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Cronaca

Maurizio Costanzo, la figura poliedrica di un uomo che ha dominato il mondo dei media in Italia per oltre 50 anni

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Maurizio Costanzo è stato uno dei più grandi personaggi della televisione italiana, la cui carriera ha spaziato dal giornalismo alla scrittura, dalla conduzione televisiva alla produzione, dalla sceneggiatura alla paroliera. La sua carriera ha attraversato cinque decenni di televisione italiana, durante i quali ha influenzato la cultura popolare del Paese in modi significativi e duraturi.

Nato a Roma il 28 agosto del 1938, Costanzo ha iniziato la sua carriera come giornalista per diversi giornali e riviste, tra cui Paese Sera, Sorrisi e Canzoni, e Grazia. Tuttavia, il suo desiderio di fare carriera nel mondo della televisione si è presto manifestato e nel 1960 ha iniziato a lavorare per la RAI, la televisione pubblica italiana.

Il suo ingresso in Rai è stato grazie a Luciano Rispoli, che gli ha dato l’opportunità di lavorare come autore per alcuni programmi, tra cui Canzoni e Nuvole, condotto da Nunzio Filogamo. In seguito, Costanzo ha lavorato come autore per molte altre trasmissioni televisive di successo, tra cui le prime edizioni di Domenica In, una delle trasmissioni di intrattenimento più longeve della televisione italiana.

Nel 1976, Costanzo ha creato Bontà Loro, il secondo talk show della televisione italiana dopo L’ospite delle 2 di Rispoli. Questo programma ha lanciato la sua carriera come presentatore televisivo, ma soprattutto come inventore di format televisivi di successo. Negli anni Ottanta, Costanzo è passato dalla televisione pubblica alla televisione privata, e ha creato il Maurizio Costanzo Show su Rete 4, la prima rete televisiva privata italiana. Il Maurizio Costanzo Show, dopo essere stato spostato su Canale 5, è diventato rapidamente uno dei programmi televisivi più popolari del Paese, caratterizzato da un mix di interviste, talk show e intrattenimento in diretta.

Il programma, che ha visto la partecipazione di ospiti famosi e personaggi politici, ha affrontato molte tematiche di interesse pubblico, tra cui la corruzione, la criminalità organizzata, e la politica italiana. Costanzo ha inoltre lanciato la carriera di molti artisti emergenti, tra cui Sabrina Salerno, Lorella Cuccarini e Raffaella Carrà.

Il successo del Maurizio Costanzo Show ha portato a molte altre opportunità lavorative per Costanzo, tra cui la creazione del programma Buona Domenica, che ha avuto una durata di oltre dieci anni. Ha anche prodotto alcuni dei film più famosi degli anni Novanta, tra cui “Ricomincio da Tre” di Massimo Troisi, “Il Postino” di Michael Radford, e “Il Ciclone” di Leonardo Pieraccioni.

Oltre alla sua attività televisiva, Costanzo è stato anche autore di diversi libri di successo, tra cui “Chi mi credo di essere?” e “E che sarà mai?“. Ha scritto anche il testo di molte canzoni famose, tra cui “Se telefonando” di Mina, musicata da Ennio Morricone.

La morte di Maurizio Costanzo, avvenuta il 24 Febbraio 2023 all’età di 84 anni, ha suscitato una grande reazione emotiva in Italia. Molte persone hanno espresso la loro gratitudine per l’influenza che Costanzo ha avuto sulla cultura popolare del Paese e per il suo indimenticabile contributo alla televisione italiana.

In particolare, molti hanno elogiato la capacità di Costanzo di coinvolgere il pubblico e di affrontare tematiche di interesse pubblico in modo intelligente e accessibile. La sua passione per la televisione e la cultura popolare italiana rimarrà sempre un esempio da seguire per i giovani creativi del Paese.

Diverse personalità della politica e della cultura hanno espresso il loro cordoglio per la scomparsa di Maurizio Costanzo, uno dei grandi protagonisti della televisione italiana.

La premier Giorgia Meloni ha scritto su Twitter un messaggio di commiato, definendo Costanzo un’icone del giornalismo e della tv, capace di portare cultura, simpatia e gentilezza nelle case degli italiani.

Anche il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha espresso il suo dolore per la scomparsa dell’amico e collega Maurizio Costanzo, definendolo uno dei più grandi giornalisti e scrittori italiani di tutti i tempi. Berlusconi ha sottolineato l’intelligenza e la curiosità di Costanzo, che gli hanno permesso di spaziare in tutte le arti, come la musica, dimostrandosi sempre innovatore e anticipatore dei tempi. Berlusconi ha anche ricordato il coraggio di Costanzo, che ha messo a rischio la sua stessa vita nel suo impegno civile, sfidando anche la mafia.

Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha scritto su Twitter un messaggio di cordoglio per la scomparsa di Maurizio Costanzo. Conte ha definito Costanzo un innovatore della comunicazione e della tv in Italia, che ha sempre avuto a cuore l’impegno civile, sfidando senza paura la mafia e rischiando la sua stessa vita. Secondo Conte, con la scomparsa di Costanzo se ne va un pezzo di storia culturale del nostro Paese.

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha espresso la sua tristezza per la scomparsa di Maurizio Costanzo, definendolo un pilastro della tv italiana e un pezzo di storia del giornalismo. Toti ha sottolineato che la figura di Costanzo sarà ricordata per sempre e che non verrà mai dimenticata.

Lo storico dell’arte e sottosegretario Vittorio Sgarbi ha ricordato la figura di Costanzo come quella dell’inventore della tv italiana con tanti ospiti e diverse voci. Myrta Merlino, presente durante la stessa trasmissione televisiva, ha affermato come la televisione di Costanzo fosse in grado di sorprendere il pubblico grazie agli effetti di imprevisto legati ai vari incontri tra le persone che vi partecipavano.

La conduttrice televisiva Simona Ventura ha espresso il suo dolore per la perdita di Costanzo, riconoscendone la cultura che aveva sempre elargito e la sua sagace ironia. Anche il cantante Gianni Morandi ha testimoniato il suo rammarico per la scomparsa di un amico di famiglia a cui voleva molto bene.

L’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli ha descritto Costanzo come un grande raccontatore ed esploratore dell’Italia, ricordandone le battaglie per i diritti civili e la sfida alle mafie. Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha invece sottolineato come Costanzo non solo abbia creato nuovi format televisivi, ma abbia anche sempre sostenuto e anticipato buone cause, difendendo l’indipendenza delle proprie idee.

La morte di Maurizio Costanzo ha suscitato un grande dolore e tanti ricordi tra coloro che l’hanno conosciuto, dimostrando l’importanza della sua figura nella storia della televisione italiana e del Paese stesso.

La sua abilità nel creare programmi televisivi di successo e di coinvolgere il pubblico hanno avuto un’influenza significativa sulla televisione italiana e sulla cultura popolare del Paese. La sua scomparsa rappresenta la fine di un’epoca in cui la televisione italiana era al centro della cultura popolare, ma il suo lascito rimarrà sempre vivo nella memoria collettiva degli italiani.

La sua passione per il giornalismo lo spinge non solo a diventare giornalista ma anche a fondare una sua testata giornalistica: è così che nel 2020 nasce Sbircia la Notizia Magazine, della quale è editore e direttore responsabile.

Cronaca

Aeronautica: un Frecciarossa dedicato ai 100 anni, speciale livrea presentata a Termini

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(Adnkronos) – “Eccellenze italiane verso il futuro”. Sono queste le parole che si leggono sul Frecciarossa 1000 che viaggerà nei prossimi due mesi lungo il territorio nazionale. Un messaggio itinerante a supporto degli eventi che si svolgeranno per la celebrazione dei cento anni dell’Aeronautica Militare. La presentazione della nuova livrea oggi pomeriggio, al binario 1 della stazione Termini di Roma, alla presenza dell’Amministratore Delegato di Trenitalia, Luigi Corradi, del Generale di Squadra Aerea Aurelio Colagrande Sottocapo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare ed altre autorità militari. “È un onore essere insieme all’Aeronautica Militare – ha dichiarato Luigi Corradi – per celebrare il loro centenario. Siamo due istituzioni che lavorano per il Paese con missioni differenti di trasporto e di difesa. Abbiamo molto in comune nell’ambito dell’innovazione e della ricerca. Per il progetto di questo Frecciarossa abbiamo infatti potuto contare anche sulla scelta di materiali già sperimentati nell’aviazione”. 

“È un grandissimo piacere poter essere qui a rendere omaggio a Trenitalia che ci ha dato l’opportunità di poter festeggiare insieme uno dei numerosi eventi in programma per il nostro centenario – ha sottolineato il generale Colagrande – Trenitalia e l’Aeronautica Militare hanno molte cose in comune, tra cui i valori quali la sicurezza e la sostenibilità dei nostri mezzi e il lavoro di squadra che ci permette di essere efficienti, veloci e precisi. Avere un mezzo di trasporto di massa come il treno con la nostra immagine – rappresenta una opportunità per celebrare questo importante anniversario insieme a coloro che ci hanno permesso di essere una Forza Armata al servizio della gente, con la gente e per la gente”. 

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Foti (Fondazione Magna Grecia): “Oggi è il momento delle scelte, snellire l’iter burocratico”

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(Adnkronos) – ”Oggi è il momento delle scelte. Oggi come non mai. Sul piano tecnologico siamo pronti a farlo, l’opera ha la necessità di una valutazione complessiva, ma è indispensabile, se necessario si deve applicare il ‘metodo Genova’, snellire le procedure burocratiche”. A dirlo è stato Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, intervenendo a un convegno in corso a Teatro Massimo di Palermo dal titolo ‘Il Ponte sullo Stretto. Una sfida necessaria’.  

“Negli ultimi 50 anni abbiamo assistito solo a chiacchiere, l’opera si poteva fare. E’ stata bloccata non per un problema tecnico ma politico. In commissione Trasporti – ricorda Foti – ho vissuto la vicenda di Monti che voleva, e dopo lo ha fatto, fare una cosa che un Paese serio non fa: ha disdetto una gara regolarmente vinta da un gruppo internazionale pilotato da Impregilo. Alla fine quello che è accaduto è che si è speso oltre un miliardo per non fare l’opera, creando un danno a livello internazionale al nostro Paese con una perdita di credibilità. Dare ragione a chi non ha voluto farlo è stato un disastro, noi avremmo avuto il ponte nel 2016 con una tecnologia assolutamente di primo livello”, ha concluso Foti.
 

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Colpo di coda dell’inverno, poi torna l’anticiclone: il meteo della settimana

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(Adnkronos) – L’inverno con un’ondata di maltempo si riaffaccia sull’Italia questa settimana prima dell’arrivo dell’anticiclone. Il mese di marzo è spesso caratterizzato da bruschi cambi del tempo. L’atmosfera si prepara a entrare in modalità primavera, pertanto subisce degli attacchi da quell’inverno che nei mesi scorsi ha fatto fatica a imporsi sull’Italia, se non per alcuni brevi periodi. Una difficoltà causata dall’ingombro dell’anticiclone africano.  

Nelle prossime ore un sussulto invernale attraverserà dunque il nostro Paese con un ciclone alimentato da aria artica. Antonio Sanò, fondatore de iLMeteo.it, avvisa che il transito del vortice non sarà certo indolore dato che gran parte delle regioni stanno vivendo un periodo piuttosto mite grazie all’aria calda contenuta nell’alta pressione che ci sta interessando da qualche giorno. Sarà proprio lo scontro tra l’aria artica e quella più mite preesistente che produrrà intense precipitazioni, talora temporalesche e con grandine, che colpiranno soprattutto il Centro-Sud peninsulare.  

Nelle prossime ore inizieranno a soffiare venti via via più forti dai quadranti settentrionali, nel contempo l’atmosfera diventerà sempre più instabile, così rovesci improvvisi e temporali potranno colpire le regioni centrali e meridionali, in particolar modo Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria tirrenica e zone interne di Toscana e Lazio. L’aria fredda in quota permetterà alla neve di scendere a quote di tutto rispetto per trovarci a fine marzo. La dama bianca cadrà diffusamente sugli Appennini, dapprima sopra i 1400 metri circa, poi in serata e nottata anche a 7-900 metri. I venti soffieranno forti o molto forti con raffiche fino a 100 km/h e conseguenti mareggiate intense lungo le coste esposte alle correnti da nord.  

Le regioni del Nord saranno quasi completamente saltate da questo peggioramento, se non per l’Emilia Romagna orientale che potrebbe vedere qualche veloce rovescio. Questa fase di maltempo di stampo invernale sarà molto veloce tanto è vero che già da martedì tornerà l’alta pressione e il sole tornerà a splendere sulla quasi totalità dell’Italia. Inizierà così una nuova fase stabile del tempo che sembrerebbe durare almeno fino a sabato 1 aprile. Per finire, menzioniamo l’andamento delle temperature che dopo il passaggio del ciclone subiranno un sensibile abbassamento, soprattutto di notte. Da martedì al Nord torneranno le gelate anche in pianura. I valori massimi, rispetto ai 20-22°C di questi giorni, perderanno dai 6 agli 8°C. Per un ritorno a valori più miti bisognerà aspettare giovedì 30.  

Oggi, lunedì 27 marzo – Al nord: sole e vento, un po’ instabile su Emilia e Romagna orientali. Al centro: maltempo invernale su Marche, Abruzzo, Umbria e Molise. Al sud: instabile e a tratti perturbato, ma non in Sicilia. Venti forti.  

Domani, martedì 28 marzo – Al nord: sole, freddo al mattino. Al centro: soleggiato e ventoso. Al sud: via via più soleggiato ovunque. Venti forti da nord.  

Mercoledì 29 marzo – Al nord: nubi irregolari. Al centro: poco nuvoloso. Al sud: sole dappertutto.  

Tendenza: qualche pioggia sulle Alpi, bel tempo e via via più caldo al Centro-Sud.  

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Cronaca

Pescara, bambino di 4 anni muore investito da trattore

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(Adnkronos) – Un bambino di 4 anni è morto dopo essere stato investito da un trattore. E’ accaduto a Pescara. Sul posto sono intervenuti polizia municipale e carabinieri. Per il piccolo, nonostante i soccorsi, non c’è stato nulla da fare.  

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Cronaca

Terrorismo, Perruggini (Oss. Anni Piombo): “Francia ci rispetti, ex Br tornino in Italia”

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(Adnkronos) – “Il mio auspicio è che la Francia dimostri di rispettare l’Italia anche quale culla del diritto. Sarebbe altrimenti un ulteriore sgarbo intollerabile specialmente dopo la firma in pompa magna di un trattato bilaterale ‘del Quirinale’ che prevede addirittura la partecipazione reciproca dei ministri alle riunioni altrui. È importante che i terroristi pluriomicidi ancora in Francia vengano riportati in Italia altrimenti ci avranno ucciso due volte e in questo caso con l’appoggio esplicito di una nazione che dovrebbe essere nostra alleata. Lo Stato deve continuare a non cedere ai compromessi. Deve continuare a chiedere a chi ancora sopravvive di parlare e rendere onore al paese e alle sue vittime rivelando le verità ancora nascoste”. Così all’AdnKronos Potito Perruggini Ciotta, presidente dell’Osservatorio ‘Anni di piombo’ per la Verità storica e nipote del Brigadiere Giuseppe Ciotta, ucciso da Prima Linea il 12 marzo 1977 a Torino, in vista della decisione della Corte di Cassazione francese, attesa per il prossimo 28 marzo, sull’estradizione di dieci ex terroristi italiani.  

“Purtroppo – osserva – ho il fondato sospetto che ci siano ancora da proteggere dettagli e soggetti importanti che hanno collaborato e simpatizzato con il sistema funzionale all’eversione. Attendiamo di capire i veri mandanti dietro le loro azioni violente e sovversive. Si è perso troppo tempo prezioso. Il parlamento italiano potrebbe promuovere un’azione operosa di garanzia ulteriore per i detenuti che dovessero collaborare alla ricostruzione della Verità storica. In altri termini, promuovere un percorso che arrivi alla pacificazione e riconciliazione nazionale. Già diversi anni fa dei sedicenti giornalisti francesi vennero a chiedermi quando ci sarebbe stata l’amnistia”.  

“Dopo tanti anni – prosegue Potito Perruggini – l’accanimento carcerario non serve a nulla. Ci vorrebbe una commissione di esperti multidisciplinare con la partecipazione di tutti i protagonisti sopravvissuti, per la verità storica e la riconciliazione nazionale. Come hanno fatto in Sudafrica dopo l’apartheid. Non ci servono degli ulteriori Cospito, agitatori di piazze, o Messina Denaro, moribondi da curare a spese della collettività”.  

Nel caso in cui l’estradizione non dovesse essere concessa, osserva, infine, Potito Perruggini, “il governo italiano dovrebbe anzitutto valutare il richiamo immediato dell’ambasciatore a Parigi. Ricordo che per molto meno la Francia richiamò il suo da Roma poco tempo fa. Alla fine, comunque, il governo potrà fare ben poco visto il patto ‘leonino’ che da sempre l’Italia ha con l’Europa e, in particolare, con la Francia. Salvo diversi equilibri che dovessero verificarsi con le prossime elezioni europee”.  

 

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Coronavirus

Sanità, microbiologo Clerici: “Antibioticoresistenza minaccia per salute pubblica prossimi anni”

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(Adnkronos) – “L’antibiotico resistenza torna ad essere la minaccia più grave per la salute pubblica dei prossimi anni. Dobbiamo prediligere un approccio genomico e personalizzato, per sottoporre il paziente ad un trattamento mirato, più adeguato alla sua infezione”. Così Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani durante i lavori di apertura del 50esimo congresso Amcli in corso a Rimini e che vede la partecipazione di oltre 1200 esperti provenienti da tutta Italia.  

La lotta a virus e batteri sempre più invasivi, secondo Clerici, non può però prescindere “da una più stretta collaborazione e informazione sia sui medici di medicina generale sia sui cittadini – avverte – affinché si comprenda che l’utilizzo dell’antibiotico deve avvenire fin in tenera età solo in specifiche condizioni”. “La lotta contro la pandemia – rimarca Clerici, che è anche Direttore U.O. Microbiologia Asst Ovest Milanese – ci ha dimostrato l’imprescindibilità della microbiologia che nei prossimi anni si dovrà confrontare con l’intelligenza artificiale, il metaverso, i cambiamenti climatici e il loro effetto sulla salute”.  

Per questi motivi “occorre aumentare il monitoraggio e la segnalazione dei casi di infezioni potenzialmente pericolosi per la comunità – evidenzia l’esperto – implementando il sequenziamento genomico. È questa la strada da seguire per contrastare in modo efficace l’insorgenza di nuovi o riemergenti agenti patogeni pericolosi per la salute dell’uomo”. 

“Alla luce della nostra esperienza con il Covid abbiamo saputo implementare l’uso della metagenomica per diagnosticare agenti infettivi ad elevato impatto sanitario – ricorda Paola Stefanelli, del comitato scientifico Amcli – Tra i temi trattati, il ruolo della microbiologia clinica nei sistemi di sorveglianza quali Influnet&Resspivirnet, mico batteri ambientali e candida auris”. 

Amcli – riporta una nota – durante il congresso ha presentato due nuove Linee d’indirizzo: una sui Poct (Point of care testing) in microbiologia alla luce della diffusione di queste possibilità diagnostiche ovunque; la seconda sui pannelli sindromici, attraverso la definizione del campo di applicazione dall’utilizzo alla refertazione, con riferimento specifico alle meningiti/encefaliti di origine comunitaria e nell’ambito della sepsi e della farmaco resistenza. Ampio spazio anche ai progressi dell’innovazione tecnologica per la diagnosi della tubercolosi.  

Oltre al ruolo strategico della microbiologia, tra i temi affrontati dal presidente Clerici anche il sostegno alle industrie del settore contro il provvedimento del Governo sul payback. 

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Cronaca

L’ex Br Persichetti: “L’estradizione non ha più senso, e l”esilio’ non è una passeggiata”

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(Adnkronos) – “La Procura si era già espressa rigettando la richiesta di estradizione, e lo ha fatto sulla base di una serie di argomentazioni fondate giuridicamente. Non ha senso a un certo punto, quando c’è una distanza abnorme rispetto ai fatti, la punizione, tenendo conto oltretutto del fatto che l’esilio non è una passeggiata. E’ una vita precaria, con mille problematiche, per cui poi l’inserimento ha richiesto decenni”. Paolo Persichetti, negli anni ’80 nelle Brigate Rosse-Unione dei Comunisti, primo (e unico) ex terrorista estradato in Italia dalla Francia, commenta così all’Adnkronos la possibile pronuncia in senso favorevole della Corte di Cassazione francese all’estradizione di dieci terroristi.  

“Quella degli anni Settanta nel suo complesso la generazione più sanzionata in assoluto – continua – Non sono mai stati emessi tanti secoli di carcere ed ergastoli, sappiamo che sono state fatte leggi speciali per le quali a parità di reato chi li faceva con l’aggravante del terrorismo prendeva da un terzo alla metà in più per non parlare della precedenza penale per cui si andava a scadenza su un fatto perché non trovavano le prove e per lo stesso fatto venivano riemessi sempre elementi nuovi, un nuovo mandato di cattura riqualificando il fatto. Di abusi, di pratiche d’eccezione ce ne sono state un’infinità. Qui ci troviamo di fronte a un eccesso di punizione, ci si accanisce anche a distanza di tempo. Il problema vero è che quelle persone sono lì perché ci si attendeva che, passato un certo numero di anni, sopraggiungesse una soluzione politica, come sempre è stato. Questo non è avvenuto e sono rimaste delle soluzioni appese”.  

E sottolinea: “Ci sono degli ossessionati che continuano a pensare che gli anni Settanta siano il problema dell’Italia, sono persone che hanno gravi disturbi della personalità. Dove sta l’ingiustizia? Per via Fani ci sono state 27 condanne, ma solo 16 hanno fatto l’azione, quella è una ingiustizia: qualcuno se ne preoccupa? Ora vedremo come si pronuncerà la Cassazione, anche il contesto politico non è più favorevole. Vediamo quello che succede, ma soprattutto come argomenteranno in un caso o in un altro”. 

(di Silvia Mancinelli) 

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Cronaca

Comandante Frecce Tricolori: ”Per i 100 anni sorvoleremo Capitale con altri reparti”

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“Solitamente siamo gli unici privilegiati a volare sulla Capitale perché il nostro ruolo di rappresentanza ci porta a farlo nei momenti istituzionali quali il 2 giugno, il 4 novembre, il 17 marzo. La cosa bella che succederà martedì 28 marzo è che, in occasione dei 100 anni dell’Aeronautica Militare, condivideremo questo importante sorvolo con tutti i nostri colleghi della Forza Armata che ogni giorno operano nei reparti dietro le quinte, lontano dai riflettori”. Lo dice all’Adnkronos il tenente colonnello Stefano Vit, comandante delle Frecce Tricolori. “Domani ci schiereremo con tutti i nostri aeroplani a Pratica di Mare e nel pomeriggio saremo in piazza del Popolo dove incontreremo curiosi e appassionati che vorranno festeggiare il nostro compleanno nello spazio espositivo allestito per l’occasione – racconta – Lunedì faremo attività di volo, di fatto saranno le prove per il sorvolo di martedì: saranno impiegate due Frecce, un volo congiunto con altri assetti dell’Aeronautica Militare. Il sorvolo sarà dalle 11,20 alle 12,15 in piazza del Popolo, le Frecce poi, chiudendo la cerimonia, faranno un ultimo passaggio per rendere gli onori al Presidente della Repubblica quando lascerà il luogo della cerimonia”.  

Quarantadue anni, comandante delle Frecce Tricolori da novembre 2021, il tenente colonnello Vit racconta: “sono cresciuto in una famiglia normalissima, figlio di un operaio e di una casalinga, e mai avrei immaginato di diventare pilota delle Frecce tricolori. Era una cosa per me molto difficile, me lo avevano spiegato anche i miei genitori. Mi sono impegnato e passo dopo passo sono arrivato a costruirmi le capacità per fare un concorso, entrare nella forza armata e diventare un pilota, trovandomi ad occupare questo prestigioso incarico, orgoglioso della responsabilità che la forza armata mi ha affidato. La prima cosa che dico a tutti è che bisogna seguire la propria passione, l’Aeronautica Militare rappresenta un qualcosa di unico , dove innovazione e tecnologia sono le cose che spingono il nostro agire quotidiano. E’ una forza armata che offre un ventaglio di opportunità incredibili. Io nelle forze armate sono cresciuto tantissimo, non solo professionalmente ma anche come persona”. 

“Squadra, tradizione, impegno. Se dovessi usare tre parole per descrivere l’aeronautica userei queste – dice ancora all’Adnkronos il comandante delle Frecce Tricolori – Squadra perché sono 40mila le persone che lavorano quotidianamente unite per portare avanti dei valori e garantire un servizio al cittadino; tradizione perché è stato costruito un sistema che funziona e continua a migliorare; impegno per offrire un servizio ai cittadini”. Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, il generale Luca Goretti, ha ricordato più volte l’importanza dell’addestramento, quello che permette di farsi trovare pronti sempre, anche in questo attuale scenario bellico. “Tutti noi ci addestriamo per affrontare anche situazioni di questo tipo- spiega il comandante Vit – certo nessuno di noi si augurava una situazione così complessa a livello europeo. Ma bisogna essere sempre pronti a rispondere nel momento del bisogno”. 

(di Silvia Mancinelli) 

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Cronaca

SuperEnalotto, centrato il ‘6’: come riscuotere la vincita

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Centrato il 6 al Superenalotto con il jackpot da 73,8 milioni di euro. Come si riscuote la vincita? Il regolamento del SuperEnalotto prevede che il vincitore del Jackpot – se ha giocato in una ricevitoria – può presentare entro 90 giorni il tagliando vincente ad uno degli Uffici Premi di Sisal S.p.A (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13) in Via A. Tocqueville 13 a Milano o in Viale Sacco e Vanzetti 89 a Roma. Come riporta Agipronews, se la giocata è stata effettuata online, si dovrà presentare la stampa della giocata vincente, un documento di identità valido ed il codice fiscale. 

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Suicida in carcere, denuncia della sorella: “Lividi sul corpo ma negano autopsia”

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“Mio fratello è morto nel carcere di Oristano, dove si trovava per un processo. E’ morto impiccato, mi hanno detto al telefono. Eppure lui non aveva alcun motivo di togliersi la vita, mai aveva manifestato l’intenzione di farlo e anzi aveva preso accordi per un lavoro in un ristorante appena sarebbe uscito, da lì a poco. Mi hanno mandato solo delle foto, poche e in cui tra l’altro era vestito, dalle quali si vedono segni come di presa su un braccio, uno alla testa e sugli occhi. Per ben due volte ci è stata negata la possibilità di fare l’esame autoptico, ma io chiedo che venga fatta chiarezza. Voglio capire come è morto Stefano”. A parlare all’Adnkronos è Marisa Dal Corso, sorella di Stefano, il 43enne morto nell’istituto penitenziario sardo il 12 ottobre dello scorso anno. 

I fatti. “Stefano stava scontando una pena di due anni in casa mia, al Tufello – racconta la donna – Sorpreso per due volte in strada, dove era sceso per portare a spasso i cani, è stato arrestato per evasione e portato a Rebibbia, dove avrebbe finito di scontare la sua pena a dicembre 2023. Dovendo assistere al processo, che si sarebbe tenuto a Oristano dove aveva abitato con la ex compagna e la figlia di 7 anni, ha fatto domanda per essere presente in aula e vedere così la bimba. Glielo hanno concesso, e il 4 ottobre è stato portato a Oristano. Da dove però non ha mai più fatto rientro. Mi venne detto che non c’era modo di riportarlo a Roma, che non ci sarebbe stato un volo prima del 13. Il 12 pomeriggio, intorno alle 16, ho ricevuto la telefonata del parroco del carcere, che senza mezzi termini mi ha detto ‘suo fratello ci ha lasciati'”. 

“Inizialmente ho pensato che fosse scappato, gli ho chiesto come fosse possibile, e il sacerdote a quel punto è stato più chiaro, specificando che Stefano era morto, che si era impiccato. Per un attimo ho pensato di morire – dice ancora Marisa – Noi siamo dieci figli, ma lui l’ho cresciuto io perché i miei genitori lavoravano e mamma mi lasciava la poppata da dargli. Arrivavano tantissime telefonate dal carcere, mi dicevano che avremmo dovuto sbrigarci a portare la salma via dal carcere, che non avevano modo e mezzi per trasportarlo all’obitorio, ma noi da Roma come potevamo fare? Non capivo, non sapevo come comportarmi. Abbiamo dovuto pagare le onoranze funebri per portarlo fuori dal carcere. Lo abbiamo fatto mettere in una cassa di zinco e trasferito a Roma per il funerale”.  

“Da subito la situazione è stata poco chiara, in una relazione della psicologa del carcere veniva sottolineata la serenità di Stefano, la sua mancata propensione a possibili atti di autolesionismo. Quei segni che si vedevano in foto hanno avvalorato il sentore prima e diverse voci poi che qualcosa di brutto fosse accaduto in quel carcere. Ci siamo rivolti al garante dei detenuti di Roma che ci ha messo a disposizione un medico legale, Cristina Cattaneo, per valutare dalle foto cosa sarebbe potuto esser successo. In una relazione la stessa dottoressa riferisce con la poca valutazione arrivata tutto lascia presupporre tranne l’impiccamento, oltretutto il segno sul collo sembrerebbe più riconducibile allo strangolamento, in considerazione del punto e della profondità della ferita. Tuttavia, per togliere ogni dubbio e approfondire, è necessario fare una autopsia – ribadisce la sorella di Stefano all’Adnkronos – di cui però ci è stata negata l’autorizzazione per ben due volte dal pm di Oristano, convinto del suicidio. Tutto lascia presupporre che sia successo altro. Mi hanno chiesto 6mila euro per fare l’esame autoptico privatamente, ma io non li ho perché ne ho spesi 8 mila per riportarlo qui a Roma. Chiedo solo di conoscere la verità, non voglio altro”.  

(di Silvia Mancinelli) 

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