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Cronaca

Covid Italia, oltre 300 morti in 7 giorni. “Anziani...

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Covid Italia, oltre 300 morti in 7 giorni. “Anziani non vaccinati e fragili”, ecco chi sono

Crescono i decessi per il virus nel nostro Paese, gli esperti tracciano un identikit delle vittime. Bassetti: "In molti non hanno fatto richiami". Clementi: "E' ancora aggressivo con fragili e over 70". Pregliasco: "Negare la gravità del Coronavirus fa danni". Lopalco: "Protesti chi non trova le dosi"

Medici in reparto Covid (Fotogramma)

Oltre 300 morti Covid, in Italia, nell'ultima settimana. Quasi 900 in un mese. Come mai i numeri sono tornati così alti? "Di decessi realmente legati al Covid io personalmente ne ho visti molto pochi - risponde all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova - e si tratta di pazienti che non avevano fatto alcuna dose di vaccino, avevano anche altre patologie importanti e soprattutto un'età significativa. Sto parlando di persone di 70-80 anni che magari avevano deciso di non vaccinarsi, sono arrivati in ospedale e hanno avuto delle complicanze. Questo è l'identikit del vero paziente Covid oggi in ospedale: età media 85 anni e ultima dose di vaccino nell'autunno 2021. Nessun richiamo nel 2022 e nel 2023".

"Guardiamo il dato dei ricoveri - prosegue Bassetti - l'80% circa di chi viene ospedalizzato oggi con il Covid è ricoverato per altre ragioni e poi dal tampone in ospedale scopre di essere positivo. Non ha la polmonite, dunque, né altri gravi sintomi dell'infezione. Credo perciò che l'80% dei decessi che noi oggi vediamo non sia legato alla polmonite e al virus: sono persone che hanno anche il Covid, ma muoiono per altre ragioni. Quel 20-25% che muore ancora di Covid, fondamentalmente è costituito da persone che hanno più di 70-80 anni e fragili, che non hanno fatto nessuna dose di vaccino o come se non avessero fatto nessuna, se si sono sottoposti a vaccinazione nel 2021 senza fare i booster. Nei reparti e nelle terapie intensive - sottolinea - ricoverati per Covid ci sono solo non vaccinati".

E in effetti, secondo gli ultimi dati della Fondazione Gimbe, la campagna vaccinale anti-Covid è "al palo" soprattutto per gli anziani e i fragili: fra gli over 80, la fascia di età più suscettibile a ricoveri e decessi, si è immunizzato solo il 7,4%, con intervalli che vanno dallo 0% dell'Abruzzo al 17% della Toscana. Nonostante le raccomandazioni, i tassi di copertura negli 'over 60', e in particolare negli over 80, rimangono dunque molto bassi a livello nazionale e prossimi allo zero in quasi tutte le Regioni del Sud. Secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità, i decessi risultano quasi esclusivamente a carico degli over 80. A fronte di un tasso di mortalità di 3 decessi per milione di abitanti, infatti, sono 23 per milione di abitanti nella fascia 80-89 anni e 46 per milione di abitanti negli over 90.

Clementi

Trecento morti in una settimana, 6.600 posti letto ordinari occupati da pazienti Covid-positivi, 219 nelle terapie intensive. Sono i numeri del virus oggi, voci che risultano in aumento mentre l'Italia si addentra nella stagione invernale. "Ma serve una narrazione un po' diversa", spiega all'Adnkronos Salute il virologo Massimo Clementi. "Vedo che alcuni esperti si sono ributtati in interventi dai toni un po' accesi e secondo me invece non c'è motivo di particolare preoccupazione, se non che siamo in inverno e circolano le infezioni respiratorie, e che ancora questa infezione da coronavirus Sars-CoV-2 non è proprio imbrigliata, non è diventata una di quelle infezioni stagionali che si ripetono, ma ha ancora un minimo di aggressività soprattutto per le fasce di età alta, over 70 e per i fragili come le persone che hanno malattie croniche".

"Un minimo di rischiosità, insomma - prosegue Clementi - questo virus ancora ce l'ha per le categorie a rischio. E tutti quei ricoverati e quelle morti a cui si fa accenno, come i pochi ricoverati in terapia intensiva, fanno parte di questa fascia. Quindi, aveva un senso dire 'vaccinatevi' soprattutto a queste popolazioni. Ma l'intervento per informare sulla vaccinazione doveva essere molto più focalizzato. Invece è stata fatta una propaganda generica e solo adesso si comincia a dire con più incisività: guardate, dobbiamo vaccinare gli anziani. Andava fatto e detto prima". Tutto questo, aggiunge, "non è molto diverso da ciò che si fa tutti gli anni per l'influenza. Anche con i virus influenzali c'è un aumento di mortalità, la patologia cronica può essere scompensata proprio dall'influenza che si va aggiungere ad una situazione clinica non normale".

Ecco, evidenzia Clementi, "adesso con Covid siamo in una condizione che è più vicino a ciò che tutti gli anni sono le infezioni respiratorie. Non c'è ancora in questo momento una situazione di allarme, ma c'è semplicemente una situazione in cui si deve ricordare che siamo in inverno e che le infezioni respiratorie per le persone che hanno altre patologie possono essere importanti". Il dato dei decessi è un numero che è in qualche modo più vicino ai dati dell'influenza? "Sì, ma adesso il mio timore è che si ritorni alla conta dei morti, come facevamo in passato. Non c'è nessun motivo per farlo", ammonisce l'esperto. "Omicron - precisa - non è più un virus aggressivo per le polmoniti. I casi di polmonite sono molto pochi, sono veramente l'eccezione. Omicron infetta le vie aeree alte, anche nelle sue versioni più recenti, tant'è che ha avuto un grosso ruolo nell''immunizzare' la popolazione. L'invito alle persone fragili e agli over 70 è dunque quello di fare il richiamo" aggiornato alle varianti di Sars-CoV-2 più recenti, "di avere questa attenzione. E' una vaccinazione che protegge dalla malattia e dalle conseguenze che può avere. E va fatta se non ci sono stati dei problemi importanti certificati nelle precedenti vaccinazioni".

Pregliasco

In Italia "Covid-19 è in una fase di crescita, sottostimata" quanto a dimensioni. "Anche a livello ospedaliero si osserva un incremento" dei ricoveri, "circa il 70% 'con Covid', ma un 30% 'per Covid'". E salgono i decessi: "Più di 300 alla settimana, con una presumibile tendenza all'aumento", avverte il virologo dell'università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco. Chi sono le vittime? "Si tratta soprattutto di anziani - spiega l'esperto all'Adnkronos Salute - di anziani con comorbilità e, cosa triste, di anziani non vaccinati o che, nella gran parte dei casi, hanno fatto solo le prime tre dosi di vaccino e poi hanno ritenuto di non doverne fare più".

Per Pregliasco a pesare, a fare danni affossando la campagna di vaccinazione contro Covid-19, sono le "negatività che emergono" e vengono proposte come "la verità che nessuno dice": si parla, "sbagliando e non rispecchiando la realtà", di "un vaccino che fa male" o di "una patologia che è diventata come l'influenza. Ma noi da sempre diciamo che anche l'influenza dà i suoi guai e il Covid in questo momento ne fa proporzionalmente di più".

Crisanti

In Italia sul fronte Covid "siamo in una fase di crescita che i dati epidemiologici non mettono così in evidenza perché c'è sicuramente una sottostima", ma che "è osservabile da tutti" e proseguirà "per almeno 3-4 settimane, considerando l'indice di trasmissibilità". E' la previsione di Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, che analizzando per l'Adnkronos Salute l'aumento "anche dei ricoveri e dei morti", mette in guardia sulla "variante JN.1 individuata ad agosto".

Il nuovo mutante di Sars-CoV-2 appartiene alla famiglia di Pirola, la variante BA.2.86, e a segnalarne l'accelerazione è la stessa Organizzazione mondiale della sanità: "La quota di BA.2.86 e dei suoi lignaggi discendenti, compreso JN.1, è in costante aumento - si legge in una nota diffusa oggi dall'Oms dopo l'ultima riunione del Gruppo consultivo tecnico sulla composizione del vaccino Covid (Tag-Co-Vac) -. Al 2 dicembre BA.2.86 e i suoi lignaggi discendenti, incluso JN.1, rappresentavano il 17% delle sequenze disponibili in Gisaid, oltre la metà delle quali erano JN.1". E se BA.2.86, rispetto a XBB.1.5 o Kraken, presenta "36 sostituzioni di aminoacidi" anche "in siti antigenici chiave nella proteina Spike", JN.1, "rispetto ha BA.2.86, ha una sostituzione aggiuntiva nella proteina Spike". Ammonisce Pregliasco: "Credo serva grande attenzione".

Cassone

"E’ un errore grave pensare ad una connessione tra vaccino anti-Covid e tumori". Così Antonio Cassone componente dell’American Academy of Microbiology, già direttore Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, intervistato dal programma 'Gli Inascoltabili' in onda su radio Roma Sound Fm90. "Con gli ospedali pieni di pazienti Covid si sono trascurate le diagnosi per i tumori. E’ chiaro che se per un anno, un anno e mezzo, trascuri le diagnosi, questi verranno a galla quando le cose saranno tornate alla normalità come adesso. Non c’è nessuna relazione, bisogna dirlo chiaramente perché purtroppo si sta verificando che anche i soggetti deboli, in cui il Covid può essere più grave, non si stanno vaccinando perché sentono in giro queste fandonie. Se oggi il Covid non è più grave come prima è perché siamo vaccinati".

"La pandemia non è finita, il virus c’è ancora - ricorda Cassone - È finita l’emergenza pandemica. Covid e influenza corrono insieme in questo momento, molti dei sintomi del Covid sono simili a quelli dell’influenza, la gente pensa di avere l’influenza e non si accorge di avere il Covid. Se si accusano questi sintomi bisogna subito farsi un tampone perché le terapie e il decorso sono diversi. È sbagliato - avverte - assumere i farmaci per l’influenza all’insorgere dei sintomi, prima bisogna fare il test e il medico decide il tipo di terapia da fare".

“Il pericolo di una pandemia c’è sempre, anche se è molto improbabile che il virus diventi cattivo come era all’inizio. Invece è più probabile che noi ci possiamo trovare con un altro virus, con un’altra pandemia, perché purtroppo anche per questioni ambientali e di riscaldamento globale molti microbi si muovono dalle aree in cui erano endemici, come Asia e Africa, verso paesi più temperati come il nostro. Purtroppo - conclude - il cambiamento climatico aiuta la dispersione di patogeni, microbi che danno malattie, che magari prima erano confinati in un piccolo posto dell’Africa o dell’Asia. Dobbiamo prepararci ad eventuali nuove pandemie, quello che è successo se ci ha istruiti, se ci ha educati bene, dovrebbe essere un aiuto per prepararci meglio alla prossima. Poi può darsi che non succeda”.

Anestesisti

"Oggi, in terapia intensiva, positivi al Covid ci sono over 80 con pluripatologie, tanti non vaccinati" dice Alessandro Vergallo, presidente nazionale dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani-emergenza area critica (Aaroi-Emac). "E' difficile, poi, ascrivere la piena responsabilità dei decessi al Covid, i dati che abbiamo sono abbastanza frammentati rispetto alla sovrapposizione di altri motivi di ricovero in terapia intensiva, ad esempio può essere per una banale sindrome influenzale grave. Ricordiamo anche le polemiche in passato sui decessi 'per Covid' o 'con Covid', effettivamente oggi potrebbe trattarsi di decessi significativamente dovuti al Covid, ma non abbiamo dati certi". Il Natale con una ondata Covid vi preoccupa? "Al momento no - conclude Vergallo - perché al momento non percepiamo segnali di allarme, anzi siamo sufficientemente sereni".

Lopalco

"Gli anziani dovrebbero correre a vaccinarsi. Purtroppo molti in questi giorni hanno provato a farlo e hanno incontrato ostacoli: bisogna protestare e pretendere il vaccino. Con una vaccinazione recente il rischio di morte si riduce moltissimo", ricorda Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'Università del Salento.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

Temperature sotto la media a oltranza, previsioni meteo...

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Il freddo non molla l'Italia, crollo termico di 17 gradi da Nord a Sud

Freddo a oltranza sull'Italia - FOTOGRAMMA

Dopo il break estivo dello scorso weekend sembra essere tornati a gennaio con le temperature scese sotto la media. Un ribaltone estremo con un crollo termico di almeno 17 gradi da Nord a Sud. E il peggio deve ancora arrivare: da lunedì 22 aprile infatti le temperature caleranno ulteriormente portandosi su valori eccezionali per il periodo (10-12 gradi sotto la media), in particolare al Nord-ovest. Lunedì è prevista addirittura neve quasi fino al piano in Piemonte, con la quota delle nevicate mediamente sui 500-600 metri.

Uno scenario anomalo da attribuire agli intensi scambi meridiani di questo mese di aprile: per scambi meridiani intendiamo i flussi di masse d’aria Nord-Sud, in entrambi i versi. Lo scorso weekend la direzione era Sud-Nord con aria nordafricana verso l’Italia e 32-33°C diffusi; adesso il flusso proviene da Nord e va verso Sud con aria polare scandinava sul nostro Paese spiega iLMeteo.it.

Previsioni meteo settimana 22-25 aprile

Le temperature resteranno sotto la media del periodo almeno fino a giovedì 25 aprile, poi tenderanno a risalire. L’abisso freddo, il punto più basso dell’anomalia termica, è atteso tra martedì e mercoledì 23-24 aprile quando potremo trovare delle gelate tardive non solo al Nord ma localmente anche al Centro. Nel dettaglio, le prossime ore vedranno un’altra discesa di aria polare con temporali, neve e rovesci verso Romagna e regioni del Medio Adriatico, poi verso tutto il Centro e parte del Sud; sugli Appennini si prevedono altre nevicate fino a 1100 metri, in pratica come raramente è successo nello scorso inverno. Il vento soffierà ancora forte soprattutto in Sardegna, ma sono attesi rinforzi un po’ su tutti i rilievi alpini ed appenninici, con raffiche di Foehn in pianura al Nord-Ovest.

Domenica il tempo migliorerà, in parte: specie al mattino troveremo delle ampie schiarite, in un contesto decisamente frizzante e con locali gelate in Pianura Padana. Il tempo sarà ancora perturbato solo sulla fascia adriatica, ma dal pomeriggio tornerà a peggiorare anche al Nord con l’inizio di una fase totalmente invernale.

L’inverno piomberà in modo deciso lunedì sulle regioni di Nord-ovest con temperature sotto la media anche di 12°C come molto raramente è successo nella terza decade di aprile: lunedì 22 la neve cadrà a quote di bassa collina o quasi fino in pianura; potremo scrivere sul calendario ‘22 gennaio’. Sembrerà davvero inverno, prudenza. Al Centro-Sud, invece, prevarrà il sole ad eccezione di Toscana, Umbria ed Alte Marche; dal pomeriggio aumenteranno le nubi anche tra Sicilia e Calabria.

Oggi, sabato 20 aprile - Al nord: soleggiato, nubi al Nord-Est con locali rovesci. Al centro: molto instabile, freddo, temporalesco e nevoso. Al sud: inizialmente buono poi peggiora su Campania e Puglia.

Domani, domenica 21 aprile - Al nord: soleggiato, nubi al Nord-Est con locali rovesci poi peggiora verso il Nord-Ovest con neve in collina. Al centro: ultimi temporali su Abruzzo e Molise, sole altrove. Al sud: soleggiato.

Lunedì 22 aprile - Al nord: al Nord-Ovest neve in collina, temperature molto fredde per il periodo. Al centro: in generale soleggiato salvo in Toscana dove pioverà. Al sud: soleggiato poi peggiora tra Sicilia e Calabria.

Tendenza: ancora freddo e rovesci sparsi almeno fino al 25 aprile, poi aumento termico e miglioramento.

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Cronaca

Terremoto oggi in provincia Reggio Calabria, scosse a...

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Avvertite alle 4.05 e alle 4.17 a 4 km da Cittanova, hanno avuto una magnitudo di 3.5 e 2.7

Un sismografo - (Xinhua)

Due scosse di terremoto si sono verificate nella notte di oggi, sabato 20 aprile, nella provincia di Reggio Calabria. Avvertite alle 4.05 e alle 4.17 a 4 km da Cittanova, hanno avuto una magnitudo di 3.5 e 2.7 a una profondità di 14 e 16 km.

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Cronaca

Milano. Gentilino scuola materna ‘modello’ a...

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Flash mob, petizione online per il Comune, e appelli speciali di anziane che la frequentarono negli anni '40

Milano. Gentilino scuola materna 'modello' a rischio chiusura, la protesta dei genitori

Banchi e sedie vuote, come non dovrebbero mai essere in una scuola, palloncini colorati per attirare l'attenzione, e cartelli, striscioni, disegni: "Vive il quartiere se vive Gentilino", "La scuola è il nostro futuro". E' partita da una piccola e colorata installazione la mobilitazione delle famiglie del quartiere Navigli di Milano per salvare la scuola dell'infanzia di via Gentilino, che rischia di chiudere. Un flash mob promosso da mamme e papà, con il sostegno della Social Street San Gottardo, Meda e Montegani e dei genitori in bicicletta del movimento Massa Marmocchi che, con il consueto accompagnamento musicale, hanno fatto tappa davanti alla scuola materna. Una processione di adulti e bambini, sulle due ruote, con gli zaini coperti da messaggi-appelli per il Comune di Milano: "Scuola Gentilino aperta". Canti e applausi, tutti fermi davanti all'ingresso, la strada affollata per una decina di minuti, qualcuno si commuove.

Per decenni lo storico istituto eletto a 'modello' di didattica dallo stesso Comune (meta di visite per condividere con gli operatori del settore educativo le buone prassi adottate) ha visto crescere generazioni di milanesi e rappresentato un punto di riferimento per coppie di giovani 'expat' e i loro bimbi nei momenti iniziali di solitudine, quando si costruisce una nuova vita lontano dagli affetti. Molti di quei bambini oggi sono i nonni di piccoli allievi che continuano ogni mattina a percorrere il vialetto che porta alla scuola materna Gentilino. "Un'oasi felice", l'hanno definita, ora a rischio. L'anno prossimo la struttura accoglierà un solo bambino, le restanti domande sono state respinte.

Motivo indicato da Palazzo Marino in una comunicazione ufficiale alle famiglie, giunta solo a graduatorie ufficializzate e in risposta a richieste di chiarimento: "L'immobile che ospita la scuola dell'infanzia di via Gentilino non è di proprietà del Comune" ma di una Onlus "e il contratto d'affitto non è rinnovabile. L'Amministrazione ha già comunicato la disponibilità all'acquisto di tale struttura", ma sull'esito dell'interlocuzione "non ci sono ancora certezze". Da qui deriverebbe la decisione di Palazzo Marino che ha sollevato la preoccupazione delle famiglie e suscitato la mobilitazione del quartiere. Un fulmine a ciel sereno, visto che si era svolto anche il regolare Open day, che ha spinto i genitori a mobilitarsi in diversi modi, e su più canali, dai social alla distribuzione dei volantini nei negozi del quartiere per chiedere ulteriore sostegno.

Ieri è partita anche una petizione sulla piattaforma 'Change.org' che in poche ore superato le mille firme, oggi la manifestazione. Mentre continuano gli attestati di solidarietà postati via social. E le testimonianze, come quella della signora Antonia, "una vecchia frequentatrice dell'asilo in via Gentilino".

Correva l'anno "1946", racconta in un video girato da Fabio Calarco, fondatore della social street e genitore di uno dei bambini della scuola. Allora "avevo 3 anni e mia madre lavorava", ripercorre Antonia, che ha poi continuato gli studi nella scuola elementare della stessa via. "E' una scuola molto antica, questa, un monumento culturale della zona. E bisogna conservarla". Storie speciali, di affetto per i piccoli allievi. Storie come quella, raccontata da alcune mamme, di nonna Marta, che tutti i giorni si affaccia alla finestra della sua casa vicino alla scuola per salutare i bimbi della materna e regalare loro qualche biscotto.

L'auspicio? "Che Gentilino rimanga così com'è e vada avanti ancora per tanti altri anni", dice Antonia nel video. L'impegno dei genitori non si conclude qui, spiegano i promotori delle iniziative. Nei prossimi giorni si continuerà a chiedere all'amministrazione comunale il massimo impegno per scongiurare la chiusura della scuola dell'infanzia, anche in occasioni più ufficiali.

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