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Pisa, riqualificazione del percorso turistico a ridosso di piazza dei Miracoli con i fondi del Pnrr

Il sindaco Conti: "Si ridisegna l’ingresso al complesso monumentale tra i più belli e visitati del mondo"

Pisa, riqualificazione del percorso turistico a ridosso di piazza dei Miracoli con i fondi del Pnrr

I progetti del Programma Nazionale per la Qualità dell’Abitare (Pinqua) finanziati dal Pnrr, che riguardano i quartieri di Cisanello e Porta a Lucca a Pisa, entrano nel vivo con l’approvazione dei progetti definitivi. La Giunta Comunale ha approvato nell’ultima seduta il progetto che riguarda nello specifico la riqualificazione del percorso ciclopedonale dedicato ai turisti nel tratto che parte dal parcheggio scambiatore di via Pietrasantina e arriva fino a Largo Cocco Griffi, includendo anche la riqualificazione dell’area monumentale che ospita il mercato turistico, tra Largo Cocco Griffi e Piazza Manin.

L’approvazione del progetto definitivo, che è stato redatto dalla società di progettazione Leonardo srl di Pisa, segue l’esito positivo espresso dalla Conferenza dei servizi dove, nel verbale conclusivo, sono state recepite le prescrizioni impartite dalla Soprintendenza e confermate dalla Soprintendenza Speciale per il Pnrr.

“Grazie al progetto finanziato con il Pinqua e con risorse comunali – dichiara il sindaco di Pisa, Michele Conti - abbiamo finalmente l’occasione di intervenire per porre fine alla situazione di inadeguatezza e di mancanza di decoro che da decenni caratterizzava il percorso turistico dal parcheggio scambiatore di via Pietrasantina a Piazza dei Miracoli. Un percorso frequentato ogni anno da milioni di turisti che arrivano da tutto il mondo, fondamentale da riqualificare per poter accogliere adeguatamente i visitatori ed essere all’altezza dell’offerta turistica rappresentata dalle bellezze della piazza dei Miracoli e del nostro centro storico. La riqualificazione passerà attraverso interventi che andranno non solo a migliorare l’accoglienza dei turisti, ma anche a portare benefici agli abitanti del quartiere e alle famiglie che frequentano la scuola Filzi: il ripensamento degli spazi pedonali, l’allargamento dei marciapiedi, la creazione di due nuove piazze, nuovi attraversamenti ciclopedonali, l’inserimento di filari di alberature, la realizzazione di piccole aree verdi e zone per la sosta con panchine e arredi, oltre a una sistemazione di viabilità e parcheggio”.

“Infine, arrivati nella zona monumentale - prosegue il sindaco Conti - area importante tanto per i turisti, quanto per la comunità pisana, qui si concentreranno una serie di interventi di riqualificazione e riorganizzazione di spazi, arredi e illuminazione, che coinvolgono il mercato turistico, trovando anche qui una soluzione definitiva all’annoso problema delle bancarelle, in modo da riportare decoro, ordine e bellezza nell’area ad ingresso di una delle più belle e visitate piazze del mondo, patrimonio dell’umanità. Tutta la zona adiacente il cimitero ebraico, lungo le mura urbane e in piazza Manin, sarà ripavimentata in pietra arenaria e abbellita con l’inserimento di filari di alberature, nuova illuminazione e arredi. L’area del mercato così riqualificata vedrà una nuova localizzazione dei punti di vendita lungo il percorso turistico, con banchi completamente rinnovati, così come già previsto dal Piano del Commercio. L’ingresso dalla Porta Nuova verrà ridisegnato, avrà finalmente la configurazione di una vera piazza, luogo di incontro che introduce al complesso monumentale di Piazza dei Miracoli.”

“Nella presentazione del progetto – spiega il vicesindaco con delega ai lavori pubblici Raffaele Latrofa - abbiamo dedicato molta cura al lavoro di valorizzazione urbana dell’area a ridosso delle mura storiche, cercando di non alterare la natura del luogo, studiando l’utilizzo dei materiali, andando ad inserire piante ed alberi dove era possibile. Abbiamo recepito le prescrizioni richieste dalla Soprintendenza, compresa una maggiore attenzione alla visibilità verso le mura e a migliori scorci sulle sommità dei monumenti di Piazza dei Miracoli. Particolare interesse è stato rivolto all’inserimento di filari di alberature negli spazi pedonali, con la messa a dimora di ben 92 nuove piante, così come allo studio di un sistema di illuminazione che valorizzi le mura e l’ingresso alla piazza. Negli interventi nel quartiere abbiamo mirato a dare vita ad un percorso pedonale più ampio, gradevole, ombreggiato e accessibile a tutti, introducendo attraversamenti pedonali con rampe per il superamento delle barriere architettoniche e segnali tattilo-vocali LVE per persone ipovedenti. Abbiamo messo a disposizione del quartiere un nuovo parcheggio che consentirà una migliore gestione del traffico mattutino per l’accesso di bambini e famiglie alla scuola e una nuova piazza completamente alberata, punto di sosta per i turisti, ma anche un nuovo luogo d'incontro per il quartiere”.

“Un progetto di ampio respiro – conclude Latrofa - che riqualifica completamente un’area strategica per lo sviluppo del turismo cittadino, in cui l’Amministrazione Comunale compartecipa al finanziamento Pnrr con un impegno economico non indifferente. L’importo complessivo del quadro economico ammonta a 5,812 milioni di euro, di cui 2,312 milioni con finanziamento vincolato PNRR e il resto, circa 3,5 milioni, con risorse del Comune di Pisa. I tempi di realizzazione dei lavori, come tutti i progetti PNRR, seguono un cronoprogramma preciso e indifferibile: la gara di affidamento, che comprende sia la progettazione esecutiva che la realizzazione dei lavori, sarà avviata dal Comune a breve, entro il 31 dicembre 2023. I lavori termineranno entro la fine del 2025.”

Il progetto di riqualificazione. Il percorso turistico che parte da via San Iacopo, nel primo tratto conferma e valorizza la pavimentazione esistente in calcestruzzo architettonico grigio, attraverso un duplice intervento, sia con l’inserimento di un filare di nuove 16 alberature di acero, sia prevedendo un allargamento del marciapiede e della carreggiata stradale. Alla fine del percorso su via del Marmigliaio, si prevede inoltre il collocamento dei due attraversamenti con strisce pedonali e ciclabili con relative rampe per il superamento delle barriere architettoniche, oltre all’individuazione dei segnali tattilo-vocali LVE per le persone non vedenti; sul lato opposto in vicinanza dell’area ferroviaria, verranno realizzate due nuove aree di sosta, prima e dopo il passaggio a livello, una dotata di due panchine e alberature (due lecci), e, la seconda, caratterizzata da allargamento del marciapiede così da ampliare l’aerea pedonale, con posizionamento di panchina e fontanella. Il percorso prosegue sulla stessa strada, da una parte mantenendo l’attuale pista ciclabile in asfalto lungo la ferrovia, sull’altro lato invece prevedendo l’allargamento del marciapiede, oltre ad una nuova pavimentazione in calcestruzzo architettonico color sabbia e relative rampe carrabili e pedonali. Anche in questo caso lungo il marciapiede viene collocato un filare composto da 16 aceri, così da prevedere un camminamento ombreggiato.

È proprio sull’area centrale di via Leonardo da Vinci che il progetto ottimizza spazi e percorsi, prevedendo tutta una serie di interventi di riqualificazione urbana al posto dell’attuale viabilità e rotatoria, tra cui la realizzazione di un unico parcheggio su via Fedi con un totale di 17 posti auto; l’organizzazione e realizzazione di una nuova configurazione viabilistica che alterna parallelamente un marciapiede pedonale, una nuova viabilità carrabile a senso unico di marcia riservata esclusivamente ai residenti, una pista ciclabile e un marciapiede pedonale in prossimità del complesso universitario dotato di aiuole e nuove alberature; la realizzazione di una piazza pubblica di forma rettangolare pavimentata in pietra arenaria grigia e caratterizzata da una serie di sedute disposte sui lati lunghi che delimitano lo spazio centrale polivalente, oltre un sistema diffuso di spazi pavimentati alberati, costituiti da 13 querce e 16 platani, aree di sosta e relax con una pavimentazione in calcestruzzo architettonico di color sabbia.

Il percorso turistico continua poi con l’attraversando pedonale di via Contessa Matilde, dotato di strisce pedonali, segnali tattilo-vocali LVE per persone non vedenti, fino ad arrivare al largo Cocco Griffi e a Piazza Manin che vengono mantenute aree esclusivamente pedonali e separate dalla strada carrabile da una serie di dissuasori in acciaio corten. È proprio in questo ambito, cioè in prossimità delle mura storiche e del complesso monumentale di Piazza dei Miracoli, che si concentrano infine tutta una serie di importanti interventi di riorganizzazione degli spazi e ridisegno delle pavimentazioni, di rifunzionalizzazione dei box commerciali e servizi igienici.

Il progetto realizza così partendo da largo Cocco Griffi una lunga fascia centrale di pavimentazione in pietra arenaria grigia che continua su tutta via Cammeo a spina di pesce fino a tutta piazza Manin, mentre ai lati, sia in prossimità degli edifici esistenti sia in prossimità delle mura, sono previste due ampie zone pavimentate a calcestruzzo architettonico di color sabbia. Sul perimetro delle mura in prossimità del cimitero ebraico, è stata mantenuta una fascia a prato. Al centro di Piazza Manin si prevede la realizzazione di un’area pavimentata in pietra calcarea bianca tipo San Giuliano quale spazio polivalente e simbolico prima dell’ingresso di Porta Nuova corredato da 12 panchine lineari doppie, illuminate alla base da un nastro led, così da creare un luogo simbolico di fronte al complesso monumentale di Piazza dei Miracoli.

Ai lati del camminamento si collocano 40 banchi commerciali distanti 5 metri l’uno dall’altro, secondo il prototipo già approvato dal precedente progetto di fattibilità: box in acciaio corten di 2x2 metri, rinnovati nell'immagine, alternati a filari di alberature, costituiti dal mantenimento dei 12 platani esistenti e dalla messa a dimora di nuovi 45 lecci. In quest’ambito si posizionano inoltre 5 postazioni di ritrattisti e 2 operatori dell’ingegno, 2 servizi igienici, 4 edicole e 2 chioschi per informazioni turistiche. La realizzazione dei nuovi banchi commerciali e dei chioschi non rientra all’interno di questo progetto Pinqua, ma sarà oggetto di uno specifico progetto e bando di affidamento dei lavori che sarà pubblicato in seguito dal Comune.

Per gli elementi di arredo urbano si prevedono invece per la zona Largo Cocco Griffi - Piazza Manini una serie sedute circolari con aiuola centrale, oltre ad un numero considerevole di sedute lineari, realizzate in materiale ecologico e resistente di colore bianco, così da consentire a tutti, residenti e turisti, la sosta e la socializzazione. Verranno istallati infine cestini portarifiuti, alcune griglie portabiciclette, oltre ai pannelli-totem informativi in prossimità delle porte di ingresso all’area monumentale.

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Esteri

Russia, i prossimi 6 anni con Putin presidente: 5 scenari...

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Le ipotesi sul destino del Paese. Lo scenario meno probabile? La rivolta democratica

Manifestazione per la vittoria di Putin dopo le elezioni in Russia - Afp

La vittoria di Vladimir Putin non è mai stata in dubbio, dato il contesto in cui si sono svolte le elezioni. Ma non così il futuro della Russia nei prossimi sei anni di mandato. Il sito Politico traccia cinque scenari possibili entro il 2030, da quello meno probabile di un ampio movimento per la democrazia a quello di una lunga vita del regime. Ma anche questo viene dato solo al 45-50% di possibilità, perché la guerra in Ucraina ha portato a una situazione interna più instabile: dalla scorsa estate abbiamo assistito alla fallita rivolta del capo della Wagner, Yevgeny Perigozin, a proteste in luoghi remoti come il Bashkortostan o le sollevazioni antisemite nella repubblica russa del Daghestan, con le forze di sicurezza prese di sorpresa. Per questo, l'Occidente farebbe bene a prepararsi a diverse possibilità.

Scenario 1, la democrazia

Fiorisce la democrazia (probabilità 5-10%). Come ha dimostrato la caduta del comunismo in Europa orientale nel 1989, i regimi totalitari possono crollare rapidamente davanti a movimenti democratici. La morte di Alexei Navalny, trasformato in un martire, può creare slancio, combinato con altre proteste, come quella delle mogli dei soldati mandati a combattere in Ucraina. Ma senza Navalny la Russia perde una figura carismatica come Nelson Mandela in Sudafrica e Vaclav Havel in Cecoslovacchia, mentre la maggioranza dei russi continuano a sostenere "passivamente se non attivamente" la "disastrosa guerra" in Ucraina.

Secondo Politico, tale scenario potrebbe essere propiziato da una vittoria dell'Ucraina. In questo caso l'Occidente dovrebbe evitare troppi entusiasmi, non riporre tutte le speranze in un solo leader, sollevare le sanzioni solo in cambio di riforme. E intanto coltivare i rapporti con ex repubbliche sovietiche come Moldova e Armenia.

Scenario 2, la disintegrazione della Russia

Disintegrazione della Russia (10-15% probabilità). Di fronte ad una guerra devastante in Ucraina, con centinaia di migliaia di morti insensate al fronte, la gente potrebbe rivoltarsi in massa e rovesciare il regime. Lo stato centrale potrebbe allora disgregarsi lungo linee etniche, sprofondando nel caos e la violenza, come già successe nella guerra civile seguita al crollo dell'impero zarista. Senza dimenticare la disgregazione dell'Urss.

Dopo tutto la Russia è un conglomerato di 21 repubbliche. E la scintilla potrebbe scoppiare in Cecenia, magari con la morte del già malato leader Ramzan Khadirov, fra i Tatari, i Sakha siberiani, fra le minoranze etniche di aree remote con un alto tasso di morti in guerra, maggiore di quello dei cittadini di etnia russa.

Per ora il regime di Putin mantiene il controllo, ma per quanto poco probabile, tale scenario non può essere completamente escluso e l'Occidente dovrebbe mantenersi flessibile a riguardo, puntando anche su chi in Russia può salvaguardare l'arsenale nucleare.

Scenario 3, la sollevazione nazionalista

Sollevazione nazionalista (15-20% di probabilità). Prigozhin è stato fatto fuori, ma tutti gli ingredienti che hanno alimentato la sua fallita marcia su Mosca sono ancora presenti: frustrazione per i pasticci della guerra in Ucraina, gli uomini e i mezzi militari persi nel pantano del conflitto, l'ineguaglianza sociale che rafforza il populismo. Tuttavia, secondo Politico, è difficile trovare un altro personaggio come Prigozhin, dotato di una sua forza privata. Inoltre Putin vira sempre più verso un nazionalismo "fascista" e "sarà difficile scavalcarlo a destra". Se un leader nazionalista dovesse riuscire a sostituire Putin, l'Occidente dovrebbe rafforzare le sanzioni e i rapporti di sicurezza con i paesi vicini alla Russia, Ucraina in primis, mettendo in opera una politica di contenimento.

Scenario 4, il reset tecnocratico

Reset tecnocratico (20-25% di probabilità). Ciò potrebbe accadere con la morte di Putin. Oppure se un gruppo di alti funzionari, di fronte alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina, o la forte crescita del numero di perdite militari, riuscisse a destituire Putin, come accadde nel 1964 con Nikita Kruscev. Il nuovo governo non sarebbe per forza democratico, ma formato da tecnocratici educati in Occidente pronti a tornare allo "status quo ante bellum".

Potrebbero essere liberati prigionieri politici, magari anche restituite all'Ucraina le aree occupate nel Donbass (ma non la Crimea). Putin per ora mantiene saldo il controllo sul governo, ma se ciò dovesse accadere l'Occidente dovrebbe essere molto prudente, ricordando le illusioni di altri "reset" del passato. Naturalmente le riforme in senso democratico andrebbero incoraggiate con il sollevamento di sanzioni, ma sempre tenendo conto che ogni miglioramento potrebbe essere solo temporaneo.

Scenario 5, lunga vita a Putin

Lunga vita a Putin (45-50% di probabilità). Al momento sembra l'ipotesi più probabile: con la morte di Navalny l'opposizione è nel caos, l'economia ha retto alle sanzioni e il peggio della guerra in Ucraina potrebbe essere alle spalle, specie se gli Stati Uniti rimarranno reticenti ad armare Kiev.

Il 72enne Putin potrebbe dunque reggere fino al 2030 e magari anche oltre. Ma anche se Putin mantiene un saldo controllo del potere, "l'economia sta chiaramente volgendo a stagnazione e inflazione crescente. Intanto in Ucraina, i passi falsi di Putin hanno portato ad uno sconvolgente numero di perdite. Ciascuno di questi fatti basterebbe a minacciare un leader, non importa quanto autoritario".

L'Occidente, conclude Politico, deve aumentare in ogni modo la pressione sul regime di Putin. Rafforzare le sanzioni, anche contro chi, come gi Emirati Arabi Uniti, aiuta Mosca ad aggirarle. Rendere più efficaci il tetto ai prezzi del petrolio e confiscare i beni congelati della Banca centrale russa. Incoraggiare sviluppi democratici e rafforzare la partnership con i paesi alla periferia russa. Ma prima di tutto bisogna essere consapevoli che, "finché Putin è al potere la guerra non provocata in Ucraina continuerà, con la minaccia di un più ampio conflitto". L'Occidente "dovrebbe usare ogni strumento possibile per costringere i russi, sia al Cremlino che nel popolo, a capire quanto loro, e noi, staremmo meglio se Putin non fosse più al potere".

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La vittoria di Vladimir Putin non è mai stata in dubbio, dato il contesto in cui si sono svolte le elezioni. Ma non così il futuro della Russia nei prossimi sei anni di mandato. Il sito Politico traccia cinque scenari possibili entro il 2030, da quello meno probabile di un ampio movimento per la democrazia a quello di una lunga vita del regime. Ma anche questo viene dato solo al 45-50% di possibilità, perché la guerra in Ucraina ha portato a una situazione interna più instabile: dalla scorsa estate abbiamo assistito alla fallita rivolta del capo della Wagner, Yevgeny Perigozin, a proteste in luoghi remoti come il Bashkortostan o le sollevazioni antisemite nella repubblica russa del Daghestan, con le forze di sicurezza prese di sorpresa. Per questo, l'Occidente farebbe bene a prepararsi a diverse possibilità.

Scenario 1, la democrazia

Fiorisce la democrazia (probabilità 5-10%). Come ha dimostrato la caduta del comunismo in Europa orientale nel 1989, i regimi totalitari possono crollare rapidamente davanti a movimenti democratici. La morte di Alexei Navalny, trasformato in un martire, può creare slancio, combinato con altre proteste, come quella delle mogli dei soldati mandati a combattere in Ucraina. Ma senza Navalny la Russia perde una figura carismatica come Nelson Mandela in Sudafrica e Vaclav Havel in Cecoslovacchia, mentre la maggioranza dei russi continuano a sostenere "passivamente se non attivamente" la "disastrosa guerra" in Ucraina.

Secondo Politico, tale scenario potrebbe essere propiziato da una vittoria dell'Ucraina. In questo caso l'Occidente dovrebbe evitare troppi entusiasmi, non riporre tutte le speranze in un solo leader, sollevare le sanzioni solo in cambio di riforme. E intanto coltivare i rapporti con ex repubbliche sovietiche come Moldova e Armenia.

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Disintegrazione della Russia (10-15% probabilità). Di fronte ad una guerra devastante in Ucraina, con centinaia di migliaia di morti insensate al fronte, la gente potrebbe rivoltarsi in massa e rovesciare il regime. Lo stato centrale potrebbe allora disgregarsi lungo linee etniche, sprofondando nel caos e la violenza, come già successe nella guerra civile seguita al crollo dell'impero zarista. Senza dimenticare la disgregazione dell'Urss.

Dopo tutto la Russia è un conglomerato di 21 repubbliche. E la scintilla potrebbe scoppiare in Cecenia, magari con la morte del già malato leader Ramzan Khadirov, fra i Tatari, i Sakha siberiani, fra le minoranze etniche di aree remote con un alto tasso di morti in guerra, maggiore di quello dei cittadini di etnia russa.

Per ora il regime di Putin mantiene il controllo, ma per quanto poco probabile, tale scenario non può essere completamente escluso e l'Occidente dovrebbe mantenersi flessibile a riguardo, puntando anche su chi in Russia può salvaguardare l'arsenale nucleare.

Scenario 3, la sollevazione nazionalista

Sollevazione nazionalista (15-20% di probabilità). Prigozhin è stato fatto fuori, ma tutti gli ingredienti che hanno alimentato la sua fallita marcia su Mosca sono ancora presenti: frustrazione per i pasticci della guerra in Ucraina, gli uomini e i mezzi militari persi nel pantano del conflitto, l'ineguaglianza sociale che rafforza il populismo. Tuttavia, secondo Politico, è difficile trovare un altro personaggio come Prigozhin, dotato di una sua forza privata. Inoltre Putin vira sempre più verso un nazionalismo "fascista" e "sarà difficile scavalcarlo a destra". Se un leader nazionalista dovesse riuscire a sostituire Putin, l'Occidente dovrebbe rafforzare le sanzioni e i rapporti di sicurezza con i paesi vicini alla Russia, Ucraina in primis, mettendo in opera una politica di contenimento.

Scenario 4, il reset tecnocratico

Reset tecnocratico (20-25% di probabilità). Ciò potrebbe accadere con la morte di Putin. Oppure se un gruppo di alti funzionari, di fronte alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina, o la forte crescita del numero di perdite militari, riuscisse a destituire Putin, come accadde nel 1964 con Nikita Kruscev. Il nuovo governo non sarebbe per forza democratico, ma formato da tecnocratici educati in Occidente pronti a tornare allo "status quo ante bellum".

Potrebbero essere liberati prigionieri politici, magari anche restituite all'Ucraina le aree occupate nel Donbass (ma non la Crimea). Putin per ora mantiene saldo il controllo sul governo, ma se ciò dovesse accadere l'Occidente dovrebbe essere molto prudente, ricordando le illusioni di altri "reset" del passato. Naturalmente le riforme in senso democratico andrebbero incoraggiate con il sollevamento di sanzioni, ma sempre tenendo conto che ogni miglioramento potrebbe essere solo temporaneo.

Scenario 5, lunga vita a Putin

Lunga vita a Putin (45-50% di probabilità). Al momento sembra l'ipotesi più probabile: con la morte di Navalny l'opposizione è nel caos, l'economia ha retto alle sanzioni e il peggio della guerra in Ucraina potrebbe essere alle spalle, specie se gli Stati Uniti rimarranno reticenti ad armare Kiev.

Il 72enne Putin potrebbe dunque reggere fino al 2030 e magari anche oltre. Ma anche se Putin mantiene un saldo controllo del potere, "l'economia sta chiaramente volgendo a stagnazione e inflazione crescente. Intanto in Ucraina, i passi falsi di Putin hanno portato ad uno sconvolgente numero di perdite. Ciascuno di questi fatti basterebbe a minacciare un leader, non importa quanto autoritario".

L'Occidente, conclude Politico, deve aumentare in ogni modo la pressione sul regime di Putin. Rafforzare le sanzioni, anche contro chi, come gi Emirati Arabi Uniti, aiuta Mosca ad aggirarle. Rendere più efficaci il tetto ai prezzi del petrolio e confiscare i beni congelati della Banca centrale russa. Incoraggiare sviluppi democratici e rafforzare la partnership con i paesi alla periferia russa. Ma prima di tutto bisogna essere consapevoli che, "finché Putin è al potere la guerra non provocata in Ucraina continuerà, con la minaccia di un più ampio conflitto". L'Occidente "dovrebbe usare ogni strumento possibile per costringere i russi, sia al Cremlino che nel popolo, a capire quanto loro, e noi, staremmo meglio se Putin non fosse più al potere".

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Gaza, Biden contro attacco Israele a Rafah: “Un...

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Il primo ministro israeliano Netanyahu ha accettato di inviare un team a Washington per discutere sulla questione

Fuga dei civili a Gaza (Afp)

Attaccare Rafah per Biden sarebbe "un errore" che porterebbe "più caos a Gaza". E' quanto ha detto il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, parlando della telefonata tra Biden e Netanyahu. Il primo ministro israeliano ha accettato l'invito del presidente Usa di ospitare "un team" da Gerusalemme a Washington con cui dialogare sulla questione. "Joe Biden ha rigettato l'idea che sollevare dubbi sull'operazione a Rafah vuol dire sollevare dubbi sull'obiettivo della sconfitta di Hamas" ha riferito Sullivan. E nella telefonata, che ha avuto un tono "di colloquio di lavoro", Biden ha insistito sul fatto che ci sono "modi alternativi" per ottenere gli stessi obiettivi e questi verranno presentati alla delegazione israeliana.

"Israele deve fare di più per gli aiuti umanitari a Gaza"

"Israele ha la responsabilità di facilitare l'arrivo di aiuti a Gaza e può fare di più" ha detto ancora il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan. "E' una priorità urgente", ha aggiunto sottolineando che bisogna "inondare" di aiuti Gaza con tutti i mezzi e risolvere "le difficoltà" che si presentano "per portare gli aiuti dentro Gaza".

"Ucciso il numero tre di Hamas, Marwan Issa: lo confermiamo"

"Il numero tre di Hamas, Marwan Issa, è stato ucciso in un'operazione israeliana la scorsa settimana, il resto dei leader si nascondono, probabilmente nel profondo della rete di tunnel di Hamas, e la giustizia arriverà anche per loro" ha detto il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca. "Israele ha compiuto progressi significativi contro Hamas: ha distrutto un numero significativo di battaglioni e ucciso migliaia di combattenti, compresi alcuni comandanti".

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