Ultima ora
Ancora incidenti sul lavoro, morti due 60enni a Latina e...
Ancora incidenti sul lavoro, morti due 60enni a Latina e Firenze
Un uomo è precipitato da un tetto ad Aprilia, l'altro si è ferito a morte con la motosega mentre potava un albero
Ancora due vittime di incidenti sul lavoro oggi, 25 marzo, in provincia di Latina e nel Fiorentino.
Ad Aprilia (Latina) un operaio sessantenne è morto nel pomeriggio dopo essere caduto dal tetto di una azienda in via della Meccanica. L'uomo stava effettuando lavori sul solaio quando improvvisamente è precipitato all'interno di un capannone perdendo la vita.
Sempre nel pomeriggio un altro uomo di 60 anni è morto dissanguato a Gambassi Terme (Firenze) dopo essersi ferito sotto l'ascella sinistra con la sua motosega mentre stava potando degli alberi all'interno di un'oliveta. Malgrado la ferita, il 60enne, che era da solo nell'oliveta, ha allertato i soccorsi. Sul posto il personale sanitario del 118. Il ferito è stato trasportato all'ospedale fiorentino di Careggi con l'elisoccorso ma il è poi deceduto a causa della gravità della ferita. Sono in corso accertamenti da parte dei funzionari della medicina del lavoro per capire se il 60enne fosse dipendente di una ditta o se lavorasse in proprio.
Cronaca
Chiusa la galleria Principe Amedeo di Savoia Aosta a Roma
Il sottopasso non è percorribile per il distacco di una turbina
Chiusa la galleria Principe Amedeo di Savoia Aosta a Roma in entrambe le direzioni. Il sottopasso tra il Gianicolo fuori dal Vaticano, tra porta Cavalleggeri e porta Santo Spirito, e il ponte omonimo, non è percorribile per il distacco di parte di una ventola della turbina di aerazione, che si trova all'interno. A seguito dell'intervento dei vigili del fuoco è stato interdetto il traffico a veicoli e pedoni in attesa di un sopralluogo da parte di personale tecnico per verificare la stabilità dell'impianto di aerazione.
Salute e Benessere
Norovirus nell’acqua tra Lombardia e Trentino:...
Così all'Adnkronos Salute Vincenzo Petronella, direttore generale dell'Ats della Montagna
"Non c'è stata un'emergenza sanitaria e non risultano casi gravi di gastroenteriti". Così all'Adnkronos Salute Vincenzo Petronella, direttore generale dell'Ats della Montagna, sulle gastronteriti che potrebbero essere state causate, a inizio mese, da norovirus rilevati nell'acqua al Passo del Tonale.
"Sono ancora in corso gli approfondimenti dei tecnici, altre campionature di contrasto, ma tutti gli Enti coinvolti si sono mossi velocemente e bene ha fatto il sindaco di Ponte di Legno a emanare un'ordinanza rispettando il principio di massima precauzione a tutela della salute pubblica - sottolinea -. Dopo i casi di gastroenterite, come Ats abbiamo fatto gli esami di controllo e abbiamo poi rilevato e localizzato i norovirus, dando conferma al sindaco che ha emesso l'ordinanza per vietare l'uso alimentare dell'acqua. Si tratta di pozzi a compartimenti stagni", dove i norovirus possono annidarsi. "Al momento sembra tutto localizzato", conclude.
Ultima ora
Napoli, morta a 3 anni dopo tre ricoveri. Genitori:...
Fissata l'udienza per discutere il ricorso dei familiari di Elena, la bimba deceduta un anno fa. Secondo i consulenti della Procura, la diagnosi fu sbagliata, ma la piccola non si sarebbe salvata comunque
Sarebbe bastata una Tac per salvare la vita a Elena. Ne sono convinti i familiari della bambina, morta ad appena 3 anni e mezzo l'11 gennaio 2023, dopo tre ricoveri negli ospedali di Napoli. Assistiti dall'avvocato Enrico Ricciuti, i genitori e i nonni della piccola si sono opposti alla richiesta di archiviazione, avanzata dalla Procura di Napoli, puntando su diversi aspetti. Innanzitutto, è la tesi portata avanti dai consulenti della famiglia, la bimba fu sottoposta in ritardo ad una Tac che, se effettuata subito, avrebbe rivelato la vera causa del suo malore e di quel mal di pancia, legato ad un volvolo - una torsione dell'intestino operabile - che causò un infarto intestinale. E ancora i consulenti della famiglia puntano sull'errata diagnosi di diabete infantile, che determinò il trasferimento della bambina dal Santobono al vecchio policlinico Vanvitelli in un reparto specialistico dove, però, non c'era la Rianimazione e si verificò il primo di tre arresti cardiaci.
Il calvario della piccola Elena durò due giorni, durante i quali la bambina fu ricoverata tre volte e, in meno di 40 ore, accusò tre arresti cardiaci, fino al decesso. Inizialmente ricoverata per un sospetto mal di pancia, la piccola fu sottoposta ad alcuni esami che spinsero i medici del Santobono ad ipotizzare problemi di diabete. Trasferita nella seconda struttura, la piccola andò in arresto cardiaco e fu trasportata d'urgenza nuovamente all'ospedale pediatrico. Lì, con il quadro clinico ormai compromesso, la bimba morì dopo poche ore, dopo aver subito altri due arresti cardiaci. Secondo i consulenti della Procura, la diagnosi fu sbagliata, ma la piccola non si sarebbe salvata comunque.
Di parere opposto i consulenti della famiglia, che hanno nominato come consulente il chirurgo Mario Lima, Direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Pediatrica del Policlinico Sant'Orsola di Bologna. Ora i familiari hanno chiesto ulteriori approfondimenti poiché, dicono i genitori, "solo nel 6% dei casi si muore per infarto addominale, bastava eseguire una Tac e operare la bambina".
Martedì è fissata l'udienza camerale dinanzi al gup del tribunale di Napoli per discutere della vicenda.