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Comunicazione dall’Ufficio Legale Centrale del Sovrano...
Comunicazione dall’Ufficio Legale Centrale del Sovrano Stato Antartico di San Giorgio
In riferimento ai fatti di Catanzaro, per cui veniva esibita la fotografia di una targa riguardante la rappresentanza dello Stato di San Giorgio per la Regione Calabria, dall’Ufficio Legale Centrale del Sovrano Stato Antartico di San Giorgio riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato:
L’Ufficio Legale Centrale del Sovrano Stato Antartico di San Giorgio
PREMESSO
- che la fondazione e l’organigramma del Sovrano Stato Antartico di San Giorgio sono state comunicate ai terzi tramite le gazzette ufficiali della Regione Siciliana n. 42/2011 pag. 23 e n. 39/2012 pagine 10, 11 e 12;
- che Il Sovrano Stato Antartico di San Giorgio è un soggetto di diritto internazionale, con la qualifica di Stato indipendente, entro i confini compresi tra il Polo Sud ed il 60° Sud di latitudine e contenuti tra la longitudine 135° Ovest e la longitudine 141° Ovest, conformemente all’ accertamento dichiarativo della sentenza arbitrale, iscritta al n. 2/2013 del Registro Generale della Corte Europea di Giustizia Arbitrale di Ragusa, pronunciata, in data 31 gennaio 2013, dal Tribunale Civile Internazionale – Organo Permanente della Corte Europea di Giustizia Arbitrale di Ragusa, resa esecutiva, nel territorio della Repubblica Italiana, dal Presidente della XII Sezione Civile del Tribunale Ordinario di Napoli, con Decreto del 5 marzo 2014 n. 915/2014 di Ruolo Generale della Volontaria Giurisdizione;
- che Il Sovrano Stato Antartico di San Giorgio è stato riconosciuto soggetto di diritto internazionale, con la qualifica di Stato indipendente, dalla Comunità Economica degli Stati dell’ Africa Occidentale (ECOWAS), conformemente all’accordo sottoscritto, tra le Parti, in Abuja (Nigeria), in data 28 maggio 2019. Un originale di detto accordo è stato inserito nel brevetto notarile n. 2940 rogato, in data 26 giugno 2019, dal Notaio Francesco Adami di Lugano (Svizzera);
- che l’istituzione dell’Ufficio di Rappresentanza dello Stato di San Giorgio per la Calabria è stato comunicato al Ministero Italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, con pec del 20 Agosto 2020 e con raccomandata del 12 novembre 2020 n°15377728555-6. L’avviso di ricevimento porta la data del 19/11/20;
COMUNICA
- In riferimento ai fatti di Catanzaro per cui veniva esibita la fotografia di una targa riguardante la rappresentanza dello Stato di San Giorgio per la Regione Calabria dando notizia che si sarebbero trovati, nella detta sede, stupefacenti e individui arrestati, osando denominare lo Stato come “fantomatico”, che quanto scritto non risponde a verità, in quanto sono state diffuse notizie false e non veritiere con enorme danneggiamento dell’immagine e della serietà dello Stato di San Giorgio, che esiste dal 2011 e che nulla ha a che fare con la detenzione di sostanze stupefacenti da parte di due disoccupati che, in passato, hanno lavorato in Francia.
- Si evidenzia che nel decreto di scarcerazione emesso, in data 30 Aprile 2021, dal Tribunale di Catanzaro, prima sezione penale, in persona della dott.ssa Maria Cristina Flesca, non risulta chiamato in causa l’Ufficio di Rappresentanza della Repubblica Teocratica del Sovrano Stato Antartico di San Giorgio per la Regione Calabria.
- Il Decreto del Presidente del Tribunale di Catanzaro ha stabilito, nelle sue motivazioni, che le sostanze stupefacenti erano tenute e conservate nell’abitazione, e in un terreno viciniore, dei predetti due disoccupati.
- L’Ufficio Legale Centrale del Sovrano Stato Antartico di San Giorgio chiede la immediata rettifica agli organi di stampa con gli stessi caratteri utilizzati per denigrare lo Stato di San Giorgio.
- Si avvisa che, in caso di mancata rettifica da parte della stampa sui fatti di Catanzaro, che deve avvenire in via immediata, lo Stato di San Giorgio si riserva di chiedere, nelle forme di Legge, ogni risarcimento dei danni subiti per avere associato allo stesso l’incresciosa vicenda degli arrestati di Catanzaro e per avere usato l’espressione “fantomatico” riferita alla Repubblica Teocratica del Sovrano Stato Antartico di San Giorgio.
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L’Arte di modellare il tessuto: Luca Giannola e...
A cura di Pierluigi Panciroli – Foto di Fabrizio Romagnoli, Tonio De Carlo e Axel Blackmar.
Luca Giannola, un talentuoso scultore di abiti e maestro di moulage incrocia la meticolosa maestria artigianale con la creatività e estrosità dell’alta moda. Questa tecnica artigianale prevede la creazione diretta di capi sul manichino o sul corpo.
La sua storia ha inizio dalle affascinanti esperienze nelle botteghe delle zie a Benevento fino alle prestigiose passerelle delle Fashion Week internazionali.
Tra radici famigliari ed uno stile distintivo
Il percorso di Luca è un viaggio intimo che trova radici profonde nelle origini familiari, in particolare nelle preziose lezioni apprese dalle sue zie e dalla madre sarta. Crescendo in questo affascinante mondo, la moda è diventata parte del suo DNA, tanto da influenzare la sua scelta di iscriversi al liceo artistico, dove ha imparato la scultura.
Dopo un periodo a Milano, studiando fashion design e accumulando esperienze come assistente stylist e coordinatore di centri di creazione moda, Luca ha avvertito un crescente avvicinamento all’ambiente della moda. La sua identità di “designer” trova il suo vero sé a Bologna.
Dal moulage alla passerella
È proprio a Bologna che il suo stile ha preso forma definitiva. Collabora con un noto couturier per abiti da sposa e da vita alle sue prime opere di “moulage“, riportando, così, in vita il suo spirito di studente-scultore. Questa tecnica ha rappresentato un risveglio artistico e un ritorno alle sue radici creative. Con la sua straordinaria maestria, Luca ha aperto nuove prospettive nel campo della moda evidenziando come questa possa trasformare l’abbigliamento in una vera e propria forma d’arte. La sua singolare fusione di tessuti, forme e colori crea una sinfonia visiva senza precedenti.
Questo suo nuovo stile innovativo e distintivo ha attirato l’attenzione di appassionati di moda, stilisti e criticipermettendogli di guadagnarsi un posto di rilievo nell’industria della moda.
Oggi, Luca Giannola si descrive come uno “scultore di abiti”. Il suo approccio unico e la chiarezza della sua identità creativa lo hanno reso una figura rispettata nelle Fashion Week, dove organizza con passione le sue sfilate a Milano e Parigi.
Il tema del genderfluid trova spazio nelle sue creazioni, sottolineando il suo desiderio di esplorare nuove prospettive e sfide nella moda contemporanea. Luca Giannola è un esempio di come la costruzione di un’identità chiara e autentica possa aprire porte inaspettate e creare connessioni significative nel mondo della moda.
Il suo approccio alla Body Positivity
Luca Giannola, esperto docente di storia e progettazione della moda presso l’Istituto Rubbiani e la Scuola Moda Cesena, ha innovato l’approccio educativo introducendo la sua tecnica di modellare il tessuto. La sua visione è emersa durante le lezioni con le studentesse più giovani, in un periodo spesso delicato dell’adolescenza. Attraverso sperimentazioni creative, ha cercato di esplorare le silhouette femminili reali, coinvolgendo le aspiranti designer nel processo creativo. Queste iniziative hanno affrontato temi sensibili, come i disturbi alimentari, con l’obiettivo di favorire una percezione più sana del proprio corpo.
L’approccio di Giannola, oltre a trasmettere competenze nella progettazione di abiti, promuove una cultura della consapevolezza e del rispetto per la diversità delle forme corporee. Il suo impegno ha ottenuto riconoscimenti anche in ambito medico e scientifico, portandolo a collaborare con Ananke, un network di aiuto per coloro che vivono situazioni difficili legate al cibo.
Estendendo la sua influenza anche a case-famiglia, Giannola ha organizzato incontri leggeri e creativi incentrati su tessuti e drappeggio. La sua iniziativa di uno shooting di moda con le studentesse ha celebrato la bellezza autentica e naturale dei corpi femminili. Un approccio educativo che va oltre la moda e contribuisce alla formazione di individui consapevoli e sicuri di sé.
Nel contesto della Fashion Week, precisamente al Salon desMiroirs nel cuore di Parigi ho avuto l’onore d’incontrare Luca al fine di conoscere meglio un artista unico nel suo genere.
Ciao Luca, grazie per concedermi la possibilità di questa intervista. L’ambiente familiare, nello specifico le zie e la mamma sarta hanno contribuito molto alla tua formazione. In che modo le lezioni apprese e l’ambiente creativo locale hanno influenzato la tua visione artistica, diventando parte integrante del tuo DNA?
Ciao Pierluigi, intanto grazie a te per avermi dato la possibilità di fare questa intervista. Credo che la fortuna di essere nato in una famiglia di creativi, specie riferendomi alle mie zie e mia madre, siastato un terreno base fondamentale, su cui piantare e coltivare tutto ciò che ho imparato “giocando” innanzitutto. Ciò che le zie facevano infatti, lo ricreavo a mio modo sulle bambole delle mie sorelle e da grande ho scoperto che questo non era altro che fare moulage.
Quali sono i dettagli e gli elementi distintivi della singolare fusione di tessuti, forme e colori nelle tue creazioni che hanno attirato l’attenzione di appassionati di moda, stilisti e critici?
Credo che ogni appassionato di moda, o addetto ai lavori, sia colpito da fattori differenti. C’è chi rimane affascinato dalla comodità dei capi nonostante siano complessi nella struttura, chi dalla fusione dei tessuti a volte in contrasto tra loro, pur risultando idonei nel fondersi, chi del “fatto a mano” in un ‘epoca in cui a volte rischiamo di dimenticarne l’importanza e la bellezza.
In che modo hai integrato il tema del gender fluid nelle tue creazioni e come questo si riflette nella tua volontà di esplorare nuove prospettive nella moda contemporanea?
La mia interazione col gender fluid è davvero una minuscola parte per il momento. Una sfida che mi ha visto coordinatore di una linea realizzata con giovani designer, il che mi ha fatto capire che posso dare spazio ad un tema così attuale ed affascinante, anche nelle mie capsule, poiché i capi scultura a volte possono essere trasversali rispetto alle canoniche silhouette moda, ed in parte essere indossate senza distinzione di genere, ma ho ancora molto da lavorare su questo tema.
Hai affrontato temi sensibili come i disturbi alimentari, come hai contribuito a favorire una percezione più sana del corpo tra le giovani aspiranti designer, il concetto della Body Positivity?
Ho sempre cercato di portare ciò’ che sono in tutti i progetti, perciò anche la mia sensibilità. Con alcuni gruppi di studentesse abbiamo lavorato accuratamente su disegni di corpi riferiti a forme diverse dallo stereotipo moda. Abbiamo progettato per ogni silhouette con giochi di forme e colori creando equilibrio ed armonia, spesso immedesimandosi nelle forme stesse di quei corpi. È stato un lavoro pieno di soddisfazioni.
Il moulage quindi va oltre la moda, celebra la bellezza autentica e naturale dei corpi femminili. Pensi che possa avere uno spazio in un contesto medico-scientifico?
Quando mi approccio ad un tema delicato, che non vede come protagonista solo la moda ma l’aspetto emotivo, cerco di essere il più possibile cauto confrontandomi con persone che hanno strumenti specifici riguardo alcune tematiche. Il confronto è necessario e sostengo che sia importante poter sviluppare un legame (laddove sia possibile) tra moda e ambito medico scientifico.
L’esperienza della Fashion Week come ti ha arricchito e quale può essere, secondo te, la percezione e l’accoglienza di questa tecnica da parte degli stilisti e dei designer in una visione futuristica?
Mi sento fortunato perché grazie al Alwaysupportalent, che come ben sai sostiene tanti designer, ho avuto uno spazio durante eventi legati alle fashion week, facendo conoscere non solo le mie capsule, ma la mia personalità, il modo di essere, e nel mio piccolo poter dare un messaggio. Come spesso dico, il moulage non è qualcosa che abbiamo inventato oggi, ma una tecnica naturale usata fin dalle civiltà antiche. Credo che ogni designer, pur conservando e sviluppando la propria identità, può ricordarne l’importanza, sapere quanto sia necessario che l’abito si adatti al corpo e non il contrario.
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Come Ottenere CFU e Certificazioni Riconosciute
L’importanza dei Crediti Formativi Universitari (CFU) e delle certificazioni professionali si manifesta chiaramente nel contesto accademico e lavorativo attuale. Questi elementi rappresentano non solo un’indicazione del percorso educativo e delle competenze acquisite da uno studente, ma offrono anche opportunità significative di crescita professionale.
I CFU sono un elemento chiave del sistema universitario, che permette di quantificare il lavoro dello studente, includendo lezioni, studio individuale, tirocini, e altre attività formative. Avere un numero adeguato di CFU è fondamentale per il completamento di un corso di studi universitario, ma il loro valore va oltre. Essi, infatti, possono arricchire il curriculum, dimostrando non solo il raggiungimento di specifici traguardi accademici, ma anche un impegno costante nel proprio percorso formativo.
Parallelamente, le certificazioni professionali riconosciute offrono un ulteriore strumento per distinguersi nel mercato del lavoro. Queste certificazioni attestano la competenza in specifici ambiti professionali, da quelli tecnologici a quelli linguistici, dalla gestione aziendale alla salute e sicurezza. Il loro riconoscimento a livello professionale significa che possono aprire le porte a nuove opportunità di carriera, migliorando le possibilità di occupazione o di avanzamento.
La combinazione di CFU e certificazioni professionali nel proprio background formativo e professionale rappresenta quindi una strategia efficace per migliorare le proprie prospettive di carriera. La capacità di dimostrare un impegno costante nell’apprendimento e nello sviluppo di nuove competenze è sempre più valutata da datori di lavoro e istituzioni. In questo contesto, comprendere come ottenere CFU e certificazioni riconosciute diventa cruciale per chiunque sia interessato a costruire un profilo professionale competitivo e aggiornato.
Comprensione dei CFU
I Crediti Formativi Universitari (CFU) rappresentano un’unità di misura essenziale nel sistema educativo superiore italiano. Questi crediti riflettono la quantità di lavoro, inclusi studio individuale e partecipazione a lezioni, che uno studente deve compiere per completare un determinato corso di studi universitario. Per gli studenti universitari, i CFU sono fondamentali perché determinano il progresso verso il conseguimento della laurea. Per gli ordini professionali, i CFU acquisiti in specifici ambiti di studio possono essere necessari per l’accesso o la permanenza nell’ordine stesso.
Nelle università italiane, i CFU vengono assegnati seguendo criteri ben definiti, che garantiscono l’uniformità e la trasparenza del processo valutativo. Ogni corso di studio richiede il raggiungimento di un numero specifico di CFU, calcolati in base alle ore di impegno previste per le attività didattiche, laboratoriali, di tirocinio e di studio personale. In media, un CFU corrisponde a 25 ore di lavoro dello studente, con variazioni a seconda del tipo di attività formativa. La comprensione approfondita di come i CFU vengono assegnati e calcolati è cruciale per gli studenti, permettendo loro di pianificare efficacemente il proprio percorso accademico e professionale.
Panoramica delle Certificazioni Riconosciute
Le certificazioni professionali riconosciute nel mercato del lavoro coprono una vasta gamma di settori, da quelli tecnologici a quelli linguistici, dalla gestione aziendale alla salute e sicurezza. Queste certificazioni attestano la competenza e le abilità specifiche acquisite attraverso studi, corsi professionali o esperienze lavorative. A differenza delle certificazioni accademiche, che sono legate al conseguimento di titoli di studio presso istituzioni educative e universitarie, le certificazioni professionali si focalizzano su competenze pratiche e tecniche direttamente applicabili nel contesto lavorativo. Mentre le prime dimostrano il completamento di un percorso di studi, le seconde certificano l’idoneità a svolgere specifiche mansioni o professioni secondo standard riconosciuti a livello nazionale o internazionale. Questa distinzione è fondamentale per i professionisti che intendono migliorare la propria posizione nel mercato del lavoro o accedere a nuove opportunità professionali.
Ottenere CFU attraverso Attività Extracurriculari
L’ottenimento di CFU attraverso attività extracurriculari offre agli studenti l’opportunità di arricchire il proprio percorso formativo al di fuori del tradizionale contesto accademico. Tra queste attività si annoverano stage, tirocini, laboratori pratici e corsi di lingua, che permettono di acquisire competenze pratiche e di approfondire conoscenze in specifici ambiti di interesse. Per il riconoscimento di queste attività come crediti formativi universitari, è essenziale avvicinarsi all’università con una chiara comprensione delle proprie esigenze e degli obiettivi di apprendimento. Gli studenti dovrebbero consultare il regolamento didattico della propria facoltà per verificare quali attività extracurriculari sono ammissibili e quali procedure seguire per la loro convalida. Spesso, è necessario presentare una documentazione dettagliata dell’attività svolta, inclusi gli obiettivi di apprendimento raggiunti e l’impegno orario complessivo. Approcciare l’università con preparazione e documentazione adeguata è fondamentale per facilitare il processo di riconoscimento dei CFU.
Certificazioni Professionalmente Riconosciute
Le certificazioni professionalmente riconosciute giocano un ruolo cruciale nell’avanzamento di carriera in numerosi settori. Nel campo dell’IT, certificazioni come Cisco (CCNA) o Microsoft (MCSE) dimostrano competenze specifiche nell’ambito delle reti e dei sistemi. Nel settore della gestione aziendale, le certificazioni Project Management Professional (PMP) o Lean Six Sigma offrono riconoscimento delle capacità di gestione progetti e ottimizzazione dei processi. Le certificazioni linguistiche, come il TOEFL o l’IELTS, sono invece fondamentali per attestare il livello di conoscenza di una lingua straniera, requisito spesso richiesto in contesti internazionali.
Scegliere la certificazione giusta richiede un’analisi del proprio percorso di carriera e degli obiettivi professionali. È importante valutare il riconoscimento della certificazione nel proprio settore, la sua rilevanza per le future aspirazioni lavorative e il ROI (ritorno sull’investimento) in termini di tempo e risorse economiche. Informarsi sulle tendenze del mercato e consultare professionisti del settore può fornire ulteriori insight per una scelta informata. Questo approccio consente di mirare a certificazioni che non solo arricchiscono il proprio profilo professionale ma aprono anche concrete opportunità di avanzamento.
Preparazione per le Certificazioni
La preparazione per gli esami di certificazione richiede un approccio metodico e organizzato. Iniziare con un’analisi dettagliata del syllabus dell’esame è fondamentale per comprendere le aree tematiche su cui concentrare lo studio. Stabilire un piano di studio personalizzato, che includa sia la revisione dei concetti teorici sia la pratica attraverso esercizi e simulazioni d’esame, può aumentare significativamente le possibilità di successo.
Per quanto riguarda le risorse consigliate per lo studio, i manuali ufficiali di certificazione rappresentano una fonte primaria di informazioni accurate e aggiornate. Inoltre, i corsi online e i webinar offrono la possibilità di apprendere direttamente da esperti del settore, con il vantaggio aggiunto di poter interagire per chiarire dubbi e condividere esperienze con altri candidati. Tra le risorse disponibili, i Corsi Accreditati per crediti CFU di UniFormare si distinguono per la loro qualità e per il riconoscimento accademico, offrendo una preparazione mirata non solo al superamento delle certificazioni ma anche all’acquisizione di CFU validi per il percorso universitario. La scelta delle risorse giuste è un passo decisivo verso la preparazione efficace per gli esami di certificazione.
Strategie per Massimizzare il Valore di CFU e Certificazioni
Integrare CFU e certificazioni nel proprio percorso accademico e professionale richiede una pianificazione strategica. È essenziale scegliere certificazioni che non solo siano riconosciute nel proprio settore di interesse, ma che possano anche essere valorizzate in termini di CFU dall’istituzione accademica frequentata. Questo approccio permette di ottimizzare il tempo e le risorse investite, garantendo che ogni attività formativa contribuisca concretamente al proprio sviluppo professionale.
La formazione continua e l’aggiornamento professionale sono elementi chiave in questo processo. Il mondo del lavoro è in costante evoluzione, e mantenere le proprie competenze aggiornate è fondamentale per rimanere competitivi. Partecipare a corsi, seminari, e workshop non solo fornisce nuove conoscenze e abilità, ma può anche offrire CFU aggiuntivi, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi accademici e professionali.
Incorporare le certificazioni nel proprio curriculum dimostra un impegno verso l’eccellenza e la professionalità, sottolineando la propria dedizione alla crescita personale e allo sviluppo di competenze sempre più richieste nel mercato del lavoro. La chiave del successo risiede nella capacità di selezionare opportunità formative che siano sia strategiche che rilevanti per il proprio percorso.
Conclusione
In sintesi, ottenere CFU e certificazioni riconosciute richiede comprensione, pianificazione e dedizione. I passaggi chiave includono la valutazione delle proprie esigenze accademiche e professionali, la scelta di attività extracurriculari e certificazioni pertinenti e l’adozione di una strategia di studio efficace. Sfruttare queste opportunità non solo arricchisce il proprio curriculum, ma apre anche porte verso nuove possibilità di carriera. È dunque fondamentale approcciare questo percorso con serietà e proattività, sfruttando ogni risorsa disponibile per il proprio sviluppo professionale. L’incoraggiamento finale è di non lasciarsi sfuggire l’occasione di migliorare le proprie competenze attraverso CFU e certificazioni, poiché rappresentano strumenti preziosi per il progresso nella propria carriera.
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Violenze sugli animali, a Milano la manifestazione a favore...
“Metter fine alla sostanziale impunità di cui godono gli autori anche dei più crudeli e ripugnanti delitti contro gli animali”. Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, sintetizza così il significato della sua proposta di legge AC30, a favore della quale, oggi, a Milano, si è tenuta la manifestazione “La legge ignora gli animali”.
Centinaia e centinaia i partecipanti al corteo che ha attraversato le vie di Milano, dai bastioni di Porta Venezia a piazza della Scala. Una manifestazione senza bandiere di partito, che non ha inteso dare rilievo neppure alle sigle delle associazioni animaliste, per evidenziare la natura spontanea e popolare della protesta contro le violenze sugli animali e del sostegno alla pdl AC30 dell’on. Brambilla. Volontari, attivisti, famiglie, comuni cittadini con i loro amici a quattro zampe hanno accompagnato gli striscioni con le scritte che, tutte, esortavano ad approvare la riforma proposta dalla paladina degli animali: “No alle violenze sugli animali, sì a pene più severe”; “Aron, Grey e gli altri chiedono giustizia”; “In carcere chi maltratta e uccide gli animali”.
Infatti l’approvazione della pdl 30 realizzerebbe una vera e propria svolta, innanzitutto perché andrebbe a punire i reati a danno degli animali e non, come dice l’attuale titolo del codice penale, i reati contro “il sentimento di pietà” che verso gli animali nutrono gli uomini, ma specialmente perché innalza i minimi e i massimi edittali delle pene per il maltrattamento (1-5 anni sempre accompagnati da pena pecuniaria) e l’uccisione con crudeltà e senza necessità (2-6 anni con pena pecuniaria) in modo tale da rendere possibile che i responsabili almeno dei fatti più gravi vadano in carcere (esito oggi escluso) sia nella fase preliminare, sia per effetto della sentenza passata in giudicato. Non solo: la proposta include l’abbandono tra le condotte di maltrattamento, quindi con pene notevolmente inasprite. Prevede una serie di aggravanti che concretamente si riscontrano negli episodi, purtroppo sempre più frequenti, di cui parlano le cronache: ad esempio se il fatto è commesso alla presenza di minori o se ne vengono diffuse foto e riprese su internet. Introduce il reato di diffusione di esche e bocconi avvelenati a danno della salute pubblica e degli animali. In ossequio alla normativa europea, infine, la pdl stabilisce pene adeguate per chi uccide animali di specie protetta, cagiona loro lesioni o ne compromette l’habitat. Ad oggi questi comportamenti sono puniti come semplici contravvenzioni.
“Con questa proposta – spiega l’on. Brambilla – vogliamo dare seguito alla riforma costituzionale approvata nella scorsa legislatura, di cui sono stata promotrice e che introduce nella Carta, tra i principi fondamentali, quello della tutela degli animali, affidando al legislatore il compito di indicarne forme e modalità. Le norme che propongo metterebbero fine alla sostanziale impunità di cui godono gli autori anche dei reati più crudeli e ripugnanti. Che non sia un argomento di serie B per la politica è provato dall’indignazione di milioni di italiani che si esprime sui social e non ultimo dalla mobilitazione di oggi”.