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Processo Montante, in aula le “verifiche anomale” della Gdf

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(Adnkronos) – (dall’inviata Elvira Terranova) – Controlli “pilotati” presso aziende amiche, verifiche “anomale” presso imprese nemiche. E al centro ci sarebbe sempre stato lui, Antonello Montante, l’ex potente presidente degli industriali siciliani. Ne è convinta la Procura di Caltanissetta che ha portato alla sbarra non solo l’ex paladino dell’antimafia, ma anche ufficiali di Carabinieri e Guardia di Finanza, politici. Tutti imputati eccellenti, incluso il Governatore siciliano Renato Schifani. Udienza fiume, oggi, nell’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta, dove l’accusa ha sentito due finanzieri, Salvatore Pirnaci e Antonino Polizzi, che lavoravano nel 2016 nel Nucleo economico finanziario delle Fiamme gialle di Caltanissetta. Imputati anche i vertici di allora della Gdf, tra cui il maggiore Ettore Orfanello. Non sono mancati i momenti di tensione tra il pm Maurizio Bonaccorso, che rappresenta l’accusa nel processo, e il secondo teste, Antonino Polizzi, che ha riferito in aula una versione un po’ difforme rispetto a quanto detto ai magistrati quando venne ascoltato a sommarie informazioni. Scintille vere e proprie tra il magistrato e il teste, che è stato invitato a ricordare quanto detto durante l’inchiesta. 

Il primo a essere ascoltato è Salvatore Pirnaci. Che ha parlato di verifiche fiscali eseguite dalla Guardia di Finanza in alcuni supermercati di Caltanissetta, anche se non facevano parte dei compiti della sezione delle Fiamme Gialle che se ne stava occupando. Ma anche di controlli edilizi ritenuti “strani” dagli stessi finanzieri. E poi verifiche definite “anomale” se non “superficiali”. Secondo la Procura, sarebbe stato Montante, con il suo ‘cerchio magico’, a chiedere quelle verifiche pilotate. Più ‘morbide’ per gli amici e più pesanti per i ‘nemici’. “Facemmo una verifica fiscale al supermercato Cds – racconta Pirnaci in aula -entrammo e iniziammo a identificare i dipendenti, ma andammo via subito dopo perché la Partita Iva non corrispondeva all’azienda che dovevamo controllare”. E spiega che la pattuglia era composta “dal maresciallo Dinaro Messina e Carvotta”, aggiungendo che c’era anche “Mario Sanfilippo, che era il comandante”. Il luogotenente Sanfilippo è tra gli imputati del processo. Tutti finanzieri “che facevano parte della sezione finanza pubblica” della Gdf ma il cui compito non era quello di effettuare quel tipo di verifiche. Alla domanda del pm se avevano mai fatto “verifiche fiscali”, Pirnaci replica: “Non avevamo esperienza in materia di verifiche fiscali”.  

Poi Pirnaci, alla domanda del pm se era conoscenza di “rapporti di lavoro” con Romano, proprietario dei supermercati da controllare, risponde: “Circolava voce che la compagna di Orfanello (Ettore, imputato ndr) lavorasse per Romano…”. Secondo la Procura, l’ex comandante del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza Ettore Orfanello, avrebbe effettuato controlli fiscali ”favorevoli”, insieme con il suo comandante Gianfranco Ardizzone (imputato nell’altra tranche del processo ndr), nei confronti dell’imprenditore Massimo Romano, leader di una catena di supermercati in Sicilia. Anche lui imputato. Visite fiscali più rigorose invece sarebbero state effettuate nei confronti di altri operatori economici che Montante riteneva ”nemici” del suo sistema. Operazioni che avrebbero fruttato a Orfanello, secondo la Procura, l’assunzione alla Confidi di Maria Rosaria Tirrito, sua compagna. E di assunzioni si parla anche per quanto riguarda la sorella di un altro ufficiale, luogotenente della Gdf di Caltanissetta, Mario Sanfilipo. La donna infatti avrebbe ottenuto l’assunzione in uno dei supermercati di Massimo Romano.  

Proseguendo la sua deposizione, il finanziere ha parlato anche di un controllo edilizio, “uno solo”, eseguito “presso la società Lo Cascio nella zona industriale”. “Ci siamo straniti – dice -quando ci hanno dato l’incarico del controllo edilizio perché avevamo una sezione preposta, ma abbiamo eseguito il comando”. E ancora: “Eravamo arrabbiati perché il signor Lo Cascio era già sottoposto a verifica. In sedici anni questo è stato l’unico controllo di natura edilizia”. Il direttore della verifica era proprio il colonnello Ettore Orfanello. La verifica si concluse con una multa da 50 mila euro. “La contabilità era in regola”, aggiunge. Poi, il finanziere Pirnaci, nel corso delle deposizione, parla anche di un “esposto anonimo” che gli sarebbe stato consegnato “dopo che avevo acquisito la documentazione”, dice, nei confronti di una delle aziende di Montante. Oggi assente. “L’esposto mi fu dato dal maggiore Orfanello, e mi fu chiesto di fare dei controlli”, spiega. Secondo l’accusa, sarebbe stato un modo per “evitare di eseguire ulteriori controlli in futuro” nelle aziende di Montante.  

Intanto, le parti sono in attesa di conoscere il destino del processo d’appello, perché non è stato ancora deciso se il dibattimento di secondo grado sarà trasferito a Catania, dopo la nomina del magistrato Nicolò Marino a Procuratore aggiunto di Caltanissetta. Ma lo stesso giudice è anche parte civile del processo. Da qui l’eventuale trasferimento. Ma è tutto ‘congelato’ in attesa di sapere cosa accadrà al Tar dopo il ricorso di un altro magistrato, contro la nomina di Marino. Nelle scorse udienze il legale di parte civile del magistrato Nicolò Marino, l’avvocato Ugo Colonna, aveva annunciato di avere depositato la revoca di costituzione di parte civile per il suo assistito, Nicolò Marino e i figli. In questo modo, con ogni probabilità, potrebbe venire meno uno dei motivi ostativi della nomina di Marino a Procuratore aggiunto di Caltanissetta. Nelle scorse settimane, dopo la nomina di Marino ad Aggiunto, infatti, si era ventilata l’ipotesi di trasferire il processo di Caltanissetta a carico dell’ex potente presidente degli industriali siciliani Antonello Montante, a Catania.  

La scelta era stata ufficializzata a dicembre dal Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro che aveva designato, con un provvedimento formale, la Procuratrice aggiunta di Catania Agata Santonocito e i pm Valentina Margio e Luca Volino “per la trattazione del processo” e per “l’esame preparatorio del copioso fascicolo processuale”. Lo scorso 22 dicembre 2022 la prima sezione del Tribunale amministrativo regionale di Roma aveva sospeso l’efficacia del provvedimento del Csm sulla nomina a procuratore aggiunto di Caltanissetta di Nicolò Marino, attualmente gip a Roma. Il Tar, decidendo sul ricorso, finalizzato all’annullamento dell’atto, presentato dal sostituto procuratore Pasquale Pacifico, in servizio alla Dda nissena, ha fissato la camera di consiglio per il 10 maggio 2023. E il 30 dicembre, il gip del tribunale di Roma Nicolò Marino aveva impugnato al Consiglio di Stato la decisione con la quale il Tar Lazio ha sospeso la sua nomina ad aggiunto a Caltanissetta dopo il ricorso presentato da Pasquale Pacifico, attuale sostituto nello stesso tribunale. In sede giurisdizionale il presidente della settima sezione del Consiglio di Stato Marco Lipari ha evidenziato che “nella valutazione comparativa delle contrapposte esigenze cautelari, risulta prevalente l’interesse, comune a tutte le parti, di una sollecita fissazione del merito dinanzi al Tar”.  

Nel processo sono imputati, oltre all’ex paladino dell’antimafia, condannato in appello in un altro troncone del processo a otto anni di carcere per corruzione, anche rappresentanti delle forze dell’ordine, imprenditori e politici, tra cui l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta e l’attuale governatore Renato Schifani. In una delle scorse udienza il Presidente del Tribunale, Francesco D’Arrigo, aveva deciso di unificare i due tronconi del processo Montante. Che è diventato una sorta di ‘Maxiprocesso di Caltanissetta sul ‘Sistema Montante’. Una decisione quella di D’Arrigo, arrivata nonostante il parere contrario di accusa e difesa dei due processi che temono un prolungamento dei tempi per le sentenze. Nel ‘processone’ di Caltanissetta, che si celebra presso l’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta, sono imputati, anche l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, gli ex assessori Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, l’ex commissario Irsap Maria Grazia Brandara, gli imprenditori Giuseppe Catanzaro, Rosario Amarù e Carmelo Turco, Vincenzo Savastano vice questore aggiunto all’epoca dei fatti della Polizia presso l’ufficio di frontiera di Fiumicino, Gaetano Scillia capocentro Dia di Caltanissetta dal 2010 al 2014, Arturo De Felice, direttore della Dia dal 2012 al 2014, Giuseppe D’Agata, colonnello dei carabinieri, e Diego Di Simone Perricone, ex capo della security di Confindustria.  

Poi, nel pomeriggio, l’altro teste, con le scintille, con il pm, Maurizio Bonaccorso. Nel corso della sua deposizione, il teste, Polizzi, luogotenente del Nucleo di Polizia economico finanziaria, addetto alla sezione finanza pubblica di Caltanissetta dal settembre 2016, rispondendo alle domande del rappresentante dell’accusa, avrebbe più volte cambiato versione rispetto a quanto detto quando venne sentito in Procura, durante le indagini preliminari. “Io sto riscontrando parecchie divergenze tra il verbale di sommarie informazioni e quello che lei sta dicendo oggi”, sbotta a un certo punto il pm Bonaccorso, puntando il dito contro il teste. Quando il pm Bonaccorso gli chiede se si sia mai occupato della verifica fiscale presso il supermercato Cds di proprietà di Massimo Romano, l’imprenditore imputato nello stesso processo, il finanziere risponde: “No, io ho saputo indirettamente al Nucleo, le cose rimbalzano, le notizie si vengono a sapere”. Poi dice: “Sapevo che c’era questa attività gestita da Massimo Sanfilippo (luogotenente Gdf, imputato pure nello stesso processo ndr) che era la persona più titolata per questo servizio. E poi hanno preso due uomini della mia sezione”.  

“Che io sappia Carvotta era alla Polizia giudiziaria in Sardegna a Caltanissetta era al Gico e alla Tutela economia, stessa cosa Di Naro. E Messina era prima alla sezione comando”, spiega. “A me è capitato negli ultimi anni che, per esigenze di servizio, una pattuglia fosse composta da una persona, perché magari siamo impegnati in altro”, dice poi. Il finanziere ricorda ancora che il collega Carvotta gli aveva manifestato “disagio” per “questa attività”. “C’era malumore perché non si sentiva adeguato all’incarico rispetto alla sua esperienza. Non aveva esperienza in campo fiscale, è documentale è agli atti del reparto. Si è parlato in qualche pausa caffè. Carvotta mi ha manifestato un disagio per quest’attivi Non mancano altri momenti di tensione, come quando il pm chiede al teste sei fosse a conoscenza dei rapporti tra l’imprenditore Massimo Romano e il maggiore Ettore Orfanello, entrambi imputati nel processo, replica: “No”. Mentre durante le sommarie informazioni aveva detto di essere a conoscenza di “rapporti” tra i due. Sentito dai pm aveva, invece, detto: “So per certo”, come gli ricorda il pm Bonaccorso. Poi, lo stesso magistrato gli chiede se ha mai parlato con il collega Pirnaci, sentito questa mattina nella stessa aula, dei controlli ad Alechia, un’impresa di Antonello Montante. E lui: “No, non so cos’è”.  

“Lei ha saputo di controlli ad aziende di Montante?”, chiede ancora il magistrato Bonaccorso al teste della Gdf. “Mi è solo arrivato come parlottio, che era stato mandato da solo ad un accertamento. Non sono incline al chiacchiericcio da bar. Non ho competenze per approfondire”. “La personalità del mio ex comandante era forte- dice ancora il finanziere Polizzi – Avevamo avuto anche incomprensioni lavorative”.  

E ancora: “Ho saputo che nel 2011 c’era stato un grave contrasto tra Orfanello e Matrascia, che era un verificatore fiscale. Avrebbe dato il comandante a Matrascia delle indicazioni che Matrascia non aveva condiviso, e poi fu trasferito ad altro incarico alla sezione tutela economia”. Il processo, dopo l’udienza fiume, è stato rinviato al prossimo 6 febbraio, per ascoltare altri testi della Guardia di Finanza. 

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Cospito parteciperà a udienza Milano: se necessario si farà in ospedale

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(Adnkronos) – Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso, ha chiesto di presenziare all’udienza di venerdì 24 marzo davanti ai giudici del tribunale di Sorveglianza di Milano sul differimento della pena “per motivi di salute” – da ‘espiare’ ai domiciliari a casa della sorella – chiesto dai suo legali. Cospito sarà dunque nell’aula del carcere di Opera dotato del sistema di videoconferenza, a meno che i medici dell’ospedale San Paolo – dove viene curato e monitorato da giorni – non dovessero decidere che le sue condizioni di salute siano troppo precarie, in tal caso saranno i giudici a raggiungere la struttura ospedaliera.  

Una decisione presa per evitare di rinviare l’udienza e di conseguenza la decisione che dovrà essere presa dalla Sorveglianza entro cinque giorni, con un provvedimento motivato.  

I giudici – a decidere sarà la presidente del tribunale di Sorveglianza Giovanna Di Rosa, il magistrato Ornella Anedda e due esperti – dovranno tener conto della scelta di Cospito di non alimentarsi e su questo punto le sentenze della Cassazione sono piuttosto esplicite nel considerare la scelta del detenuto di rifiutare il cibo “non un motivo valido per ottenere gli arresti domiciliari”. Ma la valutazione attiene anche la “compatibilità” con il carcere, la possibilità di garantire le cure da casa e “l’umanità” della pena dietro le sbarre date le condizioni mediche. 

Cartelle cliniche e relazioni dei medici saranno centrali nella valutazione dei giudici della Sorveglianza che potranno decidere di affidarsi a una perizia medico-psichiatrica per sciogliere ogni dubbio sullo stato di salute dell’anarchico in sciopero della fame da ormai cinque mesi. Ipotesi, in questo momento, piuttosto remota. Così come importanti, ma non vincolanti, per i giudici sono i pareri che arriveranno dalla procura generale di Torino, da quella nazionale Antimafia mentre la procura generale di Milano si esprimerà oralmente in udienza. 

Al termine dell’udienza i giudici, salvo sorprese, dovrebbero riservarsi, quindi la decisione motivata sarà comunicata alla difesa entro cinque giorni. Sempre venerdì il 24 marzo ‘pende’ sull’anarchico Cospito un’altra udienza di differimento pena davanti ai giudici del tribunale di Sorveglianza di Sassari. 

Anarchico Valitutti minaccia: “Se Alfredo muore la reazione sarà durissima” 

“Se Alfredo dovesse morire la reazione sarà durissima”, questa “è una mia previsione” ma “anche una mia speranza”, e, se ci si arriverà, “la responsabilità non sarà degli anarchici ma di quelli che stanno assassinando Cospito”. Così all’Adnkronos Lello Valitutti, esponente di spicco della galassia anarchica noto al grande pubblico per la partecipazione al programma di Giletti, dopo la crisi cardiaca che ieri ha colpito Alfredo Cospito. 

“Dire che sono preoccupato è dire poco – esordisce Valitutti – Sono esterrefatto che si possa arrivare a un tale livello di barbarie. Mi sembra impossibile che nel 2023 in questo Paese, che dovrebbe essere civile e democratico, si faccia morire una persona in questo modo. Se Alfredo dovesse morire, e parlo unicamente a livello personale, la reazione sarà durissima. Non ho mai detto che avrei ucciso qualcuno, né che lo avrebbero fatto gli anarchici, ma ribadisco che la reazione sarà dura. Questa è una mia previsione, una mia supposizione”. E ancora. “Non è questione di vendetta, è una questione di giustizia. Una giustizia del popolo. Faremo in modo che la gente si fissi in testa la loro faccia e vedendoli pensi ‘questi sono gli assassini di Alfredo, questi sono gli assassini di un uomo giusto’. Questa è una cosa che faremo sicuramente, con calma e con tenacia, e poi daremo alla nostra rabbia collettiva il giusto sfogo”.”Da 11 mesi stiamo lottando per evitare che la situazione degeneri, quindi se accadrà qualcosa ad Alfredo la responsabilità non sarà degli anarchici ma di quelli che lo stanno assassinando – dice Valitutti – La rabbia degli anarchici non farà mai danno ai poveri, alla gente perbene e onesta”. 

Infine, Lello Valitutti, commosso, afferma: “Se ora potessi incontrare Alfredo me lo stringerei forte forte al cuore, lo ringrazierei per il suo enorme coraggio e gli direi Alfredo, non sei solo, non lo sei mai stato e specialmente in questo momento siamo in tanti, in tantissimi che ti vogliamo bene e ci stringiamo intorno a te e ti ringraziamo enormemente per quello che stai facendo”. 

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Acqua, arriva il gemello digitale di Almaviva per reti più efficienti

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(Adnkronos) – E’ in arrivo il gemello digitale di Almaviva che consentirà di combattere perdite e sprechi di acqua della maggior parte delle reti idriche italiane. Un risparmio che consentirà di salvaguardare fino al 20% della risorsa acqua. Ma non solo. Quando entro fine del 2023 saranno digitalizzati da Almaviva oltre 14mila chilometri di rete idrica del Paese, tra il gemello digitale della rete, le tecnologie sensoristiche e satellitari d’avanguardia si conterà anche un risparmio aggiuntivo nell’uso di energia fino a 0,4 KW/ora ed un contenimento delle emissioni di CO2 fino 110 grammi per ogni metro cubo d’acqua. Insomma, nella Giornata mondiale dell’acqua la parola d’ordine messa in campo da Almaviva è digitalizzazione per la gestione della risorsa idrica. E tutto questo “fa bene al Pianeta”. “Digital Twin, IoT Connectivity, Remote Sensing, Gis & Location Intelligence, Edge Computing, Advanced Analytics, Machine Learning stanno disegnando il futuro degli acquedotti e delle reti idriche nel segno della sostenibilità” sottolinea il direttore generale It di Almaviva, Antonio Amati, conversando con l’Adnkronos. 

In questo quadro il gruppo italiano dell’innovazione digitale conferma anche di avere sottoscritto contratti con acquedotti del Sud Italia, in Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia, proprio in quei territori dove la dispersione d’acqua è più alta della media italiana – supera il 40% – e dunque si tratta di aree dove è necessario “l’intervento più urgente”. Il primo passo è creare il modello digitale della rete, delle infrastrutture e degli impianti con la piattaforma proprietaria di Smart Water Management di Almawave, società del Gruppo Almaviva. In questo modo, spiegano gli esperti di Almaviva, si può attuare un monitoraggio in tempo reale che permetta una raccolta puntuale di dati sul funzionamento, sulla segnalazione di anomalie – un early worning – insieme al monitoraggio di consumi, perdite, guasti, fabbisogni e che segnali ogni comportamento fuori standard. Questa strada permette così di anticipare i disservizi e gestire la manutenzione. 

Almaviva evidenzia che al momento per l’acquedotto Abc Napoli sta ricercando perdite e digitalizzando la rete per 1.300 chilometri, per Aica, l’Azienda Idrica Comuni Agrigentini è a caccia di perdite e sta digitalizzando ben 1.125 chilometri di rete, e così anche per Sogip, l’azienda acqua e gas di Acireale con la quale sta digitalizzando monitorando le perdite di 1.053 chilometri di rete. E anche dallo spazio si può proteggere il bene ‘acqua’. La tecnologia satellitare, spiegano gli esperti di Almaviva, viene infatti in aiuto per l’individuazione delle zone di umidità permanente d’acqua dolce. Tutto accade eseguendo una scansione totale della rete che indicherà le zona di probabile perdita e permetterà di agire tempestivamente sul territorio e andare a individuare le condutture lesionate con strumentazioni acustiche. Ma non è tutto. La tecnologia Scada – Supervisory Control And Data Acquisition – è in grado di monitorare ed intervenire sulla rete dalla clorazione dell’acqua all’apertura e chiusura delle paratie. Dati di flusso, di volume, di pressione, di livello del cloro. In un prossimo futuro la raccolta omogenea e strutturata dei dati nel tempo consentirà l’addestramento degli Algoritmi, grazie all’Intelligenza Artificiale, e si potrà procedere alla manutenzione predittiva, ovvero ad avere indicazioni su quale parte della rete o snodo potrebbe presentare guasti, intervenendo in anticipo, evitando sprechi e disservizi.  

Realizzare il modello idraulico della rete, proseguono gli esperti di Almaviva, rende possibile in real time, grazie ai dati che pervengono dai sensori intelligenti connessi, IoT, distribuiti lungo tutti i tubi, di osservare da una control room il funzionamento in tempo reale e tutto quello che sta succedendo sulla propria infrastruttura. Inoltre, grazie alla sensoristica, è possibile verificare anche le caratteristiche qualitative, verificando la presenza di agenti inquinanti e di virus, una funzionalità che permette di identificare con tempestività il sorgere di una pandemia. E ottimizzare la gestione dell’acqua vuol dire anche raccogliere quella piovana, utilizzarla per l’agricoltura, così come si può migliorare la gestione della rete fognaria con sistemi di drenaggio urbano per evitare che piogge torrenziali, sempre più frequenti e forti a causa del cambiamento climatico, provochino allagamenti e inondazioni. I tecnologi di Almaviva indicano infine che la tecnologia permette l’implementazione di un “modello matematico mono-bidimensionale per simulare il comportamento idraulico della rete fognaria a seguito di sollecitazioni pluviometriche per determinati tempi di ritorno”.  

(di Andreana d’Aquino) 

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Economia

Acqua, “gli italiani ne consumano più di tutti in Ue”

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(Adnkronos) – L’Italia, con oltre 9 miliardi di m3 l’anno, è il primo paese dell’Unione Europea per acqua prelevata ad uso civile. Lo confermano i dati presenti nel Libro Bianco 2023 ‘Valore Acqua per l’Italia’, integrati con le evidenze del Blue Book 2023 di Utilitalia. La media italiana del consumo potabile raggiunge i 154 m3 per abitante, solo la Grecia (157,4) ci batte. Se consideriamo i consumi idrici a uso civile gli italiani non hanno rivali tra i Paesi dell’Unione: 220 litri per abitante al giorno contro una media Ue di 165.  

L’infrastruttura idrica italiana, poi, è vetusta e poco efficiente: il 60% della rete ha più di 30 anni, il 25% più di mezzo secolo. La percentuale di perdite idriche in fase di distribuzione raggiunge il 41,2% collocando il nostro Paese al quart’ultimo posto tra i 27 Paesi Ue+Regno Unito mentre quello relativo alle perdite lineari pari a 9.072 m3/km/anno ci posiziona all’ultimo posto in Europa. Secondo i dati del Blue Book 2023 di Fondazione Utilitatis, contenuti in parte nel Libro Bianco 2023 ‘Valore Acqua per l’Italia’, in risposta a questa situazione i gestori industriali nel settore hanno aumentato gli investimenti del 70% negli ultimi 20 anni arrivando a una media di 56 euro per abitante nel 2021. 

 

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Processo Juve, pm Santoriello si astiene: non sarà in aula

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(Adnkronos) – Il pm Ciro Santoriello non parteciperà lunedì mattina in tribunale a Torino all’udienza preliminare nell’ambito dell’inchiesta sui conti della Juve fissata per lunedì mattina. Il pm, infatti, con una comunicazione al procuratore capo, Anna Maria Loreto, ha annunciato la decisione di astenersi dal rappresentare l’accusa nel processo che vede indagati, tra gli altri, gli ex vertici del club bianconero. 

La decisione fa seguito alle polemiche sollevate nelle scorse settimane quando, in alcuni video relativi ad eventi a cui il magistrato ha partecipato negli anni scorsi, Santoriello sorridendo confessava la sua fede calcistica per il Napoli e esprimeva considerazioni sulla Juventus. 

Il procuratore capo Loreto ha preso atto della comunicazione e sottolineato, si apprende, “apprezzamento per l’alto senso istituzionale e per l’attaccamento all’ufficio” mostrato dal pm Santoriello. 

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Ucraina, Meloni a M5S: “Fermatevi? Ditelo e Putin non a noi”

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(Adnkronos) – Sulla guerra in Ucraina “l’onorevole Scutellà” del Movimento 5 stelle “ci dice fermatevi. Penso che lo debba dire a Putin”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella sua replica alla Camera in vista del Consiglio europeo. “Se noi ci fermiamo -ha aggiunto – consentiamo l’invasione dell’Ucraina, non sono così ipocrita da scambiare un’invasione con la parola pace. Credo non si debba consentire l’invasione dell’Ucraina, che non vuol dire non lavorare per un piano di pace, non lavorare per una soluzione del conflitto. Pensate davvero che a qualcuno piaccia la guerra, pensate davvero che qualcuno si diverta a stare in questo quadro? No”. 

“Ma chiaramente -ha ribadito Meloni- la situazione è un tantino più complessa di come la fa certa propaganda. Si parla di pace: mi si può dire quali sono secondo voi le condizioni per aprire un tavolo di trattative? Ritenete che per aprire un qualsiasi tavolo di trattativa si debba o non si debba chiedere alla Russia di cessare le ostilità e ritirare le truppe dal territorio ucraino? Ritenete che si debbano rivedere i confini dell’Ucraina e come? Ritenete che si debbano dare a Mosca i territori che ha occupato, sui quali ha celebrato un referendum di autodeterminazione o no? Questo è quello che vorrei sentire se stiamo parlando seriamente di pace, altrimenti quello che si sta facendo è la propaganda, sulla pelle di una nazione sovrana, di un popolo libero e del diritto internazionale e questo è irresponsabile”.  

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Francia, Macron: “Riforma pensioni non avrei voluto farla ma è necessaria”

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(Adnkronos) – “Non mi fa piacere fare questa riforma, non avrei voluto farla”. A dichiararlo nella sua intervista in diretta televisiva è stato il presidente francese Emmanuel Macron, che ha definito la riforma delle pensioni “non un lusso, non un piacere, ma una necessità, è nell’interesse superiore della nazione”. “La riforma è molto difficile” ha rimarcato, e a una domanda ha risposto: “Non vivo di rimpianti, ma di volontà e tenacia”.  

Il testo della “riforma delle pensioni seguirà il suo percorso democratico” ha detto Macron. “E’ stata adottata attraverso un voto”, oggi “è all’esame della Corte Costituzionale, bisognerà attendere che si pronunci”. 

L’auspicio del presidente francese è che la riforma “entri in vigore entro la fine dell’anno”. “Mi dispiace – ha aggiunto – che nessun sindacato abbia proposto un compromesso”. 

Poi, insistendo nel corso della sua intervista sulla necessità della riforma delle pensioni, malgrado l’impopolarità del provvedimento, Macron ha sottolineato: “Tra i sondaggi a breve termine e l’interesse superiore della nazione, scelgo quest’ultimo”.  

Il presidente ha scandito il “no alla violenza estrema usata per aggredire i funzionari eletti, no all’uso della violenza senza regole”. “Non possiamo accettare né faziosi né fazioni”, ha affermato, esprimendo rispetto per il dissenso espresso nelle manifestazioni organizzate dai sindacati “nella calma”. 

Poi, a una domanda sulla premier, ha risposto: “Il primo ministro Elisabeth Borne ha la mia fiducia per guidare questa squadra di governo e per costruire un programma legislativo, un programma di governo, per avere meno leggi e testi più chiari”. “Dobbiamo continuare ad allargare il più possibile questa maggioranza” ha detto Macron. 

Il presidente francese ha parlato anche delle imprese. Di fronte al “sentimento di ingiustizia” provato ed espresso dai cittadini francesi nei riguardi di “alcune grandi imprese” che traggono “benefici importanti”, e “riacquistano le loro stesse azioni”, Macron ha proposto “un contributo straordinario” di quelle grandi imprese per condividere la ricchezza con i salariati. Non “una tassa sui super profitti”, ha precisato. 

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Coronavirus

Covid oggi Italia, -9,2% ricoveri in ultimi 7 giorni: report Fiaso

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(Adnkronos) – Ricoveri Covid in calo del 9,2% nell’ultima settimana in Italia. Dopo la leggera risalita nella rilevazione del 14 marzo (+4,2) gli indici sono tornati tutti negativi. E’ quanto emerge dalla rilevazione del 21 marzo negli ospedali sentinella aderenti alla rete della Fiaso, la Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere. 

Nei reparti ordinari si registra una diminuzione del 9% del numero di ricoveri ‘per Covid’, ovvero pazienti con insufficienza respiratoria o polmonite, e della stessa percentuale dei casi ‘con Covid’, arrivati in ospedale per la cura di altre patologie e poi risultati positivi al virus ma non senza sintomi respiratori e polmonari. I pazienti hanno una età media di 71 anni, l’85% è vaccinato da oltre sei mesi e soffre di altre patologie. I numeri – evidenzia Fiaso – restano bassi e stabili nelle terapie intensive, l’86% dei pazienti è ricoverato ‘per Covid’. I pazienti hanno una età media di 78 anni e sono vaccinati da oltre 6 mesi. 

Si registrano, infine, cinque nuovi ingressi di pazienti sotto i 18 anni ricoverati con infezione da Sars Cov-2 nei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali della rete sentinella Fiaso. Nessuno ricoverato in terapia intensiva.  

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Bce, il messaggio di Lagarde: “Inflazione al 2% non è negoziabile”

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(Adnkronos) – Il target per l’inflazione al 2%
“non è negoziabile”. Christine Lagarde parla da presidente della Bce, in questo caso alla conferenza di Francoforte ‘The ECB and Its Watchers XXIII’, e non può che ribadire quello che è scritto nel mandato della Banca centrale. Le parole che usa però sono significative, perché il suo messaggio ha un peso rilevante per la comunicazione. “Potete essere certi di una cosa, conseguiremo la stabilità dei prezzi” e “riportare l’inflazione al 2% nel medio termine non è negoziabile”. A tal fine, spiega, “seguiremo una strategia solida, che si fonda sui dati e impone di essere pronti ad agire, ma senza compromessi riguardo al nostro obiettivo primario”.  

In un altro passaggio, Lagarde dice anche: “Ho chiarito che non ci può essere trade-off tra la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria”, aggiungendo che la Bce “ha gli strumenti per fornire, se necessario, il supporto di liquidità al sistema e per preservare una regolare trasmissione della politica monetaria” all’economia reale.  

Il problema che deve affrontare la Bce è però che l’equilibrio necessario tra i tre fattori, la stabilità dei prezzi, la stabilità finanziaria e il sostegno alla crescita, non è sempre lo stesso. Perché le condizioni esterne cambiano, come sta avvenendo in questi giorni con la catena di problemi finanziari per le banche. Dagli Stati Uniti, da Silicon Valley Bank in poi, è arrivata nel cuore geografico dell’Europa, con Credit Suisse. Era, visto che sarà fusa in Ubs, la seconda banca svizzera ma è anche una banca sistemica, che ha profondi legami con il settore bancario europeo. Con condizioni esterne diverse, e la stabilità finanziaria a rischio, la Bce deve necessariamente riprendere le misure.  

E questo vale anche per la crescita, perché la politica monetaria orientata al controllo dei prezzi che in questa fase si concretizza con un costante rialzo dei tassi di interesse, è tutt’altro che neutra rispetto alle altre esigenze dell’economia europea. E’ vero che ci sono gli strumenti che cita Lagarde, soprattutto guardando alla stabilità finanziaria, ma sarà inevitabile fare delle scelte che tengano conto anche del resto. Anche perché alle decisioni della Bce guardano i mercati, che si muovono sulla fiducia, e anche la comunicazione ha il suo peso. Draghi, da presidente, la usava per dare maggiore peso alle decisioni che prendeva; Lagarde rischia di usarla, male, aumentando i rischi legati alle decisioni che prende. E la differenza è sostanziale. (di Fabio Insenga)  

 

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Sport

Scommesse, Sportradar ‘nel 2022 puntati 1,41 trilioni euro nel mondo’

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(Adnkronos) – Nel 2022, il fatturato complessivo mondiale delle scommesse sportive è stato pari a 1,41 trilioni di euro, di cui 730 miliardi di euro solo sul calcio. In media, su ogni partita della Serie A italiana sono stati scommessi 89 milioni di euro. Come riporta agipronews è quanto emerge dal report annuale di Sportradar, “Betting Corruption and Match-fixing in 2022”. La Serie A italiana si conferma nella Top 10 dei campionati più scommessi in tutto il mondo: in cima alla classifica si piazza la Champions League, con una media di 225 milioni di euro, davanti alla Premier League inglese con 202 milioni. Terzo posto per la NFL statunitense con 138 milioni, poi la Premier League indiana (135 milioni) e la Liga spagnola (95 milioni). Fuori dalla Top 5 l’Europa League, che si ferma a una media di 91 milioni, e la Bundesliga tedesca (85 milioni). 

Nel 2022 sono state identificate 1.212 partite sospette, in 12 diversi sport e in 92 Paesi, su 850mila eventi monitorati da Sportradar Integrity Services, l’unità di Sportradar che ha pubblicato il secondo report annuale, “Betting Corruption and Match-fixing in 2022”. Nonostante ci sia stato un aumento assoluto del numero di segnalazioni (+34% rispetto al 2021), la percentuale di eventi a rischio rimane ridotta: i dati confermano che il 99,5% dei match non è interessato da tentativi di match-fixing e nessun singolo sport ha un rapporto di partite sospette superiore all’1%. 

Il calcio, rileva agipronews, fa segnare il maggior numero di partite sospette (775) e, nel 2022, il 52% delle partite di calcio sospette proveniva dal terzo livello o inferiore, compresi i campionati regionali e le competizioni giovanili. Uno dei trend chiave del 2022, si legge nel report, è stato il forte aumento del basket (220 eventi, +250% rispetto al 2021). L’Europa continua a registrare il maggior numero di alert (630), seguita dall’Asia (240) e dal Sud America (225); rispetto al 2021, il numero di segnalazioni è aumentato in ogni regione ad eccezione del Nord America e dell’Oceania. In un caso su due, lo strumento più utilizzato dai criminali per tentare le frodi è la scommessa “Asian handicap” abbinata al numero di goal (“Over”), quasi sempre in modalità “live” (82%). 

Il monitoraggio dei dati avviene continuamente durante il ‘ciclo di vita’ delle scommesse su una partita, dal momento in cui viene offerta per la prima volta al momento in cui termina. Ogni anno, questo significa analizzare 30 miliardi di cambi di quote, da oltre 600 operatori di scommesse. I progressi nell’Intelligenza Artificiale (AI) di Sportradar, integrati con l’Universal Fraud Detection System (UFDS), hanno contribuito a rilevare 438 partite sospette (36% del totale annuo), sfruttando la grande quantità di dati che l’azienda già monitora sulle scommesse sospette.  

Oltre ai progressi della tecnologia, nel 2022 è cresciuto anche il numero di sanzioni penali e sportive, da 72 a 169 (+135% rispetto al 2021): utilizzando i risultati di Sportradar Integrity Services come prova, sono state imposte sanzioni dalle federazioni sportive o dai tribunali penali a coloro ritenuti colpevoli di frode sportiva e violazione della legge. “Abbiamo adottato un approccio ancora più proattivo per scoprire le partite truccate nel 2022, dall’implementazione di un nuovo modello di intelligenza artificiale allo sviluppo di rapporti di lavoro più formali con i bookmaker, che hanno portato a oltre 300 alert”, ha detto Andreas Krannich, direttore generale di Sportradar Integrity Services.  

Nel 2023 probabilmente il numero di partite sospette resterà costante o in lieve aumento rispetto al 2022, a causa delle incertezze economiche mondiali e degli interessi finanziari, che continueranno a influenzare le squadre e gli atleti. Inoltre, l’integrità è ancora carente in diversi settori dello sport: il calcio si confermerà al primo posto per numero di segnalazioni, ma è molto probabile che il basket rimarrà il secondo sport più colpito dal fenomeno del match fixing. In termini di diffusione geografica, l’Europa continuerà a registrare il numero più alto di episodi, col Sud America che potrebbe avvicinarsi all’Asia (attualmente al secondo posto per numero di partite sospette); probabile anche la crescita dell’Africa. “La nostra tecnologia ci consente di monitorare più partite a un livello più profondo, fornendo approfondimenti più precisi e accurati per aiutare i nostri partner, i nostri clienti e l’industria sportiva in generale a proteggere gli eventi sportivi dalla corruzione. Non vediamo l’ora di supportare un numero ancora maggiore di federazioni sportive nel 2023″, ha concluso Krannich. 

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Candida auris, allarme negli Usa per il fungo: boom di casi

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(Adnkronos) – La Candida auris, un fungo descritto per la prima volta nel 2009, si sta diffondendo a livelli allarmanti negli Stati Uniti, dove rappresenta “una minaccia urgente” per la sua antibiotico-resistenza. Secondo i dati dei Cdc (Centers for Disease Control and Prevention), pubblicati sugli ‘Annals of Internal Medicine’, negli anni della pandemia 2020-2021 le infezioni sono aumentate notevolmente nelle strutture sanitarie statunitensi: nel 2021, in particolare, sono triplicati i casi resistenti al farmaco più raccomandato e utilizzato per il trattamento delle infezioni da Candida auris, le echinocandine. Un dato preoccupante, evidenziano i Cdc. Anche questa nuova famiglia di antimicotici comincia a essere un’arma spuntata.  

“Il rapido aumento e la diffusione geografica dei casi è preoccupante e sottolinea la necessità di una sorveglianza continua, capacità di laboratorio ampliata, test diagnostici più rapidi e rispetto delle misure che si sono dimostrate efficaci per la prevenzione e il controllo delle infezioni”, ha spiegato l’epidemiologa dei Cdc, Meghan Lyman, prima autrice dell’articolo.  

Dal 2016 a fine 2021, quando è stato segnalato per la prima volta, negli Usa si sono registrati 3.270 casi clinici (in cui è presente l’infezione) e 7.413 in cui il fungo viene rilevato ma non si sviluppa infezione. I casi clinici sono aumentati ogni anno dal 2016, con la crescita maggiore nel periodo 2020-2021. A livello nazionale, i casi clinici sono passati da 476 nel 2019 a 1.471 nel 2021. I casi di screening sono triplicati dal 2020 al 2021, per un totale di 4.041. Secondo i Cdc, questo aumento è visibile anche nel 2022. Per gli esperti, la diffusione di Candida auris potrebbe essere peggiorata a causa del sovraccarico sui sistemi sanitari durante la pandemia di Covid-19. 

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