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Migranti, Fedez e la ‘sua’ nave Ong? Sos Med: “Doni a Ocean Viking”

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“Ti prometto che verrò. Voglio vedere quanto costa una nave, voglio metterci la mia faccia… e farla federe così la gente si spaventa”. Scherzi a parte, deve essere un’esperienza tosta”. Fedez ospita Cecilia Strada nel podcast Muschio Selvaggio. Si parla di migranti, di impegno delle Ong e il rapper, oltre ad annunciare la disponibilità a salire sulla nave ResQ, con una battuta ipotizza il proprio impegno diretto con una nave. “Bisogna avere tempo per capire come va la situazione e esporsi per prendersi insulti dagli haters… Non è impossibile però trovare persone che sostengano. L’anno scorso ci ha scritto Roger Waters, che ci ha donato 50mila dollari per una missione di soccorso”, dice Cecilia Strada.

Le parole di Fedez non passano inosservate. Sos Mediterranee accoglie come una buona notizia l’intenzione del rapper di voler acquistare una nave per il soccorso in mare di migranti.

“Chiunque doni, fa una cosa buona – dice all’Adnkronos Francesco Creazzo, di Sos Mediterranee – Non tocca a noi giudicare quali siano le intenzioni di Fedez ma se davvero vuole finanziare una nave di soccorso e ricerca noi siamo disponibili a spiegargli come si fa oppure, se vuole, può anche sostenere la Ocean Viking che ha anni e anni di esperienza”.

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Ari Folman con “Where is Anne Frank” vince al ‘Cartoons on the Bay’

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Il regista israeliano premiato con il Pulcinella Award e con il Ciak d'Oro

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E’ il regista belga Ari Folman con il film ‘Where is Anne Frank’ prodotto da Le Pacte ad aggiudicarsi il Pulcinella Award per la categoria dei Lungometraggi d’Animazione alla 27esima edizione di ‘Cartoons on the Bay’, il festival di settore promosso e organizzato dalla Rai, che si è svolto a Pescara. L’opera è stata premiata anche con il Ciak d’Oro.

La giuria – composta da Flavio Natalia direttore di ‘Ciak’, Pedro Armocida saggista e giornalista e Max Giovagnoli transmedia producer – ha assegnato il premio ad Ari Folman “per l’eleganza narrativa, tecnica e artistica con cui affronta la nostra Storia, per la leggerezza e la sobrietà dello sguardo con cui tutto nel racconto oscilla magicamente tra reale e immaginario, sfiorando personaggi e pubblico con leggerezza e profondità”, si legge nella motivazione per il Pulcinella Award, mentre il Ciak d’Oro, assegnato dal direttore di ‘Ciak’ Flavio Natalia, premia “un’opera che usa le diverse tecnologie d’animazione per raccontare una storia di enorme impatto civile in una chiave originale di grande efficacia nel dialogo con le nuove generazioni”.

Il riconoscimento per la categoria Best Director va all’italiano ‘Metamorphosis’ di Michele Fasano prodotto da Sattva Films Production and School, “per la capacità di contaminare stili, materiali e linguaggi dell’animazione, del live action e del reportage mostrando di aver raccolto la lezione più matura del contemporaneo in modo intimo e originale”.

Gli altri premi sono assegnati per la categoria Best Screenplay a ‘Oops, I murdered the person, the person I like likes’ del neozelandese Ross Ozarka “per la grande capacità creativa nel passaggio dallo script al film, e per il lavoro sull’evocatività del testo e sul minimalismo della sua soluzione produttiva”; Best Animation a ‘The Amazing Maurice’ del tedesco Toby Genkel “per aver saputo coniugare il ritmo del musical, i calembour della letteratura per ragazzi e la passione per le “animal star” e il character design dell’animazione 3D contemporanea in modo divertente e tecnicamente efficace”; Best Soundtrack per ‘Saleem’ della giordana Cynthia Madanat Sharaiha “per la capacità di raccontare il Medio Oriente con profondità e lontano dagli stereotipi, rendendo la musica e il lavoro sul suono parte fondamentale del racconto, del vissuto e della capacità empatica dei personaggi”.

(dell’inviato Enzo Bonaiuto)

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Ascolti Tv, Massimo Ranieri vince la serata

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Mattina Rai1 con Festa Repubblica al 38,8%

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Massimo Ranieri vince gli ascolti della prima serata di ieri, ma il dato più rilevante della giornata riguarda il daytime della mattina di Rai1 che con la Festa della Repubblica vola al 38,8% di share. Per quanto riguarda il prime time, ‘Tutti i sogni ancora in volo’ di Massimo Ranieri su Rai1 ha chiuso con 2.953.000 telespettatori e il 20,2% di share, mentre al secondo posto si è classificata Retequattro con ‘Quarto Grado’ che avendo raccolto 1.585.000 telespettatori e il 12,2% ha superato Canale 5 dove ‘Buongiorno papà’ è stato visto da 1.435.000 telespettatori pari al 9,6% di share.

Appena fuori dal podio Rai2 con ‘The Good Doctor’ che ha registrato 982.000 telespettatori e il 5,6% di share, davanti a Italia 1 che con ‘Overdrive’ ha totalizzato 871.000 telespettatori e il 5,2%. Su Rai3 ‘Golden Gala 2023’ ha conquistato 783.000 telespettatori e il 4,7% di share e, a seguire, ‘Le montagne della cultura’ ne ha interessati 201.000 con l’1,3%. Su La7 ‘Propaganda Live’ ha ottenuto 698.000 telespettatori e il 5,3%. Chiudono la classifica degli ascolti della prima serata di ieri Nove con ‘I Migliori Fratelli di Crozza’ (400.000 telespettatori, share 2,4%) e Tv8 con ‘Celebrity Chef’ (356.000 telespettatori, share 2,4%).

Nel daytime della mattina lo ‘Speciale Tg1’ per la Festa della Repubblica ha ottenuto 2.570.000 telespettatori e il 38,8% di share, preceduto da ‘UnoMattina’ che ha raccolto 2.481.000 telespettatori e il 27,86%.

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‘Quasi amici’, morto Philippe Pozzo di Borgo: aristocratico tetraplegico che ispirò film

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L'imprenditore aveva 72 anni. A prestargli il volto sul grande schermo nel 2011 fu l'attore François Cluzet, co-protagonista insieme a Omar Sy che interpretava il suo badante

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E’ morto Philippe Pozzo di Borgo, ricco e aristocratico tetraplegico che ha ispirato il film ‘Quasi amici’ (2011), uno dei più grandi successi cinematografici francesi. L’imprenditore e uomo d’affari francese, che viveva in un grande palazzo parigino, aveva 72 anni . Il decesso è avvenuto a Marrakech, in Marocco. La notizia della scomparsa è stata data oggi per primo dal quotidiano ‘Le Figaro’. La settima arte ricorderà che fu l’attore François Cluzet a prestargli, con una recitazione magistrale, le sue fattezze sul grande schermo.

I registi di questa tragicommedia, Éric Toledano e Olivier Nakache, che hanno incoronato l’attore Omar Sy con il Prix César per il miglior attore, nel ruolo del badante dell’imprenditore, hanno espresso la loro commozione su Twitter: “Abbiamo appena appreso con grande tristezza della morte del nostro amico Philippe Pozzo di Borgo. Accettando di far adattare la sua storia a ‘Intouchables’ Questo il titolo francese del film, ndr), ha cambiato le nostre vite e quelle di molte persone vulnerabili e fragili” .

Philippe Pozzo di Borgo ha raccontato il suo terribile destino in un libro biografico intitolato ‘Le Second Souffle’, tradotto in italiano come ‘Il diavolo custode’ (Ponte alle Grazie). È stata la sua resilienza e la sua fantastica voglia di vivere dopo l’incidente in parapendio, che lo aveva lasciato paralizzato dal collo in giù, a spingere i registi Éric Toledano e Olivier Nakache a scrivere una sceneggiatura che raccontasse il rapporto unico che si era sviluppato tra Philippe Pozzo di Borgo e il suo badante Abdel Yasmin Sellou, immortalato nel film da Omar Sy.

‘Quasi amici’ è stato un trionfo quando è uscito nel 2011, attirando più di 19 milioni di spettatori nei cinema. All’epoca, il film divenne il più grande successo del cinema francese, relegando il leggendario ‘Tre uomini in fuga’ (1966) di Gérard Oury al secondo posto; questo record è stato poi battuto da “Giù al Nord” (2008) di Dany Boon. Di questo film campione di incassi e fenomeno internazionale la stampa francese ha scritto: “Fa ridere fino alle lacrime e piangere di gioia”.

Amante della vita nonostante le sofferenze con cui ha dovuto convivere dopo l’incidente del 1993, Philippe Pozzo di Borgo era diventato il patrono dell’associazione ‘Soulager mais pas tuer’, che si batte in particolare contro l’eutanasia. Nel 2016 accettò anche di fare i testimonial di UP for Hummanness, dedicata all’integrazione professionale delle persone con disabilità.

Rampollo di nobile famiglia, ricco, colto, affascinante e amante delle cose belle e raffinate, Philippe Pozzo di Borgo si ritrovò paralizzato a seguito dell’incidente di parapendio poco dopo la scomparsa della sua splendida e amatissima moglie, affetta da una rara forma tumorale. Nel libro autobiografico ‘Il diavolo custode’ Philippe racconta come combatte coraggiosamente e ostinatamente con il proprio corpo, con il ricordo straziante di lei e con l’idea di essere un uomo inutile, finito, e per farlo usa tutti gli strumenti possibili, dall’impegno sociale all’attaccamento ai piaceri della vita.

In questa sua battaglia ha un’arma speciale: il suo badante, un immigrato algerino appena uscito di galera, che entra un giorno nella sua vita “ingessata” con l’energia di un tornado e diventa immediatamente il suo “diavolo custode”. Il loro rapporto di dipendenza reciproca e lo scontro ravvicinatissimo e spesso spericolato tra le loro culture si trasforma presto in un legame solido e nello stesso tempo turbolento, punteggiato da episodi irresistibilmente comici e autenticamente commoventi.

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Altan: “La satira non cambia ma ora con la destra il bersaglio è più facile”

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Francesco Tullio Altan a Pescara al festival 'Cartoons on the Bay' per ricevere il Premio Bonelli

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“La satira non cambia, perché si occupa sempre di politica. Il nostro mestiere è quello di stare attenti. Ma ora, con la destra al governo, il bersaglio in qualche maniera è più facile”. Anche più bello? “No, di bello in questo caso non c’è niente”. E’ quanto spiega Francesco Tullio Altan – rispondendo alla AdnKronos – a margine di ‘Cartoons on the Bay’, il festival del film d’animazione promosso e organizzato dalla Rai, in corso a Pescara, che ad Altan assegnerà il Premio Bonelli.

“In realtà – osserva – quello della satira non è un mestiere che serva veramente ad andare contro le cose, la nostra è un’arma dolce e quindi la cosa più importante è che si mettono insieme persone che la pensano allo stesso modo e che si ritrovano in quella vignetta e si sentono un pochino meno sole”. Quanto allo ‘stato di salute’ attuale, “la satira c’è e ci sarà sempre, è un linguaggio che fa parte dell’uomo – risponde Altan – Se poi stia bene o no, questo non lo so: è un’antica domanda che non ha risposta. Possono stare bene o meno bene quelli che la fanno”.

Suggerimenti ai giovani che vogliono fare satira? “Lavorare e basta: metterci voglia e provare fino a che trovi un suo linguaggio e una sua strada – indica Altan – Saper disegnare è importante ma non è indispensabile: la satira vive più sulle battute che sul disegno. Almeno la satira attuale; per quella dell’Ottocento era molto importante il disegno, adesso molto meno. Il disegno è la scelta dell’interprete di quella battuta”.

Quanto alla caricatura politica, “non è il mio forte, mi ha sempre interessato di più chi mette i personaggi nei posti di potere che non le persone di potere. Ci sono delle eccezioni, però – avverte – perché quando il personaggio è molto importante bisogna occuparsene: come per Craxi, per Berlusconi e ora per la signora Meloni”. Ma perché il papà di Cipputi poi fa la Pimpa? “Nasce dal semplice fatto che ho avuto una bambina e per fortuna la storia della Pimpa continua, fa quel che vuole…”.

(dell’inviato Enzo Bonaiuto)

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Manoscritti dei Queen all’asta, Freddie Mercury scrisse ‘Mongolian Rhaposy’

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In vendita la raccolta inedita di bozze di lavoro scritte a mano dal cantante per gli immortali successi della band

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“Bohemian Rhapsody” dei Queen originariamente si intitolava “Mongolian Rhapsody”. Una delle prime bozze della celebre canzone di Freddie Mercury (1946-1991) mostra che la rockstar cancellò “Mongolian” e sostituì il titolo ormai famoso. La curiosità emerge da una serie di manoscritti inediti di Mercury che Sotheby’s offrirà all’asta a Londra all’inizio del prossimo mese di settembre. Il testo di lavoro autografo di “Bohemian Rhapsody” del 1974 è stimato 800.000-1.200.000 sterline (932.000 – 1.400.000 euro).

La raccolta inedita di bozze di lavoro scritte a mano dal cantante per gli immortali successi dei Queen sarà presentata per la prima volta in questo fine settimana nella sede di Sotheby’s a New York, prima di essere esposta a Los Angeles e Hong Kong. I manoscritti torneranno poi a Londra nell’ambito di una mostra che durerà un mese, in agosto, prima di sei aste dal titolo “Freddie Mercury: A World of His Own” che si terranno dal 6 all’8 settembre.

Queste pagine autografe rivelano la genesi di un elenco di canzoni dei Queen – la maggior parte create durante un’esplosione di grande creatività a metà degli anni Settanta – che, a quasi cinquant’anni di distanza, continuano a risuonare nella cultura contemporanea: tra queste “Don’t Stop Me Now”, “Somebody to Love”, “We Are the Champions” e la star di tutte, quel fenomeno duraturo che è “Bohemian Rhapsody”, che svela i suoi segreti in quindici straordinarie pagine di testi e melodie, rivelando persino un possibile titolo alternativo della canzone. “Per portata, qualità e provenienza eccezionale, l’insieme dei testi offre uno sguardo senza precedenti nella mente creativa di uno dei più influenti autori di canzoni del XX secolo”, spiega Sotheby’s in un comunicato.

Tutte gli autografi emergono direttamente dalla collezione personale di Mercury, conservata e custodita nella sua amata casa londinese, Garden Lodge, da quando vi abitava. Insieme i manoscritti, evidenzia un portavoce di Sotheby’s, “accompagnano in un viaggio alla scoperta del cuore di Mercury come artista creativo, fornendo scorci delle forme alternative che queste canzoni più celebri avrebbero potuto assumere e persino, nel caso di un primo taccuino inedito che precede il primo contratto discografico dei Queen, rivelando idee per canzoni che non sono mai state pubblicate”.

Tra i cimeli che andranno all’asta ci saranno anche la corona e il mantello indossati da Mercury per l’esecuzione finale di “God Save The Queen” durante l’ultimo tour dei Queen nel 1986; il testo scritto a mano di “We Are The Champions”; il testo autografo di “Killer Queen”; una sontuosa giacca da cerimonia in stile militare creata per il leggendario Drag Ball del 39° compleanno a Monaco di Baviera il 5 settembre 1985; un piccolo pettine per baffi in argento di Tiffany; gli occhiali rosa a forma di stella. Sono alcuni degli oggetti finora conservati nella casa della rockstar, Garden Lodge a Kensington, nella zona ovest di Londra Ovest. La casa d’aste Sotheby’s ha ricevuto poche settimane fa da Mary Austin, amica di Mercury, l’incarico di mettere in vendita la collezione personale del frontman dei Queen, che sarà suddivisa in 1.500 lotti.

Per circa 30 anni, Garden Lodge è rimasta quasi interamente come Mercury l’aveva lasciata, affidata alle cure di Austin: dai dipinti vittoriani e dalle suggestive opere su carta dei più grandi artisti del XX secolo ai più raffinati esempi dell’arte vetraria e ad altri splendidi oggetti; dai tessuti eccezionali e dalle opere di pregio che cercava durante i viaggi in Giappone, agli oggetti più piccoli e personali che erano una parte così importante della sua vita quotidiana.

Quest’estate gli oggetti di Garden Lodge saranno svelati al pubblico per la prima volta nella mostra “Freddie Mercury: A World of His Own” che sarà inaugurata a Londra il 4 agosto e si concluderà il 5 settembre, giorno del 77° compleanno di Mercury.

Le sei aste dedicate che seguiranno saranno guidate da una vendita in presenza il 6 settembre, in cui verrà offerta una sezione rappresentativa degli oggetti più significativi della collezione. Il 7 e l’8 settembre seguiranno altre due aste in presenza: la prima dedicata a Mercury “On Stage”, la seconda alla sua vita “At Home” e agli oggetti che amava e con cui viveva a Garden Lodge. Parallelamente si svolgeranno tre aste online, una che mette in luce il suo profondo amore per il Giappone e le altre due, “Crazy Little Things”, in due parti, che presentano una serie eclettica di oggetti curiosi che facevano parte della quotidianità di Mercury.

L’asta sarà accompagnata dall’uscita di un Collection Book in edizione limitata, un volume commemorativo che riporta in vita la storia di Freddie Mercury e degli oggetti che lo circondavano.

Tra i top lot delle sei aste figura un ritratto del pittore francese Jacques Tissot, che fu l’ultima opera d’arte acquistata da Mercury, un mese prima di morire: si stima che possa essere venduto tra le 400.000 e le 600.000 sterline. Un altro pezzo forte della vendita sarà il testo di lavoro scritto a mano da Freddie Mercury di uno dei più grandi inni dei Queen, “We Are The Champions”, con tanto di armonie e accordi, scritto su nove pagine (stima 200.000-300.000 sterline). Il testo di “Killer Queen”, scritto su un singolo foglio di carta con una biro nera nel 1974, dovrebbe essere venduto tra 50.000-70.000 sterline.

La diciannovenne Mary Austin era uscita con Brian May, chitarrista dei Queen, quando incontrò Mercury per la prima volta nel 1970. Andarono a vivere insieme e rimasero vicini anche dopo che lui le disse di essere gay. Lei si prese cura di lui quando divenne più debole dopo aver contratto la malattia legata all’Aids. Mercury disse una volta di Austin: “Non ho molte persone a cui rivolgermi. E l’unica, se vogliamo parlarne, è Mary”. Naturalmente timida e schiva, Austin ha parlato raramente in pubblico da quando Mercury è morto.

Mary Austin, che negli ultimi trent’anni ha custodito e curato la casa di Londra della rockstar e tutto ciò che conteneva, ha dichiarato tramite un comunicato diffuso da Sotheby’s: “Per molti anni ho avuto la gioia e il privilegio di vivere circondata da tutte le cose meravigliose che Freddie ricercava e amava. Ma gli anni sono passati e per me è arrivato il momento di prendere la difficile decisione di chiudere questo capitolo molto speciale della mia vita. Per me era importante farlo in un modo che ritenevo sarebbe piaciuto a Freddie, e non c’era nulla che lui amasse di più di un’asta. Freddie era un collezionista incredibile e intelligente che ci ha mostrato che c’è bellezza, divertimento e conversazione da trovare in ogni cosa; spero che questa sia un’opportunità per condividere tutte le molte sfaccettature di Freddie, sia pubbliche che private, e per far sì che il mondo capisca di più e celebri il suo spirito unico e bellissimo”.

(di Paolo Martini)

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Danny Masterson, attore di ‘That 70’s Show’ condannato per stupro

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Ad accusarlo tre donne, tutte ex membri della Chiesa di Scientology

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Una giuria di Los Angeles ha dichiarato colpevole di stupro Danny Masterson. L’attore, noto al grande pubblico per il ruolo di Steven nella sit-com ‘That 70’s Show’ con Topher Grace, Ashton Kutcher e Mila Kunis, rischia una pena di 30 anni. Tre donne, tutte ex membri della Chiesa di Scientology, hanno accusato Masterson di violenza sessuale nella sua casa di Hollywood tra il 2001 e il 2003.

L’accusa, inoltre, ha sostenuto che l’attore abbia usato il suo status all’interno di Scientology per evitare le proprie responsabilità, e che l’organizzazione stessa avesse tentato di insabbiare le violenze. Le donne hanno affermato di essersi decise a farsi avanti dopo anni perché la Chiesa di Scientology aveva sconsigliato loro di rivolgersi alla polizia, costringendole invece a rivolgersi al ‘sistema giudiziario’ della Chiesa. Qui membri di Scientology le avevano minacciate di cacciarle dall’organizzazione a meno che non avessero firmato un accordo di non divulgazione e accettato un pagamento di 400mila dollari (accusa negata categoricamente dalle alte sfere di Scientology).

“Sto vivendo un insieme complesso di emozioni – ha dichiarato una delle vittime – nel sapere che il mio stupratore, Danny Masterson, pagherà per i suoi crimini: sollievo, stanchezza, forza e tristezza”. Masterson era già stato condotto in tribunale nel dicembre del 2022, ma in quel caso la giuria non era riuscita ad arrivare a un giudizio unanime. Gli avvocati dell’accusa avevano però deciso di processare di nuovo l’attore, con prove precedentemente escluse nel primo processo.

La giuria ha ascoltato testimonianze in cui le tre donne raccontavano di essere state sedate prima di essere violentate, ma Masterson non è stato accusato di aver drogato le sue vittime. L’attore era stato accusato di stupro una prima volta nel 2017, all’apice della popolarità del movimento #MeToo: al tempo, Masterson aveva risposto di non essere stato né portato a giudizio né di essere condannato per il crimine e aveva affermato che “di questi tempi sei considerato colpevole nel momento stesso in cui vieni accusato”.

Durante il processo, la difesa ha provato a sminuire la credibilità delle vittime, facendo leva sulle contraddizioni presenti nelle loro testimonianze e la loro volontà di vendicarsi contro Scientology.

Gli avvocati di Masterson, inoltre, hanno sostenuto che l’accusa si sia soffermata sull’aspetto della droga nelle testimonianze delle vittime perché mancavano prove chiare di uso di violenza da parte di Masterson. Dopo il verdetto, i legali dell’attore hanno tentato, senza successo, di dichiarare il processo nullo.

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La stagione del Manzoni di Roma fra gialli comici e tragicommedie

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Il direttore artistico Pietro Longhi proporrà 'Il cappotto di Janis' con Edy Angelillo

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Come da tradizione oramai conclamata, anche la nuova stagione del teatro Manzoni di Roma si dipanerà fra divertimento e sentimento, attraverso gialli comici e tragicommedie, con la presenza di diversi attori che anche il prossimo anno calcheranno quello che è di fatto divenuto il ‘loro’ palcoscenico. A iniziare, ovviamente, da Pietro Longhi – che del Manzoni è il direttore artistico – con la proposta della pièce ‘Il cappotto di Janis’ che a febbraio lo vedrà al fianco di Edy Angelillo per la regia di Enrico Maria Lamanna: l’opera di Alain Teulié, che promette di tenere il pubblico con il fiato sospeso fino all’epilogo della storia, è stata rappresentata nella stagione appena conclusa per tre mesi al teatro Piccolo Montparnasse di Parigi.

Il sipario si aprirà il 5 ottobre con la prima rappresentazione in Italia della commedia brillante di Norm Foster, ‘C’è un cadavere in giardino’, protagonisti Sergio Muniz e Miriam Mesturino diretti da Silvio Giordani. A seguire Ottavia Bianchi, Patrizia Ciabatta, Beatrice Gattai e Giulia Santilli, ovvero le protagoniste la scorsa stagione di ‘Le sorellastre’, che ora portano ‘Moira, casa, famiglia e spiriti’. Si prosegue con ‘Fino alle Stelle’, commedia musicale scritta e interpretata da Agnese Fallongo e Tiziano Caputo. Quindi, sarà la volta della trasposizione teatrale di un cult degli anni Ottanta: ‘Tre uomini e una culla’, adattamento firmato dalla stessa autrice del film francese Coline Serreau, per la regia di Gabriele Pignotta, che sarà anche lo spettacolo di Capodanno.

In cartellone figurano nella seconda parte della stagione Max Pisu, Nino Formicola e Giancarlo Ratti per ‘Forbici & Follia’ che si annuncia come uno spettacolo interattivo in cui il pubblico sarà il vero protagonista; il giallo comico ‘Chi l’ha vista?’ interpretata da Enzo Casertano e Paola Tiziana Cruciani anche autrice e regista; Fioretta Mari, Patrizia Pellegrino e Blas Roca Rey per ‘Donnacce’ di Gianni Clementi. A chiudere la stagione, con ultima replica il 2 giugno, saranno Paola Gassman e Mirella Mazzeranghi con la commedia tragicomica ‘Tutto per Lola’ per la regia di Silvio Giordani.

(di Enzo Bonaiuto)

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Ascolti tv, per Siviglia-Roma oltre 6,5 milioni di spettatori su Rai1

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Al secondo posto, 'Chi l’ha Visto?', terzo sul podio 'Una Famiglia all’Improvviso'. Fiorello si supera, nuovo record di share

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La finale di Europa League
Siviglia-Roma è stata vista su Rai1 da 6.507.000 spettatori con il 34.1% di share, risultando di gran lunga il programma tv più visto della prima serata di mercoledì. Al secondo posto, ‘Chi l’ha Visto?’ su Rai3 con 2.120.000 spettatori e l’11.3% di share. Al terzo posto, ‘Una Famiglia all’Improvviso’ su Canale 5 con 1.612.000 spettatori e l’8.5% di share.

A seguire, tra gli altri ascolti di prime time: ‘Pirati dei Caraibi – La Vendetta di Salazar’ su Italia 1 (963.000 spettatori, share 5%), ‘The Good Doctor 6’ su Rai2 (960.000 spettatori, share 4.7%), ‘Zona Bianca’ su Rete4 (572.000 spettatori, share 3.6%), ‘Atlantide Album’ su La7 (311.000 spettatori, share 2%), ‘La Memoria del Cuore’ su Tv8 (283.000 spettatori, share 1.4%), ‘Un Paese Quasi Perfetto’ sul Nove (240.000 spettatori, share 1.2%).

Fiorello supera se stesso. ‘Viva Rai2!’ registra un nuovo record di share, avvicinandosi al 20%. Ieri il morning show ideato e condotto da Fiorello ha registrato 930.000 spettatori con il 19.4% di share, superando il precedente record di share registrato il giorno prima, martedì, pari al 19%.

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Marco Bellocchio da Fiorello: “Il pensiero del Papa è il più di sinistra”

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Il regista di 'Rapito' in diretta su Viva Rai2!: "Ho scritto al Pontefice, mi piacerebbe che vedesse il mio film"

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“Mi piacerebbe che Papa Francesco vedesse il mio film perché è un Papa progressista, molto aperto”. Marco Bellocchio, reduce dal successo ottenuto a Cannes dal suo ultimo film ‘Rapito’, chiamato in diretta da Fiorello nel suo morning show ‘Viva Rai2!’, spiega le motivazioni del suo appello al Pontefice.

“È un film in cui la Chiesa in quei tempi lontani fece una scelta piuttosto azzardata, per non dire violenta: rapire un bambino di famiglia ebrea”, afferma il regista da Fiorello. “Mi piacerebbe anche avere un dialogo con il Papa che è così aperto, parla sempre di ponti e non di muri, di carità, di amare il prossimo, di misericordia. È più progressista dei progressisti stessi che si rivolgono a lui. Quando si parla di sinistra, il pensiero del Papa è il pensiero più di sinistra”. Il film “Rapito” racconta la storia vera di Edgardo Mortara, bambino ebreo di sei anni strappato alla famiglia per ordine dell’inquisizione vaticana per farne un Cristiano.

“Gli ho scritto una lettera molto semplice, – prosegue Bellocchio – ‘Caro Papa Francesco mi farebbe tanto piacere che lei vedesse il mio film’, finora non ho avuto risposta”. “Ma vedrai che ti risponderà!”, aggiunge Fiorello, chiudendo una battuta “Spero non vada a Discovery anche lui”.

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Beatrice Stella protagonista del cortometraggio “La bambola che andò sulla luna”

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L’attrice Beatrice Stella, 9 anni, è stata scelta per il ruolo principale nel nuovo cortometraggio “La Bambola Che Andò Sulla Luna“, diretto da Riccardo Marendino. L’annuncio rafforza il crescente percorso artistico della giovane attrice, rappresentata dall’agente Patrizia De Santis.

Beatrice Stella ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come modella infantile, collaborando con fotografi di Milano e Roma. Il suo interesse per la recitazione si è manifestato precocemente, dopo una partecipazione al set del film “Il Salumificio Santoro“, diretto da Fabrizio Pastore.

Nel 2023, Beatrice ha fatto il suo debutto cinematografico nel film “Tre Troppo“, diretto da Fabio de Luigi. Inoltre, ha partecipato al videoclip “Alba” di Ultimo, e allo spot televisivo Lelli Kelly. Il cortometraggio “La Bambola Che Andò Sulla Luna” segna una nuova tappa significativa nel suo percorso artistico.

“La Bambola Che Andò Sulla Luna”, presentato dall’attore Franco Nero, vede nel cast anche Daniel De Rossi e Steff Dall. Il regista Riccardo Marendino ha rivelato che il film è ispirato alla vita di Franz Kafka e si svolge negli anni ’50. La trama segue le vicende di uno scrittore in crisi la cui vita viene trasformata dall’incontro con una bambina.

Il film è stato girato interamente a Roma con un budget limitato, con la partecipazione di giovani professionisti emergenti. La colonna sonora è stata curata da Alessio Parea, un talento emergente nel campo delle colonne sonore. Altri membri della troupe includono Federico Mastroprimiano alla fotografia, Martin Marini come assistente alla regia e Arianna Magno ed Elena Giovanrosa in produzione.

Marendino ha espresso apprezzamento per le prestazioni di Beatrice Stella, sottolineando la sua competenza e professionalità non comuni per la sua età. Dopo la conclusione delle riprese a Roma, il film ora è pronto per essere presentato in vari festival cinematografici, sia in Italia che all’estero.

Sostenuta dai genitori, che assecondano questa sua passione come qualsiasi altra attività extrascolastica, Beatrice Stella, marchigiana, inizia a frequentare corsi di teatro e poi recitazione cinematografica con grandi professionisti.

Registi: Maestro Pupi Avati, Cinzia Th Torrini;

Casting Director: Giusy Marrone, Armando Pizzuti, Marta Gervasutti;

Acting Coach: Patrizia De Santis, Davide Petrucci.

I piani futuri di Beatrice Stella non sono stati ancora rivelati. Tuttavia, è evidente che la sua presenza nel mondo del cinema è destinata a crescere ulteriormente.

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