

Politica
Messina Denaro, Saviano: “Governo non è antimafia”. Da Donzelli a Gasparri: “Farebbe meglio a tacere”
“Questo non è un governo antimafia”. Così Roberto Saviano in un’intervista alla Stampa all’indomani dell’arresto di Messina Denaro. E ancora: “Cosa nostra preferisce fare affari con la destra”. Immediate le repliche allo scrittore.
“Ha perso un’altra occasione per tacere, come sempre”, dice all’Adnkronos Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, responsabile nazionale organizzazione del partito di Giorgia Meloni, commentando le dichiarazioni rilasciate dall’autore di ‘Gomorra’. “Mi dispiace che in un momento in cui dovremmo tutti insieme festeggiare ed essere orgogliosi del risultato portato avanti da Procure, Polizia e Carabinieri, qualcuno, nel tentativo di screditare il governo, getti fango su una importantissima operazione e crei polemiche”, prosegue il deputato di Fdi.
“Questo – insiste Donzelli – è un momento in cui l’Italia deve stare unita e dire grazie alle proprie istituzioni per una vittoria importante. Certo, non è la vittoria definitiva, dovremo andare fino in fondo nello sconfiggere la mafia ma è un risultato importante. Dispiacciono anche certe ricostruzioni che mettono in dubbio la bontà dell’operazione nel tentativo di screditare il governo, un po’ come per dire: in realtà si sapeva dov’era il boss, il governo non ha fatto niente di che”.
“Questo – attacca il parlamentare di Fdi – è un discredito non tanto per il governo ma per gli inquirenti che tutti i giorni combattono la mafia. Ma è anche un boomerang, perché se fosse vera la teoria che da anni si sapeva dov’era, perché finora nessuno lo ha arrestato e ci è voluto il governo della Meloni? Noi non crediamo sia così, crediamo sia un processo lungo di inchieste e approfondimenti: il metodo Dalla Chiesa, che ha portato a un risultato di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi”, chiosa Donzelli.
“Il centrodestra quando è stato al Governo ha approvato le leggi antimafia più potenti e incisive che si siano mai state nella nostra storia. Le vere leggi antimafia, quelle sul sequestro per equivalente e della stabilizzazione del carcere duro le ha fatte il centrodestra. Io ritengo che dinnanzi all’antimafia non ci si debba dividere”, afferma il governatore siciliano, Renato Schifani.
“Commentare quello che dice Saviano è assolutamente inutile e superfluo. Le sue opinioni sono per me irrilevanti. Mi è sembrato ostile anche all’ergastolo ostativo. Se lo avesse detto uno di noi ci avrebbero definito come dei para-mafiosi; se lo dice lui va bene”. Così Maurizio Gasparri, senatore Fi e vice presidente del Senato.
“Non mi preoccupo di quello che dice Saviano – prosegue il senatore Fi dopo aver fatto riferimento a quanto affermato sull’ergastolo ostativo dallo scrittore (per Saviano “…contraddice la vocazione stessa della Costituzione…”) – e consiglio di leggere i libri di Ciro Perna che su Saviano ha detto parole definitive. Non è conosciuto ma quando lo sarà – conclude – Saviano sarà molto, ma molto ridimensionato nella sua reputazione”.
“Non commento la letteratura, la storia dice altro e cioè che il contrasto della mafia è avvenuto ad opera di governi di centrodestra”. Gianfranco Rotondi, deputato Fdi e presidente di ‘verde è popolare’, replica seccamente a Saviano.
Cosa suggerisce a Saviano? “Di scrivere un libro sugli effetti del sequestro dei beni della mafia, istituto fortemente voluto dal ministro Maroni e dal presidente Berlusconi – risponde all’Adnkronos – Questi sono i fatti, esattamente come un fatto è il carcere duro per i mafiosi istituito dal governo Andreotti. I nemici della mafia sono questi e infatti la mafia sa vendicarsi”, conclude il deputato.
“La mafia fa affari dove conviene. Io penso sempre alla frase del giudice Falcone: bisogna seguire i soldi per trovare le connessioni del malaffare”. Così all’AdnKronos Sergio Costa (M5S), vicepresidente della Camera, ex ministro dell’Ambiente e generale dei Carabinieri, in aspettativa, ricordando che “lo Stato ha messo a punto un risultato importantissimo. Adesso si faccia chiarezza sui trent’anni di coperture: su chi, a tutti i livelli, ha fatto sì che lui potesse vivere indisturbato nel suo territorio. Qualcuno dovrà rispondere”.
Politica
Violenza sulle donne, dal cartellino giallo al braccialetto elettronico: le nuove misure

Il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl. C'è l'obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima

Rafforzamento delle misure cautelari, e quindi l’ammonimento, braccialetto elettronico applicato di norma, obbligo di rispettare la distanza minima di avvicinamento di 500 metri dalla vittima e ampliamento delle fattispecie di reato per cui si possono applicare le misure precauzionali, tra cui anche revenge porn e sfregio del viso con l’acido. Sono alcune delle misure contenute nel ddl contro la violenza sulle donne approvato dal Consiglio dei ministri che tra gli obiettivi ha anche quello di velocizzare i tempi per l’applicazione delle misure cautelari, con termini stringenti per pubblici ministeri e giudici, e di dare priorità alla trattazione di processi in materia di violenza di genere e domestica e di rendere specializzati i pm cercando di assegnare sempre agli stessi i fascicoli riguardanti la violenza sulle donne.
Il ddl, composto da 15 articoli, punta soprattutto alla prevenzione per evitare che i cosidetti ‘reati spia’ possano poi degenerare in fatti più gravi. Si tratta di imporre il cosiddetto cartellino giallo all’uomo violento, come lo ha definito la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella. E infatti l’inasprimento riguarda soprattutto chi è già stato destinatario dell’ammonimento e ricade nella stessa condotta, i cosiddetti recidivi.
All’articolo 1 il ddl prevede un ”rafforzamento delle misure in tema di ammonimento e di informazione alle vittime”. In particolare le pene per i reati di percosse, lesioni personali, violenza privata, minacce gravi, atti persecutori, revenge porn, violazione di domicilio e danneggiamento sono aumentate ”se il fatto è commesso, nell’ambito di violenza domestica, da soggetto già ammonito…anche se la persona offesa è diversa da quella per la cui tutela è stato già adottato l’ammonimento”.
L’articolo 5, che contiene le disposizioni in materia di attribuzioni del procuratore della Repubblica, prevede che ”in caso di delega, l’individuazione avviene specificamente sempre per la cura degli affari in materia di violenza di genere e domestica” proprio per ”favorire la specializzazione nella trattazione dei processi in materia di violenza di genere e violenza domestica”.
In caso di omicidio o tentato omicidio e di altri reati ”commessi in danno del coniuge, anche separato o divorziato, della parte dell’unione civile o del convivente o di persona che è legata o è stata legata da relazione affettiva ovvero di prossimi congiunti”, secondo quanto previsto dall’articolo 6, il pm valuta, ”senza ritardo e comunque entro 30 giorni dall’iscrizione del nominativo della persona nel registro delle notizie di reato, la sussistenza dei presupposti di applicazione delle misure cautelari”. Anche i giudici avranno termini stringenti per la decisione sulle misure cautelari.
L’articolo 9 disciplina l’arresto in flagranza differita prevedendo che anche i video e le foto possano essere utilizzati per far scattare l’arresto in flagranza differita nei casi di maltrattamenti in famiglia, reato disciplinato dall’articolo 572 del codice penale, o dello stalking (612 bis).
”Si considera comunque in stato di flagranza – si legge all’articolo 9 del ddl – colui il quale, sulla base di documentazione video fotografica o di altra documentazione legittimamente ottenuta da dispositivi di comunicazione informatica o telematica, dalla quale emerga inequivocabilmente il fatto, ne risulta autore, sempre che l’arresto sia compiuto non oltre il tempo necessario alla sua identificazione e, comunque, entro le quarantotto ore dal fatto”.
Nell’articolo 10 è trattato il rafforzamento delle misure cautelari e dell’uso del braccialetto elettronico. Mentre prima il braccialetto elettronico veniva applicato solo su richiesta del magistrato ora sarà applicato di norma salvo che il magistrato dica che non ce n’è bisogno, e comunque con il consenso della persona interessata. In particolare si prevede l’utilizzo del braccialetto elettronico con la prescrizione di ”mantenere una determinata distanza comunque non inferiore a 500 metri dalla casa familiare e da altri luoghi determinati abitualmente frequentati dalla persona offesa, salvo che la frequentazione sia necessaria per motivi di lavoro”.
In questo caso il giudice ”prescrive le relative modalità e può imporre limitazioni”. Inoltre ”con lo stesso provvedimento che dispone il divieto di avvicinamento il giudice prevede l’applicazione, anche congiunta, di una misura più grave qualora l’imputato neghi il consenso all’adozione” del braccialetto elettronico.
Politica
Sicurezza stradale, Lupi: “Basta autovelox usati come tassa occulta”

“Ci fa molto piacere che anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini consideri gli autovelox utili a evitare incidenti e salvare vite, sempre che siano posizionati in prossimità di punti sensibili come scuole, ospedali e non strumento per estorcere denaro, con multe che se non pagate subito rischiano di diventare astronomiche. Molti, infatti, sono posizionati in punti dove è evidente che il loro unico scopo è quello di fare cassa con gli automobilisti”. Lo ha detto il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi nel corso del Question Time in cui è stata presentata, con Alessandro Colucci, un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.
“L’ideale, per un amministratore pubblico, sarebbe quello di poter scrivere il numero zero vicino al totale delle multe comminate, perché vorrebbe dire che i cittadini hanno imparato a rispettare il codice della strada. Ma non è possibile che in un comune come quello di Milano ci siano 151 milioni di euro di multe, cioè quasi il 15% delle entrate globali del municipio. E che su 49,80 euro di multa ben 17,68 euro vadano per le spese di notifica. Noi siamo per l’educazione e la formazione dei cittadini, e non perché gli autovelox costituiscano una sorta di tassa occulta”, ha concluso.
Politica
Pd, vicecapogruppo Ciani: “Non mi iscrivo. Su Ucraina dem possono cambiare idea”

Il neo eletto: "Io indipendente, mie scelte non impegnano gruppo e Pd". Schlein: "Linea chiara, non ha parlato a nome del partito"

Sciogliere Demos? “No, è un partito a tutti gli effetti, chiederemo il 2xMille. E non mi iscrivo al Pd, a differenza dei colleghi di Articolo 1”. Così Paolo Ciani di Demos, neo eletto vicecapogruppo Pd alla Camera, a ‘Repubblica’. “Sicuramente è stato un segno di attenzione da parte della segretaria ai cattolici in generale, ma io non sono del Pd, quindi non posso dire: ora i cattolici si sentono a casa nel Pd”.
Della gestazione per altri cosa pensa? “Sono contrario” ma “non amo fare battaglie ideologiche, quindi sono favorevole alla registrazione dei figli di coppie Lgbt+. E il reato universale per la Gpa proposto dalla destra mi sembra proprio questo, una battaglia ideologica. Sbagliata”.
In Parlamento è noto perché è l’unico del Pd che ha votato contro le armi all’Ucraina. “Sì, ho votato contro”. Nel gruppo del Pd altri si stanno avvicinando alla sua posizione? “Nel nostro popolo questa discussione c’è, è un fronte molto più ampio di come è rappresentato in Parlamento, nei numeri del gruppo. Il Pd la scorsa legislatura ha fatto una scelta legittima, dopo una novità sconvolgente e mentre sosteneva un governo di unità nazionale, ma ora dopo un anno e mezzo di guerra il partito può evolvere in nuove posizioni. Si può anche cambiare parere. Il no alle risorse del Pnrr per le munizioni è stato un salto di qualità, non sbagliato”.
Numerose le reazioni alle sue dichiarazioni e Ciani commenta: “Vedo che le mie dichiarazioni rilasciate a Repubblica suscitano attenzione soprattutto perché sottolineano la mia indipendenza. E’ vero, non sono iscritto al Pd. Ma se mi sono convintamente candidato con la lista Pd-Idp è perché credo che sia possibile in questo Gruppo portare avanti molte delle mie convinzioni per la giustizia sociale e la pace”.
“Le mie parole, quindi, non volevano essere una presa di distanza, ma miravano a sottolineare come alcune miei posizioni non impegnano certo né il Gruppo né il partito. Come è sempre stato per gli eletti indipendenti della sinistra, possono coesistere su alcune specifiche questioni punti di vista diversi senza che questi costituiscano profonde fratture”.
Politica
Gilda Sportiello, prima mamma deputata ad allattare il figlio in Aula alla Camera

La deputata M5S: "Diritto ad allattare non sia negato a nessuna donna"

Gilda Sportiello è stata la prima mamma deputata ad allattare il figlio in Aula alla Camera. “Da questa seduta fa il suo esordio in Aula il piccolo Federico, figlio della nostra collega Sportiello. E’ la prima volta, con l’unità dei Gruppi, in Aula con noi. Auguri di una lunga, libera e serena vita a Federico. Ora parleremo a voce bassa…”, ha annunciato in Aula il presidente di turno Giorgio Mulè, tra gli applausi scroscianti di tutto l’emiciclo.
“Oggi è sicuramente una giornata importante per le Istituzioni, non solo per Montecitorio – ha detto la deputata pentastellata all’Adnkronos – Il vero messaggio, che spero arrivi anche fuori dall’Aula, è che da oggi non deve essere negato a nessuna donna, che rientra al lavoro dopo la gravidanza, il diritto all’allattamento. Un diritto che non deve essere negato né alle donne né ai bambini, perché è un diritto che va garantito ad entrambi. Troppe sono, infatti, le donne che interrompono precocemente l’allattamento non per scelta, ma perché sono obbligate al rientro sul luogo di lavoro”.
Giusto un anno fa, a novembre, è arrivato l’ok della Giunta per il regolamento della Camera all’ingresso delle deputate mamme durante le sedute in Aula per partecipare ai lavori parlamentari con i loro figli e allattarli nell’Emiciclo fino al compimento di un anno.
Politica
Poliziotti arrestati a Verona, Ilaria Cucchi: “Body cam e numeri per agenti”

"Ho intenzione di mettermi a tavolino con il nuovo Capo della Polizia"

“Ho chiesto l’introduzione delle Body Cam e dei numeri identificativi” per le forze dell’ordine. Sono le parole di Ilaria Cucchi, senatrice di Sinistra Italiana, dopo il caso dei poliziotti arrestati a Verona per tortura. “Ho chiesto l’introduzione delle Body Cam e dei numeri identificativi. Ho intenzione di mettermi a tavolino con il nuovo Capo della Polizia e di ragionare assieme sulle strade da intraprendere”, dice Cucchi a L’aria che tira su La7.
Posizioni simili vengono espresse da Aboubakar Soumahoro, deputato e attivista per i diritti umani e civili. “Le presunte violenze e vessazioni da parte di alcuni agenti nei confronti di persone fermate per normali controlli, per lo più fragili – migranti, tossici e senza tetto – se confermate, sarebbero estremamente gravi, soprattutto perché evidenziano il rischio di una deriva d’odio razziale”.
“Quello che emerge dall’inchiesta di Verona – continua Soumahoro – la crudeltà e la ferocia degli abusi, delle violenze e delle torture richiedono l’adozione immediata di misure preventive, come l’introduzione di bodycam e numeri identificativi individuali su divise e caschi durante gli interventi. Questo aiuterebbe ad individuare chi sbaglia e a tutelare i tanti che operano nella legalità. In un clima di crescente odio verso il cosiddetto ‘diverso’ – rispetto al quale anche le forze dell’ordine non sono immuni – è davvero molto grave l’intenzione del Governo di eliminare il reato di tortura”, conclude il deputato.
Politica
Emilia Romagna, Meloni: “Tavolo permanente su alluvione in attesa commissario”

Premier durante incontro con presidenti Regioni, Province e sindaci comuni alluvionati: "Continuiamo a collaborare, sta funzionando"

Un tavolo operativo permanente “che serve per stabilire gli interventi necessari per fronteggiare i danni” provocati dall’alluvione dell’Emilia Romagna e per quelle zone più colpite dal maltempo “per discutere su cosa fare e su come agire al meglio. Sarà un tavolo permanente che, in attesa della definizione della struttura commissariale, sarà coordinato all’interno del governo dal ministro Musumeci”. Così il premier Giorgia Meloni durante l’incontro a Palazzo Chigi tra il governo con i presidenti delle Regioni, delle Province e i sindaci dei comuni alluvionati.
“Credo che questo momento di confronto sia molto importante, dico subito che non considero questo contesto occasionale, intendo rendere questo tavolo permanente, finché sarà necessario – ha sottolineato Meloni – Sappiamo tutti che abbiamo a che fare con un evento particolarmente complesso, non che le Regioni coinvolte non siano già state teatro di altre situazioni emergenziali. In questo caso specifico ci rendiamo conto che l’evento è non solo particolarmente vasto per l’estensione ma particolarmente vasto nei fenomeni che produce, e quindi ha bisogno di molti piani di intervento diversi fra loro”.
“Dovremo far ricorso a delle vere e proprie bonifiche – ha rimarcato il presidente del Consiglio – i terreni sono completamente ricoperti di fango, chiaramente questo sta anche asfissiando le colture. Ancora oggi continuiamo a scoprire nuove conseguenze, nuovi eventi, è una specie di domino quello che sta accadendo sul territorio che rende tutto molto complesso, piove di nuovo e abbiamo nuovi smottamenti, nuove frane”. “Insomma ci confrontiamo tutti con una cosa abbastanza nuova e complessa, per questo per noi è fondamentale il contatto con il territorio, la quotidianità nel contatto che deve essere per forza di cose costante – ha proseguito – Però a me piace soprattutto immaginare questo confronto come tavolo operativo: noi dobbiamo parlare soprattutto di che cosa bisogna fare e come bisogna farlo. E’ importante secondo me la collaborazione, come è stato finora, perché finora mi pare che la collaborazione abbia funzionato. Sarà un tavolo permanete e, in attesa della definizione della struttura commissariale, il riferimento all’interno del governo sarà il ministro Musumeci”.
“Credo che questo appuntamento possa servire per un lavoro di miglioramento, di affinamento del decreto legge del Governo che ha voluto dare il segnale di uno sforzo importante – ha detto ancora Meloni – Un decreto stilato in 72 ore e quindi sicuramente nella sua conversione parlamentare può essere oggetto di miglioramento e affinamento. Su questo ovviamente attendo il vostro contributo: penso ad esempio alle zone e ai comuni che potrebbero essere state escluse in prima battuta sulla base delle indicazioni che arrivavano dai territori perché anche i territori non avevano contezza di quanto avvenuto”.
“Su questo si può lavorare in sede di conversione” del decreto, “chiaramente il lavoro deve essere un lavoro certosino, e questa serietà io la chiedo a me stessa per chiederla a tutti, perché più noi siamo precisi più facciamo interventi giusti, più siamo precisi nella ricognizione dei territori per dare a chi ha bisogno e non disperdere quelle risorse, più quelle risorse andranno dove devono andare. Così come più si sarà capaci di distinguere quello che è il frutto dell’evento alluvionale dai problemi che erano preesistenti, più si avranno risorse per avvicinarsi a indennizzi che siano il più possibile alti con obiettivo 100%. Però siccome le risorse – e lo sappiamo tutti – non sono infinite, anzi, tutti siamo chiamati a un lavoro di grande accuratezza e responsabilità”, le parole del presidente del Consiglio.
Politica
Migranti, Imam Catania: “Bene cooperazione Italia-Tunisia”


“Il nostro augurio è che le parti tunisine e italiane continuino a cooperare nel campo della lotta alla migrazione irregolare, con misure efficaci e politiche mirate per poter porre fine a questa tragedia. Io sono convinto che l’immigrazione è un fenomeno antico e complesso, impossibile da impedire, nonostante alcuni politici cerchino di ridurlo a un mero slogan elettorale”. Lo afferma in una intervista all’AdnKronos il Presidente della Comunità islamica in Sicilia e Imam di Catania, Abdelhafid Kheit. “Vorrei sottolineare l’importanza – aggiunge- di costruire un approccio globale alla cooperazione nel campo della migrazione andando oltre il solo approccio della sicurezza, quest’ultimo infatti rimane limitato in termini di efficacia come abbiamo già potuto vedere”.
“Il nostro governo – evidenzia Abdelhafid Kheit- sta premendo, nell’UE, per fornire aiuti urgenti alla Tunisia e prevenire un possibile collasso economico, oltre a cercare di raggiungere un accordo con il FMI per accelerare il prestito in sospeso”. Per l’Imam di Catania, “riguardo all’impegno della Tunisia nel contrasto al fenomeno dell’immigrazione clandestina, è importante la volontà politica, basta ricordare la visita del Presidente della Repubblica della Tunisia a Sfax e Mahdia, la quale ha contribuito a un calo degli imbarchi, sottolineando il successo dei servizi tunisini specializzati nel contrastare numerose operazioni di migrazione e nell’arrestare un numero significativo di scafisti”.
“Ritengo un passo in avanti – osserva ancora il Presidente della comunità islamica in Sicilia- il fatto che i due Paesi stiano attualmente negoziando una bozza di accordo quadro per la cooperazione nel settore del comportamento consensuale in materia di migrazione e sviluppo solidale, con l’obiettivo di garantire l’apertura di canali di migrazione organizzata e di migrazione circolare”. “Sarebbe giusto – evidenzia infine Abdelhafid Kheit- organizzare congressi internazionali in cui possano confrontarsi e intervenire i vari governi europei, nord-africani e subsahariani, per riuscire a costruire una coordinazione concreta delle risorse e fronteggiare al meglio la problematica”. (di Francesco Bianco)
Politica
Berlusconi, sabato primo vertice Forza Italia dopo ricovero

I ministri azzurri attesi ad Arcore
Da Arcore confermano le voci di un pranzo, sabato a Villa San Martino, tra Silvio Berlusconi e i ministri azzurri guidati dal vicepremier Antonio Tajani, nonchè responsabile degli Affari esteri e coordinatore nazionale azzurro. L’incontro, raccontano, sarà l’occasione per fare il punto della situazione politica sugli impegni di governo in vista delle prossime scadenze parlamentari. Nel menu, assicurano, nessuna ‘rivoluzione azzurra’, ovvero stravolgimento di Forza Italia. ll lungo ricovero al San Raffaele ha impedito al Cav di incontrare la sua squadra di governo. Sono venti giorni che il leader azzurro non vede di persona i ministri, spiegano fonti azzurre.
Al summit non parteciperanno i capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Licia Ronzulli. Ci saranno solo Tajani, Casellati, Zangrillo, Pichetto Fratin e Bernini. In questi giorni, complice la notizia del vertice con i ministri, sono tornate a circolare rumors su nuove nomine in casa Fi. Raccontano che qualche novità a breve ci sarà ma nulla di ‘rivoluzionario’ e riguarderà sempre la ‘macchina organizzativa’ del partito.
Politica
Sondaggio politico: FdI cresce, Pd giù di un punto

L'ultima rilevazione di Noto per Porta a Porta
Fratelli d’Italia oggi si conferma primo partito italiano con il 28,5% (percentuale in aumento dello 0,5 rispetto all’ultima rilevazione dello scorso 25 maggio). Il Pd perde un punto, fermandosi al 20,5%. E’ quanto emerge dal sondaggio Noto per Porta a Porta.
In terza posizione si colloca il M5S con una percentuale del 15%, guadagnando un punto. Segue la Lega stabile al 9,5%, così come Forza Italia che rimane al 7%. Resta stabile anche Azione-Italia Viva al 6,5%, mentre Verdi-Sinistra sale al 3,5% (+0,5). Stabili anche Più Europa al 2% e Noi Moderati all’1,5%.
Politica
Femminicidio, manifestazione di soli uomini: sì bipartisan a proposta La Russa

Lanciata dagli studi di La7, la proposta raccoglie il favore di maggioranza e opposizione (con qualche distinguo)

Contro i femminicidi in Italia, “credo che serva indire una manifestazione di soli uomini per dare un segnale, siamo noi uomini che dobbiamo prendere coscienza. Un segnale deve partire da noi e dalla famiglie”. Questa la proposta del presidente del Senato
Ignazio La Russa, lanciata oggi dagli studi de L’Aria Che Tira su La7 e accolta con favore bipartisan dal mondo politico, dalla Lega al M5S, passando per Pd, +Europa e Verdi e Sinistra (con qualche distinguo).
Quella di La Russa “è una buona idea, queste battaglie si fanno con gli uomini, non contro gli uomini”, dice all’AdnKronos Laura Ravetto, deputata e responsabile del Dipartimento pari opportunità della Lega. “Sarebbe giusto che gli uomini si mobilitassero”, dice. Anche il capogruppo della Lega a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo si dice d’accordo: “E’ una buona idea”, spiega all’AdnKronos. “Io – aggiunge – parteciperei e sarei in piazza”.
“Condivido lo spirito e lo sostengo da sempre: la violenza sulle donne la subiscono le donne ma è un problema degli uomini. Sono gli uomini che devono mettersi in discussione, tutti, non solo quelli violenti, ma tutti quando assecondano o lasciano andare su comportamenti e linguaggi che denigrano, sviliscono o oggettificano le donne”. Alessandra Maiorino, vicepresidente del gruppo M5s al Senato e coordinatrice del comitato politiche di genere e diritti civili del Movimento 5 Stelle commenta così con l’AdnKronos la proposta. “Rilancio a La Russa un’altra proposta – dice la pentastellata -, introduciamo l’educazione emotiva e sessuale nelle scuole. È l’investimento da fare per un futuro senza violenza contro le donne”. La Russa ha poi benedetto un schiaffone in famiglia contro un figlio che non porta rispetto a una donna: “Oddio, magari un ceffone no”, si smarca Maiorino.
Una manifestazione di soli uomini? “Bene, io da una vita che dico che sul tema del femminicidio dico che bisogna coinvolgere gli uomini, d’altra parte non siamo mica noi donne ad andare in giro con la sega elettrica per ammazzare qualcuno”, risponde interpellata dall’AdnKronos Emma Bonino, figura storica del femminismo e da sempre in campo per la rivendicazione dei diritti. “Si convincessero i padri a parlare con i figli, a scendere assieme in piazza, questo sarebbe davvero un bel segnale”, conclude la leader di +Europa.
“Ben venga una manifestazione di uomini contro la violenza sulle donne nella consapevolezza che bisogna sradicare la mentalità patriarcale che è alla base di questi comportamenti violenti”. Laura Boldrini del Pd risponde così all’Adnkronos. Però, sottolinea, “un paio di cose a La Russa vanno dette…”. Quali onorevole Boldrini? “Primo che se è contro la misoginia deve essere coerente. Lo ricordiamo esultare in aula al Senato quando venne affondato il ddl Zan che era anche contro la misoginia oltre che contro la omotransfobia. E poi leggo che dice di dare ceffoni ai ragazzi che mancano di rispetto alle donne. No La Russa, non si educano i ragazzi attraverso i ceffoni ma facendo capire che deve esserci rispetto alla base delle relazioni”. “E quindi se La Russa è coerente mi aspetto che sia d’accordo con ‘l’educazioni sentimentale’ nelle scuole, cosa che invece la sua parte politica ha sempre osteggiato perché introdurrebbe alla teoria gender che ancora devo capire cosa sia… L’educazione non si fa a ceffoni ma parlando di queste tematiche nelle scuole e in famiglia. Se vogliamo uscire da questa degenerazione occorre che cambi la mentalità patriarcale degli uomini per la donna è mia e ne faccio ciò che voglio fino a maltrattarla e ucciderla se lei si oppone alla volontà”, conclude Boldrini.
“Nulla in contrario alla proposta del presidente La Russa. Una manifestazione di soli uomini, se promossa con lo scopo di chiedere una piena assunzione di responsabilità e consapevolezza da parte maschile, può dare un segnale positivo”, la risposta della senatrice del Pd, Valeria Valente, già presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio. “Il tema della violenza maschile sulle donne – sottolinea – è infatti un tema culturale e attiene alla sperequazione di potere e ai rapporti asimmetrici tra uomini e donne in una società maschilista”. “Non si educa però con i ceffoni ma con il dialogo, il confronto e l’esempio del rispetto e del riconoscimento della differenza e dei percorsi di autonomia e libertà. Nelle famiglie, nelle relazioni, nella scuola”, ricorda Valente.
“Il presidente del Senato La Russa dice che servirebbe una manifestazione di soli uomini contro la violenza degli uomini alle donne. Bene, ma adesso la deve fare davvero”, replica la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera Luana Zanella all’AdnKronos.
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