Finanza
Borse europee chiudono in deciso calo sotto peso Fed, a...
Borse europee chiudono in deciso calo sotto peso Fed, a Milano corre Eni (+1,04%)
Chiusura in deciso calo per le principali Borse europee, con Milano che scivola a 34.010 punti lasciando sul terreno l'1,29%. Sostanzialmente analoghi i livelli di Parigi (-1,11%) e Francoforte (-1,34%), mentre Londra limita le perdite a quota -0,85%.
A pesare sul Vecchio continente le dichiarazioni dell'economista Nouriel Roubini al workshop Ambrosetti di Cernobbio, secondo il quale "in uno scenario di 'no landing', con l’inflazione che non scende verso il target, la Fed potrebbe tagliare i tassi solo uno o due volte o non tagliarli" affatto e "l'anno prossimo si potrebbe prevedere che non solo non li tagli, ma addirittura li aumenti".
In questo scenario il principale listino milanese evidenzia pochi titoli in crescita: su tutti Eni, maglia rosa, che sulla scia dei programmi di buyback deliberati nella serata di ieri dal Cda, guadagna l'1,04% attestandosi a 15,50 euro per azione. Va bene anche per Leonardo, che avanza dello 0,82%, mentre la giornata è stata piuttosto pesante per il comparto energetico: Snam è maglia nera e chiude in calo del 3,95%, seguita da Italgas (-3,65%), Terna (-2,62%) ed Enel (-2,30%). In rosso anche le banche: Mps cede il 3,13%, Pop Sondrio il 2,15%.
Finanza
Fmi, Kristalina Georgieva confermata per altri 5 anni come...
Il Comitato esecutivo del Fondo Monetario Internazionale ha confermato Kristalina Georgieva come amministratore delegato per un secondo mandato di 5 anni a partire dal 1° ottobre 2024.
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Belingheri (Bff): ”risiko bancario? Ci interessa...
Il risiko bancario continua a tenere alta l'attenzione di mercati e investitori, che si chiedono come finirà la partita delle possibili unioni-acquisizioni-fusioni tra i gruppi bancari italiani. Le pagine dei giornali riportano quotidianamente aggiornamenti, rumors e ipotesi, alla ricerca di possibili indizi su quale potrebbe essere l'esito finale e le conseguenze che ne potrebbero derivare. C'è tuttavia anche chi vive questa 'febbre' da spettatore più o meno disinteressato, pur facendo parte a pieno titolo del settore. Come Bff Banking Group, il più grande operatore di finanza specializzata in Italia, tra i leader in Europa nella gestione e nello smobilizzo pro soluto di crediti commerciali vantati nei confronti delle Pubbliche amministrazioni, e leader in Italia nei securities services e nei servizi di pagamento. Un istituto che nel 2023 ha registrato utili per 183,2 milioni di euro e un payout ratio del 100%.
Unica banca depositaria italiana, Bff fornisce servizi di depositario a big come Fonchim, Bcc Sgr e Fopen. Considerata struttura di riferimento a sostegno dell’industria italiana dei fondi pensione, dove ha una quota di mercato pari al 55% per numero di fondi negoziali ai quali offre il servizio di banca depositaria, opera anche in Croazia, Francia, Grecia, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Spagna.
"Noi non siamo una banca retail, come quelle più tradizionali -spiega all'Adnkronos Massimiliano Belingheri, amministratore delegato di Bff- facciamo un mestiere particolare, un po' diverso dagli altri istituti; siamo una banca di secondo livello, ossia una banca che offre e coordina servizi ad altre banche, a imprese e istituzioni finanziarie, su tre aree: factoring pro soluto e lending verso la Pubblica amministrazione e la Sanità, securities services e pagamenti. Abbiamo circa 110 miliardi di euro di assets under custody, di cui circa 60 come banca depositaria, e siamo un pezzo unico dell'infrastruttura del sistema bancario italiano, se si pensa che gestiamo circa tra il 15 il 20% di tutti i bonifici italiani, agendo come fornitore di tutte le banche medio piccole che utilizzano la nostra infrastruttura per non accedere direttamente alle infrastrutture di mercato".
Il risiko bancario interessa quindi in maniera marginale: "La nostra banca opera in nicchie relativamente uniche rispetto alle banche retail tradizionali, nicchie di specialty finance. Nel consolidamento del settore bancario, ci saranno sempre operazioni nel mondo delle banche medio-piccole, le cosiddette LSI - Less Significant Institutions. Ma si tratta di un mondo molto variegato e molto spesso si parla di business model molto specializzati o di banche molto radicate sul territorio, per questo non c'è una reale necessità di fondersi con altre realtà. In questo comparto molti modelli di business funzionano proprio perché sono indipendenti. La sfida, piuttosto, è spesso quella di mantenere internamente solo determinate attività per darne altre in outsourcing. E noi, di fatto, fornitori di queste soluzioni, beneficiamo di questo. Proprio per la nostra specializzazione noi siamo un po' eccentrici un po' fuori dal centro del consolidamento perché a differenza di altre banche non offriamo particolari sinergie.
D'altra parte, "siamo una banca quotata con un float quasi totale e siamo di fatto una public company, ma non rientriamo nel processo di consolidamento delle banche commerciali più generaliste dove la spinta è legata anche alla necessità di controllare i costi di una crescente complessità. Le banche tradizionali costituiscono una realtà alla quale non guardiamo perché operano su un business model molto diverso dal nostro. Parte della nostra forza è proprio quella di essere una banca non in competizione con i suoi clienti".
Detto questo, osserva Belingheri, "sarebbe necessario avere una maggiore uniformità della regolamentazione in Europa perché in Italia abbiamo un regolatore molto attento, ma all'estero non tutti i regolatori lo sono. Certamente bisogna stare attenti a non omologare tutto perché questo potrebbe creare problemi di natura diversa, ma sicuramente una maggiore omogeneità aiuterebbe. Il nostro sviluppo di business a livello internazionale ha beneficiato delle regole esistenti perché abbiamo semplicemente aperto delle 'branch' in altri Paesi, cosa che nell'Ue è piuttosto semplice. Ma l'idea di arrivare ad una unione bancaria europea credo sia positiva. L'Italia poi ha una regolamentazione tra le più complete quindi una maggiore omogeneità non potrebbe che favorire le banche italiane (di Cristina Livoli)
Finanza
Dani Alves scarcerato, paga cauzione da un milione di euro
Dopo 14 mesi di prigione, il brasiliano libero in attesa della sentenza per il processo per stupro
L'ex capitano del Brasile Dani Alves dopo oltre 14 mesi di prigione può essere scarcerato, in attesa della sentenza definitiva per le accuse di stupro, sotto pagamento di una cauzione da un milione di euro. Lo ha deciso il Tribunale di Barcellona in seguito ai ricorsi presentati dal legale del quarantenne brasiliano.
Sia la Procura che l'accusa avevano chiesto che l'ex giocatore di Barcellona, Siviglia, Psg e Juventus restasse in carcere dopo la condanna a quattro anni e mezzo di carcere per lo stupro di una ragazza avvenuto nel bagno della discoteca 'Sutton', a Barcellona, nel dicembre 2022.
Nelle scorse settimane, si era diffusa la notizia - totalmente falsa - del suicidio dell'ex calciatore. A smentirla aveva provveduto il fratello con un messaggio su Instagram.