

Esteri
Russia, il mistero Kadyrov: voci su malattia e Mosca tace
Il leader ceceno, secondo Kiev, sarebbe gravemente malato. Lui smentisce con un video: quando è stato girato?

Ramzan Kadyrov è malato o sta bene? E’ in fin di vita o gode di ottima salute? Le sorti del leader della Cecenia sono al centro di voci e domande, tra news e smentite che viaggiano tra indiscrezioni di intelligence, annunci e video di difficile collocazione e datazione. Negli ultimi giorni, l’intelligence ucraina ha movimentato le acque facendo trapelare le informazioni relative alle condizioni preoccupanti del leader ceceno, gravemente malato e in particolare affetto da una patologia ai reni.
Kadyrov, che poche settimane fa aveva pubblicato un video che documentava un allenamento in palestra, nelle ultime ore ha diffuso un’altra clip: una passeggiata in un parco, sotto una pioggia rigeneratrice. Caso chiuso? No, affatto. Su Telegram, profili ucraini rilanciano immagini di una clinica di Mosca in cui il leader ceceno sarebbe ricoverato. Intanto, si sarebbero perse le tracce del suo medico. Ce n’è abbastanza per sollecitare il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. La risposta ufficiale di Mosca è laconica: nulla da dire su Kadyrov, nessun incontro tra il leader ceceno e il presidente russo Vladimir Putin.
In un quadro a tratti misterioso, è lecito domandarsi cosa cambierebbe con l’uscita di scena di Kadyrov, che finora ha garantito alla Russia un apporto anche nella guerra contro l’Ucraina. “La prolungata preoccupazione per la salute del capo della Repubblica cecena Ramzan Kadyrov nello spazio informativo russo evidenzia la dipendenza del presidente russo Vladimir Putin da Kadyrov per la stabilità in Cecenia”, è l’analisi dell’Institue for the study of war (Isw)
“Secondo quanto riferito – prosegue il think tank statunitense – la direzione principale dell’intelligence ucraina (Gur) ha confermato che Kadyrov era in coma il 15 settembre, suscitando voci sulla cattiva salute di Kadyrov tra i blogger russi e fonti interne. Kadyrov ha smentito le voci sulla sua salute in un video pubblicato il 17 settembre. La destabilizzazione del governo di Kadyrov in Cecenia sarebbe un duro colpo per il regime di Putin, in parte a causa di quanto centrale sia stato il ripristino della stabilità in Cecenia attraverso una guerra brutale e sanguinosa per la popolarità iniziale di Putin in Russia”.
“Kadyrov e altri funzionari russi – conclude l’Isw – potrebbero essere preoccupati che le continue voci sulla sua salute possano influenzare la stabilità a lungo termine del suo controllo, e per estensione di Putin, sulla Cecenia”.
Esteri
Emmanuel Macron, una fede per ogni mano: un regalo di Brigitte

Il presidente francese, come ha raccontato, non si separa mai da quegli anelli
Doppia fede per il presidente francese, Emmanuel Macron, una su ciascuna mano. Anelli da cui non si separa mai, dono di sua moglie Brigitte, della quale si è innamorato all’età di 15 anni, quando lei era la sua insegnante. E’ stato lo stesso Macron a raccontarlo. Una fede intrecciata, di tre ori, come si vede in diverse foto, anche ufficiali.
Esteri
Migranti Francia, Corte Ue contro respingimenti: “Usarli solo come extrema ratio”

La sentenza della Corte di Giustizia Ue, cui si è rivolto il Consiglio di Stato francese, boccia i respingimenti al confine in Francia

La Francia deve applicare la direttiva sui rimpatri, che prevede l’allontanamento forzato del migrante irregolare solo come extrema ratio, anche se ha ripristinato i controlli alle frontiere interne della zona Schengen. E’ quanto stabilisce una sentenza della Corte di Giustizia Ue, cui si è rivolto il Consiglio di Stato francese, per appurare se, quando uno Stato membro decide di ripristinare temporaneamente i controlli di frontiera alle frontiere interne, possa adottare nei confronti del cittadino di un Paese terzo, privo di un titolo di soggiorno valido, a un valico di frontiera situato nel suo territorio e in cui vengono effettuati i controlli, un provvedimento di respingimento sulla sola base del codice frontiere Schengen, senza dover rispettare le norme e le procedure previste dalla direttiva sui rimpatri.
Tutto nasce da un ricorso presentato da diverse associazioni, tra cui gli Avocats pour la défense des droits des étrangers (Adde), che hanno contestato davanti al Conseil d’État (Consiglio di Stato) francese la legittimità di un’ordinanza che ha modificato il Codice sull’ingresso e sul soggiorno degli stranieri e sul diritto d’asilo (Ceseda). La Corte precisa che solo eccezionalmente la direttiva rimpatri consente agli Stati membri di escludere i cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno nel loro territorio è irregolare dall’applicazione della direttiva. Qualsiasi cittadino di un Paese terzo il cui soggiorno è irregolare deve, di norma, essere oggetto di una decisione di rimpatrio. Tuttavia, l’interessato deve, in linea di principio, beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio. L’allontanamento forzato avviene solo “in ultima istanza”.
Per la Corte, in una situazione del genere, un provvedimento di respingimento può essere adottato sulla base del codice frontiere Schengen ma, per allontanare l’interessato, devono comunque essere rispettate le norme e le procedure previste dalla direttiva rimpatri, il che, riconosce la Corte, può “privare di una larga parte della sua utilità” il respingimento. La direttiva rimpatri si applica, in linea di principio, a partire dal momento in cui il cittadino di un Paese terzo, in seguito al suo ingresso irregolare nel territorio di uno Stato membro, è presente sul territorio irregolarmente, senza cioè soddisfare le condizioni d’ingresso, di soggiorno o di residenza. Questo vale anche qualora, come nell’ipotesi in esame, l’interessato sia stato sorpreso ad un valico di frontiera situato nel territorio dello Stato membro di cui trattasi. Una persona può infatti essere entrata nel territorio di uno Stato membro anche prima di aver attraversato un valico di frontiera.
Esteri
Ucraina, atteso annuncio Biden su nuovi aiuti militari. Attacco a Kiev: 7 feriti

Attacco missilistico anche contro la regione di Cherkasy. Zelensky alla Casa Bianca: atteso annuncio Biden su nuovi aiuti militari

Un incontro alla Casa Bianca con Joe Biden e colloqui al Congresso di Washington per Volodymyr Zelensky oggi, giovedì 21 settembre. Parlerà ai senatori americani, a Capitol Hill, dopo l’incontro con il presidente degli Stati Uniti. Biden in questa occasione dovrebbe annunciare nuovi aiuti militari dagli Usa all’Ucraina, teatro dell’invasione della Russia il 24 febbraio dello scorso anno. E’ quanto si legge sul Guardian che cita un funzionario americano coperto da anonimato.
Intanto i carri armati Abrams promessi da Washington a Kiev saranno presto consegnati a destinazione, ha annunciato nei giorni scorsi il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin in una riunione del gruppo di contatto sull’Ucraina in Germania. “Sono lieto di annunciare che i carri armati M1 Abrams precedentemente promessi agli Stati Uniti saranno presto in Ucraina”, ha aggiunto Austin .
Sul fronte della cronaca della guerra, il sindaco di Kiev Vitali Klitschko ha reso noto attraverso il suo canale Telegram che un 18enne e una bambina di 9 anni sono stati portati in ospedale dopo che la Russia ha lanciato un attacco missilistico contro Kiev nelle prime ore di oggi. Altre cinque persone sono state ferite nel distretto Darnytskyi di Kiev dopo che i detriti dei razzi hanno causato un incendio in una stazione di servizio e hanno frantumato le finestre di un edificio a due piani.
Diverse esplosioni sono state udite anche nei quartieri Holosiivskyi della città e i soccorritori sono stati inviati anche nei quartieri Sviatoshynskyi e Shevchenkivskyi. In precedenza, l’aeronautica militare aveva avvertito che la Russia aveva lanciato missili da crociera verso l’oblast di Kiev e altre regioni. Sono state segnalate esplosioni anche a Kharkiv e Rivne.
La Russia ha inoltre lanciato un attacco missilistico contro la regione di Cherkasy, danneggiando un edificio pubblico. Cinque persone sono rimaste ferite e almeno un’altra persona è ancora sotto le macerie. Lo ha riferito il governatore regionale Ihor Taburets tramite il suo canale ufficiale Telegram.
Il ministero della Difesa russo ha annunciato che nella Crimea occupata dai russi si è verificato un attacco di droni su larga scala e ha aggiunto di aver abbattuto finora 19 droni e che si sono sentite esplosioni a Novofedorivka, Saky, Yevpatoriya, Dzhankoi e Balaklava. Fonti russe hanno precedentemente riferito su Telegram degli attacchi, sostenendo che un gran numero di droni stavano colpendo obiettivi in tutto il territorio. I dettagli sono in via di sviluppo, ma i video caricati sui social media mostrano esplosioni e il suono dei droni, mentre sarebbero state registrate oltre 20 esplosioni in diverse città della penisola.
La Crimea ospita una serie di installazioni militari russe che sono state sempre più attaccate mentre l’Ucraina cerca di degradare la logistica e le attrezzature russe. Il Servizio di sicurezza ucraino ha riferito all’Ukrainska Pravda che gli attacchi contro il quartier generale della flotta russa del Mar Nero vicino a Sebastopoli ieri hanno distrutto personale e attrezzature militari.
Esteri
Migranti Lampedusa, Frontex rafforza sostegno all’Italia: le misure

L'Agenzia europea raddoppierà il numero di ore di volo dei suoi aerei sul Mediterraneo centrale e ha offerto altre immagini satellitari delle principali aree di partenza dalla Tunisia

Frontex rafforza il suo sostegno all’Italia per aiutarla a fare fronte all’impennata di arrivi a Lampedusa. In una nota, l’Agenzia europea per le frontiere esterne ha fatto sapere che raddoppierà il numero di ore di volo dei suoi aerei che monitorano il Mediterraneo centrale e ha offerto ulteriori immagini satellitari delle principali aree di partenza dei migranti dalla Tunisia. Queste misure permetteranno alle autorità italiane di monitorare meglio i mari e supporteranno eventuali operazioni di ricerca e salvataggio.
Non solo: l’agenzia ha offerto un ulteriore supporto per la registrazione e l’identificazione dei migranti, inviando squadre mobili per la migrazione, composte da circa 30 esperti, nelle città di Reggio Calabria e Messina, dove molti dei migranti sono stati trasferiti.
“Stiamo collaborando attivamente con le autorità italiane e siamo pronti a rafforzare il nostro sostegno. Questa non è solo una sfida italiana, ma una sfida collettiva per l’Europa. Insieme, ci assumiamo la responsabilità condivisa di salvaguardare le frontiere esterne dell’Ue”, ha dichiarato il direttore esecutivo di Frontex Hans Leijtens.
Esteri
Tajani all’Onu: “Italia con Ucraina, a Zaporizhzhia rischio nuova Chernobyl”

Il ministro degli Esteri: "Serve un Consiglio di sicurezza più rappresentativo e inclusivo"

“La posizione del governo italiano guidato dal primo ministro Giorgia Meloni sull’aggressione russa all’Ucraina è chiara e molto nota: siamo dalla parte dell’Ucraina, un popolo invaso che lotta per difendere la propria libertà e sovranità. Tutti subiamo le conseguenze di questa guerra che come un domino ha colpito le nostre società: crisi energetica, aumento dei prezzi delle materie prime, inflazione, rifugiati. Una crescente pressione migratoria dall’Africa, in particolare verso l’Italia, aggravata dalla crisi alimentare causata dal blocco dei cereali da parte della Russia. La comunità internazionale non si è arresa di fronte a queste difficoltà, nonostante la stanchezza delle nostre opinioni pubbliche. Vogliamo una pace giusta per l’Ucraina. Solo la pace significa libertà per l’Ucraina. Volodymyr Zelenskyj e il popolo ucraino sanno che l’Italia è con loro e sarà con loro. Per loro, ma per l’Italia stessa” Così il ministro agli Affari Esteri Antonio Tajani, intervenendo al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Palazzo di Vetro dell’Onu.
“Appoggiamo sinceramente la formula di pace in 10 punti del Presidente Zelensky”. Dunque Tajani illustra i tre punti prioritari per il governo italiano. “Primo: siamo molto preoccupati per la situazione di sicurezza della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Dobbiamo appoggiare gli sforzi del direttore dell’agenzia nucleare dell’Aiea, Grossi. Il rischio è un’altra Chernobyl, si rischia più di una nuova Chernobyl”, mette in guardia.
“In secondo luogo – prosegue il ministro, intervenuto al Consiglio di sicurezza delegato dalla premier Meloni -, l’Italia condanna fermamente la decisione della Russia di porre fine all’Iniziativa sui cereali del Mar Nero. Questa decisione ha messo in pericolo la vita di milioni di persone in Africa, ha provocato l’insicurezza alimentare e ha costretto centinaia di migliaia di persone a lasciare le loro terre”, contribuendo a causare vittime nel “viaggio disperato verso il Mediterraneo”.
“L’Italia, che ha ospitato il vertice sui sistemi alimentari a luglio, saluta il Presidente Erdogan e il Segretario Generale Guterres per aver lanciato l’Iniziativa sui cereali del Mar Nero”, iniziativa che ha “il nostro pieno supporto”.
Infine, tra i punti evidenziati da Tajani, “la situazione umanitaria. Sosteniamo l’iniziativa del Vaticano mirata allo scambio di detenuti per consentire ai giovani bambini ucraini di ritornare alle loro famiglie”.
“La ricostruzione dell’Ucraina – ha aggiunto – sarà una delle massime priorità della presidenza italiana del G7 il prossimo anno. L’aggressione russa all’Ucraina ha raggiunto i siti religiosi. Secondo l’Unesco, più di 120 siti religiosi sono stati danneggiati. Dopo il bombardamento della cattedrale di Odessa abbiamo lanciato un progetto italiano per la ricostruzione. Odessa è stata progettata da architetti italiani. L’Italia sarà in prima linea nella ricostruzione. È un progetto di rinascita sociale e spirituale, potete contare sull’Italia. L’Italia lotterà sempre per la pace e sarà pronta a fare la sua parte. Ovunque”.
“Dobbiamo tutelare due principi essenziali della Carta delle Nazioni Unite: sovranità e integrità territoriale, ben riflessi anche nella posizione del G7 e nella recente dichiarazione finale dei leader del G20 a Nuova Delhi. Dobbiamo ammettere che qualcosa non ha funzionato. Pensavamo che la pace e la sicurezza internazionale fossero date per scontate. Il Consiglio di Sicurezza è bloccato da decenni. La posizione del governo italiano è molto chiara: abbiamo bisogno di un Consiglio di Sicurezza che sia più giusto, rappresentativo e inclusivo”, ha detto ancora Tajani.
“Più rappresentatività – rimarca il ministro – significa per noi dare più possibilità di sedere nel Consiglio all’Africa, all’Asia, all’America Latina e agli Stati insulari, senza però creare nuove gerarchie e privilegi”.
Esteri
Ucraina-Russia, Scholz all’Onu contro “Putin l’imperialista”

L'attacco alla riunione del Consiglio di sicurezza

Olaf Scholz all’attacco dell'”imperialista” Vladimir Putin durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. “La ragione delle continue sofferenze in Ucraina e nel mondo è semplice e sconvolgente: il presidente russo vuole portare avanti il suo piano imperialista per conquistare il suo vicino sovrano, l’Ucraina”, ha detto il cancelliere tedesco, denunciando poi che “moltissimi bambini ucraini sono stati rapiti, le truppe russe hanno ucciso, stuprato e torturato”.
“Stanno minando intere regioni, trasformando i campi di grano in trappole mortali”, ha attaccato ancora Scholz, che ha poi esortato Putin a rispettare la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sul ritiro delle truppe e la fine della guerra. “Niente suona più forte oggi del silenzio della Russia in risposta a questo appello globale per la pace”, ha detto Scholz.
“La pace senza libertà è oppressione. La pace senza giustizia è dittatura – ha concluso – Quanto più saremo uniti nel respingere l’aggressione russa, tanto prima finirà questa guerra”.
Esteri
Senato Usa, in aula con felpa e cappuccio: nuovo dress code non piace a repubblicani

"Il mondo ci guarda quando siamo in aula e noi dobbiamo proteggere a tutti i costi la santità di questo luogo", dicono gli esponenti della minoranza

Sta creando polemiche, se non una vera e propria rivolta, la decisione del leader della maggioranza al Senato, il democratico Chuck Schumer, di abolire l’obbligo di giacca e cravatta per i senatori e dei tailleur per le senatrici. Una svolta troppo casual per i senatori della minoranza repubblicana che in 46 hanno firmato una lettera in cui si chiede di tornare al vecchio dress code.
“Permettere un abbigliamento casual in aula al Senato è una forma di mancanza di rispetto per l’istituzione che serviamo e le famiglie americane che rappresentiamo” si legge nella lettera in cui si definisce l’aula del Senato “un luogo di onore e tradizione”. “Il mondo ci guarda quando siamo in aula e noi dobbiamo proteggere a tutti i costi la santità di questo luogo”, conclude la lettera.
In effetti il nuovo dress code non obbliga ad un abbigliamento casual, dà solo la possibilità di sceglierlo, come ha detto Schumer nell’annunciare la misura. “I senatori potranno decidere cosa indossare per venire in aula”, ha detto, aggiungendo che personalmente lui “continuerà ad indossare giacca e cravatta”.
Entusiasta della svolta è John Fetterman, il senatore dem della Pennsylvania famoso per preferire felpe e pantaloni sportivi alla giacca e cravatta: “L’America è fondata sulla libertà e la scelta”, ha dichiarato a The Hill. Diversi repubblicani hanno preso di mira proprio Fetterman, accusando la leadership dem di aver adottato una misura tagliata per il senatore della Pennsylvania.
Ma non mancano democratici che sono critici della decisione del loro leader, come il centrista Joe Manchin che ha definito il nuovo dress code “sbagliato” perché “degrada” l’aula del Senato. La senatrice repubblicana Susan Collins ha poi ironizzato sulla mossa di Schumer: “domani penso di venire in aula in bikini”, ha detto ai giornalisti, poi passando a criticare la misura. “Credo che in Senato si debba mantenere una certa dignità e rinunciare ad un dress code secondo me, offende l’istituzione”, ha detto.
Esteri
Ucraina-Russia, Lavrov avverte l’Onu: “Cresce rischio di conflitto globale”

L'accusa del ministro degli Esteri russo: "Da Occidente richiamo a norme e principi in modo selettivo". Zelensky esce prima dell'intervento. Da Blinken duro attacco a Mosca

“I rischi di un conflitto globale stanno crescendo”. E’ l’avvertimento lanciato dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, nel suo intervento al Consiglio di sicurezza dell’Onu, sostenendo che è proprio per evitare questi rischi, “per indirizzare gli eventi in una direzione pacifica, che la Russia ha insistito e insiste affinché tutte le disposizioni della Carta delle Nazioni Unite siano rispettate e applicate non selettivamente, ma nella loro interezza, compresi i principi di uguaglianza sovrana fra gli stati, la non ingerenza nei loro affari interni, il rispetto dell’integrità territoriale e il diritto dei popoli all’autodeterminazione”.
Il ministro degli Esteri russo ha poi accusato l’Occidente di ricorrere “in modo selettivo” alle norme e ai principi dell’Onu, caso per caso, “in base alle loro esigenze geopolitiche campanilistiche”. In una lunga tirata, il capo della diplomazia di Mosca ha affermato che questo ha portato a “scuotere la stabilità globale” e ad “esacerbare nuovi focolai di tensioni” che rischiano un conflitto globale.
E poi Lavrov ha contestato agli Stati Uniti e ai loro alleati di aver interferito “apertamente e in modo egregio” negli affari interni dell’Ucraina sin dal crollo dell’Unione Sovietica.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lasciato la sala dei lavori del Consiglio prima del previsto intervento del ministro degli Esteri russo, riferisce il Guardian, sottolineando come Lavrov stesso non fosse presente durante il discorso di Zelensky iniziato poco dopo il botta e risposta tra l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia e il premier albanese Edi Rama, presidente di turno dell’organismo, per la presenza alla riunione del presidente ucraino.
“L’invasione stessa della Russia viola i pilastri centrali della carta delle Nazioni Unite” e “la Russia commette crimini di guerra e contro l’umanità su base quotidiana” in Ucraina e usa l’arma della fame. A dirlo al Consiglio di sicurezza il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ricordando le “vittime ucraine dell’aggressione russa” e ribadendo come in questa guerra ci siano “un aggressore e una vittima”.
Nel suo intervento Blinken ha criticato l’incontro in Russia tra il capo del Cremlino, Vladimir Putin, e il leader nordcoreano Kim Jong Un. “Il trasferimento di armamenti tra Mosca e Pyongyang violerebbe molte risoluzioni di questo organismo”, ha detto, accusando Mosca di aver “violato una risoluzione dopo l’altra” durante il conflitto in Ucraina. La Russia, ha detto, vuole “cancellare” il Paese dalle mappe “come Paese sovrano e ristabilire l’impero russo”.
“La Russia – ha proseguito accusando il Cremlino di usare la fame come arma, – ha proseguito – avrà un anno meraviglioso per quanto riguarda le esportazioni di grano. Più il mondo è affamato più Mosca ne trae profitto”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha “proposto un piano in dieci punti” per la pace in Ucraina, mentre il capo del Cremlino “non ha presentato nulla”, ha detto ancora dopo l’intervento di Zelensky.
“Un messaggio chiaro non solo per la Russia” è quindi arrivato dal segretario di Stato Usa: “Ci difenderemo, non resteremo in attesa in caso di sfide alle nostre regole”, ha affermato in quello che sembra essere un messaggio rivolto anche alla Cina.
Esteri
Nagorno-Karabakh, Mosca: “Uccisi peacekeeper russi in agguato”

Nella zona ieri sono ripresi gli scontri tra le forze azere e le forze separatiste armene
Alcuni militari russi sono rimasti uccisi in un attacco contro l’auto a bordo della quale si trovavano i peacekeeper nel Nagorno Karabakh, dove ieri erano ripresi gli scontri tra le forze azere e le forze separatiste armene. Lo ha reso noto il ministero della Difesa di Mosca, secondo cui nella giornata di oggi, “mentre tornava da un checkpoint nella zona del villaggio di Dzhanyatag, un’auto con personale militare russo è finita sotto il fuoco di armi leggere e tutti i militari a bordo sono stati uccisi”. Sul posto stanno lavorando gli investigatori russi e azeri.
Esteri
Ucraina, Zelensky all’Onu: “Togliere il potere di veto alla Russia”

Le parole al Consiglio di sicurezza sulla crisi ucraina: "E' più di un anno e mezzo che Mosca abusa del suo potere all'interno di questo consesso". Poi va via prima dell'intervento di Lavrov

“Bisognerebbe sostenere l’idea che in caso di violazione dei diritti umani il potere di veto possa essere sospeso o tolto”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky intervenendo al Consiglio di sicurezza sulla crisi ucraina.
“A prescindere da chi si è, il sistema delle Nazioni Unite attuale rende ogni Paese meno influente del potere di veto posseduto dalla Russia in seno al Consiglio di Sicurezza e questo va a danno di tutti gli altri membri delle Nazioni Unite”, ha detto Zelensky, ricordando come l'”aggressione da parte della Russia” nei confronti dell’Ucraina vada avanti da “oltre un anno e mezzo” e come questo significhi che “è più di un anno e mezzo che la Russia abusa del suo potere all’interno di questo consesso”. “In questi giorni all’Assemblea Generale si è sentita spesso la parola ‘disuguaglianza – ha proseguito – ed è esattamente questa disuguaglianza che rende le Nazioni Unite poco efficaci e il mondo meno sicuro”.
“Credo si possano fare dei cambiamenti e che la casa dell’Onu possa essere modificata per la pace e la sicurezza mondiale, ma affinché tutto questo accada c’è bisogno di ridurre le discussioni così lunghe che vanno avanti da anni sulla riforma dell’Onu – ha incalzato -. Bisogna passare all’azione”. Zelensky si è così espresso per la “riforma” dell'”uso del potere di veto”, per “ripristinare il potere della Carta delle Nazioni Unite”.
Zelensky, secondo il quale tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dovrebbe esserci posto per la Germania, ha poi accusato: “Ci sono alcuni pochi individui a Mosca che continuano a manipolare questo consesso e che fanno vincere coloro che sostengono l’odio”. Secondo il presidente ucraino, “l’Assemblea generale dell’Onu dovrebbe dare un potere reale a tutti i Paesi di avere la possibilità di veto” mentre ora “tutti gli sforzi sono negati dal potere di veto della Russia”, che “rende immobile l’Assemblea Generale” e “soprattutto non rispecchia la volontà di Paesi in tutti i continenti” che “insieme avrebbero una maggioranza qualificata e che potrebbero superare il potere di veto di un unico Paese”. Per il presidente ucraino, “ogni adesione al Consiglio di Sicurezza dovrebbe essere sospesa quando un Paese che ne fa parte ricorre all’aggressione per attaccare un altro Paese” e serve “un sistema per prevenire le aggressioni”. E’ “il momento di farlo”, ha detto, convinto che le sanzioni “dovrebbero essere automatiche, presentate automaticamente al Consiglio di Sicurezza quando un membro dell’Assemblea Generale riporta delle minacce di aggressione”.
Per il presidente ucraino, “il Consiglio di Sicurezza dovrebbe essere pienamente responsabile nei confronti dei Paesi del mondo”. Secondo Zelensky, “non ci dovrebbero essere membri permanenti in modo assoluto nel Consiglio”.
L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia “ha messo l’Onu in una situazione di stallo”, ha detto ancora, sottolineando come l’Onu abbia “riconosciuto la Russia come unico responsabile” nelle sue risoluzioni ma non ha potuto fare nulla per bloccare la guerra, perché la Russia ha il suo potere di veto all’interno del Consiglio.
“Il completo ritiro di tutte le truppe russe, comprese la Flotta Russa, e il ritiro di tutti i mercenari e formazioni paramilitari dall’intero territorio ucraina, piena restaurazione del controllo ucraino su tutti i nostri confini: solo l’applicazione di questi due punti potrebbe portare ad un’onesta e completa fine delle ostilità”, ha quindi aggiunto Zelensky facendo riferimento alla formula di pace proposta dall’Ucraina.
Insistendo ancora sul fatto che la presenza, e il potere di veto, della Russia nel Consiglio di Sicurezza sta rendendo inefficace l’Onu, ha detto ancora: “I soldati ucraini stanno facendo con il loro sangue quello che il Consiglio di Sicurezza dovrebbe fare con il voto: fermare la Russia”.
Il presidente ucraino ha poi lasciato la sala dei lavori del Consiglio prima del previsto intervento del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Lo riferisce il Guardian, sottolineando come Lavrov non fosse presente durante il discorso di Zelensky, iniziato poco dopo il botta e risposta tra l’ambasciatore russo Vassily Nebenzia e il premier albanese Edi Rama, presidente di turno dell’organismo, per la presenza alla riunione di Zelensky.
-
Economia1 settimana ago
‘Women shape the future’: ‘Corporate App’ e ‘MyHely’ progetti vincenti dell’hackathon promosso da Philip Morris
-
Cronaca1 settimana ago
Rovigo, neonato morto per maltrattamenti: madre arrestata
-
Esteri1 settimana ago
Ucraina-Russia, controffensiva avanza anche con armi finte
-
Finanza1 settimana ago
Campari, il ceo Bob Kunze-Concewitz lascia dopo 18 anni: arriva Matteo Fantacchiotti
-
Spettacolo1 settimana ago
X Factor 2023, Morgan dopo la bufera: ecco perché è ancora tra i giudici
-
Ultima ora1 settimana ago
Bambino cade da trattore, padre simula incidente incolpando pirata strada
-
Sport1 settimana ago
Skorupski ha recuperato, il report del Bologna
-
Esteri1 settimana ago
Corea del Nord, lanciati due missili a corto raggio verso Mar del Giappone