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Abbagnato: “In tv la mia passione per la danza, mi ha...
Abbagnato: “In tv la mia passione per la danza, mi ha resa forte e determinata”
Su Rai3 il 29 marzo 'Eleonora Abbagnato. Una stella che danza'. A fine aprile la celebre étoile, direttrice del corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma, sarà al Palais des Sport di Parigi con uno spettacolo dedicato a Roma e i costumi firmati da Maria Grazia Chiuri per Dior
Determinazione, passione e talento, sudore e lacrime, infinita solitudine e trionfi. In onda in prima serata su Rai3 il 29 marzo e su Rai Play 'Eleonora Abbagnato. Una stella che danza', primo docufilm, firmato da Irish Braschi, dedicato all'étoile del Teatro dell'Opéra di Parigi, oggi alla guida della compagnia e della scuola del Teatro dell'Opera di Roma. Un racconto intimo e personale, una sorta di mémoir di oltre 30 anni di carriera, tra immagini d'antan e brevi filmati, in cui Eleonora Abbagnato (la controfigura è la figlia Julia Balzaretti) narra il suo personalissimo viaggio alla conquista dell'empireo della danza, da Palermo al palcoscenico di Palais Garnier accompagnata dalle voci dei genitori, Piera e Elio, dagli artisti con i quali ha lavorato, tra i quali Vasco Rossi e Claudio Baglioni, gli attori Ficarra e Picone, le stelle dell'Opéra di Parigi Benjamin Pech e Jérémie Bélingard, dai ricordi della sua prima insegnante Marisa Benassai accanto a quelli di Luigi Bonino danzatore di punta della compagnia di Roland Petit.
'Una stella che danza' è anche la storia di una grande ambizione e di un grande sogno. "Sono stata sin dall'infanzia una bambina determinata -ha raccontato all'Adnkronos Eleonora Abbagnato- La prima volta che vidi l'Opéra di Parigi è scattata in me una molla. Volevo arrivare in quel teatro e così è stato. Sono stati fondamentali gli incontri, Roland Petit, Carla Fracci e Beppe Menegatti, Pina Bausch, la mia famiglia. Ma sono stata anche una bambina fortunata, avevo una passione. E' stata alla base di tutto. Insegno a coltivare sogni anche ai mie figli, agli allievi della mia scuola".
Un percorso tutto in salita per Eleonora Abbagnato non privo di ostacoli. "A Parigi la competizione era enorme - ha proseguito - quasi un concorso tutti i giorni, la scuola era molto, molto severa. Eravamo solo 3 italiane su quasi 300 allieve, mi sentivo molto sola, ma sempre sotto l'ala protettrice della direttrice della scuola, Claude Bessy. Anni duri, le mamme delle mie compagne mi apostrofavano come 'la piccola mafiosa siciliana'. Eppure anche le difficoltà mi hanno fatto crescere, mi hanno reso più forte e sempre più determinata".
Un docufilm che condensa solo la prima parte di un'esistenza unica e privilegiata, di un'artista rara che Vasco Rossi, con cui ha collaborato, definisce "sensuale e elegante, classica e rock". "Chissà che in futuro non possano aggiungersi nuovi capitoli", ha annunciato. E intanto Eleonora Abbagnato con i danzatori del Teatro dell'Opera di Roma si prepara a debuttare a Parigi (Palais des Congrès, dal 26 al 28 aprile) con 'Nuit Dansée' e 'Nuit Romaine' e i costumi firmati dalla direttrice creativa della maison Dior Maria Grazia Chiuri. "I rapporti tra la moda e la danza sono sempre stati fondamentali - ha aggiunto Eleonora Abbagnato - Yves Saint Laurent ha lavorato per oltre 20 anni con Roland Petit, io ho 'vestito' un meraviglioso abito di Valentino durante un indimenticabile capodanno tv. Riguardo a Maria Grazia Chiuri, italiana e originaria di Roma poi, non è la prima volta che collaboriamo insieme. Ama gli artisti, il teatro, conosce il significato delle parole 'sacrificio' e 'lavoro'. Sicuramente fondamentali, per lei, per scalare la storica maison francese".
Alla guida della compagnia e della scuola del Teatro dell'Opera di Roma (scadenza alla fine del 2024), Eleonora Abbagnato potrebbe rimanere salda alla direzione del corpo di ballo capitolino, tentare l'avventura scaligera o prendere la direzione di uno dei nuovi corpi di ballo che dovranno rinascere, a breve, a Verona e Firenze. Sull'argomento top secret: "Sono una costruttrice - ha risposto - Sono arrivata al Teatro dell'Opera di Roma perché volevo creare qualcosa dal nulla e oggi abbiamo importanti certezze su quello che stiamo facendo. Domani debutta al Costanzi il Trittico Contemporaneo, tre creazioni affidate a Patrick de Bana, Juliano Nunes e William Forsythe che ho conosciuto all'Opéra di Parigi, continuo a lavorare per far crescere i miei danzatori, per lasciare un segno importante all'Opera. Chissà comunque quale sarà il mio futuro dopo Roma. Aspetto di sapere dove gli altri vorranno vedermi... ", ha concluso.
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Federico Fashion Style vittima di aggressione omofoba:...
La denuncia del parrucchiere delle star: "Preso a schiaffi e un pugno in faccia su un treno davanti agli occhi di tutti!".
“È vergognoso che nel 2024 ancora succeda tutto ciò! Preso a schiaffi e un pugno in faccia su un treno Italo davanti agli occhi di tutti! Essere denigrato e aggredito per l’orientamento sessuale è vergognoso!". Così Federico Fashion Style, il parrucchiere delle star, denuncia su Instagram, di essere stato vittima di un'aggressione omofoba, e in un breve video, da una barella di Pronto soccorso, quasi in lacrime si dice sconvolto che ancora esistano "gli omofobi di m...a", dice. E poi scrive: "Grazie per i mille messaggi, ora farò tutti gli aggiornamenti e vi farò sapere! Ma vi prego, smettetela di chiamare la gente Frocio! L’omosessualità non è una malattia!”.
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La vita privata di Alberto Sordi in un docufilm, primo ciak...
Tratto dal libro "Alberto Sordi secret" scritto dal giornalista e conduttore Rai Igor Righetti, cugino del grande attore
Al via le riprese del primo docufilm sulla vita privata di Alberto Sordi dal titolo "Alberto Sordi secret", tratto dall'omonimo libro scritto dal giornalista e conduttore Rai Igor Righetti, cugino dell'attore - che ne è anche il regista - e pubblicato da Rubbettino editore, giunto all'undicesima ristampa. Il primo ciak si è tenuto nel suggestivo centro storico di Narni, in provincia di Terni, dove si sono presentate centinaia di comparse che hanno sovraffollato la cittadina. Un progetto internazionale, anche in lingua inglese e spagnola, in cui dell'Alberto nazionale si racconta la vita familiare.
Il docufilm si compone di una parte documentaristica con testimonianze inedite di amici e parenti dell'attore tra i quali il regista Pupi Avati, l'annunciatrice e presentatrice tv Rosanna Vaudetti, la nipote di Totò Elena de Curtis, il re dei paparazzi Rino Barillari, la contessa Patrizia de Blanck, Sabrina Sammarini (figlia dell'attrice Anna Longhi), foto di famiglia, video e audio originali. Questa parte si lega a un'altra dove la narrazione diventa racconto filmico con personaggi vissuti realmente, in cui viene mostrata l'infanzia e l'adolescenza di Alberto Sordi negli Anni Venti e Trenta grazie alle interpretazioni di attori e attrici amati dal grande pubblico come Enzo Salvi, Fioretta Mari, Emanuela Aureli, Maurizio Mattioli, Daniela Giordano, Dado Coletti e a tre bambini di età diverse che impersonano l'attore. Un biopic in cui nulla è fiction, frutto di fantasia, ma dove invece i dialoghi, le situazioni e i personaggi ripercorrono la vita reale e sconosciuta al pubblico di Alberto Sordi.
E' noto che l'attore fosse riservatissimo, non amasse l'ostentazione e la sua vita privata fosse blindata. Con il pubblico, a cui era molto legato e riconoscente - e con i suoi collaboratori - ha condiviso soltanto la sua vita professionale. Il docufilm, lontano dai luoghi comuni, è ricco di emozioni, aneddoti e curiosità, orgogliosamente e volutamente indipendente, in quanto realizzato senza alcun contributo pubblico. Partner del progetto sono il ministero della Cultura, il Parco archeologico del Colosseo, il Parco archeologico di Ostia antica, la Repubblica di San Marino, De Matteis Agroalimentare e Artemisia Lab. La regia e la sceneggiatura sono di Igor Righetti, il direttore della fotografia è Gianni Mammolotti, scenografo e costumista Stefano Giovani, una produzione Cameraworks, prodotto da Massimiliano Filippini. Le riprese, oltre che a Narni, si svolgeranno nei luoghi amati da Alberto Sordi come Roma, la Toscana, le Marche e la Repubblica di San Marino.
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Enrico Nigiotti: “Io come l’alimentare di...
L'artista si racconta in occasione dell'uscita del nuovo singolo 'Occhi grandi': "La puoi ballare, cantare o urlare. E' terapeutica"
Il nuovo singolo, il tour nei club, la nuova vita "da babbo" e l'approccio alla musica da "alimentare di quartiere": "quello che ti conosce, che ti vende il pane e ti chiede come stanno i tuoi figlioli". Enrico Nigiotti, si racconta in un'intervista all'Adnkronos, in occasione dell'uscita del nuovo singolo 'Occhi grandi', scritto insieme a Jvli, che ne ha curato anche la produzione con Enrico Brun. Un brano sincero che racconta l'amore così com'è, con tutte le sue verità, dal "sapore molto chitarristico e country". "Credo che sia uno dei brani più 'nigiotteschi'", scherza l'artista che inserisce il brano tra i suoi preferiti: "'Occhi Grandi', insieme a 'Nonno Hollywood', 'L'amore è', 'Tuo per sempre' e 'Ninna Nanna', è già nel mio cuore e spero che entri anche nel cuore degli altri". Nel suo moderno stile cantautorale, il brano racconta una storia d’amore attraverso una serie di immagini che descrivono stati d’animo, sensazioni e domande tutt'altro che scontate.
"I sentimenti, quelli forti, sia negativi che positivi, credo che siano sempre belli. Sembra una frase fatta, ma è la realtà. Per sentirsi vivi bisogna un po' tribolare", afferma l'artista, secondo il quale la canzone può essere cantata sia da una persona super innamorata che da una tristemente innamorata: "un urlo nel silenzio che diventa liberatorio. La puoi ballare, saltare, cantare a stile coro da stadio, o la puoi anche urlare in maniera frenetica e violenta per scacciare via i pensieri. E' una canzone terapeutica". E' un momento felice per l'artista che dopo i live di maggio sarà impegnato con il nuovo album, segnando il ritorno in Sony: "Enrico Brun è praticamente il sarto di tutte le mie canzoni più belle". A livello musicale "è un po' come sentirmi a casa", afferma Nigiotti che riflette anche sui cambiamenti che ha vissuto soprattutto in quest'ultimo anno, da quando è diventato padre di due gemelli, Maso e Duccio.
"Adesso vedo tante piccole sfumature, che prima erano impercettibili. Mi sento molto più sensibile rispetto a prima: è come se il mio vocabolario dei sentimenti e delle emozioni si fosse rinnovato", racconta l'artista. Un cambiamento che lo ha reso più consapevole e aperto alla bellezza e alla complessità della vita. "E' una cosa molto strana: è come se fosse una seconda adolescenza con tutti gli odori e i profumi ma con la maturità di una persona di 36 anni". Il nuovo singolo arriva dopo “ninnananna”, il brano dedicato ai figli, e “In punta di piedi”, con il quale Nigiotti ha inaugurato il 2024 e sull'uscita del nuovo album non c'è una data precisa: "So solo che dopo maggio entro in studio. Non voglio lavorare con delle scadenze. Voglio lavorare a delle canzoni che siano veramente importanti, per cui non mi voglio spremere come i limoni".
In totale controtendenza con l'attuale panorama musicale dove il mantra da seguire è sfornare un 'singolo dopo l'altro" ed essere sempre presenti sulla scena. "Io ho la fortuna o la sfortuna di non aver mai toccato il successo quello vero, quello che ti cambia tutto", afferma Nigiotti, secondo cui questo gli consente di essere "totalmente libero. Io non sono il grande supermercato ma piuttosto l'alimentari di Enzo e Enza, quello di quartiere che ti conosce e che insieme al pane ti chiede come stanno i tuoi figlioli". Ecco, "io sono questo. Non ho altre ambizioni se non quella di portare a termine una canzone che sia giusta per me". E sulle pressioni di un sistema che hanno portato alcuni artisti, come Sangiovanni, a dover prendere una pausa, Nigiotti commenta: "ci sta che ci si può sentire schiacciati. Il problema, però, non è solo nella musica, ma è nella cultura di oggi che ti impone di dover essere sempre tutto. Si perde tempo dietro a cose che non hanno valore".
Nigiotti, che ha partecipato sia ad Amici di Maria De Filippi all'età di 21 anni che a X Factor, quando ne aveva 30, si è soffermato anche sul mondo dei talent. "A 21 anni non ero assolutamente come i ragazzi di oggi che sono molto imprenditori di loro stessi, hanno già uno schema più manageriale che artistico. Io ero un bimbo con la chitarra ed ero più attento ai lati umani".
Il successo e la fama possano essere effimeri, la musica invece rimane. La possibilità di suonare in teatri, palazzetti o club è qualcosa che nessuno può togliere a un musicista. E dopo il grande successo delle tre anteprime esclusive portate a dicembre a Roma, Milano e Firenze, Nigiotti tornerà anche dal vivo, a maggio, con un tour acustico che toccherà i principali club italiani, nelle città di Roma, Bologna, Torino, Padova, Milano, Firenze e anche nella sua Livorno. "E' il mio primo giro nei club, vero e proprio. Ci tenevo ed è una roba molto emotiva. Sarò un po' il bimbo Kleenex", scherza l'artista che promette di forti emozioni in questi live molto intimi. (di Loredana Errico)