

Sostenibilità
Raccolta vetro, al via importante intervento strutturale
Al via il più importante intervento strutturale per la raccolta differenziata del vetro, grazie a un piano che prevede un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro con un focus specifico per il Sud. È il cuore dell’accordo firmato da Coreve, il Consorzio per il Recupero del Vetro, insieme ad Anci, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, con l’obiettivo di rendere sempre più efficiente il sistema di raccolta differenziata del vetro, superando le disparità tra nord e sud del Paese.
Il piano prevede un processo che mira a supportare gli enti locali con azioni strutturali a carattere permanente attraverso percorsi di miglioramento sostenuti da finanziamenti in attrezzature e comunicazione.
Rivolti ai Comuni convenzionati con Coreve, direttamente o tramite i propri Delegati, sono due i bandi previsti dall’accordo, ai quali sarà possibile aderire entro e non oltre il 30 giugno 2023: uno dedicato alle regioni italiane del Sud e uno dedicato alle regioni del Centro-Nord. I Comuni aderenti potranno accedere a un finanziamento parziale a fondo perduto erogato da Coreve, funzionale all’acquisto di attrezzature (mastelli, carrellati, cassonetti, campane, ecc…), all’implementazione di progetti territoriali e alla realizzazione di progetti di comunicazione a supporto della raccolta differenziata di vetro.
Il piano mira ad aumentare la raccolta del rottame di vetro di circa 300mila tonnellate che garantirebbe un risparmio diretto di 11,6 milioni di m3 di gas e indiretto di 20,2 milioni di m3 di gas. Tali risparmi porterebbero a un beneficio finale di non utilizzo di 31,8 milioni di m3 di gas garantendo un importante contenimento del consumo energetico del Paese.
“Il corretto riciclo del vetro rappresenta una grande opportunità per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese – afferma Gianni Scotti, presidente di Coreve – Nel 2020, infatti, il comportamento virtuoso di milioni di cittadini ha consentito all’Italia di risparmiare quasi 4 milioni di tonnellate di materie prime vergini, di scongiurare emissioni di CO2 in atmosfera per 2,2 milioni di tonnellate, ed un risparmio di consumi energetici pari a 385 milioni di m3 di metano, assicurando complessivamente oltre 86 milioni di euro agli enti locali convenzionati. Con l’importante piano che annunciamo oggi insieme ad Anci, vogliamo offrire maggiori opportunità ai Comuni che sceglieranno concretamente di intraprendere un percorso di miglioramento della raccolta del vetro. Si tratta di una serie di interventi mai realizzati prima in Italia, che mirano a raggiungere obiettivi decisamente ambiziosi, ma crediamo che solo attraverso una visione di lungo periodo sia possibile colmare quel gap che attualmente esiste tra le due grandi macroaree italiane”.
“L’accordo che viene presentato oggi – commenta il presidente dell’Anci Antonio Decaro – è un altro passo importante sul percorso che tutti i sindaci d’Italia considerano prioritario e sul quale l’Anci è impegnata da anni. Il recupero e il riciclo del vetro è infatti parte essenziale della transizione ecologica che il Paese e l’Europa hanno posto al centro delle proprie politiche pubbliche. Ma l’intesa con Coreve ha una caratteristica ulteriore, che va apprezzata particolarmente: è pensata e sarà applicata in modo tale da ridurre il gap tra il Sud e le altre aree del Paese che anche in questo settore si protrae da troppo tempo. Sono sicuro che da parte dei Comuni verrà una risposta positiva ai due bandi di finanziamento”.
Sostenibilità
43.000 morti, metà bambini piccoli, per la siccità in Somalia

(Adnkronos) – La siccità record in corso in Somalia ha ucciso 43.000 persone l’anno scorso, metà delle quali bambini sotto i 5 anni. E’ quanto emerge da uno studio condotto dalla “London School of Hygiene and Tropical Medicine” che ha fatto un primo tentativo di stimare i decessi in tutto il Paese. Dopo cinque stagioni di pioggia consecutive perse, metà dei 17 milioni di somali ha urgente bisogno di aiuti. Questo fenomeno secondo gli esperti è causato dal cambiamento climatico che ha drasticamente ridotto le precipitazioni in questa parte del continente africano.
Sostenibilità
Verso un tetto globale alle emissioni degli aerei?

(Adnkronos) – L’aumento del traffico aereo potrebbe far scattare, a partire dal prossimo anno, un programma guidato dall’ONU che mira a limitare le emissioni dei voli internazionali all’85% rispetto ai livelli del 2019, nell’ambito della prima fase del Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation. Il gruppo commerciale IATA ha dichiarato a Reuters che tale soglia dovrebbe essere superata nel 2024, in base all’attuale ripresa del traffico. La lotta all’inquinamento dell’aviazione è fondamentale per la lotta ai cambiamenti climatici, poiché il settore genera circa il 3% delle emissioni globali.
Sostenibilità
Strage di pesci nell’entroterra australiano

(Adnkronos) – Gli abitanti di Menindee, piccolo centro abitato dell’entroterra australiano, nella regione del Nuovo Galles del Sud, hanno assistito a una scena apocalittica. Migliaia di pesci morti e in decomposizione hanno infatti intasato un tratto del fiume Darling, che attraversa il paese. Responsabile della strage potrebbe essere la diminuzione della quantità di ossigeno presente nelle acque, dovuta all’innalzamento generale delle temperature. Ma non è la prima volta che la zona è interessata da fenomeni simili, con l’ultima che è la terza ecatombe in soli 5 anni.
Sostenibilità
Sequestrate 7 tonnellate di avorio in Vietnam

(Adnkronos) – Le autorità vietnamite hanno sequestrato sette tonnellate di avorio proveniente dall’Angola, uno dei maggiori sequestri legati al bracconaggio degli ultimi anni. Le popolazioni di elefanti africani sono da decenni decimate dai bracconieri, tanto che i parchi hanno assunto guardie armate per proteggerli. Il commercio di avorio è illegale in Vietnam, ma il contrabbando di oggetti legati al bracconaggio rimane diffuso. Tra gli altri articoli che spesso vengono contrabbandati nel Paese ci sono scaglie di pangolino, corni di rinoceronte e carcasse di tigre.
Sostenibilità
Giornata mondiale dell’acqua 2023, decalogo green contro gli sprechi

(Adnkronos) – Dieci suggerimenti e buone pratiche, ma anche soluzioni e tecnologie, per contrastare lo spreco di acqua e rendere più sostenibile la gestione della risorsa idrica. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2023 (22 marzo), Enea presenta un decalogo contro gli sprechi.
Ecco il decalogo salva-acqua: mantenere efficiente l’impianto idrico e verificare la presenza di perdite occulte, si calcola che con un rubinetto che gocciola si perdano fino a 5 litri al giorno; chiudere il rubinetto per evitare che l’acqua scorra inutilmente (per lavarsi i denti sarebbero necessari solo 1,5 litri se si chiudesse l’acqua tra le varie operazioni, evitando di sprecare fino a 30 litri; allo stesso modo durante il lavaggio delle mani si potrebbe evitare lo spreco di almeno 6 litri e durante la rasatura fino a 20 litri); riutilizzare l’acqua di cottura della pasta o del lavaggio delle verdure per sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie o per annaffiare (quando non è salata).
Capitolo lavastoviglie e lavatrici. L’indicazione è di utilizzarle sempre a pieno carico: si calcola che per un carico di lavastoviglie (classe A) senza prelavaggio vengano utilizzati fino a 15 litri (7 litri in classe A+++), mentre per un carico di lavatrice (classe A) si impiegano 45 litri. Preferire, poi, programmi di lavaggio a temperature non elevate (40-60° C). Inoltre, con l’installazione di pannelli solari si eviterebbero i consumi elettrici per scaldare l’acqua necessaria agli elettrodomestici.
E ancora: preferire rubinetti con sensori o con rompigetto aerato che riducono il flusso dell’acqua e hanno maggiore efficacia di lavaggio, avendo cura di mantenerli in efficienza (ad esempio utilizzando la chiavetta raschiatrice); installare sciacquoni a doppio tasto per risparmiare anche 100 litri d’acqua al giorno, considerando che a ogni utilizzo di modelli con un solo pulsante si usano fino a 16 litri; scegliere la doccia invece che la vasca da bagno per risparmiare fino a 1.200 litri all’anno (i stima che per fare un bagno in vasca si consumino mediamente fra i 100 e i 160 litri di acqua mentre per fare una doccia di 5 minuti se ne consumano al massimo 40 litri, ancora meno se si chiude il rubinetto quando ci si insapona).
Infine: chiudere l’impianto centrale in caso di periodi prolungati di mancato utilizzo, ad esempio quando si parte per le vacanze; utilizzare per l’irrigazione sistemi temporizzati, a goccia o in subirrigazione, in virtù della loro maggiore efficienza; utilizzare pavimentazioni drenanti nelle superfici esterne agli edifici, al fine di conservare la naturalità e la permeabilità del sito, favorire la ricarica delle falde, ridurre la subsidenza e mitigare l’effetto noto come isola di calore.
Sostenibilità
Giornata Foreste, Pefc: 1 mln di ettari gestito in modo sostenibile in Italia

(Adnkronos) – Continua ad aumentare in Italia la superficie forestale gestita in maniera sostenibile: nel 2022 si è passati dagli 892.609,63 ettari del 2021 ai 925.609,96 (di cui 8.554,55 di pioppeti e 54,91 di piantagioni) con un incremento di 33.000 ettari, pari al 3,7% in più. Sono 14 le regioni che hanno almeno una foresta certificata, con il Trentino Alto Adige che conferma la superficie più vasta. Sono i dati che emergono dal nuovo Rapporto Annuale del Pefc Italia, ente promotore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale, presentati in occasione della Giornata Internazionale delle Foreste (21 marzo) dedicata quest’anno al tema ‘Foreste e Salute’, con un focus dunque sui Servizi Ecosistemici (clima, assorbimento di CO2, turismo in ambiente naturale e benessere).
“L’aumento dei costi dell’energia e delle difficoltà di approvvigionamento dovute prima alla pandemia e poi alla guerra in Ucraina, hanno creato attenzione all’ambiente naturale bosco e al prodotto naturale legno: la certificazione in Italia cresce, dimostrando l’interesse anche da parte delle aziende a scegliere di dare garanzie sul materiale di origine forestale – spiega Francesco Dellagiacoma, presidente Pefc Italia – Inoltre, nonostante la sospensione delle importazioni dalla Russia e Bielorussia avvenuta nell’ultimo anno (sono 30 milioni gli ettari certificati Pefc in Russia e Bielorussia che non possono attualmente fornire materiale certificato perché dichiarato legname di guerra e quindi ‘fonte controversa’), il sistema Pefc si conferma come lo standard con la maggiore superficie forestale certificata al mondo. Le foreste, con l’assorbimento di CO2 sono una strategia contro il cambiamento climatico; ma formate da piante che vivono ben oltre 100 anni, sono anche a rischio per il cambiamento climatico: sulle Alpi qualche milione di piante sono state portate a morte dal bostrico, un piccolo coleottero che attacca l’abete rosso debilitato a seguito di Vaia”.
LE REGIONI PIÙ CERTIFICATE – A livello territoriale, il Trentino Alto-Adige si conferma quindi capofila per superficie forestale certificata più estesa con 556.147,9 ettari, considerando quelli curati dal Bauernbund – Unione Agricoltori di Bolzano, le aree gestite dal Consorzio dei Comuni Trentini e dalla Magnifica Comunità di Fiemme nella provincia di Trento. Al secondo posto il Friuli Venezia Giulia, con 95.163,98 ettari, di cui la maggior parte gestiti da Uncem Fvg, mentre al terzo il Veneto con 76.294,005 ettari. Tra le regioni in crescita spiccano l’Emilia Romagna e la Toscana.
LE AZIENDE CERTIFICATE – Per quanto riguarda la certificazione di Catene di Custodia, è stata ottenuta da 104 nuove aziende (il 46% delle quali è entrata in certificazioni di gruppo), segnando un +3,4% netto: si passa quindi dalle 1.278 aziende certificate CoC del 2021 alle 1.327 del 2022. Si registrano incrementi in tutte le categorie produttive, ma in particolare Pefc Italia segnala i risultati di carta per imballaggi (19 aziende con un incremento del 41,3%), pallet (19 aziende, +27,5%), imballaggi in legno (19 aziende, +21,6%), a seguire tipografie e industrie grafiche, laminati e pannelli.
SERVIZI ECOSISTEMICI – A crescere, a seguito della pubblicazione dello Standard dei Servizi Ecosistemici Pefc avvenuta nel 2021, è anche la richiesta dei servizi ecosistemici tra cui turismo, biodiversità e soprattutto cattura del carbonio, valorizzati in boschi e piantagioni certificati. I Servizi Ecosistemici possono essere definiti come i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano, a partire dalla capacità di assorbire CO2, contrastando il cambiamento climatico ma anche il rischio idrogeologico, la tutela della biodiversità e la capacità di svolgere funzioni turistico-ricreative. Grazie a questa certificazione, i gestori forestali possono valorizzare, garantire e comunicare ulteriormente questi benefici aggiuntivi incrementati dalla gestione attiva delle risorse forestali nonché aprirsi al mercato dei Crediti di Sostenibilità. “Stiamo registrando grande disponibilità dei soggetti finanziatori a supportare la gestione sostenibile delle foreste certificate Pefc, dando un maggior valore ai crediti di sostenibilità certificati, che stanno ricevendo ottimi riscontri sul mercato volontario italiano”, sottolinea Antonio Brunori, segretario generale del Pefc Italia.
Sostenibilità
Clima, il ruolo fondamentale degli oceani

(Adnkronos) – “L’oceano regola il clima del Pianeta e dunque un oceano sano è fondamentale per contrastare il cambiamento climatico”. Così all’Adnkronos, Francesca Santoro, Senior Programme Officer della Intergovernmental Oceanographic Commission (Commissione Oceanografica Intergovernativa) Unesco, alla vigilia della Un 2023 Water Conference, che si terrà a New York, presso il Palazzo delle Nazioni Unite, dal 22 al 24 marzo 2023.
“Purtroppo allo stesso tempo è proprio l’oceano a subire le conseguenze peggiori della crisi climatica – spiega – Parliamo ovviamente dell’aumento della temperatura delle acque, che in alcuni sottobacini, come il nostro Mediterraneo, causa importanti cambiamenti della struttura dell’ecosistema con l’arrivo di alcune specie aliene, arrivando a parlare di vera e propria tropicalizzazione del Mediterraneo. Allargando lo sguardo, però, a subire le conseguenze più immediate e evidenti saranno tutte le aree costiere poiché lo scioglimento dei ghiacci, e il fenomeno dell’espansione termica, porteranno, e in realtà stanno già causando l’innalzamento del livello del mare”.
“Con il clima del resto stanno cambiano le stesse dinamiche oceanografiche generando una serie di feedback, alcuni più visibili, altri meno ma in ogni caso con ripercussioni anche sulle risorse idriche come fiumi e laghi – continua Santoro – La Water Conference delle Nazioni Unite sarà dunque l’occasione anche per analizzare il profondo e indissolubile legame tra acqua salata e acqua dolce. In questo contesto ad avere un ruolo cruciale sarà l’Ocean Literacy (Educazione all’Oceano), strumento e chiave per affrontare il cambiamento climatico, promuovere una Blue Economy sostenibile e un approccio integrato sul tema dell’acqua”.
Temi al centro del side event alla Water Conference ‘Ocean Literacy as a powerful tool to address climate change and promote sustainable blue businesses while encouraging cross-sectoral partnerships and bridging Sdgs 6&14’, organizzato da (Ioc-Unesco) in collaborazione con OceanPact e Acquamater (23 marzo, alle 8, presso Un headquarter, Room B).
Gli oceani, conclude, possono avere “un ruolo fondamentale sia nel contrastare il cambiamento climatico che nel preservare la salute umana. Nell’oceano e nelle zone costiere esistono i cosiddetti ecosistemi ‘blue carbon’ o carbonio blu. Sono piante marine, come la Posidonia oceanica nel nostro Mediterraneo o le mangrovie nelle zone tropicali che stoccano il carbonio in maniera fino a 5 volte più efficace delle piante terrestri. Ecco che avviare progetti di riforestazione marina è davvero importante. L’oceano inoltre ha assorbito fino al 90% del calore in eccesso a causa della sua grande capacità termica. Un nuovo studio, utilizzando un metodo diagnostico innovativo, ha dimostrato che le correnti che formano la circolazione verticale negli oceani svolgono un ruolo fondamentale nella formazione delle maggiori riserve di carbonio di origine umana nell’oceano. Preservare la salubrità dell’oceano significa dunque darci maggiori chance di sopravvivere anche nei decenni a venire”.
Sostenibilità
Impatto climatico pesa sulla scelta di un nuovo lavoro

(Adnkronos) – L’81% dei ventenni italiani considera l’impatto climatico delle attività di un potenziale datore di lavoro un fattore rilevante nella scelta di un posto di lavoro, e il 25% addirittura afferma che è una priorità assoluta. E’ uno dei risultati dell’ultima edizione dell’Indagine annuale della Banca europea per gli investimenti (Bei) sul clima, condotta nell’agosto 2022 e pubblicata oggi.
La guerra in Ucraina e le sue conseguenze, tra cui l’aumento dei prezzi dell’energia e l’inflazione, hanno accresciuto in modo significativo le preoccupazioni delle persone riguardo al calo del potere d’acquisto. In Italia, tuttavia, i cambiamenti climatici restano una delle maggiori sfide che il paese deve affrontare (il 56% degli italiani colloca il degrado climatico o ambientale tra le tre principali sfide nazionali). Oltre tre quarti degli intervistati (80%) affermano di essere convinti che il proprio comportamento possa fare la differenza nell’affrontare l’emergenza climatica, una percentuale di 8 punti percentuali superiore alla media Ue. Sono in molti a ritenere che il governo abbia un ruolo da svolgere quando si tratta di spingere i singoli a modificare il proprio comportamento. Tre quarti degli italiani (76%) sono favorevoli a misure governative più stringenti che impongano un comportamento diverso delle persone di fronte ai cambiamenti climatici (l’82% degli intervistati sotto i 30 anni sarebbe favorevole a questo tipo di misure).
LAVORO – Con l’entrata di nuovi soggetti nel mercato del lavoro ogni anno, le considerazioni sulle questioni climatiche tra coloro che affrontano la scelta di un datore di lavoro diventano sempre più diffuse. La maggior parte della popolazione (75%) afferma già che è importante che un potenziale datore consideri la sostenibilità un aspetto prioritario. Per il 25% dei candidati a un posto di lavoro, la sostenibilità è perfino una priorità assoluta. Questa maggioranza è generalizzata e abbraccia tutti i vari orientamenti politici e livelli di reddito.
CONSUMI – Quasi due terzi degli italiani intervistati (64%) vedono di buon grado la creazione di un sistema di bilancio del carbonio che destinerebbe un numero fisso di crediti annuali da spendere nei prodotti con una pesante impronta carbonio (beni che non sono di prima necessità, voli aerei, carne, ecc…). Lo stesso parere è condiviso anche dalla maggioranza degli intervistati francesi e tedeschi (rispettivamente il 57% e 56%). Questa misura raccoglie il consenso della maggior parte degli italiani, indipendentemente dal livello di reddito (70% dei redditi più bassi, 63% della classe media e oltre il 63% degli intervistati nelle fasce di reddito più elevato).
PRODOTTI ALIMENTARI – La produzione alimentare contribuisce con una quota significativa alle emissioni di gas a effetto serra. Per aiutare le persone a fare scelte più sostenibili quando riempiono il carrello della spesa, l’85% degli italiani è favorevole all’etichettatura generalizzata dei prodotti alimentari per una chiara individuazione dell’impronta climatica dei vari prodotti. Questa percentuale è prossima a quella francese (83%), sebbene superiore di 5 punti percentuali a quella tedesca (80%). Inoltre, il 64% degli italiani afferma di essere disposto a pagare un po’ di più per gli alimentari prodotti localmente e in modo più sostenibile (una percentuale che si discosta di poco da quella francese e tedesca, con rispettivamente il 60% e il 61%). La disponibilità a pagare di più per i prodotti alimentari accomuna le varie fasce di reddito e va dal 62% dei soggetti con reddito inferiore al 68% di quelli a reddito più elevato). Ridurre il consumo di carne e prodotti lattiero-caseari sarebbe un altro modo efficace per limitare le emissioni di gas a effetto serra. Più di due terzi degli italiani (68%) sarebbero disposti a contenere la quantità di carne e latticini che le persone possono acquistare (19 punti percentuali sopra i tedeschi (49%), e 11 punti percentuali sopra i francesi (57%). Questa risposta accomuna i soggetti che appartengono alle varie fasce di età e di reddito.
Per la vicepresidente della Bei Gelsomina Vigliotti, “i risultati dell’Indagine della Bei sul clima mostrano che gli italiani sono più che disposti a contribuire individualmente alla lotta contro i cambiamenti climatici. Come banca per il clima dell’Ue, apprezziamo molto questo impegno. È nostro compito consentire alle persone di agire individualmente per ridurre le emissioni di CO2 e incoraggiare una vita quotidiana più sostenibile. Lo facciamo finanziando servizi green come i trasporti sostenibili, le energie rinnovabili e gli edifici efficienti dal punto di vista energetico, ed anche promuovendo gli investimenti verdi effettuati dalle Pmi. Il nostro sostegno ai progetti green in Italia è stato di quasi 5,5 miliardi di euro nel 2022. Continueremo a sostenere iniziative che accelerano la transizione verde e siamo alla ricerca di modi innovativi che contribuiscano alla realizzazione di un futuro prospero che non lascia indietro nessuno”.
Sostenibilità
Davines, 40 anni di bellezza sostenibile

(Adnkronos) – Da una attività familiare e fatta in casa ad un Gruppo internazionale che oggi da Parma si estende in altre otto filiali con circa 800 persone e che distribuisce i suoi prodotti in 90 paesi del mondo, con un fatturato che nel 2023 è lanciato verso i 250 milioni di euro, dieci volte quelli di 20 anni fa. Il Gruppo Davines compie 40 anni lo fa parlando di bellezza sostenibile con una certificazione B Corp e progetti nell’ambito della circolarità, de-carbonizzazione e biodiversità.
“I primi dieci anni sono un percorso per conto terzi – spiega Davide Bollati, presidente e seconda generazione della famiglia che ha fondato Davines Group – poi abbiamo lanciato i nostri marchi Davines e Comfort Zone e dieci anni fa il focus è stato farli diventare internazionali. Di pari passo, una verticalizzazione sempre più sui temi della sostenibilità che sono quelli che fanno la differenza, siamo diventati B Corp, abbiamo creato un mondo di bellezza, etica e sostenibilità che è diventata la nostra ragione di esistere”.
Dal 1983 i capisaldi del Gruppo sono ricerca, formazione professionale e la sostenibilità. Una visione circolare e rigenerativa che porta alla Carta Etica e alle Guide per gli Eco-saloni, uno dei primi programmi di compensazione delle emissioni dell’azienda, e al Rapporto di Sostenibilità. Nel 2006 il brand Davines inizia ad utilizzare il claim ‘Sustainable Beauty’ nel proprio logo, ad espressione dell’impegno nel mettere la sostenibilità al centro del proprio business. Cinque anni fa è stata inaugurata la sede alle porte di Parma, il Davines Group Village su una superficie di 77.000 metri quadrati, con spazi dedicati a uffici, formazione, laboratorio di Ricerca e Sviluppo, stabilimento produttivo e magazzino, tutto alimentato con energia elettrica proveniente da fonti 100% rinnovabili.
Nel 2021 il Gruppo Davines ha avviato una partnership con il Rodale Institute, leader nella ricerca sull’agricoltura biologica rigenerativa allo scopo di ampliare la fornitura di ingredienti, formare gli agricoltori e spingere oltre le frontiere della ricerca. Rispetto a quella tradizionale, l’agricoltura biologica rigenerativa ha il potenziale di sequestrare più carbonio nel terreno, mitigando il cambiamento climatico, promuovendo la biodiversità e salvaguardando l’aria, l’acqua e il suolo. Il nuovo European Regenerative Organic Center (Eroc), primo in Europa, occupa un sito di 17 ettari presso il Campus del Davines Village a Parma con 9 differenti specie vegetali coltivate nei 56 appezzamenti sperimentali del progetto.
Fa parte del gruppo il marchio Comfort Zone, brand attivo nel settore skincare e diffuso oggi in oltre 10mila centri estetici e 5000 spa nel mondo. Scienza e innovazione per un’esperienza professionale con l’obiettivo di agire sul benessere fisico favorendo il benessere interiore.
“Noi puntiamo sia su novità di prodotto – commenta Arnaud Goullin Global General Manager Comfort Zone – sia su una novità importante in termini di esperienza per la nostra comunità di estetiste. Vogliamo infatti portare il trattamento fuori dalla cabina, grazie ai nuovi Facespace, combinando efficacia e savoir faire professionale di una marca che da trent’anni lavora a fianco dell’estetista”.
Sostenibilità
Umanità vs mammiferi selvatici, non c’è confronto

(Adnkronos) – Il peso totale dei mammiferi terrestri selvatici – dagli elefanti ai bisonti, dai cervi alle tigri – è oggi inferiore al 10% della massa complessiva di uomini, donne e bambini che vivono sul pianeta. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato dall’ Institute of Science israeliano, che spiega come i mammiferi terrestri selvatici hanno una massa totale di 22 milioni di tonnellate. In confronto, l’umanità pesa oggi circa 390 milioni di tonnellate. Secondo gli scienziati questi numeri dimostrano come il pianeta sia ormai devastato, con sempre meno spazio per la biodiversità.
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