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Quirinale, Sgarbi: “Sogno di Berlusconi ma sarà eletto Draghi”

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”Salvini e Meloni indicheranno Berlusconi al Colle al primo voto ma poi alla fine sarà eletto Draghi”. Vittorio Sgarbi pronostica ‘Super Mario’ alla presidenza della Repubblica per il post-Mattarella e non vede chance per Silvio Berlusconi. Secondo il critico d’arte il ”Quirinale per Berlusconi è solo un sogno, il suo Paradiso… Il Paradiso di un rapporto con le donne che non può certo ridursi alle richieste ridicole del Ruby ter o del Ruby quater…”. Sgarbi si augura che il leader azzurro venga assolto da ogni accusa legata al cosiddetto bunga bunga ma è convinto che nella ‘roulette quirinalizia’ il Cav avrà la peggio, affossato dallo stesso ‘fuoco amico’ degli alleati, Lega e Fdi.  

“Spero -dice Sgarbi all’Adnkronos- che Berlusconi verrà assolto da tutto, deve uscire da questo incubo. Io credo, però, che gli alleati potrebbero indicarlo come candidato del centrodestra al primo voto ma poi finisce lì. Non ho alcun dubbio che al Quirinale ci andrà Draghi. Eletto Draghi capo dello Stato, ci sarà un interludio di 10 mesi con Cartabia o Franco premier, si voterà a gennaio e il centrodestra tornerà al governo. Così avremo un tecnico super partes al Quirinale, Draghi appunto, e di nuovo un politico alla presidenza del Consiglio: Giorgetti…”. Sgarbi scommette che alla prossime politiche vincerà il centrodestra e a palazzo Chigi ci andrà Giancarlo Giorgetti come premier, mentre ”Meloni diventerà ministro degli Esteri e Salvini tornerà al Viminale”.  

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Armi all’Ucraina, Meloni: “Menzogna che tolgano risorse a italiani”

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(Adnkronos) – L’invio delle armi all’Ucraina continua ad alimentare il dibattito parlamentare. Il premier Giorgia Meloni, intervenendo in aula alla Camera, torna a spiegare perché Roma continua a sostenere militarmente Kiev. 

“In questo quadro voglio dire con franchezza, che io considero puerile la propaganda di chi racconta che l’Italia starebbe spendendo soldi per mandare armamenti in Ucraina, sottraendoli di fatto alle tante necessità dei nostri concittadini. Questo è falso e in quest’aula lo sappiamo tutti. L’Italia sta inviando all’Ucraina materiali e componenti già in suo possesso, che, per fortuna, noi non abbiamo necessità di utilizzare, e che inviamo agli ucraini anche per prevenire la possibilità di doverli un giorno utilizzare noi, perché noi inviamo armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra. E dunque raccontare agli italiani che se non fornissimo le armi all’Ucraina, si potrebbero aumentare le pensioni o si potrebbero tagliare le tasse è una menzogna, che intendo chiamare con il suo nome”. 

Intanto, a Bruxelles, è stata presa quella che l’Alto Rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell, ha definito “una decisione storica”. I 27 governi dell’Ue hanno raggiunto un accordo politico per consegnare all’Ucraina nei prossimi dodici mesi un milione di munizioni di armi per difendersi dall’aggressione della Russia, cominciata il 24 febbraio di un anno fa. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, spiega come intende il Governo proseguire nel necessario confronto con il Parlamento. 

“Il problema è di fare in fretta, produrre in fretta e consegnare in fretta le munizioni all’Ucraina. Il Governo italiano ha l’autorizzazione del Parlamento di inviare materiale militare fino alla fine dell’anno e, qualora si dovesse decidere di inviare altro materiale militare, verrà informato il Parlamento attraverso il Copasir”. 

Guarda il video su Evanews.eu
 

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Salario minimo, Pd: “Lavoriamo a testo comune opposizioni”

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(Adnkronos) – “Ieri alla camera si è finalmente avviata la discussione sulle proposte di legge per il salario minimo presentate dal Pd e dalle altre forze di opposizione. L’esigenza di individuare strumenti nuovi per combattere la piaga del lavoro povero e di rafforzare la contrattazione collettiva contrastando i contratti pirata, è patrimonio comune e rappresenta una novità che fa ben sperare per raggiungere un obiettivo così importante”. Così il deputato del Pd Marco Sarracino, membro della commissione Lavoro della Camera. 

“Del resto, nonostante se ne parli da tempo, non si è giunti purtroppo ad approvare una legge sul salario minimo neanche quando sembrava ci fossero condizioni favorevoli, sia con il Presidente Conte nelle sue due esperienze di Governo sia con l’esecutivo Draghi quando si era in una fase avanzata di dialogo con le forze sociali. Ma in questa legislatura si può e si deve voltare pagina”.  

“Come abbiamo già detto, il Pd è disponibile a ridiscutere, per arrivare ad un testo comune con le opposizioni, la proposta presentata ad inizio legislatura, che prevede un ruolo centrale della contrattazione collettiva più rappresentativa per la fissazione del salario minimo di ogni settore che non può essere comunque inferiore a 9,50 euro l’ora. Combattere la povertà e lo sfruttamento è una priorità del Partito Democratico”. 

“Ieri in commissione Lavoro alla Camera è iniziata la discussione della nostra proposta. Registriamo una buona notizia: il Pd, dopo anni di titubanze, ha finalmente depositato una proposta che ricalca pressoché integralmente quella già depositata dal M5S, a mia prima firma, per introdurre una ‘soglia minima legale’ sotto cui nessun contratto collettivo nazionale di lavoro deve scendere. Ora attendiamo Calenda, che pure si è dichiarato pubblicamente favorevole. Poi allargheremo il dialogo a Forza Italia, alla Lega, a Fratelli d’Italia. Parleremo con tutti, anche con le forze di maggioranza più restie, per convincerle che stiamo facendo una battaglia di civiltà, che in 21 Paesi europei su 27 i lavoratori hanno già vinto. Non ci fermeremo sino a quando non prevarrà la dignità del lavoro e il rispetto dei lavoratori”, scrive su Facebook il presidente del M5S Giuseppe Conte. 

“Sta per cominciare finalmente la discussione in Parlamento sul salario minimo legale, e ci sono diverse proposte una di queste è la nostra: allora mi rivolgo a tutte le opposizioni in particolare a Conte a Schlein, perché ne abbiamo discusso insieme a Rimini al congresso della Cgil. Elly in quella sede ha proposto di chiuderci in una stanza finché non troviamo una proposta convincente per fare una battaglia comune. Allora cominciamo adesso, perché ci sono in Italia più di 4 milioni di persone che lavorano in condizioni di povertà. Povertà e lavoro non possono stare più nella stessa frase, lavoriamo insieme, è arrivato il momento di cambiare il Paese”, afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra in un video sui social.
 

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Meloni al Consiglio europeo: “Su migranti da Ue mi aspetto passi concreti”

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(Adnkronos) – Dal vertice “mi aspetto passi concreti sulla base delle conclusioni dello scorso febbraio, posso dire che sono soddisfatta dall’ultima versione della bozza di conclusioni che sta girando”. Così, al suo arrivo al Consiglio europeo il premier Giorgia Meloni, sottolineando che nel testo “si chiede alla Commissione di procedere spedita e rimanda la verifica al prossimo Consiglio Ue”. Quello dei migranti “è un tema considerato oggi centrale, qualcosa che era impensabile fino a qualche mese fa e viene seguito passo passo dal Consiglio”. 

Lega 

“Francamente non sono preoccupata” dalle posizioni della Lega sull’Ucraina, “la linea dell’Italia è chiara”, ha assicurato, sottolineando che “al di là delle posizioni espresse del necessario richiamo a continuare a lavorare per la soluzione del conflitto, su cui tutti lavoriamo, il punto è capirsi su cosa sia utile”. 

Patto stabilità 

Sulla riforma del Patto di stabilità “ci sono sempre visioni abbastanza differenti, ma io penso che l’Ue debba imparare dai suoi errori, dal passato, dalla realtà che stiamo affrontando”, ha ribadito Meloni, ricordando che “oggi a noi sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica, digitale, per le catene di approvviggionamento strategico”. E allora, secondo Meloni, “non si può pensare che investimenti necessari a rendere competitivi ii nostri sistemi non vengano tenuti in considerazione nella governance: per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti”. Il premier sollecita quindi “una governance più attenta alla crescita economica e non solo alla stabilità: ci sono passi in avanti ma bisogna lavorare ancora molto”. 

A quanto si apprende, in serata ci sarà un bilaterale Meloni e il presidente francese Macron – il primo dall’ottobre scorso a Roma – a margine del Consiglio europeo. Lo stesso premier aveva anticipato questa mattina, arrivando al vertice, di essere “in contatto” con Macron. 

Consiglio europeo 

E’ iniziato a Bruxelles il vertice europeo: alla prima sessione di lavoro è presente anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, con il quale ci sarà uno scambio “sulle principali questioni geopolitiche e sulle sfide globali”, ha detto nella lettera d’invito ai leader il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. 

Il Consiglio europeo, che si riunirà oggi e domani, avrà sul tavolo prima di tutto l’economia, e in secondo piano gli affari esteri. I capi di Stato e di governo parleranno anche di migrazioni, ma nessuno si attende grosse novità, anche perché la strategia da seguire su questa materia è già stata ampiamente discussa, e messa nero su bianco nelle conclusioni, nel Consiglio straordinario del 9 febbraio scorso.  

Come spiegato da un alto funzionario Ue, “quello che conta è che abbiamo fissato una linea di azione; ora bisogna attuarla”. Non vuol dire che venga messa nel cassetto: “Manteniamo la pressione”, nel senso che la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e la presidenza svedese aggiorneranno i leader su quello che è stato fatto dal 9 febbraio ad oggi. Von der Leyen lo ha già spiegato in una dettagliatissima lettera diffusa lunedì sera. “La stessa cosa avverrà nel Consiglio Europeo di giugno – continua la fonte – l’intenzione non è quello di riaprire la discussione ogni volta, ma di attuare quello che si è già deciso”.  

Il Consiglio europeo di oggi sarà il primo ordinario del 2023 e verrà seguito dall’Eurosummit in formato allargato, a 27 il giorno successivo. Il summit inizierà prima del solito, alle 11.30 (i prevertici dei grandi partiti europei si svolgeranno di prima mattina: è attesa anche la segretaria del Pd Elly Schlein) per un pranzo di lavoro con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, con il quale ci sarà uno scambio “sulle principali questioni geopolitiche e sulle sfide globali”, come ha spiegato il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel. 

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‘Ai confini della libertà’, la Bienna Democrazia torna oggi per l’ottava edizione con Gustavo Zagrebelsky

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(Adnkronos) – Si inaugura oggi l’ottava edizione della Biennale Democrazia, intitolata “Ai confini della libertà”. La manifestazione culturale, aperta fino a domenica 26 e promossa dalla Città di Torino, è ideata e presieduta dal costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. Previsti oltre cento incontri in 17 sedi, con più di 220 ospiti italiani e internazionali, cinque mostre e il contributo di 150 volontari.  

Tema centrale, fin dal titolo, il complesso rapporto tra libertà e democrazia all’interno e all’esterno della società. Novità di quest’anno sono le sezioni Democrazia Futura, dedicata ai giovani e alle scuole, e Democrazia Diffusa, realizzata in sinergia con le realtà culturali del territorio. La serata di stasera si chiude con “Il giorno del giudizio”, spettacolo di e con Giancarlo De Cataldo, che indaga la figura del giudice. 

“Come cittadini non abbiamo più idee politiche, riflettiamo su chi vogliamo essere oggi” ha spiegato il costituzionalista ai giornalisti. Zagrebelsky ha pubblicato alla fine del 2022 “La lezione” (Einaudi). “La migliore ‘lezione’ – ha scritto- è quella che insegna a controllare le emozioni con l’intelletto e a muovere l’intelletto con le emozioni”. 

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Siccità, Meritocrazia Italia: ‘Servono azioni immediate, non si resti a osservare’

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(Adnkronos) – Servono “azioni immediate, anche finalizzate a prevenire le alluvioni che tanti danni hanno arrecato al nostro territorio negli ultimi decenni”, lo sostiene Meritocrazia Italia in una nota. “Di crisi idrica si parla tanto, ma davvero poco si fa per affrontare e risolvere un problema che ha a che fare con la nostra sicurezza alimentare, con la salute, con la crescita economica e sociale del Paese. Il climate change – spiega Meritocrazia Italia – sta generando variazioni molto intense: periodi prolungati di siccità ai quali si alternano fenomeni temporaleschi spesso devastanti per il territorio colpito, con danni alle colture e alle infrastrutture esistenti. In Italia piove da anni molto meno, e soprattutto piove ‘diversamente’. Le precipitazioni piovose, come quelle nevose, assenti per mesi, scaricano in periodi brevissimi quantità di pioggia e neve che generalmente arrivano al suolo in periodi di tempo molto più lunghi. Il problema è sotto gli occhi di tutti. Eppure nell’Agenda 2030 l’acqua è un elemento di connessione che tra i diversi obbiettivi di sviluppo sostenibile viene decisa-mente sottovalutato. Mai citata negli accordi di Parigi”. 

“Anche a livello nazionale – prosegue la nota di Meritocrazia Italia – , da anni restiamo a guardare un fenomeno i cui effetti devastanti stanno correndo a velocità impressionante. Meritocrazia Italia ritiene assolutamente indispensabili azioni immediate, anche finalizzate a prevenire le alluvioni che tanti danni hanno arrecato al nostro territorio negli ultimi decenni. Tante le proposte già condivise con i precedenti comunicati, ma resta indispensabile anzitutto riforestare le colline italiane per rallentare la caduta della pioggia al suolo e limitare il dilavamento del terreno, cosa che avviene specie nei territori del Sud, letteralmente devastati dagli incendi boschivi estivi. Un terreno non protetto da alberi in caso di pioggia intensa tende a franare e provocare i disastri che recentemente hanno colpito anche le Marche; investire nella creazione di bacini artificiali per la captazione delle acque piovane, come è stato fatto negli anni ’80 del millennio scorso in Sicilia, con enormi benefici; investire nel rifacimento complessivo delle reti idriche, di tutte le reti idriche, per diminuire le dispersioni; avviare azioni di informazione alla cittadinanza per sensibilizzare tutti all’uso responsabile dell’acqua”.  

E ancora, spiega Meritocrazia Italia, serve, “ridefinire l’impianto normativo per consentire l’utilizzazione delle acque dei depuratori per scopi agricoli e/o industriali, in luogo dell’uso delle acque di falda e dei corsi d’acqua. Questo permetterebbe di risparmiare la preziosa acqua delle falde e dei fiumi e, a un tempo, darebbe maggiore autonomia ai settori agricolo e industriale, che hanno bisogno sempre di grandi quantità di acqua. L’acqua può essere utilizzata all’infinito, non si consuma come il petrolio. Si usa e si restituisce tutta all’ambiente. Facendo tesoro, poi, dell’esperienza vissuta nel corso del passato lockdown, quando lo stop all’attività produttiva portò incredibili benefici alla salubrità dell’aria e dell’acqua, si punti al contenimento delle emissioni nocive, con premialità a favore delle imprese virtuose, che mostrano maggiore responsabilità etica, e con supporto economico a quelle che intendano convertire la propria attività o ridurre la produzione inquinante. Abbiamo le tecnologie e il know how per fare un uso corretto della preziosa risorsa ‘acqua’ e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Mettiamoli a frutto”, conclude Meritocrazia Italia.  

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Olimpiadi Milano Cortina 2026, Salvini in cabina regia con Abodi

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(Adnkronos) – In apertura di riunione “il ministro Abodi ha annunciato la decisione di condividere la presidenza della Cabina con il vicepresidente del Consiglio Salvini e l’ingresso del ministro Locatelli”. E’ quanto emerso dalla cabina di regia che si è riunita oggi a Palazzo Chigi relativamente ai Giochi olimpici e paralimpici invernali ‘Milano Cortina 2026’. Lo si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.  

Sui temi organizzativi delle “si è data priorità all’individuazione del sito per le gare di pattinaggio di velocità, dopo la rinuncia di Baselga di Pinè. Sul tavolo ci sono due opzioni: la Fiera di Rho, la proposta di Milano presentata oggi nel dettaglio dall’amministratore delegato Varnier, e l’Oval di Torino. Il prossimo 29 marzo verrà portata al Cio la proposta della Fondazione valutata con quadro comparativo mentre la decisione finale è fissata per il 18 aprile”.  

Sempre relativamente alle strutture ospitanti “è stato fatto dal sindaco Sala il punto sull’avanzamento delle procedure tecnico-amministrative e di cantiere sul Villaggio Olimpico, su Santa Giulia, dove sorgerà il PalaItalia, sul Palasharp e il Forum, opere per le quali non si manifestano criticità. Tra i punti all’ordine del giorno esaminati anche la proposta di un protocollo della legalità per la realizzazione dei Giochi”, aggiunge. 

 

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Senato, Filippo Sensi proclamato senatore: prende il posto di Bruno Astorre

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(Adnkronos) – “A seguito della morte di Bruno Astorre, Filippo Sensi è proclamato senatore in quanto primo dei non eletti”. Lo ha annunciato in Aula il presidente del Senato Ignazio La Russa prima della commemorazione del senatore Pd. 

“Lo scorso 3 marzo, pochi giorni prima di compiere 60 anni, ci ha tragicamente lasciato il senatore Astorre, un evento che ha scosso l’opinione pubblica e lasciato un vuoto incolmabile non solo nella sua famiglia ma in tutti noi, in chiunque lo ha conosciuto, frequentato o ha avuto semplicemente l’onore di condividere con lui un tratto della vita istituzionale della nazione”, ha scandito il presidente del Senato sottolineando come Astorre “si è sempre distinto per competenza, educazione e stile, come mi hanno confermato gli esponenti di forze politiche diverse dalla sua, a partire dal ministro Lollobrigida che ha tenuto oggi ad essere presente”.  

“Democratico Cristiano popolare ha saputo incarnare la politica dei nostri giorni mantenendo salde le tradizioni a partire dal radicamento nel territorio. La sua scomparsa un dolore per tutti noi, lo abbiamo salutato alla camera ardente del Senato, a partire da chi, come i colleghi del Pd, lo ha frequentato anche fuori da questa aula, molto più di altri. A voi colleghi del Pd, alla sua famiglia, il mio personale cordoglio e quello unanime dei senatori della Repubblica”, conclude La Russa invitando i senatori ad osservare un minuto di raccoglimento, al seguito del quale nell’Aula del Senato c’è stato un lungo applauso. 

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Comuni, Cesare Mirabelli: “Stop ballottaggio? Se garantito margine premio maggioranza”

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(Adnkronos) – Dopo il blitz della maggioranza lo scorso primo marzo in commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama, la cancellazione del ballottaggio per l’elezione del sindaco nei comuni con più di 15mila abitanti torna alla ribalta inserita dalla senatrice della Lega, Daisy Pirovano, nel testo unificato sull’elezione diretta delle Province, in discussione oggi in Commissione al Senato. Per l’elezione del sindaco, anche in grandi città metropolitane come Roma, Milano, Torino, la proposta normativa ricalca quanto già avviene nei piccoli comuni: basterebbe il 40% delle preferenze invece delle previste 50 per diventare primo cittadino.  

Secondo il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli, si tratta di un provvedimento che “tende a un rafforzamento del bipolarismo centrato sulla figura di leader” e che “contiene un punto di debolezza non prevedendo un margine di differenza tra il candidato più votato e il secondo più votato”. Un margine che farebbe da “garanzia che non ci sia un irragionevole premio di maggioranza ma una possibilità, con il secondo turno, di verificare la significatività del distacco fra i due candidati, incidendo così meno sul sacrificio dell’uguaglianza del voto”.  

Il punto critico, spiega il presidente emerito, è che “con il 40% dei voti il sindaco eletto ottiene il 60% anche dei seggi della sua coalizione o del raggruppamento che rappresenta. Vale a dire che c’è un premio di maggioranza che converte il 40% dei voti nel 60% dei seggi. La debolezza è non prevedere che questa soglia abbia effetto solo quando c’è un distacco significativo dal secondo votato…”.  

Mirabelli ipotizza: “Se un eletto ha il 40% dei voti e il secondo votato ha il 39% si giustifica l’assenza di ballottaggio o non sarebbe necessaria una votazione al secondo turno? Per garantire una effettiva rappresentatività, tra primo e secondo votato occorrerebbe introdurre una distanza minima di almeno 5 punti, necessaria quando non si supera il 50%, cioè non c’è la maggioranza assoluta”; “un correttivo quindi che istituisca un margine di differenza tra il primo più votato e il secondo più votato”.  

Quale il vantaggio di un’eliminazione del doppio turno nei grandi comuni? “Semplificare di fatto, non giuridicamente, ulteriormente il panorama delle liste che vengono presentate, perché si cercherebbe una aggregazione più forte prima delle elezioni – risponde il costituzionalista – Le liste marginali avrebbero infatti più marginalità, meno spazio e presenza”. E’ una riforma auspicabile? “Difficile dire: gli effetti come in tutte le riforme elettorali dipendono dal contesto politico. Diciamo -conclude- che forza la mano ancora di più verso il bipolarismo”. (di Roberta Lanzara) 

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Comuni, Fontana: “Elezione diretta sindaci ha garantito stabilità e governabilità”

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(Adnkronos) – “Il meccanismo dell’elezione diretta dei Sindaci, ha garantito stabilità e governabilità alle amministrazioni comunali. La legge numero 81 ha inoltre contribuito ad avvicinare i cittadini alle istituzioni, rappresentando un passo in avanti verso quella ‘democrazia matura’ richiamata, non a caso, dal titolo stesso di questo incontro”. Così il presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, intervenendo al convegno in Sala della Regina, a Montecitorio, ‘Una democrazia matura. I 30 anni dell’elezione diretta dei Sindaci: stabilità e governabilità’. 

“Sembrava che, con tale riforma, anche in Italia potesse crearsi una ‘democrazia dell’alternanza’, che superasse quella ‘democrazia bloccata’ sui cui limiti avevano insistito studiosi del calibro di Giovanni Sartori e Angelo Panebianco. In quegli anni – prosegue – era tutto il sistema politico italiano che andava ridefinendosi, anche come conseguenza dei mutati assetti politici internazionali successivi al 1989. In particolare, la spinta maggioritaria si espresse anche con il referendum elettorale del 18 aprile 1993, che avrebbe poi portato il Parlamento ad approvare le leggi 4 agosto 1993 n. 276 e n. 277 con le quali veniva introdotto un sistema elettorale maggioritario corretto da una quota proporzionale. In questi 30 anni, la legge n. 81 ha comunque conseguito alcuni degli obiettivi che il legislatore si era dato: in primo luogo, stabilità e governabilità”. 

“Al di là di ciò, non è però mancato tra gli studiosi chi ha evidenziato alcune criticità della legge, ad esempio quella secondo cui essa avrebbe favorito le leadership personali, sottraendo così potere ai partiti e alla loro attività di selezione della classe politica. In realtà – obietta Fontana – la crisi dei partiti ha, forse, cause molto più profonde, rintracciabili nei processi di individualizzazione messi in moto dalla globalizzazione, come intuì il grande sociologo tedesco Ulrich Beck”. 

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Migranti, Meloni: “Opposizione usa morti naufragio per propaganda”

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(Adnkronos) – “Noi oggi siamo davanti a un fenomeno che ha un impatto che non aveva in passato, oggi il problema è enorme” e “facciamo ogni giorno tutto il possibile mentre altri muovono accuse inaccettabili”. Sulla tragedia di Cutro e su quella avvenuta in acqua libiche “la mia coscienza è perfettamente a posto, spero lo sia anche quella di chi usa povera gente per fare propaganda”. Così la premier Giorgia Meloni, in Aula al Senato per la replica alle comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. Rivolgendosi quindi alla senatrice dem Tatiana Rojc -“mi scuso se mi sono rivolta a lei direttamente, è un retaggio dei mie anni in Aula”, dice Meloni scusandosi con la presidenza -, la premier ha poi affermato: “Lei citando Pasolini ha detto che ‘tutti sappiamo chi è il colpevole ma non abbiamo le prove’. Ebbene, voi avete stabilito un colpevole senza avere prove. Non ci sono prove che il governo potesse fare di più, se avesse potuto farlo lo avrebbe fatto come fa ogni giorno, con una media di 2.000 salvataggi” al dì”. “Io sono una madre, una madre – scandisce il premier -. Quando noi, al cospetto dell’Ue, diciamo che l’Italia non li ha voluti salvare vanifichiamo gli sforzi che stiamo facendo, perché se si continua a lasciare l’Italia sola” a fronteggiare i salvataggi in mare “sfuggirà sempre qualcosa, qualcosa sempre andrà storto. Ma la mia coscienza, lo ribadisco, è perfettamente in ordine”.  

“Rispetto alla collega che parlava di Visegrad – ha poi aggiunto Meloni -, credo che il manuale degli slogan vada aggiornato. Vedete, i Paesi Visegrad stanno accogliendo milioni di profughi ucraini e lo stanno facendo da soli. Se qualcuno venisse al consiglio Ue, scoprirebbe che tra quelli che chiedono muri c’è il governo austriaco, che è retto anche dai Verdi”.  

“Confesso – ha aggiunto – che sul tema immigrazione non mi è chiara la proposta che si leva dai banchi delle opposizioni. La senatrice Lorefice dice che occorre sicuramente fermare gli scafisti, cooperare con l’Africa, lavorare su un decreto flussi: ebbene, è esattamente quello su cui lavora il governo”, impegnato “a colpire il traffico di essere umani”, ma anche a instaurare “un diverso rapporto tra Ue e paesi africani”, nel nome di quel “piano Mattei che ci sta vedendo andare in giro in lungo e in largo, portando investimenti e chiedendo a Ue di investire sull’Africa”, perché “la risposta più efficace è metterli nelle condizioni di vivere delle molte risorse che hanno, con un approccio non predatorio ma da pari a pari”, puntando su “investimenti, lavoro e formazione”. 

E ancora: “Non andrò mai in Europa a sostenere e a chiedere un decreto flussi europei. Vi segnalo che gli altri stati membri i flussi ce li hanno, è l’Italia che li ha azzerati perché le quote sono coperte da chi in Italia entra illegalmente. E questo equivale a dire che i flussi sono nelle mani degli scafisti, a mio avviso irragionevole. Noi riapriamo i flussi, li immaginiamo triennali, diamo una prospettiva e lavoriamo con i paesi africani. Mi pare un ragionamento sensato, non vedo proposte alternative o forse non le ho comprese”.  

MIGRANTI – “Ho scritto ai leader europei per ribadire che noi non possiamo attendere oltre, non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio”, ha detto in Aula al Senato la premier. “Le frontiere marittime dell’Italia sono le frontiere dell’Europa, che è chiamata a difendere quelle frontiere”, ha rimarcato la presidente del Consiglio. E’ necessario per Meloni il “coinvolgimento degli Stati di bandiera delle Ong nelle operazioni Sar” e “gli Stati di bandiera che finanziano le Ong devono assumersi le responsabilità che il diritto del mare attribuisce loro”, ha continuato.
 

Un “tema centrale” del prossimo Consiglio Ue è quindi “quello dell’immigrazione, un tema che il nostro governo ha ottenuto che venisse discusso in gran parte nell’ultimo Consiglio europeo. Noi siamo di fronte a un’emergenza che sta diventando strutturale, è una definizione che può sembrare un “ossimoro è la fotografia” di quel che sta accadendo. “Stiamo assistendo a una pressione migratoria senza precedenti”, “come ben dimostra la tragedia di Cutro”, l’immigrazione “è il primo banco di prova” per l’Europa, ha spiegato la premier. 

Meloni ritiene che “adeguati stanziamenti” di fondi europei debbano essere “dedicati a contrastare i flussi irregolari lungo le rotte del Mediterraneo centrale” così come è stato fatto con la Turchia. 

Nella battaglia da condurre in Europa sul dossier immigrazione “sono certa di avere dalla mia la maggioranza degli italiani, e spero anche di avere la più ampia maggioranza” in Parlamento, “anche delle opposizioni. Perché, vedete, la battaglia politica si può efficacemente fare senza dipingere l’avversario come un mostro. C’è un limite che non andrebbe mai oltrepassato, il limite che, per gettare ombre sull’avversario, si finisce per mettere in cattiva luce l’Italia, mettendo in dubbio anche l’operato” delle forze dell’ordine e di polizia, della marina, della guardia Costiera e della guardia di finanza, nonostante l'”Italia si stia assumendo responsabilità che sarebbero anche di altri”, ma colpendo l’Italia “si finisce anche per indebolire la nostra capacità negoziale”, ha aggiunto Meloni. 

“Quindi criticate ferocemente il governo, me e le scelte che questo governo sta portando avanti, i nostri provvedimenti – dice il premier – ma fermatevi un secondo prima di danneggiare l’Italia, perché questo fa la differenza”. 

“Rendere effettive le procedure di rimpatri degli irregolari è un tema che abbiamo posto con forza e che sta molto a cuore dell’Italia”, sui risultati ottenuti “non possiamo dirci ancora soddisfatti”. Rispetto allo “stato di attuazione degli accordi assunti 5 settimane fa – ha aggiunto – l’Italia intende ribadire che non c’è più un minuto da perdere: è questo il momento di agire, è questo il momento di lavorare a soluzioni”.  

“Vigileremo affinché” l’azione europea sul dossier migranti “sia effettivo, rapido e incisivo: non vogliamo più piangere morti nel Mediterraneo, non vogliamo più che gli ingressi dei migranti siano decisi da mafie scafisti”. 

“Ho visto molte polemiche sul ruolo che il conflitto in Ucraina può giocare nella destabilizzazione del continente africano: sono temi che richiedono concentrazione e attenzione. Abbiamo visto come i flussi siano stati utilizzati come arma di ricatto, penso ai confini tra Polonia e Bielorussia poco prima che scoppiasse la guerra, credo sia una particolare situazione che richiede un approccio approfondito”, ha continuato. 

Migranti, lettera Ue ai 27 Stati. Meloni sente Scholz

 

UCRAINA – “Questo governo non ha mai fatto mistero di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come del resto hanno fatto i governi precedenti senza il coraggio di metterci la faccia. Noi non abbiamo paura di dire che rispettare gli impegni assunti è vitale per la nostra credibilità e sovranità nazionale”, ha poi detto la premier intervenendo a Palazzo Madama sul conflitto russo-ucraino. “La libertà – ha rimarcato la presidente del Consiglio – ha un prezzo: se non ti difendi tu lo faranno altri, ma non gratuitamente”. “Giudico puerile – ha poi aggiunto – la propaganda di chi racconta che l’Italia spende soldi inviando armi sottraendo risorse alle necessità degli italiani, è falso e in questa Aula lo sappiamo tutti. L’Italia sta inviando” all’Ucraina “armi di cui è già in suo possesso e che per fortuna non dobbiamo utilizzare, e le inviamo anche per tenere lontana la guerra da casa nostra. Raccontare agli italiani il contrario è una menzogna che intendo chiamare col suo nome”. 

“Le pressioni esercitate su Mosca sono fondamentali per assicurare il rispetto del diritto internazionale e favorire il percorso negoziale per il raggiungimento di una pace giusta”, condizioni “che non sono ancora maturate ma che dobbiamo perseguire con tenacia”, ha quindi sottolineato. 

“Questo governo è abituato a difendere l’interesse nazionale: non abbiamo mai fatto mistero di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come hanno fatto i governi precedenti, magari di soppiatto, senza metterci la faccia. Noi la faccia ce la mettiamo convinti che rispettare gli impegni sia vitale per tutelare la sovranità nazionale. La libertà ha un prezzo: se non sei in grado di difenderti lo fanno altri ma lo faranno imponendo un prezzo”, ha aggiunto la premier. 

“L’unità dell’Europa sulla guerra di aggressione russa è fondamentale: l’Ucraina non sta difendendo solo la propria terra, ma sta difendendo i valori di libertà e democrazia su cui si fonda il progetto europeo”, che sono il “fondamento del diritto internazionale, senza il quale” prevarrebbe “il diritto del più forte”, ha detto. 

“Con la mia presenza a Kiev ho testimoniato il pieno sostengo all’Ucraina, un sostegno che verrà assicurato in ambito militare, civile umanitario senza badare all’impatto che queste scelte possono avere sul consenso, sul gradimento della sottoscritta. Continueremo a sostituire l’Ucraina perché è giusto farlo”.  

L’Italia ha “formalizzato un sesto pacchetto aiuti militari”, con invio di armi che “rafforzano soprattutto le difese aeree” di Kiev, questo “significa difendere i civili dai bombardamenti, fornire all’Ucraina uno scudo, sperando che l’Ucraina non si pieghi dopo esser stato privato dell’acqua e dell’elettricità”. 

Sarà “centrale anche il tema della futura ricostruzione dell’Ucraina, sulla quale credo che il sistema Italia sia pronto a dare il suo contributo”, ha detto ancora in Aula.
 

UE – “Il prossimo Consiglio europeo, il terzo dal giuramento del governo, ha in agenda sfide prioritarie per l’Ue”, già “al centro del dibattito del 9-10 febbraio scorsi”, dunque Ucraina, immigrazione, energia e contraccolpi per le imprese europee. “In questa fase complessa, l’Ue è chiamata al compito più arduo degli ultimi decenni, garantire la sicurezza del continente minacciato dall’aggressione russa all’Ucraina, proteggere il nostro tessuto economico, predisporsi al cambiamenti radicali che potrebbero profilarsi a livello internazionale”. Il tutto guardando ai “valori che ispirano”, l’Ue, “ma che questo tempo ci ha insegnato a non dare per scontati”, ha detto la premier. 

L’Europa, ha sostenuto Meloni, deve rispondere alle sfide che ha davanti, “con visione e tempestività” e “l’Italia ha tutte carte in regole per recitare in Ue un ruolo da protagonista e non da comprimario”. “La voce dell’Italia – ha aggiunto – è e sarà sempre più forte in Europa nei prossimi anni, perché questo è il mandato che abbiamo avuto. L’Italia vuole tornare a essere protagonista, anche per rafforzare e migliorare la casa europea”, ha sottolineato, per poi aggiungere: il nuovo quadro temporaneo degli aiuti di Stato “non deve creare disparità e deve prevedere aiuti circoscritti e temporanei”. 

“La flessibilità necessaria sull’utilizzo dei fondi esistenti, Pnrr compreso, si accompagna all’altro grande tema oggi sul tavolo, decisivo per l’Italia: la revisione del Patto di stabilità e crescita. C’è ancora tanto da fare ma riteniamo fondamentale arrivare entro il 2023 a nuove regole per dotarsi di principi credibili, realistici e coerenti con la situazione post Covid”, ha detto ancora. 

“Stabilità e crescita – ha proseguito Meloni – meritano finalmente un equilibrio effettivo. Noi abbiamo avuto un Patto di stabilità e crescita che negli anni passati era molto più attento al tema della stabilità, oggi abbiamo bisogno di attenzione al tema della crescita: questa deve essere la nostra priorità”. “Il tempo dell’austerità è finito. E il percorso di riequilibrio dei bilanci pubblici degli Stati più indebitati non dovrà sacrificare la dimensione dello sviluppo economico. La crescita economica stabile e duratura è l’unica vera garanzia di sostenibilità del debito pubblico”, ha rimarcato la presidente del Consiglio. 

“C’è una politica che ha due facce, una faccia la usa quando bisogna trovare soluzioni, trattando nei consessi internazionale, e un’altra faccia” entra in campo “quando si fa propaganda. Tutti facciamo propaganda, ma io metto la faccia sulle scelte che faccio. Qualcuno ha detto che io andrò in Europa a prendere ordini. Ebbene, questo qualcuno non mi vedrà mai farlo: preferisco piuttosto dimettermi, ma non andrò mai in Europa con i toni che Conte usava al cospetto di Angela Merkel, dicendo che quelli del M5S erano ragazzi ma alla fine avrebbero fatto quello che gli si diceva… Preferisco dimettermi che rappresentare una nazione del genere”, ha poi detto nella replica alle comunicazioni. 

ENERGIA – “La decisione dell’Ue, fortemente lavorata e perseguita dall’Italia, di fissare un tetto massimo al prezzo del gas, ha interrotto i fenomeni speculativi ai quali avevamo assistito nei mesi scorsi, con un enorme beneficio per le imprese e le famiglie italiane ed europee. Ed è in gran parte merito dell’Italia che, una volta tanto e a 360 gradi, è riuscita a lavorare insieme. Penso che, su questo, tutti quanti dobbiamo essere fieri di noi”. Così il premier Giorgia Meloni in Aula.
 

GREEN – “Il processo verso l’economia verde deve essere sostenibile dal punto di vista sociale ed economico. Per questo ci opponiamo a proposte come il regolamento sulle emissioni di anidride carbonica delle auto e la direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici”, provvedimenti che “rischiano di esporci a nuove dipendenze strategiche proprio quando stanno andando in porto gli sforzi per liberarci dalla dipendenza dal gas russo”, ha detto ancora. 

La direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici “rischia di diventare una tassa patrimoniale sugli italiani”. Lo dice poi, rivolgendosi al M5S nella replica. “Determinati obiettivi devono essere perseguiti con una sostenibilità di fondo, sia sul piano sociale che su quello economico”, sottolinea Meloni. 

“Condividiamo gli obiettivi della transizione verde, di azzerare le emissioni di CO2 nel 2035. L’Europa può stabilire gli obiettivi ma non è lei che può dire come raggiungerli”, dice, aggiungendo: “Non cambio idea sul tema dell’elettrico e su alcune posizioni che secondo me hanno un approccio troppo ideologico nell’affrontare materie molto pragmatiche, e che rischiano di assecondare quel processo che sull’altare della decarbonizzazione ci consegna dritti alla deindustrializzazione”. 

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