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Mistero Sinwar, il capo di Hamas braccato da Israele tra...
Mistero Sinwar, il capo di Hamas braccato da Israele tra tunnel e propaganda
Si rincorrono le voci sulle sorti del leader di Hamas ritenuto la mente degli attacchi del 7 ottobre
Vivo, morto, scomparso o semplicemente in fuga. In questi giorni si rincorrono le voci sulle sorti del leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, ritenuto la mente degli attacchi del 7 ottobre scorso. Secondo l'ultima notizia che lo riguarda, riportata dal portale saudita Elaph e subito smentita da un funzionario israeliano a Channel 12, lo Stato ebraico riterrebbe che la leadership di Hamas, tra questi lo stesso Sinwar e il fratello Muhammed, sarebbe fuggita in Egitto attraverso i tunnel sotterranei della Striscia di Gaza: da Rafah avrebbe trovato rifugio nel Sinai. Secondo la stessa fonte, i terroristi in fuga potrebbero aver portato con loro alcuni ostaggi da usare come scudi.
L'uomo più ricercato di Gaza è l'obiettivo 'simbolo' dell'operazione militare che Israele ha lanciato nell'enclave da oltre quattro mesi. Non è passato giorno dalla strage di Hamas che dal governo di Tel Aviv non siano arrivate minacce alla vita di Sinwar. Secondo i media israeliani, il capo di Hamas sarebbe sfuggito per poco e più di una volta alla caccia che l'esercito israeliano gli sta dando senza tregua. In diverse occasioni i militari sono arrivati in posti nei quali si ritiene che Sinwar si trovasse fino a poco prima.
Il video
La tesi di cui i vertici della Difesa erano convinti fino a poco fa è che il 61enne - che non si ferma mai a lungo in nessun rifugio - avesse lasciato il nord della Striscia all'inizio della guerra e si trovasse a Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud della Striscia epicentro dell'offensiva israeliana. A dare credito a questa congettura c'è il video, girato il 10 ottobre e le cui immagini sono state diffuse la settimana scorsa dalle Idf, che mostra Sinwar, insieme a persone indicate essere la moglie e i figli, in uno dei tunnel scavati sotto Khan Yunis.
Il video, che dura circa un minuto, è stato girato dalle telecamere di sorveglianza di Hamas ed è stato recuperato dalle truppe che operano nella città. Si vedono Sinwar e i suoi familiari guidati da un operativo di Hamas che li conduce da un tunnel a un altro di Khan Yunis. "La caccia a Sinwar non si fermerà fino a quando non lo avremo preso, vivo o morto", aveva ribadito in quell'occasione il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari.
La caccia all'uomo
La caccia all'uomo è sempre più intensa. Recentemente sono stati ritrovati non solo documenti scritti da Sinwar, ma anche circa 20 milioni di shekel (5,4 milioni di dollari) in contanti, che erano per uso personale suo e del suo staff. Soldati e agenti del servizio di sicurezza Shin Bet hanno persino trovato gli effetti personali in uno dei nascondigli, compreso il suo spazzolino da denti.
Ma è sui social che le voci, in molti casi la propaganda, si rincorrono senza freni. Su account israeliani è rimbalzata di recente la notizia secondo cui Sinwar è "scomparso" e ha perso i contatti con gli altri leader dell'organizzazione palestinese. E, sempre dando credito a queste indiscrezioni, non è chiaro se sia nascosto in un bunker sotterraneo segreto o se, addirittura, sia rimasto ucciso in uno dei tanti raid sulla Striscia.
Nemmeno un paio di settimane fa la tv israeliana aveva indicato che Sinwar sarebbe di fatto irraggiungibile, "non avendo alcun contatto" né con i mediatori egiziani né con quelli qatarioti che negoziano su cessate il fuoco e ostaggi al Cairo. La ragione di questa mancanza di contatti non è chiara e potrebbe essere legata alla sua fuga, a uno stratagemma tattico o semplicemente ai continui problemi di comunicazione a Gaza.
Nei giorni scorsi, intanto, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha annunciato che la leadership di Hamas all'estero sta cercando "un sostituto" per il suo leader nella Striscia di Gaza dal momento che "i battaglioni del gruppo a Khan Yunis sono stati smantellati e si profila un'offensiva a Rafah".
Israele diffonde "notizie false sulla leadership dell'organizzazione e Yahya Sinwar", ha reagito subito Hamas, secondo cui quelle di Gallant sono "parole vuote, guerra psicologica" pronunciate nel tentativo di "migliorare il morale di un esercito al collasso".
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Ucraina, Russia: “Abbattuti 50 droni di Kiev”
In particolare, 26 aerei senza pilota sono stati abbattuti sulla regione di Belgorod
La Russia ha rivendicato di aver abbattuto 50 droni ucraini lanciati contro diverse regioni del Paese. In un nota, il ministero della Difesa di Mosca ha affermato: "La scorsa notte, i tentativi del regime di Kiev di effettuare una serie di attacchi terroristici utilizzando Uav contro obiettivi sul territorio della Federazione russa sono stati fermati. Cinquanta droni ucraini sono stati distrutti e intercettati dai sistemi di difesa aerea".
In particolare, 26 aerei senza pilota sono stati abbattuti sulla regione di Belgorod, 10 sulla regione di Bryansk, 8 sulla regione di Kursk, due sulla regione di Tula e uno ciascuno sulle regioni di Smolensk, Ryazan, Kaluga e Mosca.
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Raid aereo su base milizie filo Iran in Iraq, un morto e 8...
Milizie filo Iran: "Drone contro Eliat in risposta ad attacco su Iraq"
E' di un morto e otto feriti il bilancio di un raid aereo avvenuto nella notte contro una base in Iraq che ospita milizie filoiraniane. Lo hanno riferito fonti della sicurezza di Baghdad, mentre una nota del gruppo Hashed al-Shaabi - alleanza di formazioni sciite ora integrate nell'esercito regolare - ha reso noto che l'attacco contro la base Calso ha provocato "perdite materiali", ma non è stato specificato il numero di vittime.
Le milizie filoiraniane in Iraq hanno rivendicato il lancio di un dronte contro Eliat, in Israele, in risposta alle "violazioni israeliane della sovranità irachena e a suoi attacchi contro le basi delle Forze di mobilitazione popolare (Hashed al-Shaabi), ha scritto su Ynet dopo il raid della scorsa notte contro la base Calso in Iraq.
Su X, il Comando centrale americano (Centcom) aveva negato che ci siano gli Stati Uniti dietro l'esplosione alla base: "Non abbiamo condotto raid in Iraq oggi".
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Usa, l’allarme dell’Fbi: “Hacker cinesi...
Il direttore Wray: "Sono riusciti a infiltrarsi in diverse società americane che operano in settori critici, come quello energetico o idrico"
Il direttore dell'Fbi, Christopher Wray, ha lanciato l'allarme sul fatto che hacker legati al governo cinesi stanno aspettando "solo il momento giusto per un devastante attacco" ad infrastrutture critiche negli Stati Uniti. Durante un discorso alla Vanderbilt University, Wray ha rivelato che un gruppo di hacker cinesi, Volt Typhoon, è riuscito ad infiltrarsi in diverse società americane che operano in settori critici, come quello energetico o idrico, secondo quanto riporta l'International Business Times.
Nel suo discorso, Wray ha sottolineato quindi che la Cina possiede la capacità di infliggere danni sostanziali a infrastrutture critiche Usa, e che il piano degli hacker è quello di "attaccare infrastrutture civili per cercare di indurre il panico". Un portavoce del ministero degli Esteri cinesi ha dichiarato, all'inizio della settimana, che Volt Typhoon non ha nessun contatto con il governo cinese ma fa parte di un gruppo criminale specializzato in "ransomware".