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Meritocrazia Italia: “Sull’autonomia...

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Meritocrazia Italia: “Sull’autonomia differenziata andrebbe valorizzata la coesione sociale del Paese”

Meritocrazia Italia:

"E' approdato in Senato per l'inizio del suo iter parlamentare, dopo sei mesi di dibattiti nella Commissione Affari Costituzionali, il disegno di legge in tema di autonomia differenziata, approvato all’unanimità dal consiglio dei ministri. Fulcro del progetto di riforma è il disposto dell'articolo 116 Costituzione, che consente l'attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di un'autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente (e in tre casi anche di materie di competenza esclusiva dello Stato), con la connessa possibilità di trattenere il gettito fiscale connesso a tali ambiti, così che lo stesso non risulti più distribuito su base nazionale a seconda delle necessità collettive". Lo afferma il presidente di Meritocrazia Italia Walter Mauriello secondo il quale sull'autonomia differenziata andrebbe valorizzata la coesione sociale del Paese.

"Le materie sono quelle di cui al terzo comma dell'articolo 117 Cost, rappresentative di un vasto ambito di decentramento di competenze, tra le quali spiccano salute, lavoro, ambiente, istruzione e molto altro - prosegue - Come sempre avviene nel nostro Paese, però, il dibattito è stato immediatamente polarizzato su posizioni opposte ed intransigenti, considerando come le contrapposte argomentazioni dei fautori e degli avversatori della tematica si attestano su vessilli ideologici e retorici di chiaro impatto emozionale, in quanto per i sostenitori la riforma dell'autonomia differenziata comporterebbe il beneficio di una migliore efficienza e controllo della spesa, mentre, per gli oppositori, tale intervento condurrebbe alla nefasta creazione di uno strumento per aumentare le disuguaglianze tra regioni più ricche e meno ricche".

"Ma se entrambe le tesi contenessero presupposti di verità e profili di strumentalità, più che adottare la solita, stantia ed inutile logica dello schieramento prioristico a sostegno dell'una o dell'altra fazione, sarebbe forse più auspicabile ragionare sulle positività e sulle criticità nel merito della proposta e della tematica più in generale, così da contribuire al dibattito in maniera più adeguata, come sempre tenta di fare Meritocrazia Italia", continua Mauriello.

"Se pur vero che la riforma potrebbe rappresentare un'occasione unica ed un'opportunità forse proprio per le Regioni del Sud di riorganizzare le proprie modalità di offerta di servizi ai cittadini, impegnandosi in una rivoluzione di sistema che presuppone una elevata dose di coraggio ed intraprendenza, è altrettanto vero, sotto altro profilo, come si riproponga con forza il problema della tutela dei Lep, ovvero dei Livelli essenziali delle prestazioni, quali standard minimi dei servizi che devono essere garantiti in tutte le Regioni che rappresentano una tutela per i 'diritti civili e sociali' dei cittadini, come sancito dalla Costituzione", osserva ancora.

"Il testo della riforma prevede il termine di 12 mesi di tempo per determinare i livelli minimi ed essenziali delle prestazioni che dovranno essere rispettati dalle Regioni nella gestione delle loro competenze, in modo da avere una certa uniformità nel Paese in temi cruciali come salute, scuola, ambiente e beni culturali - prosegue Meritocrazia Italia - Ma la storia insegna che gli stessi non hanno mai visto luce, se non parzialmente (in sanità sono stati definiti i livelli essenziali di assistenza, 'Lea') tanto che già nell’articolo 1 del ddl Calderoli, comma 2, si legge che 'L’attribuzione di funzioni relative alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia (..) è consentita subordinatamente alla determinazione (…) dei relativi livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali".

"Senza intesa sui Lep, tuttavia, si vorrebbe procedere secondo il criterio della spesa storica, con la conseguenza che chi più ha speso negli anni per i servizi corrispondenti alle funzioni, più riceverà. Ed è proprio questa la disposizione al centro delle contestazioni, subito ribattezzata dagli oppositori come la 'secessione dei ricchi', visto che così le regioni del Nord risulterebbero enormemente avvantaggiate rispetto a quelle del Sud - sottolinea - Meritocrazia Italia ha sottoposto a votazione sul web questa tematica, ottenendo una grande partecipazione, con una totale contrarietà a questo procedimento, sintomo di un disagio che non può essere sottovalutato nella discussione parlamentare".

"Pertanto sarebbe importante coinvolgere, in queste problematiche e discussioni parlamentari, la cittadinanza attiva, attraverso incontri sul territorio, visto che le stesse potrebbero di fatto creare una Nuova Struttura Italia, soprattutto in controtendenza rispetto al concetto si opterebbe per un governo territoriale frazionato - aggiunge ancora Mauriello - In verità, più che di una questione tra Nord e Sud, si tratterebbe della diversificazione di un modello gestionale e amministrativo che ha mostrato e continua mostrare i suoi limiti con ricadute importanti nella vita quotidiana dei cittadini. Pensiamo, infatti, ai risultati prodotti dalla riforma del Titolo V della Costituzione ad oggi, evidenziando come i livelli di prestazioni negli ambiti attribuiti alle Regioni siano mediamente calati con notevoli disagi, soprattutto nella sanità, mentre non sono state traguardate quelle 'riduzioni di spese' originariamente attese".

"Nei fatti, invero, non soltanto non sono stati raggiunti gli obiettivi promossi dalla riforma in termini di efficienza e di efficacia, ma si è verificato un regresso complessivo in servizi prestati ai cittadini ed i costi si sono rivelati, mediamente, più elevati - sottolinea il presidente di Meritocrazia Italia - E nella stessa fase attuativa delle progettualità legate al Pnrr si è evidenziato come allo stato dell'arte manchino competenze indispensabili a portare a compimento le progettualità e molto spesso vi sia una carenza nella fase di pianificazione con interventi spesso dettati più dal 'dover fare' che non dalla visione del 'perchè fare'”.

"Il problema, in realtà, non riguarda solo la definizione dei Lep, ma anche le risorse finanziarie che servirebbero per la loro attuazione - precisa - Per attuare, infatti, l’autonomia differenziata lo Stato dovrebbe privarsi di ingenti risorse mentre le Regioni diventerebbero più grandi e decisive, anche sotto l'aspetto politico oltre che economico/finanziario. E qualora ciò avvenisse, lo Stato avrebbe meno risorse e forza politica per continuare a garantire i Lep lungo la penisola o per supportare la perequazione infrastrutturale".

"In tale complesso contesto in divenire, Meritocrazia Italia invita alla prudenza ed alla valutazione del rapporto costi/benefici reali per il sistema Paese, invocando un'attenta analisi delle prerogative essenziali per l'adozione di una modifica strutturale di tale impatto, chiedendo: la preventiva disamina e verifica delle risorse/competenze indispensabili a gestioni di gran lunga più complesse delle attuali in materie fin ad ora di competenza nazionale; l'accelerazione sulla determinazione effettiva dei livelli essenziali delle prestazioni e sulle performance di comparto", sottolinea il presidente di Meritocrazia Italia auspicando anche "la definizione delle materie che possono essere trasferite tramite intesa, risultando forse inopportuno un trasferimento di competenze in blocco, potendosi concentrare invece l'attenzione sulle materie che, se trasferite, potrebbero essere gestite meglio ad un livello istituzionale più prossimo al territorio. In un’epoca in cui l’Italia ha scelto di delegare alcune materie alla competenza sovranazionale dell’Unione europea per ragioni di armonizzazione e per avere maggiore peso geopolitico, parrebbe azzardato trasferite tutte le competenze previste dall’articolo 116 ad una o più Regioni".

Meritocrazia Italia chiede inoltre di "prevedere altresì una soglia massima di compartecipazione al singolo tributo erariale che le Regioni potranno ottenere in sede di intesa, al fine di tranquillizzare i cittadini sul fatto che lo Stato avrà comunque le risorse necessarie per assolvere alle sue funzioni non delegabili".

Meritocrazia Italia, in sintesi, chiede "che si apra un tavolo di confronto con il coinvolgimento delle migliori competenze e delle stesse forze di cittadinanza attiva, al fine di valutare, in maniera effettiva i pro e contro di una simile riforma di sistema, senza alcun limite ideologico e di appartenenza politica ma solo al fine di scegliere la strada migliore per i cittadini ed il Paese".

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Politica

Esce libro di Capanna: “Stop ipocrisia, Usa votino...

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l'ex leader del '68 presenta lunedì alla Camera 'Palestina Israele. Il lungo inganno. La soluzione imprescindibile'

Esce libro di Capanna:

'Palestina Israele. Il lungo inganno. La soluzione imprescindibile'. Già nel titolo del suo nuovo libro, Mario Capanna, ex leader del movimento studentesco nel '68, poi più volte parlamentare europeo e deputato, fa capire come la pensa (o continua a pensarla). Il suo volume, che esce oggi, scritto a quattro mani con Luciano Neri (Mimesis, 278 pp.) arriva sugli scaffali il giorno della risposta di Israele all'Iran, in uno scenario che rischia di andare fuori controllo in tutta la regione mediorientale.

"La grande maggioranza dell'opinione pubblica mondiale -dice interpellato dall'AdnKronos- sta finalmente capendo che senza la creazione dello Stato palestinese indipendente, che conviva in pace con quello di Israele, la guerra durerà all'infinito, come purtroppo la realtà ci sta dimostrando". E "l'attacco di Hamas del 7 di ottobre, pure a prezzo del sangue, ha fatto sì che la questione palestinese, che era ormai caduta nel dimenticatoio universale, sia tornata all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale", sostiene l'ex leader sessantottino.

Ora, preso atto di questa centralità, del problema di fondo, per Capanna il punto resta quello di sempre: creare lo stato palestinese. Dove la 'soluzione imprescindibile' -tornando al titolo- resta quella dei 'due popoli, due Stati'. Slogan che oggi è sulla bocca di tutti: "E' vero -riconosce- oramai lo dicono tutti, lo sostengono le cancellerie di tutto il mondo, ma resta un'ipocrisia di fondo, perché sebbene sia un fattore positivo, parlarne non basta, perché le parole non costano nulla".

L'ex segretario di Democrazia Proletaria, come spiega nel volume che presenterà lunedì alla Camera dei deputati, si pone allora la domanda del 'Che fare?' resa celebre da Lenin a inizio '900, cercando "soluzioni reali, che possano davvero incidere, oltre le parole". "Deve finire -chiede- l'ipocrisia dell'Occidente a partire dagli Stati Uniti e dall'Europa. Se davvero si vuole dare vita allo Stato palestinese, basta semplicemente che gli Stati Uniti convochino il Consiglio di Sicurezza dell'Onu e propongano una mozione per la Costituzione dello Stato palestinese", mozione che "passerebbe all'unanimità, immediatamente, e cambierebbe le sorti del conflitto. Questo è il punto decisivo".

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Ecco i politici di sinistra finanziati da ‘Social...

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Da Fratoianni a Grimaldi, da Scotto a Ceccanti

La Camera dei Deputati

C'è anche un po' di America nei finanziamenti alla sinistra italiana. Scorrendo l'elenco dei contributi per attività politica, non solo elettorale, ex legge n. 659 del 1981 sull'obbligo di dichiarazione congiunta, in possesso dell'Adnkronos, spuntano vari parlamentari che hanno beneficiato di finanziamenti della 'Social Changes', l'organizzazione Usa di stampo progressista dove lavorano esperti in comunicazione politica e community manager, di cui è amministratrice delegata l'ambientalista americana Jessica Shearer, un passato nello staff di Barack Obama durante la vittoriosa campagna presidenziale del 2008.

Tra coloro che hanno ricevuto 'donazioni' nel 2022 troviamo: il segretario di Sinistra italiana e deputato di Alleanza Verdi Sinistra Nicola Fratoianni (110mila 367,19 euro in servizi), il deputato di Avs Marco Grimaldi (24mila 674,90 euro in servizi), il senatore del Pd Michele Fina (7mila 57,73 euro in servizi), la capogruppo del Pd nel comune di La Spezia Martina Giannetti (5mila 216,03 euro in servizi), il deputato del Pd Arturo Scotto (32mila 860,93 euro in servizi), il deputato dem Nicola Stumpo (20mila 300,73 euro in servizi), l'ex parlamentare Pd e costituzionalista Stefano Ceccanti (4mila 270 euro in servizi), il segretario dem di Genova Simone D'Angelo (due donazioni, una di 11mila 672,36 euro in servizi e un'altra di 8mila 770 euro), l'ex governatore della Toscana Enrico Rossi, candidato nel 2022 alla Camera ma non eletto (3mila euro, più un'altra donazione di 6mila 208,58 euro in servizi). Sempre dalla Social Changes, inoltre, è arrivato un cospicuo aiuto ad alcuni candidati del Pd alle europee del 2019 (150mila euro) e alle amministrative del 2020 (315mila euro).

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Da Provenzano a Bonafoni, ecco i dem finanziati da...

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Tra i beneficiari della no profit, vari esponenti del Pd, per lo più parlamentari, compreso un ex ministro del Conte bis, e fedelissimi di Elly Schlein

George Soros - Fotogramma /Ipa

Vari esponenti del Pd, per lo più parlamentari, compreso un ex ministro del Conte bis, e fedelissimi di Elly Schlein, tra i beneficiari dei contributi economici di 'Agenda', la no profit al femminile fondata nel 2022 dall'ambientalista americana ed ex guru elettorale di Barack Obama, Jessica Shearer. Associazione con sede a Roma finanziata con oltre un milione di euro tra il 2022 e il 2023 dalla Democracy & Pluralism, fondazione svedese vicina al magnate ungherese George Soros.

I dem finanziati da 'Agenda'

Spulciando l'elenco dei contributi per l'attività politica, non solo elettorale, (ex articolo 4 della legge 659/81 in materia di obbligo di dichiarazioni congiunte per i finanziamenti ai partiti, agli eletti in assemblee rappresentative e ai candidati) indirizzate alla presidenza della Camera dei deputati e pervenute dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2023, spunta anche un big del Partito democratico, Giuseppe Provenzano, già ministro del Sud e attuale deputato dem, che fa parte della squadra della segretaria Schlein come responsabile Esteri.

Carte alla mano visionate dall'Adnkronos, Provenzano ha ricevuto da 'Agenda' due anni fa 13mila 211,97 euro, un contributo in prestazione di servizi 'protocollato', in gergo tecnico, il 2 gennaio 2023. L'associazione animata dall'ex organizzatrice della campagna per le presidenziali Usa di Obama ha altre tre socie co-fondatrici: Rachele Scarpa, la più giovane deputata della XIX legislatura a cui Schlein ha affidato le deleghe su due settori chiave, giovani e salute; Caterina Cerroni, segretaria nazionale dei Giovani democratici, e Sofia Di Patrizi, attivista femminista divenuta nel 2023 portavoce metropolitana delle Donne democratiche di Genova. Sia Scarpa che Cerroni hanno ottenuto finanziamenti da 'Agenda' per la loro attività politica ed elettorale: la prima ha incassato circa 24mila euro in due tranche (una di 20mila 299,58 euro in servizi e l'altra di 4mila euro, risalenti al 2022 e 'tracciate' il 9 gennaio 2023), mentre la seconda ha avuto 7mila 800 euro nel 2022 e 64mila 831,85 euro (quest'ultima somma in servizi) sempre nello stesso anno.

Ecco i politici di sinistra finanziati da 'Social Changes', società dell'ex guru di Obama

Pure Ouidad Bakkali, altra deputata Pd, vicesegretaria del partito in Emilia-Romagna, ha beneficiato di 77mila 418,79 euro sotto forma di servizi nel 2022. La no profit italiana ha finanziato, inoltre, la deputata Valentina Ghio, ex sindaco di Sestri Levante (38mila 504,27 euro in servizi nel 2022); la consigliera regionale nel Lazio, Marta Bonafoni, luogotenente della Schlein a Roma e coordinatrice della segreteria nazionale dem (10mila euro, nel 2023); Katia Piccardo, sindaca di Rossiglione e vicesegretaria Pd Genova (22mila 159,57 euro in servizi ricevuti nel 2022); il parlamentare Marco Sarracino, responsabile coesione, Sud e aree interne della segreteria nazionale del Pd, (29mila 765,49 euro in servizi erogati nel 2022). L'Adnkronos ha provato a contattare alcuni esponenti dem che hanno ricevuto donazioni da 'Agenda', senza avere risposta. Sarracino si è limitato a un no comment.

"Parlano di complottismi vari, ma i numeri non mentono. Ecco come Soros e intellighenzia sinistra varia provano a condizionare la politica italiana con finanziamenti vari", scrive sul suo blog Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d'Italia e responsabile nazionale organizzazione del partito di Via della Scrofa, commentando l'inchiesta dell'Adnkronos.

"Molto interessanti le rivelazioni dell'Adnkronos che parla di finanziamenti arrivati dalla Svezia da ambienti vicini al noto Soros a una fondazione dell'area della sinistra italiana, 'Agenda'. In questa vicenda sono presenti dei parlamentari del partito democratico. Tutto avviene formalmente nel rispetto delle procedure, ma consente una lettura politica circa i legami ed i condizionamenti della sinistra italiana in riferimento a Soros e alle sue attività estese in tutto il mondo", dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

"Chissà se i moralisti in servizio permanente effettivo della sinistra hanno qualcosa da dire. Penso a qualche zelante collega anche del Senato a cui poi avrò modo in Aula di sottolineare queste vicende. Soros se è un personaggio che svolge un ruolo più che discutibile. E vorremmo capire a quali attività poi serve questo ingente finanziamento che dalla Svezia arriva ad 'Agenda', una realtà che vede attivi e presenti degli esponenti del partito democratico", conclude il parlamentare azzurro.

"1 milione donato da una fondazione vicina a Soros", scrive sui suoi canali social la Lega, riprendendo l'articolo dell'Adnkronos. "'La fondazione Democracy & Pluralism ha finanziato, con oltre 1 milione di euro, l'associazione femminista Agenda, costituita (tra gli altri) da esponenti del Pd e un ex guru di Obama'. Gli amici della sinistra...", si legge nel post.

La nota di Agenda

"Sembra che ci siano molte domande su Agenda. Vorremmo cogliere l'occasione per rispondere. Agenda è un'associazione senza scopo di lucro che sostiene giovani leader progressiste in Italia e in Europa, perché crediamo che il cambiamento progressista in Europa passi necessariamente dalla presenza in politica di donne femministe e di persone che portino avanti le istanze di delle comunità marginalizzate", dichiara in una nota Jessica Shearer, presidente del 'board' dell'associazione Agenda, la quale precisa che "le notizie di una presunta relazione di George Soros con Agenda sono false e infondate. Pertanto, neghiamo qualsiasi finanziamento di Soros ad Agenda". (di Vittorio Amato e Antonio Atte)

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