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Economia

Poste, è marchio assicurativo più forte in classifica Brand Finance

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Per il secondo anno consecutivo Poste Italiane conquista il primo posto per forza del marchio nell’ “Insurance 100”, la graduatoria mondiale del settore assicurativo stilata da Brand Finance, società leader nella valutazione economica dei brand. Poste Italiane – si legge in un comunicato – “ha ottenuto il primato nella comparazione globale tra i marchi del settore assicurativo con il punteggio di 86,2 (in aumento rispetto all’anno scorso) e il rating corrispondente di AAA sulla base della valutazione dell’indicatore di forza Brand Strength Index (Bsi), elaborato da Brand Finance per analizzare l’efficacia dell’immagine e della reputazione, la gestione e gli investimenti che influenzano il marchio, la vicinanza al cliente, la soddisfazione dei dipendenti e il ritorno economico”.

Nell’analizzare i risultati della “Insurance 100”, Brand Finance sottolinea la capacità e la forza del marchio Poste Italiane di avere successo e prosperare in diverse aree di business, mettendo in evidenza il ruolo cruciale dell’azienda nel panorama digitale nazionale e nelle vicende legate all’emergenza sanitaria: Brand Finance ricorda infatti che molte regioni italiane utilizzano la piattaforma informatica fornita gratuitamente da Poste Italiane per la gestione delle prenotazioni e la somministrazione dei vaccini, un servizio evoluto che mette a disposizione del Paese le competenze, le strutture logistiche e informatiche dell’azienda.

“La conferma della leadership mondiale di Poste Italiane per la forza del marchio dimostra ancora una volta la crescita assoluta della reputazione internazionale del Gruppo e la sua capacità di influenzare le scelte economiche e finanziarie degli stakeholder – commenta l’a.d. Matteo Del Fante -. Il prestigioso risultato riflette la qualità e l’affidabilità della nostra offerta di servizi e prodotti e ci rende particolarmente orgogliosi perché basato anche sul riconoscimento del ruolo decisivo di Poste Italiane per il sistema Paese, del suo contributo alla modernizzazione e dell’impegno durante la pandemia che ne ha rafforzato l’immagine di azienda di riferimento essenziale per i cittadini, le imprese e le istituzioni”.

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Economia

Elisa Esposito, la prof di corsivo su TikTok: “Colpa vostra se guadagnate 1.300 euro al mese”

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Lo sfogo contro gli haters dell'influencer in un video sui social

Una frase di Elisa Esposito, la ‘prof di corsivo’ su TikTok, scatena la polemica. “Se voi guadagnate uno stipendio normale, 1.300 euro al mese, la colpa è vostra. Non è mia” dice in un video replicando agli haters. Uno di loro le aveva scritto ‘ma vai a lavorare’ e fa infuriare gli utenti social. “Dietro questo genere di commenti io ci vedo tanta cattiveria, ma soprattutto tanta invidia”. “Ovviamente con tutto il rispetto per chi guadagna questi soldi, perché io in primis sono nata e cresciuta e vivo ancora con i miei genitori che hanno un lavoro umilissimo. Per non parlare di chi dice che è colpa dell’Italia ‘che non andrà mai avanti’. La colpa non è di nessuno se non di voi stessi. Siete voi che decidete il vostro percorso di studi e di vita”.

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Economia

Caltagirone: “Cambiare la legge di successione”

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Un problema analogo, questa volta riguardo al caso della successione per i maggiorenni adottati, l'ha affrontato la magistrata Alessandra Gatto mettendo in luce l'esistenza di un vuoto legislativo. Gassani (matrimonialisti): "La legge non tiene conto dei figli nati dopo l'adozione di un maggiorenne". Autorità garante infanzia: "Adottante decida su revoca adozione maggiorenne se sopravviene figlio"

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Va cambiata la legge di successione. A lanciare il messaggio è stato Francesco Gaetano Caltagirone nell’incontro tenuto ieri al Festival dell’Economia di Trento su “Capitalismo familiare, internazionalizzazione e ruolo delle banche”. “Un figlio può essere un imprenditore o solo un ricco”, il ragionamento dell’imprenditore, secondo cui, proprio per questo andrebbero cambiate le regole del gioco, “riviste e abbassate le quote obbligatorie”, così, una volta assicurato agli eredi “un livello di patrimonio che garantisca il benessere”, il resto dovrebbe “essere consegnato nelle mani del migliore”.

Un problema analogo, questa volta riguardo al caso della successione per i maggiorenni adottati, l’ha affrontato la magistrata Alessandra Gatto, esperta in diritto di famiglia, nel suo testo, pubblicato da Giuffrè editore, “La sopravvenienza di figli successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione di persona maggiorenne – Tutela del superiore interesse dei minori sopravvenuti e prospettive di riforma”. In particolare, la giurista nel saggio definisce “auspicabile” una riforma della disciplina dell’adozione di maggiori di età che garantisca il superiore interesse dei figli minori, mettendo in luce l’esistenza di un vuoto legislativo: “Il caso della sopravvenienza di figli dell’adottante successivamente al passaggio in giudicato della sentenza di adozione non è stato disciplinato dal legislatore”.

“È indubbio che l’attuale legge sulle adozioni dei figli maggiorenni non abbia tenuto conto della questione dei figli nati successivamente all’adozione del maggiorenne”, dice l’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Ami (Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani), intervenendo sul tema sollevato dalla giurista. “È un’adozione sostanzialmente finalizzata alla conservazione del cognome e alla trasmissione del patrimonio. Ci sono stati casi in cui dopo l’adozione di un maggiorenne – spiega Gassani – il figlio minorenne sia stato ‘spiazzato’ e non abbia potuto beneficiare di quei diritti che la filiazione naturale concede, pertanto è giusto e auspicabile che il legislatore possa prevedere la revoca dell’adozione del maggiorenne in caso di nascita di figli naturali della coppia o del singolo. Ovviamente si può anche prevedere una riduzione dei diritti del figlio maggiorenne adottato o addirittura la revoca dell’adozione, che attualmente non è possibile se non nei casi previsti dalla legge”.

“Il problema posto dalla giurista Gatto e dall’avvocato Gassani è cosa succede se dopo l’adozione sopravviene un figlio e se questo figlio è danneggiato, sotto il profilo economico, dalla presenza di un fratello adottivo che magari non sarebbe stato adottato se l’adottante avesse saputo di poter avere un figlio – osserva Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – Ecco, sarebbe opportuno che il legislatore intervenisse stabilendo che la revocazione dell’adozione del maggiorenne, quando sopravviene un figlio e si pone così la necessità di tutelarlo dal punto di vista patrimoniale, non sia di diritto ma rimessa alla decisione dell’adottante”, perché “l’aspetto affettivo” fra adottante e figlio maggiorenne adottato “non va sottovalutato”.

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Da Blue Economy 142,7 mld di valore aggiunto, boom export +37,4% tra 2021 e 22

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Sono 228 mila le imprese della Blue economy che danno lavoro a quasi 914 mila persone e generano un valore aggiunto di 52,4 miliardi di euro che arriva a 142,7 miliardi se si considera l’intera filiera diretta e indiretta. Ed è un settore in significativa crescita: tra il 2022 e il 2021 la base imprenditoriale del sistema mare è incrementata dell’1,6%, le esportazioni sono cresciute del 37% e il valore diretto prodotto è aumentato del 9,2% tra il 2021 e il 2020. Sono questi alcuni dei numeri contenuti nell’XI Rapporto sull’Economia del Mare dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare OsserMare di Informare con il Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere.

“L’Economia del Mare tra componente diretta e indiretta arriva a circa 143 Miliardi di Euro quasi il 9% del complesso del valore aggiunto con una occupazione di circa 914 mila addetti”, sottolinea Antonello Testa, coordinatore nazionale di OsserMare, alla presentazione durante il 2° Summit Nazionale sull’Economia del Mare Blue Forum in corso a Gaeta. “Siamo arrivati alla undicesima edizione del Rapporto Nazionale, uno strumento sempre più evoluto che ci permette di verificare i movimenti dei mercati del Sistema Mare, fissando in modo scientifico e inequivocabile le dinamiche di questo importante macrosettore. Coerentemente con gli obiettivi di questo 2° Summit – aggiunge – il nostro contributo al piano del mare non può essere che evidenziare quanto sia importante conoscere i valori economici sempre aggiornati dell’Economia del Mare, al fine di definire lo scenario e la strategia marittima della nostra nazione”.

“Sotto molti versi la Blue Economy si è dimostrata leader di resilienza e di sviluppo nel nostro Paese”, sottolinea Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliarne, che ha aggiunto: “La pandemia ha picchiato duro in una filiera dove lo spostamento di persone e merci e la componente turistica pesano per quasi il 50%. Ma già nel 2021 la Blue Economy ha manifestato un tasso di sviluppo del valore aggiunto in termini monetari del 9,2% contro il 6,4% del dato complessivo nazionale consentendo di recuperare quasi del tutto la perdita del 2020. E le prime informazioni di cui disponiamo – continua Esposito – ci fanno prevedere un ulteriore sviluppo per il 2022, che consentirebbe di superare di quasi il 9% i livelli di prodotto del 2019, anche grazie agli andamenti particolarmente positivi di cantieristica e logistica”.

Alloggi e ristorazione spingono il valore dell’economia blu (+22,1%): a trainare il recupero del “Sistema mare”, escludendo l’impennata dell’industria delle estrazioni marine, il cui trend è stato fortemente influenzato dall’incremento esponenziale dei prezzi del gas e del petrolio, sono principalmente i servizi di alloggio e ristorazione, che hanno segnato un incremento di valore del 22,1% tra il 2021 e il 2020, seguiti dalla filiera della cantieristica, che segna un +11,7%, e dalla filiera ittica (+8%). Trasversalmente positive sono comunque le dinamiche per tutti gli altri comparti: + 5,4% le attività sportive e ricreative, +5,1% le attività di movimentazione di merci e passeggeri via mare e +0,4% le attività di ricerca, regolamentazione e tutela ambientale.

Oltre il 60% della ricchezza prodotta dal mare proviene dal Centro Sud: l’economia del mare produce un valore aggiunto di 52,4 miliardi di euro e ne attiva altri 90,3 miliardi nel resto dell’economia nel 2021. Considerando questa capacità moltiplicativa di “fare filiera”, la Blue economy arriva a generare complessivamente 142,7 miliardi di euro, l’8,9% dell’intera economia nazionale. Il valore diretto prodotto dal Sistema mare ribalta la tradizionale dicotomia Nord-Sud. Sono il Centro e il Mezzogiorno, infatti, a sviluppare il 61% della ricchezza del settore nel 2021, contro poco più del 44% dell’intera economia. In particolare, con oltre 16 miliardi di euro di valore aggiunto il Centro contribuisce per il 31,1%, mentre il Mezzogiorno, con oltre 15 miliardi di euro, pesa per il 30%. Seguono il Nord-Ovest (20,7%) ed il Nord Est (18,2%). Ma a livello regionale è la Liguria a ricoprire un ruolo di primo piano per incidenza del valore prodotto dall’economia del mare sul totale regionale (11%).

La cantieristica si conferma il settore trainante delle esportazioni, con una crescita del +40,7% nel 2022 rispetto al 2021; contro una crescita del 37,4% dell’intero export della blue economy. E per la prima volta dopo oltre un decennio, il saldo commerciale risulta positivo con un avanzo di 1,9 miliardi di euro nel 2022 a fronte di un passivo di -1,6 miliardi nel 2021. Ancora una volta a fare la differenza è soprattutto la cantieristica, che accompagna il forte incremento delle vendite verso l’estero (+2,7 miliardi di euro) con una notevole riduzione del valore delle importazioni che si attestano nel 2022, su poco più di un miliardo di euro, in calo del 58,6%.

L’economia del mare è costituita da un universo di 228mila aziende nel 2022, il 3,8% dell’intero tessuto imprenditoriale. Quasi una impresa blu su dieci è capitanata da un under 35 mentre oltre una su cinque da donne. Nel Mezzogiorno e nel Centro si concentra più del 74% delle attività imprenditoriali del Sistema mare (rispettivamente il 48,4% e il 25,9%). Il Lazio è la prima regione in Italia per numero delle aziende blu con 35.241 unità, seguita da Campania (32.449) e Sicilia (28.640). Mentre in termini relativi, considerando l’incidenza delle imprese del mare sul totale del sistema imprenditoriale regionale, è la Liguria a collocarsi in cima alla classifica nazionale con un peso del 10,5%, avanti a Sardegna (7,2%) e Sicilia (6,0%).

Dal punto di vista settoriale, poco meno della metà delle aziende blu, il 47,8% con precisione, opera nel settore dei servizi di alloggio e ristorazione. A grande distanza le attività sportive e ricreative con 34.363 imprese (il 15,1%) e la filiera ittica con 33.242 imprese (il 14,6%) tallonata dalla cantieristica con 28.583 imprese (circa il 12%).

Il Sistema mare ha dimostrato di sapere reagire meglio degli altri comparti alle difficoltà e il tessuto imprenditoriale ha superato con più slancio i livelli pre-Covid registrando un aumento del 4,4% nel 2022 rispetto al 2019, a fronte di un calo dell’1,2% del totale delle imprese nello stesso periodo.

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Economia

Tajani: “Blue economy deve guardare a infrastrutture, fondamentale portualità più moderna”

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“L’economia del mare deve guardare anche alle infrastrutture. Nel 2022 abbiamo fatto affari per 600 miliardi di euro, l’export rappresenta circa il 40% del nostro Pil ma se non c’è un a buona economia del mare rischiamo di non essere competitivi. Le nostre aziende sono competitive se non fanno aumentare i costi, e questo dipende anche dal sistema portuale. Una portualità più moderna è fondamentale per il sistema italiano per incentivare le esportazioni”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani intervenendo in video-collegamento al secondo Summit nazionale dell’Economia del Mare Blue Forum in corso a Gaeta.

“Il Mediterraneo diventa un ponte verso l’Africa, per favorire la crescita di quel continente che può avvenire attraverso il mare. Non possiamo pensare di trasformare la Tunisia e l’Egitto in Paesi del nord Europa, dobbiamo anche rispettare la loro identità. Noi che siamo abituati a vivere e commerciare nel Mediterraneo, dobbiamo trasformarlo in un mare di pace, se questo avviene cresce l’economia”, ha continuato il vicepremier.

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Coronavirus

Maltempo, Calderone: “Ammortizzatore unico per tutti, attenzione a subordinati, autonomi e agricoli”

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L’intervento di emergenza del governo a favore del lavoro prevederà, come già sperimentato con il Covid, la creazione di un ammortizzatore unico che consentirà alle imprese di poter fare una unica domanda
secondo un’unica tipologia e che dunque riguarderà le imprese di tutti i settori
: per ogni settore messo in protezione ci sarà dunque un’unica modalità di richiesta di risorse che velocizzerà al massimo anche la presentazione dei documenti. E’ il ministro del Lavoro, Marina Calderone, a spiegare nel corso di una conferenza stampa a Bologna, la tecnicalità del Dl alluvione dedicate alla tutela delle aziende e dei lavoratori.
Un ventaglio di interventi che tuteleranno sia i lavoratori subordinati, per i quali saranno erogati

aiuti pari a 620 milioni di euro, sia quelli autonomi, che potranno contare su un supporto pari a 200 mln di euro, che i

lavoratori agricoli.

Due le novità previste dal dl: nella platea dei lavoratori agricoli che potranno beneficiare del supporto economico, una platea che Calderone stima intorno ai 40mila soggetti, saranno inclusi anche quei lavoratori stagionali che non hanno potuto iniziare l’attività nei campi orami prossima, ad esempio per la raccolta di frutta. Per loro dunque la copertura sarà di un massimo di 90 giornate tenendo conto anche del pregresso.
E tra i beneficiari dell’intervento del governo saranno ammessi anche quei lavoratori, subordinati o autonomi, che pur lavorando fuori dalle zone colpite dal maltempo vivano comunque nelle aree alluvionate e sono impossibilitati a raggiungere la sede di lavoro. La platea dei lavoratori autonomi che rientrerebbero nel Dl potrebbero aggirarsi intorno ai 100mila.


Con questo ammortizzatore unico gestiremo l’emergenza lavoro mettendo in copertura il periodo dal 1 maggio al 31 agosto”, spiega ancora Calderone.
Toccherà all’Inps gestire tutte le procedure. ” Stiamo lavorando per definire in tempi brevissimi i moduli di accesso alle domande di cig che potranno essere presentate entro la fine del mese successivo a quello della sospensione dell’attività. Ma non metteremo alcun vincolo nella tempistica: i termini del pagamento decorreranno infatti dal momento in cui l’Inps riceverà le domande dalle aziende o dal professionista e la procedura a cui stiamo lavorando ci deve restituire tempiste molto veloci, trattandosi di uno strumento emergenziale”, prosegue il ministro

Il decreto dunque gestirà l’emergenza lavoro mettendo in copertura il periodo dal 1 maggio al 31 agosto, ribadisce, mentre per quanto riguarda il pagamento dei contributi, delle ritenute e delle altre imposte, sarà prevista dal governo una scadenza nel mese di novembre. Quanto al ‘cratere’ dei territori coperti dal decreto con cui mappare le aree soggette ad intervento Calderone ha spiegato come i confini saranno dettati “dalle ordinanze della protezione civile integrate con quelle dei comuni delle Marche e della Toscana interessati dall’alluvione”.

Sui 2 mld di impegno varati dal decreto del governo dunque, circa 900 mln saranno destinati a mettere in protezione il lavoro. “Il nostro obiettivo è avere strumenti veloci per dare risposte immediate a chi ha bisogno di certezze. Non ci possiamo permettere di perdere nemmeno un’azienda in E.Romagna ma neppure nelle Marche e in Toscana”, commenta ancora Calderone . “Si tratta di un primo intervento necessario, assolutamente indispensabili con una attenzione al lavoro in quanto tale, subordinato e autonomo allo stesso modo con una valutazione dei percorsi, strumenti e contenuti che guarderanno alla prossima ricostruzione perché è importante ripartire in tempi brevi con gli strumenti giusti. Sosteniamo infatti tutto le azioni in maniera più fluida possibile, con strumenti che potranno servire anche in un periodo di ricostruzione”,conclude.

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Economia

E-Wallet, Simoni (Fbk): “Funzionalità e sicurezza dell’app saranno testate con i cittadini”

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“Realizzeremo insieme a PagoPA una piattaforma con funzioni specifiche e profilate, per provarla sceglieremo un gruppo di cittadini con competenze digitali diverse, compreso chi non sa nulla di digitale, in modo da far emergere subito i problemi”. Così Andrea Simoni, segretario generale della Fondazione Bruno Kessler, ha spiegato i prossimi passi nella realizzazione dell’e-wallet italiano al panel “Il wallet europeo: una scelta strategica per l’Italia”, nell’ambito della 18esima edizione del Festival dell’Economia di Trento.

“Questi test — ha aggiunto Simoni — ci servono per verificare sia la funzionalità che la sicurezza, che è fondamentale e va affrontata all’inizio del progetto e non ex post, quindi avvieremo dei test automatici per mantenere un livello di sicurezza adeguato man mano che svilupperemo il sistema, infine lo porteremo in sede europea dove sarà confrontato con altre esperienze simili fatte negli altri Stati membri”.

Il wallet europeo è un progetto digitale di integrazione che permetterà ai cittadini di utilizzare i servizi offerti da operatori pubblici e privati in tutta Europa. Servirà a fornire prova dell’identità personale, firmare documenti o acquistare farmaci in qualunque parte dell’Unione. In questa fase si stanno definendo le specifiche del progetto e non è chiaro quando inizierà la parte operativa, sulla quale deciderà collegialmente la Commissione europea.

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Economia

Ponte Messina, Salvini: “Sviluppo senza precedenti per infrastrutture e imprese”

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Il ponte sullo stretto di Messina sarà “un ponte che permetterà alle infrastrutture, alle imprese e alle aziende e alla portualità italiana di avere uno sviluppo senza precedenti che si inserisce in un contesto di investimenti pari a 11 miliardi per il potenziamento ferroviario tra Palermo e Messina. L’importante è che il mare unisca, come il ponte unirà”. Lo ha detto Matteo Salvini, il ministro delle infrastrutture e dei trasporti intervenendo al secondo Summit nazionale dell’Economia del Mare Blue Forum che si sta svolgendo a Gaeta.

“Il tema del mare è centrale, così come quello dell’aria. Che non ci sia un’ideologia green contro lo sviluppo e l’industria, che arriva all’assurdo di penalizzare le economie e le aziende e mobilità più sostenibili”, ha continuato Salvini.

“Le aziende italiane sono all’avanguardia sulla sostenibilità” ha sottolineato il ministro specificando come la transizione ecologica abbia “bisogno dei suoi tempi” e che non bisogna accelerarla “a colpi di tasse”. “Io penso che alla fine di questi 5 anni l’Italia possa vivere una rivoluzione economica, infrastrutturale, culturale e sociale che forse dobbiamo tornare al secondo dopoguerra per avere uno sviluppo simile”, ha commentato Salvini.

“Stiamo lavorando a una riforma della legge sui porti che rimetta anche l’Art, l’Autorità della regolamentazione dei trasporti al suo giusto ruolo. Ci sono tematiche europee che stiamo seguendo passo passo. L’obiettivo è quello di rendere strutturale gli interventi di marebonus e ferrobonus che non siano una tantum ma abbiano continuità”, ha aggiunto il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti.

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Economia

E-Wallet, Fatarella (PagoPa): “Firma elettronica qualificata funzione chiave del sistema”

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“Tra le funzionalità chiave della bozza della normativa europea sull’e-wallet c’è la firma elettronica qualificata gratuita per tutti, un servizio che noi forniamo già da qualche settimana”. Così Maurizio Fatarella, direttore generale di PagoPA S.p.A., è intervenuto al Festival dell’Economia di Trento al panel “Il wallet europeo: una scelta strategica per l’Italia”.

“L’app IO, creata e gestita da PagoPa, è stata individuata sia come modello per la definizione dello standard di wallet internazionale sia per la realizzazione del portafoglio digitale nazionale. Noi siamo nati come Wallet — ha sottolineato Fatarella — gestiamo 13 milioni di carte, nel 2022 abbiamo processato 32 milioni di transazioni, tutte in app: con questi numeri contribuiremo a far scalare il wallet in Italia”.

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Economia

Mare, Musolino: “Un’Italia forte con politiche concrete ci proietta nel Nord Africa”

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“Un Italia forte all’interno all’interno di un Mediterraneo forte con politiche del mare degne e concrete è utile anche per l’Ue e soprattutto si proietta verso i Paesi del Nord-Africa come il Paese ideale per essere un elemento di sviluppo”. Lo ha detto Pino Musolino presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale e di MedPorts, intervenendo con un video messaggio al Summit nazionale sull’economia del mare Blue Forum, che si svolge a Gaeta.

“Per molto tempo – ha aggiunto Musolino – le politiche del mare non sono state poco considerate o addirittura trattate in maniera secondaria. L’attenzione crescente con anche la creazione di un ministero ci dimostra che le cose stanno prendendo una piega differente. Un Paese che vanta 8500 Km di coste che è al centro del Mediterraneo non può trattare il tema come secondario”.

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Economia

Caltagirone: “Capitalismo familiare è nodo passaggio tra generazioni”

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"C'è bisogno di guardare alle nostre norme successorie"

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Il capitalismo familiare “è una peculiarità del nostro Paese” caratterizzato da “un senso della famiglia fortissimo” e dall’obiettivo della “continuità, che però in una certa misura impedisce l’aggregazione” tra imprese sul modello di quelle che in Usa hanno dato vita a giganti come la Ford. E’ la riflessione che arriva dal presidente del gruppo Caltagirone Francesco Gaetano Caltagirone, intervenuto ieri al Festival dell’economia di Trento al panel dedicato a ‘Capitalismo familiare, internazionalizzazione e ruolo delle banche’ con la presenza del presidente di Intesa-San Paolo Gian Maria Gros Pietro.

Vantaggio di questo modello in un momento in cui “il mondo cambia più rapidamente del solito e vediamo che i grossi complessi faticano ad aggregarsi” è che “l’imprenditore familiare si adegua con enorme rapidità e qua – prosegue Caltagirone – il problema è il passaggio da una generazione all’altra che è il vero problema del nostro capitalismo familiare. Un figlio può essere un imprenditore o un ricco: è la voglia di fare e la cultura che li differenzia. Fare l’imprenditore costa sacrificio e quando non si possiede nulla è una cosa ma se si ha un patrimonio e si decide di sacrificarsi cioè di continuare a fare impresa c’è qualche traguardo che si vuole raggiungere”, riflette il presidente del gruppo secondo il quale “è importante che questa società faccio l’applauso a chi si sacrifica e ha successo”.

“Il secondo problema è quando c’è una pluralità di eredi che qualche volta impedisce una successione ordinata” spiega ancora Caltagirone ricordando che da Augusto a Settimio Severo gli imperatori romani tranne in pochissimi casi venivano adottati. “La nostra legge di successione dando quote” obbligatorie a ciascuno erede “impedisce questo. L’impresa ha una funzione sociale e una volta rassicurato l’erede con un livello di sicurezza del benessere il resto dovrebbe essere concentrato nelle mani del migliore altrimenti” per guidare l’impresa “tra eredi scelgono spesso il più malleabile”. Insomma “c’è bisogno di guardare alle nostre norme successorie”. Proprio per il “contenuto sociale” insito nell’azienda bisognerebbe “fare in maniera che la quota disponibile sia ampliata”.

“Le offerte molto importanti dei fondi possono diventare un incentivo a cedere la maggioranza dell’azienda ma “la proprietà ha una sua funzione sociale, è quello che ha reso differente il sistema occidentale dal sistema sovietico: il ruolo della proprietà ha permesso di surclassare l’altro sistema che è collassato. Se io tolgo dall’azienda certe decisioni della proprietà allora arriviamo alla società sovietica dove i manager facevano tutto quello che volevano”, il monito del presidente del gruppo Caltagirone. “Quando un manager si vuole scegliere l’azionista c’è un problema” avverte.

Occorre guardare con attenzione al ruolo dei fondi nelle società che possono dare luogo a “una inversione tra finanza e produzione”, la riflessione. Questo avviene “quando si passa ai fondi che vogliono tirare fuori soldi dalla produzione reale: è la finanza che diventa il punto centrale e non la produzione dei beni. Mentre la finanza come servizio ha una funzione questa è una inversione, io non faccio il profeta ma mi sembra pericoloso”.

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