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MioDottore presenta la più grande indagine su come medici e pazienti affrontano il tema della prevenzione in Italia

MioDottore presenta la più grande indagine su come medici e pazienti affrontano il tema della prevenzione in Italia

L’azienda ha esplorato le prospettive e le pratiche nella prevenzione medica. Risultato? Accurata analisi delle percezioni, abitudini e comportamenti di medici e pazienti

* 8 italiani su 10 non fanno prevenzione regolare

* Per la metà dei medici intervistati, i pazienti non sono abbastanza consapevoli dei rischi per mancata prevenzione

* il 71% pensa che il coinvolgimento dei pazienti attraverso l’uso di strumenti digitali potrebbe essere la svolta

* il 76% dei pazienti non si sente abbastanza stimolato dal medico di famiglia a partecipare a programmi preventivi, meglio con gli specialisti

* Medici e pazienti concordano che la scarsità di risorse economiche sia uno dei maggiori impedimenti

* Più della metà degli italiani desidera che il medico di famiglia dedichi loro più tempo durante le visite

* Le donne mostrano più attenzione alla salute, gli uomini hanno maggior difficoltà nel capire le racco-mandazioni dei medici

* Ginecologi, dermatologi e dentisti usano di più le tecnologie per comunicare con i loro pazienti

Roma, 31 gennaio 2024 – MioDottore, la piattaforma di riferimento in Italia e a livello mondiale per la prenotazione online di visite mediche appartenente al gruppo DocPlanner, rende noti i risultati dell’indagine* “Prevenzione: il punto di vista dei medici e dei pazienti” realizzata in collaborazione con la società di ricerca Datanalysis. Lo studio si è concentrato sull'analisi delle prospettive e delle pratiche legate alla prevenzione da parte di medici e pazienti, offrendo uno sguardo approfondito sulle loro percezioni, abitudini e atteggiamenti. Lo scopo di questa ricerca è quello di comprendere meglio come i professionisti medici promuovano la prevenzione, quali siano le opinioni dei medici sui loro assistiti e quali siano le attitudini, necessità e pareri dei pazienti.

I dati raccolti offrono una panoramica esaustiva delle dinamiche che circondano il concetto di prevenzione, evidenziando le differenze e le similitudini nelle prospettive di medici e pazienti. Questa indagine fornisce un quadro fondamentale per sviluppare strategie e interventi mirati a migliorare la consapevolezza e l'adesione alla prevenzione nella pratica medica e tra il pubblico.

Comunicazione verso il paziente: quali strumenti vengono usati e con quanta frequenza

Il 64% dei medici intervistati usa il metodo tradizionale, cioè quello di parlare direttamente con il proprio paziente, con un picco del 75% nelle Sud e nelle Isole. Affrontare il tema della prevenzione durante le visite non sembra però essere per tutti una buona pratica, infatti il 51% non lo fa sempre e dipende da quante volte incontra il suo assistito.

Nell’uso della tecnologie - come le piattaforme digitali o i social media - per dialogare con i pazienti, il nord Italia detiene lo scettro dei medici più virtuosi (42%) e in generale ginecologi (44%), dermatologi (40%) e dentisti (38%) sembrano essere i più inclini. Nonostante l’utilizzo di mezzi digitali, che favorisce un flusso d’informazione più mirato verso i pazienti, solo il 34% applica la regola di una comunicazione periodica effettuata attraverso questi strumenti (ogni 6 mesi o almeno 1 volta all’anno) per la gestione di avvisi o promemoria dedicati ai programmi preventivi. Il 70% dei medici del Sud e Isole lo fa solo quando si ricorda.

Prevenzione: la radiografia dei medici

Secondo i medici le azioni dei pazienti al seguito delle raccomandazioni sulla prevenzione risultano essere mediamen-te tiepide (63%), con un 26% che riscontra una tendenza addirittura ad ignorarle, con una più alta incidenza nelle spe-cializzazioni di ortopedia (37%), gastroenterologia (35%) e dermatologia (35%). Quando ascoltati, dichiarano di notare negli assistiti discreti miglioramenti nel cambio di abitudini (56%), soprattutto in ambito urologico e cardiologico. Tuttavia, in base alla media nazionale, un terzo dei medici evidenzia una totale mancanza di variazione.

Ma qual è il maggior ostacolo a sottoporsi ai programmi di prevenzione? Quasi la metà del corpo medico interpellato sostiene che i pazienti non siano sufficientemente consapevoli dei rischi che corrono se non si prendono cura di sé, seguito dal 17% che attribuisce questa carenza a questioni di tipo economico (21% nel Sud e Isole). La mancanza di tempo e l’interesse insufficiente (25%) sono le altre due motivazioni che pesano di più. Inoltre, per i ginecologi (28%) e i cardiologi (20%) la scarsa propensione ad avvicinarsi alla prevenzione è da attribuire alla paura di affrontare il tema.

Come agevolare il paziente: il punto di vista dei medici

Qual è l’elemento che potrebbe ottimizzare l’approccio medico-paziente per una migliore e più frequente prevenzio-ne? Per il 71% dei medici il coinvolgimento dei pazienti attraverso l’uso di strumenti digitali potrebbe essere la chiave e lo affermano con più forza gli urologi e i gastroenterologi. Il dato è seguito da un 26% che sostiene che andrebbero incrementate le risorse per promuovere maggiori iniziative in favore della prevenzione. Per motivare i pazienti è necessario anche trovare una forma di incentivazione. Il 38% degli intervistati dà maggiore peso ai contributi economici, in particolar modo i dentisti (45%), i cardiologi (40%) e gli oculisti (38%) mentre quasi un medico su tre pensa che rendere le procedure ai programmi di accesso più facili e rapide potrebbe essere una delle migliori soluzioni.

I pazienti non sempre comprendono, ma usano i canali digitali

L’87% dei medici sostiene che i pazienti hanno una comprensione parziale se non addirittura scarsa sui rischi associati a comportamenti non salutari, di questi il dato che fa più riflettere riguarda gli ortopedici (91%), i dermatologi (90%) e gli oculisti (89%). Questa rilevanza va di pari passo se si considera che, durante l’indagine, circa due terzi degli intervistati dichiara che le domande che vengono rivolte loro riguardano le malattie croniche e solo la restante parte riceve richieste di consigli per migliorare la propria salute o di informazioni su pratiche mediche come vaccinazioni o esami diagnostici. Tuttavia, i medici registrano una buona propensione dei pazienti ad utilizzare canali di comunicazione digitale come email, chat, messaggistica su piattaforme per chiedere consigli. Il 90% dei dottori dichiara di ricevere quesiti attraverso questi mezzi, senza significative differenze sul territorio italiano. Ginecologi, dentisti e cardiologi sono i più contattati tramite questi canali.

La Prevenzione vissuta dal lato dei pazienti: quanto dedicano alla cura

Dall’indagine emerge che i pazienti non fanno prevenzione in modo così regolare, infatti il 60% del campione totale dichiara di sottoporsi a controlli in modo occasionale, ogni due o 3 anni che se si somma a coloro che non lo fanno mai si raggiunge l’84%. Gli uomini sembrano essere meno attenti, il 35% lo fa raramente o mai, mentre le donne si curano con più costanza: l’87% fa visite o esami almeno una volta all’anno (23%) o ogni 2 o 3 anni (64%). Con una certa comprensione i 20enni e i 30enni si occupano raramente o mai di fare prevenzione, rispettivamente il 45% e il 32%. Della fascia più agée – over 70 - solo poco più del 30% partecipa a programmi preventivi con la corretta frequenza, cioè almeno una volta all’anno. Il 78% di coloro che afferma di prendersi cura di sé in modo sporadico o per nulla ha un’istruzione di livello medio-basso. Dove si informano i pazienti? Dalla media generale delle risposte il medico specialista viene considerato la fonte primaria (35%), sono soprattutto le donne a privilegiare questa risorsa (41%), gli over 70 (48%) e i lau-reati (41%). Della media nazionale del 21%, circa un terzo dei cittadini del Nord preferisce informarsi tramite Internet o Social Media, contro il 13% di coloro che abitano al Sud o nelle Isole. E all’interno dell’universo femminile ben il 27% usa questa come fonte primaria, così come il 35% dei ventenni. In questa ultima fascia d’età ci si rivolge inoltre con maggior frequenza ad un familiare o un amico per avere informazioni.

La gestione della prevenzione con il medico di famiglia

L’identikit della persona che discute più spesso con il proprio medico di famiglia su temi di prevenzione è donna, con istruzione superiore e over 50. Il 56% della totalità degli intervistati dichiara di affrontare qualche volta il tema con il proprio medico. Nel Sud del paese la tendenza diminuisce, il 24% della popolazione affronta raramente la questione, mentre l’universo femminile generale è più propenso (29%) e, come normale che sia, coloro che hanno superato il mezzo secolo d’età lo fanno con più frequenza. Inoltre, le persone che hanno un’istruzione medio-bassa hanno una propensione molto inferiore alla discussione. Sorprende in positivo il dato che riguarda i più giovani, il 66% dei 20enni e il 67% dei 30enni che qualche volta affrontano la prevenzione con il proprio dottore. Fa pensare invece un po’ in ne-gativo la situazione dei 40enni, il 75% discute poco o nulla.

Quanto i pazienti si sentono stimolati dal medico di famiglia a partecipare a pratiche preventive, come visite di routine o esami periodici? Solo il 24% degli intervistati ha risposto “molto attivamente” e quasi un 20% non si sente per nulla spronato. Quest’ultima percezione si conferma anche nelle fasce d’età più giovani (18/29 e 30/39) e se il livello d’istruzione del paziente è medio-bassa.

Inoltre, nell’indagine si è voluto approfondire l’aspetto della comprensione del paziente. Secondo gli intervistati quan-to sono chiare e comprensibili le raccomandazioni e le spiegazioni del medico di base sulla prevenzione? Purtroppo il 58% dichiara di comprendere a volte e il 20% raramente o mai. Il genere maschile mostra più difficoltà a capire rispetto a quello femminile, così come è naturale che salga all’81% la complessità per i più giovani (20enni) e al 70% per chi possiede un’istruzione medio-bassa.

La gestione della prevenzione con il medico specialista

Se invece l’interlocutore è il medico specialista, l’attitudine dei pazienti circa la prevenzione un po’ cambia. Per fortuna, solo il 9% dichiara di non toccare mai l’argomento durante le visite (contro il 19% del medico di base), mentre il 74% di coloro con istruzione medio-superiore lo fa sempre. Anche in questo caso le donne sono più partecipative, il 37% di loro affronta puntualmente l’argomento durante la visita (contro il 29% del medico di base) così come il 49% degli over 70. Come per il medico di famiglia anche nella relazione con lo specialista i 40enni discutono meno del tema, solo qualche volta o raramente (69%). Per coloro che hanno un’istruzione medio-bassa il dialogo con uno specialista invece incentiva di più il confronto. Ricordiamo che dall’indagine il medico specialista è la prima fonte di informazione.

Circa il sentirsi stimolati a intraprendere programmi di prevenzione, l’indagine non evidenzia un risultato generale nelle medie così differente rispetto all’esperienza che vivono con il medico di base. Le differenze oscillano di più a seconda dell’età. Sale il numero degli over 50 che afferma di sentirsi molto attivamente spronati dallo specialista (78% vs. 72% del medico di famiglia).

Per ciò che concerne la comprensione del paziente durante le visite specialistiche il livello della comprensione fa un buon passo in avanti. Il 35% dei partecipanti all’indagine dichiara di ricevere informazioni chiare (ben 14 punti percen-tuali in più rispetto ai medici di famiglia) e le donne mostrano di avere un maggior grado di intendimento. Un’analoga tendenza si riscontra per tutte le fasce d’età.

Come rendere il percorso di prevenzione più efficiente: parola ai pazienti

Nell’indagine è stato chiesto ai pazienti di fornire dei suggerimenti per migliorare la comunicazione tra loro e il medico. Il 58% sceglie come preferenza quella di avere la possibilità di poter passare più tempo con il dottore durante le visite di cui il 79% è over 70 e il 39% è laureato. La seconda alternativa (33%) è quella di poter usufruire di servizi digitali che rammentino loro di partecipare ai programmi di prevenzione. Di questo gruppo le fasce di età più giovani 18/29 anni (74%) e 30/39 anni (63%) hanno mostrato il maggior interesse. Ricordiamo che questa opzione è stata più fortemente appoggiata dai medici (71%). Inoltre, il percorso di prevenzione potrebbe diventare più efficiente se l’accessibilità e la facilità nell’ottenere i servizi fosse più agevole, infatti, per il 91% degli intervistati questo scoglio costituisce un problema che con l’andare dell’età diventa il più evidente (97% dei 60enni e 98% degli over 70) e per i 96% dei laureati. Questo tema era stato messo in luce anche dal 30% dei medici.

L’analisi termina con la domanda su quali barriere i cittadini percepiscono come principali impedimenti nel seguire le raccomandazioni sulla prevenzione. Le scarse risorse economiche svettano con il 34% in tendenza con quanto percepito anche dai medici, la mancanza di tempo (24%) è il secondo fattore che influenza i pazienti del Nord, l’assenza di sintomi (21%) è un elemento omogeneo sul territorio mentre la sfiducia nel personale medico è assai residuale (4%). Ciò che stride è apprendere invece come solo il 15% è stato attribuito alla mancanza di consapevolezza da parte dei pazienti, quando il 50% dei medici che ha partecipato a questa inchiesta ha individuato come maggior ostacolo alla prevenzione proprio la “mancanza di consapevolezza” delle persone.

E’ a disposizione la versione integrale dell’indagine. Per richiederla scrivere a: zoe.perna@napermultiedia.it

Scarica QUI le infografiche

*Indagine è stata condotta nel periodo dicembre 2023 | gennaio 2024 su un campione di 192 medici equamente distribuiti sul territorio italiano, divisi per specializzazioni e 800 pazienti equamente divisi per distribuzione geografica, genere, fa-scia d’età e scolarità.

MioDottore fa parte del Gruppo DocPlanner ed è la piattaforma leader in Italia dedicata alla sanità privata che connette i pazienti con medici specialisti, medici di medicina generale, centri medici e ospedali come IRCCS Humanitas, IEO, Istituto Auxologico Italiano, Ospedale San Raffaele, Ospedale Israelitico, Gruppo Mantova Salus, Gruppo GVM e Gruppo PSH. MioDottore offre ai pazienti uno spazio dove prenotare online visite mediche con medici specialisti e medici di medicina generale e recensire lo specialista più adatto alle proprie esigenze. Allo stesso tempo fornisce ai professionisti sanitari e ai centri medici utili strumenti per gestire il flusso di pazienti, migliorare l'efficienza e la propria presenza online e acquisire nuovi pazienti. Arrivato in Italia nel novembre 2015, ha già registrato numeri record con 2,5 milioni di prenotazioni al mese, oltre 8 milioni di visite mensili al portale e 300.000 dottori disponibili sulla piattaforma.

Sono parte di MioDottore anche il CRM TuoTempo, che permette a cliniche, ospedali, ambulatori e studi medici di gestire interamente il percorso digitale del paziente, e GIPO il software gestionale per strutture mediche n. 1 in Italia, che ad oggi gestisce oltre 1.500 centri medici.

Il Gruppo DocPlanner attualmente serve 90 milioni di pazienti e gestisce 18 milioni di prenotazioni ogni mese. Conta oltre 2 milioni di professionisti e circa 12 milioni di recensioni sui suoi siti in 13 paesi. L’azienda, fondata nel 2012 in Polonia, ad oggi si avvale di un team di 2.200 persone con sedi a Varsavia, Barcellona, Istanbul, Roma, Città del Messico, Monaco, Bologna e Curitiba.

Per ulteriori informazioni visitare il sito: https://www.miodottore.it/ 

 Contatti per la stampa

NAPER MULTIMEDIA | Zoe Perna | Tel. 333 2585959 | mail: zoe.perna@napermultimedia.it

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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I sistemi di sicurezza del gioco online: la tecnologia che...

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Milano, 28/03/2024 - Rivoluzione tecnologica sembrerebbe una delle espressioni più inflazionate. Eppure, quello che sta accadendo nella maggior parte dei settori è proprio questo: un restyling in favore delle tecnologie emergenti, che vengono applicate sempre di più e con grande successo in una moltitudine di mercati. Il mercato del gambling è uno di questi.

Un settore in continua evoluzione come quello dell’industria dei casinò online non può non ridefinire il proprio modus operandi per rendere più dinamica e coinvolgente l’esperienza di gioco degli utenti. Le modalità di gioco vengono trasformate, anche nell’ottica di garantire maggiore sicurezza ai giocatori. E tutto ciò non sarebbe possibile senza i progressi tecnologici che hanno investito – nel senso positivo del termine – il settore dei casinò online e delle scommesse online.

Tech e gioco online

Le innovazioni apportate dall’evoluzione della tecnologia permettono di offrire ai giocatori esperienze di gioco più immersive, realistiche e coinvolgenti e che solo i migliori bookmakers analizzati da Farantube.com e in possesso della licenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli permettono di vivere. Ecco le più incisive e produttive.

Realtà virtuale e aumentata

Fra le più grandi responsabili della rivoluzione del settore del gaming e del gambling ci sono la realtà virtuale e la realtà aumentata, due tecnologie che hanno apportato grande innovazione con la creazione di mondi 3D immersivi, primi fra tutti. Gli utenti hanno la possibilità di vivere esperienze molto simili al reale, come se si trovassero davvero dentro a un casinò.

L’esperienza di gioco è totalmente rivoluzionata, perché gli spazi dei casinò virtuali in cui navigano i giocatori diventano veri luoghi di socializzazione con altri utenti, con cui condividere il gioco in maniera dinamica e interattiva.

Anche se attualmente VR e AR sono due tecnologie con ancora dei limiti in termini economici (servono cuffie VR costose e hardware potenti), i progressi in campo tech permetteranno di consentire l’accessibilità a sempre più utenti.

Intelligenza artificiale

In ascesa è anche la famosa intelligenza artificiale, uno dei più importanti progressi tecnologici di quest’epoca. Applicati ai casinò online, gli algoritmi di intelligenza artificiale permettono di analizzare il comportamento di gioco e le preferenze dei giocatori, in modo da far vivere loro delle esperienze di gioco del tutto personalizzate. Migliorare la personalizzazione e l’esperienza è, infatti, un grande punto a favore di questa tecnologia, perché per giocare bene bisogna sentirsi a proprio agio, e per sentirsi così un giocatore ha bisogno di consigli e opzioni di gioco personalizzate.

Anche nella questione dell’assistenza clienti l’intelligenza artificiale si è rivelata maestra, perché con l’implementazione di chatbot e assistenti virtuali IA, il servizio clienti è diventato più immediato ed efficiente e tenderà a migliorarsi sempre di più, con grandi vantaggi nell’esperienza complessiva dell’utente.

Blockchain e criptovalute

Ma il potenziale delle innovazioni tech non poteva che essere impiegato in favore della sicurezza e della trasparenza. Vengono introdotte, così, la tecnologia blockchain e le criptovalute come metodo di pagamento, due modalità che offrono elevati livelli di sicurezza e trasparenza nelle transazioni finanziarie dei siti gambling.

Tra l’altro, su alcuni tipi di casinò, chiamati proprio casinò crypto, vengono utilizzate esclusivamente le criptovalute per le transazioni, uno strumento che offre ai giocatori un livello di anonimato più alto, con commissioni di transazione più basse e tempi di prelievo più rapidi, delle caratteristiche a cui è difficile rinunciare nel mondo del gioco online.

Internet delle cose

Il settore del gambling è stato raggiunto dall’Internet delle cose, meglio conosciuto come IoT, che permette di raccogliere informazioni sui comportamenti e sulle preferenze di gioco degli utenti di cui servirsene per migliorare il design e l’esperienza di gioco in generale.

Una grande opportunità per creare un gioco sempre più personalizzato, anche se, di contro, l’IoT appare ancora poco rigido per quanto riguarda la salvaguardia delle informazioni dei giocatori che si registrano presso casinò online che ricorrono all’IoT, intendendo la sicurezza dei dati e la protezione della privacy.

Gioco mobile

I dispositivi mobili hanno cambiato per sempre le abitudini delle persone. Anche nel caso della diffusione del gioco mobile, il settore del gioco online ha conosciuto una rivoluzione. Le tante applicazioni di casinò mobile e i siti web ottimizzati per device mobili danno la possibilità agli utenti di giocare in maniera flessibile e accessibile da qualsiasi luogo e propongono una selezione di giochi diversificata, garantendo una navigazione fluida e metodi di pagamento sicuri.

Grafica e design innovativo

I giocatori ormai vanno alla ricerca di esperienze di gioco più realistiche. Per questo i siti di gambling più all’avanguardia si sono muniti di una grafica avanzata e più simile al reale e un design di gioco immersivo, attraverso l’integrazione di immagini in HD, animazioni 3D ed effetti sonori autentici.

Dal canto loro, gli sviluppatori di giochi ricoprono un ruolo fondamentale in questa fase di crescita, perché devono tenersi costantemente aggiornati sulle nuove tecnologie e sui metodi di progettazione più innovativi per creare giochi dal grande impatto visivo e dal sicuro coinvolgimento.

Gioco online e sicurezza informatica

Come già accennato, garantire la sicurezza informatica è una delle principali priorità di qualsiasi operatore del settore del gaming e del gambling. Nei loro portali di gioco, infatti, vengono raccolti e gestiti i dati sensibili degli utenti, personali e finanziari, pertanto il settore ha l’obbligo di adottare misure di sicurezza più efficaci per la protezione dei dati e delle transazioni finanziarie dei giocatori, come la crittografia end-to-end, i firewall e i server sicuri.

Ma anche di adottare misure di contrasto alle minacce informatiche, prevedendo degli aggiornamenti a cadenza regolare dei protocolli di sicurezza e delle nuove minacce della cybersicurezza.

Gioco online responsabile

Di pari passo all’integrazione delle nuove tecnologie che permettono ai giocatori di vivere un’esperienza di gioco più sicura, procede la necessità e la responsabilità, da parte degli operatori del settore del gioco online, di adottare tutte le misure necessarie a promuovere il gioco responsabile. Al gioco possono accedere soltanto i maggiorenni, dunque bisogna prevenire il gioco minorile e l’accesso al gioco da parte di giocatori più fragili che hanno o possono sviluppare comportamenti problematici. Gli operatori devono garantire pratiche di gioco corrette e limitare qualsiasi rischio di sfociare nel gioco patologico.

L’impatto del tech sull’industria del gioco online

Ognuna di queste tecnologie innovative è necessaria a stabilire dei nuovi modelli di business e delle strategie operative più mirate dei portali di gioco online. Per trasformare l’esperienza dei giocatori, infatti, i casinò online devono esplorare nuovi orizzonti, raggiungere nuovi mercati, offrire tipologie di giochi sempre diverse e interessanti e operare nel modo più efficiente e sicuro possibile. Solo così si potrà dire che la tecnologia applicata al mondo del gambling avrà fatto un buon lavoro.

Per informazioni:

e-mail: info@farantube.com

Instagram: https://www.instagram.com/farantubesport/

Facebook: https://www.facebook.com/farantubeIT/

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Beatrice Lion, 28 anni, dopo 7 anni in azienda dichiarata...

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Beatrice Lion

Singapore 28/03/2024 – True Global Ventures è orgogliosa di annunciare la nomina di Beatrice Lion come nuova Amministratrice Delegata del suo gestore di fondi a Singapore. Questo traguardo è una testimonianza del notevole percorso di Beatrice, iniziato quando aveva 21 anni. La sua dedizione all'azienda come General Partner l’ha portata a essere membro del consiglio/osservatore in 4 società del portafoglio di True Global Ventures.

La collaborazione di Beatrice con True Global Ventures è iniziata nel 2017, quando è entrata a far parte di Innovator Founders Capital (IFC) 1,2,3, precedentemente nota come True Global Ventures 1,2,3. Il suo ruolo si è concentrato principalmente sullo sviluppo commerciale delle società del portafoglio e ha portato a risultati importanti tra cui quattro uscite di successo nel portafoglio di IFC, dimostrando la sua capacità visione strategica e competenza nell'esecuzione.

Nel 2018, sotto la guida di Beatrice, True Global Ventures ha richiesto e ottenuto la licenza di gestore di fondi di venture capital (VCFM), segnando un significativo balzo in avanti nel percorso dell'azienda e avviando il suo primo fondo regolamentato con Limited Partners (LP) esterni, un passo oltre ai fondi solo per partner. Questo periodo è stato caratterizzato da ampi sforzi educativi e da un lavoro innovativo nell'investire nell'equità della Blockchain e dell'IA, riflettendo la capacità di Beatrice di navigare attraverso paesaggi di raccolta fondi impegnativi.

Gli sforzi di Beatrice sono culminati nella coordinazione della chiusura di 113 milioni di USD per il TGV 4 Plus Base Fund nel 2021, seguita da una notevole prima chiusura di un Opportunity Fund da 146 milioni di USD a giugno 2022, segnando un notevole aumento dell'efficacia nella raccolta fondi sotto la sua guida.

Riflettendo sulla sua permanenza di quasi sette anni con True Global Ventures, Beatrice è stata determinante in vari segmenti della gestione del fondo di venture capital, comprese le exit strategies, la raccolta fondi, deal-sourcing e valore aggiunto, in particolare nei primi 18 mesi critici dell'investimento.

L'azienda dà il benvenuto anche a Frank Desvignes e Kelly Choo, come Direttori Esecutivi che sono ora a tempo pieno. Questo rafforza il team di leadership e l'impegno dei fondi verso l'innovazione, la crescita e le prestazioni. Dušan Stojanović ha ufficialmente ceduto il suo ruolo esecutivo in IFC 1,2,3 a Julian Marland, che ora si concentrerà a tempo pieno su IFC. Dušan ha anche rassegnato le dimissioni da tutti i comitati di investimento in IFC in modo da poter dedicare ancora più tempo a True Global Ventures 4 Plus (TGV 4) e True Global Ventures Opportunity Fund (TGV 5) come Direttore Esecutivo.

Insieme agli altri partner, Beatrice è pronta a guidare True Global Ventures verso nuove vette, spinta da una visione di un 2024 emozionante e trasformativo.

Beatrice Lion ha commentato: "Sono entusiasta di assumere il ruolo di CEO di True Global Ventures Fund manager. Questo viaggio, dall'essere un tecnofilo entusiasta delle nuove tecnologie a guidare un Venture Capital lungimirante, è stato incredibile. Sono grata per la fiducia, gli insegnamenti e l’opportunità di avere un impatto significativo insieme a un team dedicato. Ecco un futuro ricco di innovazione, crescita e successo."

Informazioni su True Global Ventures:

True Global Ventures è una società di venture capital di equità tecnologica globale con 2 fondi attivamente in fase di investimento: TGV 4 Plus Fund (Early Stage) e TGV Opportunity Fund (Late Stage) che investono in Serial Entrepreneurs. TGV è stato fondato da un gruppo di Serial Entrepreneurs con un solido track record di investimenti del proprio denaro, insieme a Limited Partners, in venture tech gestite da Serial Entrepreneurs. Le società del portafoglio sfruttano Blockchain e l'Intelligenza Artificiale (IA) come vantaggi competitivi per guidare il cambiamento con prodotti comprovati. TGV è presente in 20 città, tra cui Singapore, Hong Kong, Dubai, Londra, Stoccolma, Parigi, New York e San Francisco.

Contatti

Visita il sito web di TGV su https://www.tgv4plus.com/, e segui su LinkedIn e Twitter.

Per richieste dei media: info@trueglobalventures.com

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Il coaching di Ivana La Pira: trasformare vite con...

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Roma, 28 marzo 2024. Nel tessuto pulsante delle relazioni, lavorative e professionali, spesso si creano dinamiche avverse che rendono difficile la gestione del quotidiano con un effetto immediato sull’accumulo di stress e di conseguenza perdita di focus rispetto a tutto ciò che desideriamo. Dalla mancanza di orientamento, alla resistenza al cambiamento, assieme al timore di osare. Ivana La Pira, coach professionista e psicoterapeuta, ha deciso di dedicarsi a questo mondo, con la consapevolezza che attraverso il suo approccio al coaching, si possano plasmare non solo le strategie aziendali, ma anche le vite delle persone. Con più di vent'anni di esperienza maturata nel mondo aziendale e della crescita personale e con una solida formazione in psicoterapia, La Pira ha saputo coniugare l'anima pratica e orientata al risultato con un profondo rispetto per l'essere umano e i suoi bisogni. Il suo percorso di crescita professionale e personale ha raggiunto l'apice con il massimo livello di credenziale raggiunta a livello internazionale come coach professionista MCC per ICF International (la più grande organizzazione di coach professionisti al mondo) e con il lancio del corso di coaching, giunto alla 13ª edizione, “Coaching Mastery Basic e Advanced”,che ha già visto la trasformazione di un centinaio di clienti. Ma in cosa si distingue il metodo e l’approccio di La Pira? «Mi focalizzo sullo spingermi e spingere i miei clienti oltre le convenzioni, cercando di trasformare il coaching da mero strumento di sviluppo aziendale a una vera e propria palestra per la vita. Il mio approccio non si limita al mondo del business, ma si estende alla sfera personale, perché credo che il cambiamento debba partire dall'interno per manifestarsi all'esterno», sottolinea la coach. Parlando con lei, emergono chiaramente i pilastri del suo metodo: la personalizzazione, l'orientamento al risultato e soprattutto il coraggio di osare. «Il cambiamento più grande è superare la paura di agire e di realizzare il proprio potenziale», afferma con fermezza. E il suo lavoro non si limita ai confini geografici: grazie alla tecnologia, La Pira è in grado di raggiungere e assistere clienti ovunque, cancellando le barriere spaziali e aprendo le porte al cambiamento. Il coaching di La Pira si basa sull'abilità di fondere la concretezza delle azioni con la profondità dell'ascolto e della comprensione. «Non si tratta solo di trasformare le emozioni, ma di trasformare le azioni», spiega. E questo approccio pragmatico ha portato risultati tangibili: carriere sbloccate, team e aziende gestite con efficacia, obiettivi raggiunti e una maggiore consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità. Tuttavia, dietro il successo professionale di La Pira c'è una missione più profonda: quella di essere al servizio degli altri, per eccellere nella propria vita. «La parte che amo di più del mio lavoro è vedere i miei clienti realizzarsi pienamente», confida. E questo amore per l'umano traspare in ogni parola e azione, alimentando la fiducia dei suoi clienti e la sua stessa determinazione nel perseguire il cambiamento. In un mondo che spesso sembra dominato dall'incertezza e dalla paura, con il suo coaching La Pira non solo trasforma le strategie aziendali, ma soprattutto trasforma le vite, una persona alla volta, offrendo degli “strumenti” che possono essere applicati in vari aspetti della propria quotidianità.

Per Informazioni:

https://ivanalapira.com/

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Briatore e il tumore al cuore: malattia rara, spesso...

Queste neoplasie rappresentano lo 0,02% di tutti i tumori dell'uomo Il tumore benigno al cuore che ha colpito Flavio Briatore,...