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Ucraina, Meloni: “Se non molliamo, Putin dovrà...

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Ucraina, Meloni: “Se non molliamo, Putin dovrà trattare”

"Non ho condiviso parole Macron e gliel'ho detto, occhio ai toni"

Giorgia Meloni

"Se non molliamo, costringiamo Putin a trattare". La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ribadisce la necessità di continuare a sostenere l'Ucraina, che da oltre 2 anni fronteggia la Russia di Vladimir Putin nel conflitto innescato dall'invasione ordinata da Mosca.

"Quello che Putin aveva in testa era una guerra lampo che gli avrebbe consentito di invadere l'Ucraina in qualche giorno. E se questo fosse accaduto, temo che non si sarebbe fermato. Chi cerca di aiutare l'Ucraina allontana la guerra rispetto alla possibilità che arrivi nel cuore d'Europa", dice Meloni rispondendo alle domande di Fuori dal coro.

Putin "lo abbiamo fermato lì. E, secondo me, se non molliamo lo costringiamo anche a sedersi a un tavolo delle trattative per cercare una pace giusta, che è ovviamente l'obiettivo che abbiamo. Perché non è che ci divertiamo nell'attuale contesto. L'importante è che noi sappiamo qual è l'obiettivo che vogliamo".

"Rispetto al tema dei rischi di una guerra mondiale - prosegue la premier -, io rispedisco al mittente l'idea secondo cui chi cerca di aiutare l'Ucraina vuole la guerra e, quasi quasi, i russi che l'hanno invasa sono quelli che vogliono la pace. Bisogna fare mezzo passo indietro: Putin ha invaso l'Ucraina dichiarando che vuole riportare la Russia alla sua grandezza di un tempo, che vuole ripristinare i confini storici della Russia. I confini storici della Russia ragionevolmente incorporano Ucraina, Moldova, Georgia, i Baltici, una parte della Finlandia, volendo anche la Polonia. Quando c'è stato il ritiro rovinoso da parte dell'Occidente dall'Afghanistan ed è stato dato un segnale oggettivamente di debolezza, Putin ha deciso che quello era il momento di tentare".

"Non ho condiviso le parole di Macron e gliel'ho detto, occhio ai toni"

"Penso che converrà con me che in due anni di guerra, quando stavo all'opposizione e dopo al governo, lei non m'ha mai sentito utilizzare questi toni, proprio perché io penso che sulle cose serie si debba reagire in modo serio. Non ho condiviso per esempio le parole di Macron, l'ho detto anche a lui: non le condivido e sono convinta che si debba fare attenzione ai toni che si usano". "Io penso che si debba essere muscolari nei fatti e non negli atteggiamenti" aggiunge.

"Però - puntualizza la premier - questo non vuol dire che non si debba fare ciò che è giusto fare e, se posso permettermi, bisogna pure stare attenti a come certe cose vengono vendute, tra virgolette. Io arrivo da un Consiglio europeo dove si parlava di protezione civile e mi ritrovo su diversi quotidiani il fatto che noi staremmo preparando l'Europa alla guerra". Questo "perché c'era un passaggio che diceva che bisogna mettere in cooperazione la risposta alla crisi, ma si parlava di protezione civile, cioè risposta alle crisi, si intendeva le alluvioni, le calamità naturali, tant'è che io ho difeso la Protezione civile italiana dicendo anche 'attenzione a mettere in cooperazione che non significhi, diciamo così, limitare le eccellenze degli stati nazionali, no?' Per cui bisogna pure fare attenzione a come certe cose si vendono, perché se ci mettiamo pure noi a fare la propaganda, come i russi, oggettivamente abbiamo un problema".

Attentato a Mosca, "Putin può accusare chi vuole, ma è stato rivendicato da Isis'"

"Come sappiamo l'attentato" a Mosca "è stato rivendicato e quindi si può dare la colpa a chi si vuole, quando si fa propaganda, ma c'è qualcuno che ha dichiarato: 'siamo stati noi' e del resto le modalità sono quelle che noi conosciamo, non vedo come un attentato del genere potrebbe aiutare l'Ucraina o l'Occidente. E penso che anche noi dobbiamo fare attenzione a una certa propaganda perché anche rispetto al tema guerra mondiale, rischi eccetera, una cosa che io continuo a rispedire al mittente è l'idea secondo la quale chi cerca di aiutare l'Ucraina vuole la guerra e quasi quasi i russi che l'hanno invasa sono quelli che vogliono la pace".

Migranti, "vedo risultati ma parte magistratura rema contro"

"Quando lo scorso anno gli sbarchi aumentavano, diciamo così, in modo considerevole, io ho detto di preferire risultati strutturali a immediati ma effimeri, anche se nel breve termine avrei dovuto pagare un prezzo, perché quei risultati arrivassero anche in termini magari di consenso" dice la premier. "Però poi quei risultati piano piano arrivano: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno gli sbarchi diminuiscono del 60%, particolarmente dalla Tunisia, il che dimostra che la strategia che l'Italia ha portato in Europa e sulla quale ha convinto l'Europa nonostante l'opposizione della sinistra italiana e in alcuni casi anche Europea, sta dando i suoi frutti".

"La rotta, per esempio, dalla Turchia è totalmente stata azzerata. Ora, vuol dire che abbiamo risolto il problema? No. Vuol dire che il lavoro che stiamo facendo intanto in Europa, nella quale il dibattito passa da 'ridistribuiamo gli immigrati che arrivano illegalmente da noi' a 'fermiamoli' mi pare un cambio di rotta non secondario. L'Italia - afferma ancora Meloni - è stata protagonista di una serie di iniziative innovative sulle quali piano piano abbiamo portato dietro anche gli altri paesi europei: il memorandum con la Tunisia, il memorandum con l'Egitto, l'accordo con l'Albania che si sta tentando di smontare da parte di chi non la pensa come noi in tutti i modi. Per cui ci sono delle cose molto importanti che stanno accadendo e sulle quali noi facciamo scuola".

Governo, "senza consenso degli italiani lascio ma oggi il Paese è messo meglio"

"Non deludere i cittadini è la mia unica motivazione per fare la vita che faccio. Certe volte le cose vanno come vorresti, certe volte non vanno come vorresti, certe volte per ottenere un risultato che altri potrebbero ottenere facilmente tu devi combattere dieci volte tanto. Continuo a fare tutto quello che posso fare perché le persone che hanno riposto le loro speranze in me si possano dire 'non ho sbagliato'. Non avrei potuto lavorare di più, forse avrei potuto lavorare meglio non lo so, ma io non avrei potuto lavorare di più nell'ultimo anno e mezzo e vorrei essere giudicata alla fine di questo percorso perché non mi piacciono le soluzioni che sembrano delle soluzioni e non lo sono. Le risposte serie hanno bisogno anche di tempo per essere costruite, ma su tutto quello che io ho promesso, non c'è niente su cui non abbia lavorato per dare agli italiani le risposte che sono convinta servano".

"Dopodiché, chiaramente, in un anno e mezzo non è che puoi risolvere la stratificazione di qualche anno o qualche decennio, però obiettivamente l'Italia secondo me oggi è messa meglio di quanto non fosse messa un anno e mezzo fa e questo mi mette in pace con la mia coscienza. Non so se ci siano delle persone che si aspettavano qualcosa di meglio, però una cosa: gli italiani non dovranno mai chiedermi di fare un passo indietro. Io questa vita la faccio per loro, questo lavoro lo faccio per loro e quindi, quando non dovessi più avere il loro consenso, sarò ben contenta di farmi da parte".

Covid e vaccino, "su effetti avversi il governo andrà in fondo"

Le persone che hanno avuto effetti avversi dal vaccino anti-Covid "è una materia sulla quale io mi sono confrontata col ministro Schillaci per chiedere che ci sia massima disponibilità da parte del governo per andare in fondo, capire e assumersi per lo Stato italiano le responsabilità che si deve assumere". A Mario Giordano, che sostiene che queste persone si sentano spesso abbandonate, "non devono sentirsi abbandonati secondo me" risponde la premier. "Il tema della commissione d'inchiesta è sicuramente un tema importante e sono contenta che anche quella stia andando avanti nonostante l'opposizione di quelli che ci spiegavano che loro avevano gestito benissimo la pandemia ma non vogliono che si possa approfondire su come si gestisce la pandemia che serve soprattutto a evitare e impedire che in un futuro, che speriamo non arrivi mai, si possano ripetere eventuali errori che dovessero esserci stati".

Controlli anti-terrorismo

Guardia alta sulla sicurezza contro il terrorismo dopo il 7 ottobre. "E' un fronte su cui il governo lavora con attenzione, particolarmente dopo gli attentati di Hamas contro Israele, noi abbiamo chiuso lo spazio Schengen con la Slovenia perché da là arriva la maggioranza degli immigrati illegali che arrivano da quelle aree. Dal 7 ottobre abbiamo espulso 47 persone sospettate di radicalismo, e negli anni precedenti erano più o meno quelli espulsi in un anno intero. Facciamo riunioni con l'intelligence, abbiamo rafforzato la sorveglianza degli obiettivi sensibili".

"Quello che è accaduto a Mosca è stato scioccante ma sono immagini che abbiamo già visto in altri contesti. Ero a Parigi quando ci fu l'attentato al Bataclan, anche quello rivendicato dall'Isis. Mi ha colpito molto la dinamica perché - osserva la presidente del Consiglio - immaginare che in una città blindata, in uno Stato che è coinvolto in un conflitto, quattro attentatori che entrano e uccidono decine di persone e si allontanano praticamente indisturbati, obiettivamente colpisce".

Liste d'attesa, "presto nuovo provvedimento"

"Stiamo lavorando su un altro provvedimento che arriverà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane che riguarda sempre le liste d'attesa, con un'attenzione particolare alle regioni che hanno un'alta mobilità passiva", ovvero con un alto numero di cittadini "che si devono trasferire" altrove per curarsi "e la regione tua paga l'altra regione. Stiamo lavorando specificamente su questo". Lo ha annunciato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un'intervista a 'Fuori dal coro', in onda questa sera su Rete4.

La sanità, ha spiegato, "compete per buona parte quasi totalmente alle Regioni. Intanto la prima cosa che possiamo fare noi è, pur nella difficoltà economica che affrontiamo, metterci i soldi per affrontare i problemi, perché il tema è importante. E io voglio rivendicare che nonostante la situazione di bilancio abbastanza complessa, il Fondo Sanitario nel 2024 arriva al suo massimo storico. Noi ci abbiamo messo tre miliardi in più rispetto all'anno precedente e su che cosa ci siamo concentrati? Su quello che impatta di più sui cittadini - ha affermato Meloni - che sono le liste d'attesa e quindi stiamo utilizzando queste risorse per rinnovare il contratto degli operatori della sanità e chiaramente quindi per combattere anche la carenza di personale che c'è e per i progetti che sono specificamente destinati all'abbattimento delle liste d'attesa".

Sicurezza nelle città, "Parlamento approvi presto disegno di legge del governo"

"Abbiamo varato un pacchetto sicurezza attualmente all'approvazione del Parlamento con norme molto efficaci contro i borseggi, contro l'accattonaggio dei minori e chi manda i minori a fare accattonaggio, contro le truffe agli anziani. Speriamo che il Parlamento corra nell'approvazione" auspica la premier, parlando del tema sicurezza nelle città. "Dobbiamo combattere una situazione che è stratificata nel corso degli anni, dei decenni - aggiunge -. Nel 2023 noi abbiamo assunto circa 15.000 nuovi agenti delle forze dell'ordine, stiamo rinnovando il loro contratto anche per dire loro grazie per il lavoro che fanno in condizioni di estrema difficoltà in un'Italia nella quale si è più bravi a contestarne il lavoro piuttosto che a riconoscerne i sacrifici".

"Negli ultimi 16 mesi - prosegue la presidente del Consiglio - con questo governo sono stati liberati oltre 110 stabili occupati e quasi mille alloggi popolari in un anno. Il pacchetto sicurezza prevede una serie di cose sulle occupazioni abusive, la più importante della quale è sempre una battaglia che abbiamo fatto, e cioè il fatto che la polizia di fronte ad alcuni casi particolari, per esempio il caso in cui ti occupano una casa ed è la tua unica abitazione, la polizia interviene per lo sgombero prima di chiedere la convalida del giudice".

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Politica

Meloni in Libano, visita al contingente italiano a Shama

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La premier ai militari: "La pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona"

Giorgia Meloni in Libano ha fato visita al contingente italiano a Shama per esprimere, in vista delle festività pasquali, la vicinanza e gratitudine del governo. "l'Italia vi è grata, la pace non si costruisce con le parole comodamente seduti in poltrona", ha detto Meloni che ha sottolineato con la visita al confine sud con Israele l'impegno dell'Italia per evitare una escalation del conflitto".

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Politica

Rai, per il Cda giochi quasi chiusi: incertezza per Pd e Fdi

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Si tratta anche su Dg e su un rimpasto di alcune direzioni aziendali. Intanto il bilancio chiude in pareggio e con un + 7% di pubblicità

Cavallo della Rai a viale Mazzini - Fotogramma

Mentre su Camera e Senato piovono candidature molto eterogenee per aree culturali, formazione ed esperienze, comincia a profilarsi quella che potrebbe essere la composizione del nuovo Cda Rai. In attesa di sapere se il consigliere eletto dai dipendenti sarà di nuovo Davide Di Pietro, che comunque si ricandiderà, sono praticamente certi i due nomi che verranno indicati da Palazzo Chigi (attraverso l’azionista Mef) e che saranno destinati a diventare presidente (dopo il voto di una maggioranza qualificata della Vigilanza) e amministratore delegato, e che dovrebbero essere, rispettivamente, Simona Agnes e Giampaolo Rossi. Gli altri quattro consiglieri andranno eletti per metà dalla Camera e per metà dal Senato e saranno dunque necessariamente frutto di un accordo tra le forze politiche e dei partiti al loro interno. Su questo fronte vengono dati ormai per assodate la riconferma di Alessandro Di Majo (in quota 5 Stelle) e l'arrivo di Alessandro Casarin (in quota Lega).

Mentre, a quanto apprende l'Adnkrono rimangono delle incertezze sul fronte dei candidati vicini al Pd e a Fdi. I democratci sarebbero divisi tra l'ipotesi della scrittrice Chiara Valerio e dell'ex dirigente Rai Antonio Di Bella mentre Fdi sarebbe orientato su una candidata: negli ultimi giorni sono circolati con insistenza i nomi della vicedirettrice del 'Secolo d'Italia' Annalisa Terranova e dell'ex dg Rai Lorenza Lei ma nessuno dei due nomi avrebbe ancora ottenuto un'investitura ufficiale. Mentre la ricerca di una quota rosa avrebbe fatto tramontare la candidatura di un altro ex dirigente Rai, quella di Mauro Mazza.

D'altronde, come sempre nei ricambi al vertice Rai, la partita in corso va ben oltre la scelta dei consiglieri e di presidente e ad. Nella trattativa sul voto per eleggere i consiglieri e soprattutto sul voto della Vigilanza per il via libera al presidente (che deve ottenere un placet vincolante dei due terzi della commissione bicamerale) in ballo ci sarebbero anche le ambizioni delle diverse aree politiche su alcune direzioni, giornalistiche e non.

Intanto nella struttura di vertice ci sarà da scegliere anche un dg e pare che difficilmente sarà l'attuale ad Roberto Sergio, del quale si vocifera di un ritorno alla radiofonia, settore di cui ha mantenuto l'interim anche nell'ultimo anno da ad. Intanto i rumors di stampa accennano anche alla possibilità che i Cinque Stelle votino a favore della nomina alla presidenza di Simona Agnes a patto che gli venga assicurata una direzione giornalistica di una certa importanza. E quindi non è escluso che all'arrivo del nuovo vertice seguirà un 'rimpasto' di alcune direzione giornalistiche.

Il tutto mentre la presidente della commissione di Vigilanza, dalle colonne del 'Fatto', mette in guardia: “Dopo il via libera del Parlamento europeo al Media freedom act, la legittimità del prossimo Cda Rai sarà a rischio. Va approvata con urgenza una nuova legge sulla governance, che sottragga la tv pubblica al controllo della politica". Ma la strada appare ancora lunga.

Bilancio 2023 in pareggio, verso ticket Rossi-Sergio?

Intanto trapelano le prime notizie sul bilancio 2023 della Rai, che Viale Mazzini dovrebbe approvare nella seduta del 17 aprile, secondo quanto anticipato qualche settimana fa dall'ad Roberto Sergio. E sono notizie positive. L'indebitamento finanziario netto dell'azienda - a quanto apprende l'Adnkronos - si riduce di 90 milioni. E il bilancio si chiuderà in pareggio, con un risultato decisamente migliore di quello indicato nel bilancio previsionale che prevedeva una chiusura a -30 milioni. Ma non solo. C'è un altro dato indubbiamente positivo: la raccolta pubblicitaria nel primo trimestre 2024, che sta per chiudersi, fa segnare un +7% rispetto al primo trimestre 2023.

Risultati che, a viale Mazzini, vengono letti come una fortificazione dell'asse Sergio-Rossi facendo così risalire nei rumors di queste ore le quotazioni di un 'arrocco' tra i due in occasione del rinnovo del Cda Rai, con Rossi dato come amministratore delegato in pectore e Sergio che prenderebbe il suo posto come direttore generale. Insomma il ticket che era stato annunciato fin dallo scorso anno. Ma le indiscrezioni sulla Rai in queste settimane si rincorrono con un tourbillon di ipotesi. Se infatti dovesse esserci un colpo di scena, c'è una rosa di almeno altri quattro nomi come candidati alla futura direzione generale: Marco Brancadoro, Felice Ventura, Marcello Ciannamea e Angelo Mellone. E c'è anche chi paventa persino un possibile sdoppiamento della direzione generale, con le competenze divise sulle diverse aree aziendali.

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Politica

Meloni in Libano: “Mondo in fiamme, evitare che...

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Visita del presidente del Consiglio ai militari italiani a Shama: "Riconoscenza per l'impegno a tutela di pace e sicurezza". E sottolinea: "La pace è deterrenza e impegno"

Meloni in Libano:

"Sono giorni difficili in medio oriente, in Europa, intere aree del paese si sono improvvisamente incendiate, dobbiamo fare tutto quello che possiamo per evitare il rischio" di propagazione delle fiamme "e voi siete parte di quello che noi possiamo fare, siete il fossato, la barriera di sabbia che aiuta a non far progredire l'incendio". Lo ha detto Giorgia Meloni, in visita a Shama ai contingenti militari italiani. "Quando c'è un incendio il rischio è sempre lo stesso" è quello che le fiamme volino troppo velocemente da un albero all'altro e che alla fine l'incendio non si riesca a domare", ha sottolineato il premier.

"Pace non con belle parole, è soprattutto deterrenza"

Secondo Meloni "la pace non si costruisce con i buoni sentimenti e con le belle parole la pace è soprattutto deterrenza, impegno è sacrificio. Non può esserci pace se non c'è anche rispetto e il rispetto che l'Italia è riuscita a costruire in nazioni e territori come questi". E "buona parte del nome che noi abbiamo in contesti come questo è costruito dal lavoro che voi fate ogni giorno". "L'Italia - aggiunge il premier rivolta ai militari italiani- deve essere consapevole di quello che garantite con i vostri sacrifici, perché non vedete i vostri figli crescere, non ci siete durante le feste quando la famiglia si ritrova si riunisce. Non ci siede per i vostri amici. Non ci siete per le vostre i vostri fidanzati, le vostre mogli, i vostri mariti rinunciate a tutto e rinunciate a tutto per costruire e garantire quella pace della quale in tanti soprattutto in questo momento si riempiono la bocca comodamente seduti sul divano di casa loro".

"Grazie a nome Italia per scelta indossare divisa"

"Sono qui soprattutto a dire grazie, dire grazie a nome dell'Italia per aver scelto di indossare la divisa, grazie per aver capito che indossare quella divisa significa sapere usare la testa e il cuore, per aver accettato di venire fino a qui in Libano, da decenni pezzo fondamentale della missione Unifil, in una terra culla di tante civiltà, per un tempo modello di convivenza". "Il Libano -sottolinea- riveste un ruolo fondamentare nel medio-oriente, voi lo sapete bene".

"Il giorno di Pasqua io sarò con la mia famiglia e voi no. E allora anche per questo sono qui, perché se è vero che la patria è una madre ed è vero, allora qualsiasi madre che possa farlo, se ha un figlio lontano, quando arrivano le feste lo raggiunge per dirgli la tua famiglia c'è, la tua famiglia è fiera di te". "E sono molto contenta di avere l'occasione di pranzare con voi oggi come fanno tutte le famiglie -aggiunge- . Per ricordarci che noi siamo tutti legati indipendentemente da quale sia il nostro compito, indipendentemente da quale sia il nostro ruolo, indipendentemente da quale sia la nostra mansione. Noi operiamo tutti per il buon nome della nostra famiglia".

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