Cronaca
Papa: “Dimissioni non sono né pensiero né...
Papa: “Dimissioni non sono né pensiero né desiderio”
Il Pontefice intervistato da Fabio Fazio a 'Che tempo che fa': "Mi fa paura l'escalation bellica. Dietro le guerre c'è il commercio delle armi"
"Sono ancora vivo". Il Papa, intervistato da Fabio Fazio a 'Che tempo che fa', sul Nove, ha sottolineato a proposito di eventuali dimissioni che non sono "né un pensiero né un desiderio. Le dimissioni sono una possibilità aperta per tutti i papi ma non sono al centro dei miei pensieri".
"Per il tempo in cui mi sento di avere ancora la capacità di servire, vado avanti. Quando non ce la farò più sarà il momento di pensarci”, ha poi osservato Francesco.
Perché il Papa chiede sempre di pregare per lui? "Io sono peccatore, ho bisogno dell’aiuto di Dio e ho bisogno di rimanere fedele alla mia vocazione. Ognuno ha la sua vocazione. Il Signore mi ha chiamato a fare il prete, il vescovo. Ho una responsabilità molto grande. Conosco le mie debolezze, perciò chiedo di pregare per me perché non finisca in un atteggiamento di pastore mediocre che non si prende cura del suo gregge”, ha detto Papa Francesco.
Le guerre e il commercio delle armi
Nel corso dell'intervista Bergoglio ha ribadito che "il perdono è per tutti. Dio non si stanca di perdonare. Dio perdona sempre". "Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono. Dio perdona tutti. Il cuore indurito diventa incapace di chiedere perdono. Questa è una cosa brutta. I fabbricatori di armi sono fabbricatori di morte ma il Signore non si stanca di perdonare".
"Dietro le guerre, diciamolo con vergogna, c'è il commercio delle armi", ha denunciato ancora una volta Papa Francesco. "E’ difficile fare la pace. Non so perché, c’è qualcosa di autodistruttivo - ha detto il Papa - Esistono delle possibilità per arrivare alla fine della violenza? La speranza non delude mai. Dobbiamo aggrapparci. Come l’ancora, la butti e rimani aggrappato alla corda per arrivare. Siamo noi a fabbricare delusioni".
Quindi, riferendosi alla situazione in Medio Oriente, ha affermato: “Tutti i giorni parlo con la parrocchia di Gaza e mi dicono quanti arabi e israeliani sono morti. Due popoli chiamati ad essere fratelli si autodistruggono l’un l’altro. Questa è la guerra, distruggere”. Questa è la natura umana? “La guerra è iniziata con Caino e Abele. E’ rischioso fare la pace ma più rischiosa è la guerra. Adesso ci sono due guerre vicino a noi: dietro le guerre, diciamolo con vergogna, c’è il commercio delle armi. Investire per uccidere. E’ una realtà”, la denuncia del Pontefice.
"E' criminale chi impedisce ai bambini di sognare. Questo fa la guerra - ha scandito ancora - I bambini sono i grandi sfruttati e i grandi scartati ma loro sono il futuro".
A una precisa domanda di Fazio, il Pontefice ha risposto: "Mi fa paura l'escalation bellica. Uno si domanda come finiremo con le armi atomiche che distruggono tutto. Come l'Arca di Noè? Mi fa paura". Alla domanda su che cosa lo faccia invece sorridere, Francesco ha risposto: "La tenerezza dei bambini e dei nonni. I miei coetanei. Mi piace parlare con i nonni. Hanno saggezza". Il Papa ha fatto anche un appello agli ascoltatori invitandoli a "pregare per me perché io non fallisca nel mio dovere. Ma a favore, non contro!".
Migranti
Parlando dell'immigrazione, Bergoglio ha detto che “c’è tanta crudeltà” nei confronti dei migranti che “sono trattati tante volte come cose, penso alla tragedia di Cutro, lì davanti, annegati”. “Ognuno ha il diritto di rimanere a casa o di migrare; è vero che in questo momento in Europa sono 5 i Paesi che ricevono i migranti, Cipro, Grecia, Malta, Italia, Spagna. Non chiudete le porte, per favore!", ha ammonito. “Alcuni di questi Paesi non fanno figli, hanno bisogno di manodopera, in alcuni di questi Paesi ci sono villaggi vuoti. Una bella politica della migrazione - ha sottolineato - aiuta anche i Paesi sviluppati, dobbiamo prendere il problema dei migranti nelle mani, togliere tutte queste mafie che sfruttano i migranti e andare avanti, risolvere il problema sia della necessità delle persone e dei Paesi e dell’immigrazione; migrare è un diritto, rimanere in patria un altro diritto. Bisogna rispettare ambedue. Una politica, a capo di un governo molto importante in Europa, una volta ha detto che il problema dell’immigrazione africana si risolve in Africa, aiutare a sviluppare l’Africa perché non abbiano la necessità di venire”.
Benedizioni coppie omosessuali
A proposito delle benedizioni in chiesa alle coppie omosessuali Bergoglio ha sottolineato che "la Chiesa ha una dimensione cordiale. Tutti dentro, lo dice il Signore, non io. Ognuno col proprio fardello e il Signore dice tutti. Il problema è quando facciamo selezioni". “Quando a qualcuno non piace una decisione - ha osservato Bergoglio a proposito di quanti si sono opposti - porti avanti una discussione fraterna. Il Signore benedice tutti coloro che sono battezzati. Poi le persone devono entrare in colloquio e vedere che cosa il Signore propone. Noi dobbiamo aiutarli, non condannarli dall'inizio". "Questo è un lavoro pastorale importante. Perdonare tutti, come dico sempre ai confessori", ha aggiunto il Pontefice.
"Quando prendi una decisione, c’è un prezzo di solitudine che tu devi pagare e delle volte le decisioni non sono accettate, ma la maggior parte delle volte, quando non si accettano le decisioni, è perché non si conosce. Io dico, quando a te non piace una decisione, vai a parlare e dì i tuoi dubbi e porta avanti una discussione fraterna”, ha sottolineato il Papa.
“In 54 anni di prete che io ho - questa è una confessione - 54 anni che sono prete, io sono vecchio! In questi 54 anni ho negato soltanto una sola volta il perdono, per la ipocrisia della persona. Una volta. Sempre ho perdonato tutto, ma anche dirò con la consapevolezza che quella persona forse ricadrà, ma il Signore ci perdona. Aiutare a non ricadere o a ricadere meno, ma perdonare sempre “.
I prossimi viaggi
Il Papa ha in agenda un viaggio in Argentina, è preoccupato per il suo Paese? “Sì, mi preoccupa perché la gente sta soffrendo tanto. È un momento difficile per il Paese. È in piano la possibilità di fare un viaggio nella seconda parte dell’anno, adesso c’è un cambio di governo, ci sono cose nuove e anch’io ho degli impegni. Ad agosto devo fare un viaggio in Polinesia, dopo si farebbe in Argentina, se si può fare, ma io vorrei andarci…", le parole di Papa Francesco.
L'inferno
“Mi piace pensare che l’inferno sia vuoto”, ha osservato il Pontefice. “Sì, è difficile immaginarlo. Quello che dirò non è un dogma di fede ma una cosa mia personale: a me piace pensare l’inferno vuoto, spero sia realtà!”, ha detto il Papa intervistato da Fazio.
Cronaca
Milano, preso a calci e pugni in faccia per strappargli...
In manette tre giovani, un italiano, un serbo e un brasiliano. Vittima il titolare di una tabaccheria in centro città
Hanno colpito un uomo con calci e pugni in faccia e gli hanno strappato dal polso un orologio Rolex modello Daytona, del valore di circa 50mila euro. Per questo la polizia di Stato, coordinata dalla procura della Repubblica di Milano, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta dei pubblici ministeri del VII dipartimento, a carico di tre giovani, un italiano, un serbo e un brasiliano, gravemente indiziati della rapina aggravata e delle lesioni aggravate commesse ai danni del titolare di una tabaccheria in centro città.
L’attività di indagine condotta dai poliziotti della squadra mobile della questura di Milano ha avuto origine a seguito della violenta rapina commessa l'8 marzo scorso in via Paolo da Cannobio: mentre era nei pressi della propria tabaccheria, il titolare 59enne è stato raggiunto da tre giovani che lo hanno aggredito con calci e pugni al volto, facendolo cadere con violenza a terra. I tre hanno continuato a colpirlo con calci al viso poi gli hanno strappato l'orologio dal polso. L’uomo, a seguito dell’aggressione, è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Policlinico di Milano, dove gli è stato diagnosticato un trauma cranico-facciale e fratture multiple al viso, con una prima prognosi di 30 giorni.
Cronaca
Scuola, precariato, autonomia, contratti le emergenze da...
"Precariato, dimensionamento, autonomia differenziata, contratto, ricercatori, sostegno sono tutte emergenze della scuola che vanno affrontate il più presto possibile e la manifestazione di oggi 'Scegliamo il Futuro' vuole essere critica dove serve, ma anche costruttiva per il bene della scuola del nostro Paese: è un percorso che nasce da lontano, stiamo incontrando migliaia di persone che ci stanno arricchendo molto, per rafforzare quella consapevolezza che ciò che conta è la meta, l'obiettivo finale, la salvaguardia della scuola". Lo ha detto all'Adnkronos Giuseppe D'Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua che ha presentato oggi, al Teatro Italia di Roma, il suo manifesto programmatico, Composto da otto punti chiave che mirano al miglioramento della condizione del settore della conoscenza italiano.
"Direi che nella scuola regna una certa confusione. - sottolinea D'Aprile - Abbiamo dimostrato che i percorsi concorsuali sono fallimentari. Dal 2015 al 2024 hanno raddoppiato il precariato, addirittura i nuovi concorsi vanno a scalzare le persone vincitrici dei precedenti concorsi: così non va bene, è necessario rimodulare e ricominciare da capo. La ricetta è trasformare l'organico di fatto in organico di diritto, stabilizzare il personale precario assumendo anche della prima fascia delle graduatorie Gps, e poi ripartire da capo".
"La scuola italiana è il fiore all'occhiello delle scuole europee ed è necessario valorizzare dal punto di vista sociale ed economico il personale, non solo per tutelare le persone che lavorano dentro la scuola tutti i giorni e la fanno funzionare con dedizione e responsabilità, ma soprattutto per tutelare le persone che rappresentano il futuro di questo paese, cioè gli alunni. Con questi presupposti allora la scuola funzionerà meglio di come funziona oggi", ha concluso D'Aprile.
Cronaca
Bimbo ucciso dai pitbull, veterinario: “Non ci sono...
Federico Coccìa all'Adnkronos Salute: "Il proprietario li ha abbandonati a loro stessi, non li ha curati, non conoscono il limite tra il bene e il male, tra un carezza e una aggressione"
"Se nel caso drammatico del piccolo sbranato a Eboli da due pitbull si attaccano i cani vuol dire che c'è molta ignoranza e mancanza di conoscenza su questi animali. Ci sono dei cani di taglia grande, media e piccola: se ti morde il primo ti fa molto male e puoi rischiare anche la vita, se ti mode il secondo o il terzo no. Quindi, non ci sono razze pericolose ma c'è la pessima gestione dei cani. Sono addolorato per quanto accaduto a questo bimbo di 13 mesi ma la responsabilità è unicamente del proprietario che si è macchiato di malagestione, non dando hanno regole e misure ai pitbull che sono stati messi in un giardino a fare la guardia. E inoltre non li ha curati, questi cani non conoscono il limite tra il bene e il male, tra un carezza e una aggressione ad un bambino. Sono stati lasciati a loro stessi: una gravissima responsabilità". Così all'Adnkronos Salute Federico Coccìa, veterinario a Roma, interviene su quanto accaduto a Campolongo (Salerno) dove un bambino di 13 mesi è stato azzannato da due pitbull ed è morto per le ferite subite.
Secondo l'esperto, "due cani di quella taglia e potenza vanno poi assicurati all'interno di un area ben delimitata e che non possano uscire da quello spazio", ma "soprattutto dobbiamo smetterla di considerare questi animali come 'da guardia' per un giardino o un terrazzo, non sono guardie ma amici e componenti della famiglia - avverte - vanno educati con regole e dobbiamo passare del tempo con loro, amarli e non chiuderli in un recinto per ringhiare e far paura agli estranei"