

Cronaca
Scuola, Ianniello (Rete studenti medi): “Ingresso 9.40 impedisce di vivere, noi gli unici sacrificati”
“Siamo gli unici a continuare a sacrificare la vita personale e sociale”. A gridare il disagio sono gli studenti che in questi giorni si stanno mobilitando per protestare contro l’ingresso alle 9.40. “Soprattutto a Roma ed in alcune città del Lazio, come Viterbo, Rieti e in particolare Civitavecchia dove “i ragazzi soffrono al liceo Marconi, al Guglielmotti, al Galilei. Oggi si sono riuniti al Marconi in duecento e hanno deciso di manifestare nel fine settimana contro orari che impediscono di vivere; trasporti malfunzionanti che gravano sui pendolari da Cerveteri e Cerenova”. Ne parla con l’Adnkronos Luca Ianniello, del nazionale della Rete degli studenti medi, che dice: “gli studenti non ce la fanno a tornare a casa alle 18 e poi a dover studiare”.
Anche nella Capitale il malcontento è diffuso: “Soprattuto a Roma est al liceo classico Kant, al Tullio Levi Civita perché il sistema dei trasporti è molto debole; nelle scuole vicino la stazione Termini come il Machiavelli, l’Albertelli, il Plinio frequentate da pendolari. Al momento è occupato l’Albertelli, ma lo sgomberano domani sera. Difficoltà grosse anche a Bufalotta e Talenti, al liceo scientifico statale Nomentano. Anche al liceo Vittoria Colonna, al Ghetto e così via…”, prosegue Ianniello.
“L’8 sono andati in Prefettura a chiedere l’eliminazione degli scaglionamenti o per lo meno la riduzione del margine tra le due fasce orarie – racconta – Il Prefetto non ci ha ricevuti. Abbiamo parlato con qualche funzionario e riscontrato mancanza di apertura. Ma in un mondo che torna alla normalità anche grazie a noi, che ci siamo vaccinati con sollecitudine, non ci possono trattare come l’anno scorso, chiedendoci un ulteriore sacrificio della nostra vita personale”.
(di Roberta Lanzara)
Cronaca
Alimenti, chef Colonna: “su farina insetti attenti a etichettature”

(Adnkronos) – “Attenti alle etichettature, impariamo a leggere e documentarci sull’immissione nel mercato delle farine di insetti, nuove sostanze, nuovi ingressi alimentari. Non so, a mio avviso, se il Paese, i cittadini ne sentissero realmente il bisogno”. E’ quanto ha dichiarato all’Adnkronos, dal suo buen retiro di Labico, lo chef Antonello Colonna commentando le regole per la vendita delle farine derivate da insetti, con scaffali separati ed etichette a caratteri cubitali.
“Non me la sento di condannare quanto deciso in sede europea, non vorrei sembrare provinciale e passatista – ha proseguito Colonna- Una decisione quasi in controtendenza con la scelta del governo di dare l’ok alla candidatura della cucina italiana come bene immateriale dell’Unesco. Grilli, vermi, larve, locuste per contrastare la carenza di cibo? – si domanda il grande chef- Una stupidità. Stanno facendo terrorismo psicologico. Ognuno vive di tradizioni, abitudini, cultura culinaria, soprattutto noi italiani. In fondo anche in questo settore il popolo è sovrano”.
“Ma aspettiamo qualche mese. Mi piacerebbe sapere quante persone hanno acquistato farina di insetti. Per farci cosa, quali piatti? Una stranezza, una curiosità, ma non per i turisti stranieri che affollano le nostre città d’arte, che chiedono nei ristoranti, per esempio, i nostri primi piatti tipici, dal riso allo zafferano alla carbonara, alle orecchiette con le cime di rapa. C’è un film che rappresenta, al meglio quello che oggi stiamo vivendo, ‘Un americano a Roma’ con un indimenticabile Alberto Sordi – ha concluso lo chef Colonna- L’estremizzazione della cucina, per un Paese come il nostro, ricco, variegato, diversificato, è sempre un rischio, più che una sfida”.
Cronaca
Cospito, il legale: “Smette sciopero con domiciliari o se liberano altri al 41 bis”

(Adnkronos) – Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso per protestare contro il regime del 41 bis, è pronto a terminare la sua protesta se gli venisse concesso “di tornare a casa” oppure se il tribunale di Sorveglianza “liberasse altri detenuti dal 41 bis” in particolare “persone anziane e malate che vogliono tornare a riabbracciare la propria moglie dopo 30 anni” di duro regime carcerario. Lo sostiene il difensore, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, al termine dell’udienza milanese sulla richiesta di differimento pena ai domiciliari a casa della sorella.
In sostanza Alfredo Cospito ha posto due condizioni parlando ai giudici della Sorveglianza, in modo più complesso a quelli di Milano ma poi anche ai giudici di Sassari (ai quali ha parlato in videoconferenza), smetterà lo sciopero se gli diranno sì ai domiciliari o è pronto a restare in carcere purché detenuti malati e anziani al 41 bis possano tornare alla vita.
“L’elemento di novità – spiega il difensore – è che ha subordinato il proseguo della sua protesta alla liberazione” di queste persone “che vi ostinate a tenere in carcere”. In cambio della loro liberazione sarebbe pronto dunque a interrompere il digiuno e a continuare a restare in carcere: sarebbe “un morire ugualmente, ma di spirito e di cuore” viste le privazioni dietro le sbarre.
L’ipotesi che il suo ‘scambio’ possa essere accettato sembra impossibile e l’avvocato sembra concordare che si tratta di una strada in salita ma ricorda che quella di Cospito “è una battaglia politica: è evidente, è una battaglia di avanzamento dell’umanità in questa fase storica”.
“Ha ribadito le sue ragioni, la sua battaglia per la vita, argomenti che ha sempre espresso nei mesi, è molto, molto, molto stanco e provato. Andando a casa interromperebbe lo sciopero della fame perché, a suo giudizio, potrebbe ricominciare quelle attività che lo hanno condotto a dire che questa non è vita, quindi potrebbe leggere, studiare, ricominciare, ragionare, scrivere, partecipare a progetti editoriali” spiega il legale. “La sua battaglia è quella: essere in salute non vuol dire mangiare, non sono un somaro per cui se mangio tanta erba sto bene, l’essere umano deve poter crescere intellettualmente e lo fa solo attraverso lo studio e la lettura, altrimenti non è vita” conclude il difensore.
“Questa situazione deve essere risolta, dopo gli articoli su Al Jazeera che mettono alla berlina l’Italia” per le condizioni a cui sottopone Alfredo Cospito, “è possibile che debba intervenire un’autorità internazionale per dire che l’Italia sta violando i diritti umani? È questa l’assurdità della vicenda”, afferma Rossi Albertini.
Il legale se la prende anche con la direzione sanitaria del reparto dell’ospedale San Paolo di Milano che avrebbe minimizzato l’ultimo episodio “dicendo che era un errore del tracciato della macchina, salvo che l’errore è avvenuto quando Cospito ha avuto la sintomatologia riconducibile a un infarto, un dolore al petto e al braccio, un episodio che mostra effettivamente il pericolo” che corre l’anarchico.
Cronaca
Torino, cieco recupera vista grazie ad autotrapianto: prima volta al mondo

(Adnkronos) – “Quando mi sono risvegliato e ho iniziato a vedere i contorni delle mie dita e della mano, è stato come nascere di nuovo”. La felicità traspare dalle prime parole di E. B., un uomo di 83 anni che vive in provincia di Torino. Due gravi e diverse patologie della vista l’avevano reso cieco da 6 anni: grazie a un eccezionale intervento, eseguito per la prima volta al mondo all’ospedale Molinette di Torino, il paziente è riuscito a recuperare la vista all’occhio destro che, già a due settimane dall’intervento (durato 4 ore), gli permette di riconoscere gli oggetti, i volti e di muoversi autonomamente.
Ad operarlo una équipe costituita dal professor Michele Reibaldi, direttore della Clinica oculistica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino ed esperto chirurgo retinico, e dal professor Vincenzo Sarnicola, presidente della Società italiana della cornea e della staminalità della superficie oculare (Sicsso) e consigliere del direttivo della Società italiana di scienze oftalmologiche (Siso), coadiuvato dalla collaboratrice Enrica Sarnicola.
Il paziente aveva perso da 30 anni la vista all’occhio sinistro per una cecità retinica irreversibile e, negli ultimi 10 anni, aveva progressivamente perso la funzione visiva anche dell’occhio destro, ma per una patologia cronica rara (pseudo pemfigoide oculare) che ha distrutto la cornea e purtroppo anche la superficie oculare. Negli ultimi anni l’occhio destro era stato sottoposto a due trapianti di cornea tradizionali a tutto spessore, entrambi falliti rapidamente per la mancata funzionalità della superficie oculare.
“Normalmente la cornea presenta un tasso di rigetto molto più basso rispetto ad altri organi vascolarizzati, ma in presenza di un’alterazione diffusa di tutta la superficie oculare, come nel caso del paziente, questo rischio diventa altissimo – spiega Sarnicola -. In particolare, un danneggiamento delle cellule staminali del limbus, la zona tra la cornea e la congiuntiva, determina il fallimento irreversibile del trapianto”.
Nell’intervento che ha restituito la vista all’uomo, per la prima volta al mondo è stato realizzato un autotrapianto dell’intera superficie oculare, prelevata dall’occhio sinistro, comprendente non solo la cornea, ma anche una parte di sclera e tutta la congiuntiva comprese le cellule staminali del limbus. “In estrema sintesi il paziente per problemi retinici aveva irrimediabilmente perso la funzionalità dell’occhio sinistro, mentre l’occhio destro aveva mantenuto una potenzialità di recupero che però si era rivelata vana con trapianti tradizionali – rimarca Reibaldi -. Abbiamo deciso di coinvolgere il professor Sarnicola perché notissimo nel mondo per aver proposto e realizzato tecniche alternative ai trapianti perforanti tradizionali”.
“L’intervento è stato eseguito prelevando dall’occhio sinistro, irrecuperabile dal punto di vista funzionale, ma con la cornea e la superficie oculare in buona salute, tutta la congiuntiva, tutta la cornea e due millimetri di sclera, in un unico pezzo – raccontano Reibaldi e Sarnicola -. In pratica un terzo dell’occhio sinistro è stato autotrapiantato nell’occhio destro, che quindi è stato ricostruito ed è tornato a vedere”.
“La vera novità consiste – precisa Sarnicola – nell’aver allargato il trapianto corneale all’intera superficie oculare, ai tessuti congiuntivo-sclerali, che giocano un ruolo fondamentale nel permettere il successo del trapianto in condizioni particolari, come nel caso del nostro paziente. Allo stesso tempo, l’occhio sinistro è stato ricostruito con tessuti da donatore solo a scopo estetico”.
“L’intervento è stato straordinario e dopo due settimane il paziente oggi ha ripreso a vedere e si muove autonomamente. Siamo molto emozionati e ci aspettiamo un successo duraturo nell’occhio destro, perché ricostruito con tessuti propri del paziente e quindi potenzialmente al riparo dai problemi di rigetto che hanno afflitto i precedenti trapianti”, concludono Reibaldi e Sarnicola. L’intervento potrà essere ripetuto in altri casi nelle stesse condizioni di questo primo paziente operato.
Cronaca
Aeronautica, in piazza del Popolo l’air force experience per il centenario

(Adnkronos) – Prende il via oggi in piazza del Popolo l’“Air Force Experience”, lo spazio espositivo che l’Aeronautica Militare ha allestito in occasione del Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare, il prossimo 28 marzo. Un villaggio aeronautico dove tutti potranno passeggiare tra i velivoli in mostra statica, con incontri formativi e d’intrattenimento, stand promozionali, simulatori ludici, proiezioni, esibizioni musicali e sportive che consentiranno a tutti di conoscere meglio l’Aeronautica Militare e vivere insieme il 100° compleanno dell’Arma Azzurra. L’esposizione rimarrà aperta fino al 29 marzo, tutti i giorni dalle 10 alle 20. (VIDEO)
“Un modo per ringraziare Roma per quello che ci offre, il miglior biglietto da visita che possiamo offrire ai curiosi e ai giovani che vorranno unirsi all’Aeronautica Militare” ha detto il Capo di Stato Maggiore, il generale Luca Goretti. I cittadini potranno accedere liberamente e vedere da vicino i velivoli su cui si fonda l’attività operativa della Forza Armata, come l’avanzatissimo caccia di quinta generazione F-35, l’Eurofighter che sorveglia i cieli italiani e dei Paesi alleati, l’MB-339A con la prestigiosa livrea delle Frecce Tricolori, il caccia Tornado e l’HH-139, elicottero versatile impiegato per la ricerca e soccorso.
Cronaca
G8 Genova, da Corte Appello Lione no a estradizione ex no global Vecchi

(Adnkronos) – Anche dalla Corte di Appello di Lione arriva un no all’estradizione di Vincenzo Vecchi, l’ex no global italiano ricercato per i fatti del G8 di Genova del 2001 e che era stato arrestato in Francia nell’agosto del 2019 dopo una latitanza di 8 anni. A riferirlo all’Adnkronos è il legale di Vecchi, Maxime Tessier al termine dell’udienza di oggi. Lo scorso 29 novembre la Corte di Cassazione francese aveva deciso di annullare la decisione sull’estradizione in Italia di Vecchi e di rinviare il caso nuovamente dinnanzi a una Corte di Appello, questa volta a Lione dopo Rennes e Angers. La Corte di Appello di Lione, infatti, ha dichiarato il Mandato di arresto europeo nei confronti di Vecchi “non applicabile e ha rifiutato l’estradizione in Italia”. La Corte, rileva Tessier, “ha dichiarato sproporzionata la pena e ha considerato il rischio per la sua vita privata e familiare nel caso in cui venisse estradato”.
Vecchi era stato condannato, con sentenza resa definitiva dalla Corte di Cassazione italiana il 13 luglio 2012, alla pena di 11 anni e 6 mesi per le violenze verificatesi durante il G8 di Genova. Aveva inoltre riportato una condanna a 4 anni di reclusione per alcuni scontri che hanno avuto luogo in occasione di una manifestazione antifascista a Milano nel marzo del 2006. Per quanto riguarda la condanna per i fatti di Milano è stato ritenuto in Francia che la pena era stata già scontata e quindi è decaduto uno dei due mandati europei. Vecchi, originario di Bergamo, vive attualmente a Rochefort-en-Terre, in Bretagna, da quando è stato scarcerato, ossia dal 15 novembre 2019. Prima del suo arresto lavorava da molti anni come imbianchino mentre adesso ha ritrovato un lavoro nella costruzione di alloggi ecologici a Questembert, sempre in Bretagna.
Il caso dell’ex no global Vecchi era già finito in Francia alla Cassazione. Dopo la decisione del novembre del 2019 della Corte di Appello di Rennes che aveva deciso la scarcerazione di Vecchi il Procuratore di Rennes era ricorso in Cassazione. Il 18 dicembre 2019 la Corte francese aveva annullato la sentenza del tribunale di Rennes che aveva ritenuto che la procedura nei confronti di Vecchi fosse nulla in quanto il Procuratore francese non aveva trasmesso alle autorità italiane il nome dell’avvocato italiano di Vecchi e questo, aveva stabilito la Corte, aveva portato un pregiudizio ai diritti della difesa. La Corte di Appello di Angers, invece, si è espressa nel merito della questione, cioè sulla regolarità del mandato di arresto europeo.
“A Lione ha prevalso il buon senso democratico e lo spirito della legge”. Ad affermarlo è il Comitato di sostegno dell’ex no global italiano Vincenzo Vecchi commentando la decisione della Corte di Appello di Lione che oggi ha deciso di respingere la richiesta di estradizione dell’autorità giudiziaria italiana.
“Dopo Rennes e Angers – sottolinea il Comitato di sostegno – è la terza volta che una Corte d’Appello si pronuncia con lo stesso verdetto! Ne siamo felici e orgogliosi. Ringraziamo i nostri avvocati e tutte le personalità, tutte le associazioni, tutti gli amici che ci hanno sostenuto. Questa decisione del tribunale deve ora essere confermata e definitiva”. Ora, rileva il Comitato di Sostegno, “chiediamo solennemente al Pubblico Ministero di non ricorrere in Cassazione, per porre così fine, in modo elegante e dignitoso, a questa delirante vicenda e permettere così a Vincenzo Vecchi di trovare una vita tranquilla nel Morbihan. Tre anni e otto mesi di vessazioni giudiziarie, possono anche bastare”.
Cronaca
Open Arms, Oscar Camps: “Da processo Salvini mi aspetto giustizia, basta disprezzo per vita”

(Adnkronos) – “Mi aspetto giustizia da questo processo. E che finalmente una volta per tutto cessi questo disprezzo per la vita a cui stiamo assistendo”. Lo ha detto Oscar Camps fondatore della Ong Open Arms che oggi testimonierà al processo che vede imputato il ministro Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. “Il problema reale è la mancanza di soccorsi in mare – dice ancora Camps – Come abbiamo visto nel 2016 e 2017, a partire dal 2018 tutto è cambiato. E’ cambiata la politica in Italia ma anche l’attitudine della Guardia costiera. Gli sbarchi umanitari (delle ong ndr) sono diventati nemici dell’Italia e sembra che noi siamo i responsabili di tutti i problemi del paese, ma la realtà è quella che c’è fuori”.
Poi su Cutro: “A nessuno piace avere 80 morti sulla soglia di casa, è un peccato, ma stiamo assistendo a un disprezzo per la vita come non c’era mai stato in Europa – ha dichiarato Oscar Camps – Non credo che dovremmo permettere che questo continui, tutte le vite sono importanti e meritano protezione in mare”.
“Tutti i convegni internazionali decidano ora che tutte le vite sono uguali. Questo non sta accadendo, piuttosto stiamo andando indietro rispetto agli accordi internazionali di diritto marittimo. Questo è gravissimo e deve finire, speriamo che la giustizia italiana ponga la parola fine a questa situazione”, ha concluso.
Cronaca
Consumatori: diffamò il Codacons, condannato Rosario Trefiletti (ex Federconsumatori)

(Adnkronos) –
Rosario Trefiletti, storico presidente di Federconsumatori, è stato condannato per diffamazione ai danni del Codacons e dovrà risarcire l’associazione con complessivi 5.545 euro. A deciderlo il Tribunale penale di Roma, che ha emesso una sentenza con cui dispone a carico di Trefiletti il pagamento di una multa e un risarcimento in favore del Codacons, oltre al pagamento delle spese legali. Lo comunica il Codacons. Al centro della vicenda una serie di tweet pubblicati nel 2015 da Rosario Trefiletti attraverso il suo account personale Twitter, nei quali l’ex rappresentante di Federconsumatori definiva il Codacons ‘Clonacons’, accusandolo di ‘clonare’ i comunicati stampa della sua associazione.
“Caso Volkswagen, è tornato il Clonacons, pensavamo fosse in Usa. Meglio, così quando clona evita di dire stupidate e di illudere i malcapitati”, scriveva ad esempio Trefiletti il 27 settembre 2015. O ancora, il 6 ottobre 2015: “Appena saputi i dati consumi di Natale e Trismo elaborati da federconsumatori, il Clonacons si è buttato a pesce: come al solito. Poveracci”. Ora il giudice del Tribunale di Roma, Alida Bracone, “ha riconosciuto tali tweet come palesemente diffamatori, smentendo le fantasiose tesi del Trefiletti e condannandolo “ìalla pena di euro 400 di multa, oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento del danno a favore della parte civile costituita Codacons da liquidarsi in separata sede, concedendo una provvisionale pari a euro 1.500, nonché alla rifusione delle spese sostenute dalla stessa parte civile, che liquida in complessivi euro 3.645”, fa sapere l’associazione.
“Ad ogni uscita del Codacons sui giornali nazionali, e soffrendo la massiccia presenza dell’associazione sui mass media, si abbandonava a deliranti e ingiustificati commenti diffamatori verso lo stesso Codacons, accusato di ‘clonare’ Federconsumatori e di avviare azioni legali e class action dannose per i cittadini”, spiega il Codacons all’Adnkronos. “Il Tribunale ha ora riconosciuto questi tweet come palesemente diffamatori, smentendo le fantasiose teorie di Trefiletti”.
Cronaca
Più operai nei cantieri sulla A19 Palermo-Catania

(Adnkronos) – Più operai nei cantieri sull’autostrada A19 Palermo-Catania. Da qualche giorno è notevolmente aumentato il numero di lavoratori lungo l’autostrada, che nei giorni è stata al centro di polemiche. Il Governatore siciliano Renato Schifani ha chiesto “con garbo istituzionale una figura commissariale per l’autostrada A19 Palermo-Catania”. “Ritengo che un commissario – aveva detto Schifani – senza necessità di poteri “modello Genova” perché si tratta di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, sia la figura che possa meglio vigilare sul rispetto dei tempi e sull’andamento dei lavori. Abbiamo necessità di accelerare e recuperare un gap che risale agli anni pregressi e risolvere un enorme problema che pesa come un macigno nel collegamento tra queste due aree metropolitane della Sicilia”. E a stretto giro di posta era arrivata la replica del ministro delle Infrastrutture e vice premier Matteo Salvini che ha aperto all’ipotesi di nominare un commissario per accelerare i cantieri lungo la A19, l’autostrada Palermo Catania. Salvini due giorni fa ha diramato una nota sul sito del Mit nella quale si dice “impegnato per accelerare i cantieri anche in Sicilia. Per questo in accordo con Regione e Anas, si sta ragionando sulla nomina di un commissario ad hoc per la A19”.
Sul miglioramento della rete viaria siciliana “abbiamo ingaggiato un confronto forte, ma corretto, con Anas che in merito all’autostrada Palermo-Catania ha cambiato il suo modo di porsi”, ha spiegato ancora il governatore siciliano, Renato Schifani che ha ricordato che “a giugno sarà formato un Accordo di programma con lo stanziamento di un miliardo di euro” per l’autostrada. Per i lavori “ci sarà un unico contraente che avrà la responsabilità anche dei tempi”. Nel frattempo sembra che ci sia stata una accelerazione nei lavori lungo l’autostrada.
Cronaca
Ucraina, Schiff lancia manifestazione per Kiev nella sua Mira

(Adnkronos) – Un’iniziativa per la pace in Ucraina, per far capire la tragedia della guerra ma anche un’occasione per trasmettere la bellezza della cultura ucraina, il senso di amore per il proprio Paese e l’unità del popolo ucraino. Giulia Schiff, l’ex allieva ufficiale dell’Aeronautica militare partita per l’Ucraina fin dall’inizio dell’invasione russa, spiega così all’Adnkronos cosa l’ha spinta a promuovere, con l’organizzazione ‘CloudWalker.fund’ da lei fondata, una manifestazione sabato 25 marzo, dalle ore 15 alle 17 in piazza Nove Martini a Mira, suo paese natale.
“Avrei potuto organizzare questa manifestazione a Roma o Milano, ma ho scelto Mira per dimostrare che mi sono trasferita in Ucraina ma non ho dimenticato le mie origini, la mia terra. Raccoglieremo aiuti umanitari in loco per i civili sul fronte di Kherson con il supporto dell’associazione di promozione sociale ‘La rondine'”, sottolinea Schiff, rientrata in Italia nei giorni scorsi per l’udienza del processo di Latina che la vede parte civile dopo che denunciò di essere stata vittima di nonnismo nel ‘battesimo del volo’, ma dall’inizio dell’invasione russa trasferitasi in Ucraina. Lì, dopo essersi arruolata come volontaria alla Legione Internazionale dell’intelligence ucraina, poi nel team Masada con l’esercito di Kiev e successivamente nelle Forze Speciali della Legione Internazionale, ha smesso di combattere per dedicarsi, insieme a Victor, che sposerà in Italia a Maggio, a missioni umanitarie e beneficenza.
“La manifestazione di Mira ha ottenuto il patrocinio del Comune – spiega Schiff – Il tema è la guerra, che non piace a nessuno tantomeno agli ucraini, costretti a subirla a causa di un’aggressione ingiustificabile”.
“Durante l’iniziativa ci sarà una sorta di spettacolo per offrire una rappresentazione visiva della guerra che speriamo aiuti a comprendere ciò che vivono tutti giorni gli ucraini”, anticipa. Sarà dato spazio a musica, poesia, arte: “Non vogliamo trasmettere l’agonia della guerra, ma la loro forza e coraggio e la bellezza della cultura ucraina. Profughi e personale dell’associazione Malve di Ucraina interverranno, reciteranno poesie e sarà esposto l’arazzo per l’Ucraina realizzato dall’artista ed attivista Sebastiano Furlotti”.
Il giorno dopo la manifestazione Schiff ripartirà per Dnipro: “Lì il nostro lavoro continua in concreto portando in prima linea beni di prima necessità che ci arrivano dall’Ucraina e dall’estero per i più bisognosi e gli amici e colleghi al fronte”. Tra i progetti anche quello di “aprire un centro di riabilitazione a Dnipro, un orfanotrofio e realizzare con un pulmino-ospedale, una sorta di clinica mobile”, conclude Schiff.
Cronaca
Marcia Pace, un centinaio le scuole che hanno aderito. Lotti ‘sarà una ‘assemblea in cammino”

(Adnkronos) – Una sorta di “assemblea in cammino” con migliaia di giovani, ragazzi, bambini con i loro insegnanti che “restituiranno” il lavoro e le attività di un anno. Questo in estrema sintesi lo spirito che animerà l’edizione 2023 della Marcia della Pace Perugia-Assisi “Trasformiamo il futuro!“, a cui hanno già aderito un centinaio di scuole con migliaia di studenti e studentesse, bambine e bambini, ragazzi e ragazze, insegnanti e dirigenti scolastici provenienti da ogni parte d’Italia. Insieme a loro ci saranno migliaia di cittadini e amministratori locali, giovani universitari e in servizio civile, educatori, famiglie che vogliono investire sui giovani e sulla loro formazione.
A raccontare all’Adnkronos lo spirito e l’idea della mobilitazione, che quest’anno si svolgerà il 21 maggio, Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace. “Abbiamo bisogno di investire sul serio e con determinazione sui nostri giovani, sui nostri ragazzi perché purtroppo li stiamo maltrattando. Abbiamo bisogno di dare a loro la possibilità di ricostruire una speranza, una fiducia in un futuro che è pieno di sfide, carico di tensioni, preoccupazioni, incertezze ma che è un loro diritto. Un diritto dei giovani che non può essere distrutto dal nostro pessimismo, dal nostro catastrofismo di adulti né può essere affidato a quel che sarà, alll’evoluzione imprevedibile degli eventi”.
“Quindi – spiega Lotti – abbiamo deciso che in questo momento così critico per il nostro Paese, per l’umanità intera bisognasse innanzitutto mettere a disposizione la Marcia Perugia-Assisi della formazione dei giovani. Già da agosto abbiamo quindi proposto alle scuole di lavorare ad un programma teso a sviluppare l’educazione alla pace e alla cura, alla loro formazione come persone capaci di ripudiare la guerra e di costruire la pace, di farsi ‘costruttori di pace’. La Marcia – sottolinea – sarà quindi per i ragazzi una grande occasione di restituzione del lavoro che hanno fatto e che stanno facendo in classe. A loro daremo la parola la stiamo costruendo quasi su misura dei partecipanti. Stiamo cercando di ascoltarli, insieme con i loro docenti, e poi di valorizzare quelli che saranno i risultati di questo lavoro”.
“Insomma – aggiunge – quella di quest’anno sarà una sorta di ‘assemblea in cammino’, una grande assemblea in cui tanti bambini, bambine, ragazze e ragazzi, universitari, giovani di tutte le età. Contiamo di riunire tutto il mondo dell’educazione per cercare di dare forza e sostegno a questo che è un investimento necessario e indispensabile. Lo faremo guardando al futuro. Lo slogan di questa marcia – ricorda Lotti – è ‘Trasformiamo il futuro’, e l’ambizione è quella di aiutare i nostri ragazzi ad aprire gli occhi sulle sfide ma anche attrezzarli per poterle affrontare e per poter cambiare questo futuro che al momento sembra abbastanza chiuso e fosco. Quindi metteremo al centro la realizzazione di un grande laboratorio di futuro”.
“I ragazzi – prosegue – porteranno i risultati del lavoro di quest’anno ma daremo anche avvio a quello dell’anno prossimo anche in vista del Summit for de future che le Nazioni Unite realizzeranno nel 2024 e che sarà una grande sfida per l’umanità intera perché con quello che sta succedendo c’è bisogno di cambiamenti profondi che sono tutt’altro che facili. Ovviamente è una marcia che si svolge in un contesto di guerra, in una realtà in cui le guerre, a partire da quella in Ucraina, si fanno ogni giorno più atroci e anche più minacciose e quindi manderemo il nostro appello anche alla politica, alle istituzioni affinché si impegnino per fermarla, sapendo che se non la fermiamo rischiamo davvero di esserne travolti”. .
Ad oggi le scuole che hanno aderito formalmente sono oltre una sessantina ma, precisa Lotti “sono quelle che hanno confermato la partecipazione ma mancano ancora due mesi e contiamo di raddoppiare almeno questo numero. Le iscrizioni sono ancora aperte, abbiamo costruito un laboratorio anche con gli insegnanti per cui c’è una rete che dialoga, che cerca di far tesoro di tutte le idee e le proposte che stanno venendo anche dal basso. Sarà una marcia unica, una sorta di grande evento molto diverso da quelli che abbiamo realizzato anche se si respirerà la stessa gioiosità che la Marcia Perugia Assisi ha sempre portato con sé pur dovendo affrontare drammi terribili”.
“Nel corso dell’anno – racconta Lotti – le scuole hanno lavorato non solo sulla marcia. Lo slogan che ha guidato questo programma si chiama “Per la Pace con la cura” che è il doppio slogan che ha guidato i percorsi educativi che sono stati realizzati. Stiamo parlando di scuole che vanno dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori presenti in tutte le regioni italiane e i percorsi che sono stati fatti hanno avuto due tappe particolarmente importanti: uno l’incontro con Papa Francesco che abbiamo realizzato il 28 novembre nell’Aula Nervi con 6mila studenti e insegnanti e poi la giornata della cura che abbiamo fatto il 1 marzo con 142 scuole di 19 regioni, oltre 80mila studenti coinvolti. A questo si aggiunge il lavoro che si sta facendo in 138 scuole che hanno adottato il ‘Quaderno degli esercizi di Pace’ che è uno strumento didattico per insegnare e imparare a fare la pace, partendo da noi, partendo dalla scuola”.
Ovviamente, sottolinea il coordinatore nazionale della Tavola della Pace “è molto difficile dire quanti ragazzi sono stati coinvolti nel progetto. Il nostro è un programma in continua crescita. Saranno comunque numeri molto significativi. Ad oggi sappiamo che saremo sicuramente tra i 5 e i 10mila studenti che parteciperanno. Sappiamo che da Olbia si stanno organizzando per venire in più di 200, da Palermo sono 150, da Catania sono altri 100, verranno dalla Puglia. Cito questi posti più lontani – spiega – da dove bisogna muoversi in nave o in aereo, poi ci sono i pulmann e ovviamente ognuna di queste azioni implica il coinvolgimento di tantissime persone, quindi penso sarà un evento significativo pur nei limiti delle energie di cui disponiamo. E sono le scuole come istituzioni che stanno organizzando la partecipazione, quindi – evidenzia – quelle giornate saranno giornate di scuola, di attività didattica, non è la gita. Molte scuole – conclude Lotti – arriveranno anche nei giorni precedenti, già adesso sappiamo che circa duemila/duemilacinquecento verranno già dal venerdì”.
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