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Ue, Meloni: “Non semplice negoziato su Patto, impegno...

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Ue, Meloni: “Non semplice negoziato su Patto, impegno Italia”

La premier in Aula in vista del Consiglio Ue: "Io preferisco essere accusata di isolamento piuttosto che di aver svenduto l'Italia"

Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti (Fotogramma)

Sul Patto di stabilità "la trattativa è serrata, riteniamo che con la posizione italiana si stia difendendo il futuro dell'Europa, si stia facendo scudo, e faremo in modo di ottenere la migliore soluzione possibile". Così la premier Giorgia Meloni nelle sue repliche al dibattito alla Camera sulle comunicazioni in vista del Consiglio Ue del 14 e 15. "Non darò il mio assenso ad un Patto di stabilità che nessun governo, non solo il nostro, può rispettare - avverte - Io preferisco essere accusata di isolamento piuttosto che di aver svenduto l'Italia come è capitato ad altri".

E sul Mes ribadisce che "la questione va affrontata nel quadro d'insieme, chi vuole ratifica, sappia che io non sarò mai favorevole. Chi lo chiede ora non fa un favore all'Italia". Sul tema, aggiunge, "intendo seguire la volontà del Parlamento".

"L'Italia si è impegnata sulla ratifica del trattato con il favore delle tenebre, il giorno dopo che Conte si era dimesso", scandisce la premier rivolgendosi alla segretaria del Pd, Elly Schlein. "Conte - accusa - ha dato il via libera quando era in carica solo per gli affari correnti, l'ha fatto senza mandato parlamentare, senza dirlo agli italiani, con il favore delle tenebre".

La leader dem da parte sua in Aula ribadisce quanto già dichiarato ieri: "Non è possibile bloccare tutta Europa sul Mes, ratificare non vuole dire attivarlo. Se Meloni non lo sa spiegare dovrebbe cambiare mestiere". E incalza: "Sulla riforma del Patto di stabilità siete stati assenti e non avete fatto asse per antipatia con Paesi più simili alla nostra condizione e ora rischiate di accettare il ritorno a regole rigide".

"No attacco a Draghi ma al Pd"

Nella replica la premier ricorda "la foto di Draghi sul treno con Macron e Scholz. Per alcuni la politica estera è farsi fare qualche fotografia, anche quando a casa non si portava niente. Io penso che l'Europa sia a 27 Paesi e bisogna parlare con tutti. Io riesco a parlare con la Germania, la Francia e anche l'Ungheria, perché penso che questo sia fare il proprio mestiere...''. La ''politica è saper dialogare e saper dialogare con tutti... Questo serve a dare all'Italia un ruolo da protagonista e questo è possibile perché c'è qualcuno che sa dialogare''.

Poi a margine puntualizza: "Non è un attacco a Draghi ma al Partito Democratico, che come al solito pensa che tutto il lavoro che il presidente del Consiglio Draghi ha fatto si riassuma nella fotografia con Francia e Germania. Non è la foto con Macron e Scholz che determina il lavoro di Draghi. Lui non c’entra niente, anzi ho rispettato la sua fermezza di fronte alle difficoltà che aveva nella sua maggioranza. Il suo lavoro non si può risolvere in una fotografia accanto ai leader di Parigi e Berlino”.

"Era un attacco al Pd secondo il quale la politica estera è solo farsi le foto con Francia e Germania, quando invece questo governo rivendica l’abilità di riuscire a dialogare con tutti in Europa e anche a livello internazionale. L’intenzione non era certo quella di attaccare Draghi e ancora di meno di attaccare l’impulso che Draghi è riuscito a dare nel sostegno europeo all’Ucraina", rimarca ancora la presidente del Consiglio.

Le comunicazioni in Aula

Risultati sul fronte Pnrr, la trattativa sulla modifica del Patto di stabilità, passando per "i conti in regola" dell'Italia "Paese virtuoso", "al netto" della misura del superbonus, "che pesa come un macigno". E poi i "risultati record sul fronte dell'occupazione", lo spread "sotto controllo" e le "agenzie di rating" che "danno fiducia all'economia italiana". La premier fa il punto intervenendo in Aula alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo.

Patto di stabilità

"Il prossimo Consiglio Europeo del 13 e 14 dicembre arriva al termine di un anno complesso, che ha visto l'Unione europea nel suo complesso e i singoli Stati membri dover fronteggiare sfide e minacce esterne che ne hanno condizionato l'agenda e con le quali dobbiamo, e ancora dovremo fare i conti", dice la presidente del Consiglio.

"Come prevedibile - prosegue Meloni - l'appuntamento che ci apprestiamo a celebrare verterà in gran parte, ancora una volta, sui grandi temi dell'agenda internazionale. L'appuntamento di giovedì e venerdì a Bruxelles, preceduto da un importante vertice con i Paesi dei Balcani occidentali, ha al proprio ordine del giorno una serie di questioni cardine: l'aggressione russa dell'Ucraina, la crisi in Medio Oriente, l'allargamento dell'Unione Europea, l'attuazione della nuova politica migratoria Ue, la revisione del bilancio pluriennale per adattarlo alle sfide nuove con le quali ci confrontiamo".

"Ma mancherei di onestà intellettuale se non affrontassi per primo il tema che in questo momento vede maggiormente impegnata l'Italia e che avrà ricadute molto importanti sulla credibilità e sul futuro dell'Unione. Mi riferisco ovviamente alla riforma del Patto di stabilità e crescita, sul quale - rimarca la presidente del Consiglio - il governo è impegnato da mesi, in condizioni negoziali non semplici, nelle quali mai abbiamo smesso di perorare un approccio costruttivo e pragmatico, che consentisse finalmente di bilanciare l'elemento della solidità dei bilanci nazionali e sostenibilità dei loro debiti pubblici, con l'imprescindibile elemento della crescita e del sostegno agli investimenti", le parole della leader di Fratelli d'Italia.

E "a dispetto delle semplificazioni giornalistiche che spesso alimentano una contrapposizione tra i cosiddetti Paesi virtuosi e Paesi spreconi, tra frugali e spendaccioni, oggi la posizione negoziale dell'Italia parte da una base di credibilità e serietà che ci viene riconosciuta, grazie all'azione del nostro governo e a quella in particolare del ministro Giorgetti", dice in Aula la premier.

"Se nonostante una trattativa difficilissima siamo ancora in partita, e se l'accordo finale è stato posticipato - auspicabilmente - a una nuova riunione dell'Ecofin che verrà convocata proprio nei giorni successivi al Consiglio europeo con il mandato di chiudere l'accordo entro l'anno", rimarca Meloni, "è perché tutti a Bruxelles hanno capito che la posizione del governo non si basa sul classico 'tiriamo a campare' ma su una politica di bilancio seria e rigorosa che anche oggi voglio rivendicare".

"L'Italia non chiede una modifica delle regole per poter spendere senza freni, per sperperare risorse senza controllo, ma lo fa in quanto il contesto in cui ci troviamo ad operare è ancora un contesto eccezionale e sono quindi necessarie regole più adeguate alla situazione che stiamo vivendo", sottolinea la premier, parlando della trattativa sulla modifica del Patto di stabilità.

"Perché l'Italia", rivendica Meloni, "è una Nazione virtuosa: lo testimonia innanzitutto l'avanzo primario che, fatta eccezione per il periodo Covid e post Covid, ha quasi costantemente registrato un incremento dai primi anni 90 ad oggi. E dal 2024 torneremo di nuovo in una situazione di avanzo primario". Lo testimonia, secondo Meloni, "anche il nostro sistema pensionistico, tra i più equilibrati d'Europa".

"Su Pnrr risultati straordinari"

Inoltre, "grazie all'impegno encomiabile di tutto il governo, e del ministro Fitto in particolare, abbiamo registrato risultati straordinari sulla rimodulazione e l'attuazione del Pnrr, che oggi ci vengono riconosciuti dalla Commissione europea, dal Consiglio e da tutti gli analisti economici".

"Ricordo ancora quando, nei mesi della campagna elettorale", prosegue la presidente del Consiglio, "la nostra annunciata volontà di intervenire per revisionare un Piano nato in un quadro economico e geopolitico completamente diverso da quello attuale veniva derisa, derubricata ad annuncio velleitario o addirittura bollata come una scelta irresponsabile che avrebbe portato l'Italia con un piede fuori dall'Europa, messo a rischio la nostra credibilità internazionale e con essa i nostri conti pubblici. Con tenacia e perseveranza abbiamo dimostrato che si poteva fare, anzi permettetemelo - rimarca Meloni - si doveva fare ed è stato fatto".

"Rating ci danno fiducia"

Nel corso del suo intervento in Aula Meloni sottolinea che in questi mesi il governo è intervenuto "per ridurre le spese improduttive" e in tema di privatizzazioni, che "con questo governo mai diventeranno delle svendite". La presidente del Consiglio parla di "risultati record sul fronte dell'occupazione" in particolare "quella stabile". Lo spread è "sotto controllo" e le "agenzie di rating - di solito poco accomodanti - danno fiducia all'economia italiana", rivendica la premier.

Israele-Gaza

Nel passaggio dedicato al conflitto in Medio Oriente la presidente del Consiglio sottolinea: "L'Italia ribadisce la ferma condanna per gli attacchi terroristici di Hamas e diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto umanitario e internazionale". "Avevamo accolto con grande sollievo il temporaneo cessate il fuoco che ha consentito il rilascio di 105 civili", aggiunge, assicurando che "continuiamo a sostenere ogni azione possibile affinché ogni ostaggio nelle mani di Hamas venga rilasciato e per evitare rischi di ampliamento del conflitto". "Lavoriamo - sottolinea ancora - per una nuova tregua".

"È fondamentale in questa delicatissima fase inviare messaggi distensivi e spingere per un approccio responsabile che non alimenti le dinamiche del conflitto che avrebbe conseguenze inimmaginabili se si allargasse in una regione così strategica per l’Italia e per l’Unione Europea", afferma.

"In questo contesto, dobbiamo evitare che l’Autorità Palestinese si indebolisca ulteriormente. Si tratta infatti di un'entità essenziale per il dialogo post-bellico. È un imperativo rafforzare il nostro sostegno all’Autorità. La migliore risposta all’inaccettabile violenza di Hamas deve essere un nuovo impulso politico verso la soluzione dei due Stati. Dobbiamo garantire un orizzonte politico solido al popolo palestinese, insieme alla sicurezza per Israele", aggiunge.

Ucraina

Parlando dell'Ucraina, la premier dice che "continuare a opporci all'invasione russa dell'Ucraina è necessario, perché rappresenta una difesa della nostra democrazia". "Noi siamo e resteremo al fianco dell'Ucraina e sarà una delle priorità della presidenza italiana del G7", aggiunge la premier, ricordando che "dobbiamo continuare ad affrontare le conseguenze globali del conflitto".

"Io penso che l’Ucraina abbia già vinto questa guerra perché ha reso impossibile la conquista russa dell’intero territorio nazionale e lo ha fatto grazie ad un’incredibile dimostrazione di coraggio, grazie ad un’incredibile dimostrazione di amor di Patria, ma anche grazie al sostegno dei liberi popoli occidentali che non si sono rassegnati ad un futuro in mano ai despoti e ai tiranni".

Balcani

Quanto all'allargamento dell'Ue, ''il governo sostiene con convinzione i negoziati per l'ingresso in Europa di Ucraina e Moldova, condividiamo lo status di candidato della Georgia, sosteniamo fermamente il cammino europeo della Bosnia-Erzegovina''.

Italia-Albania

La premier torna poi sul "Protocollo tra Italia e Albania per la gestione dei flussi migratori che, insieme proprio al memorandum con la Tunisia, rappresenta quel 'valore aggiunto italiano' che vogliamo portare come ulteriore contributo al dibattito europeo". "Dispiace francamente che, anche in questo caso come già sulla Tunisia, molte delle voci stonate siano arrivate dall'Italia" e "dispiace e colpisce che si sia arrivati addirittura a paventare la richiesta di una espulsione del primo ministro albanese dal partito socialista europeo, evidentemente per alcuni italiani di sinistra aiutare l'Italia è una colpa. Qualcuno rema contro".

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Politica

Meloni in Libano: “Mondo in fiamme, evitare che...

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Visita del presidente del Consiglio ai militari italiani a Shama: "Riconoscenza per l'impegno a tutela di pace e sicurezza". E sottolinea: "La pace è deterrenza e impegno"

Meloni in Libano:

"Sono giorni difficili in medio oriente, in Europa, intere aree del paese si sono improvvisamente incendiate, dobbiamo fare tutto quello che possiamo per evitare il rischio" di propagazione delle fiamme "e voi siete parte di quello che noi possiamo fare, siete il fossato, la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l'incendio". Lo ha detto Giorgia Meloni, in visita a Shama ai contingenti militari italiani. "Quando c'è un incendio il rischio è sempre lo stesso" è quello che le fiamme volino troppo velocemente da un albero all'altro e che alla fine l'incendio non si riesca a domare", ha sottolineato il premier.

"Pace non con belle parole, è soprattutto deterrenza"

Secondo Meloni "la pace non si costruisce con i buoni sentimenti e con le belle parole la pace è soprattutto deterrenza, impegno è sacrificio. Non può esserci pace se non c'è anche rispetto e il rispetto che l'Italia è riuscita a costruire in nazioni e territori come questi". E "buona parte del nome che noi abbiamo in contesti come questo è costruito dal lavoro che voi fate ogni giorno". "L'Italia - aggiunge il premier rivolta ai militari italiani- deve essere consapevole di quello che garantite con i vostri sacrifici, perché non vedete i vostri figli crescere, non ci siete durante le feste quando la famiglia si ritrova si riunisce. Non ci siede per i vostri amici. Non ci siete per le vostre i vostri fidanzati, le vostre mogli, i vostri mariti rinunciate a tutto e rinunciate a tutto per costruire e garantire quella pace della quale in tanti soprattutto in questo momento si riempiono la bocca comodamente seduti sul divano di casa loro".

"Grazie a nome Italia per scelta indossare divisa"

"Sono qui soprattutto a dire grazie, dire grazie a nome dell'Italia per aver scelto di indossare la divisa, grazie per aver capito che indossare quella divisa significa sapere usare la testa e il cuore, per aver accettato di venire fino a qui in Libano, da decenni pezzo fondamentale della missione Unifil, in una terra culla di tante civiltà, per un tempo modello di convivenza". "Il Libano -sottolinea- riveste un ruolo fondamentare nel medio-oriente, voi lo sapete bene".

"Il giorno di Pasqua io sarò con la mia famiglia e voi no. E allora anche per questo sono qui, perché se è vero che la patria è una madre ed è vero, allora qualsiasi madre che possa farlo, se ha un figlio lontano, quando arrivano le feste lo raggiunge per dirgli la tua famiglia c'è, la tua famiglia è fiera di te". "E sono molto contenta di avere l'occasione di pranzare con voi oggi come fanno tutte le famiglie -aggiunge- . Per ricordarci che noi siamo tutti legati indipendentemente da quale sia il nostro compito, indipendentemente da quale sia il nostro ruolo, indipendentemente da quale sia la nostra mansione. Noi operiamo tutti per il buon nome della nostra famiglia".

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Politica

Luciano Canfora querelato da Meloni, udienza il 16 aprile:...

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Il giudizio del filologo e scrittore "sulle idee e sui sentimenti" della presidente del Consiglio – puntualizzano i firmatari nell'appello – va ricompreso nel legittimo esercizio della critica politica"

Luciano Canfora - (Fotogramma)

Circa 30 associazioni e organizzazioni e oltre 250 cittadini e cittadine hanno firmato un appello di solidarietà con Luciano Canfora, filologo e storico, professore emerito dell’Università di Bari, querelato per diffamazione da Giorgia Meloni in seguito alle espressioni da lui adoperate un anno fa durante un incontro con gli studenti in un liceo di Bari. Lo fanno sapere gli stessi firmatari in una nota dove si dà notizia che il prossimo 16 aprile sarà celebrata al Tribunale di Bari l’udienza predibattimentale della causa.

Il giudizio di Canfora "sulle idee e sui sentimenti di Meloni – puntualizzano i firmatari – va ricompreso nel legittimo esercizio della critica politica, e l’opinione da lui espressa in quella circostanza può essere discussa, non certo ritenuta del tutto infondata oppure motivata da una semplice volontà denigratoria". "Desideriamo manifestare la nostra piena solidarietà con Luciano Canfora – concludono i sottoscrittori del documento – non soltanto perché stimiamo profondamente la sua levatura di studioso, ammiriamo la sua indiscutibile onestà intellettuale e la sua passione civile, ma anche perché siamo consapevoli che il bersaglio ultimo dell’azione legale intrapresa da Meloni è il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero e di opinione".

Cosa ha detto Luciano Canfora

"Il termine 'neonazista' è un'altra cosa rispetto a 'nazista'", ha chiarito Canfora con l'Adnkronos riferendosi al significato dell'espressione rivolta alla premier e leader di Fratelli d'Italia definita una "neonazista nell'animo" e "schierata con i neonazisti ucraini". "Neonazista - spiega - è, ad esempio, l'atteggiamento di chi usa le navi da guerra per respingere i migranti. Si tratta di comportamenti piuttosto recenti di una dirigente politica che ha le sue idee, secondo me troppo forti, sul terreno fondamentalissimo della migrazione in atto nel Mediterraneo e su cui a suo tempo abbiamo sentito parole tremende".

Riguardo la possibilità di una querela da parte della Meloni, Canfora aveva affermato che "una valutazione politica in termini di metafora politologica non può costituire reato, qualunque giurista lo sa. Poi, da quando il Parlamento europeo ha proclamato una equiparazione tra nazismo e comunismo, i due termini sono stati sdoganati e sono diventati definizioni politiche. Se uno mi definisce comunista, che devo fare? Devo indignarmi? Devo querelare? Cerchiamo di ragionare in termini razionali e non emotivi. Le parole vanno apprezzate nella loro esattezza".

Chi ha firmato l'appello di solidarietà

Tra le organizzazioni, sottoscrivono il documento i sei comitati provinciali dell’Anpi pugliese, l’Arci Puglia e Bari-Bat, la Cgil Puglia e Camera del Lavoro metropolitana di Bari, Libera Puglia, la Fondazione Giuseppe Di Vagno, partiti politici e associazioni politico-culturali, le organizzazioni studentesche riunite a livello regionale nella Rete della Conoscenza. Tra le firme individuali compaiono il presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo, la segretaria regionale Cgil Gigia Bucci e il segretario della Camera del Lavoro di Bari Domenico Ficco, il presidente regionale Arci Francesco Digregorio, don Angelo Cassano, l’ex presidente della provincia Gianvito Mastroleo, il regista Carlo Bruni, l’ex sindaca Daniela Mazzucca, l’ex rettore Corrado Petrocelli, i docenti universitari Nicola Colaianni, Lea Durante, Luisa Giorgio, Domenico Mugnolo, Mario Spagnoletti, Ferdinando Pappalardo, Pasquale Voza, la coordinatrice dell’Osservatorio regionale sui neofascismi Antonella Morga.

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Politica

Salvini: “Serve tetto stranieri a scuola, massimo il...

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Il leader della Lega: "Altrimenti è un caos di lingue in classe"

Matteo Salvini

"Io penso che ci debba essere un tetto per gli stranieri nelle classi italiane, direi un 20%. Altrimenti è un caos di lingue in quella classe, penso anche all'insegnante, invece così può essere stimolante". Lo dice Matteo Salvini, leader della Lega, ospite di 'Porta a Porta', in onda oggi su Raiuno.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti tocca una serie di temi. Capitolo codice della strada: è previsto "il ritiro della patente per chi abbandona gli animali, è una questione di civiltà. Crei anche dei pericoli, e a volte cani e gatti sono migliori degli umani", dice.

A Cinque minuti, sempre ospite di Bruno Vespa, Salvini parla di elezioni europee: "Popolari, conservatori e sovranisti vorrei facessero la nuova commissione. Ma colei che ha creato i problemi, la von der Leyen, non può essere chi li risolve. Potrà essere la prima volta nella storia in cui si potrà avere un governo in Ue senza sinistra e senza guerrafondai". Il generale Roberto Vannacci si candiderà con la Lega? "Vannacci è stato linciato perché ha scritto un libro, noi pensiamo a una Europa dove c'è libertà di pensiero, mi piacerebbe che lui facesse parte della squadra della Lega".

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