati i vecchi lavori che saranno assorbiti dai green jobs. Insomma nuove competenze, nuovi posti di lavoro, salvaguardiamo l’ambiente, produciamo energia rinnovabile e tuteliamo l’economia”.

“Stiamo lavorando al Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec, ndr), che sarà pronto entro il 30 giugno, e lavoriamo anche a ulteriori semplificazioni per impianti di questo tipo con una commissione Via-Vas specifica. L’obiettivo è quello di dare garanzie sui tempi” ha concluso Gava.

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Il 22% della popolazione mondiale fuori dalla comfort zone climatica entro il 2100

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Entro il 2100, il 22% della popolazione mondiale potrebbe uscire dalla comfort zone climatica a causa dei fenomeni connessi al riscaldamento globale. A lanciare l’allarme è un gruppo di ricercatori dell’Università di Exeter, nel Regno Unito. Tra i più esposti al rischio, 600 milioni di indiani, 300 milioni di Nigeriani, 100 milioni di indonesiani e 80 milioni di pakistani e filippini. Gli esperti hanno presentato i risultati della loro ricerca su “Nature Sustainability”, autorevole rivista di settore.

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Iacono (Engie), ‘puntiamo a 2 GW di rinnovabili entro 2030 tra eolico e fotovoltaico’

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A livello mondiale, il Gruppo Engie detiene una capacità di energia verde installata di 38 GW, con l’obiettivo di raggiungere 80 GW entro il 2030

“Attualmente contiamo su 500 MW di capacità installata rinnovabile e il nostro piano mira a raggiungere i 2 GW nel 2030 tra impianti eolici e fotovoltaici. Per conseguire questi obiettivi è fondamentale una relazione continua e costante con i territori e con le istituzioni centrali unitamente a un quadro normativo e regolatorio stabile, semplificato, che ci auguriamo venga presto definito”. A dirlo è Monica Iacono, Ceo di Engie Italia, a Mazara del Vallo, nel Trapanese, per inaugurare il primo parco agrivoltaico di grandi dimensioni realizzato in Italia, grazie a un’intesa con Amazon.

In Sicilia Engie possiede 5 impianti in esercizio (impianti eolici a Salemi/Trapani ed Elimi, impianti fotovoltaici a Lembisi e Santa Chiara e l’agrivoltaico di Mazara del Vallo) alimentati da fonte rinnovabile per circa 174 MW di potenza installata e sta costruendo nuovi progetti per ulteriori 68 MW: un impianto agrivoltaico di 38 MW Peak (33 MW AC) a Paternò e l’impianto eolico di 30 MW Rampingallo. Associata al parco eolico di Trapani Salemi sorge una ‘Fast Reserve Unit’ da 12,5 MW di capacità. Si tratta di un sistema di storage nato per supportare Terna nel garantire la stabilità della rete elettrica. A livello mondiale, il Gruppo Engie detiene una capacità di energia verde installata di 38 GW, con l’obiettivo di raggiungere 80 GW entro il 2030.

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Amazon ed Engie insieme, inaugurato il più grande parco agrivoltaico in Italia

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Costruito tra Marsala e Mazara del Vallo ha una capacità installata di 66 MW

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Una tecnologia di ultima generazione per un impianto con una capacità installata di 66 MW, con oltre 120mila pannelli fotovoltaici, esteso per 115 ettari (equivalenti a 161 campi di calcio) e in grado di coniugare la produzione di energia rinnovabile con le colture agricole del territorio. E’ stato inaugurato oggi da Engie, gruppo energetico mondiale impegnato nella transizione verso un’economia carbon neutral, il primo parco agrivoltaico di grandi dimensioni realizzato in Italia. Annunciato nel 2021, grazie a un accordo con Amazon, è un esempio di avanguardia non solo tecnologica, essendo anche il primo concepito sulla base di un modello contrattuale Corporate Ppa (Power Purchase Agreement) tra due aziende private. A tagliare il nastro oggi sono stati, tra gli altri, Monica Iacono, Ceo di Engie Italia; Giorgio Busnelli, direttore delle Categorie del largo consumo per Amazon in Europa; e il viceministro dell’Ambiente, Vannia Gava.

“Nonostante il contesto di crisi globale, abbiamo proseguito il nostro percorso di decarbonizzazione verso la transizione energetica – ha detto Iacono -. Le rinnovabili sono una parte importante della strategia del gruppo, abbiamo stanziato 25 miliardi di euro nel prossimo biennio a livello mondiale. Il parco agrivoltaico di Mazara del Vallo è un progetto stupendo che riesce a contemperare l’energia con l’ambiente ed è pienamente coerente con la strategia di sviluppo in Italia e nel mondo”.

Costruito tra Marsala e Mazara del Vallo, nel Trapanese, da 150 persone, è il primo dei due impianti di energia rinnovabile annunciati da Engie e Amazon. Il secondo si trova a Paternò, in provincia di Catania, e inizierà a produrre energia entro la fine dell’anno. Entrambi garantiranno una capacità produttiva complessiva di 104Mw Peak* (83MW AC) con un risparmio, secondo le stime di Engie, di oltre 62mila tonnellate di emissioni di Co2 all’anno. L’energia immessa nella rete nazionale italiana servirà, in larga parte, ad alimentare le attività di Amazon in Italia. Attenzione all’ambiente e valorizzazione del territorio.

Per Busnelli, direttore delle Categorie del largo consumo per Amazon in Europa, il parco agrivoltaico di Mazara del Vallo, “coniuga la produzione di energia rinnovabile con la preservazione del territorio coltivabile”. Dotato di una tecnologia di ultima generazione con pannelli solari bifacciali montati su inseguitori monoassiali che consentono di catturare dai terreni circostanti sia la luce diretta che quella riflessa, infatti, l’impianto coniuga la produzione di energia rinnovabile con le colture agricole principalmente foraggere oltre a viti, lavanda e piante aromatiche e officinali. “Sarà possibile garantire così la salvaguardia del paesaggio rurale e della biodiversità e assicurare una ricaduta positiva anche per le realtà agricole locali coinvolte nella gestione delle coltivazioni”, spiegano da Engie.

“Questo progetto ci consente di accelerare il nostro percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette di Co2 entro il 2040, contribuire alla transizione energetica del Paese e generare un impatto positivo nelle comunità in cui operiamo”, conclude Busnelli.

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Gava inaugura parco agrivoltaico di Engie, ‘progetto pionieristico’

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Il viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica: "l’industria, più che di sussidi, ha bisogno di essere messa nelle condizioni di investire”

“Quello che inauguriamo oggi è uno dei più grandi ed innovativi impianti del Paese, in grado di coniugare, oltre alla produzione di energia a zero emissioni, la tutela e la valorizzazione del suolo. Un progetto pionieristico, avanguardia di numerosi altri che, auspichiamo, vengano realizzati nel giro di pochi anni grazie all’investimento Pnrr che destina all’agrivoltaico oltre un miliardo di euro”. Così il viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica Vannia Gava oggi a Mazara del Vallo (TP) per l’inaugurazione del parco agrivoltaico realizzato da Engie.

“Siamo davanti a un caso di valore, in cui le imprese colgono la sfida della transizione ecologica. Come dico sempre, l’industria, più che di sussidi, ha bisogno di essere messa nelle condizioni di investire”, aggiunge.

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Engie, inaugurato in Sicilia il più grande parco agrivoltaico in Italia

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Produrrà energia rinnovabile per la rete nazionale italiana e per alimentare le attività di Amazon

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Engie ha inaugurato oggi il primo parco agrivoltaico di grandi dimensioni realizzato in Italia: coniuga la produzione di energia rinnovabile con le colture agricole del territorio. L’energia – fa sapere l’azienda – viene immessa nella rete nazionale italiana e serve, in larga parte, ad alimentare le attività di Amazon in Italia.

La struttura è stata presentata oggi, a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, dalla Ceo di Engie Italia, Monica Iacono e dal direttore delle Categorie del Largo Consumo per Amazon in Europa, Giorgio Busnelli, in un evento che ha visto la partecipazione del viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Vannia Gava.

Il parco agrivoltaico, la cui costruzione è stata annunciata nel 2021, si estende su 115 ettari. È stato costruito in Sicilia in un’area agricola situata tra Marsala e Mazara del Vallo, in provincia di Trapani ed è il primo dei due impianti di energia rinnovabile annunciati dalle aziende. Il secondo si trova a Paternò, in provincia di Catania e inizierà a produrre energia entro la fine dell’anno. In totale, i due impianti avranno una capacità produttiva di 104 MW Peak (83MW AC). Secondo le stime di Engie, le due strutture contribuiranno al risparmio di oltre 62mila tonnellate di emissioni di CO2 all’anno. L’impianto di Mazara del Vallo è un esempio d’avanguardia: oltre a essere il primo parco agrivoltaico realizzato in Italia, è anche il primo concepito sulla base di un modello contrattuale Corporate Ppa (Power Purchase Agreement) tra due aziende private.

“Nonostante il contesto di crisi globale, abbiamo proseguito il nostro percorso di decarbonizzazione verso la transizione energetica. L’impianto agrivoltaico di Mazara del Vallo per Engie è pienamente coerente con la strategia di sviluppo in Italia e nel mondo – afferma Monica Iacono – Attualmente contiamo su 500 MW di capacità installata rinnovabile e il nostro piano mira a raggiungere i 2 GW nel 2030 tra impianti eolici e fotovoltaici. Per conseguire questi obiettivi è fondamentale una relazione continua e costante con i territori e con le istituzioni centrali unitamente a un quadro normativo e regolatorio stabile, semplificato, che ci auguriamo venga presto definito”.

“Sono lieto di essere oggi a Mazara del Vallo per l’inaugurazione del primo parco agrivoltaico in Italia, che coniuga la produzione di energia rinnovabile con la preservazione del territorio coltivabile. Questo progetto ci consente di accelerare il nostro percorso verso l’azzeramento delle emissioni nette di CO2 entro il 2040, contribuire alla transizione energetica del Paese e generare un impatto positivo nelle comunità in cui operiamo”, ha commentato Giorgio Busnelli.

I parchi agrivoltaici aumentano l’efficienza nell’uso del suolo, posizionando i pannelli fotovoltaici in alto rispetto al terreno, al fine di consentire la coltivazione nei campi sottostanti. L’impianto di Mazara del Vallo è dotato di una tecnologia di ultima generazione: pannelli solari bifacciali montati su inseguitori monoassiali consentono di catturare dai terreni circostanti sia la luce diretta che quella riflessa, agevolando in questo modo la produzione di energia. L’uso di pannelli solari bifacciali e di inseguitori minimizza l’area necessaria per l’impianto fotovoltaico e massimizza l’efficacia per la destinazione agricola. Per la costruzione dell’impianto di Mazara del Vallo sono state impiegate 150 persone. Nel parco agrivoltaico di Mazara del Vallo saranno coltivate principalmente colture foraggere oltre a viti, lavanda e piante aromatiche e officinali.

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Sostenibilità, Cav: “In tre anni evitate emissioni per 2.500 tonnellate di CO2”

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Pubblicata la prima Dichiarazione di carattere non finanziario

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Il Consiglio di Amministrazione di Cav – Concessioni Autostradali Venete ha approvato la Dichiarazione di carattere non finanziario, ratificata dall’Assemblea degli azionisti. Cav è la prima società pubblica della Regione del Veneto a tradurre in un documento ufficiale il proprio impegno in termini di responsabilità ambientale e sociale. Impegno che emerge anche da uno studio condotto dall’Università Ca’ Foscari e che rileva come l’utilizzo del telepedaggio abbia portato a un risparmio di circa 2500 tonnellate di CO2 sulle autostrade A4 Padova-Venezia, Passante di Mestre e A57-Tangenziale di Mestre. In termini di transiti auto sulla tratta Padova Est-Venezia, il risparmio corrisponde a 710.879 viaggi in meno nell’arco di tre anni, contribuendo a ridurre l’inquinamento acustico, le congestioni stradali e i relativi costi, oltre a migliorare la qualità dell’aria e la salute delle persone. Anche il progetto Passante Verde 2.0 è un altro esempio di sostenibilità e riduzione di impatto ambientale, configurandosi come un laboratorio permanente sui temi della biodiversità e della sperimentazione di nuove tecnologie e di sistemi legati alla sicurezza ambientale.

Questi e altri risultati qualificanti per i target ambientale, sociale e di governance sono illustrati nella prima Dichiarazione Non Finanziaria pubblicata dalla società, che intende tracciare una strategia ad ampio spettro per una gestione inclusiva e circolare del business. La pubblicazione di questa prima Dichiarazione (Dnf) – spiega l’azienda in una nota – è il risultato di un lavoro dettagliato e puntuale sulle attività di sviluppo sostenibile e in particolare della qualità del lavoro dei dipendenti e la messa a terra di pratiche efficaci ed efficienti per la promozione della trasparenza, l’anticorruzione, l’attenzione ai diritti umani e per la sicurezza e la crescita delle comunità e dei territori interessati dall’attraversamento autostradale di competenza.

La presidente Monica Manto e l’amministratore delegato Maria Rosaria Anna Campitelli sono molto soddisfatte dei risultati raggiunti. “Ma non ci accontentiamo – hanno dichiarato – perché stiamo già progettando ulteriori interventi: riteniamo un nostro impegno primario affrontare con serietà le problematiche di impatto ambientale, sociale ed etico in riferimento ai target dell’Agenda 2030 e alla strategia per lo sviluppo sostenibile della Regione del Veneto. Il futuro è nella ricerca e sviluppo della digitalizzazione e delle energie rinnovabili assieme al binomio imprescindibile: sicurezza e salute”. “L’impegno di implementazione tecnologica per le interconnessioni infrastrutturali e logistiche – hanno aggiunto – non sono mai stati disgiunti dallo sviluppo degli standard di sostenibilità ambientale e sociale per la tutela del territorio e delle future generazioni. Cav gestisce l’autostrada in modo ‘intelligente’ perché oltre alla sicurezza degli utenti ha investito nella tutela del personale, nella formazione continua, nella trasparenza e nella qualità della vita”.

Cav ha dato vita inoltre al ‘Comitato di sostenibilità’, un organo collegiale di esperti che supporterà il Consiglio di Amministrazione nella focalizzazione degli obiettivi futuri. Tra le più importanti attività segnalate nella Dnf intraprese negli ultimi anni vi è quella del monitoraggio continuo della qualità dell’aria e degli inquinanti nelle acque di dilavamento stradale. Le acque meteoriche lungo le tratte gestite da Cav Spa non vengono sprecate, ma trattate in tre modi differenti: possono essere convogliate all’interno dei bacini e poi sversate nei canali consortili; possono essere scaricate nella rete secondaria consortile attraverso la rete scolante (fosse di guardia); oppure, possono essere inviate alle vasche per il trattamento (disoleatura) e poi scaricate nella rete idrica attraverso un sistema di raccolta.

Inoltre, è in corso una importante riduzione del consumo di combustibili fossili tramite l’acquisto di veicoli elettrici. L’utilizzo di energia rinnovabile è stato implementato costantemente, la società ha registrato nel 2022 un aumento annuo del +7% di energia elettrica autoprodotta da fotovoltaico, ed è stato avviato uno studio per una centrale CO2 free che permetta di dare alimentazione alla sede direzionale tramite la produzione di idrogeno. E ancora: sono in corso studi e interventi per preservare la biodiversità e la creazione di aree verdi adiacenti alle infrastrutture, è stato attuato l’utilizzo di materiali per pavimentazione stradale a minor impatto, sono state costruite ulteriori barriere antirumore e promossi protocolli per politiche di riduzione dei rifiuti e riciclo di scarti derivanti dalle attività stradali.

Presto sarà definito il progetto di alleggerimento del traffico sul nodo di Padova Est. Infine per quanto riguarda gli interventi di governance saranno ulteriormente incrementate la trasparenza e le politiche di prevenzione della corruzione, mediante la tracciatura delle fasi procedurali e dei relativi responsabili e il monitoraggio dei fornitori per gli standard di sostenibilità. Verranno, infine, sviluppate iniziative di formazione nelle scuole riguardo la sicurezza stradale e accresciuta la presenza di punti di informazione in occasione di eventi sportivi come il Giro d’Italia e le Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

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Cinque anni di Mosaico Verde, riqualificati oltre 3 mln di mq di aree verdi

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Piantati oltre 322mila alberi in 17 regioni italiane per rendere più verdi e resilienti le città, ripristinare parchi e boschi in condizioni di abbandono, ricreare oasi naturali di biodiversità andate perdute, nutrire e ospitare api e gli altri insetti impollinatori

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Rendere più verdi e resilienti le città, ripristinare parchi e boschi in condizioni di abbandono, ricreare oasi naturali di biodiversità andate perdute, nutrire e ospitare api e gli altri insetti impollinatori: sono questi alcuni degli importanti obiettivi raggiunti da Mosaico Verde, la Campagna nazionale per la riqualificazione delle aree urbane ed extraurbane e la tutela dei boschi esistenti, promossa da AzzeroCO2 e Legambiente. Mosaico Verde festeggia i suoi primi cinque anni con dei risultati importanti: messi a dimora oltre 322.000 alberi, grazie ai quali si stima un assorbimento di circa 226mila tonnellate di CO2, e riqualificati più di 3 milioni di mq di aree verdi, coinvolti oltre 100 Comuni e 20 Enti Parco in 17 differenti regioni italiane.

I dati sono stati presentati nel corso dell’evento “I grandi cambiamenti cominciano da piccoli alberi” tenutosi a Roma il 25 maggio, durante il quale AzzeroCO2 ha illustrato i risultati raggiunti tra il 2018 e il 2023 grazie alla cooperazione tra pubblico e privato.

“In questi anni abbiamo avuto la conferma di quanto importante sia il percorso che abbiamo intrapreso, dei benefici che questo comporta e di quanto, se correttamente progettato, possa svilupparsi ed evolversi – ha dichiarato Sandro Scollato, amministratore delegato di AzzeroCO2 – Mosaico Verde non è mai rimasto uguale a sé stesso, perché i tempi che viviamo non sono mai uguali: nel tempo si è arricchito, aggiungendo maggiore ricerca, maggiori soluzioni, maggiore innovazione. Non piantiamo semplicemente alberi, semmai cerchiamo di moltiplicare il valore complesso che possiedono: ambientale, per la loro evidente capacità di contribuire ad un mondo più sostenibile; economico, per la possibilità di sviluppo del territorio favorendo la crescita di un indotto green; sociale, perché dagli alberi passa anche l’uguaglianza e la cultura della protezione del bene comune. Sicuramente gli alberi, da soli, non creeranno un mondo equo, non fermeranno il cambiamento climatico o non saranno l’unica soluzione per affrontare un’emergenza globale che porta il Pianeta sempre di più in sofferenza, ma senza di loro non raggiungeremmo i nostri obiettivi in materia di clima e biodiversità”.

Sono finora 40 le aziende che hanno scelto di sostenere Mosaico Verde e impegnarsi attivamente per la riqualificazione dei territori in cui operano o nei quali vivono i propri dipendenti o stakeholder, inserendo questi progetti nelle proprie strategie di Responsabilità Sociale d’Impresa. A raccontare gli interventi realizzati nell’ultimo anno sono intervenute alcune delle aziende che, grazie al loro impegno, hanno contribuito a promuovere una reale cultura della sostenibilità aziendale.

All’incontro è intervenuto con un video messaggio Alessandro Gassmann, attore, regista e attivista ambientale, che ha conosciuto AzzeroCO2 e la Campagna Mosaico Verde grazie al progetto dei Green Heroes. “Ho incontrato AzzeroCO2 sulla strada dei GreenHeroes, la rete di imprese illuminate che lavorano per ‘produrre futuro’, che da anni sostengo con Kyoto Club e che ho raccontato nel libro ‘Io e i #GreenHeroes’ – ha commentato Alessandro Gassmann – Aderendo al progetto dei ‘frutteti solidali’ di AzzeroCO2, ho deciso di trasformare i proventi del libro in alberi, messi a dimora presso cooperative che si occupano di inclusione sociale, sostenendo persone in condizioni di fragilità. È un progetto circolare di cui vado davvero molto fiero, che cresce ogni volta che qualcuno acquista un libro e si immerge nelle storie virtuose dei #GreenHeroes. Ritengo fondamentale che ognuno, dalla società civile agli enti pubblici e alle aziende, faccia la propria parte e scenda letteralmente in campo per un futuro più equo e sostenibile”.

“Siamo orgogliosi dei risultati straordinari raggiunti in questi 5 anni – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Nel suo percorso, la campagna Mosaico Verde, ha anche sostenuto il progetto europeo Life Terra, di cui Legambiente è l’unica referente italiana, con circa 19mila alberi messi a dimora in diverse regioni e città italiane. Un impegno che ha coinvolto associazioni, enti pubblici e privati e cittadini e che ha come protagonista la natura. In questi anni, albero dopo albero, abbiamo reso le nostre città più verdi e resilienti ai cambiamenti climatici, ripristinato boschi e parchi in stato di abbandono, ricreato oasi naturali di biodiversità, offerto rifugio e ospitalità alle api e agli insetti impollinatori. Un punto di partenza e non di arrivo, che ci sprona a fare ancora di più, per contrastare la crisi climatica e garantire alle future generazioni un avvenire più sostenibile”. Nel corso del suo intervento, il presidente di Legambiente ha consegnato ad AzzeroCO2 il premio Life Terra Climate Awards 2022-2023 per la categoria ‘Most Involved Tree Planting Partner’.

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