Cronaca
Strage di Palermo, chi è la coppia arrestata: le citazioni...
Strage di Palermo, chi è la coppia arrestata: le citazioni religiose sui social
Secondo gli investigatori sarebbero stati loro a convincere il muratore di Altavilla a "liberarsi" dal demonio uccidendo i propri cari. "Sono distrutti e piangono a dirotto, si dichiarano innocenti" dice il legale dei due all'Adnkronos
Si chiamano Sabrina Fina e Massimo Carandente, entrambi disoccupati, i due palermitani arrestati nella tarda serata di ieri, insieme con Giovanni Barreca, il muratore di 54 anni che ha sterminato la sua famiglia, con l'accusa di avere partecipato al massacro nella villetta di Altavilla. Secondo gli investigatori sarebbero stati loro a convincere l'uomo a "liberarsi" dal demonio uccidendo i propri cari. I due sono ritenuti fanatici religiosi.
E' stato lo stesso muratore, all'alba di ieri, a telefonare ai carabinieri per dire di avere ucciso la sua famiglia. L'unica superstite è la figlia 17enne che è stata trovata in stato confusionale.
Legale coppia: "Sono distrutti e piangono a dirotto, si dichiarano innocenti"
"Sono entrambi disperati, non fanno che piangere a dirotto. Sono in stato confusionale, stremati dalla situazione. Mi hanno detto di dichiararsi innocenti. Sono distrutti". A dirlo all'Adnkronos è l'avvocato Sergio Sparti, il legale di Sabrina Fina e Massimo Carandente, la coppia di conviventi finita in carcere nella tarda serata di ieri con l'accusa di avere partecipato al massacro della famiglia di Giovanni Barreca. "Carandente è un uomo disperato e non fa che piangere - dice ancora l'avvocato che è riuscito a vedere la coppia solo nel tardo pomeriggio - Anche la signora è sconvolta. Hanno ribadito più volte che si dichiarano innocenti". Ufficialmente i due sono disoccupati ma l'uomo si definisce un promoter e “mental coach” di beveroni e tisane dimagranti. Entrambi sarebbero dei fanatici religiosi. Basta scorrere il profilo social di Carandente. "Satana sta usando i pastori corrotti", scriveva l'uomo, oppure "Quando il popolo di dio prega, il diavolo trema". E poi altre citazioni religiose: "Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Ma guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai loro sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. E sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili. Quando essi vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di che cosa dovrete dire; perché in quella stessa ora vi sarà dato ciò che dovrete dire. Poiché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Ora il fratello consegnerà a morte il fratello e il padre il figlio; e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire". I due sono accusati di triplice omicidio e soppressione di cadavere.
"Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi", le citazioni religiose sui social
"Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Ma guardatevi dagli uomini, perché vi trascineranno davanti ai loro sinedri e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe. E sarete condotti davanti ai governatori e davanti ai re, per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai gentili. Quando essi vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di che cosa dovrete dire; perché in quella stessa ora vi sarà dato ciò che dovrete dire. Poiché non sarete voi a parlare, ma lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Ora il fratello consegnerà a morte il fratello e il padre il figlio; e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire". Queste alcune delle citazioni religiose sui social di Massimo Carandante, l'uomo arrestato con la sua convivente Sabrina Fina.
"Sappi che tu sei la/il figlia/o del Grande Giudice Dio Onnipotente!!! Chi ha orecchi oda!!! Il Signore Cristo Gesù benedica grandemente te e la tua famiglia", si chiude la citazione sui social di Carandente, che risale al 2 febbraio.
E pochi giorni prima: "Ora vi esorto, fratelli, a tenere d’occhio quelli che provocano le divisioni e gli scandali in contrasto con l’insegnamento che avete ricevuto. Allontanatevi da loro. Costoro, infatti, non servono il nostro Signore Gesù Cristo, ma il proprio ventre; e con dolce e lusinghiero parlare seducono il cuore dei semplici. Quanto a voi, la vostra ubbidienza è nota a tutti. Io mi rallegro dunque per voi, ma desidero che siate saggi nel bene e incontaminati dal male. Il Dio della pace stritolerà presto Satana sotto i vostri piedi. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con voi".
I due nel gruppo di preghiera dell'uomo che ha sterminato la famiglia
Sabrina Fina e Massimo Carandente avrebbero frequentato a lungo la casa di Giovanni Barreca. I due facevano parte del gruppo di preghiera che l'uomo spesso ospitava nella villetta, in periferia, ad Altavilla.
Fratello donna: "Barreca diceva che mia sorella e i figli erano indemoniati"
Giovanni Barreca"non era pazzo, spero che non lo facciano passare per matto. Era perfettamente in se". A dirlo, parlando con i giornalisti, tra le lacrime, è Calogero Salamone, il fratello di Antonella Salamone. La donna gli aveva raccontato che da tempo 'i fratelli di Dio' venivano a casa Barreca, forse la coppia arrestata per il triplice omicidio, e diceva che in casa c'era il demonio, soprattutto nella donna e nei figli maschi. La figlia 17enne è stata salvata dalla furia assassina dell'uomo. Aveva confidato al fratello che il demonio andava bruciato "ma io pensavo in senso figurato". Antonella Salamone è stata prima uccisa e, poi, bruciata e sotterrata.
La donna sarebbe stata uccisa diversi giorni fa, non si conosce ancora la data della morte. Sarà l'autopsia a stabilirlo, che dovrà essere disposta dal Procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio.
Cronaca
Premio Sarzanini, tra i premiati Antonietta Ferrante...
Il riconoscimento anche al regista Marco Bellocchio
Un premio alla passione e al rigore. La terza edizione del premio Mario Sarzanini, specialista della cronaca giudiziaria morto tre anni fa, è stato assegnato al regista Marco Bellocchio per il film e la serie tv su Aldo Moro, a Francesca Fagnani (nella foto con il direttore dell'Adnkronos, Davide Desario) per le interviste da belva su Rai2; a Fabio Tonacci del quotidiano La Repubblica per i reportage in Israele.
Tra gli otto vincitori del premio patrocinato dall’Ordine dei Giornalisti del Lazio la giornalista dell’Adnkronos Antonietta Ferrante per le agenzie di stampa, Giuseppe La Venia del Tg1 per la tv, Fabiana Cofini (RaiNews.it) per il web, Sara Graziani della Casa internazionale delle donne per la categoria degli uffici stampa e Simone Spetia (Radio24) per la radio.
Cronaca
Mafia, Rando (Pd): “Orgogliosa di Roma Tre che...
‘Importante far capire senso responsabilità’
“Credo che sia una cosa lodevole quando un’università attenziona il fenomeno della mafia e ne dà conoscenza. Dedicare alle vittime delle mafie le aule dell’ateneo, significa dare nome e cognome a delle storie per la cultura della legalità”. Lo ha detto la senatrice del Partito democratico e componente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, Vincenza Rando, a margine dell’evento ‘Roma Tre contro le mafie’ tenutosi presso l’Aula Magna del Rettorato dell’ateneo romano.
“Io sono orgogliosa di Roma Tre perché è importante far capire il senso di responsabilità”, ha concluso la Senatrice.
Cronaca
Mafia, Borrometi (Articolo21): “Roma Tre ci ricorda...
‘Non giratevi dall’altra parte’
“Io sono veramente contento di essere qui oggi perché ho partecipato lo scorso anno ad un’iniziativa con Paolo Siani, fratello di Giancarlo, nella quale nacque la promessa del Rettore di Roma Tre di intitolare 12 aule alle vittime di Mafia. Sono orgoglioso soprattutto perché, oggi, un liceo di Partinico ha negato l’intitolazione a Peppino Impastato. Oggi Roma Tre ci ricorda quanto è importante la memoria”. Così il presidente di Articolo21, Paolo Borrometi, a margine dell’evento ‘Roma Tre contro le mafie’ tenutosi presso l’Aula Magna del Rettorato dell’ateneo romano.
“Quando 12 anni fa ho iniziato a denunciare la mafia nel mio territorio, mi sono reso conto quanto sia importante che i giornalisti non girino lo sguardo altrove - ha concluso il presidente di Articolo21 - Dobbiamo ricordare che l’articolo 21 della nostra Costituzione non è soltanto il diritto e il dovere del giornalista di informare, ma anche il diritto del cittadino ad essere informato, così da poter permettergli di scegliere da che parte stare".