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Politica

Rossi, dg Rai: “Farei un cartoon su D’Annunzio e l’epopea di Fiume”

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"Fondamentale mantenere il servizio pubblico, spina dorsale della nazione" - "Il canone è il più basso in Europa, la capacità di investimento è direttamente proporzionale alle risorse economiche"

Giampaolo Rossi, direttore generale della Rai

“Non vorrei fare il passatista, visto che mi descrivono come un futurista… però noi siamo qui, nella città di Gabriele D’Annunzio, in un luogo molto rappresentativo come la ex fabbrica del liquore Aurum, il cui logo e il cui nome furono ideati proprio da lui”. E dunque, se dovesse scegliere un personaggio storico sul quale fare un cartoon, il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi, lo farebbe proprio su D’annunzio, come suggerisce durante il suo intervento a ‘Cartoons on the Bay’, il festival del film d’animazione, promosso e organizzato dalla Rai, in corso a Pescara.

Rossi sottolinea, a questo proposito, che “D’Annunzio è stato uno dei personaggi più incredibili della modernità italiana, ma in genere viene rappresentato come una sorta di uomo austero, barocco, decadente. In realtà, è colui che ha inventato la modernità, il cinema, la pubblicità. Ha inventato il logo dell’Aurum qui a Pescara ma anche lo stemma della Nazionale italiana di calcio. Buona parte delle visioni moderne in termini comunicativi le ha inventate D’Annunzio”.

E poi, prosegue il direttore generale della Rai, “è stato anche un grande uomo d’azione, oltre a essere il poeta italiano più tradotto nel mondo dopo Dante Alighieri. Secondo me – ribadisce – è un personaggio incredibile: l’Impresa di Fiume che fece lui è stata una delle più grandi epopee libertarie della storia non solo d’Italia ma d’Europa, fu l’evento in cui c’era il voto alle donne, la parità di diritti, la Costituzione del Carnaro che fu l’unica al mondo che mise la bellezza al centro dell’essere cittadini. Sarebbe davvero molto divertente – conclude Giampaolo Rossi -fare un cartoon su un personaggio così moderno come Gabriele D’Annunzio”.

Per Giampaolo Rossi, “mantenere il servizio pubblico e renderlo il più possibile attivo è fondamentale, perché è la spina dorsale dell’industria culturale della nazione. Cos’è il servizio pubblico? Questa è una domanda da un miliardo, perché è il grande dibattito del nostro tempo, che attraversa tutta l’Europa, non solo l’Italia – premette Rossi – Nel mondo della grande rivoluzione digitale, della convergenza tecnologica, dei nuovi linguaggi, un servizio pubblico radio-televisivo e multimediale serve ancora. Questo è un tema che viene affrontato in tutti i Paesi europei, dove i servizi pubblici svolgono un ruolo importante nella informazione, nell’intrattenimento, nell’educazione”.

Giampaolo Rossi sottolinea che “in Italia, la Rai svolge questa funzione, spesso e volentieri attraversiamo il dibattito sulla Rai con le polemiche ma ci dimentichiamo di dire che la Rai è il punto di traino dell’intera industria culturale italiana dell’audiovisivo e anche dell’animazione”. Il direttore generale cita Rai Kids e Rai Play, che hanno un ruolo di mercato fondamentale, Rai Fiction e Rai Cinema: “il 74% delle serie tv prodotte in Italia sono della Rai – sottolinea con orgoglio – è un mercato che la Rai difende, protegge e valorizza. Il servizio pubblico serve anche a trasferire nuovi linguaggi, a rappresentare l’Italia a sé stessa ma anche nel mondo, un ruolo fondamentale”.

Rossi non manca poi di osservare che “la Rai è il servizio pubblico che ha il canone più basso in Europa, molte meno risorse di quante ne possa avere la Bbc o France Télévision. Lo ricordo, non perché voglia fare polemiche di alcun tipo – premette il dg Rai – ma la capacità di investimento è direttamente proporzionale alle risorse economiche, in un mercato in cui la parte commerciale e pubblicitaria è abbastanza frantumata e frastagliata”.

(dell’inviato Enzo Bonaiuto)

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Sanità, Mauriello (MI): “Subito ripensamento riorganizzazione rete laboratori accreditati”

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Il sistema in essere potrebbe comportare, nel medio-lungo termine, una crescita dei prezzi sulle prestazioni erogate

Sanità, Mauriello (MI):

“Urge un intervento sul sistema previsto di riorganizzazione della rete dei laboratori accreditati, che oggi favorisce le grandi società e la concentrazione di pochi player a livello nazionale. Il sistema in essere potrebbe comportare, nel medio-lungo termine, una crescita dei prezzi sulle prestazioni erogate. Ma non è solo questo. Moltissime strutture dovranno trasformarsi in meri Punti di Accesso; questo le obbligherà a dismettere strumentazioni e risorse tecnologiche
acquistate grazie a ingenti investimenti o mediante l’attivazione di contratti di leasing ancora in essere”. Così Walter Mauriello, presidente nazionale Meritocrazia Italia.

“Se l’obiettivo vuol essere quello di garantire il rimodernamento tecnologico – continua – non si comprende perché tutte le strutture accreditate con prestazioni inferiori a 200.000 debbano essere considerate a priori inadempienti. Molte dispongono di strumentistica avanzata che, oltre a garantire elevati standard qualitativi sulle prestazioni offerte, consente anche di velocizzare i tempi di refertazione. Si denuncia l’esigenza di garantire un nuovo efficientamento, ma già oggi tante delle strutture esistenti e accreditate rispettano i c.dd. programmi di verifica. A conti fatti, la riorganizzazione richiesta spinge i laboratori con prestazioni annue inferiori alle 200.000 a vendere la propria attività, prima che essa si svaluti e in previsione di una trasformazione in Spoke”.

“Si aggiunge che: l’aggiornamento al ribasso del nomenclatore tariffario, giustificato dall’innovazione tecnologica e da una economia di scala, può essere garantito solo da società che operano su larga scala e in grado di erogare le proprie prestazioni a prezzi a ribasso, nonostante l’evolversi di un contesto che a partire dal 2007 a oggi ha visto il succedersi di crisi finanziaria, inflazione vertiginosa, e aumento dei costi dell’energia, dei trasporti e delle materie prime; le strutture di laboratorio sono sottoposte a limiti di budget determinati dalla Regione sulle prestazioni in convenzione con il SSN, e tale cap limita la capacità produttiva e di crescita delle stesse, oltre a determinare la presenza di liste di attesa sulle prestazioni richieste da Pazienti con gravi patologie”.

“Ci si chiede allora – continua il presidente nazionale Meritocrazia Italia – quali siano le prospettive di sopravvivenza per tutte quelle nuove aggregazioni costituite dalle pmi territoriali i cui hub dovranno, tra l’altro, assicurare capacità gestionale e amministrativa di molteplici realtà (Centri Prelievo) facenti capo alla propria rete, trovandosi a competere con grandi strutture societarie che, a seguito di operazioni di acquisizione/compartecipazione/fusione, di fatto saranno rappresentate da un’unica grande Società costituita da Hub e Centri Prelievo facenti tutti capo alla medesima azienda”.

“I Laboratori ‘Hub’ difficilmente riusciranno a ricollocare nelle proprie strutture e nell’immediato tutto il personale in essere presso quelle strutture destinate a tramutarsi in meri Centri di Accesso, la cui assunzione è stata precedentemente incentivata dalla Regione Puglia mediante la valorizzazione nella Griglia di valutazione per la suddivisione del budget. Non c’è dubbio che la questione può avere un impatto significativo sul tessuto sociale ed economico, soprattutto nelle Regioni meridionali. Migliaia di dipendenti perderanno il lavoro. Non sarà per certo possibile portare tutto il personale prima presente nei vari laboratori forzatamente ridotti a spoke”.

“Se le tecnologie possono diventare obsolete nell’immediato – aggiunge – dequalificare biologi professionisti, che per anni hanno contribuito alla crescita del territorio, attraverso l’iniziativa imprenditoriale e l’acquisizione di competenze ed esperienza nel tempo, significa privare questi professionisti della propria dignità”.

Per Walter Mauriello “il disagio si manifesta ormai con grande evidenza. Non ultimo, l’incentivazione della configurazione di hub e spoke implica un forte incremento dei trasporti dei campioni di sangue. Una misura letteralmente in controtendenza con quelle che sono le attuali misure volte al risparmio energetico. Meritocrazia Italia invoca attenzione per un problema purtroppo sottovalutato. Chiede che si faccia anzitutto chiarezza sulle modalità attraverso le quali le nuove forme di aggregazione potranno raggiungere la soglia minima di efficienza per l’accesso all’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie private. Si preveda, inoltre, almeno, che tale criterio sia conseguito da parte delle strutture sanitarie o in forma singola o in forma aggregata, ove prevista l’aggregazione tra esse dalla normativa sopravvenuta”.

“A tale scopo si chiede di sostituire l’art. 8 quater, comma 3, lett. b, d.lg. n. 502 del 1992 con il seguente: «b) la valutazione della rispondenza delle strutture al fabbisogno, tenendo conto anche del criterio della soglia minima di efficienza che, compatibilmente con le risorse regionali disponibili, deve esser conseguita da parte delle strutture sanitarie (in forma singola o associata), e alla funzionalità della programmazione regionale, inclusa la determinazione dei limiti entro i quali sia possibile accreditare quantità di prestazioni in eccesso rispetto al fabbisogno programmato, in modo da assicurare un’efficace competizione tra le strutture accreditate”, conclude.

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Manifesti a Roma contro gestione emergenza migranti: “No a mercato schiavi”

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Manifesti a Roma contro gestione emergenza migranti:

Magnitudo – Movimento Identitario, vista l’emergenza sbarchi senza precedenti, ha tappezzato il centro di Roma di manifesti di protesta, denunciando l’inefficace gestione del fenomeno a tutti i livelli. Nel solo 2023 si contano centinaia di migliaia di arrivi di immigrati nei centri d’accoglienza italiani, i quali non riescono ad assorbire un tale numero di esseri umani. “L’Unione Europea, che avrebbe dovuto da anni – scrivono in una nota – trovare una soluzione unitaria alla crisi migratoria, appare sempre più divisa con un Presidente di Commissione Europea, von der Leyen, totalmente disinteressato all’emergenza umanitaria in corso fuori e dentro i nostri confini. Il Presidente francese – Macron – così empio di parole vuote sulla necessità di un’Europa unita e sovrana, ha ben pensato di schierare l’esercito e la ‘gendarmerie’ al confine di Ventimiglia e sulle Alpi, anziché cogliere l’occasione per mostrare solidarietà ed avviare un vero processo di cambiamento nel sistema di spartizione degli extracomunitari”.

E ancora. “In Italia, invece, le promesse da campagna elettorale di Giorgia Meloni sono state inesorabilmente disattese e smentite dai fatti. Quello dell’immigrazione clandestina è un problema complesso che non può risolversi a furia di slogan populisti. Questo esecutivo si è dimostrato totalmente impreparato su uno dei temi cardine del suo programma politico, per il quale era stato votato dalla maggioranza degli elettori. Le cause della nostra crisi sono da imputarsi non solo a carestie, disastri naturali e cambiamenti climatici, ma soprattutto alle guerre ed alle instabilità fomentate dagli egoismi geopolitici occidentali per accaparrarsi e sfruttare le enormi risorse del continente africano. L’immigrazione illegale ed incontrollata giova soprattutto alle consorterie delinquenziali che, sfruttando la disperazione di milioni di africani, li hanno trasformati nei nuovi schiavi di questo millennio. Infatti, arrivando senza alcun tipo di controllo e nella povertà assoluta, sono costretti o alla criminalità o allo sfruttamento lavorativo”.

“Le soluzioni per limitare l’emergenza esistono, ma richiedono grande coraggio ed una forte presa di coscienza europea. È necessario intervenire direttamente in Africa con un piano congiunto di tutti i paesi membri dell’UE – si legge nella nota del movimento – con grandi finanziamenti economici destinati oltre alla costruzione d’infrastrutture anche alla formazione in loco di studiosi e lavoratori. Attuare piani funzionali – in accordo con i Paesi di provenienza – per i rimpatri di chi non ha diritto d’asilo, e concretizzare dure politiche di contrasto agli scafisti. Non solo, i centri di accoglienza italiani sono tutt’altro che preparati ad una simile situazione, l’Europa ha l’obbligo morale di finanziarne il restauro, l’ampliamento e la costruzione di nuove strutture; da luoghi di prigionia questi potrebbero diventare luoghi di formazione e studio per chi nel proprio Paese non ha avuto le opportunità necessarie. Appare inoltre naturale – ma non scontato – evidenziare la necessità di non interferire con la stabilità di queste terre, martoriate anche dalle nostre azioni”.

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Migranti, oggi con il decreto arriva la nuova stretta

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Dopo l'incontro Meloni-Macron prende forma il provvedimento. Oggi il Consiglio dei ministri: "Ancora nodi da sciogliere"

Palazzo Chigi

Ormai lontani gli screzi del passato, sul tema dei migranti Giorgia Meloni e il Presidente francese Emmanuel Macron mettono a fuoco la strategia anti-trafficanti, per fronteggiare, insieme, l’onda di flussi in arrivo sulle coste europee, un’onda che non accenna a placarsi. L’incontro, “lungo e cordiale”, li vede 90 minuti soli, senza delegazioni al seguito: un faccia a faccia diretto e franco, che arriva a a tre mesi dall’incontro chiarificatore all’Eliseo. Conclusi i funerali laici del Presidente emerito Giorgio Napolitano che hanno portato Macron a Roma, i due raggiungono a piedi Palazzo Chigi, uno di fianco all’altro, chiacchierando amabilmente, anche se il volto di Meloni tradisce un po’ di tensione. La piazza è blindata, l’incontro non confermato fino all’ultimo minuto utile.

Insieme i due leader parlano anche delle sfide economiche che attendono l’Europa, ma è il dossier migranti il piatto forte dell’incontro. Il tete a tete, del resto, arriva a pochi giorni dall’assist di Macron a Roma, con Parigi pronta ad “aiutare l’Italia, che sta facendo la sua parte come primo porto sicuro”, mentre sulla rotta Roma-Berlino si respira aria di tempesta, la lettera al vetriolo inviata dalla premier al Cancelliere tedesco Olaf Scholz attesta il clima.

Macron, al pari di Meloni, punta a “smantellare la rete dei trafficanti”, una sfida che deve coinvolgere l’intera Europa. Serve dunque un piano di contrasto e deterrenza delle partenze che coinvolga tutti, e la mano tesa all’Africa con un programma ad hoc. Si tratta di temi che verranno affrontati venerdì prossimo nel corso del vertice Euromed in programma a Malta, e che torneranno sul tavolo del Consiglio europeo informale di Granada. E rispetto ai quali Meloni può contare sul sostegno di Macron. Intanto però la premier deve battere sull’annunciata ‘fase 2′, perché l’emergenza migranti da cavallo di battaglia in campagna elettorale si è trasformata, ironia della sorta, nella spina nel fianco del governo.

E così in Consiglio dei ministri oggi arriverà una nuova stretta per tentare, per quanto possibile, di arrestare il numero degli sbarchi. Il decreto ieri è stato sul tavolo del preconsiglio a Palazzo Chigi, ma “i nodi da sciogliere sono ancora molti”, trapela da chi lavora al dossier. La bozza del dl prevede espulsioni per gravi motivi di sicurezza: via coloro che sono considerati socialmente pericolosi; in caso di indisponibilità delle strutture, i 16enni potranno essere accolti anche in centri ordinari, mentre la guardia costiera entrerà negli hotspot. Mai più centri di accoglienza che esplodono, il decreto prevede dei limiti alle deroghe sulla capienza delle strutture, anche per i minori.

Ma il vero pugno duro è su chi mente sulla propria identità, su chi si spaccia minore pur di non essere rimpatriato. Il dl prevede infatti l’espulsione per chi viene stanato, con accertamenti, per appurare la verità, che passano anche dai raggi X, da rilievi dattiloscopici e antropometrici. Un nuovo passo, dopo la decisione di allungare a 18 mesi la detenzione nei centri per i rimpatri arrivata appena una settimana fa. Meloni aggiunge un altro tassello a un puzzle che ha bisogno del contributo di tutti perché l’Italia, come scandito nell’intervento all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e ribadito oggi anche a Macron, non può farcela da sola.

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Migranti, fonti Palazzo Chigi: “Nessuna stretta su donne incinte”

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Tutele estese a tutte le donne migranti

Nessuna stretta nel decreto atteso domani in Consiglio dei ministri sulle migranti incinte che sbarcano in Italia. “È priva di ogni fondamento – precisano fonti di Palazzo Chigi – la notizia, riportata da alcuni organi di stampa, secondo cui le donne in gravidanza con il nuovo decreto migranti sarebbero eliminate dalle categorie ritenute vulnerabili a cui riservare accoglienza particolare. È invece esattamente il contrario”.

“La specifica di ‘in stato di gravidanza’, all’articolo 17 comma 1 – precisano dal governo – viene soppressa in quanto si prevede una tutela particolare, tra le categorie ritenute vulnerabili, per tutte le donne che sbarcano in Italia. Quindi, ovviamente, anche ma non soltanto delle donne in stato di gravidanza. Si tratta di un forte rafforzamento, quindi, della tutela delle donne migranti”.

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Politica

Berlusconi diventa un avatar per Forza Italia a Paestum

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Creato l'ologramma del Cav, scomparso il 12 giugno scorso

Forza Italia (Afp)

Ad accogliere delegati e simpatizzanti di Forza Italia al Berlusconi day di Paestum ci sarà un ‘avatar’ di Silvio. All’ingresso dell’hotel Ariston, location scelta per la ‘tre giorni’ in memoria del Cav, raccontano gli organizzatori all’Adnkronos, sarà allestita un ventola olografica, nel gergo tecnico, di circa 60 cm, (la grandezza di un normale ventilatore a piantana) che proietterà l’immagine tridimensionale del leader azzurro, scomparso il 12 giugno scorso.

Gli ospiti della kermesse potranno vedere la sagoma di Berlusconi, o meglio, la testa quasi a grandezza naturale, che sorriderà e saluterà il suo ‘popolo azzurro’, riunito per commemorarlo.

”L’immagine di Berlusconi sarà proiettata dalla ventola olografica, la sua sagoma sarà trasparente, come se fluttuasse”, spiega chi ha lavorato alla realizzazione grafica dell’ologramma, ovvero il team ‘Crisalide’, una rete di imprese del napoletano, che fa capo al professore Mario Migliulo.

Difficilmente ci sarà Marta Fascina al B Day di Paestum. Né dovrebbe inviare un messaggio di saluto scritto. La compagna di Silvio Berlusconi non ascolterà il consiglio del fratello dell’ex premier Paolo (”Silvio ci ha momentaneamente lasciato, ma c’è sempre, basta con le lacrime”) e resterà ad Arcore. I promotori della tre giorni in memoria del Cav, in testa il coordinatore regionale in Campania, l’eurodeputato Fulvio Martusciello, sono impegnai a limare il programma dell’evento: ancora non c’è la versione definitiva con tanto di scaletta degli oratori.

Si tratta della seconda iniziativa di partito post Silvio, dopo la festa ‘Azzurra libertà’ di Gaeta, organizzata dai giovani ai primi di settembre. L’attore Giancarlo Giannini ‘presterà la sua voce’ per rievocare lo storico discorso al Congresso nazionale Usa nel 2006. Ma c’è anche voglia di andare avanti. Il nuovo corso della segreteria targata Antonio Tajani è iniziato il giorno dell’insediamento e a Paestum si compirà una nuova tappa.

Il 1 ottobre, infatti, si terrà il Consiglio nazionale che approverà una serie di modifiche statutarie per preparare il Congresso nazionale del 24-25 febbraio prossimi, dove sarà ufficializzata la leadership di Tajani con l’elezione di 4 suoi vice, salvo sorprese dell’ultimo momento, qualora dovesse spuntare uno sfidante per la poltrona di numero uno di Forza Italia.

Tajani ha dalla sua parte la famiglia di Berlusconi, che non ha nessuna attenzione, almeno per ora, di impegnarsi direttamente in politica. Nelle sua prime uscite pubbliche da segretario, il vicepremier ci ha sempre tenuto a ‘pubblicizzare’ il sostegno dei figli del Cav. Allo stato, non si sa, quale sarà il contributo della famiglia del ‘Dottore’: esclusa la presenza fisica di Marina e Piersilvio, raccontano, si starebbe lavorando per un saluto scritto.

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Migranti, espulsione anche per chi mente sull’età: la bozza del decreto

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Prende forma il decreto migranti. I ragazzi di 16-18 anni nei centri per adulti se non ci sono altre strutture disponibili

Barcone di migranti - Afp

Espulsioni facili per i migranti considerati socialmente pericolosi ma anche per chi mente sull’età o sulle proprie generalità. E per i minori sopra i 16 anni la possibilità di essere accolti anche in centri ordinari per adulti in caso di temporanea indisponibilità di altre strutture. Sono alcune delle norme contenute nella bozza del decreto migranti atteso domani in Consiglio dei ministri.

Espulsione per chi mente sull’età o, più in generale, sulla propria identità. E’ quanto prevede l’articolo 5 del dl sui migranti. Per chi dichiara il falso sulla ‘identità o su qualità personali proprie o di altri’ la pena prevista dal Codice penale “può essere sostituita con la misura dell’espulsione dal territorio nazionale”.

L’accertamento socio-sanitario dell’età è effettuato dalle équipe multidisciplinari e multiprofessionali, ma “in caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati, a seguito di attività di ricerca e soccorso in mare, di rintraccio alla frontiera o nelle zone di transito” e “di rintraccio sul territorio nazionale a seguito di ingresso avvenuto eludendo i controlli di frontiera, l’autorità di pubblica sicurezza, nel procedere a rilievi dattiloscopici e fotografici, può disporre, nell’immediatezza, lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari, anche radiografici, volti all’individuazione dell’età, dandone immediata comunicazione alla procura della Repubblica presso il tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie che ne autorizza l’esecuzione in forma scritta”.

Confermata nella bozza anche “l’espulsione può essere disposta per gravi motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato dal Ministro dell’interno, dandone preventiva notizia al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale”. Inoltre, “quando ricorrono gravi motivi di pubblica sicurezza l’espulsione è disposta dal prefetto”. Il decreto, che arriverà sul tavolo della riunione preparatoria del Cdm -il preconsiglio- alle 18.30, prevede inoltre il “potenziamento dei controlli sulle domande di visto di ingresso in Italia”.

“In caso di momentanea indisponibilità di strutture ricettive temporanee”, il prefetto “può disporre la provvisoria accoglienza del minore di età non inferiore a sedici anni in una sezione dedicata nei centri e strutture” ordinari, ma “per un periodo comunque non superiore a novanta giorni”. E’ quanto prevede il dl migranti atteso domani in Consiglio dei ministri.

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Lamberto Dini vs Papa Francesco: “Mette a repentaglio i sacri principi”

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"È un Papa progressista che sta cambiando, trasformando la Chiesa, non so se per il meglio"

Lamberto Dini e Papa Francesco

“Papa Francesco? In un certo senso è un Papa di sinistra, che sta trasformando la Chiesa mettendo a repentaglio i suoi Sacri principi”. Così a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, Lamberto Dini, ex premier, ministro e direttore della Banca d’Italia, raccontando l’incontro avvenuto col Pontefice in occasione della camera ardente che accoglieva la salma Giorgio Napolitano.

Secondo lei l’attuale Santo Padre è da considerarsi ‘pericoloso’ per la Chiesa? “La Chiesa è un’organizzazione politica, nel senso che cerca di modificare i suoi atteggiamenti coi mutamenti della società. Ad esempio: prima il matrimonio era indissolubile, poi si è cominciato a parlare di divorzio, ora si parla di accogliere le coppie dello stesso sesso. Questo è un Papa progressista che sta cambiando, trasformando la Chiesa, non so se per il meglio”.

Dini ha poi raccontato un aneddoto su di un viaggio fatto da Giorgio Napolitano negli Stati Uniti, alla fine degli anni Sessanta: “Ai tempi vivevo negli Usa e in diverse occasioni lo accolsi a casa mia, per presentargli i grandi rappresentanti dell’economia mondiale”. Anche lei, per un breve periodo, sembrava poter diventare inquilino del Colle…”. Nel 2013 ero uno dei candidati al Colle per le forze non di sinistra. Sarebbe stato un grandissimo onore – ha concluso a Rai Radio1 Dini – il più grande che un cittadino possa ricevere”.

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Politica

‘Espansione Nato e reazione russa’, Lega rievoca Pratica di Mare per festa Berlusconi

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Tra le iniziative per ricordare Silvio Berlusconi, nel giorno della nascita, il prossimo 29 settembre, anche la conferenza della sezione della Lega per Salvini premier di Chiavari, in provincia di Genova. Un dibattito a più voci, spiegano all’AdnKronos gli organizzatori, per parlare di politica estera. La locandina e il titolo dell’evento ‘Espansione Nato e reazione russa: dagli auspici del 2002 alla crisi nel 2022 fino ai presagi sul 2032’, chiariscono la linea intepretativa delle vicende internazionali e dei rapporti con la federazione guidata da Vladimir Putin. Nella foto impressa sull’invito Silvio Berlusconi al centro, con a destra lo stesso Putin e alla sinistra George Bush.

Una immagine rievocativa del vertice di Pratica di Mare del 28 maggio 2002 quando Silvio Berlusconi, durante il suo secondo mandato da presidente del Consiglio, organizzò nella località a poca distanza da Roma, un vertice con i 19 rappresentanti della Nato dove fu invitato anche Vladimir Putin. Durante l’incontro venne firmata la carta conosciuta come ‘Dichiarazione di Roma’, che nelle intenzioni doveva aprire le porte della Nato anche alla Russia.

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Migranti, Crippa: “Germania li usa come armi per destabilizzarci”

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"Azione ostile di Berlino nei confronti del nostro governo" dice all'Adnkronos

La Germania “oggi usa i migranti per diluire la nostra identità”. Favorendo l’ingresso degli africani in Italia “creano nel Paese una competizione al ribasso nel mondo del lavoro, che favorisce la disoccupazione dei nostri giovani, finendo per creare anche tensione sociale”. Lo dice all’AdnKronos Andrea Crippa, vicesegretario della Lega. Che parla apertamente di “un’azione ostile di Berlino nei confronti del nostro governo”. “Pagare le Ong – sottolinea – ha come effetto quello di incentivare di fatto le partenze dei clandestini dalla Tunisia, perché ora sanno che ci sono navi pagate per portarli in Italia”.

“Ottant’anni fa – ricorda il vicesegretario della Lega – il governo tedesco decise di invadere altri Paesi con l’esercito ma vennero sconfitti, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai social-democratici. Sicuramente in Germania non vogliono né Salvini né Meloni al governo e vorrebbero o un governo tecnico, alla Monti o Draghi o un esecutivo di sinistra, con Schlein o altri”. “Ma falliranno -assicura- come avvenne appunto ottanta anni fa”.

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Pd, sui social impazza il ‘perifrastico’ di Schlein. Ma è una bufala

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Anche dallo staff della segretaria la conferma: è una fake news

La segretaria Pd Elly Schlein - Fotogramma

“Ma chi la capisce se parla così?”. Forse è partito tutto da quella frase con cui Lilli Gruber ha apostrofato la sua ospite in studio, Elly Schlein. Di lì un po’ di pour parler sulle capacità e lo stile di comunicazione della segretaria del Pd. Ma poi c’è stato un ‘salto di qualità’. Da alcuni giorni circola sui social una dichiarazione attribuita a Schlein: “Bisogna abbracciare prospetti dinamici che esprimano paradigmi virtuali di impatto permeante e perifrastico!”. L’iperbole, a livello di incomprensibilità, dovrebbe suggerire già a una rapida lettura che si tratta di una fake news. Come confermato anche dallo staff della segretaria dem.

Ma sui social non tutti hanno avuto il sospetto che si trattasse di una bufala. “Bisogna abbracciare Schlein per non spaventarla e spedirla al Pronto soccorso”, scrive un utente. E un’altra: “Magari lei o chi per lei ha adottato questa strategia di un linguaggio incomprensibile per impressionare gli sprovveduti e nascondere il vuoto cosmico che c’è dietro”. E invece tra chi ha capito che si trattava di una fake news, c’è anche chi ci trova il lato positivo: “Chiaramente è una bufala. Non pensavo desse fastidio a così tanta gente … buon segno!”.

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