Salute e Benessere
Sticchi (San Martino): “Vaccino anti-Zoster sicuro ed...
Sticchi (San Martino): “Vaccino anti-Zoster sicuro ed efficace anche per fragili”
"Può essere utilizzato nei soggetti immunocompromessi in totale sicurezza"
“L'approccio vaccinale nei confronti dei pazienti fragili è stato rivoluzionato dall'arrivo nel nostro paese del vaccino ricombinante adiuvato. Si tratta di una vaccino con un profilo di efficacia elevatissimo e che può essere utilizzato anche nel paziente immunocompromesso in sicurezza; peraltro è un vaccino che ha dimostrato di essere efficace, non solo nella prevenzione dell'herpes zoster, ma anche nei confronti della nevralgia post erpetica che è una delle complicanze più temute”. Lo afferma Laura Sticchi, professoressa associata di igiene, Università degli studi di Genova, Policlinico San Martino.
La differenza con il passato è tangibile, in particolare per i pazienti reumatologici e fragili. "Il vaccino è un vaccino inattivato - conclude Sticchi - vuol dire che può essere utilizzato in sicurezza anche nei soggetti immunocompromessi. Il paziente reumatologico può essere in trattamento con farmaci immunosoppressori e questo vaccino può essere utilizzato con serenità anche in questi pazienti”.
Salute e Benessere
Cancro, oncologo: “Tre anni per vaccino mRna contro...
Curigliano: "Risultati ci saranno anche per cancro al polmone e al seno"
"Sono convinto che il vaccino a mRna contro il melanoma arriverà con certezza a una registrazione. I tempi non saranno lunghi, c'è uno studio registrativo in corso, ma ci vorranno almeno 3 anni". Lo spiega all'Adnkronos Salute Giuseppe Curigliano, docente di oncologia medica all’Università di Milano, a margine della presentazione del 4th Italian Summit On Precision Medicine, evento che si apre oggi a Roma organizzato Fondazione per la medicina personalizzata (Fmp).
"Questa tecnologia avrà impatto anche su altre due patologie, i tumori polmonari e quelli mammari triplo negativi, sui quali ci saranno presto studi", continua Curigliano ricordando che di questa metodologia molto innovativa "sviluppata per i vaccini, abbiamo visto i benefici contro il Covid. E in alcune malattie oncologiche darà sicuramente un forte contributo".
In Italia ogni anno 31mila casi di cancro per alterazioni genetiche
Ogni anno in Italia oltre 31mila nuovi casi di cancro sono legati ad alterazioni di geni coinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo di neoplasie. Per questo è necessario adottare nuove tecnologie per eseguire i test genetici in modo più efficiente, con la riduzione dei tempi di esecuzione dei test e minori disagi per i pazienti ed i loro familiari. Ed è necessario migliorare la "personalizzazione" degli strumenti diagnostici e terapeutici antitumorali, evidenzia il Summiot.
"La medicina di precisione è una novità sorprendente e deve cambiare il nostro approccio alle oltre 200 malattie oncologiche", spiega Paolo Marchetti, presidente della Fondazione per la medicina personalizzata (Fmp) presentando il meeting.
Salute e Benessere
Medicina, sindrome intestino irritabile e sistema...
Il coordinatore D’Amato (Lum): "Il corredo genetico comune suggerisce nuovi approcci terapeutici"
Alcuni dei meccanismi biologici che causano la sindrome dell’intestino irritabile (Ibs) potrebbero essere in comune con le malattie cardiovascolari (Cvd). Lo rivela lo studio di un gruppo di ricerca internazionale che ha coinvolto scienziati dell’Università Lum Giuseppe Degennaro, Irgb-Cnr, Ceinge e Università di Napoli Federico II, della Monash University (Australia), Cic bioGune (Spagna) e dell'Università di Groningen (Paesi Bassi). "La consapevolezza che il corredo genetico alla base dell'Ibs contribuisce in modo simile alla Cvd - afferma Mauro D'Amato, professore ordinario di Genetica medica dell'Università Lum e coordinatore dello studio - ci suggerisce che alcuni farmaci e approcci terapeutici utilizzati per trattare l’una o l’altra patologia potrebbero essere applicati per trattarle entrambe”.
La sindrome del colon irritabile - spiega una nota - è uno dei disturbi gastrointestinali più comuni in tutto il mondo e colpisce fino al 10% delle persone (donne più degli uomini) con una complessa varietà di sintomi che includono dolore addominale, gonfiore, diarrea e stitichezza, riducendo così significativamente la qualità della vita dei pazienti. Le cause dell’Ibs non sono ben note, il che si traduce in una gamma limitata di opzioni terapeutiche, che spesso funzionano solo in alcuni pazienti. La familiarità e la predisposizione genetica all’Ibs sono conosciute, ma l’esatta natura dei geni e dei meccanismi biologici coinvolti sono rimasti per lo più sfuggenti. I ricercatori hanno studiato dati provenienti da UK Biobank e Lifelines, 2 importanti biobanche del Regno Unito e dei Paesi Bassi, e hanno confrontato i profili di Dna di 24.735 persone con Ibs e 77.149 individui sani. Hanno identificato 4 regioni del genoma, di cui 2 non segnalate in precedenza, dove alcune varianti del Dna sono più comuni nelle persone con Ibs.
I risultati, pubblicati sulla rivista ‘Cellular and Molecular Gastroenterology and Hepatology’, implicano complessivamente geni coinvolti in importanti processi fisiologici come il controllo della motilità gastrointestinale, l’integrità della mucosa intestinale e il ritmo circadiano. Il team ha anche analizzato le somiglianze tra la genetica che predispone all’Ibs e quella di altre malattie comuni. Oltre alla nota sovrapposizione con disturbi dell’umore e d’ansia, come rivelato negli studi precedenti, hanno identificato un nuovo legame con varie condizioni e malattie del sistema cardiovascolare, inclusa l’ipertensione, cardiopatia ischemica (coronarica) e angina pectoris. "Trovo che questo sia il risultato più importante del nostro studio”, commenta D’Amato. Lo studio ha infine dimostrato che l’ereditabilità dell’Ibs - il peso della genetica nella predisposizione alla malattia - è più forte di quanto precedentemente riconosciuto “rafforzando l’idea e la speranza, che ulteriori scoperte possano venire da altri studi genetici attualmente in corso su un numero di individui ancora più elevato", conclude.
Salute e Benessere
Covid, da Oms a ‘Big Pharma’: esperti mettono...
A Roma l'evento promosso da Commissione medico scientifica indipendente con ospiti esperti italiani e internazionali 'non allineati' con le scelte fatte per contrastare la pandemia
Un processo alla gestione dell'emergenza Covid, con imputati il governo della salute globale ovvero l'Oms, le multinazionali del farmaco che hanno prodotto il vaccino e i politici - e gli scienziati - che hanno avallato e adottato le misure anti-Covid in Italia e all'estero nel 2020-2021. A Roma va in scena un evento che raccoglie molti esperti italiani e internazionali 'non allineati' con le scelte fatte per contrastare la pandemia Covid e sulla validità dei vaccini mRna. A promuovere l'evento, 'Prospettive dell'Organizzazione mondiale della sanità: da ente di orientamento a governo mondiale?', moderato dal giornalista de 'La Verità' Francesco Borgonovo, è la Commissione medico scientifica indipendente (Cmsi). Il primo intervento è stato di Jay Bhattacharya, professore di Medicina, Economia e ricerca in politiche sanitarie dell'Università di Stanford. "Il lockdown fatto in Italia non è stato in grado di proteggere la popolazione più debole dal Covid, anzi ha danneggiato l'economia. Le autorità hanno compiuto danni enormi", ha detto lo scienziato.
Bhattacharya ha messo nel mirino l'Oms. "Non ha indagato se la risposta alla pandemia è stata corretta e se ci sono stati errori rispetto alla gestione della pandemia, nessuno ha fatto nulla tranne la Svezia - ha precisato - In gran parte dell'Europa e in Usa, i governi non hanno valutato onestamente la risposta al Covid e temo che ripeteremo gli stessi errori se arriverà una nuova pandemia". Alla domanda se ci sarà - come ha detto l'Oms - una futura malattia X, Bhattacharya ha sottolineato che "l'Oms imporrà di nuovo un lockdown". E sollecitato sulla gestione della pandemia in Italia, "c'è stata una discriminazione dura nei confronti di chi non voleva farsi il vaccino, si sapeva che non avrebbe impedito la diffusione del virus. Chi non si vaccina non deve essere colpevolizzato".
Delle accuse rispetto all'efficacia dei vaccini anti-Covid e il relativo obbligo si è occupato Alberto Donzelli, coordinatore della Commissione medico scientifica indipendente e già membro del Consiglio superiore di sanità (Css): "Solo il 31 luglio del 2021 i Cdc americani hanno pubblicato lo studio che descriveva come i vaccini non possono prevenire la trasmissione della vaccinazione. A quel punto, in base alla Costituzione italiana, non aveva più senso l'obbligo. Ma in Italia - ha rimarcato - hanno censurato queste informazioni e hanno continuato con l'obbligo. Diversi studi hanno dimostrato che a distanza di tempo aumenta la propensione degli immunizzati a infettarsi rispetto a chi non ha fatto il vaccino. In Italia fra i bambini di 5-11 anni, quando si è arrivati al 18 gennaio 2023, quelli con due dosi si infettavano di più".