Entra in contatto con noi

Esteri

Razzante; “Allarma pista anarchica, pericolosamente vicina a terrorismo”

Pubblicato

il

(Adnkronos) – “La pista anarchica sta diventando pericolosamente vicina a quella eversiva e terroristica, peraltro mai abbandonata dalla nostra intelligence sin dagli anni di piombo. Devono preoccupare le diramazioni internazionali, perché purtroppo intorno a queste idee è facile raccogliere disagio sociale e interessi eversivi di matrice politica e, perché no, anche economica”. E’ la riflessione di Ranieri Razzante, direttore del Centro di ricerca sulla sicurezza e terrorismo, che commenta all’Adnkronos gli attacchi alle sedi diplomatiche italiane a Barcellona e Berlino. 

Attacchi definiti “senza senso in un mondo in cui ormai dovrebbe prevalere il dialogo e soprattutto le differenze di opinioni dovrebbero essere manifestate in modo legittimo. Non si possono tollerare minacce alla stabilità dello Stato quando si hanno idee anarchiche, cioè fondate sull’assenza di regole e sull’inutilità di ordinamenti democratici”, ammonisce Razzante, esprimendo infine “stupore per il marcato antieuropeismo, in un periodo in cui le minacce internazionali sono sempre più invasive”. 

 

 

 

Sbircia la Notizia Magazine unisce le forze con la Adnkronos, l'agenzia di stampa numero uno in Italia, per fornire ai propri lettori un'informazione sempre aggiornata e di alta affidabilità.

Continua a leggere

Esteri

Russia, oppositrice di Putin in ospedale: “E’ stata avvelenata”

Pubblicato

il

(Adnkronos) – La dissidente politica russa Elvira Vikhareva è stata avvelenata con sali di metalli pesanti. Lo riferisce il sito indipendente Meduza, citando test di laboratorio a cui Vikhareva è stata sottoposta dopo aver iniziato a manifestare sintomi. Secondo il sito, nel sangue di Vikhareva è stato trovato bicromato di potassio, una sostanza altamente tossica e cancerogena. L’avvelenamento risale a diversi mesi fa. 

La politica, esponente dell’opposizione a Vladimir Putin, ha dichiarato ai giornalisti di aver notato per la prima volta i sintomi alla fine di novembre e all’inizio di dicembre e poi di nuovo all’inizio di febbraio. I sintomi includevano forti dolori allo stomaco, aumento della frequenza cardiaca, intorpidimento delle estremità, spasmi muscolari, svenimenti e perdita di capelli. 

Il sito ha evidenziato che Vikhareva non ha mostrato il suo volto nelle interviste in live streaming negli ultimi mesi. Secondo quanto riferito, ciò è stato dovuto al fatto che gli effetti dell’avvelenamento hanno avuto un impatto notevole sul suo aspetto. Nel 2022, Vikhareva voleva candidarsi al consiglio comunale nel suo distretto di Mosca, ma un tribunale glielo ha impedito, adducendo irregolarità nei suoi documenti di registrazione. 

Continua a leggere

Esteri

Francia, presidente Comites: “Le istituzioni sembrano scollate dal Paese”

Pubblicato

il

(Adnkronos) – Quello che sta accadendo in Francia per la riforma delle pensioni è un “effetto collaterale” di una politica che “sembra non prestare ascolto ad alcune aree del Paese”, alle loro esigenze sociali. Il risultato è un Paese nel caos, dove c’è uno “scollamento tra le istituzioni e la società”. Lo afferma in un’intervista all’Adnkronos il presidente del Comites di Parigi, Oleg Sisi, nel giorno in cui, a causa degli scioperi su vasta scala annunciati, è stata annullata la visita in Francia di re Carlo e all’indomani di proteste sfociate in incidenti che hanno provocato centinaia di arresti e di poliziotti contusi in tutto il Paese. 

Proteste, spiega Sisi riferendosi alla rivolta dei ‘gilet gialli’ del 2019, a cui la comunità italiana residente in Francia è già “allenata” e a cui una parte più politicamente impegnata non è indifferente. “Ci sono circoli politici italiani e legati al mondo dei sindacati che condividono, se non in tutto, in parte le ragioni della protesta. Alcuni hanno partecipato e contribuito con la loro presenza al movimento”. 

“Per gli italiani che abitano nella circoscrizione di Parigi non ci sono ripercussioni dirette (dagli incidenti, ndr) ad eccezione di quelle che sono le prospettive della riforma pensionistica – prosegue – Nel nostro Paese si va in pensione a 67 anni, gli italiani di nuova immigrazione in Francia sono purtroppo abituati a questo tipo di dinamica”. 

Secondo Sisi, la rabbia vista nelle strade delle principali città francesi nasce da un “malumore” diffuso, in particolare al di fuori delle grandi metropoli, ma anche dalla “disillusione” di una parte di elettori che ha votato quei “movimenti che avrebbero dovuto creare una nuova stagione politica di rilancio e benessere”. 

Al contrario “sembra quasi che nella riforma delle pensioni si voglia far forza sulla capacità di rassegnazione della popolazione”. Sisi definisce poi il ricorso all’articolo della Costituzione 49.3, che annulla il dibattito parlamentare, “una forma di imbavagliamento”, mentre una riforma pensionistica “non può prescindere dall’ascolto di tutte le parti in causa. Non aver incontrato i sindacati credo che sia un gesto politico che denota una chiara postura istituzionale”. 

Il presidente del Comites ribadisce come il governo e la figura di Macron vivano un periodo di “profonda crisi”. Ma è tutta la politica in generale a pagare in questa fase. “Un recente sondaggio del centro di ricerca di Science Po ha confermato un aumento del 30% della sfiducia popolare nei confronti della politica – conclude – Chi ne esce ammaccato non è solo il governo, ma l’intero sistema delle istituzioni che sembra non tenere conto della rivolta”. 

Continua a leggere

Esteri

Tunisia, direttrice Corriere di Tunisi: “Paese è in difficoltà ma non crollerà”

Pubblicato

il

(Adnkronos) – “Il Paese è in difficoltà, non c’è dubbio, ma non credo che si lasci crollare la Tunisia”. Lo afferma in un’intervista all’Adnkronos Silvia Finzi, professoressa ordinaria presso il Dipartimento di Italianistica dell’Università di Tunisi, mentre in Italia cresce l’allarme per la situazione nel Paese nordafricano, sempre più in crisi economica e sempre più punto di partenza di migranti irregolari.  

Di “evitare il tracollo economico”, ha parlato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre durante il suo intervento al Consiglio Europeo, la premier Meloni ha ammonito dal rischio che arrivino “900mila” persone. Intanto resta in bilico il prestito alla Tunisia del Fondo monetario internazionale, ritenuto da molti osservatori fondamentale in questa fase per evitare il collasso. 

“Mi sembra importante che la Tunisia riceva degli aiuti, ma non sono gratuiti. Bisogna vedere se questi aiuti, che sono da rimborsare, possano bastare per sollevare l’economia e che cosa si chiede in cambio”, spiega Finzi, che è anche direttrice del Corriere di Tunisi, giornale nato dopo l’indipendenza del Paese nordafricano, avvenuta nel 1956, ed unica testata italiana nel mondo arabo. 

Finzi evidenzia quindi le difficoltà economiche che sta incontrando una parte della popolazione. “Lo Stato contribuisce a calmierare i prezzi dei generi di prima necessità come il pane e lo zucchero. Se fossero tolte queste agevolazioni per questi cittadini ci sarebbero rischi sociali importanti”, prosegue, evidenziando come la Tunisia, Paese che “storicamente” ha relazioni con l’Europa e che “culturalmente è il più europeo” tra quelli della sponda sud del Mediterraneo, va aiutata “da tutti i punti di vista, non solo per contrastare il fenomeno migratorio” e “in una maniera che non serva soltanto gli interessi europei, ma anche tunisini”. 

Poi, sempre a proposito del fenomeno migratorio, la professoressa ritiene che “l’interesse per la Tunisia non può essere soltanto il frutto dell’emergenza in Italia”, precisando di credere che “il discorso sia da fare in maniera più condivisa e meno legata alla paura del momento” e nell’ottica di non considerare il Paese una barriera alla migrazione illegale. 

Finzi invita quindi a valutare l’emergenza migratoria nel suo complesso, a comprendere perché i migranti arrivino in Tunisia “da tutte le parti dell’Africa” e a “interrogarsi veramente sulla situazione libica e a non far finta che questo problema non esista: c’è problema di guerra permanente e questa gente si sposta verso i porti che credono sicuri, come lo è ora la Tunisia”. Se non si comprendono le “ragioni drammatiche di chi arriva a mettere a rischio la propria vita perché sente minacciata la sua sopravvivenza e si cerca di tamponare soltanto, questo problema non si risolverà”, conclude. 

 

Continua a leggere

Esteri

Mark Zuckerberg di nuovo padre, è nata la figlia Aurelia

Pubblicato

il

(Adnkronos) – Mark Zuckerberg di nuovo papà. Con un post su Facebook, il numero 1 di Meta annuncia che la moglie Priscilla Chan ha dato alla luce Aurora, la terza figlia della coppia. “Benvenuta al mondo, sei una piccola benedizione” scrive postando una sua foto con lei e quella della moglie. Un post che ha raccolto in poche ore oltre mezzo milione di ‘Like’ e migliaia di commenti di congratulazioni.  

 

 

Continua a leggere

Esteri

Israele, i neocon del Queens dietro la riforma della giustizia

Pubblicato

il

(Adnkronos) – Lavorava da anni alla controversa riforma della giustizia che ha poi consegnato chiavi in mano al governo del Premier Benjamin Natanyahu il think tank di Gerusalemme Kohelet Policy Forum. Fondato nel 2012 dall’israeliano con doppia cittadinanza americana Moshe Koppel, computer scientist e studente del Talmud, emigrato da New York a Israele nel 1980 ora residente nell’insediamento di Efrat, preoccupato “per la libertà in Israele”. A finanziare il progetto, un altro americano: il multimiliardario Arthur Dantchik, come ha scoperto Haaretz. Sia Koppel che Dantchik, il cui patrimonio è valutato in 7,2 miliardi di dollari, sono originari del Queens, il più grande dei cinque distretti di New York. Entrambi amano operare lontano dai riflettori.  

La riforma è stata quindi messa a punto negli anni dal conservatore, libertario e di ispirazione religiosa Kohelet Policy Forum e mai discussa a livello politico prima. Neanche il Likud ne aveva mai parlato al suo interno, come ha ammesso l’esponente del partito, Keti Shitrit, in una recente intervista. “Non siamo stati noi a prepararla, è stato il Kohelet (che in ebraico significa Ecclesiaste, ndr)” che da tempo fornisce la destra israeliana di idee e progetti ed è stato pubblicamente ringraziato dall’ex segretario di Stato Mike Pompeo per il suo sostegno nello spostamento della posizione americana sugli insediamenti.  

“Le tattiche dell’istituto sono importate da Capitol Hill”, ha spiegato una fonte citata dal Washington Post, per cui fra i programmi del think tank vi sono incontri con parlamentari conservatori americani non più da considerare come incoerenti con il diritto internazionale. 

In questo momento “si sta spaccando il delicato equilibrio fra la Israele mainstream e gli ultra ortodossi che prima accettavano di dipendere da una società liberale e prospera con un apparato militare forte. La nuova generazione di politici religiosi crede che la Israele laica violi il Shabbat o non è attenta alla modestia delle donne, che questo ostacoli l’arrivo del Messia, cercano quindi di riscrivere la vita degli israeliani”, ha commentato Yofi Tirosh, vice rettrice di giurisprudenza all’Università di Tel Aviv. 

Il deputato ed ex colono in Cisgiordania Simcha Rothman, Presidente della Commissione della Knesset che segue la riforma, ha assunto il ricercatore di Kohelet Shimon Nataf, come consigliere giuridico. Altri dipendenti del think tank hanno iniziato a partecipare ai negoziati sulla riforma fra esponenti della coalizione e dell’opposizione ospitati nella residenza del Presidente.  

Continua a leggere

Esteri

Russia, aperto procedimento penale contro condirettore Centro diritti umani Memorial

Pubblicato

il

(Adnkronos) – Il condirettore del Centro per la difesa dei diritti umani Memorial Oleg Orlov è stato incriminato per discredito reiterato delle forze militari in un procedimento penale che rischia di concludersi con una condanna a più anni di carcere. E’ quanto è emerso in seguito alle perquisizioni e agli interrogatori, martedì scorso, di diversi esponenti dell’organizzazione a cui lo scorso anno è stato assegnato il Premio Nobel per la pace.  

Al termine delle perquisizioni e degli interrogatori in relazione all’accusa di riabilitazione del nazismo, un caso aperto a inizio marzo incentrato su tre nomi di collaboratori dei nazisti inseriti per errore in un database delle vittime delle repressioni di più di tre milioni di nomi, Orlov era stato rilasciato insieme agli esponenti dell’organizzazione coinvolti nell’operazione, Aleksandra Polivanova, Galina Iordanskaja, Irina Ostrovskaja, Aleksandr Gurjanov, e Jan Racinskij che risultano coinvolti nella causa come testimoni. La madre di Aleksandra Polivanova, Alena Kozlova e lo storico Nikita Petrov, che non era a Mosca l’altro giorno, non sono stati interrogati. La perquisizione dell’appartamento di Petrov si è svolta in presenza della moglie. 

L’accusa di discredito reiterato dell’esercito russo rivolta a Orlov è basata su un post Facebook del novembre 2022 in cui Orlov, più volte fermato per le sue proteste individuali contro la guerra a Mosca, faceva riferimento a un suo precedente articolo “Volevano il fascismo in Russia e l’hanno ottenuto”. “Il paese che trent’anni fa aveva preso le distanze dal totalitarismo comunista è ripiombato in un altro totalitarismo, quello ormai fascista”, aveva scritto nell’articolo pubblicato sul blog Mediapart. Orlov è stato fra i fondatori di Memorial alla fine degli anni Ottanta ed è uno dei volti più autorevoli della difesa dei diritti umani in Russia.  

 

Continua a leggere

Esteri

Nordcorea testa drone sottomarino: “Può creare tsunami radioattivo”

Pubblicato

il

(Adnkronos) – La Corea del Nord ha confermato oggi di aver testato “un’arma nucleare strategica sottomarina” di fronte alle coste di Riwon, nella provincia meridionale di Hamgyong, un’arma progettata “per infiltrarsi nelle acque operative e creare uno tsunami radioattivo di grandi dimensioni”. Il drone sottomarino, che è stato testato martedì, ha sganciato una testata che ha navigato ad una profondità tra gli 80 ed i 150 metri nelle acque del mar del Giappone, per 59 ore e 12 minuti, secondo il comunicato dell’agenzia Kcna.  

“Dopo aver organizzato e condotto un’esercitazione tattica combinata che simulava un contrattacco nucleare, la Commissione militare centrale del Partito dei lavoratori ha comandato esercitazioni dal 21 al 23 marzo, che sono servite come dimostrazione della capacità di attacco militare per avvisare il nemico dell’effettiva potenza nucleare e verificare l’affidabilità delle forze di autodifesa nucleare”, rende noto ancora Pyongyang. 

La Corea del Nord accusa Stati Uniti e Corea del Sud di star esercitandosi “all’occupazione della Nord” durante le manovre militari congiunte chiamate “Scudo di Libertà”. Di fronte a queste manovre Pyongyang afferma di dover “urgentemente preparare tutte le strutture delle sue forze armate per una guerra e rafforzare le sue capacità nucleari, sia come qualità che come quantità”. 

Infine si afferma che il leader Kim Jong Un ha supervisionato il test con “grande soddisfazione” esprimendo l’intenzione di spingere sia Washington che Seul alla “disperazione per la loro scelta di fare questa dimostrazione militare di alto livello”.  

Continua a leggere

Esteri

TikTok, Cina si opporrà “fermamente” alla vendita forzata dell’app

Pubblicato

il

(Adnkronos) – “Se la notizia è vera, la Cina si opporrà fermamente”. Così una portavoce del ministero del Commercio cinese esprime l’opposizione di Pechino alle richieste che arrivano dall’amministrazione Biden della vendita di TikTok per evitare che la app di proprietà di una società cinese vada incontro ad un bando. Secondo la portavoce Shu Jueting questo “danneggerebbe in modo grave” la fiducia degli investitori globali negli Stati Uniti. 

Inoltre ha sottolineato che ogni eventuale accordo dovrebbe avere l’approvazione del governo cinese. “La vendita o il disinvestimento di TikTok comporta un’esportazione di tecnologia e le procedure devono essere realizzate in accordo con le leggi e i regolamenti cinesi – ha detto – il governo cinese prenderà una decisione in accordo con la legge”. Il governo cinese, che secondo alcuni preferirebbe vedere TikTok bandita piuttosto che cedere il suo algoritmo, avrebbe quindi potere di veto su un’eventuale vendita.  

Le dichiarazioni arrivano dopo che ieri il Ceo di TikTok, Shou Chew, ha testimoniato di fronte al Congresso, mentre crescono le preoccupazioni per i legami tra la app e Pechino. E al termine dell’audizione, durata oltre 5 ore, molto congressisti hanno espresso scetticismo sulle dichiarate intenzioni della società di proteggere i dati degli utenti americani.  

Per Pechino “l’amministrazione Usa non ha fornito nessuna prova del fatto che TikTok sia una minaccia per la sicurezza degli Stati Uniti”, ha spiegato ancora la portavoce del ministero degli Esteri cinese, smentendo le accuse che la società che gestisce la app sia tenuta a consegnare i dati personali dei suoi utenti alle autorità cinesi.  

Nessuna società o individuo sono stati mai costretti a consegnare dati o informazioni su altri Paesi, ha ribadito la portavoce in risposta alle accuse emerse durante l’audizione al Congresso di ieri. 

 

Continua a leggere

Esteri

Ucraina-Russia, la strategia Wagner aiuta Kiev: lo scenario

Pubblicato

il

(Adnkronos) –
La Wagner via dall’Ucraina? Yevgeny Prigozhin, il fondatore del gruppo mercenario, starebbe preparando un ridimensionamento delle operazioni del suo esercito privato nella guerra in Ucraina, accanto alla Russia, a causa della carenza di uomini e munizioni. Lo ha riferito l’agenzia Bloomberg, citando fonti a conoscenza della questione che hanno preferito mantenere l’anonimato. La Wagner è impegnata in particolare nell’area di Bakhmut, la città del Donbass diventata da settimane il fulcro del conflitto. 

Visto come una minaccia crescente dall’establishment politico russo, Prigozhin – il cui gruppo sarebbe stato escluso dal reclutamento nelle carceri e privato dei rifornimenti militari – starebbe pianificando di spostare nuovamente l’attenzione sull’Africa vista anche le difficoltà incontrate nel Donbass. Nonostante mesi di assalti e pesanti perdite, le truppe della Wagner ancora non sono riuscite a prendere Bakhmut, il loro principale obiettivo da settimane. Prigozhin recentemente ha chiesto più volte rifornimenti da Mosca: “Senza armi e munizioni verremo accerchiati”, ha detto, rivendicando contemporaneamente i successi ottenuti nell’offensiva su Bakhmut. 

Le fonti suggeriscono che i massimi comandanti russi siano riusciti a insinuare dubbi nel presidente Vladimir Putin sull’abilità militare della Wagner, che aveva ottenuto dal Cremlino il permesso di reclutare prigionieri con la promessa di un rilascio anticipato se fossero sopravvissuti a sei mesi sul campo di battaglia. Sebbene non vi sia alcuna indicazione che Prigozhin ridistribuirà le truppe in Africa, le fonti hanno indicato che le operazioni in quest’area riceveranno probabilmente maggiore attenzione in futuro.  

 

Continua a leggere

Esteri

Nordcorea, la figlia di Kim al lancio del missile con giacca di lusso

Pubblicato

il

(Adnkronos) – Cosa indossare al lancio di un missile balistico intercontinentale? Domanda assurda per la maggior parte dei teenager. Lo è meno se si rivolge a Kim Ju Ae, figlia e possibile erede del leader nordcoreano Kim Jong Un, ‘sorpresa’ con una giacca di Dior a uno degli ultimi test missilistici. La ragazzina, che si pensa abbia 10 o 11 anni, la scorsa settimana è stata fotografata dai media statali nordcoreani mentre assisteva con il padre al lancio dell’Hwasong-17, in grado di raggiungere gli Stati Uniti. Un avvertimento ai “nemici”, hanno commentato i media di Pyongyang a proposito del test. 

L’emittente sudcoreana Chosun, notando le cuciture, ha evidenziato come la giacca trapuntata nera indossata nella fredda Pyongyang da Kim Ju Ae sembrasse esattamente quella venduta in questo periodo dalla casa di moda francese. Non è possibile accertare se la giacca sia vera o un’imitazione, ma in entrambi i casi si tratterebbe di una scelta imbarazzante in una nazione poverissima che, secondo recenti rapporti, è sull’orlo della carestia. Sul sito del marchio francese, infatti, il capo è venduto a più di 2.500 euro. 

Anche la madre di Kim Ju Ae, la first lady Ri Sol Ju, è nota per la sua passione per la moda e il lusso. Diverse foto l’hanno immortalata con borse che sembrano esattamente quelle prodotte da marchi come Chanel e Dior. Un’immagine che contrasta con l’ideologia socialista della Corea del Nord e che, se fosse confermata l’autenticità dei capi, rappresenterebbe una violazione del regime di sanzioni delle Nazioni Unite. 

“Le persone tendono a pensare che la moda in Corea del Nord sia sciatta e antiquata, ma l’élite del Paese è aggiornata con le nuove tendenze in fatto di stile – ha affermato Jeong Eun-lee, ricercatore presso il Korea Institute for National Unification di Seul – Condividono foto di look alla moda tramite smartphone e fanno acquisti nelle boutique di Pyongyang”. 

Lo stile di vita della famiglia Kim è in netto contrasto con il peggioramento della sicurezza alimentare che colpisce la gente comune in Corea del Nord a causa dei disastri naturali e del prolungato blocco delle frontiere a causa della pandemia. Il programma agricolo ha ripetutamente fallito nel fornire cibo a sufficienza per i 26 milioni di abitanti. Recentemente sono emerse segnalazioni di morti per fame in alcune aree della Corea del Nord, secondo il ministero dell’Unificazione della Corea del Sud. 

Continua a leggere

Articoli recenti

Post popolari

Il contenuto di questa pagina è protetto.