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Tpl: 15 mln passeggeri al giorno e 124 mila lavoratori, Asstra espone azioni prioritarie per settore

Presentate proposte prioritarie per sostenere il Trasporto Pubblico Locale (Tpl) durante il XVIII Convegno Nazionale tenutosi a Roma

Tpl: 15 mln passeggeri al giorno e 124 mila lavoratori, Asstra espone azioni prioritarie per settore

Il contesto attuale evidenzia l'importanza strategica del Tpl, sia a livello ambientale che socioeconomico, con ricadute positive sull’intera economia nazionale, come pilastro fondamentale per la mobilità urbana e il benessere delle comunità. Lo confermano i numeri: sono 15 milioni i passeggeri trasportati ogni giorno; 124 mila i lavoratori coinvolti nel settore; 12 miliardi il fatturato annuo del settore con 33 miliardi di investimenti assorbiti nel 2023. I benefici del Tpl su ambiente, economia e occupazione sono altrettanto tangibili: 40 auto tolte dalla strada per ogni autobus; 600 per ogni metropolitana; 1.500 per ogni treno regionale. A fronte di questo impegno, ha senso ricordare che la congestione stradale costa ogni anno in Europa oltre 100 miliardi. Di converso, il Tpl ha generato nell’ultimo anno un +25% di posti di lavoro rispetto a quelli prodotti dalla gestione complessiva della mobilità privata. Asstra ha presentato le sue proposte prioritarie per sostenere il Trasporto Pubblico Locale (Tpl) durante il XVIII Convegno Nazionale tenutosi a Roma il 15 e 16 aprile 2024.

Numeri positivi, che tracciano una direzione virtuosa da seguire senza esitazione. Ed è per questo che l’Associazione - tramite la relazione del Presidente Andrea Gibelli - sottolinea la necessità di rafforzare e stabilizzare il sistema di Tpl, sia dal punto di vista normativo che economico per favorire il graduale passaggio dal trasporto privato a quello collettivo. Passaggio fondamentale per ridurre l'impatto ambientale, gestire in modo più efficiente e sostenibile il traffico nelle città e sostenere l’economia.

Un punto cruciale riguarda l'importanza della transizione energetica e digitale nel settore del Tpl. Asstra evidenzia la necessità di investimenti mirati per promuovere l'innovazione tecnologica e sostenibile, sia nella flotta di mezzi utilizzati che nell'infrastruttura di supporto. Questo, non solo per migliorare l'efficienza e la qualità del servizio offerto, ma anche per creare opportunità di sviluppo industriale e occupazionale nel settore.

Tra le proposte concrete presentate dall'Associazione vi è la revisione e l'aggiornamento del Fondo Nazionale Trasporti, al fine di allineare la normativa nazionale alle direttive europee e garantire risorse a lungo termine per lo sviluppo del settore. Questo include anche la promozione di sinergie tra imprese, l'adeguamento delle tariffe e la fidelizzazione del personale attraverso accordi collettivi e programmi di formazione. Un altro punto focale riguarda gli investimenti in transizione energetica e digitale.

Asstra propone di integrare le quote di ammortamento direttamente nei contratti di servizio per garantire stabilità finanziaria agli operatori del trasporto pubblico e favorire l'adozione di tecnologie più sostenibili. Funzionale in questa direzione, anche la possibile estensione delle agevolazioni energetiche agli operatori del settore ed il potenziamento della digitalizzazione dei servizi per migliorare l'esperienza dei passeggeri e ottimizzare la gestione delle risorse. Sul fronte tariffe, Asstra propone una politica equilibrata che tenga conto delle esigenze economiche, ambientali e sociali. L'obiettivo è evitare la gratuità totale, che potrebbe causare squilibri finanziari e problemi di redistribuzione del reddito. Al contempo, suggerisce l'implementazione di meccanismi automatici di aggiornamento delle tariffe e la promozione di politiche innovative per incentivare l'uso del trasporto pubblico.

Come parte propedeutica del discorso, in questa seconda sessione di lavori, Asstra ha prodotto e presentato un Modello di valutazione degli impatti della transizione energetica per quantificare a livello nazionale gli impatti generati dalla transizione, calcolando il fabbisogno di autobus e le risorse finanziarie necessarie, oltre a fornire uno strumento utile per valutare, definire e aggiornare spese e investimenti per i contratti di servizio e contributi in sede di piano economico finanziario. Lo studio è stato realizzato da Asstra attraverso il Gruppo di Lavoro tecnico “autobus” con il contributo di alcune aziende associate e presentato da Paolo Rapinesi (Atb Bergamo), Marco Zanini (Gtt Torino), Fabrizio Cagossi (Tper Bologna) e Marco Locatelli (Trasporti Bergamo Sud-Ovest Spa). Il lavoro ha permesso di costruire un nuovo modello, attraverso un algoritmo, per consentire a tutti gli operatori del Tpl in Italia e ai decisori pubblici di quantificare le risorse necessarie per gestire il processo di transizione energetica. Il modello prevede tre scenari che considerano i target europei nel lungo periodo e l’evoluzione tecnologica in atto, con la necessità di arrivare ad emissioni zero entro il 2050 e di ridurre l’età media del parco ricolante a 7,5 anni nei prossimi 15 anni.

Secondo le indicazioni comunitarie, la percentuale di nuove immatricolazioni nei territori urbani dei bus a zero emissioni dovrebbe arrivare al 100% già nel 2035. Mentre a livello extraurbano andrebbero abbattute del 65% le emissioni di CO2 entro il 2040. A livello macro l’applicazione del modello evidenzia la difficoltà nel raggiungere gli obiettivi comunitari, anche seguendo scrupolosamente le indicazioni fornite dell’UE, oltre alla necessità a livello nazionale di risorse aggiuntive sia per spese correnti che per gli investimenti, al fine di aggiornare parco mezzi e infrastrutture. A livello micro l’algoritmo permette alle singole aziende di adeguare gli ulteriori costi aggiuntivi da valutare caso per caso, dovuti all’eccessiva eterogeneità del sistema a livello territoriale.

Lo studio conferma che le attuali condizioni di contesto non consentono il raggiungimento degli obiettivi di transizione energetica fissati a livello comunitario: da qui, la necessità di promuovere un mix energetico attraverso scelte orientate secondo il principio di neutralità tecnologica e della compatibilità delle esigenze di esercizio (profilo di missione) e di sostenibilità economica e finanziaria. Cionondimeno, fornisce uno strumento di pianificazione economico-finanziaria, a disposizione sin da subito di aziende, amministrazioni e istituzioni. In questo senso, a conclusione dei lavori, Asstra ha sottolineato l'importanza di un approccio olistico e strategico per affrontare le sfide attuali e future del Trasporto Pubblico Locale: le proposte e lo studio presentato mirano infatti a garantire la sostenibilità economica, ambientale e sociale del settore, promuovendo al contempo l'innovazione e lo sviluppo industriale a lungo termine.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Rafah, Israele ammassa i tank al confine: ultime trattative...

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Decine di mezzi dell'Idf vicino al valico israeliano di Kerem Shalom. Fonti: Tel Aviv potrebbe riconsiderare l'operazione con un accordo sugli ostaggi, ma non metterebbe fine alla guerra

Carri armati di Israele a Gaza - (Afp)

Israele è pronto a entrare a Rafah, la città nel sud della Striscia di Gaza dove sono raccolti oltre 1,4 milioni di palestinesi. Secondo quanto riferisce il Times of Israel, l'esercito ha ammassato dozzine di tank e blindati lungo il confine con la Striscia di Gaza in quelli che sembrano essere i preparativi per un'invasione della città di confine. In particolare, mezzi sono stati avvistati in movimento vicino al valico israeliano di Kerem Shalom. Secondo la tv pubblica israeliana, il premier Benjamin Netanyahu ha approvato i piani per l'operazione ma non ha ancora dato il via libera che consentirebbe alle forze di difesa (Idf) di entrare in azione. Secondo le ultime news attribuite a fonti militari, fra 150mila e 200mila persone hanno lasciato Rafah dallo scorso 7 aprile in vista del possibile attacco da parte di Israele. Dall'inizio della guerra, 1,5 milioni di profughi, sui 2,2 milioni residenti nella Striscia, hanno cercato rifugio a nella città-

Nuovi colloqui

Continua intanto a muoversi la diplomazia per arrivare a un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, rapiti da Hamas nell'attacco del 7 ottobre 2023. Secondo quanto riferisce Haaretz, una delegazione egiziana è attesa in Israele per continuare i negoziati. Mercoledì funzionari egiziani, israeliani e statunitensi hanno tenuto incontri di persona e a distanza per cercare di sbloccare lo stallo.

Una fonte ha detto al sito di notizie Ynet che Israele sarebbe disposto a riconsiderare l'operazione pianificata a Rafah se ci fosse "un'offerta reale" per un accordo di tregua con Hamas per gli ostaggi, ma non "scenderà a compromessi sulla fine della guerra". I commenti del funzionario arrivano mentre i media ebraici riferiscono che Tel Aviv avrebbe abbandonato la sua precedente richiesta che almeno 40 ostaggi fossero rilasciati come parte di un eventuale accordo.

In particolare un anonimo alto funzionario israeliano ha riferito che Israele sta attualmente valutando una proposta di accordo per il rilascio di 33 ostaggi detenuti da Hamas. Il funzionario aggiunge che la durata del cessate il fuoco che accompagnerà il rilascio degli ostaggi sarà determinata dal numero di prigionieri che Hamas libererà.

La proposta di Hamas

Hamas, dal canto suo, si sarebbe detta disposta a sciogliere la sua ala militare se venisse riconosciuto lo Stato palestinese. In un'intervista all'Ap rilanciata dai media israeliani, Khalil al-Hayya, membro dell'ufficio politico del gruppo residente a Doha, ha detto che l'organizzazione sarebbe pronta a deporre le armi se venisse creato "uno stato palestinese pienamente sovrano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza".

Usa e altri Paesi coinvolti in crisi sollecitano liberazione di tutti gli ostaggi

Gli Stati Uniti con altri 17 Paesi con cittadini fra gli ostaggi di Hamas (Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Thailandia e Gran Bretagna) sollecitano, in un comunicato congiunto diffuso dalla Casa Bianca, il rilascio "immediato" degli ostaggi sequestrati da Hamas a Gaza, in modo da consentire a tutti gli attori "di concentrarsi sulla fine di questa crisi e sforzi a riportare la pace e la stabilità nella regione". I Paesi esprimono "deciso sostegno per gli sforzi di mediazione in corso".

"Lo stato degli ostaggi e della popolazione civile a Gaza, protetti dal diritto internazionale, è un tema al centro delle preoccupazioni internazionali", si legge nel comunicato. "L'accordo in discussione per la liberazione degli ostaggi porterebbe a un cessate il fuoco prolungato e immediato a Gaza, tregua che faciliterebbe l'aumento del trasferimento della necessaria assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza e a una fine credibile delle ostilità", si sottolinea. "I residenti di Gaza potrebbero tornare alle loro case e terre, dopo preparativi che assicurino loro un tetto e aiuti umanitari".

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Esteri

Rafah, Israele ammassa i tank al confine: ultime trattative...

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Decine di mezzi dell'Idf vicino al valico israeliano di Kerem Shalom. Fonti: Tel Aviv potrebbe riconsiderare l'operazione con un accordo sugli ostaggi, ma non metterebbe fine alla guerra

Carri armati di Israele a Gaza - (Afp)

Israele è pronto a entrare a Rafah, la città nel sud della Striscia di Gaza dove sono raccolti oltre 1,4 milioni di palestinesi. Secondo quanto riferisce il Times of Israel, l'esercito ha ammassato dozzine di tank e blindati lungo il confine con la Striscia di Gaza in quelli che sembrano essere i preparativi per un'invasione della città di confine. In particolare, mezzi sono stati avvistati in movimento vicino al valico israeliano di Kerem Shalom. Secondo la tv pubblica israeliana, il premier Benjamin Netanyahu ha approvato i piani per l'operazione ma non ha ancora dato il via libera che consentirebbe alle forze di difesa (Idf) di entrare in azione. Secondo le ultime news attribuite a fonti militari, fra 150mila e 200mila persone hanno lasciato Rafah dallo scorso 7 aprile in vista del possibile attacco da parte di Israele. Dall'inizio della guerra, 1,5 milioni di profughi, sui 2,2 milioni residenti nella Striscia, hanno cercato rifugio a nella città-

Nuovi colloqui

Continua intanto a muoversi la diplomazia per arrivare a un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, rapiti da Hamas nell'attacco del 7 ottobre 2023. Secondo quanto riferisce Haaretz, una delegazione egiziana è attesa in Israele per continuare i negoziati. Mercoledì funzionari egiziani, israeliani e statunitensi hanno tenuto incontri di persona e a distanza per cercare di sbloccare lo stallo.

Una fonte ha detto al sito di notizie Ynet che Israele sarebbe disposto a riconsiderare l'operazione pianificata a Rafah se ci fosse "un'offerta reale" per un accordo di tregua con Hamas per gli ostaggi, ma non "scenderà a compromessi sulla fine della guerra". I commenti del funzionario arrivano mentre i media ebraici riferiscono che Tel Aviv avrebbe abbandonato la sua precedente richiesta che almeno 40 ostaggi fossero rilasciati come parte di un eventuale accordo.

In particolare un anonimo alto funzionario israeliano ha riferito che Israele sta attualmente valutando una proposta di accordo per il rilascio di 33 ostaggi detenuti da Hamas. Il funzionario aggiunge che la durata del cessate il fuoco che accompagnerà il rilascio degli ostaggi sarà determinata dal numero di prigionieri che Hamas libererà.

La proposta di Hamas

Hamas, dal canto suo, si sarebbe detta disposta a sciogliere la sua ala militare se venisse riconosciuto lo Stato palestinese. In un'intervista all'Ap rilanciata dai media israeliani, Khalil al-Hayya, membro dell'ufficio politico del gruppo residente a Doha, ha detto che l'organizzazione sarebbe pronta a deporre le armi se venisse creato "uno stato palestinese pienamente sovrano in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza".

Usa e altri Paesi coinvolti in crisi sollecitano liberazione di tutti gli ostaggi

Gli Stati Uniti con altri 17 Paesi con cittadini fra gli ostaggi di Hamas (Argentina, Austria, Brasile, Bulgaria, Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Portogallo, Romania, Serbia, Spagna, Thailandia e Gran Bretagna) sollecitano, in un comunicato congiunto diffuso dalla Casa Bianca, il rilascio "immediato" degli ostaggi sequestrati da Hamas a Gaza, in modo da consentire a tutti gli attori "di concentrarsi sulla fine di questa crisi e sforzi a riportare la pace e la stabilità nella regione". I Paesi esprimono "deciso sostegno per gli sforzi di mediazione in corso".

"Lo stato degli ostaggi e della popolazione civile a Gaza, protetti dal diritto internazionale, è un tema al centro delle preoccupazioni internazionali", si legge nel comunicato. "L'accordo in discussione per la liberazione degli ostaggi porterebbe a un cessate il fuoco prolungato e immediato a Gaza, tregua che faciliterebbe l'aumento del trasferimento della necessaria assistenza umanitaria nella Striscia di Gaza e a una fine credibile delle ostilità", si sottolinea. "I residenti di Gaza potrebbero tornare alle loro case e terre, dopo preparativi che assicurino loro un tetto e aiuti umanitari".

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Cronaca

25 aprile, cortei e tensioni da Roma a Milano

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Scontri in particolare fra filo palestinesi e Brigata Ebraica

Scontri a Milano - (Fotogramma)

Un 25 aprile con cortei e iniziative in diverse città italiane, per ricordare la Festa della Liberazione del Paese dall'occupazione nazista e dal regime fascista. La giornata, che da punto di vista istituzionale ha visto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella deporre una corona di alloro al Milite ignoto all'Altare della Patria con la premier Giorgia Meloni e i presidenti delle Camere, è stata scandita anche dalle manifestazioni di partigiani, sindacati e leader delle opposizioni che sono scesi in piazza a Milano con Antonio Scurati e a Roma con Roberto Salis. Non sono mancati momenti di tensione e scontri in particolare fra filo palestinesi e Brigata Ebraica.

Scontri a Roma

A Roma tensione tra grida, insulti e petardi a piazza di porta San Paolo. Da un lato i manifestanti pro Palestina, circa 300 persone tra movimento degli studenti palestinesi, antagonisti e collettivi universitari, dall'altro rappresentanti della Brigata ebraica e della comunità ebraica. I due schieramenti erano separati dai blindati della polizia e dagli agenti in tenuta anti sommossa. Poco prima delle 11 il presidio della Brigata ebraica si è sciolto. I manifestanti sono stati scortati dalle forze dell'ordine fino a piazza Vittorio Bottego dove si sono poi allontanati. Nel frattempo da Porta San Paolo è partito il corteo dei pro Palestina.

Alcuni manifestanti della Brigata Ebraica, mentre stavano lasciando il presidio, sono tornati indietro, tentando più volte di superare il cordone delle forze dell'ordine per raggiungere i manifestanti pro Palestina. "Fino a che loro non se ne vanno noi restiamo qui", il grido dei manifestanti pro Palestina. Dalle fila della Brigata ebraica sono stati inoltre lanciati alcuni sassi verso il gruppo di cronisti presenti. Colpiti un cronista di un sito di informazione online, raggiunto al naso, e un operatore della tv alla testa. Entrambi non hanno riportato conseguenze e hanno continuato a svolgere il loro lavoro.

"Fuori i genocidi dalla storia, con la resistenza sempre", è lo slogan sullo striscione esposto dai manifestanti pro Palestina in piazza. "Non tolleriamo che in questa giornata vengano sventolati i simboli di uno Stato oppressore", gridavano i manifestanti.

Tensioni a Milano

Dieci le persone accompagnate in questura "per gli opportuni provvedimenti", a causa dei disordini avvenuti in piazza Duomo in occasione della manifestazione per il 25 Aprile, alla quale hanno partecipato circa 100mila persone. Lo rende noto la questura di Milano.

Due i momenti di tensione: il primo davanti al Mc Donald's, dove un gruppo di giovani pro Palestina ha cercato di sfondare il cordone creato dai City Angels a protezione dello spezzone della Brigata ebraica, al grido di "fuori i sionisti dal corteo. Qui ci sono stati alcuni minuti di scontri fisici, in cui sono state scagliate sedie contro i baschi e contro i giornalisti. Tra i bersagli anche il cane di un passante, sollevato da terra per il collare e brandito contro la folla.

Altre tensioni sono avvenute intorno alle 16.30 nel cuore della piazza, dove un gruppo di giovani filo palestinesi, giunti in Duomo ore prima dell’arrivo del corteo ufficiale, ha tentato di sfondare la barriera con le transenne predisposta a protezione del palco. “Immediatamente intervenuti contingenti delle forze dell'ordine che hanno contenuto il gruppo”, riferisce la questura.

Monologo Scurati

"Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana". Così lo scrittore Antonio Scurati, leggendo sul palco di Milano il monologo che la Rai ha deciso di non mandare in onda.

Anche a Firenze un lungo applauso ha salutato la lettura dell'attore e drammaturgo Stefano Massini del monologo di Scurati, in una piazza della Signoria gremita di migliaia di persone. Al termine della lettura, Massini ha commentato: "Vorrei aggiungere che nel frattempo sono successi alcuni fatti di cui è impossibile non tenere conto. Una profonda sensibilità democratica si è manifestata in risposta. Un sondaggio recentemente pubblicato dice che il 72% degli italiani si dichiara antifascista, è una maggioranza schiacciante. La Festa della Liberazione non ha senso se non parliamo al 28% che non si dichiara antifascista. Questa è la Festa della riappropriazione della vita e della fine della dittatura".

Si è aperta con la lettura del monologo di Scurati da parte del segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, l’iniziativa “Largo Alla Costituzione” promossa dal sindacato insieme al comitato provinciale dell’Anpi di Napoli a Largo Berlinguer. Un migliaio le persone in piazza per partecipare alla lettura collettiva degli articoli della Costituzione, che è stata distribuita in una copia ad edizione limitata stampata per celebrare i 130 anni della Camera del Lavoro Metropolitana.

Le parole di Ilaria Salis

"Sono orgogliosa che nel mio paese si ricordi tutti gli anni la cacciata dei nazifascisti grazie alla coraggiosa lotta di partigiani e partigiane. Dalla mia cella ardentemente desidero che il mio paese si mostri tutti i giorni all'altezza della propria storia, che oggi come in passato voglia opporsi all'ingiustizia nel mondo e schierarsi dalla parte giusta della storia. Buon 25 aprile", le parole scritte in un messaggio di Ilaria Salis lette dal padre Roberto, dal palco dell'Anpi Roma nel corso della manifestazione per la Festa della Liberazione.

Presidente Mattarella e premier Meloni all'Altare della Patria

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accompagnato dai presidenti del Senato Ignazio La Russa, della Camera Lorenzo Fontana, del Consiglio Giorgia Meloni, della Corte costituzionale Augusto Barbera, dal ministro della Difesa Guido Crosetto e dalle alte cariche militari, ha reso omaggio all'Altare della Patria, deponendo una corona di alloro sulla tomba del Milite ignoto. Il capo dello Stato, che non rinunciò all'omaggio al Vittoriano neanche durante il lockdown, quando si recò da solo a piazza Venezia, si è quindi spostato a Civitella in Val di Chiana, in Toscana, scelta quest'anno per la celebrazione del 25 aprile, dove nel 1944 i nazisti trucidarono 244 persone.

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