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Ue, raggiunto accordo su Patto migranti e asilo

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Raggiunto l'accordo, nuove regole su gestione dei flussi e identificazione. Metsola: "Questo giorno passerà alla storia". Piantedosi: "Grande successo di Italia e Ue"

Migranti a Lampedusa - Afp

L'Unione Europea ha raggiunto un accordo sul Patto in materia di asilo e migrazione con nuove norme e regole sul tema. Il via libera di eurodeputati e governi Ue è arrivato durante il trilogo, il negoziato interistituzionale che dà la forma finale ai testi legislativi, comunica il Parlamento. I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno concordato la forma finale di cinque distinti regolamenti Ue, che stabiliscono come condividere la gestione dei flussi di asilo e migrazione tra gli Stati membri e cosa fare nel caso in cui scoppi una improvvisa crisi migratoria.

Cosa prevede il Patto: le misure

Le norme regolano anche come trattare le persone che arrivano alle frontiere esterne dell’Ue, il trattamento delle richieste di asilo e l’identificazione di coloro che arrivano. Tra l'altro, spiega l'Aula inserendolo tra i punti principali in testa al comunicato, migliorano le procedure di identificazione all'arrivo, "inclusi il riconoscimento facciale e le impronte digitali, che coprono i bambini dall'età di sei anni" in su.

Il nuovo regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione prevede la solidarietà obbligatoria per i Paesi dell’Ue riconosciuti come sotto pressione migratoria, consentendo agli altri Stati membri di scegliere tra il ricollocamento dei richiedenti asilo nel loro territorio e il versamento di contributi finanziari. E' quella che un tempo veniva chiamata solidarietà 'à la carte', cui l'Italia si è opposta per anni, spingendo per i ricollocamenti obbligatori, che però non sono mai passati in Consiglio.

Il testo determina nuovi criteri in base ai quali uno Stato membro è competente per l'esame delle domande di protezione internazionale (norme ex Dublino). Per rispondere all’improvviso aumento degli arrivi, la normativa relativa alle crisi e alle cause di forza maggiore istituisce un meccanismo per garantire solidarietà e misure a sostegno degli Stati membri che si trovano ad affrontare un afflusso eccezionale di migranti extra Ue che porta al "collasso" del sistema nazionale di asilo. Le norme riguardano anche la strumentalizzazione dei migranti, cioè quando questi ultimi vengono utilizzati da Paesi terzi o attori non statali ostili per destabilizzare l’Ue, come ha fatto la Bielorussia nei confronti della Polonia e la Russia nei confronti della Finlandia, e prevedono una possibile deroga temporanea alle procedure standard di asilo.

Secondo il nuovo regolamento sullo screening, le persone che non soddisfano le condizioni per entrare nell’Ue saranno soggette a una procedura di screening pre-ingresso, che comprende l’identificazione, la raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza, per un massimo di sette giorni. Verranno "prese in considerazione" le esigenze specifiche dei bambini e ogni Stato membro avrà un meccanismo di monitoraggio indipendente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali.

Il regolamento sulle procedure di asilo stabilisce una procedura comune in tutta l’Ue per concedere e revocare la protezione internazionale, sostituendo le diverse procedure nazionali. Il trattamento delle richieste di asilo dovrebbe essere più rapido (fino a sei mesi per una prima decisione), con limiti più brevi per le richieste manifestamente infondate o inammissibili e alle frontiere dell'Ue. Infine, la riforma di Eurodac mira a identificare in modo più efficace chi arriva nel territorio dell'Ue, aggiungendo alle impronte digitali le immagini del volto, anche per i bambini a partire dai sei anni. Le autorità potranno registrare se qualcuno potrebbe rappresentare una minaccia per la sicurezza, se la persona è violenta o armata illegalmente.

L’accordo provvisorio deve ora essere adottato formalmente dal Parlamento e dal Consiglio prima di poter diventare legge. I colegislatori si sono impegnati ad adottare la riforma delle norme dell’eE in materia di migrazione e asilo prima delle elezioni europee del giugno 2024.

Metsola: "Giorno che passerà alla storia"

"Il 20 dicembre 2023 passerà alla storia" come "il giorno in cui l’Ue ha raggiunto un accordo storico su una nuova serie di regole per gestire la migrazione e l’asilo", scriveva stamani la presidente del Parlamento Europeo via social. L’Europa, continua, "è riuscita a superare le difficoltà ancora una volta. Sono molto orgogliosa del fatto che con il patto su migrazione e asilo abbiamo mantenuto la parola e prodotto soluzioni".

Per Metsola, ha poi rimarcato, "oggi è un giorno davvero storico, poiché abbiamo realizzato il patto sulla migrazione e asilo, forse il pacchetto legislativo più importante di questo mandato. L’Europa avrà ora un quadro legislativo solido e uguale in tutti gli Stati membri, che funziona e che protegge, un approccio umano ed equo con coloro che cercano protezione" ma "fermo con coloro che non ne hanno diritto" e "forte con coloro che sfruttano i più vulnerabili".

La migrazione, rimarca Metsola, "è stata la preoccupazione numero uno sollevata dai cittadini di tutta l’Unione in occasione delle elezioni del 2019. Portare a compimento questo pacchetto prima della fine dell’anno è un enorme successo per il centro costruttivo ed europeista, in vista dell’inizio di un anno elettorale in Europa”.

"La migrazione è una sfida europea comune: la decisione di oggi ci consentirà di gestirla insieme", sottolinea quindi la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, via social, dopo il trilogo sul patto Ue.

"Tutti i pezzi stanno andando al loro posto. Abbiamo fatto una svolta sui cinque pilastri fondamentali del patto su migrazione e asilo", le parole del vicepresidente della Commissione Europea Margaritis Schinas, via social. "È stata una lunga strada per arrivare qui. Ma ce l'abbiamo fatta. L’Europa sta finalmente dando risultati in materia di migrazione", conclude.

"Abbiamo riportato al centro dell’agenda europea il tema migratorio e grazie alla capacità di trovare il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà siamo riusciti a portare avanti e concludere un negoziato che era fermo da anni. L’approvazione del Patto è un grande successo per l’Europa e per l’Italia che ora potrà contare su nuove regole per gestire i flussi migratori e contrastare i trafficanti di esseri umani". Cosìdichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo l’annuncio.

“Il Patto è il frutto di lunghe trattative in cui l’Italia ha sempre svolto un ruolo da protagonista per affermare una soluzione di equilibrio che non facesse più sentire soli i Paesi di frontiera dell’Ue, particolarmente esposti alla pressione migratoria”, ha proseguito il titolare del Viminale.

“Ringrazio i miei colleghi che durante gli incontri formali e informali, da ultimo a Bruxelles lo scorso 4 dicembre, hanno sempre apprezzato la posizione del nostro Paese che ha agito con l’obiettivo di dotare l’Europa di strumenti più efficaci, per superare il regolamento di Dublino e per gestire in una forma veramente solidale la sfida delle migrazioni”, ha concluso.

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Esteri

Israele attacca Iran, il raid nel giorno del compleanno di...

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La Guida suprema iraniana è nata il 19 aprile 1939

Il Grande Ayatollah Ali Khamenei - (Afp)

''Buon compleanno Khamenei''. Così diversi utenti sui social hanno commentato il fatto che il raid israeliano contro l'Iran, lanciato come rappresaglia per gli oltre trecento missili e droni iraniani lanciati verso Israele una settimana fa, sia stato sferrato nel giorno dell'85esimo compleanno del Grande Ayatollah Ali Khamenei, nato il 19 aprile del 1939.

Dopo l'attacco contro Israele, la Guida suprema della Repubblica islamica dell'Iran, condividendo su 'X' un video in cui si vedono droni sorvolare la Moschea di al-Aqsa, aveva avvertit che ''Gerusalemme sarà dei musulmani e i musulmani celebreranno la liberazione della Palestina''.

Funzionario Israele: "Raid lanciato per dimostrare a Iran capacità di colpire"

L'attacco israeliano contro il territorio iraniano aveva come obiettivo quello di ''mandare un segnale all'Iran che Israele ha la capacità di colpire all'interno del Paese'', ha dichiarato un funzionario israeliano al Washington Post, confermando che le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno condotto un raid all'interno dell'Iran.

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India, da oggi al voto con il debutto...

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Ecco i numeri della 'quasi' superpotenza economica che in un anno è passata dal nono al quinto posto tra le economie mondiali

La fila per il voto in India (Afp)

Narendra Modi si avvia secondo i pronostici della vigilia a conquistare un terzo mandato quinquennale da premier alle elezioni legislative che si terranno a partire da domani in India. Sotto la sua guida, il Paese potrebbe aspirare a diventare una superpotenza economica, presentarsi come una vera alternativa alla Cina per gli investitori, in un momento difficile per le relazioni tra Pechino e l'Occidente. L'India ha buoni rapporti con la maggior parte delle principali economie e sta corteggiando aggressivamente le grandi aziende per far aprire fabbriche nel Paese.

L'economia del Paese

Si tratta di una delle economie in più rapida crescita del mondo. Il Pil pro capite è salito del 55% tra il 2014 - anno in cui Modi è diventato premier - e il 2023. Il Paese è passato dal nono al quinto posto tra le economie mondiali nello stesso periodo di tempo. L'espansione sostenuta del paese spingerà l'India più in alto nei ranghi delle maggiori economie del mondo, passando secondo alcuni osservatori ad occupare il terzo posto dietro agli Stati Uniti e alla Cina entro il 2027.

Tuttavia le autorità indiane potrebbero fare molto di più per aumentare il prodotto interno lordo pro capite, indice del tenore di vita in base al quale il Paese si è classificato al 147esimo posto nel 2022, secondo la Banca Mondiale. Guido Cozzi, professore di macroeconomia all'Università di San Gallo in Svizzera, dice alla Cnn che con la crescita economica ci saranno "effetti a cascata sul Pil pro capite". Ma questo non garantisce "una riduzione delle disuguaglianze di reddito e potrebbero essere necessarie politiche che promuovano una crescita inclusiva". Proprio come la Cina più di tre decenni fa, l'India sta poi iniziando una massiccia trasformazione delle sue infrastrutture, con investimenti di miliardi per finanziare la costruzione di strade, porti, aeroporti e ferrovie. Nel frattempo, gli investitori privati stanno costruendo il più grande impianto di energia verde del mondo.

Secondo un rapporto del mese scorso dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro, gli indiani istruiti di età compresa tra i 15 e i 29 anni hanno maggiori probabilità di essere disoccupati rispetto a quelli senza alcuna istruzione". I tassi di disoccupazione giovanile in India sono ora superiori ai livelli globali. Il tasso di disoccupazione per i giovani indiani con una laurea era superiore al 29%, quasi nove volte superiore a quello di coloro che non sanno leggere o scrivere. "L'economia indiana non è stata in grado di creare abbastanza posti di lavoro remunerativi nei settori non agricoli per i nuovi giovani iscritti alla forza lavoro istruita, il che si riflette nell'alto e crescente tasso di disoccupazione", ha aggiunto.

I risultati sono immediatamente visibili, come confermano i numerosi cantieri aperti in tutto il Paese. L'India ha aggiunto quasi 55mila chilometri alla rete autostradale nazionale, con un aumento del 60% della sua lunghezza complessiva, tra il 2014 e il 2023. Negli ultimi anni, il paese ha anche creato una serie di piattaforme tecnologiche, infrastrutture pubbliche digitali, che hanno trasformato la vita e le imprese. Tra queste il programma di identificazione Aadhaar, che dal 2009 raccoglie i dati demografici e biometrici dei cittadini, considerato il più grande database biometrico del mondo e che ha anche aiutato il governo a risparmiare milioni riducendo la corruzione nelle iniziative di welfare. Un'altra piattaforma, l'Unified Payments Interface (Upi), consente agli utenti di effettuare pagamenti scansionando un codice Qr. È stato abbracciato dagli indiani di tutti i ceti sociali. Nel settembre 2023, citando un rapporto della Banca Mondiale, Modi ha affermato che grazie alla sua infrastruttura pubblica digitale "l'India ha raggiunto obiettivi di inclusione finanziaria in soli sei anni, che altrimenti avrebbero richiesto almeno 47 lunghi anni".

Il mercato azionario

L'entusiasmo per il potenziale di crescita dell'India si riflette nel suo mercato azionario, che ha raggiunto livelli record. Il valore delle società quotate nelle borse indiane ha superato i 4 trilioni di dollari alla fine dello scorso anno. L'India ha due principali borse: la National Stock Exchange of India (Nse) e la Bse, la più antica borsa dell'Asia precedentemente nota come Bombay Stock Exchange. Nuova Delhi sta infine cavalcando la ricerca di diversificazione nella catena di approvvigionamento che spinge le aziende internazionali a svolgere le loro operazioni lontano dalla Cina, dove hanno affrontato ostacoli durante la pandemia e sono minacciate dalle crescenti tensioni tra Pechino e Washington. La terza economia più grande dell'Asia ha lanciato un programma di incentivi del valore di 26 miliardi di dollari per attirare le aziende a produrre in 14 settori, che vanno dall'elettronica e dalle automobili ai prodotti farmaceutici e ai dispositivi medici.

Di conseguenza, alcune delle più grandi aziende del mondo, tra cui il fornitore di Apple (AAPL) Foxconn, stanno espandendo in modo significativo le loro operazioni in India. Il miliardario Elon Musk ha dichiarato la scorsa settimana su X che "non vede l'ora" di incontrare Modi in India, senza fornire una data. Il capo di Tesla (TSLA) dovrebbe annunciare presto un importante investimento in India, con la casa automobilistica che starebbe perlustrando il paese alla ricerca di un luogo adatto per la sua prima fabbrica asiatica al di fuori della Cina. Tuttavia, l'economia indiana, proprio come la sua democrazia, è tutt'altro che perfetta. Se rieletto, Modi dovrà affrontare l'enorme sfida di creare centinaia di milioni di posti di lavoro per una popolazione che rimane in gran parte povera. Con un'età media di 29 anni, l'India ha una delle popolazioni più giovani al mondo, ma non è ancora in grado di raccogliere i potenziali benefici economici dalla sua numerosa popolazione giovane.

L'uso dell'intelligenza artificiale

Anche l'intelligenza artificiale debutta fra gli strumenti, utilizzati nella campagna per le elezioni indiane, che si aprono oggi. Un messaggio personalizzato del premier Narendra Modi, indirizzato a singoli elettori, chiamati per nome, ma anche voci clonate sull'originale dei politici in telefonate che arrivano direttamente ai cittadini, gestite da chatbot come ChatGpt. Sono alcuni degli strumenti con cui l’intelligenza artificiale fa il debutto fra gli strumenti utilizzati nella campagna per le elezioni indiane che si aprono domani.

Il New York Times riporta le immagini di video 'personalizzati' di Modi, generati dall’intelligenza artificiale e condivisi su WhatsApp, in cui il primo ministro sembra rivolgersi direttamente ai singoli elettori. Il quotidiano ha quindi verificato la possibilità di replicare questo messaggio, scoprendo che un singolo laboratorio può creare - utilizzando un "algoritmo di clonazione" che studia l'audio, la cadenza e le intonazioni della voce del politico prescelto - fino a 10.000 video al giorno. Peraltro, si spiega, l'IA generativa può anche rimuovere le barriere linguistiche, il che è particolarmente utile in un paese linguisticamente diversificato.

Ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi: "India grande democrazia? Con Modi punto interrogativo"

L'India resta un grande Paese, ma non è detto che resterà una grande democrazia. Nel giorno della prima tornata elettorale nel gigante asiatico - dove da domani al primo giugno poco meno di un miliardo di elettori andrà a votare in 28 Stati federali e otto territori - l'ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Antonio Armellini, parla con l'Adnkronos dell'India di Narendra Modi, che si avvia al suo terzo mandato, dopo dieci anni già al governo.

Con il leader del Bjp "l'India è molto cambiata, è cresciuta economicamente, è migliorata al suo interno, il programma di investimenti sulle infrastrutture ha portato risultati e il sistema finanziario è stato ammodernato", riconosce Armellini. Che tra i 'meriti' cita "la presa sull'elettorato, che si è ampliato e non è più solo quello tradizionale del Bjp", il partito dei commercianti e degli imprenditori.

Parallelamente, osserva l'ex ambasciatore, "la stretta autoritaria del governo Modi è diventata sempre più opprimente, figlia di un controllo e di un meccanismo del consenso molto sofisticati", mentre l'opposizione divisa e frammentata "è in difficoltà nel trasmettere un qualche tipo di messaggio che possa essere recepito dagli elettori".

L'India cresce "ma crescono anche le diseguaglianze", sottolinea ancora Armellini, mentre si avvia a diventare "una democrazia autoritaria sempre più lontana dal modello che ne aveva fatto un unicum nel continente asiatico, una grande democrazia liberale, figlia del pensiero politico del 19esimo secolo, che aveva avuto anche Giuseppe Mazzini tra gli ispiratori della lotta per l'indipendenza". "L'India laica, tollerante, multietnica, rispettosa dello stato di diritto non è l'India di Modi, fortemente identitaria - ragiona l'ex ambasciatore -. L'India è un grande Paese, ma che resti una grande democrazia è un punto interrogativo".

Quanto alla politica estera di Nuova Delhi, che "ha una percezione di sé come grande potenza sullo stesso piano di Stati Uniti e Cina, il punto da cui partire è che l'India non ha alleanze, ma relazioni, è partner di molti, ma nel proprio interesse". Che è quello di "grande potenza autonomia con due punti di riferimento imprescindibili: il contrasto con la Cina e il conflitto con il Pakistan", spiega Armellini. E chi, "come a tratti cercano di fare gli Stati Uniti, pensa di poterla legare in una vera e propria alleanza, rischia di restare fortemente deluso". L'ex ambasciatore si dice, infine, convinto che Nuova Delhi abbia "una maggiore capacità di attrazione per diventare il punto di riferimento del Sud globale", in particolare rispetto a Pechino, che agli altri Paesi "richiede di schierarsi", laddove l'India ha un approccio meno identitario.

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Israele, attacco contro Iran: colpita base militare

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Secondo il New York Times, è stata colpita una base militare nell'area di Isfahan

Benmian Netanyahu

Israele ha sferrato l'attacco contro l'Iran oggi, in risposta all'offensiva lanciata da Teheran nella notte tra sabato e domenica scorsa. Secondo il New York Times, che cita 3 funzionari iraniani, è stata colpita una base militare nell'area di Isfahan. Il quotidiano statunitense cita le informazioni fornite da due fonti militari israeliane, che attribuiscono l'azione a Israele.

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