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Indra è l’azienda tecnologica più sostenibile al...

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Indra è l’azienda tecnologica più sostenibile al mondo per il terzo anno consecutivo, secondo il Dow Jones Sustainability Index

Indra è l'azienda tecnologica più sostenibile al mondo per il terzo anno consecutivo, secondo il Dow Jones Sustainability Index

•Nonostante la crescente concorrenza, la complessità e i requisiti più esigenti di questo indice di riferimento globale per la sostenibilità, Indra è ancora una volta al primo posto nel settore dei servizi IT per le prestazioni ESG ed è l'unica azienda a essere rimasta nel DJSI World negli ultimi 18 anni

•Indra ottiene il miglior punteggio del settore nei pilastri ambientale e sociale, e si posiziona al 99° percentile nella Corporate Governance, con il massimo punteggio in etica, fiscalità e innovazione

•Altre aree in cui Indra ha ottenuto il massimo punteggio sono la strategia climatica, le emissioni, l'economia circolare, l'uso delle risorse e dell'acqua, nonché le pratiche di lavoro e le relazioni con i clienti

•Essere leader nel DJSI World è il riconoscimento dell'impegno di Indra per l'eccellenza e il miglioramento continuo in ambito ESG, del suo contributo attraverso la tecnologia all'Agenda 2030 e del suo impatto positivo sulle persone e sul pianeta

Roma, 12 dicembre 2023.- Indra è riuscita a ripetere il successo che l'ha portata ai vertici della classifica mondiale della sostenibilità e per il terzo anno consecutivo è stata classificata come l'azienda più sostenibile del settore tecnologico dei servizi IT nel Dow Jones Sustainability Index (DJSI) World, dopo aver ottenuto il miglior punteggio complessivo di 87 punti su 100.

Indra è l'unica azienda del suo settore che è riuscita a rimanere per 18 anni consecutivi in questo indice di riferimento globale per la sostenibilità, al quale aspirano sempre più aziende in tutto il mondo e che viene rinnovato ogni anno, ogni volta con una complessità crescente e incorporando nuovi e più esigenti requisiti.

In quest'ultima edizione, Indra ha ottenuto il miglior punteggio del settore nei pilastri ambientale e sociale, e si è classificata al 99° percentile nella Corporate Governance, con il massimo punteggio (100 punti) nell'etica, nella strategia fiscale e nella gestione dell'innovazione, e un'ottima posizione nella sicurezza delle informazioni e nella cybersecurity (96° percentile), aree critiche per l'azienda.

Nel pilastro ambientale, Indra ha ottenuto il massimo punteggio possibile (100 punti) in strategia climatica, emissioni, economia circolare e uso delle risorse e dell'acqua. Per quanto riguarda il pilastro sociale, Indra ha ottenuto il punteggio più alto (100 punti) nelle procedure di lavoro e nella gestione delle relazioni con i clienti, che si avvicinano anche alle sue pratiche in materia di diritti umani, attrazione e mantenimento dei talenti, salute e sicurezza sul lavoro e tutela della privacy (99° percentile).

"Questi risultati straordinari sono il riconoscimento dell'impegno di Indra per l'eccellenza e il miglioramento continuo in ambito ESG e dello sforzo che stiamo facendo per rispondere, attraverso la tecnologia, alle sfide dello sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030, per facilitare la transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio e per generare un impatto positivo sulle persone e sul pianeta", ha dichiarato Marc Murtra, Presidente di Indra.

Da parte sua, José Vicente de los Mozos, CEO di Indra, sottolinea che "la sostenibilità avrà senza dubbio un ruolo rilevante nella tabella di marcia di Indra per i prossimi anni, che stiamo definendo nel nostro piano strategico Leading the Future. Non solo vogliamo continuare a migliorare le prestazioni ESG per mantenere la nostra leadership, ma vogliamo anche essere l'alleato tecnologico per la sostenibilità dei nostri clienti".

Oltre a essere inclusa nel DJSI, Indra fa parte da anni dell'indice FTSE4Good, ha un rating AA nell'indice MSCI-ESG e ha ottenuto la medaglia di platino da Ecovadis, il rating più alto assegnato da questa piattaforma specializzata nella valutazione della sostenibilità delle aziende, sempre più preso in considerazione dai clienti, che colloca Indra al 99° percentile, davanti ad altre aziende del suo settore.

Progressi significativi

In seguito all'ultima riorganizzazione, il Dipartimento di Sostenibilità di Indra è entrato a far parte del Comitato di Direzione dell'azienda, i cui membri sono incentivati a perseguire gli obiettivi ESG. Il 97% dei professionisti e il 100% dei fornitori sono stati formati in materia di etica e trasparenza e sono stati rafforzati i meccanismi di gestione del rischio ESG, in particolare con i fornitori. In termini di innovazione, nell'ultimo anno Indra ha dedicato più dell'8% del suo fatturato a R&S&I.

Per quanto riguarda gli obiettivi delle Nazioni Unite in materia di cambiamenti climatici, Indra è riuscita a ridurre le proprie emissioni di CO2 del 26%, il che significa che è sulla buona strada per neutralizzare le emissioni delle proprie attività entro il 2040 e per essere Net Zero entro il 2050. L'azienda sta inoltre lavorando per ridurre l'impatto ambientale dei suoi prodotti e renderli più sostenibili applicando l'eco-design. È riuscita a ridurre l'impronta di carbonio del suo radar di sorveglianza primario per la gestione del traffico aereo di 15 tonnellate di CO2 all'anno.

Indra è stata inoltre inserita dal Carbon Disclosure Project (CDP) tra le aziende leader nella lotta al cambiamento climatico, con il massimo punteggio possibile, "A List", grazie ai numerosi esempi di soluzioni Indra con un impatto in aree quali la mobilità sostenibile, l'efficienza energetica, la sicurezza e la tutela dell'ambiente.

Per quanto riguarda le persone, Indra ha ridotto il gap salariale del 3% e ha aumentato la percentuale di donne assunte con profili STEM; ha superato il milione di ore di formazione e ha promosso lo sviluppo dei professionisti per guidare la crescita interna e attrarre e trattenere i migliori talenti tecnologici. Grazie a questi e altri risultati, Indra è riconosciuta come Top Employer per l'offerta del miglior ambiente di lavoro e fa parte del Bloomberg Gender-Equality Index (GEI), che riconosce le migliori pratiche a livello globale in termini di trasparenza, promozione della parità e della diversità.

Quasi 3.400 aziende di tutto il mondo hanno fatto domanda per entrare a far parte del DJSI World nel 2023, di cui meno di 380 sono entrate a far parte dell'indice. Nel caso del settore tecnologico dei servizi IT, solo 14 aziende fanno parte dell'indice e nel caso delle aziende spagnole, 15 fanno parte dell'indice DJSI World.

Indra

Indra (www.indracompany.com) è una delle principali società globali di consulenza e tecnologia ed è il partner tecnologico per le operazioni chiave dei propri clienti in tutto il mondo. È un fornitore leader a livello mondiale di soluzioni proprietarie in specifici segmenti dei mercati del Trasporto e della Difesa ed è la società leader nella trasformazione digitale e nell’Information Technology in Spagna e America Latina attraverso la sua filiale Minsait. Il suo modello di business si basa su un'offerta completa di prodotti proprietari, con un approccio end-to-end, ad alto valore e con una elevata componente di innovazione. Nel 2022, Indra ha registrato ricavi per 3.851 milioni di euro, circa 57.000 dipendenti, presenza locale in 46 paesi e operazioni commerciali in oltre 140 paesi.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Altroconsumo mette a confronto gli operatori di telepedaggio

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Fonte: Altroconsumo, 2024

Altroconsumo ha messo a confronto diversi operatori di telepedaggio, con l’obiettivo di comprendere quale fosse il più conveniente ed aiutare i consumatori nella scelta.

Dall’analisi effettuata da Altroconsumo è emerso come dopo gli aumenti dei pedaggi autostradali in vigore da gennaio, sono in arrivo nuovi rincari che colpiranno chi viaggia in autostrada. Infatti, Telepass ha ritoccato a rialzo i prezzi del canone "base" che dal 1° luglio passa dagli attuali 1,83 a 3,90 euro al mese, un aumento che supera il 113%.

Per chi è un utente Telepass Family è possibile recedere entro il 30 giugno 2024, in tutti gli altri casi, comunicare la disdetta del Telepass è una procedura piuttosto semplice e prevede tre canali distinti: online, al telefono o in uno dei punti assistenza sul territorio.

Dietro questi aumenti c'è quello che la società definisce un "nuovo posizionamento sul mercato consumer" e che le consentirebbe di diventare "il principale operatore di mobilità integrata". In sostanza, la società punta a offrire un servizio completo e digitale nei sistemi di pagamento legati alla mobilità.

Rientra in questa nuova strategia la creazione di nuove promozioni riservate ai clienti che sottoscrivono il servizio Telepass Plus entro il 2 maggio 2024 e che potranno contare su oltre 25 servizi di pagamento (tra cui anche Skipass, trasporto pubblico, treni...) contro i 6 offerti dal piano Telepass base. Inoltre, sarà possibile associare due targhe a ogni dispositivo.

Anche l'offerta Pay per use ha subito alcuni ritocchi: dal 1° luglio passerà da un costo di 2,50 euro al mese di utilizzo a 1 euro al giorno. Una modifica che punta a dare nuovo impulso a questa opzione d'acquisto.

I nuovi operatori, UnipolMove e MooneyGo, offrono, invece, il servizio di telepedaggio ad un canone mensile inferiore rispetto a Telepass. Infatti, oggi il servizio Pay per use UnipolMove ha un costo pari alla metà del costo Telepass. MooneyGo resta l'unica società che offre il servizio Pay per use tariffato su base mensile.

Dunque, le offerte attualmente presenti sul mercato si adattano a tutte le esigenze: da chi viaggia in autostrada solo occasionalmente a coloro che hanno bisogno di un "passe-partout" per entrare velocemente dappertutto (Area C di Milano, parcheggi convenzionati, etc.).

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SNAI – Madrid: testa a testa Sinner-Alcaraz per il titolo...

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Dopo la sconfitta in semifinale a Montecarlo, l’azzurro è per la prima volta testa di serie numero 1 vista l’assenza di Djokovic: più staccati Ruud, Rune e Medvedev

Milano, 24 aprile – Il primo torneo della stagione sulla terra ha dato solo certezze a Jannik Sinner, che sa di poter competere anche sul rosso. Lo ha detto la semifinale di Montecarlo persa contro Tsitsipas (non senza polemiche per una mancata chiamata del giudice di sedia su un errore al servizio del greco), dovrà ribadirlo il Masters 1000 di Madrid in cui Sinner vista l’assenza di Novak Djokovic sarà testa di serie numero 1: a guidare la lavagna antepost per la vittoria del titolo è però Carlos Alcaraz, che ha alzato il trofeo alla Caja Magica nelle ultime due edizioni ma che arriva dall’assenza di Montecarlo e Barcellona per un problema al braccio. Titolo allo spagnolo a 3,00, subito dietro Sinner a 3,75, terzo Tsitsipas (campione nel Principato) a 7,50; più staccati Ruud (comunque finalista a Montecarlo e vincitore a Barcellona) a 12, Rune a 15 e Medvedev a 20. Dopo il rientro a Barcellona, giocherà a Madrid anche Rafa Nadal, quotato 25. Volendo alzare l’asticella e puntando sul trionfo di Sinner senza perdere set, la quota salirebbe a 15, con Alcaraz sempre leader a 12.

Altri italiani Mancherà Matteo Berrettini, colpito da un attacco influenzale a pochi giorni dal via del torneo di Madrid e che punta a farsi trovare pronto per gli Internazionali d’Italia: le altre speranze del tennis azzurro sono allora riposte in Lorenzo Musetti, il cui successo finale paga 100 volte la posta, Matteo Arnaldi e Lorenzo Sonego, entrambi a 250, con il torinese che in caso di superamento del primo turno contro Gasquet troverebbe proprio Sinner. Al netto di Jannik, un italiano in finale si gioca a 1,80; isolando il discorso sull’altoatesino, Sinner a giocarsi l’atto decisivo vale 2,00.

Donne A Madrid si gioca anche il torneo femminile: sembra una sfida a tre tra Iga Swiatek favorita a 2,25 e le due inseguitrici Elena Rybakina (5,00) e Aryna Sabalenka (7,00). La prima italiana è Jasmine Paolini a 40: staccate Martina Trevisan a 250, Elisabetta Cocciaretto e Lucia Bronzetti a 500.

Ufficio stampa Snaitech

E-mail: ufficio.stampa@snaitech.it

Cell: 348.4963434

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Le carenze farmaceutiche sul banco della riunione dei...

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Strategia anti-scarsità, partenariato per la competitività manifatturiera e un meccanismo solidaristico al centro del dibattito in occasione del lancio della European Critical Medicines Alliance

Roma, 24 aprile 2024 – Strategia anti-scarsità, partenariato per la competitività manifatturiera, meccanismo solidaristico per una riserva europea di farmaci critici ed essenziali. Si riassume in questi tre titoli il senso della proposta che Medicines for Europe ha fatto approdare a Bruxelles in occasione della riunione informale dei ministri della Salute dell’Unione, che ha come secondo punto all’ordine del giorno il tema della sicurezza della fornitura di medicinali nei Paesi membri, lo stoccaggio, la fissazione dei prezzi e la gestione degli appalti pubblici e che si concluderà nel pomeriggio con il lancio ufficiale della European Critical Medicines Alliance.

Sotto la lente dei ministri europei della Salute il tema delle carenze e del consolidamento della supply chain farmaceutica e le iniziative da assumere concentrandosi su aree critiche come produzione, approvvigionamento, stoccaggio e determinazione dei prezzi dei farmaci essenziali.

L’obiettivo è riprendere le fila del lavoro avviato lo scorso anno a partire da un documento informale sostenuto da 23 Stati membri che ha delineato proposte per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di medicinali in Europa, prevedendo tra l’altro l’istituzione di un meccanismo di solidarietà per affrontare le crisi acute carenze, creando un elenco di farmaci critici dell’Unione, lanciando la proposta di un Critical Medicines Act per ridurre la dipendenza da farmaci e intermedi di sintesi chiave.

Successivamente una comunicazione della Commissione aveva accolto l’appello proponendo misure finalizzate tra l’altro a garantire la disponibilità degli antibiotici più importanti, attuare un meccanismo volontario di solidarietà, pubblicare un elenco dell’Unione di farmaci critici da monitorare, gestire la vulnerabilità della catena di approvvigionamento, sviluppare un approccio comune alla costituzione delle scorte (non quindi misure di singoli paesi dannose per la libera circolazione dei medicinali nell’UE), istituire una Critical Medicines Alliance per la predisposizione di un piano strategico di contrasto alle carenze.

Presentata ufficialmente nell’evento di questo pomeriggio la Critical Medicine Alliance - del cui comitato direttivo fanno parte rappresentanti degli Stati membri (ministeri Salute e Industria), dell'industria, dei pazienti e degli operatori sanitari, dell’EMA e della Commissione UE - ha come obiettivo principale quello di fornire una piattaforma consultiva inclusiva e trasparente alla Commissione e agli altri decisori dell’UE concentrandosi sull’identificazione delle sfide industriali e sulla determinazione delle azioni e degli strumenti più adatti per affrontare efficacemente le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento di farmaci critici, a partire dall’analisi di vulnerabilità relativa alle sostanze nell’elenco dei medicinali critici pubblicato per la prima volta dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA) nel dicembre 2023.

Come parte attiva della European Critical Medicines Alliance, Medicines for Europe (produttori europei di generici, biosimilari e Value Added Medicines) partecipa alle due giornate di lavori a Bruxelles con una delegazione di 15 rappresentanti delle aziende per portare la propria esperienza: oltre il 90% dell’elenco dei farmaci critici dell’UE sono farmaci generici essenziali che includono trattamenti per malattie cardiovascolari, unità di terapia intensiva, infezioni e tumori.

Tre le priorità delineate dal fronte aziendale:

• una strategia concreta di prevenzione delle carenze che agisca sul tema delle gare pubbliche per l’acquisto di farmaci, premiando la sicurezza dell’approvvigionamento e un maggiore utilizzo dei dati derivanti dal sistema di serializzazione europeo (EMVS) per monitorare gli squilibri tra domanda e offerta;

• un partenariato UE - industria per ripristinare la competitività manifatturiera europea, stimolando l'innovazione nelle tecnologie di produzione;

• un impegno trasparente che punti a sostituire le misure di stoccaggio nazionali con una politica di riserva comune europea, per garantire l'accesso, la disponibilità e la sicurezza dell'approvvigionamento su base solidaristica.

«I farmaci fuori brevetto sono i più coinvolti nel fenomeno delle carenze – spiega Stefano Collatina, presidente di Egualia – soprattutto a causa delle condizioni di rimborso particolarmente restrittive ai limiti della sostenibilità economica. La speranza dei produttori europei è che il sostegno al nostro settore prenda la forma in una legge dedicata ai farmaci critici (Critical Medicines Act), con un supporto che copra gli investimenti necessari nella tecnologia di produzione, politiche di mercato che sostengano la diversificazione dei fornitori e la resilienza della catena di approvvigionamento, strumenti digitali adeguati e impegno concreto per cambiare i modelli di acquisto dei farmaci per affrontare i rischi di carenza».

_________________________

Per ulteriori informazioni:

Ufficio stampa Egualia

Sara Todaro

Mob. +39 348 9009082

sara.todaro@egualia.it

www.egualia.it

EGUALIA (già Assogenerici) è l’organo ufficiale di rappresentanza dell’industria dei farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Italia. L’associazione, fondata nel 1993, rappresenta oggi più di cinquanta tra imprese multinazionali e aziende italiane dislocate su tutto il territorio nazionale, per un totale di 10mila occupati e quasi 40 siti produttivi. In ambito europeo, EGUALIA è membro di Medicines for Europe (già EGA), la voce delle industrie produttrici di farmaci generici equivalenti, biosimilari e value added medicines in Europa che rappresenta 350 siti produttivi e di ricerca con un totale di 160mila addetti.

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