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Cronaca

Processo Ubi, assolto Giovanni Bazoli

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Assolto Giovanni Bazoli. Lo ha stabilito il tribunale di Bergamo per il caso Ubi con il collegio presieduto dal giudice Stefano Storto. Il banchiere era imputato, tra gli altri, nel processo Ubi Banca, riguardante presunte irregolarità nella gestione di Ubi prima della fusione con Intesa Sanpaolo. La decisione dei giudici del Tribunale di Bergamo è arrivata dopo circa 10 ore di camera di consiglio. Assolto anche l’ex ad di Ubi, Victor Massiah. Entrambi erano imputati per i reati di ostacolo agli organismi di vigilanza e presunte interferenze illecite in vista della formazione dell’assemblea del 2013.

Assoluzione anche per banca Intesa Sanpaolo, imputata per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti. Il processo, nel quale sono imputate 30 persone si è chiuso con 29 tra assoluzioni e proscioglimenti per prescrizione e la condanna a un anno e sei mesi pena sospesa per Franco Polotti, ex presidente del consiglio di gestione di Ubi Banca.

Trenta le persone a giudizio (oltre a Intesa Sanpaolo, assolta per la legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti). In totale, il pm di Bergamo, Paolo Mandurino, aveva chiesto 26 condanne e 4 assoluzioni (tra queste la figlia di Giovanni Bazoli, Francesca, all’epoca dei fatti nel Cds di Ubi e assolta stasera) comunicando poi durante le repliche che il reato di presunta illecita interferenza sull’assemblea del 2013 risulta prescritto. Caduta inoltre la richiesta di confisca di 5,3 milioni di euro in relazione al reato di illecita influenza in assemblea.

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Cronaca

Roma, bimba di un anno trovata morta in auto alla Cecchignola

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La piccola forse dimenticata nella vettura. A chiamare i carabinieri è stato un passante

Una bambina di circa un anno è stata trovata morta in auto in via dei Fucilieri nella zona della Cecchignola, a Roma. La piccola è stata notata da un passante che ha chiamato i carabinieri. Sul posto anche i vigili del fuoco e il 118.

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Cronaca

Poliziotti arrestati a Verona, Piantedosi: “Fatti di enorme gravità se confermati”

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Il ministro dell'Interno: "La magistratura e la stessa Polizia di Stato faranno piena chiarezza su quanto avvenuto"

“Le vicende che emergono dall’inchiesta di Verona, ove fossero confermate, sarebbero di enorme gravità, lesive innanzitutto della dignità delle vittime ma anche dell’onore e della reputazione di migliaia di donne e uomini della Polizia di Stato che quotidianamente svolgono il proprio servizio ai cittadini con dedizione e sacrificio. La magistratura e la stessa Polizia di Stato faranno piena chiarezza su quanto avvenuto”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo gli arresti di poliziotti a Verona.

“La Polizia di Stato che conosco e a cui rinnovo la mia stima e gratitudine per le delicate attività che svolge quotidianamente è quella che senza esitazioni e pregiudizi riesce a fare pulizia al suo interno. Lo dimostrano la fiducia accordata dalla Procura della Repubblica che ha delegato alla Squadra mobile della Questura di Verona lo svolgimento delle indagini e il riconoscimento nell’ordinanza del gip dell’efficienza e della sollecitudine con cui queste sono state svolte”, ha aggiunto.

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Cronaca

Poliziotti arrestati a Verona, sorella di Giuseppe Uva: “Storia si è ripetuta”

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"A 15 anni dalla morte di mio fratello nulla è cambiato"

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“I fatti di Verona dimostrano che a distanza di 15 anni dalla morte di mio fratello non è cambiato niente, anzi mi sa che le cose stanno anche peggiorando”. Lo afferma all’Adnkronos Lucia Uva, sorella di Giuseppe, l’operaio di Varese morto nel giugno 2008 dopo una notte trascorsa in caserma, commentando la vicenda dei 5 poliziotti della questura di Verona arrestati ieri per tortura e atti di violenza commessi tra il luglio 2022 e il marzo 2023 nei confronti di persone sottoposte alla loro custodia.

“A Verona la storia si è ripetuta, anche se qui fortunatamente non c’è stato il morto. Ho ripensato a Giuseppe. In una caserma, fra le mura chiuse – aggiunge – nessuno può fare niente. Questi agenti bisognerebbe buttarli fuori subito senza stipendio perché non meritano di indossare una divisa”. A indagare sugli abusi è stata però la stessa polizia. “Ammiro questi poliziotti che hanno condotto le indagini sui loro colleghi, per loro provo il massimo rispetto” sottolinea Uva ribadendo la richiesta di “numeri identificativi e bodycam per le forze dell’ordine”.

Per la morte di Giuseppe Uva i carabinieri imputati sono stati assolti definitivamente e ora i familiari hanno fatto ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo. “Sappiamo chi è stato ma almeno sapremo di aver tentato tutte le strade – conclude Lucia Uva – Il regalo più bello sarebbe che arrivasse una decisione da Strasburgo entro quest’anno”.

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Coronavirus

Inchiesta Covid Bergamo, tribunale dei ministri archivia Conte e Speranza

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L'ex presidente del Consiglio e l'ex ministro della Salute erano indagati per omicidio colposo ed epidemia colposa

Il tribunale dei ministri ha archiviato l’inchiesta nei confronti dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza indagati a Bergamo per omicidio colposo ed epidemia colposa per la gestione delle prime fasi della pandemia. La decisione arriva dopo che la procura di Brescia aveva chiesto l’archiviazione e dopo che i due politici indagati si erano difesi davanti ai giudici.

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Cronaca

Giulia Tramontano, tutte le prove raccolte su luogo omicidio

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Lo zaino di Impagnatiello, il coltello con cui ha ucciso la compagna e la pellicola usata per avvolgerne il corpo

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Andavano innanzitutto in cerca dell’arma del delitto i carabinieri della sezione investigazioni scientifiche (Sis), entrati ieri nell’appartamento di via Novella, a Senago, dove è stata uccisa Giulia Tramontano. Gli investigatori hanno trovato sul forno della cucina il ceppo di coltelli indicato dal reo confesso Alessandro Impagnatiello. Le lame erano tutte presenti, inclusa quella che il barman 30enne ha indicato come arma del delitto. Le analisi confermeranno se si tratti effettivamente del coltello usato per uccidere Giulia.

Nella casa di Senago è stato sequestrato anche lo zaino di Impagnatiello, in pelle, quello da cui i carabinieri già il giorno in cui il 30enne denuncia la scomparsa di Giulia sentono emanare puzza di benzina. Ed è anche lo zaino in cui l’altra donna legata sentimentalmente al barman dell’Armani Bamboo nota uscire un paio di guanti in lattice.

I carabinieri del Sis, prima dell’appartamento in cui viveva la coppia e in cui – per ammissione di Impagnatiello – la sera di sabato 27 maggio si è consumato l’omicidio di Giulia Tramontano, e poi nel garage e nella cantina dove il barman 30enne ha confessato di aver nascosto il corpo della compagna, prima di gettarlo in un’intercapedine dietro a dei box a qualche centinaia di metri di distanza, in via Monte Rosa. Nell’abitazione, trovata ordinata e pulita “con cura maniacale”, il luminol ha rivelato però “moltissime tracce ematiche e biologiche”. Quelle più evidenti nel salone, dove il 30enne ha detto di aver ucciso Giulia, prima di adagiarne il corpo nella vasca da bagno dove ha tentato di dargli fuoco con dell’alcol.

I rilievi tecnico-scientifici della sezione investigazioni scientifiche, spostatosi ieri sera al piano interrato, ha dato esito positivo anche su cantina e garage, dove Impagnatiello ha nascosto e tentato una seconda volta di bruciare il corpo di Giulia Tramontano.

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Cronaca

Al Circeo bagni difficili, ancora senza scala d’accesso lo scoglio Rinascente

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Distrutta durante l'inverno, non è stata ricostruita. Il comune: "Gli uffici stanno espletando le necessarie procedure"

La stagione balneare è iniziata, ma per chi ama fare il bagno al Circeo è ancora molto difficile accedere a “la Rinascente”, una delle poche scese sulla scogliera aperte al pubblico. Non è infatti ancora stata ricostruita la scala d’acesso, distrutta durante l’inverno. Intervistata dall’Adnkronos in aprile, la sindaca Monia Di Cosimo, aveva promesso di ripristinarla. Ad una nuova sollecitazione dell’Adnkronos viene ora risposto dal comune che “gli uffici stanno espletando le necessarie procedure per avviare i lavori”, ma non vi è nessuna risposta sulle tempistiche.

Il bagno sulla splendida e panoramica scogliera del Circeo rimane quindi difficoltoso. Nella zona Quarto Caldo le discese comunali sono quattro, ma di fatto quella più usata e accessibile era proprio “la Rinascente”. L’accesso alla scogliera davanti alla Grotta delle Capre è stato chiuso con una cancellata nel 2020 in seguito ad un rinvenimento archeologico, la discesa “Ballesio” è impraticabile da anni. La quarta, quella “del Faro”, è un bel punto panoramico, ma ha scogli molto aguzzi ed è poco agevole per fare il bagno.

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Cronaca

Giulia Tramontano, procura chiederà rito immediato per Impagnatiello

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Ricerche sul web prima del delitto indicherebbero la premeditazione. Pm: "No riscontri su ipotesi complici, lui ossessionato da pulizia"

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Processo con rito immediato. La procura di Milano è orientata a chiederlo per Alessandro Impagnatiello, l’uomo accusato dell’omicidio della compagna Giulia Tramontano, la 29enne al settimo mese di gravidanza uccisa a coltellate nel suo appartamento a Senago. Una volta raccolti tutti gli elementi la procura potrà nuovamente contestare la premeditazione, esclusa dal gip Angela Minerva. Il termine per richiedere l’immediato è di sei mesi dalla misura cautelare.

Un “maniaco” della pulizia, ossessionato dall’ordine. E’ questo un altro aspetto che emerge dalle indagini su Impagnatiello. Con il passare delle ore il quadro su quanto accaduto nell’appartamento di via Novella la sera di sabato 27 maggio appare sempre più chiaro e la confessione prende forma anche nei riscontri tecnico-scientifici.

L’uomo ha ammazzato la compagna nel salone, dove il luminol ha rilevato le tracce di sangue più evidenti, quindi una volta uccisa ha adagiato il corpo nella vasca da bagno dove ha tentato di darle fuoco con dell’alcol. La ricerca via web ‘ceramica bruciata vasca da bagno’ fatta il sabato sera alle 19, circa un’ora prima del delitto, è un elemento che indica, a dire della procura, la premeditazione.

Quell'”ossessione” per la pulizia il 30enne l’avrebbe messa in atto ripulendo le scale, alcuni raccontano di aver sentito rumori sordi che avvalorano l’ipotesi che l’abbia trascinata da solo, quindi avrebbe lustrato l’appartamento da cima a fondo. Una “cura maniacale” che è balzata agli occhi dei carabinieri che sono entrati in casa alla ricerca di tracce e del coltello usato per uccidere Giulia.

Elementi che, insieme ai tempi, sembrano escludere l’ipotesi che qualcuno abbia potuto aiutarlo. “L’omicidio l’ha fatto tutto da solo e sul resto, ossia l’ipotesi che qualcuno possa averlo aiutato a nascondere il corpo o a ripulire non ci sono elementi, nessun riscontro. Possiamo dire che il caso è chiuso” fanno sapere dalla procura.

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Cronaca

Laparocele addominale, intervento per Papa Francesco: cos’è, cause, sintomi

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I fattori che possono favorire la comparsa sono l'età avanzata, il sovrappeso, l'obesità e una precedente infezione della ferita

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Il problema che ha colpito il Papa, che sarà operato al Policlinico Gemelli di Roma, per la risoluzione di un laparocele addominale, ovvero un’ernia che si forma su una cicatrice dopo un intervento, è uno dei possibili inconvenienti della chirurgia laparotomica, quella in cui il chirurgo esegue un’incisione sull’addome di alcuni centimetri.

Quali sono le cause? A distanza di tempo può accadere che sulla parete muscolo-fasciale, il sostegno muscolare dell’addome al suo interno, si formi un’ernia per l’età, lo sforzo, il sovrappeso, una precedente infezione della ferita, tipologia ed estensione dell’incisione chirurgica praticata. Il problema può essere risolto con un intervento chirurgico eseguito in modo tradizionale o per via laparoscopica.

Il laparocele è più frequente quando le incisioni sono di maggiore estensione. Può andare incontro alle complicanze di tutte le ernie della parete addominale, ha la tendenza a ingrandirsi, può strozzarsi, può determinare problemi nella crescita della pelle che lo ricopre. Le complicanze del laparocele possono, in alcuni casi, richiedere un intervento chirurgico d’urgenza. In questi casi si può procedere con due procedure, entrambe con anestesia generale come nel caso del Papa. Solo in casi eccezionali, un laparocele di piccole dimensioni può essere trattato con altre forme di anestesia.

La procedura tradizionale utilizza la stessa cicatrice come via di accesso chirurgico: attraverso questa incisione si isolano il sacco peritoneale e la porta del laparocele. L’intervento consente di ricollocare, riducendolo, il laparocele all’interno dell’addome e, generalmente, si posiziona una rete di materiale sintetico il cui scopo è quello rinforzare la parete in cui si era verificato il cedimento dei tessuti che lo ha provocato. La seconda soluzione prevede l’utilizzo della chirurgia laparoscopica, un trattamento mini-invasivo, per accedere alla cavità peritoneale e quindi per visualizzare ‘dall’interno’ la zona di cedimento fasciale: utilizzando 3 o 4 piccole incisioni chirurgiche addominali è possibile introdurre nella cavità addominale telecamera e strumenti chirurgici.

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Cronaca

Papa Francesco ricoverato per laparotomia, cosa significa e come si pratica

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L'intervento è "una conseguenza della precedente operazione a cui si era sottoposto che nel 25-30% dei casi può portare allo sviluppo di un laparocele"

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Papa Francesco sarà sottoposto in anestesia generale a un intervento chirurgico di laparotomia. Intervento che è “conseguenza della precedente operazione a cui si era sottoposto che nel 25-30% dei casi può portare allo sviluppo di un laparocele, ovvero un’ernia che si forma su una cicatrice dopo un intervento di chirurgia addominale”. A fare il punto, sull’operazione a cui si sottoporrà Bergoglio nel pomeriggio al Gemelli, per l’Adnkronos Salute è Marco Scatizzi, presidente dell’Associazione dei chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) che aggiunge: “Quindi è un problema secondario su un paziente già operato e si provvederà con una laparotomia per rimettere dentro le viscere con l’uso di una protesi”.

La laparotomia è un’incisione chirurgica per guadagnare l’accesso alla cavità addominale in modo da ispezionare gli organi contenuti nella cavità peritoneale ed eseguire, se necessario, un qualsiasi intervento chirurgico.

“Nel giro massimo di tre giorni si può tornare a casa, ma attenzione purtroppo le recidive sono sempre possibili. Se tutto andrà bene il Papa potrà tornare alle sue attività velocemente anche con l’uso di una panciera per alcuni mesi”, sottolinea Scatizzi.

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Cronaca

Caso Contrada, Cassazione conferma riparazione per ingiusta detenzione

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La Corte Suprema di Cassazione, Sezione Quarta Penale rigettando i ricorsi della Procura Generale di Palermo e del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha confermato la riparazione per ingiusta detenzione nei confronti di Bruno Contrada così come statuito dalla Corte di Appello Sezione Prima “dopo otto lunghi anni sono state poste in esecuzione le due sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’uomo che hanno sancito che il procedimento a carico del dottore Bruno Contrada è stato fin dall’inizio illegittimo ed illegittima era la condanna, totalmente scontata dal mio assistito”, ha detto l’avvocato Stefano Giordano, legale dell’ex 007.

“La Cassazione ha messo una pietra tombale ad un massacro mediatico e giudiziario vergognoso e putrido che ci ha portati alla vittoria finale.- dice – Siamo giunti a tale risultato finale soltanto perché il dottore Contrada è rimasto vivo nonostante tutta la sofferenza inflittagli. Per quanto riguarda il nostro studio per la tenacia e la determinazione nonché la fede in Dio che mi ha sempre accompagnato nonostante tanti tristi momenti”. E conclude: “Oggi è giorno per goderci la vittoria processuale, ma da domani denunceremo alle Autorità Giudiziarie competenti tutte le violazioni della presunzione di innocenza commesse da appartenenti all’ordine giudiziario e da certo giornalismo ideologicizzato e politicamente orientato. Permettetemi di ringraziare anche per il suo contributo fondamentale l’avvocato Cristiana Donizetti mia, moglie, senza il cui prezioso lavoro non sarebbe stato possibile conseguire questo risultato”.

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