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Politica

Acca Larenzia, procura apre inchiesta: 10 indagati. Il caso...

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Acca Larenzia, procura apre inchiesta: 10 indagati. Il caso finisce al Parlamento Ue

Piantedosi: "Saluti romani offese a vittime. Chiesto a Meloni audit permanente su antifascismo. Servizio della tv russa sul caso? Propaganda"

Saluti romani durante la commemorazione per Acca Larenzia nel 2021 - Fotogramma

Sul caso Acca Larenzia la procura di Roma ha avviato, dopo le informative arrivate dalle forze dell’ordine, un'inchiesta in relazione ai saluti romani di domenica scorsa davanti all'ex sede dell’Msi nel corso della commemorazione dei tre giovani uccisi 46 anni fa. Nel fascicolo, che vede oltre dieci indagati, si procede per l’ipotesi di apologia del fascismo. Gli investigatori, che hanno esaminato i filmati, hanno identificato un centinaio di partecipanti alla commemorazione.

La commemorazione con saluti romani finisce al Parlamento Ue

La commemorazione della strage di via Acca Larenzia, a Roma, dove il 7 gennaio 1978 vennero uccisi due giovanissimi militanti del Fronte della Gioventù ad opera di attivisti di estrema sinistra, con la morte di un altro attivista di estrema destra seguita poche ore dopo, durante una manifestazione di protesta e scontri con le forze dell'ordine, approda ufficialmente alla plenaria del Parlamento Europeo. Martedì prossimo nel pomeriggio, si legge nel programma della seduta della settimana prossima a Strasburgo, si discuterà del "risorgere del neofascismo in Europa, anche sulla base della parata avvenuta a Roma il 7 gennaio", per ricordare uno dei fatti di sangue degli Anni di piombo rimasti impuniti.

Sono previste dichiarazioni sul tema da parte della Commissione e della presidenza di turno del Consiglio Ue. Non è prevista alcuna risoluzione. Il dibattito è stato chiesto dal gruppo dei Socialisti e Democratici.

Il progetto di ordine del giorno della plenaria viene preparato dai segretariati generali dei gruppi politici, spiegano fonti parlamentari, che discutono e che, con l'aiuto del segretariato generale del Parlamento, preparano una bozza, che viene poi sottoposta ai capigruppo. Il dibattito sulla "rinascita del neofascismo" era già presente nella bozza presentata alla conferenza dei presidenti dei gruppi, per cui non c'è stato un voto a favore dell'inserimento nell'ordine del giorno.

L'Ecr, gruppo copresieduto da Fratelli d'Italia, ha chiesto di rimuovere il dibattito dall'ordine del giorno, richiesta che però non sarebbe stata sostenuta da nessun altro gruppo politico, probabilmente perché c'era già una maggioranza favorevole a mantenere il dibattito nell'ordine del giorno della prima plenaria del 2024.

Neanche il gruppo Id, presieduto dalla Lega, ha appoggiato la richiesta dell'Ecr, senza prendere la parola alla conferenza dei presidenti (ma potrebbe averlo fatto durante la riunione dei segretari generali). Solo il Ppe ha parlato, per appoggiare il progetto di ordine del giorno. Non è stato necessario votare, perché si è constatata l'assenza di una maggioranza a favore della richiesta dell'Ecr.

E' la prima volta, confermano fonti parlamentari, che la commemorazione della strage di via Acca Larenzia viene menzionata esplicitamente nel titolo di un dibattito al Parlamento Europeo, quando mancano solo cinque mesi dalle elezioni del 6-9 giugno. La commemorazione da parte dei militanti di estrema destra si tiene regolarmente a Roma fin dal gennaio 1979, quando venne ucciso da un poliziotto in borghese un diciassettenne, Alberto Giaquinto, nel quartiere di Centocelle.

Piantedosi: "Saluti romani offesa a vittime. A Meloni chiesto audit permanente su antifascismo"

I saluti romani durante la commemorazione di Acca Larenzia a Roma sono ''un'offesa che si fa a quelle vittime, che meriterebbero un diverso approccio a distanza di più di 40 anni'', ha detto intanto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi all''Aria che tira' su La7 sottolineando che si tratta ''di una strumentalizzazione che svilisce e offende quelle vittime''.

''La storia della Meloni è quella di una premier che ha fondato un grande partito politico di massa conservatore e ci è riuscita, è la storia di una premier che si è presentata alle Camere quando c'è stato il voto di fiducia e ha detto delle cose ben precise rispetto alla postura antifascista, esprimendo il rigetto di ogni tipo di estremismo e di ogni forma di negazione della democrazia compresa quella fascista'', ha continuato.

Quindi, ha precisato Piantedosi, vedo ''il giochino di qualcuno di immaginare di poter portare il presidente del Consiglio, tirandolo per la giacchetta, in una sorta di permanente audit rispetto a quella che è l'ortodossia antifascista ma il presidente Meloni parla con i fatti''.

Il servizio della tv russa sul caso? ''Credo che sia uno dei tanti elementi della propaganda russa nei confronti della cultura occidentale. Quindi la propensione strumentale di media russi che così possono attaccare, nella fattispecie l'Italia, ma anche tutti i Paesi dell'occidente che hanno preso posizione nel conflitto in Ucraina. E' molto significativo quello che viene detto nel servizio 'questo sta accadendo in Europa' vale a dire chi si contrappone a noi nel conflitto sono coloro i quali stanno avendo questo tipo di deriva'', ha detto il ministro commentando il servizio della tv russa sulla commemorazione in cui vengono riproposte le immagini del saluto romano.

Nel servizio la giornalista commenta: ''L'Europa sta tornando alle radici e alle sue origini, tutta la presunta educazione post bellica che in teoria avrebbe dovuto separare definitivamente dall'eredità del nazismo è andata in fumo''.

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Politica

Meloni in Libano, visita al contingente italiano a Shama

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La premier ai militari: "La pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona"

Giorgia Meloni in Libano ha fato visita al contingente italiano a Shama per esprimere, in vista delle festività pasquali, la vicinanza e gratitudine del governo. "l'Italia vi è grata, la pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona", ha detto Meloni che ha sottolineato con la visita al confine sud con Israele l'impegno dell'Italia per evitare una escalation del conflitto".

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Politica

Rai, per il Cda giochi quasi chiusi: incertezza per Pd e Fdi

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Si tratta anche su Dg e su un rimpasto di alcune direzioni aziendali. Intanto il bilancio chiude in pareggio e con un + 7% di pubblicità

Cavallo della Rai a viale Mazzini - Fotogramma

Mentre su Camera e Senato piovono candidature molto eterogenee per aree culturali, formazione ed esperienze, comincia a profilarsi quella che potrebbe essere la composizione del nuovo Cda Rai. In attesa di sapere se il consigliere eletto dai dipendenti sarà di nuovo Davide Di Pietro, che comunque si ricandiderà, sono praticamente certi i due nomi che verranno indicati da Palazzo Chigi (attraverso l’azionista Mef) e che saranno destinati a diventare presidente (dopo il voto di una maggioranza qualificata della Vigilanza) e amministratore delegato, e che dovrebbero essere, rispettivamente, Simona Agnes e Giampaolo Rossi. Gli altri quattro consiglieri andranno eletti per metà dalla Camera e per metà dal Senato e saranno dunque necessariamente frutto di un accordo tra le forze politiche e dei partiti al loro interno. Su questo fronte vengono dati ormai per assodate la riconferma di Alessandro Di Majo (in quota 5 Stelle) e l'arrivo di Alessandro Casarin (in quota Lega).

Mentre, a quanto apprende l'Adnkrono rimangono delle incertezze sul fronte dei candidati vicini al Pd e a Fdi. I democratci sarebbero divisi tra l'ipotesi della scrittrice Chiara Valerio e dell'ex dirigente Rai Antonio Di Bella mentre Fdi sarebbe orientato su una candidata: negli ultimi giorni sono circolati con insistenza i nomi della vicedirettrice del 'Secolo d'Italia' Annalisa Terranova e dell'ex dg Rai Lorenza Lei ma nessuno dei due nomi avrebbe ancora ottenuto un'investitura ufficiale. Mentre la ricerca di una quota rosa avrebbe fatto tramontare la candidatura di un altro ex dirigente Rai, quella di Mauro Mazza.

D'altronde, come sempre nei ricambi al vertice Rai, la partita in corso va ben oltre la scelta dei consiglieri e di presidente e ad. Nella trattativa sul voto per eleggere i consiglieri e soprattutto sul voto della Vigilanza per il via libera al presidente (che deve ottenere un placet vincolante dei due terzi della commissione bicamerale) in ballo ci sarebbero anche le ambizioni delle diverse aree politiche su alcune direzioni, giornalistiche e non.

Intanto nella struttura di vertice ci sarà da scegliere anche un dg e pare che difficilmente sarà l'attuale ad Roberto Sergio, del quale si vocifera di un ritorno alla radiofonia, settore di cui ha mantenuto l'interim anche nell'ultimo anno da ad. Intanto i rumors di stampa accennano anche alla possibilità che i Cinque Stelle votino a favore della nomina alla presidenza di Simona Agnes a patto che gli venga assicurata una direzione giornalistica di una certa importanza. E quindi non è escluso che all'arrivo del nuovo vertice seguirà un 'rimpasto' di alcune direzione giornalistiche.

Il tutto mentre la presidente della commissione di Vigilanza, dalle colonne del 'Fatto', mette in guardia: “Dopo il via libera del Parlamento europeo al Media freedom act, la legittimità del prossimo Cda Rai sarà a rischio. Va approvata con urgenza una nuova legge sulla governance, che sottragga la tv pubblica al controllo della politica". Ma la strada appare ancora lunga.

Bilancio 2023 in pareggio, verso ticket Rossi-Sergio?

Intanto trapelano le prime notizie sul bilancio 2023 della Rai, che Viale Mazzini dovrebbe approvare nella seduta del 17 aprile, secondo quanto anticipato qualche settimana fa dall'ad Roberto Sergio. E sono notizie positive. L'indebitamento finanziario netto dell'azienda - a quanto apprende l'Adnkronos - si riduce di 90 milioni. E il bilancio si chiuderà in pareggio, con un risultato decisamente migliore di quello indicato nel bilancio previsionale che prevedeva una chiusura a -30 milioni. Ma non solo. C'è un altro dato indubbiamente positivo: la raccolta pubblicitaria nel primo trimestre 2024, che sta per chiudersi, fa segnare un +7% rispetto al primo trimestre 2023.

Risultati che, a viale Mazzini, vengono letti come una fortificazione dell'asse Sergio-Rossi facendo così risalire nei rumors di queste ore le quotazioni di un 'arrocco' tra i due in occasione del rinnovo del Cda Rai, con Rossi dato come amministratore delegato in pectore e Sergio che prenderebbe il suo posto come direttore generale. Insomma il ticket che era stato annunciato fin dallo scorso anno. Ma le indiscrezioni sulla Rai in queste settimane si rincorrono con un tourbillon di ipotesi. Se infatti dovesse esserci un colpo di scena, c'è una rosa di almeno altri quattro nomi come candidati alla futura direzione generale: Marco Brancadoro, Felice Ventura, Marcello Ciannamea e Angelo Mellone. E c'è anche chi paventa persino un possibile sdoppiamento della direzione generale, con le competenze divise sulle diverse aree aziendali.

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Politica

Meloni in Libano: “Mondo in fiamme, evitare che...

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Visita del presidente del Consiglio ai militari italiani a Shama: "Riconoscenza per l'impegno a tutela di pace e sicurezza". E sottolinea: "La pace è deterrenza e impegno"

Meloni in Libano:

"Sono giorni difficili in medio oriente, in Europa, intere aree del paese si sono improvvisamente incendiate, dobbiamo fare tutto quello che possiamo per evitare il rischio" di propagazione delle fiamme "e voi siete parte di quello che noi possiamo fare, siete il fossato, la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l'incendio". Lo ha detto Giorgia Meloni, in visita a Shama ai contingenti militari italiani. "Quando c'è un incendio il rischio è sempre lo stesso" è quello che le fiamme volino troppo velocemente da un albero all'altro e che alla fine l'incendio non si riesca a domare", ha sottolineato il premier.

"Pace non con belle parole, è soprattutto deterrenza"

Secondo Meloni "la pace non si costruisce con i buoni sentimenti e con le belle parole la pace è soprattutto deterrenza, impegno è sacrificio. Non può esserci pace se non c'è anche rispetto e il rispetto che l'Italia è riuscita a costruire in nazioni e territori come questi". E "buona parte del nome che noi abbiamo in contesti come questo è costruito dal lavoro che voi fate ogni giorno". "L'Italia - aggiunge il premier rivolta ai militari italiani- deve essere consapevole di quello che garantite con i vostri sacrifici, perché non vedete i vostri figli crescere, non ci siete durante le feste quando la famiglia si ritrova si riunisce. Non ci siede per i vostri amici. Non ci siete per le vostre i vostri fidanzati, le vostre mogli, i vostri mariti rinunciate a tutto e rinunciate a tutto per costruire e garantire quella pace della quale in tanti soprattutto in questo momento si riempiono la bocca comodamente seduti sul divano di casa loro".

"Grazie a nome Italia per scelta indossare divisa"

"Sono qui soprattutto a dire grazie, dire grazie a nome dell'Italia per aver scelto di indossare la divisa, grazie per aver capito che indossare quella divisa significa sapere usare la testa e il cuore, per aver accettato di venire fino a qui in Libano, da decenni pezzo fondamentale della missione Unifil, in una terra culla di tante civiltà, per un tempo modello di convivenza". "Il Libano -sottolinea- riveste un ruolo fondamentare nel medio-oriente, voi lo sapete bene".

"Il giorno di Pasqua io sarò con la mia famiglia e voi no. E allora anche per questo sono qui, perché se è vero che la patria è una madre ed è vero, allora qualsiasi madre che possa farlo, se ha un figlio lontano, quando arrivano le feste lo raggiunge per dirgli la tua famiglia c'è, la tua famiglia è fiera di te". "E sono molto contenta di avere l'occasione di pranzare con voi oggi come fanno tutte le famiglie -aggiunge- . Per ricordarci che noi siamo tutti legati indipendentemente da quale sia il nostro compito, indipendentemente da quale sia il nostro ruolo, indipendentemente da quale sia la nostra mansione. Noi operiamo tutti per il buon nome della nostra famiglia".

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