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Regionali Basilicata, Domenico Lacerenza rinuncia a candidatura con centrosinistra

Sui social Piero Lacorazza dei Dem ha dato la sua disponibilità a correre per la presidenza della Regione. Il Movimento Cinque Stelle starebbe valutando anche l'ipotesi di scegliere una donna

Domenico Lacerenza (dal profilo Linkedin)

"Dopo un'attenta riflessione voglio comunicare la mia rinuncia alla candidatura a Presidente della Regione Basilicata". Così Domenico Lacerenza in una mail inviata a un quotidiano locale lucano annuncia di non voler concorrere alla carica di governatore lucano, sostenuto dal centrosinistra in particolare dalla formazione civica ‘Basilicata Casa Comune’, Pd, M5S, Alleanza Verdi Sinistra e +Europa.

Intanto, Italia Viva raggiunge l'accordo con il presidente uscente Vito Bardi, candidato del centrodestra, e Italia viva, come rende noto il governatore lucano.

"Grazie a chi ha espresso fiducia nei miei confronti"

"È una decisione presa con assoluta serenità e anche nell’interesse delle forze politiche che hanno voluto propormi" spiega. "Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito. In ogni caso voglio che lo spirito che ha portato alla proposta che ho ricevuto, cioè la ricerca dell'unità dei moderati e progressisti e l'offerta di una coalizione capace di battere il centro destra in Basilicata, sia preservato, e per questo faccio un passo indietro. Lo devo anche alla mia storia professionale e per rispetto alla comunità dei lucani. Ringrazio quanti hanno espresso fiducia nei miei confronti, e in particolare Elly Schlein, Giuseppe Conte e Angelo Chiorazzo".

Conte: "Lacerenza impallinato da giochi di corrente locali"

"In Basilicata in queste ore la questione si sta facendo incandescente. Noi abbiamo lavorato a una proposta unitaria, noi non poniamo veti. Se abbiamo fatto qualche osservazione, è perché i nomi in campo non rispondevano ai nostri standard". Così Giuseppe Conte sulla Basilicata dall'Assemblea provinciale M5S Napoli. "Faccio nome e cognome: Angelo Chiorazzo, una persona per bene, che rappresenta una importante realtà imprenditoriale e un percorso civico fatto anche nei mesi scorsi. Noi non abbiamo nulla contro una candidatura di questo tipo ma l'ho detto a Chiorazzo: tu rappresenti una realtà imprenditoriale importante che opera nel settore socio sanitario e se domani mattina tu andassi a fare il presidente in Basilicata rischieresti, ovunque ti muovi, di avere come riflesso la realtà imprenditoriale in cui hai operato fino al giorno prima. Noi vogliamo prevenire i conflitti d'interesse".

"Io dico alle altre forze politiche: noi siamo stati chiari lineari e compatti, la persona che avevamo trovato aveva i requisiti, ha costruito un polo di eccellenza nel campo sanitario in un territorio come la Basilicata, ma hanno iniziato a impallinarlo, è diventato il gioco di correnti locali", dice il leader M5S riferendosi a Domenico Lacerenza. "Ma noi in Basilicata non sottoscriveremo mai la gestione di una politica sanitaria che si è sviluppata negli ultimi decenni e quelle famiglie che governano da 40 anni in Basilicata noi non le appoggeremo, lo dico a chi ci sta insultando in queste ore".

In corso contatti tra Pd e M5S

Sarebbero in corso contatti tra Pd e M5S dopo la rinuncia di Domenico Lacerenza alla candidatura a presidente delle Regione Basilicata. "C'è la volontà di stare insieme", spiegano fonti dem lucane all'Adnkronos. La decisione di ritirarsi di Domenico Lacerenza spiazza il campo largo che già faticosamente era riuscito a convergere sul suo nome ma al prezzo di forti malumori che in meno di tre giorni hanno costretto al dietrofront del direttore di Oculistica dell'ospedale di Potenza. Il quadro potrebbe comunque definirsi tra stasera e domani perché i tempi per compilare le liste sono davvero molto stretti. Il termine per il deposito nei Tribunali di Potenza e di Matera è alle ore 12 di sabato prossimo.

Secondo fonti locali, il Movimento 5 stelle sta valutando la candidatura di una donna e la scelta può ricadere tra Alessia Araneo, consigliera comunale di Melfi, e Viviana Verri, consigliera comunale di Pisticci e primo sindaco del movimento in Basilicata nel 2016. La scelta di Lacerenza può rimettere in pista l'imprenditore del terzo settore Angelo Chiorazzo, fondatore della coop bianca Auxilium e a capo del movimento civico Basilicata casa comune, che è voluto dalla larga maggioranza del Pd lucano (con tanto di documento della direzione in cui è indicato come ''miglior candidato possibile'') e da altri ambienti legati al centrosinistra. In suo favore ci sono state petizioni on line e appelli pubblici.

Lacorazza (Pd): "Mi metto a disposizione per candidatura, confrontiamoci"

"Vista la difficoltà del momento, siamo chiamati ad offrire disponibilità, a mettere a disposizioni idee e conoscenza del territorio. Mi metto al servizio di una comunità con la candidatura a Presidente della Regione. Confrontiamoci" scrive su X Piero Lacorazza del Pd, ex-presidente della provincia di Potenza e consigliere regionale.

Chiorazzo torna in pista: "Noi ci siamo"

"Per seminare occorre voltare pagina. Per questo, abbiamo deciso, insieme a Basilicata Casa Comune, di candidarci a rappresentare questo moto di popolo. Assieme a noi ci saranno altre liste civiche e chi vorrà sposare questo progetto". Così Angelo Chiorazzo torna in pista per la presidenza della Regione Basilicata. "Ci ha convinto chi ci ha detto: ora o mai più. Noi ci siamo".

Chiorazzo ripercorre il percorso degli ultimi mesi, la sua candidatura che aveva "registrato la convergenza del Pd lucano e di larga parte di militanti, simpatizzanti, parti significative di classe dirigente degli altri partiti e movimenti del centrosinistra, del Movimento 5 stelle, dei Verdi e di Italia Viva, nonché di rappresentanti autorevoli della società civile".

Ma insieme ad "attestati di stima" è arrivata anche "l’indicazione che il mio nome non consentiva l’unità del centrosinistra. Io non ho ancora ben capito le ragioni del veto personale, soprattutto perché accompagnate a una richiesta di restare in campo. Allo stesso tempo ho ritenuto che il tema dell’unità del centrosinistra avesse un valore maggiore rispetto al mio destino personale. Per questo - prosegue Chiorazzo -, mi sono detto disponibile a fare un passo di lato per individuare una figura che fosse più unificante e che potesse trovare il consenso di tutti, ovviamente anche il nostro. Ho così ritenuto di dare il mio consenso alla figura del dottor Lacerenza".

"È avvenuto però un fatto che, onestamente, ci ha sorpreso nella sua portata: già nei primi minuti dopo la notizia della candidatura di Lacerenza, siamo stati letteralmente travolti da una rivolta che mi permetto di definire di popolo". Dunque sono proseguite "ore di riflessione, anche di tormento. È chiaro che ognuno ha sbagliato qualcosa. Tra questi, anche io. Qualche ora fa Domenico Lacerenza ha preso atto della contestazione e della condizione di estrema difficoltà elettorale determinatesi immediatamente alla ufficializzazione dell’intesa sul suo nome e ha fatto un passo indietro. È una scelta non scontata, di cui apprezzo l'onestà intellettuale. Segnala ancora una volta lo stile dell'uomo".

"Adesso, però, non c'è davvero più tempo da perdere. E non possiamo fare finta di niente. Anzi- sottolinea Chiorazzo- c'è da ripartire da quel moto popolare che denota rabbia verso la politica e allo stesso tempo un profondo desiderio di cambiamento. Non ha prevalso l'indifferenza e, considerando come sono andate le cose, è un mezzo miracolo. Per seminare occorre voltare pagina. Per questo, abbiamo deciso, insieme a Basilicata Casa Comune, di candidarci a rappresentare questo moto di popolo. Assieme a noi ci saranno altre liste civiche e chi vorrà sposare questo progetto".

"Chiediamo a tutte e tutti quelli che ci hanno sostenuto, e in questi giorni richiamato a gran voce, di starci accanto fino in fondo, di fare con noi la campagna elettorale. Non importa se hanno in tasca la tessera di una associazione, di un partito o di un movimento: vogliamo rimettere in gioco tutta quella energia e quell’entusiasmo che aveva attraversato la Basilicata nei mesi scorsi e che in questi giorni aveva lasciato spazio alla frustrazione. Lo vogliamo fare nella composizione delle liste, nella campagna elettorale, nella volontà di far voltare pagina alla nostra amata regione. Ci ha convinto chi ci ha detto: ora o mai più. Noi ci siamo".

Bardi: "Spettacolo indecoroso e indegno"

''Non si è mai assistito a livello nazionale a uno spettacolo più indecoroso di quello che stanno dando Pd e 5 Stelle in queste ore in Basilicata. La nostra gente non merita di essere associata a questi spettacoli indegni''. Così il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ricandidato per il bis alle elezioni regionali del 21 e del 22 aprile insieme al centrodestra unito e, novità delle ultime ore, con un accordo programmatico con Italia Viva. ''Mentre loro litigano per le poltrone, bruciano candidati nel tentativo di rimettere le mani sul potere - ha aggiunto - noi andiamo avanti con la forza delle azioni, con le idee giuste e con l’unità e la serenità di chi sa come si governa. No a salti nel buio, sì a serietà e concretezza. Andiamo avanti con orgoglio. Orgoglio lucano''.

Calenda: "Dilettanti allo sbaraglio"

"Dilettanti allo sbaraglio. Altro capolavoro politico di Conte con Pd a rimorchio" scrive su X Carlo Calenda commentando la notizia della rinuncia alla candidatura. "Quello che mi sento di dire è che il Pd ritrovi un po' di orgoglio - aggiunge poi a margine di un evento a Matera -. Mandate a quel paese questo qualunquista che ha governato con salvini, ha fatto i decreti sicurezza, si spaccia per progressista ma non sa scegliere tra Trump e Biden. Mandatelo a quel paese e si costruisca un'alternativa di governo seria che non può essere condizionata dai cialtroni". "Domani mattina a Potenza con Marcello Pittella annunceremo la scelta che Azione ha fatto" per le prossime regionali.

Anche Pittella era in lizza per la scelta di una candidatura bis, forte del 10 per cento delle Politiche e della decisione giudiziaria a sua favore con l'assoluzione anche in secondo grado dalle accuse nell'inchiesta sulla sanità che nel 2018 lo portarono agli arresti domiciliari e nel 2019 alle dimissioni poco prima delle elezioni regionali, poi, vinte da Bardi e dal centrodestra.

Magi: "Grande prova di immaturità"

“Avevamo dato il nostro appoggio al candidato comune del centrosinistra per le Regionali in Basilicata Domenico Lacerenza, con uno spirito unitario e collaborativo, consapevoli delle profonde differenze con alcuni altri partiti della coalizione, ma convinti della necessità di costruire una alternativa a questa destra tanto a livello nazionale, quanto locale ove possibile, sottraendoci al gioco dei veti ma anzi lavorando per allargare il perimetro" afferma in una nota il segretario di Più Europa, Riccardo Magi. "Quanto avvenuto in queste ore, che hanno visto come esito la rinuncia di Lacerenza, è una grande prova di immaturità che ostacola il percorso comune. L’alternativa si costruisce con la responsabilità e non con i personalismi, con i veti o con la rincorsa ai sondaggi”.

Bardi e il sostegno di Italia Viva

Il governatore uscente Vito Bardi può contare sul sostegno di Italia Viva. ''A seguito di un incontro tra la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, e il presidente della Giunta regionale della Basilicata, Vito Bardi, d'intesa con i consiglieri regionali di Italia Viva Mario Polese e Luca Braia, giusto mandato dei vertici regionali e provinciali del partito, si è concordato - è detto in una nota - di correre assieme nelle prossime elezioni regionali di Basilicata del 21 e 22 Aprile".

"L'accordo programmatico prevede il rilancio di un nuovo progetto di governo della regione Basilicata, che riconosca a Italia Viva un ruolo portante per l'attività politico-amministrativa dei prossimi 5 anni. Il partito, assieme a Vito Bardi, concorrerà, tanto a Potenza quanto a Matera, alla costruzione della lista 'Orgoglio lucano', evocativa delle diverse sensibilità che la compongono, a partire da quel 'Patto Federativo di Centro' che, nella seconda fase della legislatura, ha prodotto gran parte dei provvedimenti che bene hanno inciso nella vita dei lucani''.

"Il generale Vito Bardi è un candidato moderato e Italia Viva, per il bene della Basilicata, sosterrà la sua candidatura alla presidenza della regione" dice la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva. "Ci presentiamo nella sua lista per valorizzare l'area civica, centrista e moderata. Il campo largo ha dato di sé uno spettacolo indecente con continui cambi di candidati e scarso rispetto per la Basilicata e il suo futuro. Tutto ciò è lontano dal nostro modo di intendere la politica. Come abbiamo più volte detto non siamo un partito ideologico e ciò che importa di più per noi è fare il bene della Basilicata e del Paese”.

''Dopo la rinuncia di Lacerenza, vale ancora di più. Non rispondete più nessuno da Roma, e andiamo a vincere le elezioni con Angelo Chiorazzo. Questo è il vero orgoglio lucano'' ha detto l'ex coordinatore regionale di Italia viva, Fausto De Maria (sindaco di Latronico), che si è dimesso pochi giorni fa dall'incarico in Italia Viva e che non torna sui suoi passi. 'Orgoglio lucano' è anche il nome della lista che vedrà insieme Bardi e Italia Viva alle elezioni regionali. De Maria ha promosso una petizione on line per la candidatura di Angelo Chiorazzo a presidente, finora sottoscritta da 1030 persone.

'Il centrosinistra con Angelo Chiorazzo candidato presidente potrebbe stravincere - ha spiegato De Maria - e invece siamo diventati una tragedia da raccontare in tutti i talk show della politica italiana''. Rivolgendosi direttamente a Chiorazzo, ''abbiamo apprezzato il tuo sacrificio di responsabilità - ha detto - ma adesso riprendiamo il cammino per fare cambiare pagina alla nostra regione con una storia nuova''.

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Sondaggio politico, i primi partiti calano: il voto...

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Tutti i primi 4 partiti in discesa nel sondaggio politico Swg per il Tg La7

Un seggio elettorale

Tutti i primi 4 partiti in discesa nel sondaggio politico Swg per il Tg La7 che fotografa le intenzioni di voto oggi in caso di elezioni. Fratelli d'Italia si conferma ampiamente primo partito ma cede lo 0,3% scendendo al 26,8%.

Passo indietro più netto per il Pd, che perde lo 0,4% e scivola al 19,8%. M5S e Lega cedono lo 0,1%: il Movimento è al 15,3%, mentre il Carroccio è all'8% e ora è tallonato da Forza Italia, che guadagna lo 0,2% e sale al 7,8%. Passo indietro di Azione dal 4,5% al 4,3%, mentre Verdi e Sinistra arrivano al 4,2%. In ascesa Italia Viva, ora al 3,2%, e +Europa (2,9%). Seguono Italexit per l'Italia (1,7%), Democrazia Sovrana e Popolare (1,4%), Noi Moderati (1,1%) e Unione Popolare (1,1%).

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Elezioni Russia, scoppia caso Salvini. Meloni:...

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Il leader della Lega: "Quando un popolo vota ha sempre ragione". Tajani: "Elezioni russe caratterizzate da pressioni forti anche violente"

Meloni, Salvini e Tajani (Fotogramma)

Il voto russo che tra mille polemiche ha incoronato ancora una volta Vladimir Putin alla guida del Cremlino irrompe nel dibattito politico italiano, dividendo la maggioranza di governo. Fanno discutere le parole del vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini , che a proposito delle elezioni nella Federazione russa prende atto del responso delle urne sottolineando che "quando un popolo vota ha sempre ragione". "Le elezioni - afferma il ministro dei Trasporti - fanno sempre bene, sia quando uno le vince sia quando uno le perde. Io quando le perdo cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta". In una nota la Lega poi precisa: "In Russia hanno votato, non diamo un giudizio positivo o negativo del risultato, ne prendiamo atto e lavoriamo (spero tutti insieme) per la fine della guerra e il ritorno alla pace. Con una guerra in corso non c'è niente da festeggiare".

Meloni: "Salvini? Posizione governo molto chiara, centrodestra coeso"

"La posizione del governo è molto chiara, il centrodestra è una maggioranza molto coesa, come si dimostra nell'unico modo in cui si può dimostrare la coesione di una maggioranza, e cioè nella velocità di attuazione e nella chiarezza di attuazione della linea di un governo". E' quanto ha detto la premier Giorgia Meloni, in un'anticipazione dell'intervista ad Agorà che andrà in onda domattina alle 8.30 su Rai Tre, a proposito delle parole del ministro Matteo Salvini. "Quello che noi abbiamo fatto in questo anno e mezzo con la velocità con cui lo abbiamo fatto, e la chiarezza che abbiamo dimostrato in politica estera, tutto questo racconta di una maggioranza coesa", osserva la leader di Fratelli d'Italia. "E io - aggiunge Meloni - credo che il punto sia sempre questo: cioè non conta quanto il campo sia largo, ma conta quanto quel campo sia coeso e compatibile, quanto abbia risposte chiare da dare ai cittadini e da rappresentare all'estero. E l'Italia con la maggioranza di centrodestra chiaramente questo lo sta facendo".

Tajani: "La politica estera la fa il ministro degli Esteri"

Da Bruxelles il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani dice: "La politica estera la fa il ministro degli Esteri". "Le posizioni di politica estera sono quelle del ministro degli Esteri", risponde il titolare della Farnesina a chi gli chiede se non tema che esternazioni come quelle di Salvini possano dare l'immagine di un governo poco unito.

Per Tajani le elezioni presidenziali in Russia "sono state caratterizzate da pressioni forti, anche violente. Alexei Navalny è stato escluso dalle elezioni con un omicidio. Non c'erano candidati avversari di Putin - rimarca ancora il leader degli azzurri - abbiamo visto soldati entrare dentro i seggi per vedere come votava la gente". E non è un caso che a livello Ue le posizioni più dure sul voto russo siano arrivate proprio dal gruppo del Ppe, (famiglia europea di Forza Italia) che in una nota ha invitato i ministri degli Esteri a dichiarare che Putin "non è un presidente legittimo della Russia" e che "le cosiddette elezioni presidenziali sono prive di legittimità".

Il gelo di Fratelli d'Italia

Sull'uscita di Salvini si registra anche il gelo di Fratelli d'Italia. Dalle parti di Via della Scrofa vige la consegna del silenzio sul vicepremier del Carroccio, ma l'irritazione è palpabile nel partito della premier Giorgia Meloni che ha fatto dell'atlantismo e del sostegno alla causa dell'Ucraina uno dei pilastri della sua politica estera.

"Il popolo ha sempre ragione quando è messo nelle condizioni di votare liberamente. Ci sono alcune nazioni, come purtroppo la Russia, dove la democrazia non è così compiuta", afferma il vicecapogruppo di FdI alla Camera Massimo Ruspandini, una delle rarissime voci a prendere le distanze in chiaro da Salvini. Ospite di 'Agorà' su Rai Tre, il viceministro degli Affari esteri Edmondo Cirielli non nasconde i suoi timori dopo il plebiscito per Putin: "Fa un po' paura avere la conferma che c'è una larga parte, maggioritaria dell'umanità, che vive sotto le dittature e in qualche maniera acconsente".

Opposizione sul piede di guerra

Le dichiarazioni del numero uno leghista finiscono nel mirino delle opposizioni - che evidenziano i forti condizionamenti politici sul voto di Mosca - e fanno emergere dei distinguo anche all'interno della coalizione di centrodestra. "Parole inaccettabili, si dimetta", tuona Azione, che con il suo leader Carlo Calenda invita il segretario della Lega a "ripassare le basi": "La democrazia senza stato di diritto non esiste. La Russia è una dittatura e le elezioni sono una farsa. Punto". Il Pd tramite il suo responsabile Esteri Peppe Provenzano arriva a esprimere solidarietà a Tajani: "Non deve essere facile avere un omologo vicepremier Salvini, che non condanna i crimini di Putin e vede in queste elezioni russe una grande affermazione del popolo. Ma con queste posizioni il governo può mai essere credibile?". "Nessuno stupore" per Nicola Fratoianni dell'Alleanza Verdi-Sinistra "per le incredibili parole di Salvini sulle elezioni russe", mentre Davide Faraone di Italia Viva definisce le "dichiarazioni entusiastiche surreali".

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“Non sei credibile”, “la tua politica mi...

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L'ex premier: "Abbiamo progetti diversi". Il leader di Azione: "Hai domato il Pd con i tuoi veti"

Carlo Calenda e Giuseppe Conte - Fotogramma

E' scontro a distanza tra Giuseppe Conte e Carlo Calenda, alleati impossibili in quel 'campo largo' che sembra però troppo stretto per contenerli entrambi.

Conte

"Non è una questione di veti, lo dico a Calenda - afferma Conte in diretta social - : ma come si può pensare di fare politica in modo credibile e di entrare in coalizione con forze progressiste quando, caro Calenda, dichiari che vuoi distruggere il M5S? Hai usato frasi triviali: vuoi prendere a calci il M5S, farlo fuori dal sistema politico... Ma come si può far politica per distruggere qualcuno, qualcosa, un progetto, un'intera comunità politica? Avevi dichiarato - ricorda il leader M5S - che è un modio di far politica che ti fa orrore, ma non ti rendi conto che è il tuo stesso modo? E poi, quale credibilità hai se dichiari di voler distruggere una forza e poi ci vuoi andare insieme? Non pensi che ci sia una contraddizione? Vuoi aumentare l'astensionsimo e la sfiducia? Noi a questo modo di far politica non ci associamo".

"Si può in Basilicata andare insieme se Azione e Calenda pensano a nuove trivellazioni e agli inceneritori? Si può andare insieme a chi vuole il taglio del reddito di cittadinanza come Meloni & Co, e con chi sta lavorando con il centrodestra per smantellare la spazzacorrotti? Non è Azione che si è fatta portatrice della legge bavaglio? Per non parlare - incalza Conte - del superbonus. Abbiamo progetti diversi e bisogna essere conseguenti perché sennò gli elettori non ci seguono più".

Calenda

Ma il leader di Azione non ci sta e sempre via social risponde alle parole di Conte con un attacco frontale. "La politica che mi fa orrore rimane sempre la stessa, Giuseppe - afferma Calenda -: i soldi buttati nel superbonus, il proputinismo, la promessa di sussidi 'graduidamente' - scrive ironizzando sulla pronuncia di Conte - . Ma ti riconosco il fatto di aver domato il Pd obbligandolo ai tuoi veti. Complimenti".

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