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Cultura

Mostre, a Roma ‘Beginning’ con le foto di AngelinaEmme

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Artista autodidatta, pittrice, fotografa, scenografa, AngelinaEmme, alla sua prima personale, propone una serie di lavori autobiografici in ‘Beginning’, la mostra curata da Alessandra Maria Sette negli spazi della Libreria Eli a viale Somalia, 50, a Roma fino al 26 marzo.

Immerse in contesti neo pop, ambienti ricostruiti nello studio che l’artista definisce scenografie, queste fotografie sono racconti di vita. Al centro dell’immagine c’è sempre lei, autrice e protagonista che non teme di esporsi e mostrarsi con il suo carico emotivo. Molti i riferimenti presenti in questi lavori, dai tableaux vivants di ottocentesca memoria che Luigi Ontani ha riportato all’attenzione del pubblico sin dagli anni ’80, alle fotografie barocche e surreali di David LaChapelle, ai lavori di Guy Bourdin, uno dei più celebri e apprezzati fotografi di moda e pubblicità del XX secolo.

E ancora Tim Walker, anche lui fotografo di moda, ed Helmut Newton, l’artista che più di ogni altro ha ritratto e celebrato la figura femminile. Senza dimenticare le atmosfere della Pop Art. A questi, AngelinaEmme unisce l’immersione nel mondo contemporaneo, un tempo caratterizzato dalla sovraesposizione, immagini che vivono tra milioni di altre immagini e che per emergere devono assumere caratteristiche distintive, colori chimici e acidi, costruzione formale impeccabile, definizione maniacale dei dettagli, fino al gesto di rottura che spezza l’armonia e crea la sorpresa, l’inquietudine, lo stupore. Ci troviamo di fronte a una performance estremamente sofisticata nella quale l’artista stessa si trasforma in opera d’arte e mostra al pubblico il suo percorso di formazione e di conquistata identità. Il lavoro sul corpo, che AngelinaEmme compie con l’attenzione di un chirurgo e l’abilità di un miniaturista mettendo se stessa al centro di tutti i lavori, testimonia che il primo tratto del viaggioverso la consapevolezza dell’essere artista è stato compiuto

E’ un corpo sociale che guarda dentro se stesso e si proietta nel mondo esterno alla ricerca della propria identità. Si costruiscono nuovi orizzonti, nuovi immaginari postmoderni che indicano il futuro dell’immagine ma che sono già prepotentemente in atto. Lo stage non è più solo lo spazio circoscritto dello studio, è il mondo nella sua totalità perché tutti siamo immersi in questo chimico e acido villaggio globale ultra pop. In questi lavori troviamo un nuovo modello narrativo che passa attraverso la costruzione dell’immagine, ma anche attraverso i molti riferimenti alla cultura contemporanea, lo studio dei colori e il loro contrasto, la narrazione, il teatro, la moda, la pubblicità, il selfie patinato pronto per essere postato. Gli ambienti sono costruiti nel laboratorio chimico dello studio cromatico, con un’accentuata illuminazione artificiosa che si posa su oggetti fortemente simbolici. Alle pareti di questi interni sono esposti i dipinti realizzati dalla stessa artista, come una sorta di citazione di se stessa che enfatizza ancor più il contesto.

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Libri, esce ‘Segnali in codice’: Viaggio tra gli intrighi e i poteri occulti della Repubblica

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Opera prima di Gabriele Barberis Vignola, giornalista e opinionista politico

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Un viaggio avvincente tra i misteri della “notte della Repubblica”, un’immersione totale in una stagione drammatica con tanti interrogativi ancora aperti. “Segnali in codice”, edito da SEM, è l’opera di esordio di Gabriele Barberis Vignola, giornalista e opinionista che da oltre trent’anni segue le vicende della politica italiana. In questa sua opera prima, ambientata negli anni Settanta, Barberis fa muovere sulla scena della narrazione Alessandro Maccari e Cesare Fontanelli, ragazzi dell’alta borghesia romana che hanno scelto di militare nella lotta armata. La loro storia si intreccerà, quarant’anni dopo, con quella di Luca Boursier, figlio del più importate banchiere italiano, con un passato travagliato di studente universitario ribelle e inquieto. Luca, grazie ad una collaborazione con un’agenzia giornalistica di Milano, farà emergere un insospettabile talento di reporter di razza che lo porterà ad occuparsi di vicende ammantate di misteri e intrighi.

Tappa ultima di questi viaggi investigativi sarà la scoperta di un documento sconvolgente che potrebbe riscrivere gli ultimi decenni della storia del nostro Paese e mettere a rischio il potere consolidato dei maggiori vertici della Repubblica. Da questo momento in poi, gli apparati segreti dello Stato metteranno in campo tutte le armi a loro disposizione per impedire che il “segreto” venga fuori.

“Segnali in codice”, con una narrazione tra il noir e l’inchiesta “pura” che non disdegna colpi di scena, è il racconto di un Paese che sconta ancora adesso errori e misteri e che per questo non può dirsi completamente innocente.

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Cultura

Premio Strega Giovani 2023 ad Ada D’Adamo per ‘Come d’aria’

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Oggi la votazione per la Cinquina

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Ada d’Adamo, con il romanzo ‘Come d’aria’ (Elliot), morta lo scorso 1 aprile a 55 anni, è la vincitrice della decima edizione del Premio Strega Giovani. La vincitrice è stata annunciata da Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, durante l’evento condotto da Loredana Lipperini che si è svolta al Mann – Museo Archeologico nazionale di Napoli, diretto da Paolo Giulierini. Hanno partecipato, prestando la loro voce ad alcuni brani tratti dai libri candidati, Giovanna Sonnino e Giuseppe Tantillo, attori della serie ‘Mare fuori’, e il produttore Michele Zatta.

È stato Andrea D’Angelo, vicepresidente di Strega Alberti, a consegnare il premio ad Alfredo Favi, marito della scrittrice scomparsa. Quello di Ada d’Adamo, con 83 preferenze su 503 espresse, è stato il libro più votato da una giuria di ragazze e ragazzi tra i 16 e i 18 anni provenienti da 91 scuole secondarie superiori distribuite in Italia e all’estero. Al secondo e terzo posto si sono classificate Rosella Postorino, autrice di ‘Mi limitavo ad amare te’ (Feltrinelli), con 64 voti, e Carmen Verde, autrice di ‘Una minima infelicità’ (Neri Pozza), con 60 voti. I tre libri ricevono un voto valido per la designazione dei finalisti al Premio Strega.

La votazione per la Cinquina avrà luogo oggi, mercoledì 7 giugno, al Teatro Romano di Benevento, dove gli autori candidati tornano di nuovo a presentarsi in omaggio alla città dello storico sponsor che ha dato il nome al blasonato riconoscimento fin dalla fondazione, il Liquore Strega Alberti. La cerimonia avrà inizio alle ore 18.30 con la conduzione di Stefano Coletta e la regia di Renato Giordano. L’evento è visibile in diretta streaming su Rai Play.

Durante l’evento è stato assegnato ex aequo anche il Premio Leggiamoci 2023 Fiction for Future alle studentesse: Irene D’Onghia, per il racconto grafico ‘Siamo a casa, Paul’; Anita Elsa Carosi, per il testo narrativo ‘Il mio racconto’; Flavia Nastro, per il racconto grafico ‘La natura digitale’.

Alle vincitrici va un premio in denaro offerto da Bper Banca e una penna artigianale in legno realizzata da Sygla; parteciperanno inoltre alla scrittura collettiva dell’Erbario per la città del futuro, libro guida realizzato dall’associazione di trasformazione culturale Riverrun hub, e al workshop del festival 42 gradi, idee sostenibili, organizzato dalla libreria Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie.

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Cultura

Convivenza religiosa nella città di oggi, al via Rituals/Materials a ex Mattatoio di Roma

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Il 7 giugno alle 18 l'opening, mostra nata da una idea di Eleonora D'Alessandro

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Dal 7 al 16 giugno 2023 all’Ex-Mattatoio, Dipartimento di Architettura dell’Università di Roma Tre, la mostra Rituals/Materials offre l’occasione di riflettere sulla convivenza religiosa nella città contemporanea, attraverso un’installazione site-specific
p

ensata dallo studio di architettura berlinese
Kuehn Malvezzi
e dal fotografo

Armin Linke con Claudia Professione e Greta Valentinotti, allestita grazie al supporto degli studenti del Dipartimento di Architettura dell’Università.

Le oltre 500 immagini che compongono l’installazione raccontano la House of One, edificio multi-fede progettato da Kuehn Malvezzi attualmente in costruzione a Berlino. Si tratta di uno storytelling non-gerarchico e non-cronologico che offre continue suggestioni visive per ricostruire la genesi e il processo progettuale dell’edificio berlinese, ma soprattutto per ri-pensare le modalità di dialogo, di integrazione e convivenza tra le diverse comunità che abitano la città. Come le tessere di un mosaico cognitivo, le immagini di Rituals/Materials descrivono una cartografia operativa stratificata che restituisce al visitatore l’iter complesso di un progetto straordinario, raccontato da più voci autoriali. Attraverso un processo di astrazione, le immagini propongono il caso di una Berlino come paradigma della città contemporanea, in cui i movimenti migratori e la crescente globalizzazione fanno del panorama urbano un organismo multiforme ed eterogeneo.

Rituals/Materials nasce da un’idea di Eleonora D’Alessandro, grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Architettura e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Roma Tre con l’Isia di Urbino, il supporto di Villa Massimo e il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma e del Tavolo Interreligioso di Roma. L’opening domani alle 18.

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Al Festival delle culture del paesaggio a San Severo si parla di ‘transumanza’

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La seconda edizione da giovedì 8 a domenica 11 giugno nel cuore del Tavoliere delle Puglie

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Il Festival delle culture del paesaggio torna con la sua seconda edizione da giovedì 8 a domenica 11 giugno nel cuore del Tavoliere delle Puglie, nelle piazze, nei parchi e vicoli di San Severo di Foggia, sui tratturi di Serracapriola, San Paolo di Civitate, Madonna di Belmonte e Serracapriola per mettere a fuoco i temi urgenti del paesaggio, della sua storia e trasformazione sul filo rosso dell’interculturalità.

“Transumanza” parola chiave di questa edizione, una liturgia ancora viva in queste terre, una delle più antiche pratiche umane che affonda alle origini del viaggio umano, come spiega il poeta e scrittore Davide Rondoni, direttore artistico della manifestazione: “Siamo tutti un po’ transumanti, in questa epoca tra reale e artificiale, tra regioni e affetti, tra epoche conosciute e nuove. Ma la vita ci segue e chiede sempre la vita, come gli antichi pastori si muovevano cercando il cibo per loro, per i loro cari, per i loro animali senza dimenticare di guardare in alto, e cantare versi alla luna. Il pastore, dal Re Davide dei Salmi, ai personaggi di Virgilio fino al pastore errante del ‘Canto notturno’ di Giacomo Leopardi e oltre fino ai nostri giorni, è emblema dell’uomo che da un lato è legato al lavoro nella natura e nei suoi ritmi, e dall’altro nelle notti e nelle pause conosce il valore della contemplazione”.

Quattro giorni e una notte di performance artistiche, poesia, libri, seminari, incontri, racconti di paesaggi, di uomini e di animali. Grande attesa per la “Notte dei transumanti – La vita qui e altrove”, l’appuntamento di giovedì 8 giugno, dalle ore 21, nel chiostro del Mat in piazza San Francesco: i ritmi, i suoni, i canti e balli della tradizione popolare con Ambrogio Sparagna e Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, insieme a Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, e alla musica etnica internazionale di Rione Junno. Ispirati dagli antichi canti dei transumanti, gli artisti daranno vita a un happening di musica, danza e parole.

La serata si aprirà con Sabrina D’Alessandro – artista che, sotto il nome Ufficio Resurrezione, svolge da anni un lavoro sulle parole, una sua installazione nella grande mostra di arte italiana contemporanea che il Ministero degli Esteri sta portando in tutto il mondo – e il suo “Libro con zampe – parole di pecora”: un libro d’artista vagante, su zampe, indossato da un vero agnello che il pubblico potrà ‘sfogliare’. Egregia, pasciuta, bidente, lupesca… un viaggio in otto “Parole di pecora” con letture e musica tra Esòpo, Teocrito e Rebelais. Con le musiche di Salvatore Tota. Cosa vogliono dirci le pecore? Si chiede l’artista, attore e regista David Riondino che presenta il suo inedito “Diario della pecora”, il racconto scenico di un incontro con un fonico giramondo “qualcosa di mezzo tra un facchino, un guerriero e un marinaio” e il suo (e nostro) rapporto indecifrabile e misterioso con le pecore.

E poi al via la grande festa spettacolo che animerà la piazza, farà saltare al ritmo vorticoso dei balli popolari, tra organetti, chitarre, ciaramelle e tamburelli. Gighe, saltarelli, ballarelle, pizziche, tammurriate e soprattutto tarantelle, la danza matrice delle tante musiche del Sud. Al centro della scena Ambrogio Sparagna, già maestro degli inizi della notte della Taranta, sostenuto dalla straordinaria energia e bravura dei musicisti dell’Orchestra, traccerà un percorso dei canti dei transumanti, cui si uniranno due ospiti speciali che creeranno un cortocircuito spiazzante di fusione e contaminazione con altri linguaggi musicali.

Sul palcoscenico saliranno i Rione Junno, punto di riferimento nazionale per la world music, il gruppo affonda le sue radici nella tradizione musicale della loro terra, la Puglia di Monte Sant’Angelo, arricchendola di suoni, immagini, voci, sincretismi, rumori della strada e sonorità contemporanee. E ancora, Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, transumante tra testi e musica, tra realtà e metafora, come i personaggi delle sue canzoni, figure che sanno di fertile inquietudine, che transumano tra desideri del cuore, visioni e luoghi. Nella sua scaletta di certo non mancheranno due pezzi dell’ultimo album firmato Marlene Kuntz, “Karma Clima”, dove i monti e l’acqua (elementi essenziali della transumanza) sono attivi protagonisti: “Laica preghiera” e “L’aria era l’anima”. Durante la serata, gli interventi poetici di Davide Rondoni e Enrico Fraccacreta.

Al Festival anche gli incontri d’autore. Protagonisti della conversazione “La vita altrove – Il racconto, la poesia, i paesaggi”, in cartellone venerdì 9 giugno, alle ore 19 nel foyer del Teatro Verdi, lo scrittore e giornalista televisivo Andrea Caterini, autore del programma Rai “Il provinciale”, il critico e scrittore Paolo Lagazzi, curatore tra gli altri del Meridiano Mondadori del poeta Attilio Bertolucci, il poeta Matteo Greco, autore tra l’altro della fortunata raccolta “Da grande voglio fare il meridione” CartaCanta, e il poeta sanseverese Enrico Fraccacreta. Conduce la giornalista Francesca Romana Ciccolella. A seguire l’incontro “Pastori, musicanti e transumanti” tra musica e poesia con Paolo Lagazzi, Davide Rondoni, Enrico Fraccacreta, Matteo Greco, Salvatore De Iure, Salvatore Tota (ore 21, nel chiostro del Mat in piazza San Francesco).

Il Festival si inserisce nelle attività dello studio di fattibilità “I Paesaggi del Tratturo Magno, un progetto per la valorizzazione del territorio naturale, rurale e culturale dell’Alto Tavoliere”, sostenuto dal Gal Daunia Rurale 2020 S.c.a.r.l con la rete dei comuni dell’Alto Tavoliere: San Severo (capofila), San Paolo di Civitate, Serracapriola, Chieuti, Apricena, Torremaggiore e Poggio Imperiale.

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Cultura

‘L’anarchico conservatore’, Sangiuliano racconta Giuseppe Prezzolini

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L'opera, già pubblicata nel 2008 da Mursia, da domani sarà riproposta negli Oscar Mondadori in una edizione arricchita dalla prefazione di Francesco Perfetti e dalla postfazione firmata da Vittorio Feltri

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Un intellettuale anticonformista, un conservatore liberale a tutto tondo, che ha attraversato cento anni di storia italiana. Una delle figure più rappresentative del ‘Secolo breve’ che ha segnato il dibattito politico e culturale assumendo posizioni spesso scomode. “Un uomo unico per coerenza intellettuale”, come ha scritto Renzo De Felice, Giuseppe Prezzolini (1882-1982) è stato, tra l’altro, il fondatore e l’anima della ‘Voce’, la più importante rivista culturale italiana del Novecento. Un intellettuale al quale il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano dedica il saggio ‘Giuseppe Prezzolini, l’anarchico conservatore’. L’opera, già pubblicata nel 2008 da Mursia, da domani sarà riproposta negli Oscar Mondadori in una edizione arricchita dalla prefazione di Francesco Perfetti e dalla postfazione firmata da Vittorio Feltri.

“Vivere cent’anni – afferma Sangiuliano – è già di per sé un atto notevole, non solo perché, come è ovvio, questa longevità è ancora rara nella maggioranza degli uomini, ma perché significa essere testimoni di un lungo tempo, significa attraversare epoche, stagioni, mode, costumi. Significa anche sottoporsi a sofferenze: guerre, malattie, veder morire gente e andar via affetti familiari, amori, amici, subire delusioni”. Un tempo lungo che il titolare di via del Collegio Romano scandaglia con perizia e cura facendo leva sullo studio degli archivi che gli ha permesso di fare emergere vari inediti del pensatore umbro. Una ricerca che definisce l’avventura intellettuale e umana di Prezzolini e ricostruisce gli intrecci e le correnti di pensiero che hanno attraversato l’Italia e l’Europa nel secolo scorso.

Le pagine di Sangiuliano, evidenzia Perfetti nella prefazione, illuminano “l’autentica immagine di un intellettuale finissimo e, insieme, il ritratto psicologico e umano di un autentico anarchico conservatore”. Amico e corrispondente di decine di personaggi, da Carducci a Gramsci, da Apollinaire a Croce, da Oriana Fallaci a Montanelli, Prezzolini è stato il primo intellettuale moderno, con una visione multiculturale tuttora rara, aperto all’interventismo nel mondo e non chiuso nell’accademismo ottocentesco. Ha attraversato e rappresentato, rimarca Sangiuliano, le contraddizioni del Novecento, dalla Grande Guerra al fascismo, dal secondo conflitto mondiale al dopoguerra, mantenendosi sempre lontano dalle ideologie e dal conformismo.

Per tutta la vita, Prezzolini ha curato e preservato la sua libertà. Libertà d’azione e di pensiero che difese con forza. Un esempio su tutti. Fu definito ‘l’inventore’ di Mussolini, di cui ospitò i primi articoli ed editò il primo libro, ma quando il fascismo salì al potere decise di trasferirsi prima in Francia e poi negli Stati Uniti. A New York, anche se non era laureato, iniziò una nuova vita come docente nella Columbia University e come corrispondente di grandi quotidiani, ma divenne giornalista pubblicista a ottant’anni. Non mancò, infine, dal suo ultimo ritiro in Svizzera, di stigmatizzare i vizi italiani tra i quali l’assistenzialismo e lo statalismo.

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Cultura

Almeno tu nel metaverso: in libreria, online e in ebook dal 20 giugno

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Di Silvia Bertelli e Luana Caraffa

Sarà in libreria, online e in ebook dal 20 giugno 2023 ‘Almeno tu nel metaverso’ di Silvia Bertelli e Luana Caraffa. Cosa sono gli NFT musicali? Perché possono essere considerati come il primo vagito di una rivoluzione in grado di sovvertire l’industria musicale a vantaggio degli artisti? Comprendere il fenomeno degli NFT musicali significa comprendere il ruolo che la tecnologia blockchain potrà avere nel restituire alle opere musicali il valore che esse hanno perso a causa dello sfruttamento iniquo nella loro diffusione digitale, e comprendere la possibile dimensione futura di tale fenomeno per artisti, progetti, etichette, e piattaforme.

Questo libro, che accompagna il lettore, in maniera dettagliata ma comprensibile, nella conoscenza della tecnologia Blockchain alla base degli NFT e del Web3, può essere inteso anche come il manifesto di una rivoluzione culturale che potrà essere attuata da tutti coloro che amano la musica e ne comprendono il vero valore.

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Arte, una parola per la prima volta all’asta: l’opera di Alberto Sorbelli

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A Parigi martedì da Drouot. "Il mio è l'ultimo lotto, il numero 17. E dopo il disegno e il quadro di Modigliani, le sculture in ottone di Fontana toccherà a me...Ma non ci sarà nulla, ci sarà un'asta su qualcosa che non si vede, che non si tocca. Assisteremo al teatro del mercato".

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Una parola all’asta, per la prima volta nella storia dell’arte. Martedì 6, alle 18, presso la casa d’aste Drouot di Parigi, insieme, tra gli altri, a un quadro e a un disegno di Amedeo Modigliani e due sculture di Luciano Fontana, sarà battuta all’asta un’opera dell’artista italiano Alberto Sorbelli. Una parola, depositata il 21 marzo scorso insieme alle motivazioni della scelta di quel termine presso un notaio di Parigi, per dare solidità giuridica all’opera.

Perché una parola? “Era da almeno un decennio che lavoravo a questo progetto – spiega Sorbelli all’Adnkronos, sottolineando le difficoltà dal punto di vista giuridico della realizzazione della sua opera – Poi, nel febbraio dello scorso anno, è stata approvata una legge che consente alle case d’asta di vendere opere immateriali”. E a quel punto ha potuto andare avanti con il suo progetto, un inedito nel panorama artistico mondiale.

La scelta di vendere la parola in una casa d’aste e non in una galleria poi è tutt’altro che casuale: “La casa d’aste è il tempio del mercato, dove ognuno mette in scena il proprio desiderio e la capacità di realizzarlo – spiega l’artista romano che vive da tempo in Francia – Quello che conta oggi nel mondo dell’arte è il mercato, il prezzo dell’opera, un’opera ha valore solo se ha valore”.

E allora la casa d’aste “dà una legittimità che la galleria non dà, una volta che viene pagato quel prezzo, quello diventa il valore dell’opera, non ci sono ambiguità”, dice Sorbelli. Che poi parla di quello che succederà martedì: “Il mio è l’ultimo lotto, il numero 17. E dopo il disegno e il quadro di Modigliani, le sculture in ottone di Fontana toccherà a me…Ma non ci sarà nulla, ci sarà un’asta su qualcosa che non si vede, che non si tocca. Assisteremo al teatro del mercato”.

Ma se la parola – che parte da una base d’asta “misteriosa” – sarà aggiudicata, “avremo dato valore a qualcosa che non conosciamo – conclude l’artista – che conosco io e solo un’altra persona”. E quella persona se vorrà, potrà rivenderla, in una sorta di passaparola, sempre senza comunicarla a nessuno.

A battere la parola di Alberto Sorbelli all’asta – un progetto che ha avuto tra i suoi primi sostenitori il direttore dell’allora Centre Pompidou di Metz e oggi di Parigi, Laurent Le Bon – saranno Alexandre Giquello e Violette Stcherbatcheff.

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Libri, Elisa Guzzo Vaccarino firma la prima ‘Geopolitica’ della Danza

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'Confini Conflitti Rotte' è una lunga e approfondita riflessione sul futuro della danza in Occidente, le sue influenze, le sue contaminazioni su spettacoli che oggi possono definirsi 'interculturali'. Da Pina Bausch a Peter Brook, da Bon Wilson a Shen Wei, da Dada Masilo a Saburo Teshigawara

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La danza in Occidente tra tecnica e estetica, organismo e corpo politico, specchio nei secoli di battaglie e conflitti ideologici in un continuo confronto con l’universo dello spettacolo dal vivo e il teatro. Elisa Guzzo Vaccarino, massima esperta e studiosa di danza, firma per Scalpendi editore il suo ultimo libro ‘ Confini Conflitti Rotte. Geopolitica della danza’, un complesso e nutrito compendio che si dipana per ‘tappe’ partendo da una riflessione post pandemica. “La vecchia Europa, centro culturale del mondo – spiega l’autrice all’Adnkronos- è entrata, da tempo, in una fase di messa in discussione. Decolonizzazione, globalizzazione, nascita di nuovi ‘imperi’ etnico-economico-politico. La Cina, per esempio, La Russia, gli Stati Uniti, l’India… Un primato che ha subito forti scosse e che ci obbliga a interrogarci sulla nostra storia, sulla nostra cultura non soltanto coreutica perchè oggi, più che mai, le vicende del ‘corpo in performance’ devono essere lette in un’ottica più complessa, comprensiva delle questioni legate alla razza, al genere, all’identità, al costume”.

Elisa Guzzo Vaccarino parte dall”Excelsior’ ottocentesco, omaggio trionfale alla civiltà europea, alla scienza, alla tecnica, nel ricordo della colonizzazione del mondo, e cita un altro ‘Excelsior, quello degli anni 2000, firmato Salvo Lombardo, che mette in prima piano ogni possibile contraddizione di uno schema apparentemente precostituito e soprattutto in voga alla fine del XIX secolo. “Un lungo cammino di scrittura e immagini, foto, ritratti (la Argentina, Anna Pavlova, Loie Fuller, Ruth Saint Denis, Kazuo Ohno, Mata Hari, la ‘spia’ uccisa durante la seconda guerra mondiale), locandine di spettacoli e balletti per ridisegnare percorsi con cui rileggere l’arte e la pratica della danza – spiega ancora Elisa Guzzo Vaccarino – Espressione di una vasta ragnatela geopolitica che sempre riflette nelle sue concezioni e nella sua evoluzione gli eventi della grande storia”.

E ridisegnando, nella prima parte, una nuova ‘geografia’ della danza, tra Est e Ovest, fatta di innesti, contaminazioni, influenze, Elisa Guzzo Vaccarino nell’ultima parte del prezioso volume si concentra su spaccati spettacolari interculturali, una ‘time line’ di cinque decenni attraverso alcune messe in scena esemplari, come scrive l’autrice, di autori occidentali e non, dalla metà degli anni ’70 del Novecento ad oggi. Sfilano Pina Bausch, Peter Brook, Ariane Mnouchkine, Maurice Béjart, Bartabas, Alain Platel, Peter Sellars, Bob Wilson, Shen Wei, Saburo Teshigawara, Shantala Shivalingappa, Robyn Orlin e Dada Masilo. “Registi, coreografi, danzatori che offrono via via un portfolio di creazioni molto indicative di come si possa navigare gli uni nelle culture degli altri – riflette Elisa Guzzo Vaccarino- a partire dalla prospettiva cosmopolita e curiosa occidentale fino alle opere nate da artisti non europei e non bianchi desiderosi di approvvigionarsi a tutte le culture, facendo tesoro anche di quella occidentale, avvalendosi delle rispettive diversità e identità, affermandole, superandole- conclude- come nell’oscillazione eterna di un pendolo”.

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Il Premio Atena Donna 2023 a Elisabetta Casellati e Francesca Lo Schiavo

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Tra i premiati anche l'oncologo Silvio Garattini e l'oncoematologa Francesca del Bufalo. La cerimonia il 6 giugno in Campidoglio condotta da Milly Carlucci, presente anche il ministro Nordio

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Il Premio Atena Donna 2023, dedicato a una donna che per la prima volta ha raggiunto un ruolo apicale nel suo campo, sarà assegnato il prossimo 6 giugno presso la sala della Protomoteca in Campidoglio al ministro per le riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati, prima donna eletta presidente del Senato. Nella stessa occasione Francesca Lo Schiavo, tre volte premio Oscar per la scenografia, esempio per tutte le donne per aver saputo raggiungere incredibili traguardi anche a livello internazionale, riceverà il Premio speciale per i dieci anni di Atena Donna, lo spazio all’interno della Fondazione presieduto da Carla Vittoria Maira e dedicato alla salute femminile con l’obiettivo di diffondere la cultura della prevenzione.

Il Premio Atena Roma 2023, dedicato all’impegno nel campo della ricerca, verrà consegnato a Silvio Garattini, oncologo, farmacologo e ricercatore italiano, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’. Sarà assegnato poi il premio Atenainnova, il riconoscimento presieduto da Matteo Tanzilli e dedicato all’innovazione nel campo della ricerca: a riceverlo l’oncoematologa e ricercatrice Francesca del Bufalo. L’incontro, presentato come sempre da Milly Carlucci, è stato insignito della medaglia del Presidente della Repubblica e sarà presente il ministro della Giustizia Carlo Nordio.

All’assegnazione dei riconoscimenti seguirà una riflessione scientifica sull’intelligenza artificiale dal titolo ‘Dialogo su pensieri e algoritmi’. Si confronteranno su questo tema Giulio Maira, fondatore e presidente della Fondazione Atena, e Silvia Calandrelli, direttore di Riai Cultura ed Educational. A moderare la giornalista di Sky Tg24 Tonia Cartolano.

“Indagheremo un tema particolarmente affascinante ed estremamente attuale: l’Intelligenza artificiale sta cambiando il mondo e la nostra vita non sarebbe più possibile senza, anche se il cervello umano, capace di emozioni, creatività e coscienza, rimane insuperabile – spiega Maira – ma è necessario che l’Intelligenza artificiale si inserisca nella nostra vita senza stravolgerla ma preservando l’equilibrio complessivo del mondo e la libertà e la dignità dell’uomo”.

“La Rai, da sempre attenta all’innovazione tecnologica, può aiutare a fornire le competenze necessarie a capire su quali basi funzionino i sistemi di intelligenza artificiale di oggi, in quali direzioni si stiano evolvendo, quali siano le opportunità e i pericoli ad essi collegati. Di intelligenze artificiali si parla molto – sottolinea Calandrelli – ma l’attenzione mediatica sul tema non basta, serve anche la qualità del dibattito. È proprio su questo aspetto che Rai Cultura cerca di lavorare e continuerà a lavorare in futuro”. All’iniziativa è stato concesso anche il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del ministero della Salute, della Regione Lazio e di Roma Capitale.

La Fondazione Atena, costituita nel 2001 dal professor Maira con l’obiettivo di promuovere le ricerche e di diffondere le conoscenze nell’ambito delle Neuroscienze, sta sviluppando lo studio di una terapia innovativa per la cura dei tumori cerebrali maligni, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e la Fondazione Gemelli. Atena Donna, lo spazio dedicato alla salute femminile all’interno della Fondazione, ha continuato anche gli incontri nelle carceri d’Italia, gli ultimi nei giorni scorsi a San Vittore di Milano offrendo screening cardiologici gratuiti grazie alla collaborazione della Patrizia Presbitero e appuntamenti di prevenzione ginecologica con Daniela Botta.

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Cultura

Premio Fondazione Primoli a Corneli, Messina e Masia

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Giorgiomaria Cornelio per la poesia italiana, Marine Messina per il romanzo francese e Giorgia Masia per la fotografia sono i vincitori dei premi Primoli 2022. La Fondazione Primoli, presieduta da Roberto Antonelli, presidente dell’Accademia dei Lincei, è impegnata sin dal 1928 nella promozione della cultura letteraria e artistica fra Italia e Francia, assegna ogni anno tre premi internazionali dedicati alla figura del suo fondatore Giuseppe Primoli: un premio per la fotografia, nell’intento di ricordare l’opera fotografica di Giuseppe Primoli e di promuovere la ricerca e la produzione di giovani fotografi (in ogni edizione il premio è dedicato a un tema differente); due premi letterari, per il romanzo e per la poesia, nell’intento di promuovere le opere prime di giovani autori, sotto i 35 anni, di lingua italiana e francese, e incoraggiare così giovani talenti.

Le commissioni esaminatrici si fanno un punto d’onore nell’essere totalmente indipendenti da logiche editoriali o accademiche: ne è garante l’autorevolezza della Fondazione, che svolge la sua attività da quasi un secolo, sempre impostata sulla qualità scientifica delle sue iniziative e dei suoi organi scientifici, presieduti dai più celebri studiosi italiani, da Mario Praz a Ettore Paratore a Massimo Colesanti. I vincitori dell’edizione 2022 sono per la Poesia italiana Giorgiomaria Cornelio con la raccolta La consegna delle braci pubblicata da Luca Sossella editore. Per il Romanzo francese Marine Messina con Le vertige des acrobates pubblicato da Presses Universitaires de Vincennes “Singulières migrations”. Per la Fotografia: Giorgia Masia con il progetto Barcellona ogni angolo è arte.

Menzione speciale a Irene Carnevale con il progetto Io vengo dalla luna // MAAM edition. Sarà possibile visitare presso la Fondazione, via Zanardelli 1, la mostra dei due progetti fotografici premiati fino al 16 giugno.

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