Spettacolo
E’ morto Paolo Taviani, il regista aveva 92 anni
Con il fratello Vittorio ha formato la coppia più celebre del cinema italiano del secondo Dopoguerra. Il ministro della Cultura Sangiuliano: "Era un maestro del cinema e un narratore di qualità". Pupi Avati: "Era ancora pieno di entusiasmo, mi mancherà". Giancarlo Giannini: "Persona di rara gentilezza"
E' morto il regista e sceneggiatore Paolo Taviani, che con il fratello Vittorio ha formato la coppia più impegnata e importante del cinema italiano del secondo dopoguerra. Si è spento nella clinica Villa Pia a Roma a 92 anni, dopo una breve malattia. Accanto a lui fino all'ultimo la moglie Lina Nerli, costumista di fiducia dei due fratelli registi e di tanti altri film, e i figli Ermanno e Valentina. Lunedì 4 marzo si terrà la cerimonia laica funebre alla Promototeca del Campidoglio dalle 10 alle 13.
Paolo Taviani, chi era
Era nato a San Miniato l'8 novembre 1931 nel pisano ed era di poco più di due anni più grande di Vittorio, scomparso all'età di 88 anni il 15 aprile 2018. 'I fratelli Taviani' sono diventati nel tempo un vero e proprio 'marchio cinematografico'. Nel 1967 iniziarono un'attività autonoma, dirigendo, da allora sempre insieme. Il primo film fu 'I sovversivi'. Coerenti interpreti di un cinema civilmente impegnato, nella seconda fase della loro carriera, pur continuando a rappresentare la necessità e il rimpianto dell'utopia, si sono dedicati soprattutto alla rievocazione del passato e alla trascrizione filmica di opere letterarie.
I film di maggior successo
Tra i film di maggior successo dei fratelli Taviani figurano: 'Sotto il segno dello Scorpione' (1969); 'San Michele aveva un gallo' (1971); 'Allonsanfàn' (1974); 'La notte di San Lorenzo' (1982); 'Kaos' (1984), ispirato alle novelle di Luigi Pirandello; 'Fiorile' (1993); 'Le affinità elettive' (1996) dall'originale romanzo omonimo di Goethe; 'Tu ridi' (1998). Nella loro filmografia spicca 'Padre padrone' (1977), dal libro-simbolo dello scrittore sardo Gavino Ledda, vincitore della Palma d'Oro e del Premio della Critica al Festival di Cannes con Roberto Rossellini presidente della giuria. La pellicola ottenne anche il Gran Prix al Festival di Berlino, il David di Donatello speciale e il Nastro d'Argento per la miglior regia.
Del 2007 è 'La masseria delle allodole', tratto dall'omonimo bestseller della scrittrice Antonia Arslan che racconta il genocidio del popolo armeno durante la prima guerra mondiale, mentre nel 2012 i due registi hanno diretto 'Cesare deve morire', dramma carcerario ambientato a Rebibbia che nello stesso anno è stato insignito dell'Orso d'oro al Festival di Berlino ed è valso ai Taviani i due maggiori premi ai David di Donatello, quelli di miglior film e di migliore regista.
Nel 2015 i fratelli sono tornati alla regia con 'Maraviglioso Boccaccio', liberamente ispirato al Decamerone, cui ha fatto seguito nel 2017 'Una questione privata'. Nel 2016 hanno ricevuto il David di Donatello Speciale per il 60° anniversario della cerimonia.
Figli di un avvocato che sotto la dittatura fascista aveva incontrato le ostilità del regime per le sue idee politiche, in gioventù Paolo e Vittorio, assieme a un amico partigiano, Valentino Orsini, organizzarono degli spettacoli e delle proiezioni cinematografiche a Pisa e Livorno, dando presto vita al Cineclub di Pisa. I tre amici inseparabili nel 1954 iniziarono a realizzare una serie di documentari a sfondo sociale, largamente ispirati al Neorealismo e in particolar modo alla pellicola di Roberto Rossellini 'Paisà', come 'San Miniato, luglio '44' (1954) con la collaborazione di Cesare Zavattini, e 'L'Italia non è un paese povero' (1960) di Joris Ivens.
Con Valentino Orsini i fratelli Taviani firmarono i film 'Un uomo da bruciare' (1962) e 'I fuorilegge del matrimonio' (1963). Il primo film autonomo dei Taviani fu 'I sovversivi' (1967), con il quale anticipavano gli avvenimenti del '68. Con Gian Maria Volonté raggiunsero il grande successo con 'Sotto il segno dello scorpione' (1969) in cui s'avvertono gli echi di Brecht, Pasolini e Godard. Era l'inizio di una filmografia più unica che rara del cinema italiano.
La tematica della rivoluzione è poi presente sia in 'San Michele aveva un gallo' (1972), adattamento del racconto di Lev Tolstoj 'Il divino e l'umano', film molto apprezzato dalla critica, vincitore del premio Interfilm a Berlino, che nel film sulla Restaurazione 'Allonsanfàn' (1974) in cui si rilegge l'epoca attraverso la lente di una differente coscienza storica per segnalare il tradimento della classe proletaria: protagonista è Marcello Mastroianni, attorniato da Laura Betti e Lea Massari. In entrambe le pellicole sono presenti i loro attori feticcio Giulio Brogi e Renato Scarpa.
Ma è con 'Padre padrone', autobiografia di Gavino Ledda, ex pastore sardo diventato scrittore e filologo, che nel 1977 i fratelli Taviani guadagnarono fama internazionale grazie alla Palma d'Oro e al Premio della Critica al Festival di Cannes.
La filmografia dei Taviani è continua con 'Il prato' (1979), in cui si riscontrano echi neorealistici, e 'La notte di San Lorenzo' (1982) che ha aggiunto un attore feticcio in più alla loro lista: Omero Antonutti che ben si è destreggiato nella storia di un gruppo di uomini e donne che fuggono dai tedeschi nel tentativo di raggiungere una zona occupata dagli alleati. La musica di Nicola Piovani accompagnava questo film sulla speranza e profondamente antibellico che fruttò alla coppia di registi il Gran Premio della Giuria a Cannes, nonché i conseguenti David e Nastri d'Argento per la regia e sceneggiatura.
Membri della giuria al Festival di Venezia nel 1984, quello stesso anno i fratelli Taviani adatteranno quattro novelle di Luigi Pirandello in 'Kaos' (1984), vincendo il David di Donatello e il Nastro d'Argento per la sceneggiatura, scritta a sei mani con Tonino Guerra.
Il Leone d'Oro alla carriera della Mostra del Cinema di Venezia nel 1986 li invogliò a continuare il loro percorso artistico con 'Good Morning, Babilonia' (1988), con Vincent Spano e Joaquin De Almeida, 'Il sole anche di notte' (1990), 'Fiorile' (1993) e 'Le affinità elettive' (1996). Due anni più tardi, i fratelli Taviani realizzano 'Tu ridi' (1998), film a episodi con Antonio Albanese e Sabrina Ferilli, successivamente seguito, nel 2001, dalle miniserie televisiva 'Resurrezione', con Stefania Rocca, e Luisa Sanfelice (2004) con Laetitia Casta e Adriano Giannini, mentre nel 2007 continuarono a parlare dell'uomo e della sua esistenza, fra violenza e innocenza ne 'La masseria delle allodole' (2007) con Paz Vega, Angela Molina e Alessandro Preziosi, tratto dall'omonimo romanzo di Antonia Arslan.
Ancora attivissimi, nonostante l'età avanzata, Vittorio e Paolo hanno vinto l'Orso d'Oro a Berlino 2012 per 'Cesare deve morire'. Il film racconta la preparazione e la messa in scena dell'opera di William Shakespeare da parte di alcuni detenuti nel carcere di Rebibbia. Ancora una volta i fratelli trionfarono nell'impegno sociale e nella qualità cinematografica, ottenendo anche il David di Donatello per il miglior film e il David di Donatello per il miglior regista.
Nel 2017 sono tornati al cinema, per l'ultima volta in coppia, con il film 'Una questione privata', tratto dal romanzo omonimo di Beppe Fenoglio, presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma. Dopo la morte del fratello Vittorio, Paolo ha scritto e diretto da solo "Leonora addio" (2022), ispirato da una novella di Luigi Pirandello.
Nel 1996 la città natale di San Miniato, in provincia di Pisa aveva intitolato ai due fratelli un centro di cultura cinematografica: il Centro Cinema Paolo e Vittorio Taviani.
Un film sull'Italia del Covid, l'ultimo progetto incompiuto
Il regista Paolo Taviani aveva annunciato di recente il progetto di un nuovo film dal titolo 'Il canto delle meduse' con Kasia Smutniak come attrice protagonista. Ambientato in uno dei periodi della storia recente più bui, la trama intreccia quattro racconti legati alla traiettoria narrativa della pandemia del 2020. Tra le vicende raccontate spicca quella di Valeria, una donna che, prima di morire a causa del Covid-19, esprime alle sue amiche il forte desiderio di essere sepolta da sola, e non nella tomba di famiglia insieme al marito che odia da sempre.
Sangiuliano: "Maestro del cinema e un narratore di qualità"
"Con la morte di Paolo Taviani perdiamo un maestro del cinema e un narratore di qualità, protagonista assoluto, fino alla fine, della settima arte" dichiara il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. "Alla sua famiglia e ai suoi cari le mie più sentite condoglianze".
Borgonzoni: "Talento e passione, ha dato lustro al cinema italiano nel mondo"
"Dopo Vittorio, perdiamo anche Paolo. Saremo sempre riconoscenti ai Fratelli Taviani per aver dato lustro nel mondo al cinema italiano con il loro talento e la loro passione, regalandoci film entrati nella storia" ha detto il sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni. "Mi stringo ai suoi familiari, le mie più sentite condoglianze".
Giani: "Ha dipinto l'Italia con toni di autenticità e profonda umanità"
"La Toscana piange la scomparsa del grande regista Paolo Taviani, figlio della nostra amata San Miniato e sempre legato con passione e talento alla Toscana" ha detto Eugenio Giani, il presidente della Regione Toscana. "Lascia un vuoto incolmabile non solo nel mondo del cinema, ma nel cuore di tutti noi che abbiamo condiviso con lui le origini, ma anche l'amore per questa terra, le sue tradizioni e la sua gente. Paolo, insieme a suo fratello Vittorio, ha dipinto il nostro paese con toni di autenticità e profonda umanità. La tua arte e il tuo spirito continueranno a guidarci, come faro di creatività e passione, che la terra ti sia lieve Paolo".
Pupi Avati: "Era ancora pieno di entusiasmo e progetti, mi mancherà"
"Io avevo una consuetudine telefonica con lui negli ultimi tempi. Era stato dimesso da poco, doveva incominciare a fare un film, era pieno di entusiasmo, io lo caricavo perché per lui, come per me, il lavoro era la vita, non ci sono alternative". A parlare all'Adnkronos è Pupi Avati che, raggiunto telefonicamente, ricorda commosso il collega regista Paolo Taviani scomparso oggi a 92 anni. "Erano telefonate nella prospettiva del futuro malgrado l'età che lui aveva e io ho -dice Avati- Voleva fare un film importante con le energie che gli stavano tornando. Forse chiamava me per questo, perché fra i colleghi ero quello più vicino a lui anagraficamente. Ho la sensazione che ci volessimo proprio bene, che ci confidassimo a livelli molto intimi e personali come prima non era mai accaduto". Le conversazioni fra i due maestri del cinema abbracciavano tanti temi. "Le sue telefonate erano veramente uno scambio di rassicurazione reciproca", ricorda commosso il regista bolognese. Che tiene a sottolineare: "Voglio ricordare le ingiustizie che ha patito, le emarginazioni che ha subito nel suo lavoro, 'Leonora Addio' è un film meraviglioso che non ha preso nessun riconoscimento e la cosa mi scandalizzò".
"Era considerato una persona che ormai non faceva più parte del circolo attivo del cinema italiano, invece aveva una prospettiva nitida e tanti progetti. Il rammarico è enorme, non ci posso credere. Mi mancherà moltissimo", conclude Avati.
Giancarlo Giannini: "Grande regista e persona di rara gentilezza"
"Sono davvero molto dispiaciuto. Avevo lavorato con lui al doppiaggio di un film, 'Le Affinità Elettive'. Lo ricordo non solo come un regista che ha fatto dei film bellissimi insieme al fratello Vittorio, ma anche come una persona di rara gentilezza" dice all'Adnkronos Giancarlo Giannini che aveva prestato la voce come narratore in 'Le affinità Elettive' del 1996.
Mazzeo: "Con il fratello ha segnato la storia del cinema italiano"
"Paolo Taviani insieme al fratello Vittorio ha segnato la storia del cinema italiano" scrive sui social Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana. "La sua scomparsa è una grande perdita per tutti il mondo della cultura. Alla moglie Lina, ai figli Ermanno e Valentina, le più sentite condoglianze a nome mio e del Consiglio regionale della Toscana. Paolo e Vittorio hanno mantenuto sempre un profondo legame con la Toscana e con la loro San Miniato".
Gualtieri: "Ha firmato film indimenticabili"
"Con Paolo Taviani ci lascia un grande Maestro del cinema italiano" scrive su X il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. "Insieme al fratello Vittorio, ha firmato film indimenticabili, profondi, impegnati, che hanno saputo entrare nell’immaginario collettivo e nella Storia del cinema. Un abbraccio affettuoso alla famiglia".
Comune di Sciara: "Orgogliosi di aver ospitato il loro primo film"
"Con la morte del maestro Paolo Taviani si chiude una pagina importantissima della storia del cinema mondiale" afferma l'Amministrazione Comunale di Sciara nel palermitano, dove nel 1962 fu girato "Un uomo da bruciare", il primo film diretto da Valentino Orsini insieme ai fratelli Taviani, liberamente ispirato alla vita del sindacalista socialista Salvatore Carnevale. "Siamo orgogliosi del fatto che i fratelli Paolo e Vittorio scelsero Sciara come location del loro primo film per raccontare la storia del nostro Salvatore Carnevale. Il loro ricordo rimarrà sempre vivo nella memoria storica, e nei cuori di tutti noi sciaresi. Tutti noi, porgiamo le nostre più sentite condoglianze ai figli e alla famiglia".
Sbarigia (Cinecittà): "Paolo e Vittorio sodalizio unico del cinema mondiale"
"Apprendo con commozione la notizia della scomparsa di Paolo Taviani, che con il fratello Vittorio ha costituito un sodalizio unico del nostro cinema, e del cinema mondiale". Lo dichiara Chiara Sbarigia, Presidente di Cinecittà. "Un’opera tra le più impegnate, riconosciute e premiate in Europa, che ha saputo scrivere il romanzo intimo della nostra storia -prosegue Sbarigia- Voglio ricordare due momenti recenti: l’ultimo film di Paolo Taviani, 'Leonora addio', girato anche nei nostri Studi di Cinecittà, una prova da maestro di toccante lucidità dall’amato Pirandello, premiata a Berlino; e il recentissimo straordinario omaggio del British Film Institute, in collaborazione con Cinecittà, alla carriera dei Fratelli". "Paolo Taviani assieme a Vittorio Taviani ha raccontato e fatto la storia del nostro cinema; sappiamo che il futuro riserva loro un posto privilegiato nelle teste e nei cuori degli spettatori", conclude il presidente di Cinecittà.
Il paese natale San Miniato: "Siamo orfani"
"La scomparsa di Paolo Taviani rende San Miniato orfana. Con il fratello Vittorio, ha portato nel mondo il nome della nostra Città e raccontato le loro origini, che sono anche le nostre. Con Paolo si chiude definitivamente un pezzo di quell'arte che solo una città straordinaria come la nostra può concepire". Lo affermano, in una nota congiunta, il sindaco Simone Giglioli e l'assessore alla cultura Loredano Arzilli di San Miniato (Pisa), il comune dove i fratelli Taviani erano nati e a cui hanno dedicato il film 'La notte di San Lorenzo' (1982). "Ho ancora vivo nella mente il ricordo dell'ultima volta che è venuto nella Città della Rocca, nel settembre scorso, la prima dopo la scomparsa di Vittorio, cinque anni fa, per la consegna del premio dedicato proprio al fratello, quando l'amministrazione - ricorda il sindaco Giglioli - ha inaugurato la statua dell'artista Marcello Scarselli, 'Cecilia', installata nella piazzetta Mazzini, per rendere omaggio ai 40 anni dall'uscita de 'La notte di San Lorenzo'. Nel 2015 l'amministrazione comunale volle, con entusiasmo, conferire ai fratelli Taviani la cittadinanza onoraria, un tributo doveroso che sancisce il profondo ed inscindibile legame con questa terra e con la nostra comunità. Emozionante fu anche nel 2022, durante il Palio di San Rocco, quando fu organizzata la proiezione dell'ultimo film di Paolo Taviani, il primo che lo vedeva da solo alla regia, 'Leonora addio', in una piazza Buonaparte gremita di concittadini e amici, durante la quale ci collegammo con lui dalla sua casa di Roma, e rimase colpito dalla grande testimonianza di affetto che San Miniato ebbe ed ha ancora per questi due maestri del cinema italiano".
"San Miniato oggi piange la scomparsa di Paolo e si stringe commossa alla moglie Lina, ai figli Ermanno e Valentina. Ciao Paolo, riabbraccia Vittorio e grazie per tutto quello che ci avete regalato, San Miniato vi porterà per sempre nel cuore e terrà vivo il vostro ricordo", concludono il sindaco Giglioli e l'assessore Arzilli.
Marti: "Cordoglio per scomparsa Taviani, perdiamo un grande maestro"
"Con la scomparsa di Paolo Taviani, perdiamo un grande maestro del cinema italiano" ha detto il senatore della Lega Roberto Marti, presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama. "Esprimo il mio cordoglio e mi stringo al dolore della sua famiglia e di tutti i suoi cari".
Spettacolo
Nel Borgo di Fossanova ‘Arte in danza’ tra...
La terza edizione in programma sabato 23 e domenica 24 marzo
Nel cuore della pianura pontina, il Borgo di Fossanova – sabato 23 e domenica 24 marzo – ospiterà la terza edizione di 'Arte in danza', evento di studio e spettacolo, arte e cultura, in uno dei luoghi più affascinanti d’Italia. Il progetto, nasce da un’idea di Filippo Venditti e Barbara Tudini: al centro dell’iniziativa, la volontà di richiamare in un centro di storica bellezza come Fossanova un’appassionata comunità di artisti, giovani allievi e spettatori della danza, dando vita ad un appuntamento di arricchimento e condivisione culturale aperto a tutti. In programma ad 'Arte in danza 2024': stage con docenti di fama internazionale e un concorso per giovani talenti. Un fine settimana interamente dedicato all’arte tersicorea e alle sue mille sfaccettature: come materia di studio, linguaggio espressivo, occasione di confronto, scambio di idee ed emozioni.
"La danza è di grande interesse per i nostri giovani ed è motivo di crescita, impegno e sacrificio, oltre che un sogno, per molti, ancora da realizzare – sottolineano i curatori dell’iniziativa, Barbara Tudini e Filippo Venditti - diventare ballerini non è semplice e in Italia sono ancora poche le opportunità per gli aspiranti professionisti: per questo, abbiamo pensato di dar vita ad 'Arte in danza', in quanto importante occasione di incontro tra giovani allievi e grandi artisti. Un contesto in cui scuole di danza, ballerine e ballerini, potranno mettere in mostra il proprio talento, in un clima di sana competizione e con la concreta possibilità di ricevere premi e borse di studio”. All’intento dei direttori artistici di realizzare un fine settimana di alta formazione si è aggiunta la volontà di coniugare la bellezza dell’arte tersicorea con le suggestioni architettoniche di Fossanova, borgo medievale e complesso monastico cistercense tra i più belli d’Italia, identificato dalla Regione Lazio come eccellenza del nostro patrimonio storico e artistico. Classico, neoclassico, contemporaneo, modern, urban: questi gli stili di danza che animeranno gli spazi dell’Auditorium Infermeria dei Conversi di Fossanova, luminoso edificio risalente al XIII secolo, oggi adibito ad Auditorium e spazio culturale per mostre e manifestazioni.
Si terranno sabato 24 gennaio le classi di danza (aperte ad allieve e allievi da tutta Italia) con i maestri, coreografi e direttori di importanti realtà di formazione professionale. Ospiti, per le lezioni di tecnica classica, Agnès Lacombes, dal Ballet National de Marseille; per il contemporaneo, Michele Merola, direttore artistico della Mm Contemporary Dance Company e del progetto di perfezionamento professionale Agora Coaching Project, Nadessja Casavecchia, dalla Rotterdam Dance Academy e co-direttrice di Evolution Dance Theater, Francesco Cariello, insegnate di modern, ballerino e coreografo di fama internazionale, ed infine per urban fusion – house, Afhin Varjavandi, danzatore nella DaCru Dance Company e direttore artistico di INC InNprogress Colletive.
Si aggiungono ai maestri altre due eccellenze nel mondo della danza Francesca Bernabini, giornalista e critico della danza, direttrice di Danzaeffebi ; Damiano Mongelli, collaboratore alla Direzione della Scuola Del Teatro dell’Opera di Roma. I maestri faranno parte della Giuria della terza edizione del Concorso Arte in Danza, in programma a Fossanova nella giornata di domenica 24 gennaio, aperto ad allieve/i, scuole di danza, danzatrici e danzatori di tutte le nazionalità. Un’ulteriore opportunità, per i giovani talenti, di farsi notare dai maestri e direttori presenti in commissione e di ricevere borse di studio per formazione, perfezionamento e tirocinio professionale.
La competizione prevede quattro livelli: Primi passi (7/9 anni), Allievi (10/12 anni), Juniores (13/16 anni), Seniores (17/26 anni); tre sezioni: solisti, passo a due, gruppi; quattro categorie: classico/neoclassico, contemporaneo, modern, urban/fusion e contaminazioni. Ad 'Arte in danza', formazione, competizione e approfondimento: un’occasione per apprendere da vicino il metodo di insegnamento di alcuni tra i più prestigiosi centri di formazione professionale, per immergersi nella creatività contemporanea e per mettersi alla prova in palcoscenico.
Parallelamente allo stage, 'Arte in danza' propone in questa sua terza edizione un appuntamento speciale dedicato alla presentazione del libro 'Jia Ruskaja La Dea Danzante' con l’autore Gianluca Bocchino in collaborazione con la Fondazione dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma. 'Arte in danza' sarà l’occasione per tornare ad assaporare la magia del teatro, dopo anni difficili per l’intero settore, ma anche per conoscere i diversi volti della danza in un contesto di scambio artistico-culturale tra maestri e allievi, protagonisti della scena e pubblico. "Grazie ad alcuni dei massimi esponenti dell’arte tersicorea, il pubblico potrà tornare ad ammirare la danza e apprezzare, nello stesso tempo, la bellezza del territorio di Priverno e Fossanova – sottolineano i curatori. – Un evento nato per promuovere la cultura della danza e dello spettacolo dal vivo, che mira ad un arricchimento formativo e alla valorizzazione della storia di questi luoghi meravigliosi".
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Festa del papà, i neogenitori vip: ecco chi festeggia per...
Ieri l'annuncio della nascita delle due gemelline di Veronica Peparini e Andreas Muller
La festa del papà è un momento speciale per tutti, personaggi famosi compresi, e sono tanti i neogenitori vip che oggi festeggiano per la prima volta. C'è mancato poco che festeggiassero già l'anno scorso Aurora Ramazzotti e Goffredo Cerza che il 30 marzo 2023 hanno dato il benvenuto al piccolo Cesare. Il piccolo è anche il primo nipote di Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker che sui social ha scritto: "Insieme alla nascita delle mie figlie, è il giorno più bello della mia vita". A giugno 2023 è arrivata la piccola Anna Blu, la prima figlia della cantante Nina Zilli e del rapper Danti. Anche per loro l'annuncio è arrivato via social: "È bellissima e sta bene”, ha scritto la coppia sui social. La cantante non aveva apprezzato lo spoiler sulla sua gravidanza dato da Fabrizio Biggio, in diretta da Viva Rai 2, il programma di Fiorello.
Prima festa del papà anche per Aria, figlia della conduttrice di Dazn, Diletta Leotta e il portiere del Newcastle, Loris Karius nata il 16 agosto 2023. La coppia ha da poco annunciato che a giugno convolerà a nozze. Ma il fiocco rosa (doppio) più recente è proprio di ieri. Veronica Peparini e Andreas Muller hanno infatti annunciato la nascita delle loro gemelline: Penelope e Ginevra. L'ex allievo di Amici di Maria De Filippi ha condiviso un post su Instagram con le due piccole: "Sono in lacrime e senza parole… ho troppo da raccontare e nulla da aggiungere per ora! Penelope e Ginevra siete finalmente qui e io oggi con voi rinasco". La coppia, qualche mese fa, aveva annunciato che, dalla visita di controllo, era emerso qualche piccolo problema, facendo preoccupare i fan.
Infine, c’è anche chi è diventato papà ma che non festeggerà per la prima volta. Tra questi fortunati c'è Filippo Inzaghi che il 21 marzo del 2023 ha dato il benvenuto alla sua secondogenita, Emilia, avuta dalla compagna Angela Robusti. I due, infatti, erano già genitori di Edoardo nato nel 2021. "Il secondo miracolo che il tuo papà mi ha donato. Ti amo vita mia", l'annuncio della compagna di Inzaghi su Instagram.
Spettacolo
Vandalizzata ancora la tomba di Michele Merlo
Non è la prima volta che vengono rubati gli oggetti sulla tomba del giovanissimo cantante scomparso nel 2021. L'associazione presieduta dalla famiglia: "Vergognatevi, non siete i benvenuti"
Per l’ennesima volta è stata vandalizzata la tomba di Michele Merlo, il cantautore ex di X Factor e Amici di Maria De Filippi, tragicamente scomparso il 6 giugno 2021 a causa di una leucemia fulminante. Non è la prima volta, infatti, che vengono rubati gli oggetti apposti sulla tomba di Michele, che si trova nel Cimitero Comunale di Rosà, piccolo centro della provincia di Vicenza. Questa volta è toccato al libro a lui dedicato, "Con il cuore tra le righe", di Alice Porta. Come se non bastasse al suo posto è stato lasciato un insulto alla giovane autrice trentina, amica e fan di Michele.
Un gesto immotivato dal momento che il libro è stato approvato dalla famiglia Merlo e che il ricavato ottenuto dalla vendita di "Con Il Cuore Tra Le Righe" sarà devoluto ai progetti dell’Associazione Romantico Ribelle, nata in ricordo di Michele e presieduta dai genitori.
Questo il messaggio diffuso attraverso i social dell’Associazione Romantico Ribelle: “Ciò che è accaduto oggi sulla tomba di Michi è vergognoso. Non è la prima volta che vengono rubati o danneggiati gli oggetti che sono lì, ma sottrarre il libro di Alice Porta e lasciare al suo posto un insulto per lei è qualcosa che non possiamo accettare. Il libro di Alice è un libro a cui tutti noi teniamo molto, che abbiamo “approvato” e fortemente voluto per continuare a mantenere vivo il ricordo di Michele. Se qualcuno pensa che per questo Alice debba vergognarsi allora vuol dire che pensa che tutti noi dovremmo vergognarci. Se chi si è permesso di compiere un gesto cosi ignobile frequenta questa pagina è pregato di non farlo più. Per Katia, Domenico e per tutti noi che abbiamo voluto bene a Michi e che ogni giorno proviamo a farlo rivivere in tutte le nostre iniziative, è già molto doloroso se qualcuno non è in grado di capirlo. Chiunque sia sappia che non è più il benvenuto né sulla tomba di Michele né su questa pagina. Vergognatevi!”