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Borse europee chiudono in deciso calo sotto peso Fed, a Milano corre Eni (+1,04%)

Borse europee chiudono in deciso calo sotto peso Fed, a Milano corre Eni (+1,04%)

Chiusura in deciso calo per le principali Borse europee, con Milano che scivola a 34.010 punti lasciando sul terreno l'1,29%. Sostanzialmente analoghi i livelli di Parigi (-1,11%) e Francoforte (-1,34%), mentre Londra limita le perdite a quota -0,85%.

A pesare sul Vecchio continente le dichiarazioni dell'economista Nouriel Roubini al workshop Ambrosetti di Cernobbio, secondo il quale "in uno scenario di 'no landing', con l’inflazione che non scende verso il target, la Fed potrebbe tagliare i tassi solo uno o due volte o non tagliarli" affatto e "l'anno prossimo si potrebbe prevedere che non solo non li tagli, ma addirittura li aumenti".

In questo scenario il principale listino milanese evidenzia pochi titoli in crescita: su tutti Eni, maglia rosa, che sulla scia dei programmi di buyback deliberati nella serata di ieri dal Cda, guadagna l'1,04% attestandosi a 15,50 euro per azione. Va bene anche per Leonardo, che avanza dello 0,82%, mentre la giornata è stata piuttosto pesante per il comparto energetico: Snam è maglia nera e chiude in calo del 3,95%, seguita da Italgas (-3,65%), Terna (-2,62%) ed Enel (-2,30%). In rosso anche le banche: Mps cede il 3,13%, Pop Sondrio il 2,15%.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Aeffe presenta piano sostenibilità: -50% consumo carta al...

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Il gruppo sta lavorando anche al passaporto digitale per i prodotti. Coo Francesco Ferretti: "Accelerazione su innovazione funzionale a rendere azienda più competitiva"

Da sinistra un'uscita della sfilata Alberta Ferretti, un look di Philosophy di Lorenzo Serafini e Moschino

Il Gruppo Aeffe, che ha in portafoglio i marchi Alberta Ferretti, Philosophy di Lorenzo Serafini, Moschino e Pollini, si è fissato l’obiettivo, entro il 2025, di ridurre del 50% il consumo della carta all’interno delle sedi dell’azienda e azzerare la quota di rifiuti indifferenziati. E' uno dei pillar sui quali si basa la strategia di sostenibilità presentata oggi e allineata agli obiettivi globali dell’Agenda 2030 e ai temi più rilevanti per la società e i suoi stakeholder. 'Disegnare il futuro, insieme' è il claim che il Gruppo Aeffe ha scelto per presentare i principali traguardi della dichiarazione non finanziaria 2023, alla presenza di Francesco Ferretti, chief operations officer, e Pasquale Apicella, sustainability manager.

Per il settore fashion & luxury, le sfide socio-ambientali sono sempre più tangibili e limitare l’impatto, adottando modelli di produzione circolari e sostenibili, è una responsabilità che il Gruppo Aeffe intende assumersi per il presente e per le future generazioni. In quest’ottica, è importante notare come le ricerche dimostrino che il 58% della Gen Z e Millennials sia consapevole che le proprie scelte in ambito moda abbiano un impatto importante sul cambiamento climatico (ThreadUP Resale Report 2023). In linea con gli impegni intrapresi, il Gruppo Aeffe ha definito la procedura di governance della sostenibilità, inserendo all’interno della struttura figure professionali dedicate, come il sustainability manager che ha un ruolo fondamentale in questo percorso di crescita sostenibile.

I risultati e i traguardi che il Gruppo Aeffe intende raggiungere, si articolano secondo i tre pillar della strategia di sostenibilità. Il primo riunisce le principali azioni intraprese per la salvaguardia dell’ambiente. Nel 2023, è stato avviato un piano d’azione triennale di quantificazione e riduzione delle emissioni, sia internamente sia lungo la catena del valore, con l’obiettivo di individuare l’orizzonte temporale per raggiungere una condizione di net-zero emissions e aderire all’iniziativa Sbti (Science Based Target Initiative) entro il 2026. L’azienda si è dotata di un energy manager per promuovere misure di efficientamento e uso razionale dell’energia, a partire da una diagnosi delle quattro sedi del Gruppo. A Gatteo (Fc), nella sede produttiva di Pollini, è stato recentemente installato un impianto fotovoltaico di nuova generazione, l’ultimo in ordine di tempo di una serie di investimenti volti ad ampliare, nel medio periodo, la quota di energia rinnovabile autoprodotta.

Un secondo della strategia di sostenibilità riguarda l’importanza dell’engagement aziendale. Creare una cultura aziendale sostenibile, alimentata da un desiderio di cambiamento ed evoluzione. People & Community coinvolge invece tutti i dipendenti e i collaboratori del Gruppo, che diventano protagonisti di un importante impegno collettivo. L’adesione a Fondazione Libellula, network di imprese che si uniscono con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza di genere contrastando discriminazioni e violenze sulle donne, rappresenta il primo passo concreto di questo impegno. A questo scopo, è stato istituito all’interno del Gruppo un team dedicato, che si impegna a sviluppare un piano strategico che sarà condiviso con la Direzione aziendale al fine di creare un ambiente di lavoro sempre più inclusivo.

I dipendenti sono stati coinvolti in due corsi di formazione dedicati alla sostenibilità, uno base dedicato a tutta la popolazione aziendale del Gruppo e un corso avanzato dedicato al top management. Per i primi 100 dipendenti che hanno terminato il corso, è stato piantumato un albero. A partire da aprile 2024, un gruppo di dipendenti è stato coinvolto nella challenge ideata da Up To You chiamata 'PlaNet Green Cup': una sfida tra aziende basata su una serie di games e attività legate alla sostenibilità nella vita quotidiana. Ovviamente non esiste strategia di sostenibilità all’interno di un’azienda della moda che non tenga in considerazione il prodotto. Terzo pillar della strategia è legato al Product & Supply chain. Non limitarsi ai lanci di singole capsule, ma sviluppare le collezioni in un’ottica più sostenibile, coniugando creatività e design con materiali e soluzioni che abbiano un minor impatto sull’ambiente e sulle persone, è l’impegno intrapreso dal Gruppo e che coinvolge tutta la catena del valore. In quest’ottica, il brand Moschino ha introdotto l’uso di cotone organico riciclato nelle sue collezioni, aprendo una strada a tutti i brand del Gruppo che si stanno allineando a questa strategia.

Il Gruppo ha introdotto una nuova procedura di qualifica Esg dei fornitori, per integrare gli aspetti di sostenibilità in tutto il processo di approvvigionamento. Nel 2023, il 100% dei nuovi fornitori di prodotto finito, prêt-à-porter e intimo-mare (commercializzato) è stato valutato con la nuova procedura. È in programma dal 2024 un’intensificazione del monitoraggio, per poter raggiungere tutte le categorie di fornitori. Inoltre, tra gli obiettivi prefissati nell’anno, c’è quello di arrivare all’80% di utilizzo di plastica riciclata delle polybag della categoria intimo-mare. Sempre legato all’ultimo pillar, dal 2023 Aeffe ha aderito a diversi progetti a supporto della gestione e riduzione dei rifiuti tessili. Tra questi, il progetto Re-Waste, coordinato dall’Università degli Studi di Firenze e focalizzato a costruire logiche di simbiosi industriale tra piccoli e grandi produttori al fine di valorizzare e reintrodurre i materiali nella filiera, e il Consorzio Re.crea, lanciato da Camera Nazionale della Moda Italiana con l’obiettivo di lavorare alla gestione dell’intero ciclo di vita dei prodotti del settore tessile e di sviluppare soluzioni di riciclo innovative.

Il gruppo ha inoltre iniziato a predisporre la struttura per dare avvio al progetto del Digital Product Passport, un passaporto digitale per i suoi prodotti. Contemporaneamente, a un importante avanzamento nel processo della mappatura della catena di fornitura, il Gruppo sta inoltre compiendo importanti investimenti per implementare tutte quelle infrastrutture tecnologiche necessarie per raccogliere i dati sui fornitori. “Sostenibilità e innovazione digitale sono due temi fortemente interconnessi, che stiamo sviluppando parallelamente, come sottolineato anche nel piano industriale che è stato presentato nel 2023 ai nostri stakeholder - commenta Francesco Ferretti -. L’accelerazione che abbiamo messo in atto nel Gruppo, che coinvolge anche una rivoluzione profonda dei nostri sistemi informatici, è funzionale a rendere la nostra azienda ancora più competitiva e pronta ad affrontare le nuove sfide dei mercati internazionali, sempre nel rispetto dei nostri valori di creatività ed eccellenza, come sottolineato nel nostro Manifesto della Sostenibilità".

“La trasformazione sostenibile implica un cambiamento progressivo dei paradigmi culturali all’interno delle aziende - aggiunge Pasquale Apicella -. Un cambiamento che coinvolge non solo ogni dipartimento, ma ogni individuo della popolazione aziendale. Per questo motivo, nella strategia di sostenibilità che abbiamo sviluppato, abbiamo dato grande valore al tema dell’educazione e del coinvolgimento diretto degli individui. Gli obiettivi sono ambiziosi ma concreti: abbiamo definito un percorso fatto di step progressivi, che possano portare realmente benefici in un’ottica di responsabilità sociale e ambientale".

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Fmi, Kristalina Georgieva confermata per altri 5 anni come...

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Il Comitato esecutivo del Fondo Monetario Internazionale ha confermato Kristalina Georgieva come amministratore delegato per un secondo mandato di 5 anni a partire dal 1° ottobre 2024.

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Belingheri (Bff): ”risiko bancario? Ci interessa...

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Massimiliano Belingheri, Ad di Bff Banking Group

Il risiko bancario continua a tenere alta l'attenzione di mercati e investitori, che si chiedono come finirà la partita delle possibili unioni-acquisizioni-fusioni tra i gruppi bancari italiani. Le pagine dei giornali riportano quotidianamente aggiornamenti, rumors e ipotesi, alla ricerca di possibili indizi su quale potrebbe essere l'esito finale e le conseguenze che ne potrebbero derivare. C'è tuttavia anche chi vive questa 'febbre' da spettatore più o meno disinteressato, pur facendo parte a pieno titolo del settore. Come Bff Banking Group, il più grande operatore di finanza specializzata in Italia, tra i leader in Europa nella gestione e nello smobilizzo pro soluto di crediti commerciali vantati nei confronti delle Pubbliche amministrazioni, e leader in Italia nei securities services e nei servizi di pagamento. Un istituto che nel 2023 ha registrato utili per 183,2 milioni di euro e un payout ratio del 100%.

Unica banca depositaria italiana, Bff fornisce servizi di depositario a big come Fonchim, Bcc Sgr e Fopen. Considerata struttura di riferimento a sostegno dell’industria italiana dei fondi pensione, dove ha una quota di mercato pari al 55% per numero di fondi negoziali ai quali offre il servizio di banca depositaria, opera anche in Croazia, Francia, Grecia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna.

"Noi non siamo una banca retail, come quelle più tradizionali -spiega all'Adnkronos Massimiliano Belingheri, amministratore delegato di Bff- facciamo un mestiere particolare, un po' diverso dagli altri istituti; siamo una banca di secondo livello, ossia una banca che offre e coordina servizi ad altre banche, a imprese e istituzioni finanziarie, su tre aree: factoring pro soluto e lending verso la Pubblica amministrazione e la Sanità, securities services e pagamenti. Abbiamo circa 110 miliardi di euro di assets under custody, di cui circa 60 come banca depositaria, e siamo un pezzo unico dell'infrastruttura del sistema bancario italiano, se si pensa che gestiamo circa tra il 15 il 20% di tutti i bonifici italiani, agendo come fornitore di tutte le banche medio piccole che utilizzano la nostra infrastruttura per non accedere direttamente alle infrastrutture di mercato".

Il risiko bancario interessa quindi in maniera marginale: "La nostra banca opera in nicchie relativamente uniche rispetto alle banche retail tradizionali, nicchie di specialty finance. Nel consolidamento del settore bancario, ci saranno sempre operazioni nel mondo delle banche medio-piccole, le cosiddette LSI - Less Significant Institutions. Ma si tratta di un mondo molto variegato e molto spesso si parla di business model molto specializzati o di banche molto radicate sul territorio, per questo non c'è una reale necessità di fondersi con altre realtà. In questo comparto molti modelli di business funzionano proprio perché sono indipendenti. La sfida, piuttosto, è spesso quella di mantenere internamente solo determinate attività per darne altre in outsourcing. E noi, di fatto, fornitori di queste soluzioni, beneficiamo di questo. Proprio per la nostra specializzazione noi siamo un po' eccentrici un po' fuori dal centro del consolidamento perché a differenza di altre banche non offriamo particolari sinergie.

D'altra parte, "siamo una banca quotata con un float quasi totale e siamo di fatto una public company, ma non rientriamo nel processo di consolidamento delle banche commerciali più generaliste dove la spinta è legata anche alla necessità di controllare i costi di una crescente complessità. Le banche tradizionali costituiscono una realtà alla quale non guardiamo perché operano su un business model molto diverso dal nostro. Parte della nostra forza è proprio quella di essere una banca non in competizione con i suoi clienti".

Detto questo, osserva Belingheri, "sarebbe necessario avere una maggiore uniformità della regolamentazione in Europa perché in Italia abbiamo un regolatore molto attento, ma all'estero non tutti i regolatori lo sono. Certamente bisogna stare attenti a non omologare tutto perché questo potrebbe creare problemi di natura diversa, ma sicuramente una maggiore omogeneità aiuterebbe. Il nostro sviluppo di business a livello internazionale ha beneficiato delle regole esistenti perché abbiamo semplicemente aperto delle 'branch' in altri Paesi, cosa che nell'Ue è piuttosto semplice. Ma l'idea di arrivare ad una unione bancaria europea credo sia positiva. L'Italia poi ha una regolamentazione tra le più complete quindi una maggiore omogeneità non potrebbe che favorire le banche italiane (di Cristina Livoli)

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