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La rivoluzione di De Rossi, cancellato Mourinho anche fuori...
La rivoluzione di De Rossi, cancellato Mourinho anche fuori dal campo
Ricostruito il gioco, DDR sta facendo meglio anche come motivatore, manager e comunicatore
Daniele De Rossi si sta rivelando un grande allenatore. Sul campo, per i risultati e la qualità del gioco della Roma e, se possibile, ancora di più nella gestione del gruppo e della comunicazione, all'interno e all'esterno. Non è solo la vittoria larga sul Brighton a dirlo ma tutto quello che ha fatto nei suoi primi 50 giorni a Trigoria. Che potesse superare Mourinho nell'applicazione tattica, e nelle conoscenze di un calcio più evoluto, era aspettativa condivisa da chi riscontrava nella Roma del condottiero portoghese una evidente, e forse irreversibile, involuzione. Ma De Rossi, oltre che nella gestione tecnica, si sta dimostrando più avanti del suo predecessore anche nelle vesti più congeniali allo Special one, quelle del del motivatore, del manager e del comunicatore.
La gestione del gruppo, il motivatore
Si è sempre detto, 'nessuno come Mou sa portare i giocatori dalla sua parte'. E' stato vero in tante occasioni ma sempre con squadre piene di campioni affermati e solo per un periodo definito, in genere due anni. Gruppi messi sotto pressione, spremuti e portati a identificarsi con la leadership indiscussa dell'allenatore. Con l'Inter del 'triplete' come apice di una carriera in cui all'aumentare dei titoli vinti in bacheca sono cresciuti a dismisura l'autostima e il carisma del condottiero.
Daniele De Rossi ha preso una squadra che stava vivendo da mesi quella che a posteriori può definirsi una fase di rigetto. Giocatori messi da parte, giocatori considerati non all'altezza, insieme a pochi campioni 'frustrati' da una dimensione che non era la loro. Oggi tutti i giocatori della rosa sono coinvolti, il lavoro negli allenamenti serve a portare in campo i concetti che consentono di giocare bene e vincere le partite. I risultati passano dal lavoro e dalle doti dei calciatori, tutti quelli a disposizione. La motivazione non è più solo soddisfare il condottiero ma mettere insieme quello che serve per essere una squadra e andare ad affrontare l'avversario con tutta la forza possibile. De Rossi sta convincendo i giocatori delle loro potenzialità, messe al servizio delle idee che propone. Lo sta dicendo continuamente: ha a disposizione giocatori forti, che lo capiscono, perché puoi essere il migliore motivatore del mondo ma, come ha evidenziando elogiando Celik, non è che se sai motivare 'una sega' diventa un campione.
L'esercizio della leadership, il manager
C'era un dato oggettivo che faceva dubitare della scelta dei Friedkin di mettere nelle mani di De Rossi l'ingombrante eredità di Mourinho: l'esperienza quasi inesistente da allenatore. Che non vale solo in campo ma anche, se non soprattutto, nella gestione del gruppo. Si è sempre detto 'Mou è un grande leader'. Innegabile, lo è stato.
C'è però un tema più largo che De Rossi sta contribuendo a sviluppare: cosa deve essere la leadership oggi. L'allenatore di una squadra come la Roma è anche un manager e deve scegliere come esercitare il suo potere. DDR lo sta facendo attuando una rivoluzione che passa dal lavoro, prima di tutto, e dai rapporti tra le persone. Insiste su due concetti fondamentali, l'onestà e l'autorevolezza. Dice quello che pensa, ai giocatori e all'esterno, spiega le sue decisioni, e vuole che venga seguito per le idee che propone. Ma tutto passa per la qualità del prodotto che si fa, nel suo caso il gioco e la prestazione. Tutte le altre sono variabili che non vuole considerare: non parla del mercato, degli arbitri, delle pressioni. Sono i suoi giocatori che devono lavorare per essere migliori degli avversari. Tutto questo porta all'azienda Roma tutti i vantaggi che porta un manager capace: arrivano i risultati, sale il valore dei giocatori, si apprezza il prodotto Roma.
La scelta delle parole, il comunicatore
Mourinho è sempre passato per 'un genio' della comunicazione. Altra dote innegabile, che ha usato nel corso di tutta la sua carriera, soprattutto in chiave aggressiva. Ha sempre individuato nemici, provocato, ingaggiato sfide dialettiche. Spesso per proteggere la sua squadra, altre volte per provare a indebolire l'avversario, altre volte per spostare l'attenzione rispetto ai problemi. Tecniche e modalità di comunicazione che hanno prodotto risultati. E anche qualche danno, non solo di immagine, come avvenuto nel rapporto con gli arbitri, esasperato al punto da diventare grottesco.
Tutto questo è stato letteralmente rimosso da Daniele De Rossi. E' partito dai comportamenti, i suoi e quelli dei giocatori, totalmente cambiati. E' andato avanti scegliendo parole e un registro di comunicazione tanto semplice quanto innovativo: DDR parla di calcio e prova a dire la verità, prima all'interno di Trigoria e poi quando deve comunicarla all'esterno. Tutto più facile quando ci sono i risultati ma l'indirizzo è lo stesso che De Rossi aveva da calciatore, con la differenza sostanziale di avere una responsabilità diversa. Conosce la città e conosce il calcio, e sa che ogni conferenza stampa e ogni intervista possono aiutare a costruire consapevolezza, consenso e condivisione di obiettivi e ambizioni. A questo devono servire le parole giuste e una comunicazione efficace. (Di Fabio Insenga)
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Contrattura all’adduttore per Kvara
Il georgiano del Napoli finito KO in Nazionale
Brutte notizie per il Napoli dopo la sosta delle Nazionali: infortunio per Kvaratskhelia , impegnato con la sua Georgia. Il giocatore ha rimediato una contrattura all'adduttore della coscia sinistra e questa mattina ha svolto terapie e lavoro in palestra.
Difficilmente, dunque, il georgiano sarà a disposizione per il match con l'Atalanta in programma sabato pomeriggio: al suo posto agirà Raspadori nel tridente completato da Osimhen e Politano.
Fantacalcio.it per Adnkronos
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Scudetto, per la Sisal stagione chiusa, seconda stella...
Sebbene vi siano ancora 27 punti in palio, Lautaro e compagni possono vantare 14 lunghezze di vantaggio sul Milan e 17 sulla Juventus
La seconda stella, tanto inseguita, è già virtualmente sulle casacche nerazzurre nonostante, alla fine della Serie A, manchino 9 giornate. Sisal ha così deciso di premiare in anticipo tutti coloro che hanno creduto nell’Inter vincitrice dello scudetto. Lo scirve la Sisal in una nota. Il campionato ha iniziato il suo conto alla rovescia e, sebbene vi siano ancora 27 punti in palio, Lautaro e compagni possono vantare 14 lunghezze di vantaggio sul Milan, secondo, e addirittura 17 sulla Juventus, in terza posizione. Il sogno di ogni tifoso nerazzurro sarebbe quello di poter festeggiare lo scudetto, e la Seconda Stella, lunedì 22 aprile quando è in programma il derby della Madonnina. Miglior difesa e miglior attacco del campionato; maggior numero di vittorie, ben 24, e minor numero di sconfitte, appena una contro il Sassuolo. Statistiche emblematiche che certificano il dominio di Lautaro e compagni.
L’Inter per Sisal ha già vinto e, proprio per celebrare il successo interista, ha deciso di premiare da oggi, in attesa della matematica certezza, chi ha creduto, per fede o per intuito, alla formazione milanese. Nelle quote Antepost, prima dell’inizio della Serie A, i nerazzurri sono sempre stati in testa a conferma di una supremazia che si è poi confermata sul terreno di gioco: ad agosto la vittoria dell’Inter era offerta a 2,75 con il Napoli, a 3,50, come primo rivale mentre la Juventus, a 5,00, completava il podio delle favorite allo scudetto. Il Milan, invece, era offerto a 7,50. Sisal conferma inoltre che, in caso di vittoria del titolo di Juventus o Milan, le giocate saranno pagate ugualmente.
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