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Nasce Smart Business Venture: la prima operazione di venture italiana dedicata alle micro-imprese
Alfio Bardolla (ABTG) e Alessandro Rimassa (Talent Garden Innovation School) uniscono le forze per aiutare le piccolissime aziende ad esprimere al meglio le loro potenzialità, con un focus sulla digital transformation
Milano, 29 novembre 2022 – Secondo le ultime rilevazioni ISTAT, relative all’anno 2019, in Italia due anni fa erano attive quasi 4,4 milioni di imprese non agricole, con 17,4 milioni di addetti. Oltre il 60% delle imprese aveva al più un solo addetto (in genere ditte individuali con il titolare lavoratore indipendente), e un ulteriore terzo della popolazione erano microimprese tra i 2 e i 9 addetti; questi due segmenti insieme occupavano circa 7,5 milioni di addetti.
Uno scenario tipico del nostro Paese, il cui tessuto imprenditoriale è dunque composto per oltre il 90% da realtà di piccolissime dimensioni, che fatturano tra i 500 mila e i 2 milioni di euro all’anno. Aziende che, in molti casi, hanno voglia di crescere, di internazionalizzare e digitalizzare il proprio business, ma che faticano ad accedere alla liquidità e al know how necessari per farlo, perché banche e fondi di investimento finanziano prevalentemente le start up.
Da oggi, per queste realtà nasce Smart Business Venture, la prima operazione di venture italiana dedicata alle micro-imprese di qualsiasi settore, lanciata da Alfio Bardolla e dalla sua società ABTG, azienda leader in Europa di formazione finanziaria personale, quotata sul segmento AIM di Borsa Italiana, e da Alessandro Rimassa, esperto di education, future of work e digital transformation e fondatore di diverse società di formazione.
Smart Business Venture offre alle micro-imprese la solidità di un gruppo quotato in Borsa e la grande esperienza dei due fondatori. Il progetto prevede l’acquisizione, nell’immediato o con il tempo, del 51% delle società coinvolte, mantenendone alla guida l’imprenditore, a cui verrà fornito il supporto necessario per la crescita, costruendo insieme il suo piano di sviluppo.
Un grande focus sarà sulla trasformazione e sull’automazione digitale, indispensabili per le micro-imprese che vogliono crescere e mantenersi competitive. Nell’ambito del progetto, inoltre, verrà fornito supporto sull’impostazione delle vendite e sulla gestione di tutti gli aspetti burocratici, legati ad esempio alla parte amministrativa e legale.
La mission di Alfio Bardolla e della sua società ABTG è di permettere alle persone di esprime al massimo le proprie potenzialità raggiungendo la Libertà Finanziaria. Ora l’obiettivo è estendere questo servizio anche a tutte le piccolissime imprese, eccellenze del tessuto imprenditoriale italiano, che potranno crescere e svilupparsi all’interno di un gruppo liquido e quotato in Borsa.
Secondo Alessandro Rimassa, il supporto che Smart Business Venture darà alle micro-imprese sarà fortemente orientato all’innovazione digitale: il digital, infatti, ha completamente ridisegnato il mondo in cui viviamo, facendo di concetti come cambiamento continuo, trasparenza, fiducia, velocità e innovazione i nuovi valori essenziali per affrontare le sfide contemporanee e asset fondamentali per qualsiasi azienda voglia crescere nell’attuale contesto competitivo.
https://www.smartbusinesslab.com/
Alfio Bardolla
Alfio Bardolla è fondatore e master trainer della Alfio Bardolla Training Group S.p.A. (ABTG), società leader in Europa nella formazione finanziaria personale, ha formato oltre 43.000 persone attraverso programmi audio, video, corsi dal vivo e coaching personalizzate. La società conta oltre 100 collaboratori ed è presente in Italia e Spagna.
Bardolla ha pubblicato 8 libri, tra cui “I soldi fanno la felicità”, distribuito anche in lingua inglese e spagnola, e “First Class”, il più venduto su Amazon e 4° nella classifica libri di Repubblica e del Corriere della Sera. Ad oggi le sue opere sono state vendute in oltre 350.000 copie.
Alessandro Rimassa
Imprenditore, esperto di future of work, education e digital transformation, ha fondato Radical HR, club di formazione, sviluppo e trasformazione per professionisti delle risorse umane, e Talent Garden Innovation School, business school leader sui temi del digitale e dell’innovazione, con sedi in tutta Europa: Italia, Irlanda, Danimarca, Austria e Spagna. Ha creato la holding di investimenti Happy2C per aiutare, come angel investor, imprenditori a fare startup con focus su digital transformation e capacità di creare impatto. Attualmente ha 9 partecipazioni attive in promettenti startup. È CEO di Changers e Happy2C e membro dei consigli di amministrazione di Save the Children Italia, ScuolaZoo, AWMS e Sicuro.it.
Rimassa ha scritto sette libri, tra cui “Generazione Mille Euro”, tradotto in sette lingue e diventato un film, il romanzo “Berlino Sono Io” e quattro libri di saggistica. Ha inoltre curato Tag Books, la prima collana italiana di libri sull’innovazione digitale, con 15 titoli di successo pubblicati da Egea, casa editrice dell’Università Bocconi.
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Papi e media”, il rapporto tra cattolicesimo, cinema e Tv negli anni. Presentato l’ultimo libro curato da mons. Viganò

Roma, 26 maggio 2023. – Si è tenuta oggi – 26 maggio – a Palazzo Borromeo a Roma la presentazione del libro a cura di Mons. Dario Edoardo Viganò “Papi e media. Redazione e ricezione dei documenti di Pio XI e Pio XII su cinema, radio e tv”(Ed. Il Mulino pp. 232, € 20,00). Il volume, curato da monsignor Vigano vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze sociali della Santa Sede nonché Presidente della Fondazione Mac e del Centro di ricerca Cast dell’Università UniNettuno, ricostruisce i processi redazionali e le fasi di ricezione dei più importanti testi magisteriali promulgati da Pio XI e da Pio XII sui mezzi audiovisivi di massa. L’analisi dell’iter di realizzazione dei documenti e la loro diffusione planetaria fanno emergere l’evoluzione dell’atteggiamento della Chiesa cattolica verso i media. Dopo i saluti di Francesco Di Nitto, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede alla presentazione sono intervenuti il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano e il ministro alla Cultura italiano Gennaro Sangiuliano. Monsignor Parolin ha sottolineato come il volume abbia il pregio di non solo di consegnare i frutti di ricerche che hanno il merito di ricostruire avvenimenti del passato «ma che, al contempo, illuminano tematiche di grande attualità per la missione della Chiesa, imprimendo anche una tensione prospettica per la strada che sarà doveroso seguire nel prossimo futuro». Dopo aver ricordato la nascita per iniziativa di mons. Viganò della Fondazione “Memorie Audiovisive del Cattolicesimo”, salutata da Papa Francesco come un deciso passo nella direzione di una maggiore cura della nostra «memoria per immagini» attraverso un impegno volto «al recupero, la preservazione e la valorizzazione del patrimonio storico audiovisivo e di quello documentale ad esso collegato, relativo al cattolicesimo», monsignor Parolin ha sottolineato nel suo intervento i contenuti del volume che «sembrano utili a delineare soprattutto la storia dell’evoluzione del pensiero della Chiesa sui media» e di come «lungo il corso del secolo scorso, il progresso e le svolte tecnologiche sono stati affrontati di volta in volta con la consapevolezza che i nuovi scenari imponevano l’elaborazione di sempre nuove strategie, ma anche con la fiducia e l’entusiasmo nell’accettare la sfida del cambiamento». Monsignor Parolin ha poi analizzato l’excursus del volume che parte dall’enciclica «americana» sul cinema “Vigilanti cura” alla sfida posta alla Chiesa dal diffondersi del mezzo televisivo già nei primi anni Cinquanta. «La strategia di rinnovamento dell’atteggiamento della Chiesa cattolica verso i media risulta abbastanza evidente anche dall’esame del lungo processo che – continua – portò alla promulgazione dell’enciclica “Miranda prorsus” su cinema, radio e televisione sulla quale mons. Viganò ha deciso di concentrare le proprie attenzioni». Nelle sue conclusioni ha osservato come il percorso di maturazione nei confronti dello sviluppo dei media presente nel volume «ebbe una sua rielaborazione compiuta solamente con il pontificato di Giovanni XXIII durante il quale si diede un definitivo taglio alla relazione con i media ancorata alla strategia della doppia pedagogia in equilibrio tra ammonimento e incoraggiamento e si preparò il campo a un radicale ripensamento del rapporto tra i mezzi di comunicazione di massa e l’azione ecclesiale». Nel suo intervento il ministro Sangiuliano dopo aver proposto una riflessione sul legame tra religione e media richiamando anche l’opera di McLuhan ha osservato come il volume di mons. Viganò non si limiti a «ricostruire, come da suo esplicito intento, i processi redazionali di alcuni dei più importanti documenti del Magistero pontificio sui media, ma si spinge oltre fornendo un quadro originale su quel complesso di sfide, suggestioni, criticità e sollecitazioni che l’affermarsi dei mass media ha lanciato alla Chiesa e, non di meno, anche a chi si trovava a gestire la Res Publica». Nelle sue conclusioni il ministro ha richiamato le parole di Papa Francesco che in una recente intervista, proprio a mons. Viganò «confermava la necessità di intendere il cinema anche come “un grande strumento di aggregazione” che, soprattutto in tempi difficili della storia nazionale, “ha contribuito in maniera eccezionale a ricostruire il tessuto sociale con tanti momenti aggregativi”». E ancora: «Sempre Papa Francesco segnalava la strada da seguire per cercare di imparare dal passato: “Anche oggi –diceva – guardando oltre le difficoltà del momento, il cinema può mantenere questa capacità di aggregazione o, meglio, di costruire comunità. Senza comunione, all’aggregazione manca l’anima”. Mi sembra che, in questo senso, sia soprattutto nostra responsabilità vigilare attentamente e costantemente per fare in modo che rimanga forte questo senso di comunità che è il lievito del vivere da persone e cittadini in società. Questo intento, che appare sempre più un’urgenza che coinvolge gran parte del tessuto sociale del nostro Paese, deve essere perseguito attraverso soprattutto una informazione attenta ed efficace sulle nuove tecnologie e mezzi di comunicazione affinché non diventino, col passare del tempo, gli unici protagonisti delle nostre relazioni e non leghino giovani e meno giovani all’illusione di un mondo dove si è costantemente connessi ma sempre più raramente realmente legati da una comunanza di idee, prospettive e valori».
A conclusione della presentazione monsignor Viganò ha ricordato come «questa pubblicazione rappresenti l’ultimo frutto di un cantiere di ricerca che da vari anni in Italia, inserendosi con originalità nel filone dei “Religion and Media Studies”, ha messo al centro della sua analisi i processi storici sui quali si è costruito il complesso rapporto tra cattolicesimo e media nel corso del Novecento. È un percorso di ricerca che per me parte da lontano». Un percorso cui, ha ricordato l’autore «l’istituzione nel 2020 del centro di ricerca Cast presso l’Università Telematica Internazionale UniNettuno ha dato poi ulteriore impulso a questi filoni di ricerca». Per mons. Viganò, infine, la novità dei contributi raccolti all’interno del volume presentato oggi «sta proprio in un nuovo approccio storico-critico con il quale viene gettata ulteriore luce conoscitiva su documenti di estrema importanza per delineare le caratteristiche del filo comune che ha unito il cattolicesimo con il lento ma costante sviluppo dei mass-media e, al contempo, risulta fondamentale per leggere in profondità i percorsi di maturazione dei testi ponendoli in stretta relazione alle più generali politiche ecclesiastiche e al contesto globale nel quale essi vennero prodotti».
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Pannelli fotovoltaici a casa: le indicazioni degli esperti di Matyco prima dell’installazione


Roma, 26/05/2023 – L’installazione di un impianto fotovoltaico nella propria abitazione non è una procedura da prendere sottogamba. Ci sono dei precisi accorgimenti da seguire, così come delle componenti di cui conoscere il funzionamento. Gli esperti di www.matyco.com hanno messo a punto delle indicazioni proprio per chi, consapevole della convenienza e degli effetti positivi del fotovoltaico, sta muovendosi verso l’installazione di un impianto.
Installare un impianto a celle fotovoltaiche richiede una forte consapevolezza delle proprie abitudini e dei propri consumi. Per questa ragione, ci sono delle domande che il consumatore deve porsi al momento dell’acquisto, così da capire se è necessario investire anche in eventuali optional.
La prima domanda si lega direttamente alle proprie abitudini di consumo. Se il consumatore impiega gran parte dell’energia elettrica nelle ore diurne, quando cioè i pannelli ricevono la luce solare e sono in piena carica, si può procedere all’acquisto di un impianto standard. Al contrario, se si sta molto tempo fuori casa e si ritorna soltanto la sera, quando la luce viene meno, si può pensare a un sistema di accumulo con batterie: è l’ideale per immagazzinare energia da usare nelle ore serali o notturne, o nei giorni meno luminosi per via del maltempo.
Esistono almeno tre tipi di pannelli fotovoltaici tra cui scegliere. Nel primo caso, i pannelli fotovoltaici in silicio amorfo si distinguono per la loro flessibilità, capace di garantire risultati anche in caso di esposizione non ottimale, ma con una resa inferiore. Proseguendo, i pannelli fotovoltaici policristallini sono un valido compromesso tra la prima soluzione e i pannelli monocristallini, che rappresentano la scelta migliore in assoluto, al momento attuale. La differenza sta tutta nel numero di cristalli di silicio impiegati: numerosi nei pannelli policristallini, e uno solo in quelli monocristallini.
L’applicazione dei pannelli su superfici inclinate o su un tetto piano deve tenere sempre conto della presenza di eventuali ombreggiamenti fissi. Questi possono essere causati da antenne, alberi o altri edifici più alti presenti nelle vicinanze. Nel caso di ombreggiamenti, è possibile puntare su pannelli dotati di sistemi di ottimizzazione: lo scopo di questi sistemi è di disattivare automaticamente i moduli in ombra, così da mantenere operativi e in piena efficienza solo quelli concretamente illuminati dal sole.
Un impianto fotovoltaico non è composto dalle sole celle di silicio impiantate sul tetto, a terra o sulla facciata di un edificio. Di certo, i pannelli sono l’elemento più visibile, ma questo può essere integrato dagli ottimizzatori in caso di presenza di ombre e dalle batterie per accumulare energia, per le ore notturne o di maltempo. Oltre a questi elementi, già segnalati, un impianto fotovoltaico è dotato anche di una struttura capace di reggere i pannelli e mantenerli in posizione inclinata, così che possano essere meglio esposti ai raggi solari e migliorare dunque la propria efficienza.
Proseguendo, parte integrante dell’impianto è un sezionatore fotovoltaico capace di mettere il campo in stand-by in casi specifici, come interventi di rete o picchi di tensione. Non da meno, l’inverter è centrale per la conversione della corrente continua in corrente alternata, utilizzabile in ambito domestico per il funzionamento delle apparecchiature elettriche. Infine, si segnala la presenza necessaria di 2 contatori: il primo segnala tutta l’energia prodotta dall’impianto, mentre il contatore bidirezionale distingue l’energia immessa e quella prelevata. Questi due contatori devono essere facilmente accessibili e monitorabili tramite WiFi.
Per altre informazioni:
tel: +39 06 3397 6531
e-mail:
info@matyco.com
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Bumble, l’app di incontri in cui sono le donne a fare la prima mossa, arriva in Italia


La popolare dating app fa il suo ingresso nel nostro Paese con una ricerca che esplora quello che vogliono le donne italiane negli incontri e nelle relazioni e si chiede come sarà il romanticismo nel 2023
Cos’è il romanticismo oggi? In Italia, 3 donne su 4 (75%) concordano sul fatto che sia ancora un elemento fondamentale in una relazione, ma la versione del romanticismo per le Millennials e Gen-Z è molto diversa da quella dei loro genitori. Le donne italiane oggi frequentano persone in modo del tutto nuovo, dando priorità a valori e comportamenti differenti, e non hanno paura di fare la prima mossa.
Milano, 26 Maggio, 2023 – Presentiamo oggi in Italia Bumble, la dating app in cui sono le donne a fare la prima mossa, che inaugura un nuovo capitolo degli incontri online.
La popolare app di incontri è stata creata dalla fondatrice Whitney Wolfe Herd in risposta a esperienze di relazioni poco sane e non eque vissute in prima persona. A differenza di altre app di incontri, Bumble è dedicata alle donne, con caratteristiche e politiche di prodotto che riflettono ciò che le donne vogliono negli incontri e nelle relazioni, all’interno di uno spazio gentile e rispettoso.
Bumble è l’app di incontri che mira a mettere le donne in condizione di trovare relazioni sane ed eque alle loro condizioni. Bumble è stata una delle prime app a introdurre la verifica delle foto, a lanciare la chat video in-app, a utilizzare l’intelligenza artificiale per identificare le immagini indesiderate, a vietare per prima il linguaggio del “body shaming” e a introdurre funzioni per identificare la compatibilità e sostenere la salute mentale.
In occasione dell’arrivo in Italia, Bumble ha collaborato con Metrica Ricerche per parlare con le donne italiane del mondo del dating oggi. In un momento di grande cambiamento socio-culturale, la ricerca indaga il modo in cui le italiane, soprattutto Millennials e Gen-Z, vedono le relazioni, il romanticismo, i miti e le aspettative sugli appuntamenti, i tabù legati al sesso e all’intimità.
ROMANTICISMO CONTEMPORANEO: Sebbene le donne italiane desiderino ancora il romanticismo, ciò che percepiscono come tale è decisamente diverso rispetto alle generazioni precedenti.
Romanticismo non è più sinonimo di cavalleria e grandi gesti: soprattutto tra le generazioni più giovani, comincia a delinearsi un ideale differente, che pone l’accento sul rispetto per l’indipendenza, la maturità emotiva, la possibilità di parlare liberamente attraverso una comunicazione aperta e onesta.
• 3 donne su 4 (75%) concordano sul fatto che il romanticismo sia ancora un elemento molto importante in una relazione sentimentale. Questo è particolarmente vero per le donne della Gen-Z, di età compresa tra i 18 e i 26 anni.
• Tuttavia, le donne italiane hanno ben chiaro che il Principe Azzurro non esiste (39%).
• Sebbene il romanticismo resti fondamentale, ciò che percepiamo come romantico sta cambiando. Oggi il rispetto per la propria indipendenza, la maturità emotiva e la comunicazione aperta sono considerati aspetti assai più romantici di comportamenti tradizionali come la cavalleria o i grandi gesti d’amore.
• Anche qualcosa di molto pratico può essere considerato romantico: 1 donna su 2 (52%) trova romantico il partner che partecipi alle faccende domestiche.
L’UGUAGLIANZA DI GENERE È IN PRIMO PIANO: Le italiane sono ben consapevoli del percorso ancora lungo che hanno davanti nel raggiungimento della parità di genere, eppure registrano un sensibile miglioramento in tal senso nel campo delle relazioni, nella dimensione sociale e in campo culturale. Persistono pregiudizi e aspettative di genere che condizionano i comportamenti e che rappresentano gli ultimi baluardi degli stereotipi ancora da abbattere.
• La maggioranza delle donne (59%) afferma che negli ultimi cinque anni in Italia siano stati compiuti progressi significativi verso la parità di genere. L’uguaglianza di genere è sempre più un fattore di rottura: quasi 2 donne italiane su 3 (63%) dichiarano che NON uscirebbero con qualcuno che non difende questo valore.
• Tuttavia, più di 3 donne su 4 (77%) concordano sul fatto che esistano ancora comportamenti e aspettative di genere quando si tratta di appuntamenti e relazioni: ciò che ci si aspetta dagli uomini e ciò che ci si aspetta dalle donne non coincide.
• Quando si tratta di appuntamenti, le donne italiane sono ancora soggette a ruoli e aspettative di genere. La metà (50%) delle donne sente il bisogno di “fare la difficile” quando esce con qualcuno, mentre una su quattro (25%) si preoccupa di apparire troppo supponente o troppo “diretta” all’inizio di una relazione.
• Le dinamiche di potere di genere esistono ancora. Più di una donna italiana su due (58%) ha dovuto modificare il proprio comportamento per far sentire il partner più a suo agio.
LE APP DI INCONTRI SONO LA NUOVA NORMALITÀ: Più di una donna italiana su 3 utilizza, o ha utilizzato, le dating app per conoscere nuove persone, ma le donne devono ancora affrontare stereotipi di genere che potrebbero impedir loro di fare la prima mossa e di ottenere ciò che vogliono.
• La pandemia ha portato a una “normalizzazione” dell’uso delle app di incontri e più di una donna italiana su tre (35%) le utilizza, soprattutto le donne Gen-Z (40%).
• Secondo la stragrande maggioranza delle intervistate (80%), le donne che prendono l’iniziativa negli appuntamenti e nelle relazioni sono ammirevoli. Tuttavia, alcuni pregiudizi persistono: più di una donna su tre (38%) teme di essere percepita come “facile”.
IL SESSO È ANCORA UN TABÙ NELLA CULTURA ITALIANA? Secondo un terzo delle intervistate, l’Italia ha ancora molta strada da fare per superare i propri tabù legati al sesso. Nonostante la sfida culturale, le donne hanno imparato a emanciparsi individualmente, aprendosi a conversazioni sui loro desideri e preferenze sessuali con i propri partner.
• La metà delle donne italiane (53%) dichiara di parlare apertamente di sesso, desideri e preferenze sessuali. Tuttavia, più di una su tre (35%) percepisce ancora il sesso e la sessualità come un tabù. Questo vale ancora di più per le donne Gen-Z.
• Per 1 donna su 3 (32%) ciò significa temere di essere giudicata per la propria esperienza e storia sessuale quando conosce qualcuno a un appuntamento.
• Tuttavia, quando si tratta del proprio partner, le donne cercano persone di mentalità aperta e ben 4 su 10 (41%) trovano più attraenti coloro che si sentono a proprio agio nel parlare di sesso.
La Dr.ssa Valeria Locati, psicologa e psicoterapeuta sistemico-relazionale, afferma che:
“Come in ogni epoca storica e culturale, è grazie alle nuove generazioni che possiamo beneficiare di riletture e imparare a capire noi stessi e il nostro stare nel mondo e nelle relazioni. Non è vero che i ragazzi e le ragazze di oggi sono confusi e non sanno cosa vogliono: sanno che non vogliono la staticità di una relazione che non arricchisce e che non si basa sull’ascolto e sulle capacità empatiche dell’Altro. Sono disposti a dare una nuova definizione di romanticismo, che includa e differenzi, rispettando e amando”.
Naomi Walkland, Vice Presidente di Bumble per l’Europa, afferma: “Bumble è stata fondata per dare alle donne la possibilità di inseguire ciò che desiderano e di uscire con i propri partner alle loro condizioni, dando priorità a ciò che è importante per loro. Siamo incoraggiate dal modo in cui le donne italiane stanno modificando la loro concezione e definizione di romanticismo, mettendo in discussione alcune aspettative che non le aiutano a trovare relazioni sane”.
“Siamo entusiasti della risposta che abbiamo già ricevuto in Italia da uomini e donne. È chiaro che c’è il desiderio di uno spazio sicuro e rispettoso in cui le persone possano incontrare altri che condividano gli stessi valori, prospettive e interessi. Ogni giorno, migliaia di donne fanno la prima mossa su Bumble, entrando in contatto con qualcuno di nuovo e iniziando la propria avventura romantica. Non vediamo l’ora di celebrare le storie d’amore italiane che verranno”.
NOTA SULLA METODOLOGIA
Bumble ha commissionato Metrica Ricerche una survey condotta a maggio 2023 su 1003 donne italiane di età compresa tra i 18 e i 50 anni, stratificate in base alla popolazione italiana per area geografica e suddivise in tre cluster generazionali: 18/26 anni, 27/39 anni e 40/50 anni (quest’ultimo utilizzato come campione di controllo).
COS’È BUMBLE?
Bumble è un’app che consente alle persone di entrare in contatto e stringere relazioni positive. Insieme a Badoo e Fruitz, fa capo a Bumble Inc. (BMBL). Bumble è un’app di dating e social networking “al femminile” creata nel 2014 dalla CEO Whitney Wolfe Herd per permettere alle persone di instaurare relazioni sentimentali, di amicizia (BFF) e professionali (Bumble Bizz).
Bumble è “women-first”, con la convinzione che quando uno strumento di dating è costruito a misura di donna è migliore per tutti. L’app è basata su principi di equità, gentilezza e rispetto e tutti contribuiscono a preservarne i valori.
L’app Bumble è liberamente scaricabile da App Store e Google Play.
Theoria Srl
Via L. Settala, 41 – 20124 Milano – Italy
tel. +39 02 202215.1 – fax +39 02 37908155
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Lavoro. In Veneto i dirigenti privati crescono del 8,2%, le manager fanno segnare un +23,5%


In Italia il numero dei dirigenti nelle imprese aumenta del 5,4%anche in tempi di crisi e inflazione.
Verona, 26 maggio 2023 – Cresce il numero dei manager e dei dirigenti in Italia, +5,4% nel biennio 2020-2021, pur in presenza di un contesto economico difficile che risente ancora degli effetti del post pandemia, della risalita dell’inflazione e della guerra in Ucraina. Un dato che premia principalmente le donne che fanno segnare un +13,4% rispetto al +3,5% degli uomini su base nazionale. Anche in Veneto il dato nazionale trova conferma, con un incremento del +8,2% che porta il numero complessivo dei manager a 8.505 con una crescita esponenziale delle dirigenti donne+23,5 % dal 2020 al 2021. Questa la fotografia che emerge dal “Rapporto Manager 2023” su dati Inps 2021/2018” presentato ieri pomeriggio nel corso dell’Assemblea annuale di Manageritalia Veneto, in svolgimento presso gli spazi dell’Hotel Catullo di Verona. A confrontarsi con gli associati e la stampa sull’evoluzione del mondo del lavoro e sulla figura dei dirigenti nei terrori: Lucio Fochesato, Presidente di Manageritalia Veneto; Mario Mantovani, Presidente di Manageritalia e Roberto Beccari, Vicepresidente di Manageritalia.
“In uno scenario economico nazionale caratterizzato dalle conseguenze post pandemiche, vampate inflazionistiche e immancabili ricadute del conflitto ucraino posiamo dire che la managerialità veneta ha saputo reagire con slancio vedendo aumentare i suoi numeri soprattutto nella sua componente femminile. Un segno concreto della vitalità e della capacita di risposta delle imprese della nostra regione che in questi anni hanno continuato a investire nel capitale umano e nella competenza dei sui manager” cosi Lucio Fochesato, Presidente di Manageritalia Veneto che prosegue:” A giugno in occasione della 100° Assemblea Nazionale di Manageritalia in quel di Roma incontreremo i rappresentati del Governo e delle istituzioni per dare il nostro concreto contributo a porre al centro dell’agenda politica, nell’anno europeo delle competenze, l’importanza strategica del management per soddisfare i bisogni del paese delle imprese”
“Numeri in crescita per la figure manageriali che per le loro competenze si dimostrano sempre più determinanti per la crescita delle imprese e di conseguenza dei territori locali in cui operano” così commenta Mario Mantovani, Presidente di Manageritalia che prosegue: “I mutamenti professionali, le nuove affermazioni di genere e di competenze che stanno affrontando oggi imprese, territori, amministrazioni pubbliche ecc.. hanno sempre più bisogno di manager, uomini e donne, capaci di governare al meglio la complessità anche tecnologica, così come hanno sempre fatto con le risorse umane, finanziarie e gestionali. Parità di genere e innovazione tecnologica sono due elementi sempre più determinanti per il futuro del management”.
Nello specifico il territorio il territorio Piemontese fa registrare dati più che positivi, con una presenza complessiva di 8.505 manager (7.126uomini e 1.379 donne) con un incremento del 8.2%. Significativo lo scenario della provincia di Venezia dove si registra la crescita più alta +34,5% raggiungendo 1.306 dirigenti (999 uomini e 307 donne), qui l’aumento delle dirigenti donna è ragguardevole 89,5%.Seguita da Belluno che fa segnare un + 7,8% in crescita assoluta tra i manager arrivati a 262 in un anno. Padova vede i suoi numeri crescere di 6% con 1579 dirigenti (1346 uomini e 233 donne) in cui le donne salgano del 14.2% .Salgono anche Verona
+3,6% con 2.206 manager (1.781 uomini e 425 donne), Vicenza con un +2,5% tocca 1.564 dirigenti (1.394 uomini e 170 donne), Treviso evidenzia un + 6,2% generale con un tasso di crescita femminile del 27.4%, dato questo inferiore solo a Rovigo che si pone in vetta con il 28,6% anche se per quanto riguarda il numero complessivi di dirigenti è l’unica relata negativa con -2% rispetto all’anno precedente.
L’incremento delle figure manageriali dimostra come imprenditori e aziende abbiano compreso l’importanza delle competenze e che senza figure manageriali non si cresce e non si compete sul mercato nazionale e men che meno in quello internazionale. Manager e dirigenti crescono in tutti i settori con un significativo +9% per il terziario e terziario avanzato e solo del 1,1% per l’industria, in crescita anche ambito come Istruzione, Servizi di informazione e comunicazione nonché sanita e assistenza sociale segno di come il comparto dei servizi sia sempre più significativo per la crescita e lo sviluppo del Paese.
L’Assemblea annuale di Manageritalia Veneto è propedeutica al grande appuntamento che il prossimo 13 giugno porterà a Roma oltre 1500 manager in occasione della 100° Assemblea Nazionale di Manageritalia: I MANAGER PER L’ITALIA. Il nostro impegno e l’agire della politica”. Un’opportunità unica di confronto per tutta la categoria dei manager e dei dirigenti per dialogare con rappresentanti del Governo, della politica e delle Istituzioni al fine di ribadire come il Paese la necessità a di avvalersi delle migliori competenze e managerialità presenti in ogni campo economico per realizzare concretamente la trasformazione digitale e del lavoro e costruire insieme un futuro davvero sostenibile e inclusivo per l’Italia e i manager di oggi e di domani.
Ufficio stampa Manageritalia
Fabrizio Galassi
+39 065807568 – +39 3666722512
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Università di Bergamo e Schneider Electric insieme per affrontare la transizione ecologica e digitale e progettare il futuro


Siglato l’accordo quadro per la ricerca, la didattica, la formazione e l’orientamento che rafforza la sinergia già consolidata tra l’Ateneo e l’Azienda. Sostenibilità, competenze multidisciplinari e digitalizzazione i temi guida della collaborazione.
Bergamo, 26 maggio 2023 – Università degli studi di Bergamo e Schneider Electric hanno siglato l’accordo quadro su ricerca, didattica, formazione e orientamento che rafforza ulteriormente una sinergia nata come interscambio di conoscenze ed esperienze per cogliere le trasformazioni contemporanee, affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale e progettare insieme il futuro. Una collaborazione iniziata nel 2018 con la co-progettazione di un innovativo percorso di laurea magistrale, il curriculum Smart Technology Engineering, per formare nuove figure professionali in grado di rispondere alle esigenze dello Smart Living e dell’industria 4.0 e che si istituzionalizza e amplia oggi coinvolgendo tutte le aree disciplinari dell’Ateneo, dalle competenze più ingegneristiche e tecnologiche a quelle economiche, giuridiche e umanistiche. Una collaborazione di ampio respiro indispensabile per interpretare le sfide presenti e future e formare giovani professionisti in grado di guidare la transizione in atto.
Grazie a questo accordo, della durata iniziale di tre anni, UniBg e Schneider Electric si propongono di conseguire una stretta collaborazione per lo sviluppo di attività di ricerca che possano accelerare l’innovazione sostenibile e per l’ideazione di attività di formazione e orientamento sinergiche, anche sperimentando forme didattiche d’avanguardia. L’Ateneo e l’Azienda potranno condividere la realizzazione di corsi, laboratori e Master universitari su tematiche innovative, quali la transizione digitale, l’organizzazione di attività didattiche integrative, l’attivazione di tirocini, tesi e progetti di laurea presso l’Azienda, iniziative di divulgazione e orientamento, lezioni, seminari e workshop, la promozione e lo sviluppo di progetti per l’assunzione dei neo-laureati e altre attività formative rivolte non solo a studenti e laureati ma anche ai docenti dell’Università.
«Un’iniziativa che conferma l’impegno dell’Università nell’alimentare un dialogo sempre più proficuo con il mondo produttivo che possa mettere a fattor comune competenze e conoscenze per accelerare l’innovazione sostenibile e formare nuove figure professionali in grado di affrontare e guidare la transizione in atto. – ha dichiarato il Rettore Prof. Sergio Cavalieri – L’accordo siglato oggi con Schneider Electric consolida un rapporto fruttuoso, dal quale sono nate esperienze formative altamente innovative, e ne amplia l’orizzonte, arricchendo le possibilità di collaborazione e di realizzazione di azioni condivise grazie alla sinergia fra tutti i dipartimenti. Un percorso del quale potranno beneficiare tutti i nostri studenti, tramite un’offerta formativa sempre più trasversale, multidisciplinare e sfidante, indispensabile per affrontare le sfide contemporanee e future».
«Questo accordo per noi è un’importante occasione di crescita e ci offre la possibilità di aiutare a formare una nuova generazione di professionisti, di cui abbiamo bisogno per affrontare le sfide del presente e del futuro legate alla transizione digitale e sostenibile – dichiara il Presidente e Amministratore Delegato di Schneider Electric Aldo Colombi – Sono sfide a cui oggi si può rispondere solo mettendo in campo competenze ingegneristiche, economiche, tecnologiche e culturali molto varie, che non è semplice trovare. Stringere con l’Università degli studi di Bergamo una collaborazione che si allarga a tutto l’Ateneo permette di andare proprio in questa direzione. Contiamo di realizzare insieme progetti e percorsi fortemente innovativi, attrattivi per i migliori talenti e capaci di portare beneficio alle imprese del territorio e all’intero paese».
L’evento che ha suggellato l’accordo quadro si è tenuto questa mattina presso la sede di Sant’Agostino alla presenza del Rettore di Ateneo Prof. Sergio Cavalieri e del Presidente e Amministratore Delegato di Schneider Electric Aldo Colombi. Insieme a loro diversi docenti e rappresentanti della Governance di Ateneo e figure chiave del Management aziendale di Schneider Electric. Nella cerimonia di apertura sono state ripercorse le tappe della collaborazione in essere, con l’esperienza della co-progettazione del curriculum Smart Technology Engineering, come ponte per definire le possibili collaborazioni future sulle tematiche di interesse comune: Sostenibilità, Competenze multidisciplinari e Digitalizzazione. Su questi temi guida i rappresentanti dell’Ateneo e dell’Azienda hanno avviato tre tavoli di lavoro strategici in parallelo, per delineare sfide comuni e possibili contributi allo sviluppo dell’impresa e del sistema accademico, siglati simbolicamente con la firma dell’accordo quadro con il quale si è concluso l’evento.
Dal curriculum Smart Technology Engineering alle collaborazioni future
La collaborazione fra UniBg e Schneider Electric ha inizio nel 2018, quando il Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate e l’Azienda, insieme ad altri partner industriali dell’Ateneo, si impegnano nella co-progettazione del curriculum Smart Technology Engineering, un innovativo percorso di laurea magistrale che arricchisce la formazione classica dell’ingegnere meccanico con le specializzazioni dell’ICT, come l’elettronica, l’automazione e la robotica, per rispondere alle esigenze di innovazione e digitalizzazione del Paese. Avviato nell’a.a. 2019/2020 come curriculum della Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica, è confluito l’anno successivo nella nuova Laurea magistrale in Mechatronics and Smart Technology Engineering.
Il lavoro di progettazione durato tre anni ha prodotto un percorso universitario di respiro internazionale, innovativo nei contenuti, nella didattica e nella struttura, grazie alla continua interazione tra l’Università e le imprese. Cuore del percorso sono infatti i laboratori formativi multidisciplinari sviluppati in sinergia con i partner industriali, che prevedono attività progettuali da svolgere in azienda per permettere agli studenti di acquisire direttamente sul campo le competenze tecniche nell’ambito delle tecnologie intelligenti, ma anche di sviluppare le soft skills indispensabili oggi nel mondo del lavoro. Schneider Electric ha collaborato alla definizione dei progetti formativi del laboratorio Smart Living Technologies, fra i quali la progettazione degli interventi di trasformazione di uno degli edifici del Campus di Ingegneria di Dalmine in uno Smart Building, messi poi effettivamente in opera dall’Ateneo.
Con lo stesso spirito con cui nel 2018 si è immaginata e progettata una laurea che rappresenta un unicum nel panorama universitario italiano, così oggi UniBg e Schneider Electric con il nuovo accordo quadro consolidano la loro collaborazione per immaginare il futuro su tre tematiche guida: la Sostenibilità, come priorità accademica e di impresa, verso comunità, mercato e filiera, la Digitalizzazione e la Progettazione integrata, e le necessarie evoluzioni nelle tecnologie, nei processi e nelle professioni, e le Competenze verticali e trasversali nell’era digitale, indispensabili per le nuove generazioni per competere in un contesto sempre più complesso e in continua trasformazione.
Immediapress
EY porta in TV Il mondo della consulenza con “Beyond”, la nuova trasmissione su Sky TG24


Cinque puntate in onda su Sky TG24 da sabato 27 maggio per capire, interpretare e fare leva sulle forze che stanno ridisegnando la nostra società, le nostre aziende e tutte le persone.
Milano, 26 maggio 2023 – EY, società leader mondiale nei servizi professionali e di revisione, lancia “Beyond”, un nuovo progetto editoriale multimediale e multipiattaforma che racconta il mondo della consulenza attraverso l’analisi e l’interpretazione delle grandi trasformazioni che stiamo vivendo e che stanno avendo un impatto sulla società, sul mondo delle imprese e, inevitabilmente, sulle persone.
“Beyond” è una trasmissione giornalistica televisiva realizzata dalla redazione di Sky TG24 che si compone di cinque puntate e che andrà in onda sul canale 500 o 100 satellitare o 50 sul digitale terrestre tutti i sabati alle 18.30, e in replica domenica alle 21.00, a partire dal 27 maggio.
Condotto da Alberto Giuffrè, redattore esperto del TG di Sky, il format affronterà con un linguaggio giornalistico e moderno temi come il costo della “non trasformazione” da parte delle imprese, il ruolo dell’intelligenza artificiale, l’impatto della Generazione Z, le tecnologie del futuro e la nuova imprenditoria e innovazione delle startup. Un progetto di EY e di Sky TG24 per andare “oltre”, già dal titolo “Beyond”, guardare lontano e provare a dare una lettura del futuro.
Ogni puntata di “Beyond” è stata registrata all’interno dell’EY wavespace Milano, il nuovo laboratorio di trasformazione immersiva di EY, nato proprio con lo scopo di aiutare brand e persone ad attivare una trasformazione profonda e sostenibile.
I cinque episodi avranno la durata di circa23 minuti ciascuno e approfondiranno ogni tematica con il contributo dei professionisti di EY, delle aziende che hanno saputo interpretare in modo più brillante il cambiamento e degli opinion leader più rilevanti nel panorama nazionale e internazionale. Alcune interviste inedite realizzate per “Beyond” da Alberto Giuffrè, e che saranno on-air dal 27 di maggio, sono: Federico Faggin, Jerry Kaplan, Roberta Katz, Ferruccio Resta, Alec Ross, Nathalie Tocci.
Oltre alla messa in onda in TV, il progetto avrà un digital hub dedicato sul sito di
skytg24.it in cui saranno disponibili contenuti extra relativi alle cinque puntate quali interviste integrali, articoli di approfondimento a cura della redazione e molto altro.
A supporto, inoltre, sarà realizzata una campagna digital e social sui canali proprietari di EY e di Sky TG24 per valorizzare i contenuti, veri protagonisti di questo progetto editoriale.
Donato Ferri, Managing Partner Consulting di EY Europe West, commenta “Gli avvenimenti degli ultimi anni hanno profondamente cambiato la nostra società e di conseguenza chi in essa opera, le imprese e le persone, e non solo in una cornice italiana, ma europea e globale. Come consulenti abbiamo un ruolo fondamentale in questo, in quanto siamo mediatori di fenomeni economici, sociali e organizzativi che impattano sulle aziende nei loro processi di crescita e quindi sui consumatori. Un esercizio di lettura e una capacità di visione che applichiamo quotidianamente e che abbiamo voluto riproporre con questo progetto editoriale che analizza il mondo che cambia e approfondisce i temi chiave delle trasformazioni in atto insieme a voci di rilievo e a chi le sta vivendo direttamente”.
Alessandro Vanoni, Direttore Brand & Communications di EY in Italia, commenta: “EY continua il suo ambizioso percorso di trasformazione della comunicazione delle proprie attività e dei propri valori. Con Beyond abbiamo voluto dare un ulteriore impulso nel mettere a sistema la forza dei contenuti e delle idee di EY, la visione trasformativa del futuro e l’expertise dei nostri professionisti, in un dialogo dinamico con gli opinion leader più riconosciuti nel panorama nazionale e internazionale. Tutto questo andando a lavorare su una testata ad altissima reputazione come Sky TG24 e potendo contare su una serie di formati multimediali che ci garantiranno una architettura di comunicazione multicanale e pienamente integrata”.
SINOSSI DELLE 5 PUNTATE:
Puntata 1: Il mondo in transizione: everything, everywhere, all at once
Transizione green e transizione digitale. Il viaggio di Beyond inizia dalle due sfide più urgenti che abbiamo davanti. Due percorsi intrecciati che modificano il nostro modo di vivere e che cambiano gli equilibri internazionali. In questa puntata vediamo allora come si muovono Stati Uniti, Europa e Cina e in che modo le transizioni stanno cambiando anche il modello produttivo delle imprese.
Puntata 2: Intelligenza artificiale, la rivoluzione è già iniziata
È con noi da diversi anni ma l’intelligenza artificiale è entrata soltanto adesso nel cuore del dibattito sull’innovazione. Merito degli ultimi sviluppi fatti dalla AI di tipo generativo e degli investimenti nel settore. In questa puntata affrontiamo il tema cercando di capire come questa tecnologia avrà impatti sul mondo del lavoro. E cercando di affrontare anche i nodi etici più complessi, tra rischi e opportunità.
Puntata 3: La generazione Z, tra ansia e rivoluzioni
È la generazione più in mostra di sempre: grazie ai social possiamo scoprire i loro gusti, come si divertono, di cosa ridono e per cosa piangono. Eppure è una generazione difficile da comprendere. Ha un forte impatto sul mercato ma non ha paura di definirsi fragile. Proviamo ad analizzarla in questa puntata sentendo la loro voce insieme a quella di autorevoli esponenti del mondo accademico e professionale.
Puntata 4: Tecnologie abilitanti, la cassetta degli attrezzi dell’innovazione
Viaggio nelle tecnologie abilitanti. Cosa sono, quali sono e perché sono importanti quando parliamo di innovazione. Dai dati alla Internet of Things passando per il Cloud e la cybersecurity. Senza dimenticare i casi pratici di tecnologie abilitanti che creano valore e al tempo stesso spingono all’inclusione.
Puntata 5: Startup: unicorni e angeli, l’innovazione non è una favola
A volte quello delle start up sembra un mondo da favola: si sente parlare di unicorni e di business angel. In questa puntata scopriamo cosa vogliono dire questi termini analizziamo la situazione delle start up con focus sulla Silicon Valley, sull’ecosistema europeo e sulla situazione in Israele, la cosiddetta “startup nation”.
EY esiste per costruire un mondo del lavoro migliore, aiutare a creare valore nel lungo termine per i clienti, le persone e la società, e costruire fiducia nei mercati finanziari. Supportati dall’uso di dati e tecnologia, i team di EY in oltre 150 Paesi creano fiducia attraverso servizi di revisione e aiutano i clienti a crescere, trasformarsi e portare avanti il business. Operando nel campo della revisione, consulenza, assistenza fiscale e legale, strategia e transaction i professionisti di EY si pongono le migliori domande per trovare risposte innovative alle complesse sfide che il mondo si trova oggi ad affrontare.
“EY” indica l’organizzazione globale di cui fanno parte le Member Firm di Ernst & Young Global Limited, ciascuna delle quali è un’entità legale autonoma. Ernst & Young Global Limited, una “Private Company Limited by Guarantee” di diritto inglese, non presta servizi ai clienti. Maggiori informazioni su raccolta e utilizzo dei dati da parte di EY e sui diritti individuali che ricadono sotto la legislazione sulla protezione dei dati sono disponibili su ey.com/IT/privacy. Le Member Firm di EY non prestano servizi legali dove non è consentito dalle normative locali. Per maggiori informazioni sulla nostra organizzazione visita ey.com.
Ufficio Stampa EY
Greta Bongrazio Cell. 3668765733– E-mail:greta.bongrazio@it.ey.com
Giulia Makaus Cell. 3478205317 – E-mail: giulia.makaus@it.ey.com
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Omotransfobia. Pro Vita Famiglia: Grave posizione delle Diocesi, che dicono sì a Veglie arcobaleno. Grati vescovo Bari per aver preso distanze


Roma, 26 maggio 2023
«L’identità di genere, l’adozione per coppie dello stesso sesso, matrimonio egualitario, pratiche sessuali “di ogni genere”, finanche l’utero in affitto e la propaganda gender per minori. Sono tutti temi antitetici al Magistero della Chiesa e alla morale cattolica e che più volte lo stesso Papa Francesco ha condannato, ma evidentemente questo non interessa ai vescovi di numerose Diocesi italiane, che vanno contro l’insegnamento della Chiesa, per appoggiare insensate veglie contro l’OmoTransLesboBifobia che vogliono invece portare avanti le istanze Lgbtqia+». E’ il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, che denuncia decine di “veglie arcobaleno” nelle parrocchie italiane e dà notizia delle risposte “conniventi” ricevute dalle Diocesi dopo un’azione ufficiale di Pro Vita & Famiglia Onlus.
«Come Pro Vita & Famiglia – spiega Brandi – abbiamo inviato una serie di comunicazioni ufficiali via Pec alle Diocesi interessate, per esprimere le preoccupazioni di numerosi fedeli e quindi chiedere conto di queste veglie. Le risposte o il silenzio dei vescovi sono stati eloquenti e gravissimi. Crediamo infatti sia giusto essere vicini a tutti e condannare ogni forma di violenza e discriminazione, ma appoggiare apertamente o non prendere le distanze dalle veglie di preghiera arcobaleno significa lasciare campo aperto alla promozione dell’ideologia Lgbtqia+ e dunque alle istanze che porta avanti: identità di genere, fluidità sessuale, gender per minori nelle scuole, matrimonio egualitario, adozione per coppie gay, utero in affitto. Come può tutto questo essere accettato dai vescovi?. In particolare – spiega Brandi – abbiamo chiesto spiegazioni alle Diocesi di Bergamo, Milano, Bologna, Treviso, Genova, Palermo, Bari-Bitonto, Lecce, Agrigento, Parma, Lucca, Civitavecchia, Venezia-Mestre, Padova, Vicenza, Napoli, Reggio-Emilia, Ragusa, Cosenza e Chiavari e ve ne sono altre. Siamo stupiti e amareggiati che molti non hanno risposto e in altri casi le risposte siano state di “equidistanza” tra non appoggiare né sponsorizzare oppure di limitarsi a “vigilare” su ciò che è stato detto o succederà in queste veglie. Addirittura il vescovo di Parma, monsignor Enrico Solmi, ci ha risposto che “ritiene suo dovere presiedere all’iniziativa per ragioni di Vangelo”, mentre il vicario episcopale della Diocesi di Milano, pur dicendo di “comprendere la preoccupazione” ha affermato di “trovare eccessivo l’allarmismo” nei confronti di una iniziativa ecumenica, tra l’altro in programma proprio stasera a Milano. Ringraziamo, invece, monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, che ha pubblicamente preso le distanze dalle veglie non riconoscendosi “nel linguaggio mutuato dalla teoria gender”», conclude Antonio Brandi.
-Ufficio Stampa Pro Vita e Famiglia Onlus
t.: 0694325503
m.: 3929042395
stampa@provitaefamiglia.it
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L’ultimo episodio del podcast Eurobet.Live “Numero Uno” è disponibile ora: Toni e Mazza impegnati con le battute finali della Serie A


Roma 26 maggio 2023 – L’ultimo episodio di “Numero Uno”, il podcast targato Eurobet.Live dedicato a tutti gli appassionati di calcio, è disponibile ora sia sulla piattaforma Eurobet.Live, sia su Spotify.
“Numero Uno” è il podcast condotto da Luca Toni e Benedetta Mazza dove si parla di calcio con approfondimenti sulla Serie A e competizioni europee. Partner di questo entusiasmante progetto è Podcastory, la prima podcast-factory italiana.
In questo decimo appuntamento i padroni di casa analizzano la stagione del Napoli campione d’Italia e i suoi protagonisti, artefici di uno straordinario cammino alla conquista dello scudetto. Dall’altro lato della classifica invece manca il verdetto che condannerà una terza squadra alla retrocessione: la lotta salvezza coinvolge attualmente Verona, Spezia e Lecce che hanno solamente due giornate a disposizione per confermarsi nella massima serie.
Si parla anche della Sampdoria, tra matematica retrocessione in Serie Be una situazione societaria ancora incerta. Infine, focus sui giovani della Serie A, in particolare Dia della Salernitana e Cambiaghi dell’Empoli.
“Il duo Toni-Mazza si è rivelato una coppia d’attacco vincente, che ha saputo accompagnare gli appassionati durante questa stagione calcistica con grande professionalità e simpatia.- dichiara Alexis Grigoriadis, Marketing Director di Entain –Questo format conferma il nostro approccio innovativo volto a mettere a disposizione dei tifosi nuovi spazi di approfondimento digitale”.
Eurobet.Live
Eurobet.Live è la piattaforma web gratuita per la consultazione in tempo reale dei risultati relativi al calcio e a tanti altri sport come tennis, basket e volley. Su Eurobet.Live sono presenti i calendari e le classifiche con tutti gli incontri e le statistiche dettagliate per ogni squadra. Tutti gli appassionati amano vivere lo sport minuto per minuto e con Eurobet.Live è possibile rimanere sempre aggiornati su tutte le competizioni.
Ufficio stampa MSL
Elena Oricelli –02 773361- elena.oricelli@mslgroup.com
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TLF Associati esplora l’I.A. predittiva nel mondo legale


Gli avvocati romani stanno sperimentando per i propri clienti un sistema di intelligenza artificiale legale per poter studiare i casi dei clienti ed avere un giudizio prognostico.
Il team di avvocati romani ha adottato un software basato su un sistema di intelligenza artificiale predittiva, in grado di valutare in anticipo l’esito di un contenzioso sulle basi di una analisi della giurisprudenza in materia.
“Stiamo sperimentando questo software con una delle principali aziende operanti su questo mercato”, ci spiega il Prof. Avv. Gabriele Pacifici Nucci, socio di Pacifici Nucci & Giacani – Studio Legale Associato.
“La nostra associazione professionale vuole approfondire il tema dell’I.A. come strumento per migliorare la qualità del servizio offerto alle imprese clienti e ci siamo messi da subito alla ricerca di un partner informatico in grado di accompagnare questa nuova sfida. L’I.A. è sempre più una realtà e molte frontiere da oltrepassare già si intravedono nel campo legale.
Poter garantire un servizio di pareristica più veloce ed efficace in grado di indicare al cliente la strada da seguire, nonché i rischi e le incertezze dell’azione giudiziale o stragiudiziale che vorrebbe intraprendere.
Pensiamo che l’I.A. sia una opportunità per la classe forense e non certo uno strumento che possa sostituirsi all’uomo. Resta all’analisi del professionista il risultato spesso fortemente impersonale del lavoro dell’I.A.”.
L’intelligenza artificiale ha già aperto una breccia importante nella professione legale sotto forma di ricerca legale, revisione e gestione dei contratti, revisione dei documenti, previsione dei risultati legali e altro ancora.
L’ascesa del c.d. e-discovery è il primo esempio di utilizzo dell’I.A. nella professione legale, consentendo all’avvocato di organizzare, ordinare, raggruppare e cercare informazioni pertinenti in modi molto più efficienti di quanto consentirebbe la revisione manuale dei documenti cartacei.
“Non possiamo conoscere gli sviluppi futuri dell’I.A. nel legal. Si parla di giudice virtuale, automatico. Noi siamo giuristi assolutamente profani di certe materie tecniche e tecnologiche, ma i nostri professionisti credono, in questa fase, che i sistemi di intelligenza artificiale debbano esclusivamente aiutare, fornendo dati e analisi imparziali e precise il giudice, agli avvocati e agli altri operatori, ai fini del giusto processo. Le aziende clienti ci chiedono un parere rapido perché l’impresa oggi è velocissima; il giurista deve essere al suo passo. Nessun team umano può esplorare casi analoghi, dottrina e prassi amministrativa in poche ore.
In questo senso l’I.A. rappresenta un valido strumento. Resta al giurista il lavoro di esame del lavoro dell’I.A. per personalizzarlo sul caso del cliente”.
CONTATTI: https://www.tlfassociati.it/
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Lazy portfolio: un’analisi completa su questa strategia d’investimento


Milano 26 maggio 2023. Quando si parla di lazy portfolio, si fa riferimento ad una strategia d’investimento che sfrutta portafogli basati su un approccio piuttosto statico o pigro, come appunto indica il termine inglese. Questi portafogli sono spesso consigliati agli investitori alle prime armi, che potrebbero non avere tutto il tempo o l’esperienza per gestire attivamente i propri risparmi. Altri, invece, li considerano come una valida soluzione per investire in tutte le stagioni dei mercati.
Allora, come stanno realmente le cose? Quali i pro e contro? I lazy portfolio sono degli investimenti che richiedono sforzi di gestione quasi nulli. Spesso sono costituiti da fondi indicizzati o soprattutto ETF a basso costo, diversificati in varie asset class. L’idea di fondo è quella di minimizzare gli sforzi e il tempo che servono per gestire gli investimenti. Su questo argomento, SoldiExpert
SCF, società di consulenza finanziaria indipendente,ha pubblicato sul proprio blog MoneyReport.it un’analisi completa, mettendo in evidenza caratteristiche edifetti.
Le tipologie di lazy portfolio più comuni
Esistono varie tipologie di lazy portfolio come spiegato nel report dedicato. Una delle più popolari è quella costituita soltanto da tre asset con diversi sottoinsiemi.
Un mix tipico è costituito per il 40% dall’obbligazionario, il 40% dall’azionario e il restante 20% è formato da materie prime (oro o panieri di commodity). In linea generale, la maggior parte di questi lazy portfolio si basa proprio su una variazione di tale triade di asset.
Un altro esempio è invece il cosiddetto “coffeehouse portfolio”, una combinazione di azioni e obbligazioni concepita per generare profitto e minimizzare i rischi tramite 7 ETF..
Naturalmente, le percentuali non sono messe a caso. Una delle prerogative più importanti dei portafogli pigri si basa proprio sulla diversificazione degli asset, puntando sul fatto che tale strategia permette, nel tempo (secondo quello che è accaduto nel passato si tenga a mente), di addomesticare le fasi più negative.
Lazy portfolio ETF
Nei lazy portfolio, effettuando dei ribilanciamenti ad hoc, è possibile riportare periodicamente i pesi al punto d’inizio. Ciò significa che si va ad acquistare un po’ più di ciò che è sceso, andando a limare la suddetta quota e riportandola al peso iniziale.
Un esempio? Mettiamo che il lazy portfolio ETF fosse partito con il 40% di obbligazionario, il 40% di azionario e il rimanente 20% di materie prime. Ipotizziamo che, alla fine dell’anno, le materie prime siano salite moltissimo, fino al 30% mentre ETF obbligazionari e azionari valgono rispettivamente il 35% del portafoglio come peso.
Per ribilanciare il tutto si dovrà procedere vendendo il 10% di ETF con sottostanti materie prime. E poi, con quel 10% guadagnato, occorrerà mettere un 5% in più di ETF azionari e un 5% di ETF obbligazionari per ottenere nuovamente l’assetto 40-40-20%. Il ribilanciamento è questo. E significa di fatto con regole meccaniche e predeterminate acquistare in parte quello che è sceso e monetizzare dove si è guadagnato.
La maggior parte dei lazy portfolio ETF punta poi proprio a ridurre i costi mediante gli ETF. Vi sono tantissime versioni di questa forma d’investimento, caratterizzate da mix percentuali diversi e basket differenti, anche se ruotano sempre intorno ad alcuni concetti di base.
Del resto, i lazy portfolio promuovono un investimento fondato sul metodo e sulla disciplina. Tengono conto delle correlazioni ma specialmente delle decorrelazioni nella costruzione del portafoglio. Puntano inoltre sul fattore tempo, cioè sul lungo periodo e sulla “tempra d’acciaio” che dovrebbe avere ogni investitore secondo Benjamin Graham, il mentore di Warren Buffett..
Per dare i numeri, con un portafoglio con diversificazione 40% azionario, 40% obbligazionario e 20% materie prime, dal 1° gennaio 2007 a fine gennaio 2023, un lazy portfolio tipico ha generato un investimento in euro del 6,5% lordo, contro l’8,1% dell’indice azionario mondiale. Il massimo drawdown (ovvero la massima perdita nella fase più avversa), invece, sarebbe stato del -18,7% contro il -46,2% del mercato.
Le considerazioni di SoldiExpert SCF sui lazy portfolio
Per alcune tipologie di risparmiatori, i lazy portfolio rappresentano un’interessante opzione da valutare rispetto ad asset allocation improvvisate o caricate di costi aggiuntivi. SoldiExpert SCF, come società di consulenza finanziaria indipendente, li utilizza per i piccoli investitori, ma all’interno di altre strategie, e con alcuni correttivi alle formule più classiche.
Come insegna il 2022, infatti, il portafoglio perfetto non esiste e la decorrelazione fra obbligazionario e azionario non è sempre garantita, così come la presenza di materie prime non è in grado di raddrizzare tutte le equity line. Non vi è certezza riguardo al futuro e nulla assicura che schemi che si sono rivelati di successo otterranno i medesimi risultati.
SoldiExpert SCF preferisce ragionare sia come diversificazione tra asset che di strategie, includendo anche quelle tattiche fondate su approcci di tipo quantitativo che fondamentale, con una parte moderata di quota “discrezionale”. È bene quindi non farsi prendere dagli entusiasmi eccessivi perché, non esistono portafogli “perfetti”.
Coloro che investono su un lazy portfolio dovrebbero avere un orizzonte temporale di almeno 10 anni prima di giudicare i risultati. Cosa non facile per molti investitori. In questo periodo, poi, potrà anche capitare che il rendimento ottenuto sarà nettamente inferiore rispetto a quello del mercato. E anche una volta passati i dieci anni nessuno può garantire un risultato al 100% positivo per quanto nel passato questo tipo di portafogli si è ben comportata.
Tattica dinamica per investire e asset allocation
Come abbiamo già precisato, i lazy portfolio non hanno un approccio tattico all’investimento, bensì seguono uno schema lento, si muovono poco. Il loro rischio è quindi quello di essere investiti su asset che si comportano peggio del mercato o che non si adeguino a contesti di mercato drasticamente mutati.
Inoltre, è essenziale sottolineare che i rischi associati ai portafogli pigri dipendono sia dalle scelte individuali di investimento (il proprio profilo di rischio e capacità di sopportare fasi avverse) che dalle condizioni del mercato. Dunque, prima di adottare una strategia lazy, è bene comprenderne a fondo le logiche, i pro e contro o rivolgersi ad un consulente finanziario così da valutare la situazione personale e prendere decisioni ragionate a seconda del proprio profilo di rischio e quale peso dare eventualmente a questo “mattone”.
Senza contare, poi, che i portafogli pigri possono essere messi in discussione. Ray Dalio, uno degli ideatori dei lazy portfolio più conosciuti, l’AllWeather, alcuni anni fa ha cominciato a consigliare alcune
variazioni, come ad esempio l’utilizzo di azioni cinesi e il ricorso ad obbligazioni indicizzate all’inflazione a spese dell’obbligazionario a lungo termine. A dimostrazione che qualcosa che ha funzionato nel passato non è detto che performerà sempre ugualmente bene nel futuro perché i mercati possono cambiare dal punto di visto per esempio geo-politico, del rapporto rendimento/rischio di alcuni tipi di asset e in particolare proprio sul concetto di correlazioni e decorrelazioni che sono la chiave (nel passato) che ha consentito a questi portafogli di ottenere rendimenti di poco inferiori alle componenti più spinte (come l’azionario) ma con un rischio molto più basso.
Secondo gli studi effettuati da SoldiExpert SCF, l’inserimento di una componente tattica (e l’utilizzo quindi di più strategie o fattori), più adattiva e contingente può, nel tempo, migliorare il rapporto tra rischio e rendimento. Naturalmente, a patto di avere un orizzonte temporale adeguato poiché i mercati finanziari possono variare notevolmente.
Strategie solide ed efficaci per investire e adattarsi al mercato
Una strategia di investimento come quella dei portafogli lazy ha sicuramente il suo fascino e presenta alcuni vantaggi. È bene, però, valutarne tutte le implicazioni. Un approccio anche attivo e diversificato (sia come strumenti che strategie) come quello seguito da SoldiExpert SCF, può essere più impegnativo (sia per chi lo promuove che per il cliente che lo segue) rispetto ad uno statico come quello che caratterizza i lazy portfolio.
Nessuna strategia, infine, genera solo e sempre operazioni in guadagno (mesi consecutivi e anche negativi possono esistere), e mantenere sempre le stesse posizioni può esporre anche a rischi che è bene sempre comprendere e valutare come nel caso si affronteranno.
Informazioni su SoldiExpert SCF
Questo contributo è stato realizzato da SoldiExpert SCF una delle principali società di consulenza finanziaria (SCF) indipendenti in Italia, specializzata nel assistere senza conflitti d’interesse (la remunerazione è esclusivamente a parcella, feeonly) investitori piccoli e grandi nella gestione del proprio patrimonio, selezionare i migliori strumenti (azioni, obbligazioni, ETF, fondi..) o prodotti in base alle specifiche di ciascun cliente e supportarli con il proprio Ufficio Studi come strategie d’investimento e analisi.
Link e approfondimenti
Sito ufficiale: https://soldiexpert.com
Newsletter gratuita: https://soldiexpert.com/lettera-settimanale/
E-mail:ufficiostudi@soldiexpert.com
Canale video Youtube: https://www.youtube.com/user/SoldiExpert
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