Esteri
Russia, lunedì la sentenza del secondo processo contro Orlov
Russia, lunedì la sentenza del secondo processo contro Orlov
L'attivista che ha rinunciato a difendersi interverrà invece per l''ultima parola'. Rischia una condanna fino a tre anni di carcere
Si concluderà lunedì il secondo processo contro Oleg Orlov, esponente di spicco di Memorial e fra i fondatori dell'organizzazione per la difesa dei diritti umani e la ricostruzione della storia delle repressioni politiche del passato che era stata chiusa dalle autorità russe poche settimane prima dell'inizio dell'invasione dell'Ucraina. Attivista sin dai tempi dell'invasione sovietica dell'Afghanistan, Orlov, che ha quasi 71 anni, è la personalità più visibile non in carcere, in Russia, a continuare a denunciare il regime.
Il processo è in corso al tribunale Golovinsky di Mosca. Orlov, che è accusato di discredito reiterato delle forze militari con le aggravanti- che al primo processo non c'erano - delle motivazioni di ostilità e odio - e l'essere stato dichiarato nel frattempo 'agente straniero'- rischia una condanna fino a tre anni di carcere. L'accusa è basata su un articolo contro la guerra in Ucraina firmato nel novembre del 2022 per Mediapart in cui il regime viene paragonato a quello fascista, un paragone che, denuncia di chi ancora è impegnato per la difesa dei diritti umani in Russia, è sempre più preciso.
Alla prima udienza, lo scorso 16 febbraio - giorno in cui Alexsei Navalny è morto nella colonia penale in cui era detenuto - Orlov aveva rifiutato di difendersi e di chiamare testimoni e periti della difesa, in quello che considera come un processo ingiusto e per non mettere in difficoltà, dopo il suo inserimento nel registro degli 'agenti stranieri', chi sarebbe stato disposto a intervenire per lui, inclusa la sua avvocata. Ha letto alcuni passaggi del 'Processo' di Kafka. E si è riservato a intervenire lunedì per l''ultima parola', il discorso dell'imputato a conclusione del processo, occasione, nella storia delle repressioni in Urss come in Russia, per pronunciare un intervento politico oltre che di difesa di grande impatto.
Orlov era stato condannato per discredito delle forze armate russe e multato per 150mila rubli (1.500 dollari) lo scorso ottobre. Il tribunale della città di Mosca aveva poi rinviato il processo alla procura. All'inizio del mese gli era stata comunicata la nuova accusa. Dopo l'inizio della guerra due anni fa, era stato arrestato più volte per le sue proteste individuali nel centro di Mosca. Memorial ha ricevuto il Premio Nobel per la pace del 2022, insieme al Centro ucraino per le libertà civili e al difensore dei diritti umani della Bielorussia Ales Bialiatski.
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Ucraina, Crosetto: “Italia ha fornito tutto quello...
"Noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno"
"Noi domani avremo una incontro, una call, a cui presumo ci sarà lo stesso Zelensky, per fare il punto" sugli aiuti all'Ucraina. "Mi pare che l'Europa e l'Italia in particolare abbiano fornito in questo periodo tutto quello che riuscivano a dare". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo all'incontro promosso da PwC Italia in collaborazione con il gruppo editoriale Gedi, dal titolo 'Il ruolo della ricerca militare nello sviluppo economico italiano'.
"Il problema - ha spiegato - è che noi veniamo da 40 anni con l'idea che la difesa fosse qualcosa di cui non avevamo bisogno, che le scorte e gli investimenti per la difesa non servissero, per cui non abbiamo magazzini pieni con cui possiamo aiutare. Quello che potevamo dare fino ad adesso l'Italia lo ha dato quasi integralmente. La parte che non ha ancora dato la darà prossimamente", ha detto il ministro.
"Sono talmente arrabbiato che dico una cosa pubblicamente: l'Italia ha ordinato alcuni sistemi di difesa aerea Samp-T due anni fa, l'industria che ha la commessa mi dice che li consegnerà tra tre anni. Un ordine di Samp-T per la difesa italiana fatto due anni fa, l'industria mi dice che lo consegna tra tre anni", ha proseguito.
"Voi pensate che uno possa fare il ministro della difesa o difendere un Paese con questi tempi? Non riesco a capire come sia possibile metterci tre anni per costruire una qualunque cosa, anche la più complessa che esiste al mondo", ha osservato Crosetto, spiegando che il problema è che "noi abbiamo un'industria che si era tarata su una capacità produttiva in cui lo Stato fa l'appalto, dà i soldi, quando li dà si inizia a costruire e poi quando si riesce, si consegna. Invece viviamo tempi in cui avremmo bisogno delle cose subito". Il problema - ha riferito il ministro - "non è solo italiano, ma europeo. Lo ha anche il ministro francese, con cui stiamo facendo una battaglia a due".
A differenza di quanto accade in Europa, "in Russia, in Cina e in Iran alzano il telefono e l'azienda che prima faceva frigoriferi" viene convertita per la produzione della difesa. "Noi invece ci confrontiamo con regole costruite in tempi di pace e in tempi normali in tempi che non sono di pace e non sono normali".
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India al voto, Armellini: “Grande democrazia? Con...
L'ex ambasciatore a Nuova Delhi: "Il Paese è cresciuto, ma stretta autoritaria sempre più opprimente"
L'India resta un grande Paese, ma non è detto che resterà una grande democrazia. Alla vigilia della prima tornata elettorale nel gigante asiatico - dove da domani al primo giugno poco meno di un miliardo di elettori andrà a votare in 28 Stati federali e otto territori - l'ex ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Antonio Armellini, parla con l'Adnkronos dell'India di Narendra Modi, che si avvia al suo terzo mandato, dopo dieci anni già al governo.
Con il leader del Bjp "l'India è molto cambiata, è cresciuta economicamente, è migliorata al suo interno, il programma di investimenti sulle infrastrutture ha portato risultati ed il sistema finanziario è stato ammodernato", riconosce Armellini. Che tra i 'meriti' cita "la presa sull'elettorato, che si è ampliato e non è più solo quello tradizionale del Bjp", il partito dei commercianti e degli imprenditori.
Parallelamente, osserva l'ex ambasciatore, "la stretta autoritaria del governo Modi è diventata sempre più opprimente, figlia di un controllo e di un meccanismo del consenso molto sofisticati", mentre l'opposizione divisa e frammentata "è in difficoltà nel trasmettere un qualche tipo di messaggio che possa essere recepito dagli elettori".
L'India cresce "ma crescono anche le diseguaglianze", sottolinea ancora Armellini, mentre si avvia a diventare "una democrazia autoritaria sempre più lontana dal modello che ne aveva fatto un unicum nel continente asiatico, una grande democrazia liberale, figlia del pensiero politico del 19mo secolo, che aveva avuto anche Giuseppe Mazzini tra gli ispiratori della lotta per l'indipendenza". "L'India laica, tollerante, multietnica, rispettosa dello stato di diritto non è l'India di Modi, fortemente identitaria - ragiona l'ex ambasciatore - L'India è un grande Paese, ma che resti una grande democrazia è un punto interrogativo".
Quanto alla politica estera di Nuova Delhi, che "ha una percezione di sé come grande potenza sullo stesso piano di Stati Uniti e Cina, il punto da cui partire è che l'India non ha alleanze, ma relazioni, è partner di molti, ma nel proprio interesse". Che è quello di "grande potenza autonomia con due punti di riferimento imprescindibili: il contrasto con la Cina e il conflitto con il Pakistan", spiega Armellini. E chi, "come a tratti cercano di fare gli Stati Uniti, pensa di poterla legare in una vera e propria alleanza, rischia di restare fortemente deluso".
Infine l'ex ambasciatore si dice convinto che Nuova Delhi abbia "una maggiore capacità di attrazione per diventare il punto di riferimento del Sud globale", in particolare rispetto a Pechino, che agli altri Paesi "richiede di schierarsi", laddove l'India ha un approccio meno identitario.
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G7, Tajani: “Tutti insieme dobbiamo dare messaggio di...
Le parole del ministro degli Esteri al summit di Capri
"Tutti insieme credo che dobbiamo dare un messaggio di pace". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nel corso del G7 Esteri a Capri.