

Lavoro
Rifiuti, Corrado Dentis confermato presidente del consorzio Coripet
Rinnovato il Cda

Si è svolta giovedì 18 maggio l’assemblea elettiva che, oltre ad approvare il bilancio 2022, ha rinnovato i vertici di Coripet, consorzio volontario senza scopo di lucro che ha come mission la raccolta e l’avvio a riciclo delle bottiglie in Pet dopo il loro utilizzo. Una assemblea sotto il segno della continuità: rieletti 12 consiglieri su 14 e la riconferma sia di Corrado Dentis (Dentis Recycling Italy ) alla presidenza della compagine consortile che di Manuela Kron (Sanpellegrino) alla vicepresidenza.
Completano il Cda per la categoria produttori: Marco Balbiano (Acqua Sant’Anna Spa), Antonio Barone (Ferrarelle), Gabriella Cuzzone (Sgam – Acqua Lete), Michele Foglio (Maniva), Giulia Miceli (Fonti del Vulture); per la categoria Converter: Tiziano Andreini (Alpla) e Marco Bruseschi (Ifap); per la categoria riciclatori: Carlo Andriolo (Aliplast), Corrado Dentis (Dentis Recycling Italy), Andrea Madrigali (Aliplast Spa), Alessio Morino (Gurit Italy Srl), Monica Pasquarelli (Dentis Recycling Italy Srl) Cristian Vecchiato (Gurit Italy Srl).
Dal bilancio di esercizio approvato emerge che Coripet è tra i primi quattro consorzi Epr in Italia e vanta numeri da record: 58 consorziati nel 2022 che nel 2023 potranno aumentare grazie all’allargamento anche al settore non food; sul versante ecocompattatori, che continueranno sempre a raccogliere solo bottiglie alimentari, il totale delle installazioni ha superato 900 unità; sono oltre 58 milioni le persone che Coripet raggiunge attraverso i Comuni con la raccolta differenziata.
La mission di Coripet fornisce al mercato risposte concrete alla Direttiva Sup (Single Use Plastic), entrata in vigore nel gennaio 2022, che oltre a mettere al bando gli oggetti monouso, disciplina proprio il fine vita delle bottigliette in Pet e, per la prima volta, indica sia gli obiettivi di raccolta, che di utilizzo dell’rPet nella produzione di nuove bottiglie. Due sono gli obiettivi sfidanti per il sistema Italia: entro il 2025 i territori dovranno raccogliere almeno il 77% di bottiglie in Pet post consumo e il 90% nel 2030. Contestualmente chi utilizza questi contenitori per vendere i propri prodotti avrà l’obbligo di produrli con almeno il 25% di Pet riciclato entro il 2025 e il 30% nel 2030.
“La fiducia rinnovata nei miei confronti da parte del Cda è motivo di soddisfazione personale, ma i prossimi quattro anni significheranno scrivere una nuova importante pagina non solo per Coripet, ma per l’Italia. Gli obiettivi di raccolta specifici per le bottiglie Pet con l’obbligo di utilizzare rPet sono un obiettivo dell’intero comparto che chiama a raccolta tutti: dai cittadini agli amministratori alle aziende stesse”, osserva Corrado Dentis, presidente Coripet.
Lavoro
Tlc, Di Raimondo (Asstel): “Sciopero? condividiamo preoccupazioni sindacati, serve nuova politica industriale”

Il direttore generale, calo ricavi rappresenta una delle criticità della Filiera: passati da flusso di cassa di 10,5 mld del 2010 a circa un miliardo del 2021

“Le organizzazioni sindacali richiamano l’attenzione delle Istituzioni per affrontare le difficoltà che il settore attraversa. Asstel condivide le preoccupazioni sul futuro dell’industry e sulla complessiva sostenibilità occupazionale: come associazione abbiamo una costante interlocuzione con Governo e Istituzioni con l’obiettivo di sviluppare soluzioni di lungo periodo che siano leva anche di competitività per il Paese. Serve una nuova politica industriale per la filiera che sostenga anche i periodici e significativi piani di investimento necessari ad offrire servizi innovativi e di qualità ai clienti”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Laura Di Raimondo, direttore generale Asstel Confindustria sullo sciopero di oggi dei lavoratori delle tlc proclamato unitariamente dai sindacati, che parlano di 20mila posti a rischio nel settore.
Di Raimondo ricorda che “il 2022 è stato un anno complesso per la filiera Tlc. Un anno che segue, purtroppo, un trend negativo: in 12 anni ha perso oltre un terzo del suo valore. L’aumento dei costi dell’energia, una competitività sempre più forte, un calo dei prezzi negli ultimi dieci anni del 33,6% e gli interventi regolatori sui mercati wholesale sono alcune delle cause che hanno portato a questa situazione di difficoltà”.
Per Di Raimondo “il calo dei ricavi rappresenta una delle criticità della Filiera: si è passati da un flusso di cassa di 10,5 miliardi del 2010, a circa un miliardo del 2021. Nel 2022, per la prima volta, si è registrato un valore negativo di circa 4 miliardi causato prevalentemente dal pagamento dell’ultima rata per le licenze 5G”. “Mentre il traffico dati aumenta, i prezzi -spiega Di Raimondo- sono in calo rispetto ad altre utilities. Il calo dei prezzi (-33,6% più del doppio dei principali paesi europei) è un fenomeno tutto italiano, e questo è indice della necessità di superare l’attuale modello. Nonostante tali criticità, gli operatori stanno ampliando i modelli di business verso nuovi settori e servizi, per effetto degli abilitatori digitali quali i big data, il cloud, l’Iot, la cybersecurity, il 5G. In questo sistema sono indispensabili le nuove competenze digitali e la formazione permanente del personale in essere a cui si devono affiancare strumenti di politiche attive”, sottolinea.
E per quanto riguarda il dl sulle tlc del governo la posizione di Asstel è chiara. “L’evoluzione del settore -spiega Di Raimondo- richiede specifiche misure e provvedimenti su cui il Governo ha posto la sua attenzione, quali: la mitigazione strutturale del costo dell’energia; l’armonizzazione dei limiti elettromagnetici a livello europeo. A questi, si affiancano gli interventi per la riduzione dell’Iva per i servizi di connettività, ispirandosi ai recenti indirizzi europei, e l’estensione del beneficio per investimenti in beni strumentali nuovi nel piano transizione 4.0. Sono stati sicuramente efficaci i recenti interventi normativi sulle semplificazioni; per attuare uniformemente la norma è necessario un coordinamento ottimale tra le istituzioni centrali e locali”, conclude.
Lavoro
Pa, Carlomagno (Flp): “Su smart working serve azione strutturale, uscire da logica emergenza”

Il segretario generale del sindacato: no a lavoro agile per genitori di under 14 in contraddizione con lotta a denatalità

Sullo smart working “è necessario uscire dalla logica emergenziale del cosiddetto lavoro da remoto da casa e realizzare un intervento strutturale che preveda un’organizzazione del lavoro per obiettivi, che vanno realizzati al di là del luogo dove questo avvenga, che sia l’abitazione del lavoratore, l’ufficio o altro”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Marco Carlomagno, segretario generale della Flp, Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche, sull’ipotesi di proroga dello smart working per i lavoratori fragili e i genitori di under 14 nella pa e nel privato fino a dicembre 2023. E comunque per Carlomagno “è indispensabile prorogare lo smart working nella pubblica amministrazione per i lavoratori fragili, vanno tutelati”.
Per il leader del sindacato nelle amministrazioni pubbliche il lavoro agile è ormai un miraggio. “Nella pa la gran parte delle amministrazioni stanno facendo rientrare tutti i lavoratori in presenza, agendo da piccoli feudatari al di là della legge che prevede un diritto per i lavoratori. Quindi parlare di proroga senza verificare queste situazioni da parte del ministero è inutile”, sottolinea.
E sulla posizione del ministro della Pa, Paolo Zangrillo, che confermato la tutela per i fragili ma ha preannunciato il no al lavoro agile per i genitori di under 14, Carlomagno risponde: “Lo stop annunciato dal ministro Zangrillo alla proroga dello smart working per i genitori di under 14? Parole rispettabili ma un governo che parla di lotta alla denatalità non può poi non agire sul lavoro agile, quello vero, venendo così incontro alle esigenze di vita-lavoro delle famiglie. E’ una contraddizione”, conclude.
Lavoro
Lavoro, Assosistema: “Vera garanzia del salario è nella contrattazione collettiva”

Il direttore generale di Assosistema Confindustria, Matteo Nevi, è intervenuto oggi alla Camera dei deputati in commissione Lavoro, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo

“La vera garanzia del salario è da ricercare nella contrattazione collettiva che in Italia ha un grado di diffusione superiore all’80% dei settori coperti. Introdurre un salario minimo servirebbe solo a creare una concorrenza tra legge e autonomia negoziale e ad incentivare la fuga dalla contrattazione collettiva verso una regolamentazione tra privati”. Ad affermarlo è il direttore generale di Assosistema Confindustria, Matteo Nevi, che oggi è intervenuto alla Camera dei deputati in commissione Lavoro, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti disposizioni in materia di giusta retribuzione e salario minimo.
“Non dobbiamo svuotare i contratti collettivi dei loro contenuti –ha proseguito Nevi – ma, anzi, come dispone la Direttiva europea, dobbiamo incentivare Il ricorso alla contrattazione. È impossibile pensare ad un salario minimo e ad una giusta retribuzione se non si trova una soluzione compiuta e in tempi brevi sulla misurazione della rappresentanza delle organizzazioni sindacali e datoriali nonché dei perimetri contrattuali a cui si applicano i contratti, ancora oggi in discussione al Cnel. Il trattamento economico minimo previsto nei contratti è la prima risposta al salario minimo e c’è da anni, non bisogna inventarsi nulla. Pertanto è necessario continuare a dare seguito al testo unico sulla rappresentanza siglato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil”.
“Se dobbiamo e vogliamo risolvere il problema del dumping contrattuale la strada non è il salario minimo, ma occorre mettere insieme una serie di interventi normativi chiari e puntuali che permettano l’emersione di tutte le differenti forme di dumping oggi presenti. Se la mia azienda svolge una specifica attività -ha continuato Nevi- non può applicare il contratto relativo ad un altro settore, anche questa è una chiara forma di dumping sul quale invitiamo il legislatore e la commissione ad una attenta riflessione”.
“Dobbiamo -ha concluso Nevi- evitare che interventi generalistici come quello del salario minimo generino effetti distorsivi all’interno delle relazioni industriali che sono da sempre un elemento fondante dell’esercizio dell’autonomia negoziale del nostro Paese e che dobbiamo custodire perché segno di un percorso democratico sancito chiaramente anche dalla nostra Costituzione”.
Lavoro
Turismo, enogastronomia motivo di viaggio per 58%, almeno 5 esperienze per 7 italiani su 10

Presentato il 'Rapporto Sul Turismo enogastronomico italiano' curata da Roberta Garibaldi

Continua la crescita dei viaggiatori italiani che hanno compiuto almeno un viaggio con principale motivazione legata all’enogastronomia: sono il 58% nel 2023, un valore superiore di 37 punti percentuali rispetto al 2016. In termini assoluti, si stima siano circa 9,6 milioni. Ma la ricerca di esperienze a tema cibo, vino e birra non è una peculiarità di questi turisti, perché interessa ormai tutti i viaggiatori del Belpaese: 7 su 10 ne hanno svolto almeno cinque nel corso dei viaggi più recenti (+25% sul 2021). Un dato in linea con quanto emerge dallo studio della European Travel Commission, secondo cui le proposte a tema cibo, vino e birra sono le più ricercate dai viaggiatori del Vecchio Continente nei viaggi della prossima estate, insieme a quelle legate ai paesaggi naturali dove spesso sono vissute (il 17,3% e il 17,8%, in termini assoluti circa 21,2 e 21,8 milioni di turisti hanno intenzione di viverle quest’estate). E saranno il 4,5%, ossia circa 5,5 milioni gli europei che hanno dichiarato di voler fare un viaggio con motivazione primaria enogastronomia.
È quanto emerge dalla sesta edizione del ‘Rapporto Sul Turismo enogastronomico italiano’, curata da Roberta Garibaldi (professore di Tourism Management presso l’Università degli studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’Ocse), con il supporto di Unicredit, Visit Emilia, Valdichiana Living e Smartbox, il patrocinio di Cultura Italiae, Federturismo, Fondazione Qualivita, Ismea-Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, Iter Vitis Les Chemins de la vigne en Europe e Touring Club Italiano, e la collaborazione di TheFork e Tripadvisor, e presentata questa mattina in anteprima per la stampa presso il Palazzo del Touring Club Italiano di Milano.
Il nuovo lavoro evidenzia i cambiamenti della domanda e le opportunità che si aprono per operatori e destinazioni, chiamate ad intercettare le nuove tendenze in atto.
Alta è la partecipazione a tutte le tipologie di attività, esperienze culinarie nei ristoranti (svolte dal 94% dei viaggiatori), visite ai luoghi di produzione (74%), eventi (60%), proposte attive (54%) e itinerari tematici (48%). Le prospettive per quest’anno sono positive. Nonostante la crisi, circa 1 turista italiano su 3 dichiara di avere un budget superiore al 2022 da dedicare all’acquisto delle proposte enogastronomiche.
“L’alto interesse dei turisti, l’offerta eccellente del nostro Paese, la crescita attesa per il turismo dei prossimi anni – commenta Roberta Garibaldi – ci regala un incredibile tris di assi per il prossimo futuro. La sfida è oggi quello di trasformarlo in un poker, lavorando sui fattori per fare esplodere le potenzialità. Si evidenzia un grande gap tra l’interesse alle esperienze e l’effettiva fruizione, tutte le regioni vantano una ricchezza che può essere ulteriormente valorizzata”.
“È importante preservare e valorizzare il patrimonio culinario italiano, i paesaggi, le piccole botteghe e gli artigiani del gusto, per garantire una crescita nel lungo periodo costante, armoniosa ed equilibrata nel rapporto tra mete più rinomate e le meno note aree interne. Il turismo enogastronomico riduce l’overtourism e gli squilibri, contribuisce a mantenere le attività tradizionali nei piccoli borghi e nelle zone rurali, porta entrate aggiuntive ai produttori stimolandoli a tutelare attivamente il paesaggio, che è tra le principali leve di scelta del turista”, conclude.
Sono quattro le principali tendenze del turismo enogastronomico. 1. Varietà, esperienze a 360 gradi. I turisti italiani vogliono scoprire mete nuove (63%) e diversificare l’esperienza, ricercando proposte autentiche e sperimentando attività sempre diverse a contatto con la natura. Tra le più gettonate compaiono le degustazioni in vigna e negli uliveti, eventi che abbinano gusto-arte-musica, workation nelle aree rurali sino ad arrivare a nuove proposte quali foraging (indicato da 1 italiano su 2), corsi di sopravvivenza e attività ludiche come escape room e caccia al tesoro. Cresce l’attenzione verso le esperienze in tutti i luoghi di produzione: non solo cantine, con i caseifici in prima linea.
2. Frictionless. Accessibili e facilmente acquistabili: così devono essere le esperienze per il turista. Il gap tra interesse ed effettiva fruizione è ancora elevato: il viaggiatore oggi deve essere messo nelle condizioni di poter reperire facilmente le informazioni, scegliere e prenotare le proposte disponibili. Non è quindi un caso che se il 63% degli intervistati dichiara di voler prenotare le visite alle aziende di produzione online, solo il 23% le ha acquistate dal sito e il 20% tramite intermediari online. Nella scelta sono numerose le fonti di informazioni che il turista utilizza, ma tende a fidarsi soprattutto di parenti e amici (indicati dal 54% dei viaggiatori italiani). I social media sono importanti soprattutto per i più giovani (Facebook per i Millennials e Instagram per la Generazione Z). Effetto ‘The White Lotus’: nella scelta della destinazione, cresce l’influenza di film e serie tv ambientate in uno specifico territorio.
3. Green & social. Il turista italiano si mostra sempre più attento alla sostenibilità, adottando comportamenti consoni in viaggio: evita di sprecare cibo al ristorante (indicato dal 65%) e in vacanza ha comportamenti più rispettosi dell’ambiente rispetto a quando è a casa (54%). Mostra, inoltre, un forte desiderio di stare a contatto con la comunità locale e di contribuire al benessere sociale attraverso il suo viaggio. Aumenta la destagionalizzazione dell’esperienza, considerata non solo come modalità di risparmio e per vivere i luoghi quando meno affollati, ma anche come una scelta responsabile per assicurare turismo tutto l’anno alle destinazioni scelte.
4. Longevity. Il viaggio enogastronomico diventa occasione per dedicarsi al proprio benessere e imparare a adottare stili di vita più salutari: il 71% dei turisti italiani vorrebbe trovare menù con ricette che fanno bene alla salute. Ecco che la Dieta Mediterrana diventa un asset da valorizzare e attraverso cui connotare l’offerta turistica. L’ambito rurale costituisce il luogo ideale dove staccare dalla routine giornaliera, dalla tecnologia (con il 62% degli intervistati che desidera fare viaggi enogastronomici in cui ci sia la possibilità di un digital detox), dalla confusione delle città stando con parenti e amici (quasi 6 turisti su 10 vorrebbe trovare proposte di viaggio in ambito rurale per stare con i propri cari).
Valorizzare la ricchezza enogastronomica regionale, innovare le experience, diventare sostenibili. Questa la ‘ricetta’ per soddisfare i nuovi bisogni del turista enogastronomico. A indicarla la sesta edizione del ‘Rapporto Sul Turismo enogastronomico italiano’.
“La costante crescita di interesse verso il turismo enogastronomico – sottolinea il Rapporto – può e deve rappresentare uno stimolo per una ulteriore valorizzazione. Il patrimonio nazionale è ricco, con tutte le regioni che hanno eccellenze e specificità in termini di prodotti, ricette, piatti tipici. Sicilia, Emilia-Romagna e Campania sono per gli italiani le migliori regioni dal punto di vista enogastronomico, Napoli, Bologna e Roma tra le città”.
“Gli italiani sono oggi i primi viaggiatori enogastronomici del Paese, il fatto che non conoscano ancora molte delle tipicità regionali rappresenta un’opportunità per valorizzare le aree rurali ed un’occasione per far crescere il turismo interno. Ecco che emerge la necessità di accompagnare gli operatori nelle fasi di sviluppo e promo-commercializzazione, in primis sui canali digitali, dell’offerta, accrescendone così l’accessibilità”, spiega.
Ancora, sottolinea nel Rapporto Roberta Garibaldi, “la voglia di novità che caratterizza il turista rappresenta un’opportunità da cogliere immediatamente”. “Ad esempio, è auspicabile stimolare l’apertura al turismo di tutti i luoghi di produzione (caseifici, salumifici, fabbriche di cioccolato) con proposte di visita e tasting in azienda. Ma anche favorire la nascita di experience leisure diversificate in ambito rurale e a stretto contatto con la natura, come tour a piedi e in bicicletta, attività di wellness, e che siano capaci di andare oltre i ‘luoghi comuni'”.
“Questo processo deve essere accompagnato da una comunicazione innovativa e differenziata per target, per soddisfare la ‘sete’ di informazioni che caratterizza il viaggiatore sia prima che nel corso dell’esperienza”, avverte.
Non solo. “Il turismo enogastronomico rappresenta un’opzione per destagionalizzare i flussi e rendere le destinazioni, in primis quelle marittime e montane, attrattive per tutto l’anno, garantendo lavoro costante a chi opera in quest’ambito. Appare importante, innanzitutto, creare connessioni tra le aree rurali e urbane, anche nell’ottica di re-distribuire i flussi ed evitare fenomeni di overtourism. Allo stesso tempo, è necessario intraprendere azioni di tutela e valorizzazione della cultura e del paesaggio enogastronomico promuovendo una governance sostenibile”, conclude.
Lavoro
Time management, i segreti per riappropriarsi del tempo professionale

Roberto Castaldo: "Iniziare con una stima del tempo necessario per ogni singola attività, impegnandosi a rispettare le previsioni, evita distrazioni e distorsioni di tempo".

“Tutto è legato al tempo, dalla biologia, alle attività di tipo professionale e sociale, e si tratta della risorsa più democratica che esiste in natura. L’orientamento lavorativo a cui siamo abituati lega il salario a un valore orario; il tempo, quindi, incide sulle nostre prestazioni ma anche sulla nostra vita”. Lo dice all’Adnkronos/Labitalia Roberto Castaldo, performance management specialist e unico italiano nella classifica Global gurus tra i trenta migliori professionisti nella gestione del tempo.
“Un corretto equilibrio tra vita professionale e personale – spiega -aumenta la produttività e il benessere, così come l’autorevolezza e la percezione del valore all’interno di un’organizzazione. Per questa e altre ragioni, saper padroneggiare al meglio il time management è una competenza sempre più necessaria al giorno d’oggi”.
“A prescindere dal contesto in cui si opera – prosegue – tutte le fasce di età sperimentano stanchezza mentale in relazione a una cattiva gestione del tempo. Ad accomunarci è spesso una sensazione di sofferenza e ingratitudine, come se il tempo fosse gestito da qualcun altro o qualcos’altro. Una condizione molto provante che può essere affrontata con piena autonomia e responsabilità grazie al time management”.
“L’aspetto principale – fa notare Roberto Castaldo – è segmentare bene gli obiettivi e lavorare per task operativi e check list: se spezzettato in diversi passaggi, qualsiasi obiettivo diventa raggiungibile. Iniziare con una stima del tempo necessario per ogni singola attività, impegnandosi a rispettare le previsioni, evita distrazioni e distorsioni di tempo. Siamo spesso distratti da contesti differenti tra loro; una soluzione è creare delle routine e degli spazi in cui essere completamente focalizzati sul ruolo che ci è richiesto in quel momento, sia esso professionista, collega, genitore e partner”.
I nemici principali di un time management efficace? “Una distorsione nel concetto di tempo, la mancanza di priorità e il non saper dire di no, concentrandosi su attività senza fine”.
L’esperto ha elaborato una teoria racchiusa nel libro ‘Time Management Sistema 21’, edito da KPI – Centro Studi Performance: “La teoria su cui si basa il libro è stata sperimentata su un ampio campione, che applicandola ha migliorato le proprie prestazioni del 34% nel 78% dei casi. L’idea è quella di riuscire a sezionare le attività, dividendole in blocchi di 21 minuti. Questo tipo di organizzazione, unito a una routine operativa nella fase di goal setting, migliora non soltanto la produttività, ma anche l’umore delle persone. Scientificamente, inoltre, sapere che si ha a disposizione un tempo ridotto per effettuare un’azione ci porta a performare al massimo: la percezione della scarsità delle risorse attiverà i nostri bisogni, dandoci la motivazione per agire. L’obiettivo del time management, in definitiva, è sentirsi motivati e produttivi, gestendo al meglio il proprio tempo, generando un forte impatto sull’ambiente sociale circostante e quindi sulle relazioni, di qualsiasi tipo esse siano”.
Lavoro
Mozzarella Bufala Campana dop sposa ‘Festa a Vico’

Parata di stelle della cucina e solidarietà con Gennaro Esposito

Il Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana dop sposa ‘Festa a Vico’, la rassegna che celebra cultura e tesori gastronomici, ideata dallo chef Gennaro Esposito e che vedrà arrivare a Vico Equense, in penisola sorrentina, il gotha della cucina italiana e internazionale, con una miriade di chef stellati dall’11 al 13 giugno.
L’evento ritorna dopo 3 anni di stop e taglia il traguardo dei 20 anni di storia. L’edizione 2023 vede la collaborazione del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana dop, che condivide valori e prospettive della kermesse, a partire dalla finalità solidale, visto che l’incasso sarà completamente devoluto in beneficenza.
“Abbiamo scelto di prendere parte allo straordinario evento creativo e benefico messo in campo dallo chef Gennaro Esposito, che punta a promuovere sempre di più una terra straordinaria, ricca di bellezze naturali, paesaggi mozzafiato, che è sinonimo di eccellenza nell’immaginario collettivo, proprio come la nostra mozzarella di bufala campana Dop”, spiega il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo.
Durante la tre giorni, la Bufala Campana sarà protagonista sia la domenica nella grande festa con food lovers e turisti nel centro di Vico Equense sia il lunedì sul lungomare di Seiano.
Nella giornata dell’11 giugno, la Mozzarella dop sarà al centro delle preparazioni delle decine di chef che animeranno il cuore del paese, le botteghe, i negozi, le piazze e i vicoli, proponendo piatti creativi e ricette della tradizione. Il Consorzio avrà diverse postazioni, in particolare sarà posizionata in piazza la mozza-mobile, la roulotte del Consorzio, dove si terranno laboratori e dimostrazioni di filatura dal vivo per far vedere come nasce la mozzarella di bufala.
Ci saranno anche altri tesori dop come compagni di viaggio. A condividere ‘Festa a Vico’, infatti, arriveranno anche i Consorzi del Parmigiano Reggiano dop, del Pecorino Romano dop e del Prosciutto di San Daniele dop: in piazza Municipio sarà allestita una grande area dedicata alle eccellenze, con degustazioni e abbinamenti tutti da provare durante la prima giornata. L’artigianalità e la sapienza dei gesti faranno da filo conduttore per la seconda serata in spiaggia, in cui sarà possibile vedere dal vivo la manualità antica che porta a creare una mozzarella, ad affettare un prosciutto di san Daniele o ad aprire una forma di Parmigiano Reggiano e di Pecorino Romano. I partecipanti potranno così immergersi in esperienze indimenticabili.
Lavoro
Fiere, Ride on: al via dal 9 all’11 giugno la festa delle due ruote organizzata da Fiera Roma


Scatta il conto alla rovescia per la festa dei motociclisti promossa da Motodays, la storica manifestazione di Fiera Roma dedicata alle due ruote. Dal 9 all’11 giugno Fiera Roma organizza ‘Ride On’ festa dei Motociclisti – moto, musica, solidarietà, una tre giorni all’insegna delle due ruote per riunire i motociclisti del centro Italia all’insegna di divertimento, sicurezza, solidarietà e, naturalmente, passione per le moto.
Da Ride on, Fiera Roma sarà anche il primo polo fieristico italiano ad avere una tv in diretta. Nel corso della tre giorni sarà infatti inaugurata la app Fiera Channel, applicazione ideata da Italia Television Group che consente di vedere in diretta su qualsiasi device ciò che sta accadendo in fiera (che sarà proiettato anche sui maxi schermo del quartiere fieristico).
Molte le attività proposte. Per chi ama cavalcare le due ruote è in via di definizione un intenso programma di run tra Roma e provincia (la partecipazione è gratuita per chi acquista il biglietto di Ride On in prevendita). Si parte con la run notturna di venerdì 9 organizzata in collaborazione con Moto Club Polizia di Stato.
Nella mattina di sabato 10 è in programma l’itinerario ‘Sotto gli occhi di Elena’: in una sorta di omaggio a Roma su due ruote, centinaia di biker vestiti da antichi romani sfileranno da Fiera Roma fino al Circo Massimo, dove potranno ammirare una filologica rievocazione storica della Roma imperiale (aperta a tutta la città) a cura delle Associazioni Civiltà Romana e Auxilia Legionis Aps. Nelle giornate di sabato 10 e domenica 11, avranno luogo anche le run organizzate in collaborazione con Moto for Peace, Moto Club Roma e Motorday CC (per maggiori dettagli www.motodays.it).
Ride On è anche un’ottima occasione per provare nuovi modelli di moto: ci saranno infatti le demo ride di modelli 2023 di importanti brand. In mostra, grazie alla passione dei membri del Moto Club Castellammare Adriatico, anche una selezione tematica delle iconiche ‘tre cilindri’, protagoniste di un progetto industriale che ha trovato riscontro soprattutto in Gran Bretagna, ma non solo. Tra gli esemplari in esposizione, una Trident Triumph color viola brillante e due BSA da gara dei primi anni ’70, con le quali ha corso anche il mitico Mike Hailwood.
Sabato 10 giugno alle ore 17.30 la sicurezza diventa ancora più protagonista, all’insegna della concretezza. Sul palco di Ride On ci sarà il talk show ‘Innovazione e sicurezza stradale, la strada è una sola!’, dedicato alla memoria di Elena Aubry, la sfortunata biker romana che perse la vita nel 2018 a causa del fondo stradale dissestato.
Organizzato da Fiera Roma e Graziella Viviano, mamma di Elena e presidente dell’associazione ‘Sotto gli occhi di Elena’, l’appuntamento vuole essere un confronto diretto e consapevole tra istituzioni, aziende e tutto il popolo delle due ruote, per affrontare concretamente il tema della sicurezza su strada, promuovendo consapevolezza a tutti i livelli di interlocuzione e delineando provvedimenti e strumenti che andrebbero adottati per salvare vite.
Sono stati invitati a parlarne il Ministero dei Trasporti, la Regione Lazio, Roma Capitale, Anas, Ania, Polizia stradale e motociclismo. Al termine dell’incontro, ci sarà la premiazione di alcune tra le aziende che si sono distinte per le loro innovazioni sul tema. Tra gli esempi, il cui utilizzo e la cui efficacia verranno mostrati in loco, gli airbag per moto, veri e propri salva vita, e l’app di tracciatura dello stato del manto stradale.
Un’attenzione particolare nel corso della tre giorni è riservata a bambini e ragazzi. Per quelli (di età tra i 7 e i 14 anni) che vorranno provare a guidare un motociclo Federmoto sarà a disposizione con la Scuola di motociclismo federale. E ai ragazzi già in possesso di motociclo e/o di licenza agonistica offrirà un Corso Teorico Pratico (entrambe le iniziative vengono svolte a titolo completamente gratuito). La Federazione Motociclistica italiana sarà presente in Fiera anche con il proprio Comitato regionale, con uno spazio presidiato anche dal Registro storico Fmi.
Ugualmente dedicata ai più piccoli l’iniziativa organizzata dal Moto Club Roma con la Onlus Una Zebra a Pois (https://unazebraapois.org), associazione particolarmente attiva con bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico e dello sviluppo . Esperti piloti del club saranno a disposizione per far provare – in assoluta sicurezza – a bambini e ragazzi coinvolti dalla Onlus l’ebbrezza di un giro in moto.
Molte le associazioni del terzo settore che saranno presenti a Ride on: Una zebra a pois, di cui sopra, Adv – associazione disabili visivi, Aipd – Associazione italiana portatori sindrome di down – sez. Roma, che realizzeranno alcune attività di interazione con Solidarietà Bikers, una delle associazioni di bikers maggiormente coinvolte nel sociale, Chiara e Francesco, che si occupa di prevenire abusi e maltrattamenti verso bambini e ragazzi.
Lavoro
illycaffè partner di Vivero de Atitude, programma socio-ambientale brasiliano

Obiettivo creare iniziative e progetti per la conservazione del Bioma Cerrado e, contestualmente, creare valore sociale.

illycaffè, prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione B-Corp, è partner di Viveiro de Atitude (Vivaio di Atitude), il programma socio-ambientale sviluppato in Brasile dalla Cooperativa do Cerrado Mineiro di monteCCer, che riunisce i produttori di caffè di Monte Carmelo nello stato di Minas Gerais, con l’obiettivo di creare iniziative e progetti per la conservazione del Bioma Cerrado e, contestualmente, creare valore sociale.
Il vivaio di Atitude produce ogni anno più di 140 specie autoctone, con lo scopo di renderle disponibili all’intera comunità, per ripiantarle nelle aziende agricole limitrofe o nelle aree urbane del territorio.
La piantumazione di piante autoctone nel territorio favorisce la protezione delle fonti acquifere e del bioma della regione del Cerrado. Attraverso programmi di educazione ambientale sostenuti da illycaffè, il progetto consente di aumentare la superficie delle foreste, preservare le sorgenti e conservare la biodiversità, elementi fondamentali per contrastare gli effetti del cambio climatico e quindi tutelare la produzione di caffè di qualità.
Ogni anno il vivaio vende circa 60mila piantine e devolve il ricavato alle istituzioni locali, che lo impiegano per sviluppare progetti sociali. Grazie ai fondi raccolti, in questi anni è stato possibile creare servizi di doposcuola per i bambini e costruire spazi adatti alle esigenze dei più anziani. In tre anni sono più di 17mila le persone che hanno beneficiato direttamente del progetto.
“La crescita sostenibile non può prescindere dalla difesa dell’ambiente e della comunità, elementi che dovrebbero sempre più alimentarsi a vicenda, producendo un circolo virtuoso -spiega Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè- sosteniamo Vivero de Atitude fin dagli esordi perché crediamo nel valore della collaborazione e della condivisione della conoscenza per sviluppare progetti che favoriscono la creazione di valore sociale e ambientale nel lungo periodo”.
Come Società Benefit, illycaffè crede nella necessità di costruire un sistema in grado di rigenerarsi da solo, garantendo il benessere delle persone e del Pianeta. Per questo l’azienda lavora mano nella mano con i produttori di caffè, formandoli alla qualità sostenibile e supportando i progetti che creano valore per la comunità e per l’ambiente.
Lavoro
Tributaristi a viceministro Leo, prorogare versamenti collegati a dichiarazioni redditi

Riferiti ai contribuenti soggetti agli Isa

L’Istituto nazionale tributaristi (Int), per mano del suo presidente Riccardo Alemanno, ha inviato una nota al vice ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, con richiesta di proroga dei versamenti collegati alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti soggetti agli Isa (Indici sintetici di affidabilità).
La richiesta fa seguito a quella già presentata dall’Associazione Nazionale Commercialisti, si legge infatti nella nota: “omissis facendo seguito alle richieste già avanzate da altre associazioni di categorie professionali contabili, sono a richiedere anche a nome dei tributaristi Int la proroga, al 20 luglio, della scadenza per i versamenti collegati alle dichiarazioni dei redditi 2023 dei contribuenti soggetti agli Isa”. La proroga della scadenza del 30 giugno è ritenuta necessaria per le modifiche apportate agli Indici di affidabilità fiscale, nonché i recenti chiarimenti pervenuti in merito alla loro applicazione.
Scrive Alemanno: “Non sono un ‘fan’ delle proroghe, ma spesso sono necessarie per dare modo ai contribuenti e agli intermediari fiscali che li assistono di adempiere correttamente agli obblighi dichiarativi, senza dover incorrere nel pagamento di somme aggiuntive. Ciò detto evidenzio, come del resto Lei ben sa data la Sua competenza ed esperienza in ambito tributario, che la proroga per essere efficace deve essere anche tempestiva e non giungere a ridosso della scadenza programmata. Lo spostamento dei termini al 20 luglio consentirebbe quel minimo rinvio necessario per evitare pagamenti aggiuntivi e la concomitanza con altre scadenze fiscali”.
Lavoro
Consulenti lavoro: per welfare aziendale diffusione in crescita e digitalizzazione

Il dossier di Fondazione Studi in collaborazione con Sodexo Benefits and Rewards Services indaga opportunità e limiti per piccole e medie imprese di uno dei principali trend del mercato del lavoro

Diffusione in crescita e digitalizzazione come elemento determinante. Sebbene permangano dubbi sulle politiche da adottare, le pmi italiane, nel biennio passato, hanno puntato di più sul welfare aziendale. Lo afferma il 55,9% dei 2000 consulenti del lavoro intervistati dalla Fondazione studi consulenti del lavoro nell’ambito dell’indagine, pubblicata oggi, dal titolo ‘Il welfare aziendale: diffusione e prospettive nelle pmi’.
Il cambio di paradigma nelle pmi rilevato dalla survey, favorito dalla pandemia e dall’escalation inflazionistica, sembrerebbe ormai consolidato: il 61,1% del campione, infatti, ritiene che nel 2023-2026 il welfare si diffonderà ulteriormente, con particolare riguardo agli strumenti di sostegno diretto alle famiglie (77,4%), all’area salute e assistenza (38,1%), alla conciliazione vita-lavoro (33,5%) e, in quota minore, alla formazione e all’aggiornamento professionale (21,9%) e alla previdenza (18,6%).
A livello territoriale, però, emergono differenze: se al Nord la spinta verso questi strumenti, oltre a essere più netta, sembra abbracciare una gamma più ampia di interventi, perlopiù in tema di salute e assistenza e conciliazione vita-lavoro, al Sud spicca un’attenzione maggiore al tema della formazione. In tutto lo Stivale, traino della crescita saranno soprattutto i vantaggi fiscali previsti dalla normativa (40,2%), ma anche la dinamica inflattiva e le sue ripercussioni sul potere d’acquisto dei salari (40%). Per le pmi italiane, poi, welfare aziendale è sinonimo di buoni pasto: immediati, flessibili e smart. È il 39,8% degli intervistati a definirli “molto diffusi” e il 42,2% “abbastanza diffusi”, con una loro concentrazione soprattutto al Centro e al Sud. Seguono i buoni benzina (40,3%) e quelli multicategoriali (34,6%).
Una tendenza che potrebbe non rallentare: da qui a tre anni, infatti, i buoni benzina cresceranno più di tutti (49,1%). Eppure, permane la preoccupazione che il welfare aziendale possa rappresentare un “costo aggiuntivo” per l’impresa (31,3%), e la scarsa conoscenza degli strumenti a disposizione (24,1%), in particolare al Centro e al Sud, insieme con la “complessità di gestione” (21,1%) rappresentano gli elementi maggiormente percepiti come limitanti per le pmi. A fare la differenza, sotto quest’ultimo profilo, potrebbero essere una maggiore semplificazione, grazie al digitale, di strumenti e processi, oltre alla previsione di incentivi alle aziende che erogano tali prestazioni. Volàno dell’informazione, invece, le piattaforme per l’accesso ai servizi di welfare, ancora “poco” diffuse (55,4%).
I dati dimostrano come la digitalizzazione resti un obiettivo da raggiungere e che sulla diffusione del welfare aziendale nelle pmi potrebbe avere, secondo gli intervistati, un impatto molto positivo, in particolare su questi aspetti: la varietà e la flessibilità dei servizi erogati (52,7%); la gestione amministrativa (52,9%); la soddisfazione dei lavoratori (53,4%); il miglioramento della qualità degli strumenti (54,4%).
“La digitalizzazione dei servizi di welfare è per Sodexo Benefits and Rewards Services a tutti gli effetti una priorità, nonché un driver di investimento fondamentale nella strategia di medio-lungo termine”, afferma Anna Maria Mazzini, chief growth officer di Sodexo Benefits and Rewards Services. “I dati della ricerca confermano la centralità e l’urgenza di lavorare in questa direzione per un miglioramento a 360° del comparto”, prosegue.
“L’indagine mette nero su bianco la funzione essenziale svolta dai professionisti intermediari nell’orientare e assistere le aziende nell’attuazione delle politiche di welfare aziendale. Puntare su questi strumenti è una scelta che ci impone il mercato, con i lavoratori che cercano un miglior work-life balance e i datori più attenti alle esigenze dei dipendenti. È fondamentale, allora, avvalersi di chi conosce questi strumenti, anche grazie al lavoro svolto quotidiano al fianco delle imprese”, commenta Rosario De Luca, presidente del consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro.
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