Politica
Regionali, Pd incalza M5S per intesa su Basilicata. Conte:...
Regionali, Pd incalza M5S per intesa su Basilicata. Conte: “Priorità è Abruzzo”
Il leader del M5S: "Lavoriamo ad accordi ovunque possibile". L'ex ministro Speranza: "Sia più generoso: miglior candidato è Chiorazzo. A noi sostegno a Todde è costato molto"
Alla fine a intervenire è Roberto Speranza. L'ex-ministro che ha diviso con Giuseppe Conte, gomito a gomito, la gestione dell'emergenza Covid. L'esponente Dem forse tra i più vicini al leader M5S. Oggi Speranza, che è lucano, si è rivolto direttamente a Conte per superare lo stallo nella sua Regione e chiudere l'accordo sulla candidatura di Angelo Chiorazzo, civico e re delle Coop bianche. "Chiedo più generosità a Conte e chiedo con insistenza ai 5 Stelle di confrontarsi nel merito. Se ci sono questioni non risolvibili, ok. Altrimenti siamo al pregiudizio e questo non è accettabile".
Un appello che ha i toni dell'ultima chiamata, o giù di lì. Del resto il tempo stringe: in Basilicata si vota il 20 aprile e entro venti giorni vanno chiuse le liste. Ma ancora ieri sera in tv Conte chiedeva in sostanza al Pd di ripartire da zero nella regione, esprimendo tutte le sue perplessità a partire dal metodo: "In Basilicata è stato indicato unilateralmente un candidato. Io ho sempre detto che si converge prima sui temi, sui progetti, e dopo si trova l'interprete migliore".
Per Speranza quell''interprete migliore' è già in campo: "Io ritengo che Chiorazzo sia il candidato il più forte di tutti. Mi auguro che si superino resistenze e incomprensioni. Mi sembrano più pregiudizi, che giudizi. Si sono mai seduti, confrontati nel merito? E chiedo anche al presidente Conte di avere più generosità". La stessa che ha dimostrato il Pd sul sostegno a Alessandra Todde: un sostegno "costato molto" ai Dem con la "mini scissione" di Renato Soru. "Quando si fanno gli accordi è chiaro che ci sono difficoltà, ma questa reciproca consapevolezza che insieme siamo più forti, credo vada vissuta in tutte le aree possibili".
Conte, da parte sua, lascia aperta la trattativa. Su Basilicata e Piemonte, ha detto stamattina al Senato, "ci stiamo assolutamente lavorando e cercheremo di favorire accordi ovunque possibile''. Però prima ci sono le elezioni in Abruzzo del 10 marzo a cui dare la priorità: "Ma adesso parliamo di Abruzzo perché è la competizione più imminente e dobbiamo assolutamente concentrarci con tutto il nostro impegno e tutta la nostra credibilità''. La partita in Abruzzo potrebbe essere più aperta di quanto si pensasse fino a poco tempo fa. Il leader M5S sarà già oggi nella Regione a sostegno di Luciano D'Amico, per una prima giornata di campagna elettorale, a cui seguiranno altre nei prossimi giorni.
Conte mette dunque prima l'Abruzzo, mentre già sabato ci sarà la Potenza a Direzione regionale del Pd lucano e da Roma arriveranno il responsabile Enti Locali della segreteria Schlein, Davide Baruffi e con lui il responsabile Organizzazione, Igor Taruffi. Una riunione che potrebbe segnare uno spartiacque, in un senso o nell'altro. I Dem ritengono la regione contendibile, a patto ovviamente che il centrosinistra si presenti unito. Più difficile la partita in Piemonte, dove andare divisi sarebbe quasi una vittoria a tavolino data a un centrodestra già competitivo. Eppure al momento, la possibilità di un'intesa resta ancora remota e il percorso tutto in salita per dissapori e distanze ormai cristallizzate nel tempo a livello locale.
Intanto il pressing del Pd va avanti. "Non è tardi: se in Piemonte ancora non si è chiuso sui candidati, in Basilicata auspico una ricomposizione del cosiddetto campo largo", dice Andrea Orlando. Mentre Stefano Bonaccini fa leva sulla 'generosità' mostrata dal Pd in Sardegna: "Devo dire complimenti alla segretaria del nostro partito, perché Elly Schlein ci ha creduto dall'inizio, ci si è spesa con generosità e, credo, anche i Movimento 5 Stelle debba riflettere su questa generosità che il Partito Democratico ha dimostrato". E sempre Bonaccini però metti agli atti che l'asse Pd-M5S non basta, specie al Nord: "Io penso alleanza Pd e Movimento 5 Stelle, da soli, in questa parte in particolare del Paese, non basti e quindi bisogna lavorare quando si dovrà tornare a votare in regioni importanti".
Politica
Scuola, Occhiuto (Fi): “Proposta Valditara delicata,...
"Guardare al modello adottato dalle scuole francesi all'estero"
"Io credo che qualsiasi soluzione debba basarsi su un approccio che promuova l'inclusione attiva di tutti gli studenti, valorizzando la diversità come risorsa piuttosto che come barriera. È essenziale implementare strategie didattiche inclusive che supportino gli studenti stranieri nel migliorare le loro competenze linguistiche e accademiche, senza separarli dai loro compagni italiani". Così il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto, membro della settima Commissione Cultura ed Istruzione a palazzo Madama, risponde all'Adnkronos su quanto affermato dal ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara secondo cui nelle Aule la maggioranza dei bambini deve essere italiana e che si deve lavorare in questa direzione.
"Diciamo che sono consapevole della delicatezza della proposta avanzata dal ministro Valditara riguardante l'introduzione di classi separate per gli studenti stranieri, con l'intento dichiarato di migliorare l'integrazione di questi studenti nel sistema scolastico italiano, specialmente per coloro che presentano carenze in italiano e matematica - precisa - Riconosco l'importanza di affrontare le sfide legate all'integrazione scolastica in modo che ogni studente possa avere le stesse opportunità di apprendimento, ma è fondamentale che ciò avvenga senza generare discriminazioni o creare situazioni di isolamento".
Ritiene che potrebbe essere interessante studiare ed eventualmente adottare il modello delle scuole francesi all'estero, gestite da Aefe, Agenzia in capo al ministero degli Affari esteri e dello sviluppo Internazionale francesi, caratterizzate da multilinguismo e esigenza di integrazione linguistica? "Sì sono d’accordo. Mi sembra un’ottima idea, ma ci potrebbero essere anche altre soluzioni ad esempio, il potenziamento dell'offerta formativa con programmi di tutoraggio, l'uso di mediatori culturali, e la promozione di attività extracurriculari che favoriscano l'incontro e lo scambio culturale tra studenti di diverse origini. È cruciale - conclude Occhiuto - che queste misure siano progettate e implementate in modo da non pregiudicare la coesione sociale e l'integrazione. Sarà importante continuare il dialogo tra il ministero, le istituzioni scolastiche, gli studenti e le loro famiglie per trovare soluzioni equilibrate che rispondano alle esigenze di tutti". (di Roberta Lanzara)
Politica
Reddito cittadinanza, per la Consulta “non può...
La sentenza della Corte Costituzionale depositata oggi
Il reddito di cittadinanza (Rdc) "risulta strutturato in modo da non poter venire in aiuto alle persone che, in forza delle vincite lorde da gioco conseguite nel periodo precedente alla richiesta, superino le soglie reddituali di accesso, anche se, a causa delle perdite subite, sono rimaste comunque povere»; non è però «irragionevole che il legislatore abbia escluso che sia compito della Repubblica quello di assegnare il Rdc a chi, poco prima, si è rovinato con il gioco». Ciò perché "non è la povertà da ludopatia, ma è piuttosto la ludopatia stessa a rappresentare uno di quegli ostacoli di fatto che è compito della Repubblica rimuovere". È quanto si legge nella sentenza n.54 del 2024, depositata oggi, con cui la Corte costituzionale ha dichiarato infondate le questioni di legittimità costituzionale sollevate in riferimento agli artt. 3, secondo comma, e 25 della Costituzione sulle disposizioni del decreto-legge n. 4 del 2019, come convertito, che sanzionano penalmente l’omessa dichiarazione delle vincite lorde al fine di accedere al Rdc o di mantenerlo.
Le questioni, sollevate dal Tribunale di Foggia, riguardano una persona che aveva chiesto il reddito di cittadinanza pur omettendo di dichiarare precedenti vincite al gioco e che non aveva poi comunicato le ulteriori vincite conseguite nel periodo in cui ha percepito il Rdc. Poiché la disciplina del Rdc vieta espressamente di utilizzarne gli introiti per il gioco, «[i]l principio di eguaglianza sostanziale, alla cui attuazione il Rdc è peraltro riconducibile, non può certo essere invocato a sostegno di una questione di legittimità costituzionale nell’interesse di chi ha travolto le regole fondamentali dell’istituto, alterandone così la natura».
La sentenza ha poi precisato che "la giocata on line assume il carattere di una qualunque spesa, in questo caso voluttuaria, che la persona ha effettuato con un reddito di cui ha la disponibilità, coincidente con l’accreditamento delle vincite sul suo conto gioco; non si può, quindi, pretendere che la solidarietà pubblica si faccia carico di una spesa di tal genere». Poiché devono essere dichiarate le vincite al gioco, senza che sia possibile considerare le relative perdite, la situazione di povertà «in cui la persona si sia venuta a trovare nonostante le vincite è, insomma, comunque quella di chi, avendo una disponibilità economica, l’ha dissipata giocando». A ragionare altrimenti, del resto, non solo si rischierebbe «di alimentare la ludopatia in chi ancora ne soffre, ma anche di creare, in ogni caso, una rete di salvataggio che si risolverebbe in un deresponsabilizzante incentivo al gioco d’azzardo, i cui rischi risulterebbero comunque coperti dal beneficio statale del Rdc».
La sentenza ha anche escluso la violazione del principio di determinatezza della legge penale di cui all’art. 25 Cost., perché, nonostante un complesso insieme di rimandi, dalla normativa è possibile evincere l’obbligo di dichiarare e comunicare le vincite lorde; del resto, sul piano pratico, a fronte della suddetta complessità, «va considerata anche la possibilità, riconosciuta dall’art. 5, comma 1, del suddetto decreto, di presentare le richieste del Rdc presso i centri di assistenza fiscale».
Politica
Meloni in Libano, visita al contingente italiano a Shama
La premier ai militari: "La pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona"
Giorgia Meloni in Libano ha fato visita al contingente italiano a Shama per esprimere, in vista delle festività pasquali, la vicinanza e gratitudine del governo. "l'Italia vi è grata, la pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona", ha detto Meloni che ha sottolineato con la visita al confine sud con Israele l'impegno dell'Italia per evitare una escalation del conflitto".