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Sicilia, Armao lascia Fi e si candida con Calenda: “Da Miccichè 5 anni di aggressioni”

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“Ho subito dall’onorevole Miccichè e dal suo entourage cinque anni di aggressioni personali e politiche, così come il presidente Musumeci. Evidentemente chi ha deciso di disconoscere e contrastare i risultati di un governo che avrebbe dovuto supportare si mette fuori da solo”. A dirlo, in una intervista all’Adnkronos, è il vicepresidente della Regione siciliana Gaetano Armao, che ha appena depositato all’assessorato Enti Locali della Regione il simbolo di Azione e Italia Viva che lo vede candidato presidente della Regione. Dunque, da oggi Armao è ufficialmente fuori da Forza Italia. Dopo anni di polemiche con il coordinatore azzurro in Sicilia Gianfranco Miccichè, che non ha mai risparmiato attacchi e critiche al Governo regionale.

Armao ha così accolto l’invito del leader di Azione, l’eurodeputato Carlo Calenda e di Italia Viva di Renzi, di candidarsi a Governatore. “Apprezzo personalmente Carlo Calenda e la sua scelta fatta di costituire un terzo polo – spiega – L’Italia è un paese che ha bisogno di una proposta politica fuori dagli schieramenti tradizionali, una proposta politica che guardi all’Europa, che consolidi la posizione atlantista, che guardi al Mezzogiorno, al Sud, in particolare alla Sicilia”. Accanto a lui c’è la compagna, l’onorevole Giusi Bartolozzi, che dopo avere lasciato tempo fa Forza Italia adesso è nel Gruppo Misto.

Gaetano Armao ribadisce che “quello che ha fatto tracollare tutto è stato il voto contrario annunciato dal capogruppo di Fi in aula, e mi riferisco ai 150 milioni per Palermo e ai 20 milioni per Catania – dice – E’ inammissibile che un Presidente dell’Ars consenta il voto segreto su una cosa del genere. Palermo e Catania possono avere un pregiudizio del genere per livori personali?”.

Alla domanda a chi ‘rosicchierà’ più voti con la sua candidatura, risponde: “Io non rosicchio nulla, metto al servizio della Sicilia il mio entusiasmo, l’amore per la Sicilia, le competenze che ho acquisito sul campo e che hanno portato ad alcuni risultati oggettivi”.

Ma ci possono essere alleanze future? “Il futuro credo sia quello sui modelli europei. Penso che era il modello che reggeva Draghi”. E dice: “Avere fatto cadere il governo Draghi non è stata una scelta opportuna, il premier Draghi dava all’Italia credibilità e autorevolezza”. Quindi, Armao è ufficialmente fuori da Fi? “Sono ufficialmente candidato di Azione e di Italia viva…”.

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Migranti, scintille Conte-Schlein: leader M5S attacca, ira Pd

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Finora il vento delle europee era soffiato più dalle parti del centrodestra, con le recenti fibrillazioni tra Giorgia Meloni e alleati sull’immigrazione. Da martedì sera anche le opposizioni entrano in campo. Ad aprire le danze è stato il leader 5 Stelle Giuseppe Conte che sceglie lo stesso terreno per distinguersi, quello dei migranti. Ospite di Porta a Porta, il presidente pentastellato la mette così: un’alleanza strutturale con il Pd? Non è possibile perché ci sono “punti di diverbio, di dissenso”, come sui migranti, “noi siamo per la ‘terza via’ sull’immigrazione. Il Pd è per l’accoglienza indiscriminata. Non è possibile. Come non è possibile il blocco navale”.

Un attacco frontale a cui ribatte a stretto giro, in diretta tv da Bianca Berlinguer, Elly Schlein: “Conte non ha letto le proposte del Pd sull’immigrazione. Aspettiamo le sue”. E aggiunge: “Siamo in campagna elettorale”. La replica della segreteria Pd è gelida ma ieri mattina tra i parlamentari dem i toni erano piuttosto accesi in Transatlantico. “Accoglienza indiscriminata? E’ la stessa propaganda della destra, di Meloni e Salvini, le stesse parole”. Del resto, “a sventolare i decreti sicurezza con Salvini, c’era Conte e non c’eravamo noi”.

Alessandro Alfieri, senatore e membro della segreteria dem, bolla le parole del leader M5S come “sparate populiste”, rispolverando un vocabolario dei tempi in cui i rapporti tra Pd e 5 Stelle non erano dei migliori. “Capisco che la campagna elettorale per le europee sia iniziata, ma – rimarca Alfieri all’Adnkronos – consiglierei un po’ più di prudenza nel linguaggio. Eviti di fare caricature ridicole. Noi siamo per governare i fenomeni complessi legati ai flussi migratori e dare una mano ai sindaci sul territorio lasciati soli dal governo Meloni. Non servono sparate populiste”.

La prossima settimana si aprirà a Lampedusa la festa dell’Unità di Agrigento e c’è chi non esclude la presenza di Schlein. Conte invece è andato ieri sull’isola e ha ripetuto le valutazioni fatte in Tv: “Con il Pd ci confronteremo, io non volevo offendere nessuno e nessuno si deve sentire offeso, però dobbiamo dirlo agli italiani: l’accoglienza indiscriminata equivale alla non accoglienza”. Ed ancora: “Con questi numeri non siamo in condizioni di tutelare la dignità e i diritti fondamentali di queste persone. Dobbiamo offrire loro un’accoglienza dignitosa e dobbiamo lavorare anche sull’integrazione con un percorso efficace perché chi parla solo di accoglienza e non offre integrazione cade nell’ipocrisia”.

Dalla segretaria nessuna contro-replica. Ieri si è concentrata sulla presentazione delle 5 proposte Pd contro il ‘caro-vita’ e la manovra. “Oggi scopriamo dal ministro Giorgetti che si è reso conto solo adesso che in manovra non ci saranno le risorse sufficienti per sostenere le famiglie e le imprese in una contingenza difficile, oggi abbiamo sentito il ministro Urso dire che aspetta da un anno le nostre proposte contro il caro vita. Tocca ricordare ancora al governo e a Meloni che al governo ci sono loro”, incalza Schlein.

Intanto, però, i dem contano un nuovo abbandono. Quello di Rosa Maria Di Giorgi, ex-vicepresidente del Senato. Passa dal Pd a Italia Viva. “Esco da un partito dove vedo affermarsi giorno dopo giorno la tendenza a superare l’esperienza del Pd, di cui sono stata fondatrice, per tornare al passato Ds”, un partito che si sposta “a sinistra e verso i 5 Stelle”. E un altro ex, Andrea Marcucci, torna a sollecitare la minoranza dem: “Io, Enrico Borghi, Giuseppe Fioroni, oggi Rosa Maria Di Giorgi e tanti altri, abbiamo capito per tempo che nel Pd di Elly Schlein non ci sarebbe più stato spazio per i riformisti. Ai tanti amici che sono rimasti nel Pd, dico, venite nei Liberali democratici, per costruire insieme la casa dei riformisti”.

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Giorgia Meloni, l’intervento all’Onu: cosa ha detto oggi

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L'intervento del presidente del Consiglio all'Assemblea generale delle Nazioni Unite: dal ruolo dell'Onu ai migranti, dalla guerra tra Ucraina e Russia all'intelligenza artificiale

Giorgia Meloni - Afp


Migranti, l’aggressione della Russia e la guerra in Ucraina, il ruolo dell’Onu oggi e nel futuro, l’impegno dell’Italia per l’Africa, le sfide legate all’Intelligenza Artificiale. Sono i temi che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni affronta nel suo discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite, nell’intervento tenuto quando oggi, in Italia, il 21 settembre è appena iniziato.

“E’ un onore, per me, rappresentare l’Italia di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un onore che, tuttavia, non è leggero come il privilegio, ma pesante come lo è la responsabilità. Perché noi viviamo un’epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue, e non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste. Occorre tornare al senso profondo di ciò che ha dato vita a questo luogo, la Comunità delle Nazioni e dei popoli che si riconoscono nella Carta delle Nazioni Unite del 1945, nata per trovare soluzioni condivise che potessero garantire pace e prosperità”, dice Meloni aprendo il suo intervento.

Nella “guerra di invasione russa dell’Ucraina” “sta a noi, a ciascuno di noi, decidere da che parte della storia stare, in coscienza. Ma non prendiamoci in giro, perché questa è la posta in gioco. La scelta tra la Nazione e il caos, e tra la Ragione e la prevaricazione”, dice Meloni.

“L’Italia – prosegue – ha scelto chiaramente da che parte stare. Lo ha fatto per senso di giustizia. Lo ha fatto perché è consapevole di quanto sarebbe difficile governare un mondo nel quale ha avuto la meglio chi bombarda le infrastrutture civili sperando di piegare un popolo con il freddo e il buio, chi utilizza come arma l’energia e ricatta le nazioni in via di sviluppo impedendo di esportare il grano, la materia prima indispensabile per sfamare milioni di persone”.

“Le conseguenze del conflitto in Ucraina travolgono tutti come in un domino, ma impattano soprattutto sulle nazioni del sud del mondo. E’ una guerra mossa non solo contro l’Ucraina, ma contro le Nazioni più povere”, dice il presidente del Consiglio.

“L’attenzione dell’Italia è rivolta particolarmente verso l’Africa, dove nazioni già provate dai lunghi periodi di siccità e dalle conseguenze dei cambiamenti climatici si trovano oggi di fronte a una situazione difficilissima anche in termini di sicurezza alimentare, che le espone ancora di più all’instabilità, e le rende facili prede del terrorismo e del fondamentalismo”. Per il presidente del Consiglio “è una scelta. Creare il caos e diffonderlo. E in quel caos, che produce decine di milioni di persone potenzialmente in cerca di condizioni di vita migliori, si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili”.

Quindi, il passaggio al tema centrale dell’intervento: “Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani. E per farlo dobbiamo lavorare insieme a ogni livello, e l’Italia intende essere in prima fila su questo fronte”.

“Sono i trafficanti di esseri umani che organizzano la tratta dell’immigrazione illegale di massa. Illudono che affidandosi a loro chi vuole migrare troverà una vita migliore, si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso l’Europa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio, ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo. Perché a loro non importa se la barca sia adatta o meno ad affrontare quel viaggio, l’importante per loro è solo il margine di guadagno”, afferma.

“E’ questa gente che un certo approccio ipocrita in tema di immigrazione ha fatto arricchire a dismisura. Noi vogliamo combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa. Il punto è che combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti, e che investe anche le Nazioni Unite”, la convinzione della premier.

“Perché davvero – chiede Meloni – una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo ‘la fede nella dignità e nel valore della persona umana’ può voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio?Davvero possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attività criminale più profittevole del traffico di migranti, quando proprio i rapporti Onu certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi?”.

“Davvero questa Assemblea – incalza la presidente del Consiglio -, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente quel crimine universale che era la schiavitù, può tollerare che torni oggi sotto altre forme, che si continui a mercificare la vita umana, che vi siano donne portate in Europa a prostituirsi per ripagare debiti enormi contratti con i trafficanti, o uomini abbandonati nelle mani della criminalità organizzata?”.

“Davvero possiamo dire che sia solidarietà accogliere in via prioritaria non chi ne ha davvero diritto ma piuttosto chi ha i soldi per pagare questi trafficanti, e consentire ai trafficanti di stabilire chi abbia diritto a salvarsi? Io penso di no”, e per questo la premier ‘chiama’ le Nazioni unite a una “guerra globale i trafficanti di vite umane”.

Con l’Africa l’approccio è stato “spesso predatorio”, ora “occorre invertire la rotta. Bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno. L’Africa non è un continente povero. E’ al contrario un continente ricco di risorse strategiche. Detiene la metà di quelle minerarie del mondo, tra cui abbondanti terre rare, e il 60% delle terre coltivabili, spesso inutilizzate. L’Africa non è un continente povero, ma è stato spesso, ed è, un continente sfruttato. Troppo spesso gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico”, afferma.

“Occorre invertire la rotta. L’Italia vuole contribuire a creare un modello di cooperazione, capace di collaborare con le Nazioni africane affinché possano crescere e prosperare grazie alle risorse che possiedono. Una cooperazione da pari a pari, perché l’Africa non ha bisogno di carità, ma di essere messa in condizioni di competere ad armi pari, di investimenti strategici che leghino i destini delle nazioni con progetti reciprocamente vantaggiosi”, dice, evidenziando la necessità di “offrire un’alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, un’alternativa fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile. Saremo i primi a dare il buon esempio con il ‘Piano Mattei per l’Africa’, un piano di cooperazione allo sviluppo che prende il nome di Enrico Mattei, un grande italiano che sapeva conciliare l’interesse nazionale italiano con il diritto degli stati partner a conoscere una stagione di sviluppo e progresso”.

“Il punto centrale – prosegue – è che dobbiamo avere il coraggio di rimettere l’uomo, con i suoi diritti, al centro del nostro agire. Un principio apparentemente scontato, che tuttavia scontato non è più. Nazioni vengono invase, la ricchezza si concentra sempre di più, la povertà dilaga, si riaffaccia la schiavitù, tutto sembra voler mettere a repentaglio la sacralità dell’essere umano”.

Il raggiungimento degli obiettivi passa anche per l’evoluzione dell’Organizzazione delle Nazioni Uniti. “L’Italia sostiene la necessità di una riforma del Consiglio di Sicurezza che lo renda più rappresentativo, trasparente ed efficace. Che garantisca una distribuzione geografica dei seggi più equa e rafforzi anche la rappresentanza regionale. Che esca dall’assetto cristallizzato all’esito di un conflitto che si è concluso ottant’anni fa, in un altro secolo, un altro millennio, per dare a tutti la possibilità di dimostrare il proprio valore nel presente”, dice Meloni, che prima di congedarsi dedica un capitolo dell’intervento al tema dell’intelligenza artificiale.

“Perfino quello che a uno sguardo superficiale può sembrare uno strumento per migliorare il benessere dell’umanità, a un’analisi più attenta rivela i suoi rischi. Pensiamo all’intelligenza artificiale. Le applicazioni di questa nuova tecnologia rappresentano sicuramente una grande opportunità in molti campi, ma non possiamo fingere di non comprendere anche gli enormi rischi che porta con sé. Non sono certa che ci stiamo rendendo conto abbastanza delle implicazioni connesse a uno sviluppo tecnologico che corre molto più velocemente della nostra capacità di governarne gli effetti”, ammonisce.

“Eravamo abituati a un progresso che aveva come obiettivo ottimizzare le capacità umane, e oggi ci confrontiamo con un progresso che rischia di sostituire le capacità umane. E se in passato questa sostituzione si concentrava sul lavoro fisico, così che gli uomini potessero concentrarsi sui lavori di concetto e di organizzazione, oggi è l’intelletto che rischia di essere soppiantato, con conseguenze che potrebbero essere devastanti, particolarmente nel mercato del lavoro. Sempre più persone non saranno necessarie, in un mondo sempre più dominato dall’ineguaglianza, dalla concentrazione di potere e di ricchezza nelle mani di pochi. Non è il mondo che vogliamo. E dunque non possiamo commettere l’errore di considerare questo dominio una ‘zona franca’ senza regole”, mette in guardia la premier.

“Servono meccanismi di governance globale capaci di assicurare che queste tecnologie rispettino barriere etiche, che l’evoluzione della tecnologia rimanga al servizio dell’uomo e non viceversa. Serve dare applicazione pratica al concetto di algoretica, ovvero dare un’etica agli algoritmi. Sono, questi, alcuni dei temi che l’Italia porrà al centro della sua Presidenza del G7 nel 2024. Ma sono soprattutto questioni che investono la responsabilità delle Nazioni Unite. Sfide enormi, che non possiamo affrontare se non prendiamo atto anche dei nostri limiti, come Nazioni e nel sistema multilaterale”.

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Migranti, Giorgia Meloni all’Onu: “Guerra globale ai trafficanti, Italia in prima linea”

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Il presidente del Consiglio all'Assemblea delle Nazioni Unite: "Trafficanti non dicono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo"

Giorgia Meloni - Afp


L’Onu deve condurre una guerra globale ai trafficanti di esseri umani. L’Italia vuole essere in prima fila in questa battaglia. E’ un passaggio dell’intervento del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, davanti all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. “Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani. E per farlo dobbiamo lavorare insieme a ogni livello, e l’Italia intende essere in prima fila su questo fronte”, dice Meloni.

Dietro la guerra in Ucraina, il ragionamento della presidente del Consiglio, c’è “una scelta. Creare il caos e diffonderlo. E in quel caos, che produce decine di milioni di persone potenzialmente in cerca di condizioni di vita migliori, si infiltrano reti criminali che lucrano sulla disperazione per collezionare miliardi facili. Sono i trafficanti di esseri umani che organizzano la tratta dell’immigrazione illegale di massa”.

“Illudono che affidandosi a loro chi vuole migrare troverà una vita migliore, si fanno pagare migliaia di dollari per viaggi verso l’Europa che vendono con le brochure come fossero normali agenzie di viaggio, ma su quelle brochure non scrivono che quei viaggi troppo spesso conducono alla morte, a una tomba sul fondo del mar Mediterraneo. Perché a loro non importa se la barca sia adatta o meno ad affrontare quel viaggio, l’importante per loro è solo il margine di guadagno”, prosegue.

“E’ questa gente che un certo approccio ipocrita in tema di immigrazione ha fatto arricchire a dismisura. Noi vogliamo combattere la mafia in tutte le sue forme, e combatteremo anche questa. Il punto è che combattere le organizzazioni criminali dovrebbe essere un obiettivo che ci unisce tutti, e che investe anche le Nazioni Unite”, la convinzione della premier.

“Perché davvero – chiede Meloni – una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo ‘la fede nella dignità e nel valore della persona umana’ può voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio? Davvero possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attività criminale più profittevole del traffico di migranti, quando proprio i rapporti Onu certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi?”.

“Davvero questa Assemblea – incalza la presidente del Consiglio -, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente quel crimine universale che era la schiavitù, può tollerare che torni oggi sotto altre forme, che si continui a mercificare la vita umana, che vi siano donne portate in Europa a prostituirsi per ripagare debiti enormi contratti con i trafficanti, o uomini abbandonati nelle mani della criminalità organizzata?”.

“Davvero possiamo dire che sia solidarietà accogliere in via prioritaria non chi ne ha davvero diritto ma piuttosto chi ha i soldi per pagare questi trafficanti, e consentire ai trafficanti di stabilire chi abbia diritto a salvarsi? Io penso di no”, e per questo la premier ‘chiama’ le Nazioni unite a una “guerra globale i trafficanti di vite umane”.

Occorre “offrire un’alternativa seria al fenomeno della migrazione di massa, un’alternativa fatta di lavoro, formazione, opportunità nelle nazioni di provenienza, e percorsi di migrazione legale e concordata e dunque anche integrabile. Saremo i primi a dare il buon esempio con il ‘Piano Mattei per l’Africa’, un piano di cooperazione allo sviluppo che prende il nome di Enrico Mattei, un grande italiano che sapeva conciliare l’interesse nazionale italiano con il diritto degli stati partner a conoscere una stagione di sviluppo e progresso”, dice.

“Il punto centrale – prosegue – è che dobbiamo avere il coraggio di rimettere l’uomo, con i suoi diritti, al centro del nostro agire. Un principio apparentemente scontato, che tuttavia scontato non è più. Nazioni vengono invase, la ricchezza si concentra sempre di più, la povertà dilaga, si riaffaccia la schiavitù, tutto sembra voler mettere a repentaglio la sacralità dell’essere umano”.

Con l’Africa l’approccio è stato “spesso predatorio”, ora “occorre invertire la rotta”. “Il Processo di Roma, avviato a luglio con la Conferenza su Migrazioni e Sviluppo, abbiamo coinvolto le nazioni mediterranee e diverse nazioni africane su un processo che si snoda lungo due direttrici fondamentali – dice Meloni -: sconfiggere gli schiavisti del terzo millennio da un lato, e affrontare le cause alla base della migrazione dall’altro, con l’obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare, a non essere costretti a lasciare la propria casa, la propria famiglia, a recidere le proprie radici, trovando nella propria terra le condizioni necessarie a costruire la propria realizzazione”.

“Anche qui – va avanti la presidente del Consiglio – bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno. L’Africa non è un continente povero. E’ al contrario un continente ricco di risorse strategiche. Detiene la metà di quelle minerarie del mondo, tra cui abbondanti terre rare, e il 60% delle terre coltivabili, spesso inutilizzate. L’Africa non è un continente povero, ma è stato spesso, ed è, un continente sfruttato. Troppo spesso gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico. Occorre invertire la rotta. L’Italia vuole contribuire a creare un modello di cooperazione, capace di collaborare con le Nazioni africane affinché possano crescere e prosperare grazie alle risorse che possiedono. Una cooperazione da pari a pari, perché l’Africa non ha bisogno di carità, ma di essere messa in condizioni di competere ad armi pari, di investimenti strategici che leghino i destini delle nazioni con progetti reciprocamente vantaggiosi”.

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Migranti, Meloni a Guterres: “Serve impegno maggiore per Africa”

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Il segretario generale dell'Onu "ha condiviso in pieno l'approccio italiano nei confronti dell’Africa"


Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontra il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, presentando “le priorità della prossima presidenza italiana al G7”. Meloni “ha sottolineato la necessità di un impegno maggiore e coordinato a favore dell’Africa, evidenziando la possibilità che le crisi nel continente possano diventare delle opportunità di crescita”. Guterres “ha condiviso in pieno l’approccio italiano nei confronti dell’Africa ed ha espresso la propria disponibilità a collaborare con la Presidenza italiana del G7”, come rende noto Palazzo Chigi.

Il segretario generale ha, inoltre, “manifestato il proprio apprezzamento per il significativo contributo fornito dall’Italia all’Organizzazione in tutti i settori di attività ed ha, inoltre, ricordato il Vertice sui Sistemi Alimentari di Roma, definendolo un grande successo. Altro tema al centro della conversazione quello dell’Intelligenza artificiale e le prospettive di sviluppo, che garantiscano la centralità dell’uomo. Entrambi hanno convenuto di lavorare insieme su questo punto”.

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Migranti, l’idea di Biancofiore: “Un’isola artificiale nel Mediterraneo”

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La senatrice: "Potrebbe ospitare un hub di salvezza e di verifica se gli immigrati abbiano titolo a venire in Europa"

Michaela Biancofiore - Fotogramma

Un’isola artificiale nel Mar Mediterraneo. E’ la soluzione che la senatrice Michaela Biancofiore propone per la crisi legata agli sbarchi di migranti. “Benissimo quanto sta facendo la premier Meloni per fermare gli sbarchi di clandestini e per non far diventare l’Italia il campo profughi dell’Ue”, dice la presidente del gruppo Civici d’Italia, Noi Moderati, Coraggio Italia, Udc, Maie del Senato, durante la trasmissione de La Verità, ‘Dimmi la verità’.

“Dobbiamo imprimere una vera svolta al fenomeno migratorio impedendo che i clandestini arrivino sulle nostre coste che sono, ricordiamolo, i confini dell’Europa. Io ho una mia idea sulla fattispecie di quanto predisposta dall’Australia: penso che in accordo con l’Ue e l’Onu, vista la contrarietà alla giusta proposta Pomicino di hot spot sulle coste africane, sia necessario costruire immediatamente in acque internazionali un’isola artificiale nel Mediterraneo, una sorta di pit stop di approdo sulla fattispecie della famigerata isola delle Rose, dove realizzare un hub di accoglienza e salvezza, e di verifica se gli immigrati abbiano titolo a venire in Europa o siano clandestini”, aggiunge.

“Un po’ quanto ha suggerito anche la Grecia, un luogo neutro di cooperazione internazionale nel quale, di concerto con la Croce Rossa internazionale e altre associazioni umanitarie, ci si possa prendere cura di questi disperati, farli approdare senza lasciarli annegare ma allo stesso tempo gli si prendano le impronte per le identificazioni e per valutare il loro diritto a chiedere e ottenere asilo”, afferma ancora.

“Chi non ha i requisiti dovrà esser rimpatriato, come sottolineato dalla presidente von der Leyen. Si impedirebbe così il dramma di Lampedusa o Porto Empedocle o altri luoghi rivieraschi del nostro Paese o della Spagna, della Grecia, di Malta e così via”, conclude.

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Renzi: “Giorgia Meloni? Errore non andare al ricevimento di Biden”

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Il leader di Italia Viva a Stasera Italia: "Doveva rinviare la pizza con la figlia, se vuoi fare un piano Mattei serio parli con tutti e al ricevimento del presidente Usa ci vai"

“Il ricevimento che il presidente Usa da è un ricevimento a cui Giorgia Meloni ha sbagliato a non andare. Non c’entra nulla con l’immigrazione. Sarebbe stata buona creanza rimandare la pizza con la figlia e andare. Ai vertici internazionali se ti chiama il presidente Usa, ci si va. Ha sbagliato”. Così Matteo Renzi a Stasera Italia su Rete4.

“La destra ha usato parole sbrigative superficiali e populiste per affrontare un problema epocale come l’immigrazione. Ora se vuole fare un piano Mattei serio, bene. Ma si parla con tutti e al ricevimento di Biden ci vai”, ribadisce Renzi, che continua: “Giorgia Meloni sta perdendo la faccia. Non per quello che dice oggi ma per quello che ha detto negli ultimi dieci anni. Lei ha vinto le elezioni dicendo una cosa che non sta né in cielo né in terra: non hanno fatto il blocco navale, non hanno chiuso i porti ma hanno chiuso gli occhi. Gli sbarchi si sono moltiplicati”.

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Migranti, Schlein: “Da governo Meloni fallimento totale”

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Per la segretaria del Pd l'esecutivo ha "peggiorato le cose"

Elly Schlein (Fotogramma)

“Assistiamo al fallimento totale delle politiche del governo Meloni”. E’ quanto ha detto Elly Schlein alla festa dell’Unità a Spello, aggiungendo come “i nodi stiano venendo al pettine”. “Non solo abbiamo visto il dramma di Lampedusa, dopo che la destra per anni ha promesso di risolvere questa questione”. “Quando sono intervenuti hanno fatto un decreto disumano che peggiora le cose, hanno smantellato il sistema di accoglienza diffusa, hanno reso più difficile salvare le vite in mare, gli arrivi sono aumentati. Serve molta più serietà”.

Non solo sui migranti “vediamo il fallimento del governo Meloni, anche sulla manovra. Giorgetti ha scoperto oggi che non ci sono abbastanza fondi per aiutare famiglie e imprese” e “per la sanità”. Avevano promesso che avrebbero tagliato le accise e invece sono aumentate” dice Schlein. “Il Pd ha presentato oggi cinque proposte per affrontare il calo del potere di acquisto delle famiglie a partire da chi sta entrando a scuola, per garantire un vero accesso gratuito all’istruzione alle famiglie più fragili con supporti al trasporto pubblico. E poi bonus luce e gas e utilizzare l’extragettito del carburante a vantaggio dei più fragili. Dal governo risposte non ne sono arrivate e quando sono intervenuti con un decreto hanno aumentato la precarietà. Non è questo che merita questo Paese”.

“Il salario minimo è una assoluta priorità per il Pd e per le altre forze di opposizione”, sostiene Schlein, “che si sono unite su una proposta che chiede di rafforzare la contrattazione collettiva facendo valere per tutti i lavoratori di un settore la retribuzione prevista dal contratto firmato dalle organizzazioni più rappresentative”. “Continuiamo con questa battaglia, il governo ha preso tempo, ha rimpallato, cerca di distrarre con altre questioni e invece noi rimaniamo fermi al fianco di lavoratori e lavoratrici che ci raccontato di non riuscire a campare. Meritano un futuro migliore e noi ci batteremo per questo”.

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Tornano le ‘Pagine libere’, Salvini plaude a Ugl: “Abbiamo bisogno di sindacati non asserviti”

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Tornano le 'Pagine libere', Salvini plaude a Ugl:

“Sono contento che andate in direzione ostinata a e contraria, che andate su carta e non sul web. Il futuro è di chi anticipa il futuro”. Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, intervenendo a Roma alla presentazione della rivista ‘Pagine libere di azione sindacale’, che torna a essere pubblicata. “Quella passata al ministero -ha sottolineato- è una giornata che spero crei posti di lavoro, ogni cantiere che sblocchiamo sono migliaia di operai che portano a casa una stipendio.

Ora sono contento di stare qui” e relativamente al mondo sindacale “capisco quando qualcuno si siede al tavolo avendo già deciso di dire no, e quando qualcuno come l’Ugl ha una apertura mentale e curiosità, questo governo è stato scelto per stare cinque anni, abbiamo tempo di lavorare e organizzare”. “Abbiamo bisogno di sindacati liberi, anche dalla politica, queto governo non ha bisogno di sindacati ubbidienti, ma aperti”, ha sottolineato il leader della Lga. All’evento presenti anche il sindacalista a capo della Ugl, Francesco Paolo Capone, direttore responsabile dell’iniziativa editoriale e la giornalista Ada Fichera, direttore editoriale del nuovo bimestrale. Sul palco dei relatori anche il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri.

Spazio anche per la riflessione sul tema del salario minimo, tema su cui lo stesso senatore azzurro ha sottolineato “che chi è contrario non vuol dire che vuole la povertà dei salari, noi siamo per la contrattazione, per il ‘salario ricco’ come ha detto il vicepremier Tajani”. Il presidente della Commissione cultura della Camera, Federico Mollicone ha poi ricordato l’importanza di ridare vita a una rivista “con cui noi siamo cresciuti, è una grande emozione”.

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Giorgia Meloni salta il Consiglio di sicurezza Onu, Tajani al suo posto

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Cambio di programma in corsa per la presidente del Consiglio, impegnata in alcuni bilaterali e l'incontro a margine con Zelensky

Cambio di programma in corsa. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a quanto si apprende, non ha partecipato al Consiglio di sicurezza sulla crisi ucraina che ha visto l’intervento del presidente Volodymyr Zelensky, poi uscito prima del discorso del ministro degli Esteri russo Lavrov.

Al posto di Meloni, l’intervento del ministro agli Affari esteri Antonio Tajani. La premier, viene spiegato dalle stesse fonti, sarà impegnata in alcuni bilaterali, da qui la decisione di delegare Tajani.

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Giorgia Meloni a New York: pizza, spaghetti e selfie per la premier

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La presidente del Consiglio ieri al 'Ribalta' di Manhattan con staff e figlia

Giorgia Meloni - Fotogramma

E’ il tempio della pizza italiana a New York, alta, morbida ma anche croccante, in pieno stile napoletano. E’ la pizza di ‘Ribalta’, nella centralissima Union Square, a Manhattan, ieri sera con un’ospite d’eccezione tra i suoi avventori: la premier Giorgia Meloni, accompagnata dalla figlia Ginevra e dal suo staff. Pizza ma anche spaghettoni al pomodoro per la delegazione italiana, con selfie e chiacchiere per Meloni, riconosciuta da diversi avventori.

“Per noi un’occasione importantissima – dice Rosario Procino, il proprietario del locale tradizionalmente preso d’assalto dagli italiani – è sempre importante essere presi in considerazione per quel che facciamo, per il contributo che diamo al ‘made in Italy’, ci dà molto orgoglio. La nostra cucina, del resto, è una sorta di promozione del ‘made in Italy’, con una selezione sugli ingredienti” rigorosamente italiani. La presenza di Meloni ieri, tra i tavoli del locale, è per Procino una sorta di “riconoscimento di quel che facciamo, un momento di promozione per l’Italia: siamo un po’ come i primi ambasciatori” dell’Italia nel mondo, con una cucina invidiata in tutto il pianeta.

Meloni e i suoi “hanno preso la pizza, lei lo spaghettone al pomodoro, il piatto ‘must’ della casa. Diverse persone si sono avvicinate per chiedere un selfie, la sua presenza ha attirato l’attenzione, si sono avvicinati in molti per chiacchierare con lei, che è stata disponibile e sorridente con tutti”. ‘Ribalta’ non è nuova, del resto, ad ospitare personaggi di riguardo. “Nel 2014 c’era stato anche Renzi qui da noi” al tempo premier in carica, “il mese scorso il ministro Lollobrigida”.

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