Politica
Regionali 2024, Pd ora sogna doppietta in Abruzzo: campo...
Regionali 2024, Pd ora sogna doppietta in Abruzzo: campo ‘extra large’ tallona la destra
Da una rilevazione commissionata dai dem tra il 17 e il 21 febbraio, D'Amico al 49,4% insegue l'uscente Marsilio al 50,6%
"Era dal 2015 che non vincevamo una regione governata dalla destra, sono passati 9 anni. E' stata la prima, non sarà l'ultima. Questo è il mio messaggio a Giorgia Meloni". Parola di Elly Schlein in collegamento dalla Sardegna, dove alle elezioni regionali ha vinto Alessandra Todde. E chissà che la 'profezia' della segretaria Pd non finisca non solo per avverarsi, ma pure in tempi stretti. Tra due settimane si vota in Abruzzo e tra i dem si fa largo la speranza di cogliere una seconda vittoria. Inaspettata, quanto quella sarda. Fino a un paio di mesi fa la distanza tra il candidato del centrosinistra in formato 'extra large' da Azione a M5S, Luciano D'Amico, e il presidente uscente, il meloniano Marco Marsilio, si aggirava attorno ai 20 punti.
Da una rilevazione commissionata dal Pd e diffusa la scorsa settimana, le cose sembrano aver preso una piega del tutto diversa con una rimonta che porterebbe D'Amico a un'incollatura da Marsilio. Il sondaggio, realizzato da Winpoll su un campione di 1.600 intervistati tra il 17 e il 21 febbraio, assegna al candidato del centrosinistra il 49,4% nelle intenzioni di voto con Marsilio avanti di poco di un punto, al 50,6%. Numeri che fotografano la situazione tra i 10 e i 7 giorni fa, ben prima della vittoria in Sardegna che, secondo i dem, potrebbe contribuire a fare da volano per il voto in Abruzzo. Inoltre, nella rilevazione viene anche chiesto, oltre alle intenzioni di voto, la fiducia nei candidati e D'Amico è in testa con il 59%, mentre Marsilio si fermerebbe al 47%.
Il tesoriere Pd e senatore abruzzese, Michele Fina, non nasconde l'entusiasmo. "Abbiamo vinto la sfida del recupero e questo ci dà una grande forza. Noi - dice all'Adnkronos - siamo quelli che rincorrono e loro quelli che sentono il fiato sul collo. Non vorrei essere nei loro panni". Pier Luigi Bersani suona la carica: "Lo squillo di tromba è arrivato! Grazie Alessandra per come hai guidato la riscossa sarda. Adesso, tutti in Abruzzo!". Ci tornerà Elly Schlein che ha già fatto due tappe nella regione in un tour che ha toccato anche piccoli paesi. "Se mettiamo in piedi un progetto credibile e se troviamo la candidatura giusta, siamo in grado di battere le destre. Il Pd sente questa responsabilità fino in fondo. E stiamo lavorando così anche per l'Abruzzo, con una coalizione ancora più ampia".
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Europee, Vannacci: “Io tv con Ilaria Salis? Nessun...
Così il generale dopo le parole di Salvini: "Per ora non ho sentito nulla in proposito, le proposte me le facciano direttamente"
Un confronto televisivo tra il generale Roberto Vannacci e Ilaria Salis come proposto dal vicepremier Matteo Salvini? "Per ora non ho sentito nulla a proposito, le proposte le facciano direttamente a me, non so cosa dire, bisogna poi capire su quali argomenti si vuole fare questo confronto televisivo". Lo dice all'AdnKronos il generale, dopo l'idea lanciata dal leader della Lega ("mi piacerebbe un confronto sul futuro dell’Italia e dell’Europa tra Ilaria Salis e il generale Roberto Vannacci", ha detto Salvini). "In linea di principio non ho problemi a confrontarmi con nessuno", assicura il militare che in questi giorni scioglierà il nodo della sua possibile candidatura alle europee.
Salis e Vannacci, cosa ha detto Salvini
"Mah...È il bello della democrazia...Quanto mi piacerebbe un confronto sul futuro dell’Italia e dell’Europa tra Ilaria Salis e il generale Roberto Vannacci, se dovesse accettare la candidatura con la Lega", aveva scritto sui social il leader del Carroccio ieri sera allegando una foto di Ilaria Salis con la notizia della candidatura alle Europee nelle liste di Avs.
Sul militare autore del 'mondo al Contrario' Salvini resta invece abbottonato, lasciando capire che la risposta è nel suo libro 'Controvento' che verrà presentato a Milano il 25 aprile: "Dovete avere pazienza - ha detto ieri rivolto ai cronisti- ne parlo nel libro che presenterò il 25 aprile, dovete avere pazienza fino a quel giorno". Una sorta di lancio editoriale -con notizia- che di sicuro aumenterà l'attesa, ma anche la polemica, nel partito, di chi ha già storto il naso sul nome dell'ex capo della Folgore in lista, a partire dal vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio e dal capogruppo di Montecitorio, Riccardo Molinari, quest'ultimo tra i 15 astenuti sull'odg del partito democratico che chiede di non toccare la 194, su cui le altre forze di maggioranza e altri leghisti hanno votato contro.
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Ue, Meloni si sfila da ‘toto-Draghi’:...
"Sono i cittadini che decidono le maggioranze, non partecipo al dibattito"
Non apre e non chiude, semplicemente si sfila. Perché sul futuro di Mario Draghi ai vertici dell'Europa - quella che verrà dopo il voto del 9 giugno - per Giorgia Meloni si fa mera "filosofia". I giochi si decideranno soltanto poi, quando i voti saranno nero su bianco e i rapporti di forza ben definiti. Tutto questo dibattere attorno all'ex premier e numero uno della Bce sembra quasi infastidirla. Lasciando l'Europa Building dopo un Consiglio europeo che si è protratto ben oltre ogni più fosca aspettativa -tanto che al 'fischio' di fine vertice un applauso spontaneo si leva dalla sala stampa-, la premier si ferma per un punto stampa alla lanterna, rispondendo a ogni singola domanda come fosse su un ring.
Aborto, par condicio, carcere per i giornalisti, discesa in campo di Ilaria Salis, vendita dell'Agi: ribatte domanda su domanda parlando spesso -per ben 4 volte- di fake news. E anche su Draghi, lascia intendere, è la stampa ad aver 'ricamato'. "Io sono contenta che si parli di un italiano - premette - ma questo dibattito è filosofia. La tendenza di decidere prima che i cittadini votano non mi troverà mai d'accordo. Sono i cittadini che decidono le maggioranze, per questo non parteciperò al dibattito" su Draghi sì, Draghi no, Draghi forse.
"Questo dibattito è buono per i titoli dei giornali e fare campagna elettorale - aggiunge poi - ma non è così che funziona. Questa tendenza a tentare di decidere chi fa cosa prima che i cittadini votino è una tendenza sulla quale non mi troverete mai". E pazienza se le parole pronunciate da 'Super Mario' alla vigilia del vertice siano suonate alle orecchie di molti come un discorso programmatico, la rotta che punta a un ruolo di peso nei futuri assetti europei.
"A giugno spero l'Europa sia diversa, capace di rispondere alle sfide"
I giochi si fanno poi, torna a ribadire Meloni, che mezz'ora prima dell'avvio del summit incontra la presidente uscente Ursula Von Der Leyen, candidata del Ppe in corsa per il bis ma con un certo affanno, complice il 'fuoco amico' del Partito popolare europeo. Con lei, dirà poi Meloni incontrando i giornalisti, ha parlato di migranti, con i flussi "in significativo calo", rivendica, prova che la strategia messa in piedi "sta dando risultati". Ma è comunque un'Europa "diversa" quella che la premier italiana vede dopo il voto, “capace di rispondere alle grandi sfide” che l’attendono.
Perché un cambio di passo va impresso, e il rapporto di Enrico Letta - su cui oggi si sono 'accapigliati' i leader- e il cambiamento "radicale" chiesto da Draghi dimostrano, rimarca, che le critiche mosse in passato da chi certo non vantava l’etichetta dell’europeista convinto un fondamento l’avevano: "Fino a ieri ci dicevano che andava tutto bene - rivendica Meloni, ricordando il 'pedigree' di Letta e Draghi - oggi fanno i conti con il fatto che le priorità sono altre".
E lei sente di avere l’opinione pubblica dalla sua parte: "Potete continuare a ripetere che sono una pericolosa fascista e mi aiutate anche, visto che penso che la gente che vede il lavoro di questo governo si renda conto che gli estremisti stanno da un'altra parte", dice. Come stanno dall'altra parte, per l'esattezza "a sinistra" -accusa- quelli che vorrebbero cambiare la Legge 194, ma che a suo dire non hanno il coraggio di dirlo, di intestarsi la battaglia.
Meloni difende a spada tratta l’emendamento della discordia al dl Pnrr quater sui movimenti pro-vita nei consultori: "Ricalca esattamente il testo della 194", che è una "legge equilibrata". Anche sul 'balletto' andato in scena in vigilanza sulle regole della par condicio, "non c’è nessuna TeleMeloni, non accetto lezioni di democrazia da nessuno", tuona.
Mentre il carcere per i giornalisti - altra notizia che ha infiammato il dibattito - "c’è già, è una legge di Fdi che lo sta togliendo". Lei, assicura, difende "la libertà di stampa", e infatti assicura non ci sia la sua ‘manina’ -"ho letto tante falsità e ricostruzioni surreali"- dietro la vendita dell’Agi, al centro della trattativa Eni-Angelucci: "Non so se chi ispira queste letture fosse abituato a usare le partecipate dello Stato per risolvere i problemi privati degli amici o per stiparci i parenti, può essere che sia stato così ma non è la mia lettura su a cosa servano le partecipate”.
"Salis candidata? Non so quanto aiuti..."
Sul caso Salis - mentre la candidatura per Avs viene prima smentita e poi annunciata - Meloni assicura che il Governo continuerà a fare il suo lavoro. "Non cambia nulla" riguardo alla detenzione della maestra 39enne, "verrà garantita comunque come è giusto". "La politicizzazione della vicenda, come ho già detto in passato, non so quanto possa aiutare il caso in sé", ma "le scelte personali di Salis non mi permetto di giudicarle".
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Ilaria Salis, Mimmo Lucano: “Candidata alle Europee?...
"Sta pagando per la difesa dei diritti umani"
''Sono contento della candidatura di Ilaria Salis". Lo dice all'Adnkronos, Mimmo Lucano, candidato alle Europee di Avs, commentando la discesa in campo per la sfida di Bruxelles anche di Ilaria Salis. "Lei è un'attivista, la sua candidatura nasce dalla condivisione di un ideale, non da opportunismi o altro, visto quello che sta pagando per il suo impegno politico, perché si schiera a difesa del rispetto dei diritti umani ed è una antifascista''.