

Politica
Quirinale, Salvini: “Togliere Draghi dal governo sarebbe pericoloso”
”Partiamo da Milan-Juve…”. Con questa battuta Matteo Salvini si presenta in piazza Montecitorio per fare il punto con i giornalisti sul Colle. Da tifoso rossonero il leader della Lega rompe il ghiaccio e strappa un sorriso ricordando innanzitutto che stasera c’è il big match a San Siro.
”E’ stata una domenica di lavoro utile, ho sentito e raccolto idee, proposte… Ringrazio a nome di tutto il popolo del centrodestra e a nome di tutti gli italiani il presidente Berlusconi per la generosità per la sua scelta” dice Salvini. E ”mi dispiace che da Letta arrivino dei no pregiudiziali. E no a Berlusconi e no a qualsiasi proposta che arrivi dal centrodestra. Non è il modo migliore per scegliere un capo dello Stato nella maniera più veloce possibile” sottolinea.
“Ribadisco che togliere Draghi da presidente del Consiglio sarebbe in questo momento pericoloso per l’Italia in un momento difficile – afferma il leader della Lega – Con le bollette che stanno aumentando, con l’inflazione che sta galoppando….”.
Draghi deve restare a palazzo Chigi, ribadisce Salvini. ”Reinventarsi un nuovo governo daccapo – avverte – penso che fermerebbe il Paese per giorni e giorni e la Lega non vuole questo”.
”Il centrodestra – assicura poi – è compatto. Voterà compatto dall’inizio alla fine. E’ vicino ad avere una maggioranza, non imporremo niente a nessuno, ma proporremo”.
Politica
Ucraina, Draghi: “Russia va sconfitta o Europa sarà demolita”

L'ex premier al Mit di Boston: "Unità Ue cruciale"
Europa e Stati Uniti devono “garantire la sconfitta della Russia”, “non ci sono alternative”, perché una vittoria della Russia “demolirebbe l’Unione europea”. E’ l’allarme lanciato dall’ex premier Mario Draghi, che ha parlato al Mit di Boston, dove ha ricevuto il premio Miriam Pozen. “La guerra in Ucraina, come mai prima d’ora, ha dimostrato l’unità dell’Ue nella difesa dei suoi valori fondanti, andando oltre le priorità nazionali dei singoli Paesi. Questa unità sarà cruciale negli anni a venire”, rimarca l’ex numero uno della Bce nel suo intervento.
Secondo Draghi bisogna ”ridisegnare” l’Ue, accogliendo Paesi come l’Ucraina, i Paesi balcanici e dell’est Europa. Non solo, serve uno sforzo per arrivare a un sistema di difesa comune europeo. Gli effetti del conflitto si faranno sentire a lungo: “Dobbiamo prepararci a un periodo prolungato in cui l’economia globale si comporterà in modo molto diverso rispetto al recente passato”, ci saranno cioè “sempre deficit più alti”, perché non si potranno finanziare solo con gli aumenti di tasse le sfide che gli Stati hanno davanti, come l’emergenza climatica.
Politica
Violenza sulle donne, dal cartellino giallo al braccialetto elettronico: le nuove misure

Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl. C'è l'obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima

Rafforzamento delle misure cautelari, e quindi l’ammonimento, braccialetto elettronico applicato di norma, obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima e ampliamento delle fattispecie di reato per cui si possono applicare le misure precauzionali, tra cui anche revenge porn e sfregio del viso con l’acido. Sono alcune delle misure contenute nel ddl contro la violenza sulle donne approvato dal Consiglio dei ministri che tra gli obiettivi ha anche quello di velocizzare i tempi per l’applicazione delle misure cautelari, con termini stringenti per pubblici ministeri e giudici, e di dare priorità alla trattazione di processi in materia di violenza di genere e domestica e di rendere specializzati i pm cercando di assegnare sempre agli stessi i fascicoli riguardanti la violenza sulle donne.
Il ddl, composto da 15 articoli, punta soprattutto alla prevenzione per evitare che i cosidetti ‘reati spia’ possano poi degenerare in fatti più gravi. Si tratta di imporre il cosiddetto cartellino giallo all’uomo violento, come lo ha definito la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. E infatti l’inasprimento riguarda soprattutto chi è già stato destinatario dell’ammonimento e ricade nella stessa condotta, i cosiddetti recidivi.
All’articolo 1 il ddl prevede un ”rafforzamento delle misure in tema di ammonimento e di informazione alle vittime”. In particolare le pene per i reati di percosse, lesioni personali, violenza privata, minacce gravi, atti persecutori, revenge porn, violazione di domicilio e danneggiamento sono aumentate ”se il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da soggetto già ammonito…anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento”.
L’articolo 5, che contiene le disposizioni in materia di attribuzioni del procuratore della Repubblica, prevede che ”in caso di delega, l’individuazione avviene specificamente sempre per la cura degli affari in materia di violenza di genere e domestica” proprio per ”favorire la specializzazione nella trattazione dei processi in materia di violenza di genere e violenza domestica”.
In caso di omicidio o tentato omicidio e di altri reati ”commessi in danno del coniuge, anche separato o divorziato, della parte dell’unione civile o del convivente o di persona che è legata o è stata legata da relazione affettiva ovvero di prossimi congiunti”, secondo quanto previsto dall’articolo 6, il pm valuta, ”senza ritardo e comunque entro 30 giorni dall’iscrizione del nominativo della persona nel registro delle notizie di reato, la sussistenza dei presupposti di applicazione delle misure cautelari”. Anche i giudici avranno termini stringenti per la decisione sulle misure cautelari.
L’articolo 9 disciplina l’arresto in flagranza differita prevedendo che anche i video e le foto possano essere utilizzati per far scattare l’arresto in flagranza differita nei casi di maltrattamenti in famiglia, reato disciplinato dall’articolo 572 del codice penale, o dello stalking (612 bis).
”Si considera comunque in stato di flagranza – si legge all’articolo 9 del ddl – colui il quale, sulla base di documentazione video fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto”.
Nell’articolo 10 è trattato il rafforzamento delle misure cautelari e dell’uso del braccialetto elettronico. Mentre prima il braccialetto elettronico veniva applicato solo su richiesta del magistrato ora sarà applicato di norma salvo che il magistrato dica che non ce n’è bisogno, e comunque con il consenso della persona interessata. In particolare si prevede l’utilizzo del braccialetto elettronico con la prescrizione di ”mantenere una determinata distanza comunque non inferiore a 500 metri dalla casa familiare e da altri luoghi determinati abitualmente frequentati dalla persona offesa, salvo che la frequentazione sia necessaria per motivi di lavoro”.
In questo caso il giudice ”prescrive le relative modalità e può imporre limitazioni”. Inoltre ”con lo stesso provvedimento che dispone il divieto di avvicinamento il giudice prevede l’applicazione, anche congiunta, di una misura più grave qualora l’imputato neghi il consenso all’adozione” del braccialetto elettronico.
Politica
Sicurezza stradale, Lupi: “Basta autovelox usati come tassa occulta”

“Ci fa molto piacere che anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini consideri gli autovelox utili a evitare incidenti e salvare vite, sempre che siano posizionati in prossimità di punti sensibili come scuole, ospedali e non strumento per estorcere denaro, con multe che se non pagate subito rischiano di diventare astronomiche. Molti, infatti, sono posizionati in punti dove è evidente che il loro unico scopo è quello di fare cassa con gli automobilisti”. Lo ha detto il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi nel corso del Question Time in cui è stata presentata, con Alessandro Colucci, un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
“L’ideale, per un amministratore pubblico, sarebbe quello di poter scrivere il numero zero vicino al totale delle multe comminate, perché vorrebbe dire che i cittadini hanno imparato a rispettare il codice della strada. Ma non è possibile che in un comune come quello di Milano ci siano 151 milioni di euro di multe, cioè quasi il 15% delle entrate globali del municipio. E che su 49,80 euro di multa ben 17,68 euro vadano per le spese di notifica. Noi siamo per l’educazione e la formazione dei cittadini, e non perché gli autovelox costituiscano una sorta di tassa occulta”, ha concluso.
Politica
Pd, vicecapogruppo Ciani: “Non mi iscrivo. Su Ucraina dem possono cambiare idea”

Il neo eletto: "Io indipendente, mie scelte non impegnano gruppo e Pd". Schlein: "Linea chiara, non ha parlato a nome del partito"

Sciogliere Demos? “No, è un partito a tutti gli effetti, chiederemo il 2xMille. E non mi iscrivo al Pd, a differenza dei colleghi di Articolo 1”. Così Paolo Ciani di Demos, neo eletto vicecapogruppo Pd alla Camera, a ‘Repubblica’. “Sicuramente è stato un segno di attenzione da parte della segretaria ai cattolici in generale, ma io non sono del Pd, quindi non posso dire: ora i cattolici si sentono a casa nel Pd”.
Della gestazione per altri cosa pensa? “Sono contrario” ma “non amo fare battaglie ideologiche, quindi sono favorevole alla registrazione dei figli di coppie Lgbt+. E il reato universale per la Gpa proposto dalla destra mi sembra proprio questo, una battaglia ideologica. Sbagliata”.
In Parlamento è noto perché è l’unico del Pd che ha votato contro le armi all’Ucraina. “Sì, ho votato contro”. Nel gruppo del Pd altri si stanno avvicinando alla sua posizione? “Nel nostro popolo questa discussione c’è, è un fronte molto più ampio di come è rappresentato in Parlamento, nei numeri del gruppo. Il Pd la scorsa legislatura ha fatto una scelta legittima, dopo una novità sconvolgente e mentre sosteneva un governo di unità nazionale, ma ora dopo un anno e mezzo di guerra il partito può evolvere in nuove posizioni. Si può anche cambiare parere. Il no alle risorse del Pnrr per le munizioni è stato un salto di qualità, non sbagliato”.
Numerose le reazioni alle sue dichiarazioni e Ciani commenta: “Vedo che le mie dichiarazioni rilasciate a Repubblica suscitano attenzione soprattutto perché sottolineano la mia indipendenza. E’ vero, non sono iscritto al Pd. Ma se mi sono convintamente candidato con la lista Pd-Idp è perché credo che sia possibile in questo Gruppo portare avanti molte delle mie convinzioni per la giustizia sociale e la pace”.
“Le mie parole, quindi, non volevano essere una presa di distanza, ma miravano a sottolineare come alcune miei posizioni non impegnano certo né il Gruppo né il partito. Come è sempre stato per gli eletti indipendenti della sinistra, possono coesistere su alcune specifiche questioni punti di vista diversi senza che questi costituiscano profonde fratture”.
Politica
Gilda Sportiello, prima mamma deputata ad allattare il figlio in Aula alla Camera

La deputata M5S: "Diritto ad allattare non sia negato a nessuna donna"

Gilda Sportiello è stata la prima mamma deputata ad allattare il figlio in Aula alla Camera. “Da questa seduta fa il suo esordio in Aula il piccolo Federico, figlio della nostra collega Sportiello. E’ la prima volta, con l’unità dei Gruppi, in Aula con noi. Auguri di una lunga, libera e serena vita a Federico. Ora parleremo a voce bassa…”, ha annunciato in Aula il presidente di turno Giorgio Mulè, tra gli applausi scroscianti di tutto l’emiciclo.
“Oggi è sicuramente una giornata importante per le Istituzioni, non solo per Montecitorio – ha detto la deputata pentastellata all’Adnkronos – Il vero messaggio, che spero arrivi anche fuori dall’Aula, è che da oggi non deve essere negato a nessuna donna, che rientra al lavoro dopo la gravidanza, il diritto all’allattamento. Un diritto che non deve essere negato né alle donne né ai bambini, perché è un diritto che va garantito ad entrambi. Troppe sono, infatti, le donne che interrompono precocemente l’allattamento non per scelta, ma perché sono obbligate al rientro sul luogo di lavoro”.
Giusto un anno fa, a novembre, è arrivato l’ok della Giunta per il regolamento della Camera all’ingresso delle deputate mamme durante le sedute in Aula per partecipare ai lavori parlamentari con i loro figli e allattarli nell’Emiciclo fino al compimento di un anno.
Politica
Poliziotti arrestati a Verona, Ilaria Cucchi: “Body cam e numeri per agenti”

"Ho intenzione di mettermi a tavolino con il nuovo Capo della Polizia"

“Ho chiesto l’introduzione delle Body Cam e dei numeri identificativi” per le forze dell’ordine. Sono le parole di Ilaria Cucchi, senatrice di Sinistra Italiana, dopo il caso dei poliziotti arrestati a Verona per tortura. “Ho chiesto l’introduzione delle Body Cam e dei numeri identificativi. Ho intenzione di mettermi a tavolino con il nuovo Capo della Polizia e di ragionare assieme sulle strade da intraprendere”, dice Cucchi a L’aria che tira su La7.
Posizioni simili vengono espresse da Aboubakar Soumahoro, deputato e attivista per i diritti umani e civili. “Le presunte violenze e vessazioni da parte di alcuni agenti nei confronti di persone fermate per normali controlli, per lo più fragili – migranti, tossici e senza tetto – se confermate, sarebbero estremamente gravi, soprattutto perché evidenziano il rischio di una deriva d’odio razziale”.
“Quello che emerge dall’inchiesta di Verona – continua Soumahoro – la crudeltà e la ferocia degli abusi, delle violenze e delle torture richiedono l’adozione immediata di misure preventive, come l’introduzione di bodycam e numeri identificativi individuali su divise e caschi durante gli interventi. Questo aiuterebbe ad individuare chi sbaglia e a tutelare i tanti che operano nella legalità. In un clima di crescente odio verso il cosiddetto ‘diverso’ – rispetto al quale anche le forze dell’ordine non sono immuni – è davvero molto grave l’intenzione del Governo di eliminare il reato di tortura”, conclude il deputato.
Politica
Emilia Romagna, Meloni: “Tavolo permanente su alluvione in attesa commissario”

Premier durante incontro con presidenti Regioni, Province e sindaci comuni alluvionati: "Continuiamo a collaborare, sta funzionando"

Un tavolo operativo permanente “che serve per stabilire gli interventi necessari per fronteggiare i danni” provocati dall’alluvione dell’Emilia Romagna e per quelle zone più colpite dal maltempo “per discutere su cosa fare e su come agire al meglio. Sarà un tavolo permanente che, in attesa della definizione della struttura commissariale, sarà coordinato all’interno del governo dal ministro Musumeci”. Così il premier Giorgia Meloni durante l’incontro a Palazzo Chigi tra il governo con i presidenti delle Regioni, delle Province e i sindaci dei comuni alluvionati.
“Credo che questo momento di confronto sia molto importante, dico subito che non considero questo contesto occasionale, intendo rendere questo tavolo permanente, finché sarà necessario – ha sottolineato Meloni – Sappiamo tutti che abbiamo a che fare con un evento particolarmente complesso, non che le Regioni coinvolte non siano già state teatro di altre situazioni emergenziali. In questo caso specifico ci rendiamo conto che l’evento è non solo particolarmente vasto per l’estensione ma particolarmente vasto nei fenomeni che produce, e quindi ha bisogno di molti piani di intervento diversi fra loro”.
“Dovremo far ricorso a delle vere e proprie bonifiche – ha rimarcato il presidente del Consiglio – i terreni sono completamente ricoperti di fango, chiaramente questo sta anche asfissiando le colture. Ancora oggi continuiamo a scoprire nuove conseguenze, nuovi eventi, è una specie di domino quello che sta accadendo sul territorio che rende tutto molto complesso, piove di nuovo e abbiamo nuovi smottamenti, nuove frane”. “Insomma ci confrontiamo tutti con una cosa abbastanza nuova e complessa, per questo per noi è fondamentale il contatto con il territorio, la quotidianità nel contatto che deve essere per forza di cose costante – ha proseguito – Però a me piace soprattutto immaginare questo confronto come tavolo operativo: noi dobbiamo parlare soprattutto di che cosa bisogna fare e come bisogna farlo. E’ importante secondo me la collaborazione, come è stato finora, perché finora mi pare che la collaborazione abbia funzionato. Sarà un tavolo permanete e, in attesa della definizione della struttura commissariale, il riferimento all’interno del governo sarà il ministro Musumeci”.
“Credo che questo appuntamento possa servire per un lavoro di miglioramento, di affinamento del decreto legge del Governo che ha voluto dare il segnale di uno sforzo importante – ha detto ancora Meloni – Un decreto stilato in 72 ore e quindi sicuramente nella sua conversione parlamentare può essere oggetto di miglioramento e affinamento. Su questo ovviamente attendo il vostro contributo: penso ad esempio alle zone e ai comuni che potrebbero essere state escluse in prima battuta sulla base delle indicazioni che arrivavano dai territori perché anche i territori non avevano contezza di quanto avvenuto”.
“Su questo si può lavorare in sede di conversione” del decreto, “chiaramente il lavoro deve essere un lavoro certosino, e questa serietà io la chiedo a me stessa per chiederla a tutti, perché più noi siamo precisi più facciamo interventi giusti, più siamo precisi nella ricognizione dei territori per dare a chi ha bisogno e non disperdere quelle risorse, più quelle risorse andranno dove devono andare. Così come più si sarà capaci di distinguere quello che è il frutto dell’evento alluvionale dai problemi che erano preesistenti, più si avranno risorse per avvicinarsi a indennizzi che siano il più possibile alti con obiettivo 100%. Però siccome le risorse – e lo sappiamo tutti – non sono infinite, anzi, tutti siamo chiamati a un lavoro di grande accuratezza e responsabilità”, le parole del presidente del Consiglio.
Politica
Migranti, Imam Catania: “Bene cooperazione Italia-Tunisia”


“Il nostro augurio è che le parti tunisine e italiane continuino a cooperare nel campo della lotta alla migrazione irregolare, con misure efficaci e politiche mirate per poter porre fine a questa tragedia. Io sono convinto che l’immigrazione è un fenomeno antico e complesso, impossibile da impedire, nonostante alcuni politici cerchino di ridurlo a un mero slogan elettorale”. Lo afferma in una intervista all’AdnKronos il Presidente della Comunità islamica in Sicilia e Imam di Catania, Abdelhafid Kheit. “Vorrei sottolineare l’importanza – aggiunge- di costruire un approccio globale alla cooperazione nel campo della migrazione andando oltre il solo approccio della sicurezza, quest’ultimo infatti rimane limitato in termini di efficacia come abbiamo già potuto vedere”.
“Il nostro governo – evidenzia Abdelhafid Kheit- sta premendo, nell’UE, per fornire aiuti urgenti alla Tunisia e prevenire un possibile collasso economico, oltre a cercare di raggiungere un accordo con il FMI per accelerare il prestito in sospeso”. Per l’Imam di Catania, “riguardo all’impegno della Tunisia nel contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina, è importante la volontà politica, basta ricordare la visita del Presidente della Repubblica della Tunisia a Sfax e Mahdia, la quale ha contribuito a un calo degli imbarchi, sottolineando il successo dei servizi tunisini specializzati nel contrastare numerose operazioni di migrazione e nell’arrestare un numero significativo di scafisti”.
“Ritengo un passo in avanti – osserva ancora il Presidente della comunità islamica in Sicilia- il fatto che i due Paesi stiano attualmente negoziando una bozza di accordo quadro per la cooperazione nel settore del comportamento consensuale in materia di migrazione e sviluppo solidale, con l’obiettivo di garantire l’apertura di canali di migrazione organizzata e di migrazione circolare”. “Sarebbe giusto – evidenzia infine Abdelhafid Kheit- organizzare congressi internazionali in cui possano confrontarsi e intervenire i vari governi europei, nord-africani e subsahariani, per riuscire a costruire una coordinazione concreta delle risorse e fronteggiare al meglio la problematica”. (di Francesco Bianco)
Politica
Berlusconi, sabato primo vertice Forza Italia dopo ricovero

I ministri azzurri attesi ad Arcore
Da Arcore confermano le voci di un pranzo, sabato a Villa San Martino, tra Silvio Berlusconi e i ministri azzurri guidati dal vicepremier Antonio Tajani, nonchè responsabile degli Affari esteri e coordinatore nazionale azzurro. L’incontro, raccontano, sarà l’occasione per fare il punto della situazione politica sugli impegni di governo in vista delle prossime scadenze parlamentari. Nel menu, assicurano, nessuna ‘rivoluzione azzurra’, ovvero stravolgimento di Forza Italia. ll lungo ricovero al San Raffaele ha impedito al Cav di incontrare la sua squadra di governo. Sono venti giorni che il leader azzurro non vede di persona i ministri, spiegano fonti azzurre.
Al summit non parteciperanno i capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Licia Ronzulli. Ci saranno solo Tajani, Casellati, Zangrillo, Pichetto Fratin e Bernini. In questi giorni, complice la notizia del vertice con i ministri, sono tornate a circolare rumors su nuove nomine in casa Fi. Raccontano che qualche novità a breve ci sarà ma nulla di ‘rivoluzionario’ e riguarderà sempre la ‘macchina organizzativa’ del partito.
Politica
Sondaggio politico: FdI cresce, Pd giù di un punto

L'ultima rilevazione di Noto per Porta a Porta
Fratelli d’Italia oggi si conferma primo partito italiano con il 28,5% (percentuale in aumento dello 0,5 rispetto all’ultima rilevazione dello scorso 25 maggio). Il Pd perde un punto, fermandosi al 20,5%. E’ quanto emerge dal sondaggio Noto per Porta a Porta.
In terza posizione si colloca il M5S con una percentuale del 15%, guadagnando un punto. Segue la Lega stabile al 9,5%, così come Forza Italia che rimane al 7%. Resta stabile anche Azione-Italia Viva al 6,5%, mentre Verdi-Sinistra sale al 3,5% (+0,5). Stabili anche Più Europa al 2% e Noi Moderati all’1,5%.
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