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Cronaca

Sicilia, da Piazza Armerina il via alle manifestazioni per 80 anni dalla Sbarco

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Il Forum per la Pace apre le manifestazioni di ‘Sicilia 1943 a ottant’anni dallo Sbarco degli alleati sulle coste isolane’. Oggi, a Piazza Armerina, la giornata di chiusura del terzo Forum internazionale per la Pace – organizzato dall’ente no-profit fondato dal canadese Steve Gregory, dallo Stato Maggiore della Difesa attraverso il comandante militare dell’Esercito in Sicilia e dal Comune – che in questi giorni ha portato oltre mille tra studenti e cadetti nella cittadina dell’Ennese, ha preso il via con l’omaggio alla bandiera italiana e ai caduti di tutte le guerre. Presenti, fra gli altri, Steve Gregory, il generale di Divisione Maurizio Angelo Scardino, il sindaco Antonino Cammarata, gli assessori regionali ai Beni Culturali Francesco Paolo Scarpinato, e Territorio Elena Pagana, il magistrato Maurizio Block, procuratore generale militare della Corte suprema di Cassazione, Marco De Paolis, procuratore militare generale Corte militare di appello, dell’Ordinario militare per l’Italia, monsignor Santo Marcianò, i prefetti di Messina Cosimo Di Stani e di Enna, Maria Carolina Ippolito, i comandanti interregionali e regionali delle Forze armate e dei corpi armati dello Stato. (VIDEO)

L’intento è quello di creare una sorta di museo diffuso legato allo Sbarco, tramite una mappa geolocalizzata dei siti che possono contribuire ad un unico percorso. Un gruppo di lavoro interistituzionale – tra assessorati regionali ai Beni culturali, al Turismo e al Territorio, Forze Armate, comuni e siti culturali – sta lavorando alla mappatura e ad un calendario che si aprirà il 9 maggio a Palermo, nell’anniversario del bombardamento che rase al suolo la città. L’assessorato alla Cultura del Comune di Palermo, guidato da Giampiero Cannella, sta lavorando all’apertura al pubblico dei diversi rifugi antiaerei ancora praticabili e a mostre documentarie alla Biblioteca comunale e all’Archivio Storico.

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Cronaca

South working, in Sicilia creati 80 posti lavoro

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South working, in Sicilia creati 80 posti lavoro

“Il nostro obiettivo era quello di far tornare qui al Sud dei giovani ‘cervelli’ ed impiegarne altri che già erano qui, facendoli lavorare in modo stabile e permanente a Trapani in multinazionali innovative e in settori ancora poco sviluppati nel Meridione come quello del Business Intelligence, della CyberSecurity o del Mobile Development. Così, in poco tempo, grazie a un percorso virtuoso, siamo riusciti a far tornare 24 siciliani e ad assumere complessivamente 80 persone in Sicilia in soli due anni”. A dirlo tre giovani imprenditori Sergio Parisi, Giuseppe Rizzo e Gianfranco Incandela durante l’evento ‘Vento del Sud’ a Trapani organizzato da ‘Beehive’, la loro azienda sociale che, grazie al south working (lavoro da remoto per aziende fisicamente collocate nell’Italia del Nord o del Centro), hanno creato molti posti di lavoro per giovani al Sud in grandi aziende, che hanno scelto di assumere, lasciando come sede di lavoro un coworking in Sicilia. “Ogni giorno – proseguono – intercettiamo società di tutt’Italia fungendo da catalizzatore per attirarle in Sicilia, in modo che poi vengano assunti e formati i ragazzi del luogo. Colmando così il gap tra domanda e offerta di lavoro, che qui al Sud è ancora ampio rispetto ad altre regioni”.

“Attenzione – spiegano ancora i tre giovani – nel nostro caso non si tratta di smart working in quanto le aziende aprono una loro sede operativa all’interno del nostro coworking e per i neo assunti il posto di lavoro è ufficialmente quello di Trapani. Rendiamo dunque così la nostra terra un territorio fertile e attraente per le aziende del Centro Nord. Importante è stato inizialmente il ruolo dell’associazione South Working Lavorare dal Sud nata a marzo 2020 con l’obiettivo di colmare il divario economico, sociale e territoriale tra Nord e Meridione, tra aree industrializzate e marginalizzate del Paese, attraverso un processo di riattivazione dei territori tradizionalmente periferici. L’associazione è stata tra i primi a fare un importante lavoro di policy e advocacy e poi noi dal 2021 abbiamo offerto un “modello concreto che permettesse alle aziende di alimentare il South Working”. Lavorare in maniera agile dal Sud e dalle aree marginalizzate del Paese produce anche effetti positivi per tutte le parti coinvolte: aumenta la produttività di lavoratori e aziende, permette una più alta qualità della vita percepita e costituisce un’occasione di rilancio per questi territori. Il modello sperimentato qui nei primi due anni ha portato risultati estremamente positivi e le domanda da parte delle aziende è in forte crescita. Pertanto nel 2023 abbiamo aperto una seconda sede gestendo così ora circa 1000 mq di spazi condivisi”. “L’idea – concludono i tre giovani imprenditori – si è sviluppata dopo che abbiamo preso parte alla ricerca e alla pubblicazione scientifica del prof. Luca Solari ordinario di organizzazione aziendale presso la Statale di Milano sui “Nuovi modi di lavorare” portata avanti con 32 aziende nazionali e multinazionali. La sperimentazione ha evidenziato come il benessere dei collaboratori e la produttività degli stessi sia notevolmente superiore se questi lavorano a km zero in “Palestre Relazionali” come Beehive. Difatti, il turnover dei dipendenti delle aziende presenti è drasticamente diminuito grazie al benessere percepito e alla presenza della figura del Community Manager che “cura” l’aspetto relazionale delle persone in azienda. In poco tempo, abbiamo facilitato l’apertura a Trapani di 10 importanti aziende Italiane e creato le condizioni per il ritorno in Sicilia di molti siciliani. Svolgiamo inoltre, un importante ruolo di supporto all’autoimprenditorialità, sostenendo economicamente o con servizi startup giovani imprenditori locali”.

All’evento “Vento del Sud“, hanno partecipato tra gli altri Sergio Parisi co-Founder e Presidente Beehive SCS che è intervento su “Un nuovo modello per un South Working stabile”; Giorgio Scarpelli CTO e Senior vice President Ntt Data che ha discusso de “La partecipazione attiva agli ecosistemi territoriali del Sud Italia come chiave strategica di sviluppo”; Pietro Papoff e Valeria Bonilauri rispettivamente direttore generale e responsabile Innovazione e Sviluppo del Consorzio Elis che hanno parlato di “New Ways of working – Lo Studio di Smart Alliance”; il presidente Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani Pietro Basiricò con un discorso sui “Legami di Comunità”; il vescovo Pietro Maria Fragnelli del Centro Coralli Diocesi di Trapani, con un intervento su “Centro per l’innovazione Sociale e la transizione digitale e sostenibile”, Pietro Biscu Direttore Generale Innovazione Digitale SRL che ha illustrato la propria idea spiegando proprio “Perché abbiamo scelto Trapani”.

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Cronaca

Meteo oggi, Italia divisa tra maltempo e sole, meteo oggi: previsioni

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Forti temporali al Sud, anticiclone Apollo al Centro-Nord con temperature anomale

La mappa meteo

Maltempo e pioggiaa al Sud oggi, anticiclone Apollo con pieno sole al Centro-Nord da Roma a Milano: queste le previsioni meteo del 26 settembre 2023 per un’Italia divisa a metà. Nelle prossime ore ancora prudenza per il colpo di coda del ciclone equinoziale sulle regioni meridionali: sono attesi forti temporali tra Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, altrove sarà tutta un’altra storia.

Il sole sarà dominante su questi settori e soprattutto porterà ancora una volta temperature anomale, estive, nordafricane nel cuore dell’autunno italiano. Con l’anticiclone Apollo i valori massimi riusciranno a salire sopra la media del periodo di quasi 8-10°C. Di giorno al Centro-Nord si toccheranno nuovamente i 28-33°C e gradualmente le temperature saliranno anche al Sud. Questa nuova fase di tempo stabile e caldo persisterà tutta la settimana, ma addirittura potrebbe dominare anche la prossima regalando un’ottobrata estrema a tutta l’Italia, come evidenzia Lorenzo Tedici, meteorologo de iLMeteo.it.

Al Sud però nelle prossime ore intensi fenomeni, in movimento dalla Puglia verso Sud-Ovest, colpiranno Basilicata, Calabria e Sicilia; non si escludono locali rovesci anche sul Cilento. Attenzione poi ai colpi di vento e alle locali trombe d’aria specie lungo le coste ioniche. Dalla sera sono previsti gli ultimi temporali forti tra Calabria e Sicilia poi lentamente il tempo migliorerà anche su queste zone.

Da domani, mercoledì 27 settembre, l’anticiclone Apollo riporterà condizioni stabili e soleggiate anche al Sud, salvo locali rovesci sulle estreme regioni ioniche.

Oggi, martedì 26 settembre – Al nord soleggiato e caldo. Al centro: bel tempo ovunque e clima più caldo. Al sud: ancora tanti temporali, soprattutto su Basilicata, Calabria e Sicilia.

Domani, mercoledì 27 settembre – Al nord: sole e caldo estivo. Al centro: estate piena. Al sud: in gran parte soleggiato salvo ultimi isolati temporali sulla Calabria.

Giovedì 28 settembre – Al nord: sole e caldo estivo. Al centro: estate piena. Al sud: soleggiato; piovaschi isolati in Calabria a ridosso dei rilievi.

Tendenza: anticiclone africano Apollo ovunque, sole prevalente e caldo sopra la media, specie al Centro-Nord.

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Cronaca

Messina Denaro, oggi l’autopsia: poi la sepoltura a Castelvetrano

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La famiglia del capomafia non ha nominato un proprio consulente. La tumulazione forse all'alba di domani

Messina Denaro al momento dell'arresto

Sarà eseguita questa mattina l’autopsia sul corpo del boss mafioso Matteo Messina Denaro morto ieri 25 settembre all’ospedale dell’Aquila. La famiglia del capomafia non ha nominato un proprio consulente. Quindi, l’esame autoptico sarà svolto alla presenza dell’esperto nominato dalla Procura dell’Aquila. Subito dopo la salma di Messina Denaro sarà restituita ai parenti per il trasferimento a Castelvetrano (Trapani) dove verrà sepolto. Non ci sarà un funerale religioso. Probabilmente il boss verrà tumulato all’alba di domani alla presenza dei familiari nella tomba di famiglia.

Il capomafia, in un vecchio pizzino ritrovato dai carabinieri del Ros nel covo di Campobello di Mazara, aveva criticato duramente la Chiesa annunciando di volere rifiutare “ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato”. E ancora: “Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime. Non saranno questi a rifiutare le mie esequie…rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia”.

Indipendentemente dalle sue ultime volontà, come accade con tutti i boss mafiosi, i funerali non vengono celebrati.

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Cronaca

Stupro Caivano, nove ordinanze di custodia cautelare

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Per sette minori e due maggiorenni

Per la violenza nei confronti delle due cuginette del Parco Verde di Caivano i Carabinieri di Napoli hanno eseguito due distinte ordinanze di custodia cautelare a carico di 9 persone, sette minori e due maggiorenni. Le ordinanze sono state emesse dal Gip presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e dal Gip presso il Tribunale di Napoli Nord, rispettivamente su richiesta della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e dalla Procura presso il Tribunale di Napoli Nord.

Alle 11 presso la Procura di Napoli Nord (in Aversa) si terrà una conferenza stampa.

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Cronaca

IT-alert, oggi test in Abruzzo e in Trentino: cos’è e cosa fare

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Intorno alle 12 sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno in queste due aree e nelle aree limitrofe arriverà un messaggio. Domani test in Lazio e Liguria

Il messaggio IT-alert

Dopo l’ultimo test in Valle d’Aosta e Veneto, oggi martedì 26 settembre test IT-alert in Abruzzo e Trentino. Domani, mercoledì 27 settembre, la prova si ripeterà con le stesse modalità e alla stessa ora in Lazio e Liguria. Il test nel Lazio era stato inizialmente programmato per il 21 settembre ma è stato rinviato per l’allerta gialla per temporali prevista sulla regione in quella giornata.

Intorno alle 12 sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno in Abruzzo, nella Provincia Autonoma di Trento e nelle aree limitrofe, arriverà un messaggio di test IT-alert. In seguito alla ricezione del messaggio di test, o a maggior ragione nel caso in cui tale messaggio non venga ricevuto, sarà possibile accedere alla homepage del sito www.it-alert.gov.it e compilare l’apposito questionario.

IT-alert è un nuovo sistema di allarme pubblico per l’informazione diretta alla popolazione, che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso. IT-alert è attualmente in fase di sperimentazione.

Quando sarà operativo, per determinati eventi emergenziali, il Servizio nazionale della Protezione civile con IT-alert integrerà le modalità di informazione e comunicazione già previste per informare la popolazione, allo scopo di favorire l’adozione delle misure di autoprotezione in rapporto alla specifica tipologia di rischio e al contesto di riferimento.

IT-alert, infatti, si affianca ai sistemi di allarme già esistenti anche a livello locale, non è salvifico in sé, ma è finalizzato, rispetto a un determinato evento avvenuto o imminente, a consentire la diramazione rapida delle prime informazioni sulle possibili situazioni di pericolo.

Il messaggio IT-alert viene ricevuto da chi si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso e abbia un cellulare attivo.

Quando sarà operativo, sarà impiegato per le seguenti tipologie di rischio nel campo della protezione civile, previste al momento dalla Direttiva del 7 febbraio 2023:

maremoto generato da un sisma;

collasso di una grande diga;

attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli;

incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica;

incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso);

precipitazioni intense.

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Cronaca

F35 italiani intercettano due caccia russi in spazio aereo Nato

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Si erano avvicinati senza alcun avviso al confine polacco

Due F35 dell’Aeronautica militare italiana della task force A-32nd Wing, impegnati nella base aerea di Malbork, in Polonia, hanno ricevuto il loro primo ordine di decollo dopo che i radar della Nato avevano rilevato la presenza di aerei russi Su-30 nei pressi dello spazio aereo Nato. Gli F-35 italiani hanno i due caccia russi verso i confini russi. L’operazione, svolta il 21 settembre scorso, sottolinea la Nato, “è stata condotta in modo professionale e gli F-35 sono tornati alla base aerea di Malbork al termine della missione. In nessun momento l’aereo russo è entrato nello spazio aereo della Nato”.

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Politica

Giorgio Napolitano: una vita politica e un’eredità duratura

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La recente scomparsa di Giorgio Napolitano ha lasciato un vuoto profondo nel panorama politico italiano. Con una carriera che ha abbracciato più di sei decenni, Napolitano si è imposto come una figura di riferimento nella storia italiana. In questo articolo esamineremo la vita di Giorgio Napolitano, il suo ruolo come Presidente della Repubblica Italiana e le reazioni del mondo della politica alla notizia della sua morte.

La gioventù di Napolitano

Giorgio Napolitano nacque il 29 giugno 1925 a Napoli, in un’Italia dominata dal regime fascista di Benito Mussolini. Fin dalla giovane età dimostrò un forte impegno politico e una spiccata determinazione nella lotta per la giustizia sociale. Nel 1947 si laurea in giurisprudenza presso l’Università di Napoli. Proprio nel periodo universitario incontra molti degli amici che avrebbero poi costituito di lì a breve la dirigenza del gruppo comunista napoletano.

La carriera politica di Giorgio Napolitano

Nel 1945 Napolitano si unì al Partito Comunista Italiano (PCI), un movimento politico di sinistra. La sua abilità oratoria e la sua intelligenza gli fecero rapidamente guadagnare un posto di rilievo all’interno del partito. Durante gli anni ’60 e ’70, Napolitano ricoprì diversi incarichi di governo, dimostrando la sua competenza nella gestione delle questioni politiche ed economiche. Tra il ’60 e il 62 è responsabile della sezione lavoro di massa, mentre tra il 1966 e il 1969 assume il ruolo di coordinatore dell’ufficio di segreteria e dell’ufficio politico del PCI. La sua carriera nel partito culmina negli anni dal 1976 al 1979, periodo durante il quale diviene responsabile della politica economica del partito. Nel 1992 Napolitano viene eletto presidente della Camera dei Deputati, mentre nel ’96, una volta tornato in Parlamento dopo l’esperienza da presidente della Camera, Romano Prodi lo sceglie come ministro dell’interno del suo governo. Nel 2005, infine, viene nominato senatore a vita dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

La Presidenza di Giorgio Napolitano

Nel 2006, Giorgio Napolitano fu eletto Presidente della Repubblica Italiana, diventando il primo ex membro del PCI a ricoprire questa carica. La sua elezione rappresentò un momento storico per l’Italia e sottolineò la sua capacità di unire le diverse fazioni politiche del paese.

Durante il suo mandato di sette anni, Napolitano si distinse per la sua capacità di affrontare alcune delle sfide più pressanti dell’Italia. Nel 2007 si trova a gestire la crisi di governo in seguito alle dimissioni di Romano Prodi.

Uno dei momenti più critici fu la crisi economica del 2008, che colpì duramente il paese. Napolitano lavorò instancabilmente per promuovere politiche economiche che avrebbero affrontato la recessione e sostenuto la crescita. Nel novembre del 2011, quando il governo Berlusconi IV conferma di non avere più la maggioranza parlamentare alla Camera, Napolitano si accorda con Berlusconi per arrivare alle dimissioni del suo governo.

La sua presidenza fu anche caratterizzata da un forte impegno per l’unità nazionale. Napolitano lavorò per superare le divisioni politiche e favorire il dialogo tra i partiti, cercando di garantire la stabilità politica in un momento in cui l’Italia ne aveva più che mai bisogno.

Le reazioni del mondo della Politica

La notizia della morte di Giorgio Napolitano ha scosso il mondo della politica italiana e internazionale. leader politici e non solo hanno espresso il loro cordoglio per la perdita di questa figura iconica.

Il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha dichiarato: “La sua morte mi addolora profondamente e, mentre esprimo alla sua memoria i sentimenti più intensi di gratitudine della Repubblica, rivolgo ai familiari il cordoglio dell’intera nazione”.

A livello internazionale, i leader europei hanno elogiato Napolitano per il suo ruolo nella promozione della stabilità in Italia e nell’approfondimento dei legami transatlantici. La sua visione progressista e il suo impegno per i valori democratici hanno fatto di lui un punto di riferimento anche oltre i confini italiani. Emmanuel Macron dice di lui: “Figura eminente della politica italiana, europeo convinto, l’ex Presidente Giorgio Napolitano ci ha lasciato. Esprimo le mie più sentite condoglianze al popolo italiano”.

Anche il papa si è espresso in seguito alla scomparsa dell’ex presidente della Repubblica, rivolgendo alla moglie le seguenti parole: “La scomparsa di suo marito ha suscitato in me sentimenti di commozione e al tempo stesso di riconoscenza per questo uomo di Stato che, nello svolgimento delle sue alte cariche istituzionali, ha manifestato grandi doti di intelletto e sincera passione per la vita politica italiana nonché vivo interesse per le sorti delle nazioni”.

L’eredità di Giorgio Napolitano

La morte di Giorgio Napolitano segna la fine di un’era nella politica italiana. La sua eredità è vasta e duratura. Rimarrà nella memoria collettiva come un politico di principi, un leader che ha sempre cercato di servire il bene comune prima di tutto. La sua carriera, che ha attraversato momenti storici cruciali, è un esempio di dedizione, onestà e impegno per il servizio pubblico.

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Cronaca

Migranti, da Claviere in viaggio verso la Francia con la speranza di oltrepassare il confine

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Migranti, da Claviere in viaggio verso la Francia con la speranza di oltrepassare il confine

A Claviere, piccolo centro dell’alta Valsusa, ultimo comune italiano prima del confine francese, il termometro, nonostante la giornata di sole, quando scende la sera segna non più di 9 o 10 gradi. Le case e gli esercizi commerciali sono per lo più chiusi perché è bassa stagione e le strade, fino a qualche settimana fa attraversate da villeggianti, sono quasi deserte e chi cammina va di fretta, stretto nel primo piumino autunnale. E così, i migranti, seduti davanti alla chiesa che dista pochi metri dalla Casa del Comune, in attesa di incamminarsi verso la frontiera per la Francia cercano un po’ di riparo, qualcuno sui gradini di una casa, qualcun altro spezzando piccoli rami per tener vivo un debole fuoco, i più guardandosi attorno, uno accanto all’altro, con l’aria spaesata di chi non sa ne’ che fare, ne’ dove andare.

A spezzare lo scorrere uguale del tempo, l’arrivo di un furgone della Croce Rossa che porta loro acqua e biscotti: uno dopo l’altro si mettono in fila, poi, preso il pacco tornano da dove sono venuti. E il furgone, esaurito il compito in uno dei tanti trasferimenti quotidiani, va via in attesa di tornare per accompagnare chi è in attesa alla frontiera, che dista poco più di un paio di chilometri, oppure a Oulx, se ancora il centro di accoglienza ha posti disponibili, o più a valle, a Bussoleno.

Loro, i migranti, hanno poca voglia di parlare, non conoscono la lingua, qualcuno prova a esprimersi in inglese, ma fa fatica. Quello che si intuisce è che arrivano da viaggi lunghi e complicati, molti da Lampedusa, hanno lasciato i loro paesi di origine, il Sudan, la Guinea, e ora sono in attesa di un nuovo futuro, vogliono andare in Francia, qualcuno per raggiungere un parente, qualcuno, forse, per proseguire verso altre destinazioni. E fra tutti c’è chi chiede di poter chiamare il numero di emergenza e all’operatore che domanda se serve un medico o un’ambulanza risponde semplicemente ‘Oulx’, che significa accoglienza.

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Cronaca

Scendono da auto in panne, travolti da tir: due morti

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E' successo sulla statale Bari-Brindisi


Due persone, di 56 e 50 anni, sono morte sulla statale 379 tra Bari e Brindisi, travolti da un tir dopo aver accostato la loro auto sul ciglio dell’arte ria ed essere scesi dall’abitacolo. Una terza persona, probabilmente compagno di lavoro delle due vittime, è stata ricoverata in ospedale a Brindisi in gravi condizioni. Secondo le prime notizie potrebbero essere dipendenti di una ditta che si occupa di manutenzione.

“L’ennesimo incidente mortale sul lavoro, verificatosi oggi sulla Statale 379 tra Bari e Brindisi, dove hanno perso la vita due tecnici e un terzo versa in gravi condizioni – sottolineano la segretaria generale della Cgil Puglia Gigia Bucci e il segretario generale della Fillea Cgil Ignazio Savino – oltre a suscitare sentimenti sentiti di cordoglio e vicinanza alle famiglie, deve interrogare con forza sulle misure di sicurezza necessarie a tutela della salute e la vita di ogni lavoratore, in una regione che nei primi sette mesi del 2023 ha già contato 29 vittime sul lavoro”. Agli organi preposti – proseguono i due dirigenti – stabilire il rispetto di tutte le norme di sicurezza. Soprattutto gli interventi su strade e autostrade con restringimenti comunque aperte al traffico sono troppo spesso scenari di incidenti. Quella della sicurezza sul lavoro è una delle priorità in un Paese che conta oltre mille morti l’anno. Rispetto della salute e sicurezza dei lavoratori che – concludono – è uno dei temi al centro della manifestazione nazionale indetta da Cgil e oltre cento associazioni di impegno civile e sociale per il prossimo 7 ottobre a Roma”.

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Cronaca

Teen gang, Polizia Postale: ”Web centrale per formazione bande, monitoraggio per contrasto”

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il direttore Ivano Gabrielli: ''La rete da spazio identitario a luogo pianificazione reati''

Teen gang, Polizia Postale: ''Web centrale per formazione bande, monitoraggio per contrasto''

”Ci sono due momenti nell’attività in rete delle gang giovanili: quello della propaganda e dell’ostentazione del tratto identitario di un gruppo, che quindi è pubblico e ancorché con elementi radicali è assolutamente legale, e quello della riservatezza, ovvero quando questi giovani organizzano, concordano o si scambiano materiale illegale all’interno di gruppi ristretti e chiusi in cui l’essere confidente è necessario per poter entrare a far parte del nucleo, che è nascosto all’interno di diversi cerchi concentrici di conversazione”. Lo spiega all’Adnkronos Ivano Gabrielli, direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni parlando del fenomeno delle teen gang, ovvero di gruppi di giovani tra i 14 e i 18 anni che compiono reati, dalle risse alle violenza sessuali.

”Le rete è centrale: è in rete che si forma un certo tipo di narrativa, la rete è il veicolo costante con cui i ragazzi comunicano, con cui si formano un’opinione, con cui si informano e con cui si sentono parte anche di un gruppo – chiarisce il direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni – Non c’è più solo la dinamica reale del vedersi in un luogo, frequentare lo stesso locale, vestirsi alla stessa maniera o avere gli stessi tatuaggi. Un gruppo si identifica anche per le sigle, per lo slang che utilizza in rete, per gli acronimi, per i gruppi e i canali telegram a cui accede e di cui fa parte”.

E quindi anche le ”gang giovanili” proliferano in rete attraverso ”pubblicazioni di foto, di storie, di comportamenti ma anche attraverso il lancio di challenge” e la Polizia Postale tiene costantemente sotto osservazione il fenomeno, che ”può essere ascritto all’interno di una categoria più ampia che è quella delle devianza minorile”. Il monitoraggio avviene a ”livello centrale attraverso uno studio sistematico che viene fatto dall’unità analisi del Crimine informatico, composta da un’equipe di psicologi della Polizia di Stato e che ogni volta va a sondare fenomenologie, età, comportamenti ricorrenti per comprendere quale sia il migliore intervento” sia in chiave ”preventiva che di contrasto”. Si tratta di un’attività, sottolinea, che ”concorre per quello che ci riguarda alla gestione dell’ordine e la sicurezza pubblica”.

E’ ovvio, aggiunge, che se ”queste bande o anche ragazzi singoli progettano o rilanciano iniziative, che vanno dalla rissa pubblica all’aggressione alla programmazione di atti di vandalismo o di devastazione, come è successo in alcune città, finalizzate anche al furto di oggetti di valore o di vestiario, gli elementi informativi vengono condivisi per la migliore pianificazione dei servizi di polizia da parte delle Questure e dei competenti reparti della polizia”. ”Sul versante investigativo il monitoraggio può portare anche ad attività di contrasto: indagini che si chiudono con la denuncia di ragazzi, minori o maggiorenni che siano, per quelli che sono comportamenti di reato”, spiega.

E’ accaduto per esempio con ”l’indagine che è stata fatta di recente dal nostro Centro operativo di Milano su un gruppo di ragazzi che oltre a vantare ideologie xenofobe, razziste, estremiste e suprematiste, avevano al centro delle loro conversazioni la costruzione, l’utilizzo e l’impiego di armi” sfociata nella denuncia di diversi giovani che ”non erano tutti sullo stesso territorio ma che avevano rapporti tra loro”, dice.

Un’altra indagine, racconta, ”compiuta dal nostro Centro di Genova, con la Digos locale, ha messo sotto la lente d’ingrandimento ”un gruppo di ragazzi che invece faceva della violenza la propria ragione di coesione”: i giovani autoalimentavano ”la loro perversione con la circolazione di materiale raccapricciante come esecuzioni, stupri di bambini, materiale Gore (quel materiale talmente violento la cui visione è difficile da sostenere da parte di un adulto avvezzo a cose più cupe). La loro peculiarità era quella di incontrarsi e addestrarsi all’utilizzo delle armi anche simulando scene di attentati a carico di noti personaggi politici”.

L’inchiesta sul Capodanno di Firenze, spiega ancora Gabrielli, ”ha riguardato ragazzi che facevano della loro cerchia un gruppo chiuso, dove consumare reati ovvero illeciti come il consumo di droghe e di alcol in minore età fino ad arrivare ad atti di violenza sessuale”. E sul fronte del lavoro di prevenzione, la parte più importante che deve svolgere una struttura di polizia, ricorda che ”quest’anno, grazie all’attività informativa, siamo riusciti a evitare quello che accadde due anni fa per il 2 giugno sul lago di Garda”.

Quanto ai fenomeni più estemporanei Gabrielli spiega che sono ”difficilissimi da cogliere”, bisogna ”essere costantemente in rete, diventa un’attività che non può non essere continuativa”. ”Un tempo riuscivamo a monitorare le manifestazioni osservando l’andamento dei tweet, era la preistoria – prosegue – oggi si aprono e chiudono canali su piattaforme di comunicazione difficili da penetrare. Lo abbiamo visto anche con i rave: nonostante la rete sia il veicolo con cui magari viene organizzato il rave, quello che abbiamo toccato con mano è la difficoltà di andare a individuare il canale, il messaggio corretto, la cerchia ristretta in cui effettivamente viene promossa quel tipo di manifestazione illegale – conclude – eppure si dice, è tutto in rete, è tutto davanti ai nostri occhi. Per rendere l’idea c’è un detto israeliano che dice il miglior modo di nascondere un albero è quello di piantarlo in una foresta”. (di Giorgia Sodaro)

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