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Cronaca

Renato Curcio indagato, ecco la sua verità

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“Avendo ricevuto comunicazione di essere “indagato” in relazione ad un procedimento che riguarda i fatti avvenuti alla Cascina Spiotta di Arzello il 5 giugno del 1975 credo sia utile esporre con chiarezza la mia reale implicazione al riguardo, come peraltro ho già fatto anche nel 1993 nell’intervista concessa a Mario Scialoja e pubblicata nel libro ‘A viso aperto'”. Comincia così la memoria scritta, datata 18 febbraio 2023, che l’ex capo delle Br Renato Curcio ha consegnato ai pm di Torino che lo hanno indagato per il concorso nell’omicidio del carabiniere Giovanni D’Alfonso, morto nel conflitto a fuoco del 5 giugno 1975 alla cascina Spiotta di Arzello, dove, durante un blitz che portò alla liberazione dell’imprenditore Vittorio Vallarino Gangia, rapito dalle Brigate rosse, morì anche la moglie di Curcio, Mara Cagol.

“Al tempo dei fatti in questione – ricostruisce Curcio – ero da pochi mesi evaso dal carcere di Casale Monferrato in seguito ad una azione condotta da un gruppo armato inter-colonne delle Brigate Rosse. Azione per la quale sono già stato condannato e che dunque non penso possa riguardare quest’indagine. Ritengo tuttavia utile ricordarla poiché avvenne il 18 febbraio del 1975, vale a dire 48 anni or sono, ma da essa presero avvio le vicende inerenti all’indagine che è meglio chiarire”.

“Va da sé che per il clamore non indifferente che quell’azione fece il mio viso comparve più e più volte su giornali e televisioni e questo, sia per le BR che per me, costituiva un problema. C’era, per un verso la preoccupazione che qualcuno notasse e segnalasse la mia presenza e, per un altro, la necessità di salvaguardare chi mi era vicino e le strutture dell’organizzazione. In entrambi i casi era quindi opportuno che me ne stessi tranquillo per un po’ e fuori da quei rischi. Valutazione che fu chiara anche a me e che dunque condivisi”.

“Per oltre un mese rimasi riparato in un piccolo appartamento della Liguria in attesa che sbollissero le acque, come ho raccontato nel libro citato. All’inizio di aprile si pose però il problema di una ripresa della mia militanza attiva e di una sistemazione più stabile. E questo non poteva avvenire in Piemonte, a Torino, dove a partire dal luglio del 1972 avevo contribuito a costruire la Colonna e dove, inoltre, il giorno 8 settembre del 1974 nel pinerolese ero stato arrestato. Con Margherita valutammo così che fosse più sensato un mio spostamento a Milano benché questo comportasse un qualche allontanamento tra noi. Ritenni comunque di non dover entrare neanche nei ranghi della Colonna milanese per non mettere a repentaglio la sua sicurezza preferendo invece dedicarmi a una nuova tessitura di rapporti in ambienti sociali diversi rispetto a quelli che avevo conosciuto e assiduamente frequentato tra il 1969 e il 1972”.

“Tra aprile e maggio operai dunque in relativa autonomia a Milano totalmente assorto da questo nuovo compito che peraltro mi portò a frequentare e conoscere un’area nuova dell’effervescenza sociale, quella da cui emerse Valter Alasia, mio primo collaboratore in questa impresa. Di fatto, in quel breve periodo, non fui in organico né nella Colonna Torinese, né nella originaria Colonna Milanese. Tuttavia, se per un verso questo mi proteggeva dai rischi connessi alle dinamiche interne di quelle due colonne – dalle quali il pur breve periodo del carcere mi aveva completamente disconnesso – per un altro, decretava anche inevitabilmente un sostanziale isolamento rispetto alle loro pratiche ovviamente molto compartimentate”.

“In quel periodo non partecipai dunque ad alcuna loro campagna operativa ma venni invitato ad un solo incontro di discussione tra Margherita per la Colonna di Torino, e Mario Moretti, per quella di Milano, che si era reso opportuno poiché nell’organizzazione stava circolando tra i militanti l’idea di aggiungere agli espropri di banche anche eventuali sequestri di banchieri o comunque di persone facoltose. In quell’incontro, in piena ortodossia brigatista, non si discussero azioni specifiche da compiere – anche se, genericamente, se ne ventilarono alcune – ma si concluse che sarebbero state le singole le Colonne a valutare in proprio i pro e i contro, e a decidere in piena autonomia cosa sarebbe stato meglio fare per ciascuna di esse”.

“Dico ‘in piena autonomia’ perché nelle Brigate Rosse non ci sono mai stati ‘esponenti apicali’ al di sopra delle Colonne e men che meno ‘capi colonna’ che impartissero ordini a militanti subalterni ed esecutori. Il principio dell’unità della dimensione politica con quella militare – ‘Chi propone fa!’ ampiamente esposto nei documenti dell’epoca, nelle pratiche e nelle testimonianze postume, venne fin dal primo giorno affermato e rispettato da tutti. Così come quello della partecipazione in prima persona alle azioni che venivano proposte ed accolte”.

Per quanto attiene la decisione della Colonna torinese di mettere in opera il sequestro di Vallarino Gancia non conosco alcun particolare specifico poiché, come ho detto, non essendo interno alla Colonna torinese venni tenuto accuratamente all’oscuro della discussione che portò alla sua progettazione operativa, alla sua messa in opera e delle modalità in cui avrebbe dovuto svolgersi. A ridosso del 4 giugno 1975 tuttavia incontrai, come periodicamente accadeva, Margherita. In quell’occasione fu lei a dirmi che i nostri già radi incontri diretti sarebbero stati temporaneamente sospesi per qualche tempo poiché la Colonna torinese sarebbe stata impegnata in una azione a cui lei stessa avrebbe preso parte”.

“In quell’occasione mi indicò anche un altro compagno che avrebbe provveduto a mantenere in sua vece i contatti periodici di sicurezza. E fu proprio quel compagno che il 5 giugno mi fissò un appuntamento urgente a Milano durante il quale mi chiese se avessi sentito i notiziari della radio. Risposi di no e chiesi la ragione per cui avrei dovuto farlo. Fu così che venni a conoscenza di quanto era successo alla cascina Spiotta. Di tutto ciò comunque ho dato un’ampia e pubblica testimonianza nel 1993, vale dire trent’anni fa – ripeto: trent’anni fa! – nel libro all’inizio citato e ampiamente circolato in Italia e all’estero”.

“Comunque, in uno degli appuntamenti settimanali di sicurezza che seguirono mi venne riferito che il compagno fuggito dalla cascina Spiotta dopo il conflitto a fuoco desiderava incontrarmi per raccontarmi in prima persona quanto era accaduto. In un primo tempo, non conoscendolo preferii non incontrario. In un secondo tempo, tuttavia, dopo aver letto la sua relazione ampiamente circolata nelle varie Colonne, decisi – nonostante il rischio – di farlo per conoscere meglio alcuni dettagli relativi agli ultimi confusi minuti della vita di Margherita. Questo incontro si svolse in una località turistica verso la fine di giugno. Non avevo mai visto prima la persona che si presentò e mai più la rividi in seguito. Era un uomo assai afflitto per il ‘guaio’ che era successo e oltremodo turbato per gli errori compiuti e per le morti che ne erano derivate. Lo ascoltai in silenzio. Anche di quell’incontro comunque ho fatto un cenno trent’anni fa nel libro ‘A viso aperto'”.

“Di un’unica cosa però in quel libro non ho detto tutto quello che credo resti da dire ancora: il modo in cui è morta Margherita. Dalla relazione scritta dal compagno che era con lei alla cascina, ampiamente circolata nelle Brigate Rosse, rinvenuta in qualche perquisizione e infine anche pubblicata, si può dedurre infatti che sia stata uccisa ‘dopo il conflitto’; anche se, ovviamente, quella relazione non costituisce una prova. Oggi però con l’autopsia in mano possiamo avere la certezza che il colpo mortale a un classico “sotto-ascellare”, da sinistra a destra, che le ha perforato orizzontalmente i due polmoni; colpo mortale e inferto con competenza professionale. Su di ciò non possono esserci più dubbi, come sul fatto che Margherita in quel momento fosse disarmata e le sue mani fossero alzate. Restano allora senza risposta due domande: chi realmente ha premuto il grilletto? Era necessario?”

“Non ho voluto fino ad oggi sollevare queste tristissime domande né l’avrei fatto se questa strana comunicazione che mi è stata notificata il 14 febbraio del 2023 in cui leggo di ‘essere indagato’ non me le avesse strappate dal cuore riportandole in qualche modo allo scoperto”, conclude Curcio.

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Cronaca

Terremoto oggi Napoli, scossa magnitudo 3.2 ai Campi Flegrei

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Paura prima dell'alba, gente in strada ma nessun danno

Scossa di terremoto oggi, martedì 26 settembre, a Napoli nell’area dei Campi Flegrei. Tanta paura e gente in strada sin dalle 5.06, come segnalato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ma non sono stati segnalati danni. Lo sciame sismico ha registrato l’evento maggiore registrato alle 9.10 di magnitudo 3.2. In seguito all’evento la Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile, si legge in una nota, si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio Nazionale della protezione civile.

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Cronaca

Sciopero trasporti 29 settembre, nuovo stop mezzi di 24 ore: orari a Roma, Milano, Torino

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Trasporti fermi il prossimo venerdì, le informazioni e le fasce garantite nelle tre città

Sciopero nazionale dei trasporti il prossimo venerdì 29 settembre - Fotogramma /Ipa

Sciopero nazionale dei trasporti venerdì 29 settembre 2023, con possibili disagi per gli utenti a Roma, Milano, Torino e in diverse città a causa dello stop di 24 ore di bus e metro e del personale delle società che gestiscono i trasporti. Garantite in ogni caso le fasce orarie di legge. Ecco in dettaglio tutte le informazioni necessarie.

A Roma l’agitazione potrebbe interessare la rete Atac e i bus periferici gestiti dalla Roma Tpl. Il servizio sarà comunque regolare fino alle 8,30 e dalle 17 alle 20. Durante lo sciopero, quindi, il servizio sarà garantito esclusivamente durante le fasce di legge. Nel territorio di Roma Capitale, lo sciopero riguarda non solo l’intera rete Atac e l’intera rete RomaTpl: sulla rete Atac lo sciopero riguarda infatti anche i collegamenti eseguiti da altri operatori in regime di subaffidamento.

Per la notte tra il 28 e il 29 settembre, NON GARANTITO il servizio delle linee bus notturne (linee la cui denominazione inizia per “n”). GARANTITO invece il servizio delle linee diurne che hanno corse programmate oltre le ore 24 e le corse notturne delle linee 38-44-61-86-170-246-301-451-664-881-916-980

Per la giornata del 29 settembre, GARANTITE le corse sull’intera rete da inizio servizio diurno alle ore 8.30 e dalle ore 17.00 alle ore 20.00. NON GARANTITO invece il servizio sull’intera rete dalle ore 8.31 alle ore 16.59 e dalle ore 20.01 al termine del servizio diurno, NON GARANTITE le corse metro A-B-C previste dopo le ore 24. NON GARANTITE quindi le linee diurne che hanno corse programmate oltre le ore 24 e le corse notturne delle linee 8-38-44-61-86-170-246-301-451-664-881-916-980.

Per la notte tra il 29 e il 30 settembre, GARANTITO il servizio delle linee bus notturne (linee la cui denominazione inizia per “n”). NON GARANTITE invece dopo le ore 24 il servizio metro A-B-C, le linee diurne che hanno corse programmate oltre le ore 24; le corse notturne delle linee 8-38-44-61-86-170-246-301-451-664-881-916-980

Durante le sciopero, nelle stazioni della rete metroferroviaria che resteranno, eventualmente aperte, non sarà garantito il servizio di scale mobili, ascensori e montascale. Durante lo sciopero non garantito il servizio delle biglietterie; i parcheggi di interscambio restano aperti.

Per quanto riguarda le Linee ATM, a Milano, lo sciopero potrebbe avere conseguenze sulle linee dalle 8:45 alle 15 e dopo le 18, fino a termine servizio. Per quanto riguarda quindi la Funicolare Como-Brunate, l’agitazione potrebbe avere conseguenze sul servizio dalle le 8:30 alle 16:30 e dopo le 19:30.

A Torino servizio di trasporto pubblico garantito nelle seguenti fasce orarie:

Servizio URBANO-SUBURBANO, METROPOLITANA, CENTRI DI SERVIZI AL CLIENTE dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.00 alle ore 15.00. Servizio EXTRAURBANO, Servizio BUS SOSTITUTIVO FERROVIA sfmA – Torino-Aeroporto-Germagnano-Ceres, da inizio servizio alle ore 8.00 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30.

Servizio FERROVIARIO sfm1 – Rivarolo-Chieri: dalle ore 6.00 alle ore 9.00 e dalle ore 18.00 alle ore 21.00. Sarà assicurato il completamento delle corse in partenza entro il termine delle fasce di servizio garantito. Lo sciopero potrà avere ripercussioni anche sui diversi servizi gestiti da GTT, con conseguenti possibili disagi per la clientela.

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Cronaca

South working, in Sicilia creati 80 posti lavoro

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South working, in Sicilia creati 80 posti lavoro

“Il nostro obiettivo era quello di far tornare qui al Sud dei giovani ‘cervelli’ ed impiegarne altri che già erano qui, facendoli lavorare in modo stabile e permanente a Trapani in multinazionali innovative e in settori ancora poco sviluppati nel Meridione come quello del Business Intelligence, della CyberSecurity o del Mobile Development. Così, in poco tempo, grazie a un percorso virtuoso, siamo riusciti a far tornare 24 siciliani e ad assumere complessivamente 80 persone in Sicilia in soli due anni”. A dirlo tre giovani imprenditori Sergio Parisi, Giuseppe Rizzo e Gianfranco Incandela durante l’evento ‘Vento del Sud’ a Trapani organizzato da ‘Beehive’, la loro azienda sociale che, grazie al south working (lavoro da remoto per aziende fisicamente collocate nell’Italia del Nord o del Centro), hanno creato molti posti di lavoro per giovani al Sud in grandi aziende, che hanno scelto di assumere, lasciando come sede di lavoro un coworking in Sicilia. “Ogni giorno – proseguono – intercettiamo società di tutt’Italia fungendo da catalizzatore per attirarle in Sicilia, in modo che poi vengano assunti e formati i ragazzi del luogo. Colmando così il gap tra domanda e offerta di lavoro, che qui al Sud è ancora ampio rispetto ad altre regioni”.

“Attenzione – spiegano ancora i tre giovani – nel nostro caso non si tratta di smart working in quanto le aziende aprono una loro sede operativa all’interno del nostro coworking e per i neo assunti il posto di lavoro è ufficialmente quello di Trapani. Rendiamo dunque così la nostra terra un territorio fertile e attraente per le aziende del Centro Nord. Importante è stato inizialmente il ruolo dell’associazione South Working Lavorare dal Sud nata a marzo 2020 con l’obiettivo di colmare il divario economico, sociale e territoriale tra Nord e Meridione, tra aree industrializzate e marginalizzate del Paese, attraverso un processo di riattivazione dei territori tradizionalmente periferici. L’associazione è stata tra i primi a fare un importante lavoro di policy e advocacy e poi noi dal 2021 abbiamo offerto un “modello concreto che permettesse alle aziende di alimentare il South Working”. Lavorare in maniera agile dal Sud e dalle aree marginalizzate del Paese produce anche effetti positivi per tutte le parti coinvolte: aumenta la produttività di lavoratori e aziende, permette una più alta qualità della vita percepita e costituisce un’occasione di rilancio per questi territori. Il modello sperimentato qui nei primi due anni ha portato risultati estremamente positivi e le domanda da parte delle aziende è in forte crescita. Pertanto nel 2023 abbiamo aperto una seconda sede gestendo così ora circa 1000 mq di spazi condivisi”. “L’idea – concludono i tre giovani imprenditori – si è sviluppata dopo che abbiamo preso parte alla ricerca e alla pubblicazione scientifica del prof. Luca Solari ordinario di organizzazione aziendale presso la Statale di Milano sui “Nuovi modi di lavorare” portata avanti con 32 aziende nazionali e multinazionali. La sperimentazione ha evidenziato come il benessere dei collaboratori e la produttività degli stessi sia notevolmente superiore se questi lavorano a km zero in “Palestre Relazionali” come Beehive. Difatti, il turnover dei dipendenti delle aziende presenti è drasticamente diminuito grazie al benessere percepito e alla presenza della figura del Community Manager che “cura” l’aspetto relazionale delle persone in azienda. In poco tempo, abbiamo facilitato l’apertura a Trapani di 10 importanti aziende Italiane e creato le condizioni per il ritorno in Sicilia di molti siciliani. Svolgiamo inoltre, un importante ruolo di supporto all’autoimprenditorialità, sostenendo economicamente o con servizi startup giovani imprenditori locali”.

All’evento “Vento del Sud“, hanno partecipato tra gli altri Sergio Parisi co-Founder e Presidente Beehive SCS che è intervento su “Un nuovo modello per un South Working stabile”; Giorgio Scarpelli CTO e Senior vice President Ntt Data che ha discusso de “La partecipazione attiva agli ecosistemi territoriali del Sud Italia come chiave strategica di sviluppo”; Pietro Papoff e Valeria Bonilauri rispettivamente direttore generale e responsabile Innovazione e Sviluppo del Consorzio Elis che hanno parlato di “New Ways of working – Lo Studio di Smart Alliance”; il presidente Fondazione Comunitaria di Agrigento e Trapani Pietro Basiricò con un discorso sui “Legami di Comunità”; il vescovo Pietro Maria Fragnelli del Centro Coralli Diocesi di Trapani, con un intervento su “Centro per l’innovazione Sociale e la transizione digitale e sostenibile”, Pietro Biscu Direttore Generale Innovazione Digitale SRL che ha illustrato la propria idea spiegando proprio “Perché abbiamo scelto Trapani”.

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Cronaca

Meteo oggi, Italia divisa tra maltempo e sole, meteo oggi: previsioni

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Forti temporali al Sud, anticiclone Apollo al Centro-Nord con temperature anomale

La mappa meteo

Maltempo e pioggiaa al Sud oggi, anticiclone Apollo con pieno sole al Centro-Nord da Roma a Milano: queste le previsioni meteo del 26 settembre 2023 per un’Italia divisa a metà. Nelle prossime ore ancora prudenza per il colpo di coda del ciclone equinoziale sulle regioni meridionali: sono attesi forti temporali tra Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, altrove sarà tutta un’altra storia.

Il sole sarà dominante su questi settori e soprattutto porterà ancora una volta temperature anomale, estive, nordafricane nel cuore dell’autunno italiano. Con l’anticiclone Apollo i valori massimi riusciranno a salire sopra la media del periodo di quasi 8-10°C. Di giorno al Centro-Nord si toccheranno nuovamente i 28-33°C e gradualmente le temperature saliranno anche al Sud. Questa nuova fase di tempo stabile e caldo persisterà tutta la settimana, ma addirittura potrebbe dominare anche la prossima regalando un’ottobrata estrema a tutta l’Italia, come evidenzia Lorenzo Tedici, meteorologo de iLMeteo.it.

Al Sud però nelle prossime ore intensi fenomeni, in movimento dalla Puglia verso Sud-Ovest, colpiranno Basilicata, Calabria e Sicilia; non si escludono locali rovesci anche sul Cilento. Attenzione poi ai colpi di vento e alle locali trombe d’aria specie lungo le coste ioniche. Dalla sera sono previsti gli ultimi temporali forti tra Calabria e Sicilia poi lentamente il tempo migliorerà anche su queste zone.

Da domani, mercoledì 27 settembre, l’anticiclone Apollo riporterà condizioni stabili e soleggiate anche al Sud, salvo locali rovesci sulle estreme regioni ioniche.

Oggi, martedì 26 settembre – Al nord soleggiato e caldo. Al centro: bel tempo ovunque e clima più caldo. Al sud: ancora tanti temporali, soprattutto su Basilicata, Calabria e Sicilia.

Domani, mercoledì 27 settembre – Al nord: sole e caldo estivo. Al centro: estate piena. Al sud: in gran parte soleggiato salvo ultimi isolati temporali sulla Calabria.

Giovedì 28 settembre – Al nord: sole e caldo estivo. Al centro: estate piena. Al sud: soleggiato; piovaschi isolati in Calabria a ridosso dei rilievi.

Tendenza: anticiclone africano Apollo ovunque, sole prevalente e caldo sopra la media, specie al Centro-Nord.

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Cronaca

Messina Denaro, oggi l’autopsia: poi la sepoltura a Castelvetrano

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La famiglia del capomafia non ha nominato un proprio consulente. La tumulazione forse all'alba di domani

Messina Denaro al momento dell'arresto

Sarà eseguita questa mattina l’autopsia sul corpo del boss mafioso Matteo Messina Denaro morto ieri 25 settembre all’ospedale dell’Aquila. La famiglia del capomafia non ha nominato un proprio consulente. Quindi, l’esame autoptico sarà svolto alla presenza dell’esperto nominato dalla Procura dell’Aquila. Subito dopo la salma di Messina Denaro sarà restituita ai parenti per il trasferimento a Castelvetrano (Trapani) dove verrà sepolto. Non ci sarà un funerale religioso. Probabilmente il boss verrà tumulato all’alba di domani alla presenza dei familiari nella tomba di famiglia.

Il capomafia, in un vecchio pizzino ritrovato dai carabinieri del Ros nel covo di Campobello di Mazara, aveva criticato duramente la Chiesa annunciando di volere rifiutare “ogni celebrazione religiosa perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato”. E ancora: “Non sono coloro che si proclamano i soldati di Dio a poter decidere e giustiziare il mio corpo esanime. Non saranno questi a rifiutare le mie esequie…rifiuto tutto ciò perché ritengo che il mio rapporto con la fede è puro, spirituale e autentico, non contaminato e politicizzato. Dio sarà la mia giustizia”.

Indipendentemente dalle sue ultime volontà, come accade con tutti i boss mafiosi, i funerali non vengono celebrati.

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Cronaca

Stupro Caivano, nove ordinanze di custodia cautelare

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Per sette minori e due maggiorenni

Per la violenza nei confronti delle due cuginette del Parco Verde di Caivano i Carabinieri di Napoli hanno eseguito due distinte ordinanze di custodia cautelare a carico di 9 persone, sette minori e due maggiorenni. Le ordinanze sono state emesse dal Gip presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e dal Gip presso il Tribunale di Napoli Nord, rispettivamente su richiesta della Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli e dalla Procura presso il Tribunale di Napoli Nord.

Alle 11 presso la Procura di Napoli Nord (in Aversa) si terrà una conferenza stampa.

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Cronaca

IT-alert, oggi test in Abruzzo e in Trentino: cos’è e cosa fare

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Intorno alle 12 sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno in queste due aree e nelle aree limitrofe arriverà un messaggio. Domani test in Lazio e Liguria

Il messaggio IT-alert

Dopo l’ultimo test in Valle d’Aosta e Veneto, oggi martedì 26 settembre test IT-alert in Abruzzo e Trentino. Domani, mercoledì 27 settembre, la prova si ripeterà con le stesse modalità e alla stessa ora in Lazio e Liguria. Il test nel Lazio era stato inizialmente programmato per il 21 settembre ma è stato rinviato per l’allerta gialla per temporali prevista sulla regione in quella giornata.

Intorno alle 12 sui cellulari accesi e con connessione telefonica di coloro che si troveranno in Abruzzo, nella Provincia Autonoma di Trento e nelle aree limitrofe, arriverà un messaggio di test IT-alert. In seguito alla ricezione del messaggio di test, o a maggior ragione nel caso in cui tale messaggio non venga ricevuto, sarà possibile accedere alla homepage del sito www.it-alert.gov.it e compilare l’apposito questionario.

IT-alert è un nuovo sistema di allarme pubblico per l’informazione diretta alla popolazione, che dirama ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti o in corso. IT-alert è attualmente in fase di sperimentazione.

Quando sarà operativo, per determinati eventi emergenziali, il Servizio nazionale della Protezione civile con IT-alert integrerà le modalità di informazione e comunicazione già previste per informare la popolazione, allo scopo di favorire l’adozione delle misure di autoprotezione in rapporto alla specifica tipologia di rischio e al contesto di riferimento.

IT-alert, infatti, si affianca ai sistemi di allarme già esistenti anche a livello locale, non è salvifico in sé, ma è finalizzato, rispetto a un determinato evento avvenuto o imminente, a consentire la diramazione rapida delle prime informazioni sulle possibili situazioni di pericolo.

Il messaggio IT-alert viene ricevuto da chi si trovi nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso e abbia un cellulare attivo.

Quando sarà operativo, sarà impiegato per le seguenti tipologie di rischio nel campo della protezione civile, previste al momento dalla Direttiva del 7 febbraio 2023:

maremoto generato da un sisma;

collasso di una grande diga;

attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli;

incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica;

incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso);

precipitazioni intense.

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Cronaca

F35 italiani intercettano due caccia russi in spazio aereo Nato

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Si erano avvicinati senza alcun avviso al confine polacco

Due F35 dell’Aeronautica militare italiana della task force A-32nd Wing, impegnati nella base aerea di Malbork, in Polonia, hanno ricevuto il loro primo ordine di decollo dopo che i radar della Nato avevano rilevato la presenza di aerei russi Su-30 nei pressi dello spazio aereo Nato. Gli F-35 italiani hanno i due caccia russi verso i confini russi. L’operazione, svolta il 21 settembre scorso, sottolinea la Nato, “è stata condotta in modo professionale e gli F-35 sono tornati alla base aerea di Malbork al termine della missione. In nessun momento l’aereo russo è entrato nello spazio aereo della Nato”.

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Politica

Giorgio Napolitano: una vita politica e un’eredità duratura

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La recente scomparsa di Giorgio Napolitano ha lasciato un vuoto profondo nel panorama politico italiano. Con una carriera che ha abbracciato più di sei decenni, Napolitano si è imposto come una figura di riferimento nella storia italiana. In questo articolo esamineremo la vita di Giorgio Napolitano, il suo ruolo come Presidente della Repubblica Italiana e le reazioni del mondo della politica alla notizia della sua morte.

La gioventù di Napolitano

Giorgio Napolitano nacque il 29 giugno 1925 a Napoli, in un’Italia dominata dal regime fascista di Benito Mussolini. Fin dalla giovane età dimostrò un forte impegno politico e una spiccata determinazione nella lotta per la giustizia sociale. Nel 1947 si laurea in giurisprudenza presso l’Università di Napoli. Proprio nel periodo universitario incontra molti degli amici che avrebbero poi costituito di lì a breve la dirigenza del gruppo comunista napoletano.

La carriera politica di Giorgio Napolitano

Nel 1945 Napolitano si unì al Partito Comunista Italiano (PCI), un movimento politico di sinistra. La sua abilità oratoria e la sua intelligenza gli fecero rapidamente guadagnare un posto di rilievo all’interno del partito. Durante gli anni ’60 e ’70, Napolitano ricoprì diversi incarichi di governo, dimostrando la sua competenza nella gestione delle questioni politiche ed economiche. Tra il ’60 e il 62 è responsabile della sezione lavoro di massa, mentre tra il 1966 e il 1969 assume il ruolo di coordinatore dell’ufficio di segreteria e dell’ufficio politico del PCI. La sua carriera nel partito culmina negli anni dal 1976 al 1979, periodo durante il quale diviene responsabile della politica economica del partito. Nel 1992 Napolitano viene eletto presidente della Camera dei Deputati, mentre nel ’96, una volta tornato in Parlamento dopo l’esperienza da presidente della Camera, Romano Prodi lo sceglie come ministro dell’interno del suo governo. Nel 2005, infine, viene nominato senatore a vita dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

La Presidenza di Giorgio Napolitano

Nel 2006, Giorgio Napolitano fu eletto Presidente della Repubblica Italiana, diventando il primo ex membro del PCI a ricoprire questa carica. La sua elezione rappresentò un momento storico per l’Italia e sottolineò la sua capacità di unire le diverse fazioni politiche del paese.

Durante il suo mandato di sette anni, Napolitano si distinse per la sua capacità di affrontare alcune delle sfide più pressanti dell’Italia. Nel 2007 si trova a gestire la crisi di governo in seguito alle dimissioni di Romano Prodi.

Uno dei momenti più critici fu la crisi economica del 2008, che colpì duramente il paese. Napolitano lavorò instancabilmente per promuovere politiche economiche che avrebbero affrontato la recessione e sostenuto la crescita. Nel novembre del 2011, quando il governo Berlusconi IV conferma di non avere più la maggioranza parlamentare alla Camera, Napolitano si accorda con Berlusconi per arrivare alle dimissioni del suo governo.

La sua presidenza fu anche caratterizzata da un forte impegno per l’unità nazionale. Napolitano lavorò per superare le divisioni politiche e favorire il dialogo tra i partiti, cercando di garantire la stabilità politica in un momento in cui l’Italia ne aveva più che mai bisogno.

Le reazioni del mondo della Politica

La notizia della morte di Giorgio Napolitano ha scosso il mondo della politica italiana e internazionale. leader politici e non solo hanno espresso il loro cordoglio per la perdita di questa figura iconica.

Il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ha dichiarato: “La sua morte mi addolora profondamente e, mentre esprimo alla sua memoria i sentimenti più intensi di gratitudine della Repubblica, rivolgo ai familiari il cordoglio dell’intera nazione”.

A livello internazionale, i leader europei hanno elogiato Napolitano per il suo ruolo nella promozione della stabilità in Italia e nell’approfondimento dei legami transatlantici. La sua visione progressista e il suo impegno per i valori democratici hanno fatto di lui un punto di riferimento anche oltre i confini italiani. Emmanuel Macron dice di lui: “Figura eminente della politica italiana, europeo convinto, l’ex Presidente Giorgio Napolitano ci ha lasciato. Esprimo le mie più sentite condoglianze al popolo italiano”.

Anche il papa si è espresso in seguito alla scomparsa dell’ex presidente della Repubblica, rivolgendo alla moglie le seguenti parole: “La scomparsa di suo marito ha suscitato in me sentimenti di commozione e al tempo stesso di riconoscenza per questo uomo di Stato che, nello svolgimento delle sue alte cariche istituzionali, ha manifestato grandi doti di intelletto e sincera passione per la vita politica italiana nonché vivo interesse per le sorti delle nazioni”.

L’eredità di Giorgio Napolitano

La morte di Giorgio Napolitano segna la fine di un’era nella politica italiana. La sua eredità è vasta e duratura. Rimarrà nella memoria collettiva come un politico di principi, un leader che ha sempre cercato di servire il bene comune prima di tutto. La sua carriera, che ha attraversato momenti storici cruciali, è un esempio di dedizione, onestà e impegno per il servizio pubblico.

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Cronaca

Migranti, da Claviere in viaggio verso la Francia con la speranza di oltrepassare il confine

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Migranti, da Claviere in viaggio verso la Francia con la speranza di oltrepassare il confine

A Claviere, piccolo centro dell’alta Valsusa, ultimo comune italiano prima del confine francese, il termometro, nonostante la giornata di sole, quando scende la sera segna non più di 9 o 10 gradi. Le case e gli esercizi commerciali sono per lo più chiusi perché è bassa stagione e le strade, fino a qualche settimana fa attraversate da villeggianti, sono quasi deserte e chi cammina va di fretta, stretto nel primo piumino autunnale. E così, i migranti, seduti davanti alla chiesa che dista pochi metri dalla Casa del Comune, in attesa di incamminarsi verso la frontiera per la Francia cercano un po’ di riparo, qualcuno sui gradini di una casa, qualcun altro spezzando piccoli rami per tener vivo un debole fuoco, i più guardandosi attorno, uno accanto all’altro, con l’aria spaesata di chi non sa ne’ che fare, ne’ dove andare.

A spezzare lo scorrere uguale del tempo, l’arrivo di un furgone della Croce Rossa che porta loro acqua e biscotti: uno dopo l’altro si mettono in fila, poi, preso il pacco tornano da dove sono venuti. E il furgone, esaurito il compito in uno dei tanti trasferimenti quotidiani, va via in attesa di tornare per accompagnare chi è in attesa alla frontiera, che dista poco più di un paio di chilometri, oppure a Oulx, se ancora il centro di accoglienza ha posti disponibili, o più a valle, a Bussoleno.

Loro, i migranti, hanno poca voglia di parlare, non conoscono la lingua, qualcuno prova a esprimersi in inglese, ma fa fatica. Quello che si intuisce è che arrivano da viaggi lunghi e complicati, molti da Lampedusa, hanno lasciato i loro paesi di origine, il Sudan, la Guinea, e ora sono in attesa di un nuovo futuro, vogliono andare in Francia, qualcuno per raggiungere un parente, qualcuno, forse, per proseguire verso altre destinazioni. E fra tutti c’è chi chiede di poter chiamare il numero di emergenza e all’operatore che domanda se serve un medico o un’ambulanza risponde semplicemente ‘Oulx’, che significa accoglienza.

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