Salute e Benessere
Patti (UniCt): “Italia leader in organizzazione cura...
Patti (UniCt): “Italia leader in organizzazione cura sclerosi multipla”
'Cladribina non aumenta rischio infezioni e la somministrazione orale migliora qualità di vita'
Dal punto di vista clinico, la valutazione terapeutica e, quindi, la capacità di offrire ai pazienti terapie in grado di rispondere ai loro bisogni a 360 gradi è un "punto cruciale, soprattutto nel momento in cui viviamo in un Paese evoluto per la cura della sclerosi multipla come l'Italia, che può offrire ai propri pazienti almeno 20 farmaci già utilizzati per il trattamento di questa malattia, e dispone di centri all'avanguardia per la diagnosi e la cura della sclerosi multipla. E' infatti importante sottolineare che l'Italia è leader nel mondo per quanto riguarda l'organizzazione della cura dei pazienti con questa patologia". Lo ha detto Francesco Patti, professore di Neurologia all'università di Catania, a margine dell'evento 'Space of care: as one for patients', organizzato a Milano da Merck e dedicato alle nuove frontiere terapeutiche per il trattamento della sclerosi multipla recidivante altamente attiva.
"In uno scenario così importante, avendo a disposizione molte soluzioni terapeutiche - sottolinea Patti - scegliere il farmaco più adatto al paziente, costituisce una grande opportunità. Soprattutto in relazione a quello che può essere il progetto e stile di vita del paziente, ad esempio il desiderio di creare una famiglia. Il farmaco cladribina ha un alto profilo di efficacia e un altissimo profilo di sicurezza".
Nel trattamento con cladribina, evidenzia lo specialista, "non vi è un aumentato rischio di infezioni e l'immuno-sorveglianza è alta perché l'effetto specifico sui sottotipi di cellule immunitarie è peculiare e non determina una riduzione delle immunoglobuline, come invece osserviamo quando esponiamo il paziente a terapie efficaci immuno-soppressive, ma con immunosoppressione continua". Cladribina, conclude Patti, offre un notevole vantaggio anche nella gestione della terapia, migliorando la qualità di vita del paziente "grazie alla sua somministrazione orale per pochi giorni a settimana in un arco totale di 2 anni, periodo in cui il paziente avrà eseguito esami diagnostici ed ematici. Avere a disposizione un farmaco con queste caratteristiche significa dare rilievo alla personalizzazione della cura e alla partecipazione del paziente".
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Covid Italia, Rt sotto soglia epidemica: dati ultima...
Il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità: Basilicata, Calabria e Bolzano non segnalano casi
L'Rt, l’indice di trasmissibilità Covid calcolato con dati aggiornati al 17 aprile, in Italia "risulta sotto la soglia epidemica, pari a 0,96 (0,79–1,15), in leggera diminuzione rispetto alla settimana precedente (Rt 1,01); l’incidenza di casi diagnosticati e segnalati (8-14 aprile) è pari a 0,82 casi per 100.000 abitanti, sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente; l’incidenza settimanale ha un andamento eterogeneo nelle diverse regioni e province rispetto alla settimana precedente. L’incidenza più elevata è stata riportata in Lombardia (1,6 casi per 100.000 abitanti), non sono stati segnalati casi dalle regioni Basilicata, Calabria e provincia autonoma di Bolzano. I dati delle ultime due settimane possono variare in quanto soggette a consolidamento". Lo evidenziano i dati del monitoraggio settimanale Covid dell'Istituto superiore di sanità (Iss).
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Malattie rare, Uniamo: “Con diario fari accesi su...
Scopinaro, "Vademecum per pazienti e specialisti che vogliono conoscere patologia misconosciuta"
“L’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è una malattia ultra-rara e di conseguenza molto poco conosciuta. Il fatto della rarità comporta anche che non ci sia una diagnosi appropriata e di conseguenza i pazienti devono attraversare un iter diagnostico che passa dal momento della comparsa dei primi sintomi a un'effettiva diagnosi che può tardare anche anni con una situazione di incertezza, di non comprensione, di frustrazione, a volte anche di rabbia”. Lo ha detto Annalisa Scopinaro, presidente Uniamo Federazione italiana malattie rare in occasione della presentazione del Diario “Una vita senza inverno” con storie di pazienti e caregiver nato da una iniziativa di Sanofi in collaborazione FB&Associati, e con il contributo di Cittadinanzattiva e Uniamo Federazione italiana malattie rare.
Il diario “è una sorta di vademecum - sottolinea Scopinaro - un libro a disposizione dei clinici che vogliono approfondire la patologia ma anche di altri pazienti che possono trovare una similitudine nelle storie che leggono e quindi avere poi il desiderio di unirsi in comunità perché sarebbe anche molto importante che queste persone potessero trovare una comunità di riferimento proprio per tutte le nuove diagnosi". Davvero, "mi auguro che questo diario, dedicato ad una patologia misconosciuta possa essere fonte di informazione per gli specialisti, di sensibilizzazione per tutti e di stimolo per le istituzioni per cercare, anche per queste persone, i migliori percorsi per rendere la loro vita meno difficile” conclude.
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Malattie rare, ematologa Sau: “Per anemia emolitica...
‘Diagnosi tardiva tra i 50 e i 70 anni ma esordio patologia avviene prima. Aspettativa vita pazienti ridotta per mancanza terapie’
“L'età in cui viene diagnosticata per la prima volta” l’anemia emolitica autoimmune da anticorpi freddi (Cad) è in genere “tra i 50 e 70 anni, ma probabilmente l'esordio” della malattia ultra-rara del sangue “avviene in età più giovanile”. La difficoltà nella diagnosi “ritarda la stessa e quindi abbiamo un'incidenza della malattia nella popolazione più anziana. L'aspettativa di vita dei pazienti con Cad è chiaramente ridotta soprattutto perché ancora oggi mancano terapie specifiche approvate”. Lo ha detto Antonella Sau del Dipartimento di Ematologia Ausl Pescara, intervenendo oggi a Roma alla presentazione di 'Una vita senza inverno', il diario che racconta il desiderio dei pazienti con Cad.
È una malattia “invalidante perché presenta sintomi che difficilmente possono essere curati – spiega l’ematologa – ovvero, astenia, debolezza, malessere generale. Inoltre, questi pazienti risultano essere molto più a rischio di eventi tromboembolici che mettono in pericolo la loro stessa vita”. Caratteristica della Cad è soprattutto “la fatica cronica che non è solo correlata al grado di anemia ma anche alla patogenesi della Cad, un’astenia profonda che rende difficile fare le normali attività quotidiane, compreso lavorare”. I paziente con Cad sono “stanchi, anemici, se si espongono al freddo hanno dei dolori anche lancinanti alle estremità di mani e piedi”, una condizione “che li costringe spesso anche a non uscire più di casa, se non nelle ore più calde” conclude.