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PSG, anatomia di un fallimento

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Nel 2010, il Qatar ottenne l’organizzazione del Mondiale 2022. Un anno dopo, Nasser Al-Khelaifi, presidente del fondo sovrano Qatar Investment Authority, diventava proprietario del PSG. Cambiando per sempre la storia del club transalpino ma forse non fino in fondo come avrebbe voluto.

Sì, perché 11 anni e 25 titoli nazionali dopo (7 campionati, 5 Coppe di Francia, 6 Coppe di Lega e 7 Supercoppe di Francia) è mancato l’acuto in Champions League. Che il presidente qatariota sognava proprio in questo 2022, l’anno del Mondiale nel suo paese ma che non è arrivato neppure dopo un mercato faraonica che aveva lanciato il PSG tra le grandi favorite di questa Champions, almeno stando alle quote dei bookmakers con casino live con bonus.

Il PSG è andato vicino alla grande affermazione nel 2020: nella “final eight” di Lisbona eliminò prima l’Atalanta ai quarti, in extremis, poi il Lipsia. In finale, però, un gol di Coman diede la coppa al Bayern Monaco.

I paradossi del PSG

Già, proprio Coman, ragazzo cresciuto nel PSG ma che presto decise di trasferirsi in Italia, alla Juventus, visto il poco spazio che gli concedeva Laurent Blanc. Non è l’unico paradosso di questi 11 anni di gestione Al-Khelaifi. L’esempio più clamoroso è forse quello di Thomas Tuchel: esonerato a inizio 2021, il tedesco prese al volo l’occasione Chelsea, finendo per vincere addirittura la Champions League coi “blues”, mentre il suo sostituto, Mauricio Pochettino, si arrendeva in semifinale al Manchester City.

E, restando alla strettissima attualità, come non sottolineare l’eliminazione subita quest’anno, addirittura agli ottavi di finale? Eliminazione arrivata per mano del Real Madrid allenato da Carlo Ancelotti, cacciato dal PSG per essere stato eliminato nei quarti Champions dopo due pareggi col Barcellona.

Tutti i tecnici di Al Khelaifi

Sulla panchina del PSG si sono alternati 6 allenatori negli ultimi 11 anni, media che di solito appartiene a club che lottano per non retrocedere. Dopo Kombouaré, il tecnico che era in panchina al momento dell’arrivo di Al Khelaifi, ecco Ancelotti. E poi Blanc, ex c.t. della Francia capace di vincere 3 Ligue 1 e 8 coppe ma a cui fu fatale la tripla eliminazione ai quarti di Champions League, una vera maledizione.

Il club provò poi la carta Emery, artefice del Siviglia dominatore dell’Europa League, ma lo spagnolo era in panchina nel clamoroso 6-1 subito dal Barcellona negli ottavi Champions 2016-17, dopo il 4-0 del PSG all’andata. E allora spazio a Tuchel (eliminato nel 2019 dal Manchester United dopo aver vinto l’andata all’Old Trafford) e infine a Pochettino, praticamente certo del suo esonero a fine stagione. C’è Zidane in cima ai pensieri della proprietà ma la sensazione è che quest’estate provocherà un terremoto anche a livello dirigenziale.

Il fallimento di Leonardo

Sì, perché il fallimento del PSG è anche il fallimento di Leonardo e non sono casuali le voci che vogliono Fabio Paratici, ora al Tottenham, vicino alla Ville Lumiere. Non è stato sempre il brasiliano il d.s. del PSG in questo decennio, ma gran parte del miliardo e mezzo di euro speso sul mercato è opera dell’ex Milan.

Oggi si rimprovera alla squadra la mancanza d’identità e di attaccamento alla maglia. Sembra un album di figurine: non è bastato l’ingaggio di Messi, stipendio da 35 milioni di euro a stagione, per cambiare la dinamica, anche l’argentino è finito nel mirino dei tifosi che l’hanno sonoramente fischiato per la sua annata mediocre. Mbappé, intanto, è destinato a lasciare Parigi a giugno, quando scadrà il suo contratto, mentre in Francia si chiedono perché sia stato ingaggiato Sergio Ramos, 7 milioni di euro netti d’ingaggio e 5 partite disputate (nessuno si è chiesto perché il Real Madrid non ha voluto rinnovargli il contratto?). E che dire dello spaesato Wijnaldum (altri 7 milioni d’ingaggio), del momento difficile di Donnarumma (8 milioni l’anno per un dualismo con Keylor Navas che ha finito per danneggiare entrambi) o di altri stipendi altissimi (Marquinhos 11, Kimpembe 10, Verratti 11, Jakimi 9, Paredes 7) che non si sono tradotti in vittorie significative sul campo?

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Ronaldo vince l’arbitrato, la Juve dovrà pagare 9,7...

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A stabilirlo il Collegio Arbitrale nel caso stipendi

Cristiano Ronaldo (Fotogramma)

Cristiano Ronaldo ha vinto l'arbitrato contro la Juventus, al terzo tentativo, in merito alla controversia legata al pagamento di 19,5 milioni di euro di stipendi arretrati che spettavano al calciatore portoghese. Il club bianconero dovrà pagare 9.774.166,66 milioni di euro (più interessi) a Cristiano Ronaldo, di fatto quanto il portoghese avrebbe dovuto incassare al netto di tasse e contributi. Lo hanno stabilito i tre arbitri (Gianroberto Villa, Roberto Sacchi e Leandro Cantamessa) nella disputa tra Cr7 e il club bianconero.

Il pronunciamento del Collegio Arbitrale

"Il Collegio Arbitrale, pronunciandosi definitivamente, respinta o assorbita ogni altra questione, domanda ed eccezione, anche istruttoria delle parti, 1) in accoglimento della domanda formulata “in estremo subordine” da Cristiano Ronaldo Dos Santos Aveiro, accerta la responsabilità precontrattuale della convenuta per i motivi esposti in narrativa e, per l’effetto, considerato il concorso di colpa attribuibile all’attore, condanna Juventus F.C. S.p.A. a pagare a Cristiano Ronaldo Dos Santos Aveiro la somma di Euro 9.774.166,66, con la rivalutazione dal dì del dovuto e gli interessi legali dalla richiesta al saldo sulla somma annualmente rivalutata; 2) compensa integralmente tra le parti le spese di difesa, oltre alle spese del Collegio Arbitrale come già liquidate nelle ordinanze, emesse durante il procedimento, e poste a carico solidale stesse in ragione, nei soli rapporti interni, della quota del 50% ciascuna. Così deciso a maggioranza, con il dissenso dell'arbitro prof. avv. Roberto Sacchi, in conferenza personale degli arbitri in Milano, nelle date del 15 febbraio 2024, 22 febbraio 2024, 7 marzo 2024 e 10 aprile 2024".

Cristiano Ronaldo, si legge nel documento della Camera arbitrale, "chiede il risarcimento del danno, quantificato nell’importo di Euro 19.548.333,33 (pari cioè all’ammontare della rinuncia ai compensi), fondando la propria pretesa sul comportamento doloso ascritto alla convenuta o sulla responsabilità precontrattuale di quest’ultima. Quanto alla responsabilità, derivante dalla condotta dolosa di Juventus, si è già detto dell’assenza di prova circa la determinazione della volontà della parte tramite l’inganno e, dunque, non risultano sussistenti i presupposti di fatto che possano giustificare simile ricostruzione. Deve invece essere riservata una più attenta analisi alla condotta posta in essere dalle parti in tutto il periodo intercorso tra il mese di aprile del 2021 e l’introduzione del presente arbitrato", spiegano i tre arbitri che poi in conclusione sottolineano che "la Juventus va ritenuta responsabile del danno subito da Cristiano Ronaldo per la perdita delle retribuzioni, ma il danneggiato deve subire una riduzione del risarcimento, ai sensi dell'art. 1227, comma 1, c.c., pari alla metà".

Inoltre "nelle proprie difese, Juventus ha chiesto l’assunzione di prove testimoniali su circostanze riguardanti le contrattazioni e il successivo trasferimento di Cristiano Ronaldo ad altra squadra, avvenuto nell’agosto 2021. Si tratta di circostanze, non specificatamente contestate dall’attore, che il Collegio Arbitrale ritiene comunque irrilevanti ai fini della decisione, poiché non incide sull’accertamento della responsabilità precontrattuale in capo alla società convenuta, chi abbia assunto l’iniziativa del trasferimento di Cristiano Ronaldo al Manchester United e quali siano state le interlocuzioni precedenti con altri club", spiegano nella sentenza.

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Evan Ndicka, nuovi esami di terzo livello: “Esclusi...

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Il giocatore rimarrà a riposo fino a lunedì quando effettuerà nuovi controlli per la valutazione polmonare

Evan Ndicka  - (Fotogramma)

Il difensore della Roma Evan Ndicka è stato sottoposto oggi a nuovi esami a Villa Stuart, accertamenti di terzo livello che hanno dato esito negativo per problemi cardiaci. Il giocatore rimarrà a riposo fino a lunedì quando effettuerà nuovi controlli per la valutazione polmonare.

Cosa dice De Rossi

Il difensore della Roma "Ndicka sta bene, per quanto possa star bene un ragazzo che ha subito questo pneumotorace che sicuramente è una cosa fastidiosa ma non quella che pensavamo sul campo e ci ha fatto spaventare", afferma Daniele De Rossi in conferenza stampa alla vigilia del ritorno dei quarti di finale di Europa League contro il Milan.

"Abbiamo preso un sacco di complimenti su una cosa che per me è abbastanza normale - aggiunge il tecnico giallorosso facendo riferimento alla decisione di non riprendere la partita a Udine dopo il malore di Ndicka -. Abbiamo fatto quello che sembrava sensato fare. Penso che ogni allenatore avrebbe reagito come ho fatto io e ogni giocatore si sarebbe irrigidito non sapendo le condizioni del compagno. Non ci sono insegnamenti, ma dei momenti in cui uno deve fare quello che è giusto e normale. Noi siamo stati molto uniti, non c'era uno che voleva continuare a giocare. È bello vedere che ci scopriamo famiglia anche in questi momenti".

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Atp Barcellona, Nadal fuori al secondo turno: De Minaur...

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Sconfitto anche Musetti

Rafa Nadal

Rafa Nadal sconfitto al secondo turno del torneo Atp di Barcellona. Il 37enne spagnolo, al primo torneo dopo 4 mesi, viene sconfitto dall'australiano Alex de Minaur, testa di serie numero 4, che si impone per 7-5, 6-1 in 1h52'. Nadal, reduce dalla vittoria ottenuta ieri contro Flavio Cobolli, tiene testa all'avversario nel primo set - sprecando una palla break sul 4-3 con la prospettiva di allungare - ma crolla nel secondo parziale.

Eliminato anche Lorenzo Musetti. L'azzurro cede allo spagnolo Roberto Carballés Baena, che prevale per 7-6 (7-4), 6-4 in 2h15'.

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