Ciò che emerge dalla curva contagi della popolazione italiana è riscontrabile sul fronte scolastico. “La curva dei contagi nel mondo della scuola è funzione di quella generale. Quindi se i contagi in Italia crescono, sul fronte scolastico si verificherà un effetto di accumulo; se decrescono, la scuola ne avrà beneficio. C’è una proporzionalità diretta”. Ne parla con l’Adnkronos Marco Roccetti, ordinario di Scienza dei dati all’Università di Bologna che osserva: “la scommessa del governo italiano è che a fine mese la curva decada velocemente con beneficio della scuola, come avvenuto in Inghilterra. Ma noi, a differenza del governo inglese, abbiamo introdotto nel sistema, attraverso restrizioni e troppe norme nel tempo, ulteriori fenomeni che in teoria avrebbero dovuto rallentare la crescita della curva e che adesso, in caso di allentamento delle procedure, potrebbero al contrario interferire con l’andamento dei contagi”.
“Un fisico direbbe che in Inghilterra è stata effettuata una misurazione a fondo scala, cioè che si svolge naturalmente – spiega Roccetti – Noi per una serie di decisioni abbiamo invece introdotto ulteriori fenomeni che influiscono, come le restrizioni. Per questo la scommessa del governo italiano è basata su un po’ di azzardo in questo tentativo, mi pare, di imitare gli inglesi dove dai 220mila casi del 4 gennaio si è passati ai 93mila di martedì. In realtà non abbiamo alcuna certezza che da questa attività di circolazione eccessiva di omicron, non esca una nuova variante e questo è il primo azzardo tecnico- epidemiologico-matematico-statistico. Inoltre in Italia c’è un rischio: facendo ammalare tutti si blocca una nazione, perché il ritmo in cui ci si ammala non è lo stesso in cui si esce dalla malattia”.
Cosa c’è da aspettarsi dunque nel nostro Paese? “L’effetto plateau, cioè di stasi per qualche giorno sul picco, cosa che non si è verificata in Inghilterra dove la discesa è invece stata immediata e repentina”. Se poi in Italia tutto procede senza ostacoli “tra vaccinati e non contagiati ufficiali e asintomatici, che o non sanno o non dicono di esserlo, omicron dovrebbe nel giro di un mese dividersi per due o tre. Se ciò non avviene io mi preoccupo, vuol dire che c’è un nuovo fenomeno in corso – rileva il matematico – Stesso dicasi per la scuola. La previsione è che la curva delle classi in dad e dei contagiati tra professori e studenti sia funzionale alla curva generale” a cui “non fa bene questa isteria e schizofrenia. Misure non chiare, non facilmente applicabili e stabili nel tempo, secondo me influiscono”, magari rallentando l’arrivo dell’uscita dal picco.
(di Roberta Lanzara)

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